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Autore: _Giuls17_    30/12/2014    1 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Never be alone
 
-Succede ogni notte.- sussurrò, senza alzare lo sguardo dal pavimento, osservando distrattamente il coltello che aveva lasciato cadere e che adesso si trovava nelle mani di Jace.
-Sogno ogni sera che noi… Che facciamo certe cose, ma non va mai a finire bene… Tutte le volte io ti uccido, anche se in modi diversi, ma tu muori per colpa mia.-
Clary si alzò in piedi e si sentì improvvisamente priva di forze, il suo peggior incubo si era avverato e lei aveva fatto del male all’unica persona che teneva stretta nel suo cuore.
-Sono solo brutti sogni.-
Jace si era messo seduto sul letto, con le gambe che penzolavano fuori e stava ancora pensando a quello che era accaduto pochi minuti prima.
-No, l’hai visto anche tu.- commentò asciutta lei.
-Clary… Hai paura di essere diventata pazza?-
-No, ma non voglio farti del male! Sei l’unica persona che mi tiene aggrappata a questo mondo e se proprio io ti facessi del male, non me lo perdonerei mai.-
-Non lo faresti, non mi faresti del male.-
-Jace, cazzo avevo il coltello in mano! Io ti avrei potuto fare del male e allora mi sono chiesta cosa sarebbe successo se tu fossi morto, cosa sarebbe successo a me.- sussurrò, appoggiandosi al muro.
-Io lo so come sarebbe, io ti ho visto morire per mano di tuo padre. Eri lì distesa al Lago, ed eri morta tra le mie braccia.-
Jace alzò lo sguardo verso di lei, lasciando andare il pugnale, Clarissa non gli avrebbe mai fatto del male, lo aveva dimostrato colpendo il braccio e non il cuore o qualsiasi altro organo vitale, la sua Clary era solo spezzata, viveva in una realtà che non conosceva bene e la morte del fratello aveva peggiorato la situazione.
-Avresti dovuto dirmelo prima. Io ti sarei stato vicino.-
-Non potevo.-
-Perché no?- chiese lui, alzandole il volto con le dita.
-Pensavo che Clarissa Farchild potesse farcela anche da sola, ho scoperto le mie vere origini in un libro della biblioteca e credevo di potercela fare, di poter combattere con il dolore che sentivo nel mio petto.
Ma… Ma Clarissa Morgenstern non c’è riuscita. Nonostante il cambiamento, l’educazione che Valentine mi ha dato in quei pochi mesi non mi ha insegnato la cosa più importante: sopravvivere.
Credevo di poter avere tutto solo perché lui era morto, ma non è così, il suo cognome mi perseguiterà per tutta la vita.-
-Quindi pensi sia colpa di tuo padre? Quello stesso padre che a me aveva insegnato: “Amare è distruggere ed essere amati è essere distrutti”?
Quel padre che ti ha sacrificato per il rituale?
Solo per questo non volevi dirmelo?-
-Tutto quello che voglio sei tu, ma questa nuova Clarissa non può avere tutto quello che vuole, non in un mondo in cui sarai sempre classificata come la figlia di un mostro.- sussurrò, sentendo le lacrime iniziare a scendere piano lungo le sue guance.
-Credo che non sia un fatto psicologico, io credo che qualcuno stia interferendo qua dentro.- indicò la sua mente, e le passò una mano sulla guancia, per asciugare quelle lacrime che li facevano stringere il cuore.
-Ma Ithuriel…-
-I suoi sogni erano benevoli, questi… Questi non lo sono e sono convinto che li abbia mandati qualcuno che non ci ama particolarmente.-
-Come fai a crederlo? Perché non credi che sia io e basta?-
-Perché io ti conosco Clary, ho visto come sei dentro e non c’è niente di tutto questo nella tua anima, credo che dovremo fare una visita alla Città di Ossa.-
-No, non puoi chiedermelo.-
-Invece dobbiamo andare, lo so che i tuoi ricordi non sono belli ma loro sono gli unici che possono capirci qualcosa.-
-Jace.-
-Fidati di me, non ti lascerò mai sola.-
-Grazie.- sussurrò, crollando tra le sue braccia.
Tutte le energie l’avevano abbandonata e sentiva che non sarebbe riuscita a restare in piedi ancora per molto, aveva solo bisogno di Jace in quel momento, e di quell’amore di cui non riuscivano ancora a parlare.
 
***
 
-Tu lo sapevi che Luke aveva formato il suo branco?-
-No, io non vado da un po’ a casa di Clary.- ammise distogliendo lo sguardo dai ragazzi.
-Credo che Luke lo abbia fatto veramente per le ragioni che c’hanno detto quei due, anche se…-
-Anche se tutto sta prendendo una piega davvero strana.-
Magnus osservò i giovani Shadowhunters cercare di risolvere quel piccolo enigma e si concentrò sul suo Alexander, era diverso in confronto alla sorella e a Jace, lui ragionava molto prima di lanciarsi in battaglia e non agiva se non era sicuro del piano di riserva, era riservato ma anche espansivo quando si fidava delle persone.
Non lo conosceva ancora così bene come voleva far credere, ma sperava che la loro relazione potesse andare oltre, lui era l’unico che lo aveva fatto sentire così vivo, così umano.
-Magnus cos’è il Praetor Lupos con esattezza?-
-Si tratta di un’organizzazione vecchia di secoli, dove i lupi sono incaricati di badare ai Nascosti che siano pericolosi, che siano senza un branco o semplicemente appena trasformati.
Credevo che col tempo si fossero estinti, non arrivano molte informazioni dalla loro base, ma a quanto pare esiste e sopravvive ancora, quel Jordan, ti terrà d’occhio da questo momento.-
-Non credi che la loro apparizione sia strana?-
-Credo che dovreste farmi vedere Clary, dipende tutto da lei.-
-Cosa intendi?- chiese Alec, con il suo sguardo attento.
-Credo che l’interesse di Luke verso un branco in un momento di pace non sia passato inosservato, penso che sia stato un gesto mirato, Simon dovresti parlare con Jocelyn, e voi due dovreste portarmi Clary.-
-Non credo che riusciremo ad accontentarti.-
-Perché no?-
-Clarissa non sta bene, lei è… Persa.- sussurrò Isabelle, cercando di trovare le parole giuste.
-Persa?- chiese, pensando quelle parole che gli parevano così strane se accostate alla ragazza che aveva conosciuto da piccola.
-Da quando è tornata da Alicante lei sta male, non solo per la morte del fratello.-
-Jonathan.-
-Sì, ma credo che dentro la sua testa stia cercando di rimettere assieme i pezzi, solo che è difficile e penso che sua madre voglia proteggerla, ma non saprei da cosa.-
-Allora parlate con Jace, lui sa certamente quello che sta succedendo a Clary con esattezza, anche stasera devo vederla, a casa mia.-
Magnus si alzò dalla panchina e guardò il sole, avrebbe consultato qualche libro e fatto delle ricerche, ma dentro di se sapeva con certezza che il comportamento di Clary non era dovuto al lutto del fratello, ma dipendeva da qualcosa di altrettanto forte e pericoloso.
-Magnus?-
-Alec, ti aggiorno dopo.- si voltò per sorridere al suo ragazzo e si incamminò verso casa, doveva muoversi, il tempo non era più a suo favore.
 
***
 
Simon aveva lasciato Izzy e Alec davanti ai cancelli dell’Istituto e si era diretto verso la propria casa, anche se sentiva un peso sul cuore, come se dovesse succedere qualcosa di brutto da un momento all’altro.
Alzò la zip della felpa e mise la mani in tasca.
Nonostante non sentisse più il freddo quello che stava provando era qualcosa di ancora più grande, qualcosa che neanche lui sapeva spiegare.
In poco tempo si trovò sulla via di casa ma quando si avvicinò al suo vialetto percepì qualcosa.
Poco distante da casa sua trovò Jordan, le mani incrociate al petto e lo sguardo puntato su di lui.
-Cosa ci fai tu qui?-
-Non ti conviene entrare.-
-Cosa? Ma è casa mia!- esclamò, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Simon si voltò verso la porta di casa e notò un crocifisso appeso su di esso.
-La tua manipolazione non ha più effetto su tua madre.- sussurrò Jordan, -Ricorda di aver trovato il sangue, ricorda che non sei più suo figlio… Ma un vampiro.-
-Ma io credevo…-
-Certe volte non c’è un motivo per il quale la manipolazione finisce, forse puoi essere troppo debole, puoi non aver sondato tutti i suoi ricordi correttamente, o semplicemente non hai controllato i segni che tua madre ti stava lanciando, ma adesso.- indicò la porta, -Ricorda, ricorda che non sei più una creatura di Dio, adesso sa che sei un Demone.-
-Io le devo parlare.-
-No, finiresti bruciato da acqua santa o cose del genere, credo che per il momento tu debba andare.-
-Io non capisco, questa è casa mia, questa è mia madre, lei non lo farebbe mai.-
-Simon, tutti noi nascondiamo qualcosa dentro che non siamo mai pronti a mostrare, almeno finché non si verificano certe situazioni.-
-La mia roba è ancora dentro.-
-Sono riuscito a prendere qualcosa, non ti lascerò solo in questo momento.-
-Perché? Cosa ti interessa di me?- sbottò esausto.
-Sono la tua guardia del corpo, se ti va di vederla così, andiamo, mi è venuta fame!-
Jordan lanciò a Simon un borsone con la sua poca roba, ma prima di seguirlo si avvicinò alla porta, cercando di percepire la presenza di sua madre: era così vicino che avrebbe potuto sentire tutto, se solo avesse voluto.
-Mamma.-
Allungò una mano tremante verso la porta, ma dovette ritirarla per il dolore: il crocifisso la stava bruciando.
La guardò meravigliato e provò a pronunciare il nome di Dio invano, lui non era più suo figlio, non era più un seguace di Dio, era solo un vampiro.
 
***
 
Clarissa stringeva forte la mano di Jace, erano arrivati al Cimitero solo da pochi minuti ma avrebbe preferito essere ovunque ma non lì.
 
Anche a Idris, anche nella casa di campagna a prendere pugni da un Jonathan incavolato per la mia lentezza.
“Vorresti essere anche con Jace, all’Istituto.”
Certo, ma io parlavo di cose negative.
 
-Clary ci sono io, con te.-
Annuì brevemente e si lasciò condurre verso quella stessa entrata che pochi mesi fa aveva attraversato con suo padre, cercò di scacciare quei pensieri ma non ci riuscì.
Ricordò esattamente come si era sentita al fianco di Valentine: forte, invincibile. Avevano attraversato l’entrata come se i Fratelli Silenti si dovessero inginocchiare a loro, come se Valentine fosse Jonathan Shadowhunters in persona ed invece di essere rispettato, pochi attimi dopo era iniziato il massacro.
E lei aveva partecipato, nonostante le sue azioni facessero a pugno con la sua coscienza, non aveva aperto bocca e aveva ubbidito agli ordini del padre, ,ma quando aveva visto Jace, tutte le sue certezze si erano sgretolate e il rimpianto non l’aveva più lasciata.
Chiuse gli occhi e iniziò a respirare lentamente, non voleva mostrarsi debole, ma il suo cuore non la stava ascoltando.
Si mossero veloci attraverso i vari corridoi, finché non si ritrovarono davanti alla strada che avrebbe portato direttamente al fulcro della città, ma il loro percorsero venne bloccato da alcuni Fratelli Silente che li stavano aspettando con le mani conservate dentro le enormi tuniche del vestito.
 
Non dovresti essere qui, Clarissa Morgenstern.
 
-Abbiamo bisogno del vostro aiuto.- rispose Jace, così Clary capì che anche lui poteva sentire le sue stesse cose.
Osservò gli ex Shadowhunters che lei stessa aveva ucciso e sentì nuovamente la sua coscienza rivoltarsi per quell’atrocità.
Sono stata io a fare tutto questo! Io!
“Clary ti prego, cerchiamo una soluzione, adesso stai mantenendo il controllo, non perderlo troppo velocemente.”
 
Non siamo servi pronti a soddisfare le vostre richieste, e non tutti i problemi possono riguardavi. Soprattutto perché lei qui non dovrebbe stare.
-Clary è stata già punita per quello che ha fatto, in passato.-
Soggiornando all’Istituto?
-No, convivendo ogni giorno con il senso di colpa. Adesso però la sua mente è stata attaccata da una forza così potente che può modificare i suoi ricordi, può farle compiere qualsiasi tipo di azione.-
Ipnomanzia, disse uno dei Fratelli Silenti. La magia dei sogni può essere eseguita solo dai più potenti utilizzatori e conoscitori della magia.
-Come gli angeli.- sussurrò Clary, guardando il pavimento.
Dovreste venire con noi dalle Stelle Parlanti.
 
Quando i Fratelli si girarono per mostrargli la strada, Jace strinse ancora più forte la mano di Clary e la condusse verso il luogo indicato, in cuor suo sperava che tutto si risolvesse velocemente, ma sapeva altrettanto bene che quello che stava succedendo alla sua Clary non sarebbe stato facile da battere.
 
Clary osservò le figure dei Fratelli e notò che la fecero fermare sul disegno di alcune stelle metalliche intarsiate fra le piastrelle rosse e oro del pavimento.
Alzò lo sguardo verso di loro e li sentì di nuovo parlare.
-Credevo fossero solo sogni, sogni normali.- scosse brevemente la testa. –Sì ho… Ho, quasi, incontrato l’Angelo… Sì, Ithuriel mi ha mandato dei sogni profetici, ma molte volte li ho ignorati.-
 
Jace si irrigidì ed improvvisamene ebbe paura che sapessero del Lago Lyn, che scoprissero quel segreto che stavano celando in tutti i modi possibili, non potevano saperlo.
Solo allora pensò che i Fratelli Silenti potevano vedere anche oltre a ciò che chiedevano, sicuramente, lo avevano già visto dal primo momento che avevano messo piede a casa loro.
-Sono pronta.- sussurrò la ragazza, piano.
 
Osservò il corpo di Clary prima rilassato e poi lo vide irrigidirsi, come se loro l’avessero toccata. Cercò di fare un passo avanti ma la luce di quelle stelle divenne così intensa che gli fu impossibile tenere gli occhi aperti, li schermì con la mano ed osservò la ragazza.
La testa all’indietro e le mani che si aprivano e chiudevano in modo quasi innaturale, improvvisamente cadde con le ginocchia e terra.
Si avvicinò senza pensarci e le posò una mano sulla spalla, non sapendo come essere d’aiuto, ma nonostante tutto non lanciò un solo grido, rimase in silenzio finché i Fratelli non finirono di sondarle la mente ma sentì chiaramente la ragazza sibilare il suo nome, Jace.
 
C’è qualcosa che non c’hai detto, Clarissa Morgenstern, un segreto che entrambi custodite.
-Cosa?- Jace alzò lo sguardo per sostenere quello dei Fratelli.
Su di lei c’è il Marchio della Morte.
-Devo morire?- chiese Clary.
-No, hai oltrepassato i confini, eri morta, eri nel regno delle ombre, con l’anima slegata dal corpo.
-L’Angelo Raziel però…-
Il suo Marchio è su entrambi: ci sono solo due strade per tornare dal regno dei morti.
La prima è la negromanzia: la magia nera della campana, del libro e della candela.
Non riporta completamente la vita come la mano destra di un Angelo di Dio, lui riporta l’anima nel suo corpo.
L’equilibrio della vita e della morte è delicato, e voi lo avete alterato.
-Ma Raziel può fare quello che vuole.- sibilò Jace, arrabbiato.
Siete sicuri che si sia trattato di una scelta?
-Io…- Clary abbassò lo sguardo e ricordò di aver modificato la runa che indicava il padrone del cerchio, per identificarlo in Jace e non in Valentine.
Conosciamo il rito degli Strumenti, sappiamo chi li possiede tutti è il padrone, e può fare all’Angelo una richiesta.
-Non cambia quello che è stato fatto.- concluse Jace, sostenendo Clary che stava cercando di alzarsi da terra.
-Cosa dobbiamo fare?-
Quando si viene al mondo uno Shadowhunters è sottoposto a un rituale, sia da parte dei Fratelli Silente, sia da parte delle Sorelle di Ferro, per la sua protezione.
Quando Clary è morta, per rinascere una seconda volta, queste protezioni sono cadute e non sono state modificate, per questo è stata vulnerabile all’influenza demoniaca.
Non è posseduta ma sono convinto che una potente forza demoniaca ti stia sussurrando nelle recchie.
Tu sei forte, Clarissa Morgenstern, la combatti ma lei ti consuma come il mare fa con la sabbia.
-Siamo sicuri che sia un Demone? Voi potete fare il rituale?- chiese Jace, fremendo dalla testa fino ai piedi.
Sì, ma è necessaria una preparazione, va convocata una sorella di Ferro, forgiato un amuleto. Clarissa deve rimanere con noi finché il rito non sarà concluso.
-Per quanto?- chiese il ragazzo.
Pochi giorni.
 -Io potrei restare qua.- suggerì voltandosi per guardare Clary, ma sentì come se una parte di lei stesse lottando per rimanere in superficie, per non crollare.
No, non può permettersi distrazioni.
-Clary…-
-Resto, devo bloccare questa influenza, se loro possono aiutarmi a farla andare via, a farmi tornare normale, resto.
-Sei sicura?-
-Sì Jace, devo fare tutto quello che posso per proteggere le persone che amo.- sussurrò, abbassando gli occhi per non incontrare quelli del ragazzo.
Jace sorrise, nonostante quella situazione, sapeva che le parole di Clary erano in parte riferite a lui, le sfiorò la guancia.
-Ci vediamo presto, allora.-
-Forse se tutto va bene, andremo assieme alla festa agli Ironworks, mia mamma ha invitato tutti.-
-Sì, ci vedremo lì.-
 


Sclero Personale: Ed eccomi qua, anche se a pomeriggio inoltrato, sono riuscita ad aggiornare.
Spero che le vostre vacanze stiano procedendo bene ^^ Per ora le varie giocate a carta mi stando impedendo di scrivere costantemente, ma non vi preoccupate, non mi perderete <3
Jace decide di agire, sente che Clary non può più vivere in quel modo e la vuole aiutare, ma come noi sappiamo bene Lilith è molto brava ad incatantare i suoi seguaci...
Per la prima volta Simon affronta l'amara verità: è un vampiro, non può pronunciare il nome di Dio e sua madre non è più monipolata, cosa succederà adesso? Jordan sarà d'aiuto?
Ci vediamo al prissmo capitolo ^^

 
   
 
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