Scusate, scusate, scusate!!! Non sono riuscita a postare in questi due giorni perchè domani ho interrogazione di Filosofia, Psicologia e Sociologia... mi dispiace veramente tanto ragazze.. però spero di farmi perdonare con questo capitolo super mega lungo!!!
Mistica88: nemmeno io riesco a capirlo.. ma ho appena sviluppato una teoria.. magari la meyer quando ha scritto quel pezzo aveva fumato qualcosa.. sisi.. ne sono certa, era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.. XD
saraligorio1993: =) è per questo che ho deciso di fare questa FF... volevo vedere cosa sarebbe successo nella mia testolina in quel momento..
ledyang: grazie ancora! =) spero che questo capitolo ti piaccia...
Capitolo 8
Cosa ti ha chiesto Edward?
Edward e Jacob camminavano lentamente. Uno
sembrava sempre distrutto, nessuna mutazione nel suo viso d’angelo, ormai da
molto tempo non vi vedevo passare un sorriso, anche fugace. Mentre l’altro,
sembrava che stesse riflettendo su qualcosa, e le dedicava ogni pensiero. Li
fissai ansiosa. Guardai un secondo Jacob, ma poi rivolsi tutta la mia
attenzione ad Edward, preoccupata.
Attorno a me gli altri erano molto
perplessi, e Jacob, vedendo questa perplessità mi sembrò quasi sollevato.
Chissà cosa gli aveva detto Edward da farlo
vergognare nel caso che gli altri avessero sentito.
Poi Edward parlò, sempre con quella voce
robotica. Pensava che non mi accorgessi che faceva di tutto per non farmi
vedere i suoi veri sentimenti? Comunque gli ero in un certo senso grata, almeno
non stavo male più di tanto.
“Lasciamo Jacob e Bella da soli, devono
parlare in privato.”
Come previsto la reazione di Rose fu
immediata.
“Prima dovete passare sulle mie ceneri.”
Ringhiò, e mi mise una mano ghiacciata sulla guancia. Ebbi un fremito.
Ma Edward fece come se non avesse parlato.
“Bella, Jacob vuole parlarti. Hai paura di
restare da sola con lui?”
Ero confusa. Cosa aveva da dirmi Jacob, da
non poterne parlare davanti agli altri? Lo guardai, e poi guardi Rose.
“Rose, è tutto apposto. Jake non ci farà
del male. Vai con Edward.” Dissi fiduciosa.
Rosalie non approvava.
“Potrebbe essere un trabocchetto.”
“Mi pare improbabile.” Le risposi. Ed era
vero. Jacob non era un medico, non aveva esperienza, e poi che non avrebbe mai
fatto una cosa del genere. Credo. Se d’altronde voleva farla Edward, che era il
padre del bambino, perché non avrebbe dovuto farlo Jacob, che era in senso lato
un estraneo? Ma queste supposizioni fu meglio non dirle ad alta voce. Non
sapevo come avrebbero reagito.
“Potrai tenere me e Carlisle sott’occhio,
Rosalie. Siamo noi che le facciamo paura.” La voce che prima era robotica, ora
si era rotta, rivelando in realtà quanto gli facessi male. Iniziai a non
riuscire a respirare bene. Iniziai a sentirmi male.
“No.. no, Edward. Io non..” iniziai. Non
sapevo come potermi spiegare. Non avevo paura di lui. Solo paura che potesse
uccidere il mio bambino. O meglio dire nostro..
Edward scosse la testa di fronte alla mia
disperazione e fece un debole sorriso. “Mi sono espresso male, Bella.
Tranquilla, io sto bene. Non preoccuparti per me.”
Non
è vero!! Volevo urlargli. So benissimo che menti! Ma come al
solito non dissi nulla.
“Tutti, per favore.” Ripeté Edward con un
gesto verso la porta. Tutti immediatamente obbedirono alla sua richiesta. Rose
esitava, naturalmente non si fidava, e Edward la aspettava sulla soglia della
porta.
“Rose, voglio che tu vada.”
Lei lanciò un’occhiataccia a Edward e gli
fece cenno di precederla verso l’uscita, e sulla soglia, guardò male Jacob.
Quando tutti andarono via mi voltai a
guardare Jacob, che nel frattempo si era seduto sul pavimento, vicino a me. Mi
prese dolcemente le mani, ormai gelide come quelle dei vampiri, e le strinse
nelle sue, bollenti.
“Grazie, Jake. Così va meglio.”
Lui fece una specie di smorfia.
“Non ti mentirò, Bells. Sei orrenda.”
Chiamandomi con quel soprannome mi fece ricordare immediatamente Charlie. Mi
sarebbe piaciuto risentirlo.
Ma sospirai.
“Lo so. Faccio paura.”
“Già, sembri il mostro della palude.”
Scoppiai a ridere, una risata contenuta,
schietta. Mi mancava ridere. E per questo gli ero grata.
“Che bello che sei qui. Questa risata mi fa
quasi sentire bene. Non so per quanto tempo ancora riuscirò a sopportare la
tensione.”
Jacob alzò gli occhi al cielo. Il solito
movimento che faceva con me.
“Okay, okay. Sono io la causa del mio
male.” Gli concessi, e in un certo senso era vero.
“Si, è così. Cosa ti passa per la testa,
Bells? Seriamente!”
Dovevo aspettarmelo.
“Ti ha chiesto lui di sgridarmi?” gli
chiesi esasperata.
“In un certo senso. Anche se non capisco
perché crede che mi darai ascolto, visto che non l’hai mai fatto.”
Sospirai.
“Te l’avevo detto..”
Ma non lo lasciai finire. Non volevo che mi
dicesse che Edward era un mostro per avermi fatto questo.
“Lo sai che te l’avevo detto ha un fratello, Jacob? Si chiama chiudi il becco.”
“Buon questa.”
Sorrisi. “Non è farina del mio sacco.. l’ho
sentita in una vecchia puntata dei Simpson.”
“Me la sono persa.”
“Peccato, era molto divertente.”
Nessuno di noi parlo per un momento.
Volevo ardentemente sapere cosa si erano
detti.
“Davvero ti ha chiesto di parlarmi?”
Lui annuii. “Mi ha chiesto di farti
ragionare. Una battaglia persa in partenza.”
Lo guardi confusa.
“Allora perché hai acconsentito?”
Jacob non rispose. Ma credo si sapere quale
fosse la sua risposta. Era ossessionato dal fatto di potermi perdere. E questo
fatto improvviso che lui non aveva calcolato, accelerava i tempi. Volevo
rassicurarlo come avevo fatto con tutti gli altri.
“Andrà tutto bene. Ne sono sicura.”
“La demenza è uno dei sintomi?” mi chiese
improvvisamente arrabbiato.
Ma io risi. Volevo alleggerire l’atmosfera
che si stava lentamente cerando.
“Forse. Non dico che sarà facile, Jake. Ma
dopo tutto quello che ho passato, è naturale che io creda nella magia.”
“Magia?”
Non si rendeva conto che lui, come tutta la
mia famiglia faceva parte di una parte magica? Erano tutti così cocciuti a
capirlo..
“Specialmente riguardo a te. Tu hai
qualcosa di magico e vedrai che tutto andrà come deve anche per te.” Tolsi la
mano dalla sua presa e gli accarezzai la guancia.
“Ma di che parli?”
Non la smettevo di sorridere. Aveva la
testa di coccio.
“Una volta Edward mi ha spiegato come
funziona l’imprinting. Mi ha detto che somiglia al Sogno di Una Notte di Mezza
Estate, a una magia. Troverai anche tu la persona giusta, Jacob, la persona che
stai aspettando, e allora, forse, tutto avrà un senso.”
Jacob mi rispose brontolando rabbioso.
“Se pensi che l’imprinting possa dare un
senso a questa pazzia.. credi davvero che se incontrassi una sconosciuta e
avessi l’imprinting, questo aggiusterebbe tutto?” mi puntò un dito al pancione.
“Allora dimmi a cosa è servito, Bella! Che
senso ha avuto amarti? Che senso ha avuto il tuo amore per lui? Pensi che
quando morirai tutto tornerà a posto? Che senso avrà avuto tanto dolore, mio,
tuo, suo?! Non che me ne importi, ma finirai per uccidere anche lui.” Ebbi un
fremito. Per favore, non ripetermi quelle parole. Mi sento soffocare al solo
pensiero. Jacob continuò. “E a quel punto, la tua perversa storia d’amore a
cosa sarà servita? Bella, se tu ci vedi un senso, per favore, mostralo anche a
me, perché da solo non ci arrivo proprio.”
Lo lasciai sfogare. Sospirai. Perché tutti
facevano così fatica a capire quanto questo bambino fosse importante?
“Non lo so, Jake. Ma sento.. che tutto
questo porterà a qualcosa di buono, anche se ora non riusciamo a vedere cosa.” Riuscite corressi mentalmente. “Penso
che sia quella che chiamano fede.”
Non ero mai stata particolarmente
religiosa, a causa dei cambiamenti religiosi di Renèe, ma questa volta ero
piuttosto fiduciosa. Soprattutto come gli avevo detto prima, riguardo la magia
di cui costantemente ero circondata.
“Stai morendo per niente, Bella! Per
niente!”
Era cieco e non aveva visto il mio
pancione? Ma in fondo era un maschio.. non poteva di certo capire l’istinto
materno che sorge dentro di te quando hai una vita che ti cresce dentro.
Per farglielo capire senza parole, tolsi
lentamente la mano dal suo viso e la portai verso il grembo, accarezzandolo.
“Non morirò. Il mio cuore continuerà a
battere. Sono forte abbastanza.”
“Stronzate, Bella. Nessun umano può
farcela. E tu non sei abbastanza forte.”
Mi prese il viso tra le mani. Io potevo
farcela.. avrei dovuto farcela. Per il mio bambino. Per Edward. Per la mia
famiglia. E anche per Jacob.
“Posso farcela. Posso farcela.” Farfugliai.
“A me non pare proprio. Allora dimmi, qual
è il tuo piano? Spero che tu ne abbia uno.”
Certo che ne avevo uno.. gli sembrava
stupida fino a tal punto?
Perciò annuii ed evitai il suo sguardo. Non
volevo che si arrabbiasse in anticipo.
“Lo sapevi che Esme si è buttata da una
scogliera quando era ancora umana?”
“Quindi?”
Ancora non capiva.
“Era più morta che viva, tanto che non si
sono nemmeno presi la briga di portarla al pronto soccorso: è finita dritta
all’obitorio. Però il suo cuore pulsava ancora quando Carlisle l’ha trovata..”
“Quindi non è in forma umana che pensi di sopravvivere.”
Finalmente ci era arrivato.
“No, non sono stupida fino a quel punto. Ma
presumo che tu la veda in maniera diversa.”
Ricordai ancora le parole che mi aveva
detto qualche mese prima.
Brontolò. “Pronta vampirizzazione.”
“Con Esme ha funzionato. E anche con
Emmett, con Rosalie e pure con Edward. Nessuno di loro era in forma smagliante,
sai? Carlisle li ha trasformati perché se non lo avesse fatto sarebbero morti.
Lui non mette fine alle vite, le salva.”
Non voleva demordere. Lo vedevo.
“Dammi retta, Bells. Non farlo. Non
aspettare che sia troppo tardi, Bella. Non così. Vivi, okay? Vivi e basta. Non
farmi questo. E non farlo a lui.” Poi improvvisamente alzò la voce. “Sai cosa
farà quando morirai. Lo hai già visto. Vuoi che torni da quegli assassini
italiani?”
Mi rannicchiai, respirai a fondo. Non
volevo ricordare quei momenti spaventosi, vissuti nella paura di doverlo
perdere se non fossi stata abbastanza veloce. Potevo sentire il sole che mi
scaldava mentre correvo verso la sua salvezza. Non volevo pensarci. Perché me
lo ricordava? Così mi faceva stare solo peggio.
Fece un respiro e proseguii.
“Ricordi quando mi sono fatto massacrare da
quei neonati? Ricordi cosa mi hai detto?”
Ecco
un altro ricordo. Con Jacob era sempre così. Ti faceva ricordare tutto.
Serrai le labbra e non risposi. Non volevo ripensare a tutte le mie insicurezze
e a quanto lo avessi fatto soffrire.
“Mi hai detto di fare il bravo e dare
ascolto a Carlisle. E io cos’ho fatto? Ho dato ascolto al vampiro. Per te.”
Ma come poteva paragonare quella situazione
a quella attuale?
“Gli hai dato ascolto perché era la cosa
giusta.”
“Okay, una ragione vale l’altra, scegli
quella che preferisci.”
Feci un bel respiro.
“Ma ora non è la cosa giusta.” Guardai il
pancione e bisbigliai. “Non lo ucciderò.”
“Oh, che bella notizia! Allora aspettiamo
che nasca questo bel bambino che scoppia di salute. E sai che ti dico? I
palloncini azzurri li porto io.”
Arrossii. Non avevo mai detto a nessuno del
bambino del mio sogno. E non sapevo se era saggio parlarne a Jacob.
“Non so se è un maschio. L’ecografia non
può dirlo. La membrana che lo avvolge è troppo dura, come la loro pelle. Perciò
sarà una sorpresa. Ma nella mia mente vedo sempre un maschietto.” Non gli dissi
del sogno.
“Non c’è un bel bambino li dentro, Bella.”
Non gliel’avrei data vinta. Come al solito.
“Vedremo.”
“Tu no di certo.”
Uffa.
“Sei molto pessimista, Jacob. Secondo me
almeno una possibilità di farcela c’è.”
Non rispose e respiro profondamente.
Gli arruffai i capelli. “Jake, andrà tutto
bene. Sssh. Andrà tutto bene.” Gli accarezzai una guancia.
“No, invece no.”
Sempre il solito testardo.
“Sssh.”
“Cosa c’è sotto, Bella? Ero convinto che
non desiderassi altro che il tuo vampiro. E ora che fai? Ci rinunci? Non ha
senso. Da quand’è che sei così smaniosa di diventare mamma? Se ci tenevi tanto,
perché mai hai sposato un vampiro?”
Non riusciva a capire. Maschi.
“Non è così. Non m’importava di avere un
figlio. Non ci pensavo neanche. Non di tratta di avere un bambino. Si tratta
di, be’, questo bambino.”
“È un assassino, Bella. Guarda come ti ha
ridotta.”
Mi fece arrabbiare. Il mio bambino non era
un assassino.
“No, non è un assassino. Dipende da me.
Sono debole e umana. Ma tengo duro, Jake, posso..” non mi fece nemmeno finire
la frase.
“Oh, avanti! Sta’ zitta, Bella. Puoi
incantare il tuo succhiasangue, ma non puoi infinocchiare me. Sai benissimo che
non ce la farai.”
Aveva toccato perfettamente il mio punto
debole. Volevo rassicurare Edward dicendo quelle parole, ma dentro di me avevo
una certa paura che qualcosa non andasse come non doveva.
“No che non lo so. Ovviamente sono
preoccupata.”
“Preoccupata.”
Dolore.
Sentivo un dolore acutissimo al centro del
pancione. Mi afferrai il ventre, e senza che me ne accorgessi alzai un piccolo
lembo di maglia.
“Sto bene, non è niente.”
Sapevo benissimo di avere dei lividi su
tutta la pancia. E Jacob li stava fissando intensamente.
“È forte, tutto qui.”
Iniziò a balbettare.
“Bella.”
Lo fissai.
“Bella, non farlo.”
Si stava agitando troppo.
“Jake..”
“Ascoltami. Non ti arrabbiare, okay? Sta’
solo a sentirmi. E se..?”
Non completò la frase, ma dal tono mi
sembrava una domanda.
“E se cosa?”
“E se ci fosse una possibilità? Se ci fosse
un’alternativa? Se dessi retta a Carlisle, da brava, e sopravvivessi?”
Non riuscivo a capire dove volesse
arrivare.
“Io non..”
“Non ho ancora finito. Intanto sopravvivi e
poi si vedrà pensa che per questa volta non è andata. E magari, più in là, ci
riproverai.”
Aggrottai le sopracciglia, alzai le dita e
gli accarezzai la fronte. Questa volta a non capire ero io..
“Non capisco.. cosa vuol dire ci
riproverai? Non penserai che Edward mi permetterà..? E che differenza farebbe?
Sono sicura che qualsiasi bambino..” non mi lasciò di nuovo finire la frase.
“Si. Sarebbe lo stesso con qualsiasi suo
bambino.”
Confusione totale.
“Cosa?”
Cercai di afferrare il senso delle sue
parole.. qualsiasi suo bambino sarebbe come quello che portavo in grembo..
l’unica soluzione che vedevo era..
“Oh. Bleah! Ti prego, Jacob. Pensi che
dovrei uccidere il mio bambino per sostituirlo con un surrogato? Magari
ricorrendo all’inseminazione artificiale? Perché dovrei volere il figlio di uno
sconosciuto, come fosse la stessa cosa? Pensi che un bambino valga l’altro?” mi
stavo arrabbiando.
Non credo che sarei mai stata una madre
perfetta. Ma questo proprio no.
“Non intendevo questo. Non il figlio di uno
sconosciuto.”
“Allora cos’è che stai dicendo?”
“Niente. Non sto dicendo niente. Tanto per
cambiare.”
Ma si vedeva lontano un miglio che stava
mentendo.
“Come ti è venuto in mente?”
“Lascia perdere, Bella.”
Ecco. Avevo toccato il tasto giusto. Non era
stata di certo una sua idea. Chi era che mi amava così tanto da essere disposto
a qualsiasi cosa pur di farmi vivere?
“È stato lui, vero?”
“No, fidati. Non ha parlato di qualcosa di
artificiale?”
Okay, non capivo. Ero stanchissima e mi
lasciai sprofondare nei cuscini.
Non mi accorsi nemmeno di stare parlando ad
alta voce..
“Farebbe qualsiasi cosa per me. E io lo sto
facendo soffrire così… ma cosa crede? Che scambierei questo con quello di uno
sconosciuto..”
“Non devi farlo soffrire. Puoi tornare a
farlo felice, Bella. Penso che stia veramente perdendo la testa, sul serio.”
Mentre lui parlava io ripensavo alle sue
parole, parola per parola. Sapevo che c’era un significato che stava cercando
di nascondermi. Distrattamente disegnavo dei piccoli cerchi sul pancione. Oddio.
Forse avevo capito. Ma che fosse disposto ad arrivare fino a quel punto? Possibile
che.. dovevo chiederlo di nuovo.
“Non con uno sconosciuto? Cosa ti ha detto
Edward esattamente?” Rabbrividii al solo pensiero di una risposta positiva.
“Niente. Pensava solo che magari mi avresti
dato retta.”
Ah ah.. devi cambiare battuta, Jake.
“Sbagliato. Riprovaci.”
Lo guardai negli occhi, e lui cercò di
negare ancora, ma senza troppa convinzione.
“Niente.”
Questo dimostrava che avevo ragione.
Schiusi la bocca per la sorpresa.
“Wow.”
Jacob non osava guardarmi. Scossi lentamente
la testa.
“È veramente disposto a tutto, vero?”
Lui sembrò cedere. E mi confermò quello che
ormai stavo iniziando a capire.
“Te l’ho detto che sta letteralmente
impazzendo, Bells.”
“Mi stupisce che tu ti sia lasciato
sfuggire l’occasione di fare subito la spia, per metterlo nei guai.”
Alzò lo sguardo in tempo per vedere sul mio
viso scavato un ghigno.
“Ci avevo pensato.”
Eppure, nonostante Jacob sapesse che non
avrei più cambiato idea, fece la stessa cosa che aveva fatto quando era venuto
al matrimonio. Si era sacrificato pur di farmi felice. Soffriva lui al posto
mio.
“Anche tu saresti disposto a tutto per me,
eh?” sussurrai. “Non capisco proprio perché ti dia tanta pena. Non vi merito,
non merito né lui né te.”
Di questo ero sicurissima. Entrambi si
sarebbero sacrificati per la mia felicità, mentre io li facevo solo soffrire.
“Tanto non cambia niente, vero?” mi chiese.
“Non stavolta. Vorrei proprio spiegartelo
in modo che tu capisca. Non posso fargli del male” indicai la mia pancia. “così
come non poteri impugnare una pistola e sparare a te. Gli voglio bene.”
“Perché vuoi sempre bene alle persone
sbagliate, Bella?”
“Non è così.” Ed era vero. Come poteva ritenere
sbagliato voler bene a Edward, così dolce; a lui stesso, che si sacrificava
sempre per me; alla mamma che tutti vorrebbero, Esme; al comprensivo Carlisle; alla
piccola folletta Alice; all’orsacchiotto Emmett; a Rose, che mi aveva aiutata
quando ne avevo bisogno; a Jasper che mi considerava come una sorella; al
piccolo Seth, con quel suo faccino ancora da bambino? Come si poteva non voler
bene a queste persone?
Ma lui, come in tutto non sembrava d’accordo.
“Invece si, fidati.”
Si alzò.
“Dove vai?” non volevo che andasse via. Aveva
portato un po’ di normalità nella mia vita fatta di tensioni.
“È inutile che resti qui.”
Sollevai una mano. “Non andartene.”
“Questo non è il mio posto. Devo tornare a
casa.”
“Perché sei venuto oggi?”
“Per vedere se eri viva davvero. Charlie ha
detto che eri malata e non gli ho creduto.”
Sempre il mio solito Jacob.
“Tornerai, prima..”
Non mi lasciò finire.
“Bella, non me ne starò qui a guardarti
morire.”
Trasalii a quelle parole.
“Hai ragione, hai ragione. È meglio che te
ne vada.”
Si voltò verso la porta.
“Addio. Ti voglio bene, Jacob.”
Lo sentii farfugliare qualcosa mentre
usciva e poi scomparii tra gli alberi.
Avrei voluto che fosse rimasto, ma non era
giusto. Ero egoista, e gli stavo facendo ancora del male. Non bastava quanto
gliene avessi già fatto? Ma adesso tutto era cambiato, io volevo solo il mio
amico Jacob, non ero più innamorata di lui.
I Cullen rientrarono, e mi guardavano
perplessi. Non avevano sentito una parola della nostra discussione, e non
volevo certo mettere in imbarazzo Edward. Rose mi venne immediatamente al
fianco mentre io guardavo Edward. Doveva averlo capito anche lui che non avevo
accettato la sua richiesta indiretta, e tornò uno sguardo addoloratissimo.
“Cosa ti ha detto il cane?”
“Nulla, Rose. Solo che non credeva alla
storia di Charlie.”
Sbuffò.
Non dissi nient’altro.
Poi vidi Rose allontanarsi improvvisamente,
e tornare subito dopo, con una spugna e una bacinella con dell’acqua. La guardai
confusa.
“Puzzi di cane, Bella.”
Tutti tranne Edward ci lasciammo andare ad una lieve risata, almeno fino a quando non si udii uno strano rumore provenire dall’interno del grembo, che mi fece piegare in due dal dolore.
Ringraziamenti:
- a chi recensisce: (per ogni capitolo scrivo chi ha recensito per quello precedente..)
ledyang
mistica88
saraligorio1993
- e naturalmente chi mi ha messo tra i preferiti:
1 - akane_val
2 - AlexiaLil
3 - bellemorte86
4 - Bepycka
5 - cassandra 287
6 - clodiina85
7 - crusade
8 - deneb91
9 - Djibril88
10 - Fairyire
11 - francy94
12 - ginny89potter
13 - Honey Evans
14 - ibiscus
15 - ka chan
16 - Kathys
17 - ki9
18 - ledyang
19 - lisepotter
20 - miss lovett
21 - mistica88
22 - Mnemophobia
23 - nene1964
24 - ninfea_82
25 - nixy
26 - Padfoot_07
27 - sackiko_chan
28 - saraligorio1993
29 - sarwen
30 - _HoneY_