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Autore: LibertyinDeath    30/12/2014    0 recensioni
Un viaggio all'interno della vita di Severus, percorrendo alcune tappe sconosciute e ricordi agrodolci: la sua vita da bambino, il suo rapporto con i genitori, il suo rapporto con Lily, il suo periodo da Death Eaters, la morte di Lily, la sua stessa morte.....
*****
*
"I capelli ramati di Lily Evans erano sparsi sul pavimento di quella casetta in Godric's Hollow, assumendo tratti scarlatti, di un sangue mai versato, incorniciando il suo viso ormai pallido per la morte, nascondendo i suoi occhi verdi speranza ancora aperti. Non aveva fatto in tempo a chiuderli.
Giaceva lì, sdraiata, accanto alla culla di un bambino silenzioso, con i suoi stessi occhi, la mano ancora protesa, lo sguardo vuoto ancora rivolto verso di lui.
Pianse, pianse come mai aveva più fatto, pianse come quella sera, sulla tomba spoglia di sua madre, pianse come un bambino a cui hanno tolto tutte le certezze."
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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The Spinners's End's Theatre.

-Severus Snape's Life: Save me.-

 

 

 

 

Severus Snape: protagonista, ruolo principale.
Signore Oscuro: antagonista, secondo ruolo.
Lily Evans: co-protagonista, secondo ruolo.
Harry Potter: personaggio, secondo ruolo.
Tobias Snape: antagonista, ruolo marginale.
Elain Prince: personaggio, secondo ruolo.

 

 

 

C'è una storia dietro ogni persona.
C'è una ragione per cui loro sono quel che sono.
Loro non sono così perché lo vogliono.
Qualcosa nel passato li ha resi tali e alcune volte
è impossibile cambiarli.

S.Freud

Tutte le infelicità umane, provengono
dal non affrontare con coraggio la
realtà per quello che è.

Buddha

La gente perde la testa,
quando sta per perdere chi ama.

Dr.Hause.


Non è mica la morte che importa:
è la tristezza, è la malinconia. Lo stupore.
Le poche buone persone che piangono nella notte.
La poca buona gente.

Charles Bukowski.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La pioggia ticchettava alle finestre a ritmo regolare, come un vecchio pendolo ormai impazzito, la luce a neon debole illuminava in maniera soffusa la stanza semivuota, accecata brevemente da fulmini fugaci; i tuoni sembravano non esserci, nessun suono si poteva sentire, tutto giaceva in un' immobilità piatta e senza vita. La Tristezza, la Desolazione capeggiavano in quel luogo, padrone di lacrime infrante e ricordi scomodi.

Dolore. Dolore acuto.

Solo questo poteva ricordarsi, il dolore di una vita vissuta come reietto, allontanato verso i margini di una società bigotta, dove i tremuli sorrisi si confondevano con le sensazioni di mani messe addosso senza nessuna delicatezza, dove la paura iniziava con l'odore di scadente whisky sparso nell'aria e la libertà assumeva tratti scarlatti e luminosi occhi verdi, forse simbolo di una speranza che a lui non era concesso desiderare; i ricordi accavallati di magie spaventate, di scatti di furia e tremolanti vetri ormai a pezzi...invisibile, invisibile, invisibile....

Spinner End.

Spinner End.

Spinner's End: un teatro, più che altro, un teatro grottesco e crudele, dove nascondeva dietro sorrisi cortesi, suprusi impensabili e dolori inimmaginabili.

Allora, perché quell'uomo stava lì, sul portone di quella casa morta, senza muoversi? Cos'aspettava?

Severus Snape, era il suo nome -Snivellus, ragazzo, sfigato, bastardo- ed era lì alla ricerca di un qualcosa che l'avrebbe fatto tornare sui suoi passi, che gli avrebbe fatto capire che la vita non era fatta di vesti neri e maschere scheletriche, ma questo lui non riusciva a capirlo: era giovane, venti, ventun'anni al massimo, non di una rara bellezza, visti i capelli neri quasi untuosi, i tratti spigolosi e un pronunciato naso a punta, ma aveva nello sguardo onice una consapevolezza del dolore talmente forte che in un certo senso avrebbe potuto attrarre molto di più.

Immobile, era lì, l'acqua che piano l'accarezzava non sembrava importare, gli sguardi lanciati di furia da passanti curiosi nascosti sotto l'ombrello non sembravano importare, l'oscurità che piano scendeva nella via non sembrava importare, il portore aperto da molto non sembrava importare.

Niente sembrava importare.

Anche Severus stesso, sembrava non importare, com'era sempre accaduto: la maschera pendeva stretta nella sua mano come un macabro trofeo.

 

 

 

 

 

Basta, basta, ti supplico!” Singhiozzi mal trattenuti, occhi bambini senza nessuna ingenuità, parole buttate al vento.

Sporco piccolo basterdello, non ti intromettere, guarda, guarda, guarda!! O vuoi che venga anche da te, eh?! Vuoi che venga anche da te?!” Urla sgraziate, puzza di alcool nell'aria, discorsi impastati e pieni di cattiveria.

Tobias, perfavore, smettila...” Pigolii, come quelli di un canarino in gabbia, vestiti strappati, corpo straziato, un senso di vergogna non più provato dall'abitudine.

Altri, tanti, singhiozzi.

 

 

 

 

La vita l'aveva portato a questo, la vita l'aveva attratto verso una nera gabbia, tessuta da dolore e umiliazione: Severus sapeva di star facendo del male -oh, se lo sapeva- ed era proprio per questo che stava continuando quel perverso gioco, dove la sua anima già da tempo in bilico, era stata buttata con fervore -Ah, l'Inferno, ormai per lui era sulla Terra- eppure sapeva bene di non poter smettere, voleva sentire ancora e ancora le grida straziate di quei bastardi babbani uguali a suo padre, voleva ancora vedere le lacrime scendere dal viso di quelle deboli donne come sua madre, voleva ricordare a tutti che era lui il più potente, voleva ricordare a tutti di essere Severus e nient'altro. Era un'assassino, sì, ma era rispettato.

Lily...

...e in questo l'Oscuro Signore l'aveva aiutato, gli aveva donato una mano che persino quello svitato di Dumbleadore gli aveva negato ed aveva visto in lui quello che nessun'altro era riuscito a scorgere.

Lily...

L'uomo chiuse la porta di scatto, un suono sinistro cigolò nel buio, per poi tornare tutto esattamente come prima.

Lily...

Esattamente come prima.

 

 

 

 

 

 

 

Il buio avvolgeva nuovamente il luogo, dava un'aspetto diverso a tutti e, dove nella luce c'era qualcosa, adesso appariva completamente differente, nascondendo tra le sue coltri di tutto... bene o male, buoni o cattivi, angeli o demoni.

Perché stava così male?

La testa gli esplodeva come mai gli era successo, il fantasma di lacrime mai più provate lasciava una scia crudele sulla sua guancia scarna, gli occhi d'onice vuoti, il dolore che gli attanagliava il cuore talmente esteso da arrivare a strangolare persino la sua gola, l'aria che non riusciva ad entrare correttamente nel suo corpo; anche il suo respiro era bollente, irregolare, malsano.

Perché stava così male?

Non era un male fisico il suo, quanto un collegamento -esplosivo- fra testa e cuore, facendolo impazzire, nutrendolo di ricordi andati a male e di emozioni troppo forti da poter veramente provare.

Perché stava così male?

Nessun rumore si agitava nella stanza solitaria, nella quale si trovava al centro un grande letto dalle nere coperte di raso, non molto alto e difficile da definire nell'oscurità della notte, dove capeggiava Severus, i capelli corvini che si confondevano col resto: solo la sua chiara pelle appariva illuminata dalla pallida luce della luna che filtrava dalla finestra a lato della stanza, dando alla sua figura un'aspetto spettrale, vuoto, triste.....

Il Signore Oscuro non l'aveva chiamato, il suo braccio destro rimaneva immobile, come con un manichino, l'inquietante tatuaggio nascosto dal buio, eppure... eppure quel dolore era peggiore, molto peggiore: era un dolore che non si poteva eliminare, che sarebbe rimasto là, nel fondo della sua anima, con il suo ghigno perverso, pronto a ghermirlo cibandosi di lui.

Il viso bambino di sua madre apparve nella sua mente come in una visione fantasma, un viso dai grandi ed infantili occhi blu irrimediabilmente contaminati, dai lunghi capelli neri oramai sciupati, dalla pelle, non più d'alabastro, ricoperta da ferite, lividi, tagli, suprusi: una bella, bellissima, bambola rotta.

Lei e Severus non hanno mai avuto una reale sintonia -come potevano?- del resto, sarebbe stato come andare daccordo con una bambina di pochi mesi, grottesco, strano, impossibile.

L'aveva amata, certo, ma non capita, o percepita, come ciò che doveva essere: ecco cos'era sua madre per lui.... una creatura troppo fragile, una rosa ormai da troppo tempo ricoperta dal gelo, una neonata dai lunghi capelli corvini che non avrebbe mai potuto fronteggiare da sola la vita.

Per questo c'era lui. Per questo non c'era lui.

L'aveva abbandonata come con un giocattolo con cui non si vuole più giocare, l'aveva abbandonata nelle mani violente di Tobias Snape e l'aveva lasciata morire per questo. L'aveva abbondonata e non si era mai perdonato per per questo.

Aveva messo una rosa, una rosa bianca sulla sua tomba. Non ci era più tornato.

Perché stava così male?

Tornò a sdraiarsi nel suo letto scuro, sperando in una nuova chiamata, in nuove grida, in nuovi pensieri........Lily.......

Perché stava così male?

 

 

 

 

 

 

Aveva fatto del male a Lily, lo sapeva. Aveva sbagliato con lei, lo sapeva. L'aveva ferita, lo sapeva.

Anche lei, però, gli aveva fatto del male. Un dolce, sbagliato, male.

Se l'avesse perdonato?

Alcune volte se lo domandava, si domandava, nel buio della sua stanza, come sarebbe stato: non avrebbe mai avuto quella tunica e quella maschera scheletrica appese con tanta cura nel suo armadio, non avrebbe avuto quegli stessi occhi tristi e la sua stanza non sarebbe stata così vuota. Le sue giornate sarebbero state piene di capelli rossi e luminosi occhi verdi, di sorrisi dolci e parole testarde, di litigate inutili quanto innoque e di sogni immaginati in grandi parchi verdi.

Sarebbe stata una vita piena, la sua. Una vita con ancora speranza, probabilmente. Una vita d'amore, senza dubbio.

Ma si sa, Severus Snape non era fatto per l'amore, e neanche la sua vita lo era.

Lui era fatto di sangue, grida e dolore, di gelo, maschere e compostezze, non sarebbe mai potuto essere all'altezza di Lily, non sarebbe mai potuto essere per lei.

….eppure ciò non lo esonerò dal chiedere con voce soffocata, una grazia all'uomo più spitato degli ultimi secoli, non lo esonerò dallo sperare, con apprensione, che la vita della ragazza che aveva sempre amato si fosse salvata.

Non lo esonerò dallo spezzarsi nuovamente un cuore che non credeva più di avere.

I capelli ramati di Lily Evans erano sparsi sul pavimento di quella casetta in Godric's Hollow, assumendo tratti scarlatti, di un sangue mai versato, incorniciando il suo viso ormai pallido per la morte, nascondendo i suoi occhi verdi speranza ancora aperti. Non aveva fatto in tempo a chiuderli.

Giaceva lì, sdraiata, accanto alla culla di un bambino silenzioso, con i suoi stessi occhi, la mano ancora protesa, lo sguardo vuoto ancora rivolto verso di lui.

Pianse, pianse come mai aveva più fatto, pianse come quella sera, sulla tomba spoglia di sua madre, pianse come un bambino a cui hanno tolto tutte le certezze.

 

 

Severus, Severus!!”

Sì...dimmi, Lily.”

Che cos'è per te la felicità?”

Io... io non lo so....”

Per me è ascoltarti Sev, stare sempre ad ascoltare le tue storie!”

 

 

 

 

 

Che ci fai qui fuori al buio, Sev?”

Silenzio.

Sev!”

Che vuoi che ti dica?”

La verità.”

Mi hanno buttato fuori casa.”

Silenzio.

Vieni da me!”

Non dire scemenze, Lily.”

Vieni da me!"

 

 

Com'è lì, a Griffyndor?”

Oh, è fantastico... la Sala Comune è rossa e oro, tutto è così caldo e confortevole; dalla Torre posso vedere tutta Hogwarts e le scale delle ragazze sono incantate, lo sai? Tutto è così bello!”

Ne sono felice.”

Mi manchi, Sev, troppo..”

Anche te.”

Sorrisi.

 

 

 

 

Perché continui a vederti con quelli?”

Sono miei amici, Lily.”

No, io sono tua amica, non loro!”

Lily...”

Lily niente... Malfoy, Mulciber, Avery: ti sembrano amici? Vogliono solo usarti.”

Siamo a Slyterin, Lils, siamo fatti così.”
No, Sev, no... tu non sei fatto così.”

 

 

 

 

La Evans verrà al ballo con me, Snivellus, non farti false speranze!”

Tsk... Lily non verrà mai al ballo con te.”

Ah sì, ne sei sicuro?”

Certo.”

Eppure ha già accettato!”

 

 

 

Ciao....”

Non voglio più avere a che fare con te!”

Lils...”

Per te solo solo Evans!”

Lily...”

...o forse sporca Mudblood, quale preferisci?”

Lilian...”

Basta!!”

Non mi lasciare...”

L'ho già fatto.”

 

 

 

 

 

I ricordi continuavano ancora ad accavallarsi tra loro, confondendosi, mescolandosi, apparendo dentro i suoi occhi con dolorosa nitidezza: una vita dove Lily era al centro, luminosa, pura, orgogliosa e bellissima, una vita spezzata, a metà, senza più niente.

Il corpo della donna rimaneva abbandonato, senza più quell'anima che aveva fatto tanto innamorare Severus, volata via, in uno sfarfallio doloroso e consapevole.

Se fosse arrivato prima?
Se non avesse detto niente?
Se avesse pregato più forte il suo Signore?

Se avesse chiesto aiuto prima a Dumbleadore?

Se...?

Se, se, se, se, se, se, se, se, se, se.....

Guardava la donna e piangeva, mentre capiva tristemente che era lei la sua unica vita: la sua anima si era sporcata irrimediabilmente, più di aver ucciso, più di aver torturato, più di aver schiavitizzato...

Perché non l'ha capito prima?

Con estrema delicatezza, come se avesse a che fare con un prezioso oggetto di vetro, posò le dita sulle palpebre della donna, chiudendole delicatamente; cercò a tentoni due monete nella propria veste -grottesca, ancora quella da Death Eeaters- e le mise con cura sugli occhi della donna.*

Un'ultima, solitaria, lacrima gli percorse la guancia scarna.

Poi, improvvisamente, come se si fosse ricordato qualcosa di strano, ma importante, girò il viso, specchiandosi negli occhi incredibilmente verdi di un bambino. Harry.

Harry James Potter.

Il bimbo tese la piccola manina verso l'uomo vestito di nero, silenzioso ingenuo, fragile ...

Sevurus, capì, in quell'esatto momento, che quel neonato sarebbe stata la sua nuova ragione di vita: ne ebbe paura, per questo scappò nuovamente.

 

 

 

 

 



 

 

 

 

La mente fluttua fra dolore ed apatia, gli occhi onice così penetranti, ormai vuoti, sul punto di spegnersi: la Morte lo sta raggiungendo, lenta ed inesorabile.

É bella, sapete? Ha lunghi capelli bianchi, che ondeggiano mordibi al suo incedere e vivi occhi verdi, dello stesso colore di un avada-kedavra...sono così diversi da quelli di Lily.

Si avvicina a lui dolcemente, con calma, un sorriso materno nel volto incredibilmente bello ed etereo.

<< Mia sorella deve averti odiato molto... >> commenta con voce musicale, inginocchiata accanto all'uomo, accarezzandogli distrattamente i capelli corvini -come ha fatto?- mentre il mondo attorno a lui comincia a tingersi di bianco immacolato.

<< Qual'è il tuo ultimo desiderio, Severus Snape? >>

Qual'è il suo ultimo desiderio?

 

 

 

 

 

 

 

Una bambina corre nel parchetto, aggrazziata, infantile:

ha lunghi capelli scarlatti, un fisico minuto ed un sorriso luminoso.

É la creatura pià bella che abbia mai visto.

Stringe tra le mani una piccola margherita, fragile e pura come lei....

improvvisamente diventa colorati, ogni petalo diverso: giallo, rosa, blu, rosso, arancione...

La bimba alza lo sguardo, incrociando inconsapevolmente quello di Severus:

sono verdi, di un verde immenso e luminoso, talmente bello da mozzare il fiato.

Lily Evans.

 

 

 

 

 

 

 

 

La porta della Great Hall viene aperta improvvisamente,

rivelando una massa di bambini sovraeccitati e scalmati, senza il minimo controllo:

che siano Pure-blood, Half-blood o Mud-blood, non ha importanza, visto che si comportano tutti alla stessa maniera.

Non presta la minima attenzione a nessuno di loro, troppo preso a disgustarsene, finché....

<< Potter Harry! >>

Il nome risuona della stanza per lunghi attimi, per lunghi, lunghissimi attimi.

Un bambino piccolo, minuscolo, dagli indisciplinati capelli neri, cammina insicuro fino alla sedia,

infilandosi esitante il Cappello: la testa sprofonda quasi completamente...

<< Gryffindor! >>

. e non ha importanza ciò che viene pronunciato, perché solo ad una cosa riusce a pensare:

i suoi occhi sono verdi, di un verde immenso e luminoso, talmente bello da mozzare il fiato.

Harry Potter.

 

 

 

 

Deglutisce a fatica, mentre il desiderio rimane incastrato nella gola, lottando per uscire.

<< Gli occhi... voglio vedere i loro occhi.. >>

La morte annuisce, guardandolo per un'ultima volta dolce... scompare, così com'è venuta.

 

Il dolore esplode nelle sue membra, il veleno di Nagini torna a circolare nel suo corpo con crudeltà, mentre le pareti tornano ad essere quelle fatiscenti della Stramperga Strillante:

sta per morire, solo.

Poi, come nel peggiore dei cliché, dalla stanza vuota appare lui, Harry....

ed in quel momento Severus sa esattamente cosa fare: dare ogni cosa al ragazzo, quel ragazzo che tante volte, nel fondo della sua anima, ha immaginato essere suo figlio.

<< Prendi....prendi... >>

Non sono esattamente le parole che avrebbe voluto dire in punto di morte, ma bastano per far capire cosa volesse....

e per finire, l'ultima, egoista, richiesta

<< Guardami... >>

 

Non è forse una grande, inutile recita la sua?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Autrice:

 

Non so cosa mi sia passato esattamente nella testa scrivendo questa “cosa”, so soltanto che ero giù, molto giù, e avevo una gran voglia di scrivere.... ed è uscito questo.

A dire la verità, non l'ho neanche corretto, non so se riuscirei a sopportarne un'altra rilettura, visto che mi ricorda il motivo per cui l'ho scritto, ma spero che non faccia così tanto schifo.

Ho deciso di tenere i nomi in lingua originale perchè trovo siano più appropiati -non che odi le traduzioni- ma penso che Severus Snape, sia molto meglio di Severus Piton.

Beh, che dire, spero che sia piaciuta e di sentirvi in qualche recensione...

 

Baci Baci,

LibertyinDeath

 

   
 
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