Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Vega_95    31/12/2014    3 recensioni
Questa storia racconta delle avventura dei protagonisti della serie 5D's e di Jessica,la sorellina minore di Yusei,più piccola di lui di 2 anni,apparentemente sembra una normalissima ragazzina ma in realtà dentro di lei è nascosto qualcosa di potente e misterioso di cui nemmeno lei è a conoscenza.
Questa storia inizia due anni prima e termina molti anni dopo la lotta contro i Dark Signer,Yliaster non ci sarà,per un motivo che verrà svelata in seguito.
Ho cercata di renderla più shonen possibile ma per alcune parti non ce l'ho fatta descrivendo diverse scene shojo.
Una furiosa corsa contro il tempo,una disperata lotta contro l'oscirità che da millenni attanaglia l'umanità,amori sbocciati,una famiglia ritrovata,l'illusione di un'Utopia e una disperata ricerca della vendetta... saranno in grado i Predestinati di impedire l'apocalisse che si prepara a sconvolgere il loro mondo?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Crow Hogan, Jack Atlas, Yusei Fudo
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ragazzi preparate taaanti fazzoletti perchè non appena crederete di averne abbastanza, vi servirà una nuova scatola XD








 
‘ascolta questa storia bambino mio, ascoltala e ricordala, ma non sognare, non sognare mai ciò che accadde, perché se lo farai la tua innocenza sarà perduta e ricorderai ciò che sei stato. Un giorno, forse, capirai e potrai perdonarmi, spero  che tu lo faccia.
In questo storia il finale è ancora da scrivere e toccherà a te scriverlo’.
 
 
La carta trappola Inversione Zero  ha devastato l’intero mondo, avvolto dalla luce e distrutto.
Jessica è rimasta nel laboratorio, protetta da una bolla d’energia, alzata da qualcuno o qualcosa. Stesa a terra, la moto distrutta, la tuta a brandelli, il casco sbriciolato, un profondo taglio sulla fronte,diverse contusioni e numerose altre ferite,senza contare un vetro di 20 cm conficcato nel braccio; è svenuta e piange, il viso ferito e sporco di polvere, è completamente bagnato dalle lacrime,trema e ansima,anche se incosciente è consapevole di ciò che ha fatto,lei ha distrutto il mondo. Di tutti i prescelti della luce proprio a lei,proprio alla Strega,schiava del destino è toccato lo sporco lavoro di mettere fine alla guerra e all’intero mondo.
Strisciando i piedi e trascinandosi dietro una spada, Hélia si avvicina alla ragazza priva di sensi «che tu sia maledette…»biascica ansimando. Anche le sue ferite sono gravi, ha perso, l’effetto di Inversione Zero aveva tolto a entrambi 1000 lifepoints per ogni mostro sul terreno azzerando il punteggio di entrambi. Con un duello terminato in parità, solo la loro forza fisica li avrebbe salvati o meno dalla morte.
«addio per sempre, Principessa! » esclama Hélia alzando la lama sopra di lei
«non farlo» mormora la voce dura e ferma di un’entità che emerge come una figura di fuoco dal corpo di Jessica. Lentamente le fiamme svaniscono e di lei rimane una giovane dai capelli grigi, il viso tondo, non molto alta e dal corpo forte e tonico. Porta il segno del drago sulla pancia scoperta «non farlo Hélia»
«Crimson»
«hai perso, ora basta, ti prego…» mormora, in lacrime, la donna stringendosi le braccia al cuore
«non mi fermerò finché non avrò vendicato mio figlio»
«rispondimi, chi ti ha detto che è morto? »
«Hoshiko! Lei è corsa ad annunciarmelo! »
«allora ti ha mentito»
«no! » si scalda subito
«ma l’ha fatto o sei stato ingannato…»
«mia sorella non mi avrebbe mai mentito! Lei me l’ha detto! Tu hai ucciso mio figlio! »
È esasperata, stanca e alla fine, senza più ragionare, sbotta «non l’ho uccisa! »
«cosa? »
«non l’ho fatto ,non l’avrei mai potuta uccidere. Era la nostra bambina, l’ho amata fino alla fine»
«una bambina…»
«era così bella, aveva i tuoi occhi e i suoi capelli erano d’oro, luminosi come una stella… Pervinca» singhiozza «è diventata una donna bellissima e forte, proprio come te. Metterla in salvo è stata l’ultima cosa che feci prima di morire»
Devastato da quella notizia, Hélia si lascia cadere a terra. Aveva fatto tutto quello per il figlio che credeva di aver perso e invece scopre che ha vissuto una lunga e felice vita di cui lui non ha mai fatto parte.
«lei sapeva che suo padre era un eroe che cadde in battaglia per proteggere il suo mondo» sorride avvicinandosi a lui per prendergli il viso tra le mani. Dopo 5000 anni, finalmente, i due i guardano negli occhi senza sprizzare odio. «la fanciulla bionda che allontanai da noi quel giorno, quando lanciai la maledizione, lei era Pervinca»
Non lo trattenne un singhiozzo gli bloccò il respiro mentre una sensazione di disorientamento lo travolse. Per la prima volta in tutti quegli anni riesce a piangere, la maledizione è spezzata, il Predestinato ha scoperto la verità e ora, con la sua adorata Principessa, può trovare la pace. Passano pochi secondi, poi i due si scambiano un dolcissimo bacio che da loro la pace tanto agognata. Dopo 5000 anni, possono riposare. Lentamente svaniscono dissolvendosi, abbandonando per sempre il mondo dei mortali.
 
Non esisterebbe un finale migliore. Il mondo salvo e una storia d’amore finita nel migliore dei modi. Ma il mondo non è salvo, è bloccato nel tempo, Nuova Domino è a pezzi e un’ombra oscura si aggira per quel mondo immobile e desolato.
Nella mente della giovane s’insinua una voce cupa e terrificante, eppure sembra proprio che voglia risvegliarla« dolce e innocente Principessa, tu devota serva del destino che hai seguito passo a passo i suoi ordini sei stata l’artefice della fine,costretta dal destino a distruggere tutto ciò che avevi…occupata a servire il fato non ti sei nemmeno resa conto che hai vissuto in un’illusione per tutto questo tempo. Sei stata ingannata mia cara»
«Hélia» mormora Jessica, incapace di riaprire gli occhi, ma sentendo quella voce nella testa «ti sei chiesta come abbia fatto ad avere tuo figlio? »
«me l’avete strappato»
«Vieni da me, svegliati! »
 
Jessica riapre gli occhi di colpo, si sente a pezzi, ha il corpo indolenzito e dolorante,s’inginocchia e, come prima cosa, tira via la scheggia di vetro dal braccio stringendovi la mano per fermare l’emorragia,come seconda cosa si pulisce il viso dalla striscia di sangue che le sta solcando l’occhio impedendole di vedere bene, infine, a fatica, si alza. Appena in piedi prova un fortissimo dolore all’addome che la fa cadere di nuovo. Quella fitta al basso ventre e la sensazione di svenimento sta diventando insopportabile.
Respira. Sente mormorare nella sua testa, ma non solo quello, dei numeri appaiono nella sua testa. 20,17
C’è qualcosa che ruota intorno a quel numero e per scoprirlo deve raggiungere quella voce.
Ignorando tutti i dolori, si fa forza e  si rialza guardandosi intorno, è nel laboratorio del reattore, deve salire in cima al palazzo della sicurezza. Esce e comincia a correre, la corrente è saltata e si ritrova a muoversi al buio, ma conosce così bene quel posto da non averne bisogno. È stanca, ha male ovunque, ma non si ferma, non può, non deve, deve proseguire.
Con uno sforzo immane, raggiunge la cima del palazzo da cui si può vedere l’intera città devastata e immobile. Esausta, crolla a terra, in ginocchio.
In piedi, davanti a lei, una figura oscura avvolta in un mantello nero la stava attendendo, il suo volto è coperto, ma sembrerebbe proprio l’Oscuro
«speravo di averti fatto a pezzi» borbotta, non sapendo assolutamente di ciò che era accaduto tra lui e Crimson quando ancora era incosciente.
«manca poco, è quasi finita» dice con una voce allegra che fa sembrare che stia ghignando sotto a quel cappuccio
«ti finirò con queste mani! » esclama cercando di rialzarsi per aggredirlo, ma una fitta ancora più forte la piega in due dal dolore e la fa urlare
«respira cara, respira»
«certo che respiro» borbotta scocciata «ahh! » urla ancora per il male «che mi succede? »
«sei entrata in travaglio» le fa notare avvicinandosi di mezzo passo
«io non sono incinta! » esclama scandendo bene le parole, esasperata dal fatto che tutti lo pensino. Cercando ancora di rimettersi in piedi, ma il dolore la blocca a terra
«la sei e non la sei» ammette quell’essere « dimmi una cosa, quanto tempo è passato da quando sei rimasta incinta di tuo figlio? »
« non sono cose che ti riguardano…» mormora, a mentre lo dice nella sua testa fa un rapidissimo conto. Allora era settembre e ora sono a giugno. Il cuore le salta in gola «9 mesi…» è assurdo e lo grida il più forte possibile « Ichiru è in questo mondo! È nato,tu me l’hai portato via! »
«tempo scaduto»
Ancora più forte, possibile che sia vero. Avverte forti dolori che sembrano proprio contrazioni, ma lei non è incinta, si vede, il suo ventre è piatto e i test fatti sono tutti negativi. Ichiru poi è nato.
Con un solo gesto l’essere incappucciato che lei crede Hélia la scaraventa a terra avvicinando, poi, le mani al cappuccio sollevandolo molto lentamente e scoprendo il suo volto per farsi guardare bene.
Solo una parte di lei, ancora non sanguina e duole e quel volto la fa a pezzi. Il suo cuore. L’aria beffarda oscurata dal male, gli occhi grigi velati di tenebra, la fronte spaziosa, ora coperta da ciocche arancioni e scarmigliate di capelli e quel ghigno che non si addice nemmeno un po’ a quel viso rotondo.
Il respiro le si blocca in gola e la voce stenta a uscire costringendola a sibilare un nome che in quella circostanza non avrebbe mai voluto pronunciare «Crow…»
Udito quel nome, Crow le lancia un ghigno strafottente seguito da una perfida risata che le attraversa le orecchie e le entra in testa martellandovi all’interno, ma viene soffocato dalle palpitazioni del suo cuore che oscurano ogni cosa e le annebbiano la vista. Il respiro le si affanna e non è solo colpa delle fatidiche contrazioni, ma dello shock «non è vero…» sibila ancora, lo vorrebbe urlare ma l’ennesima  fitta all’addome la costringe ad accasciarsi a terra lanciando un acutissimo urlo di dolore
«fa male, vero? »
«perché? » trova la forza di gridare Jessica
« ti do una scelta principessa…in questo momento possiedo due cose che ti appartengono,l’uomo che ami e tuo figlio»
Così dicendo, le indica il fondo del palazzo dove, sospeso nel vuoto, c’è suo figlio, privo di sensi.
Vederlo in quelle condizioni sospeso, le da la forza di alzarsi ignorando il dolore, corre da lui, ma l’essere  che somiglia a Crow la tira indietro rigettandola a terra
«ma si può sapere chi sei e che cosa vuoi?! Prima Yusei, ora Crow?! Possibile che i Predestinati dell’antichità fossero tutti così malvagi? » sbotta, esasperata
«a dire il vero io sono Crow, quello vero» ammette scrollando le spalle «almeno, questo è il suo corpo» sghignazza « Crimson ha liberato Hélia da me, gli ha confessato la verità e io sono rimasto senza un ospite»
«perché Crow? »
«perché sapevo che ti avrebbe ferito» lo trova divertente. Ogni volta, in ogni momento, l’obiettivo era di ferirla. Questo non ferisce Jessica, la fa imbestialire.
«hai fatto credere tu a Hélia che suo figlio era morto non è vero?! Tu hai originato tutto e perché? Solo pe farmi soffrire?! » urla lasciando scivolare le lacrime, mentre nei suoi occhi c’è solo odio e disprezzo, gli angoli della bocca piegati in una smorfia di dolore
«io sono l’essenza del male, ciò che vive in te e io siamo nati nello stesso momento. L’emblema della luce e l’emblema delle ombre. Io servo a far soffrire quelli come e tu servi ad ostacolarmi» le spiega mantenendo quell’orribile ghigno « solo che nell’ultimo millennio mi sono annoiato così tanto che ho deciso di distruggere la mia nemesi»
«dovrai passare sul mio cadavere»
«sarebbe un vero piacere. Ma lascerò che sia tu a distruggerti con le tue mani. Scegli»
«che cosa? »
« puoi salvarli, scegli loro e li lascerò liberi, vivrete insieme felici e contenti per sempre come una felice famigliola di umani. Loro vivono ma il tuo mondo e chi si trova sulla terra morirà »le fa assimilare quella prima opportunità
«è una trappola… Crow, Ichiru, Yusei… loro sono tutti morti» singhiozza
«era pura illusione mia cara, fidati. Guardaci, respiriamo e siamo vivi» si prende una pausa osservando il suo viso cambiare espressione a ogni sua informazione che assimila
«ricordi la profezia? » le domanda ancora
« il mondo sarà avvolto dalle tenebre,il silenzio calerà e giustizia sarà fatta. La guerra travolgerà il mondo e il prescelto cadrà » recita ricordando quando lei stessa la recitò il giorno dell’anniversario della morte di Kyle.
« lo senti? Il Silenzio…la tua scelta determinerà meno la fine di questo mondo. Tutto è fermo in attesa di una tua decisione. Tocca a te scegliere»
«Non puoi…chiedermi di rinunciare alla mia famiglia per questo mondo… non posso…» singhiozza scuotendo la testa per scacciare quelle orribili parole. Non avrebbe mai immaginato che quella guerra avrebbe devastato non solo il mondo, ma anche la sua anima.
«scegli. La tua famiglia o il mondo» detto questo, la sua testa ciondola in avanti e tutto ciò che di oscuro rende terrificante quel viso, svanisce
«Jessy…» mormora Crow alzando lo sguardo verso di lei. È lui, le è impossibile non scorgere quella luce di dolcezza e ilarità nei suoi occhi
«Crow…» singhiozza Jessica cercando di correre da lui, ma non  ci riesce per cui è lui a correre da lei avvolgendola in un caldo abbraccio «temevo di non rivederti mai più» le mormora all’orecchio
«Crow ho fallito» singhiozza nascondendo il viso contro il suo petto «non sono riuscita a fermare la guerra»
«non disperare» le sorride il ragazzo allontanandola per guardarla negli occhi «manca poco, devi solo salvare il mondo ancora una volta»
«ma perderò voi»
«proteggi nostro figlio, puoi farlo. Io credo in te» le sorride dolcemente baciandole la fronte «  sei la donna più forte che io conosca, so che sarai all’altezza del tuo compito»
«non chiedermelo! Non chiedermi di sacrificarti! » comincia a strillare Jessica capendo esattamente il significato nascosto di quelle parole
«io resterò sempre al vostro fianco e vi proteggerò». Un ultimo bacio, così dolce e così amaro nello stesso momento, un bacio d’addio. Il bacio del condannato a morte «respira» mormora. Poi si allontana da lei e l’entità maligna riprende il controllo di quel corpo «tempo scaduto! ». L’urlo stridulo e disperato della ragazza esce immediato dalla sua gola
«scegli. O perderai tutto» è l’ultimatum «loro o il mondo»
Proteggi nostro figlio. Le ha detto, quelle parole risuonano nella sua mente, mentre il suo corpo si rifiuta di muoversi e la sua bocca di proferire parola.
Il tempo stringe. Il cuore della ragazza batte sempre più forte e lei sente il respiro sempre più corto. Quel Crow malvagio l’avverte, per questo le sta mettendo fretta, ma vista l’incapacità di reagire, pensa lui a farla scegliere evocando tra le sue mani un pugnale. Lo lancia contro di lei mirando al cuore.
Chiude gli occhi. In poco tempo tutto finirà e la colpa sarà solo sua. La distruzione dell’intero pianeta graverà sulla sua coscienza per il resto della sua vita
Proteggi nostro figlio. Di nuovo. È l’ultimo desiderio di Crow e lei lotterà con le unghie e con i denti per esaudirlo. Spalanca gli occhi e con un semplice gesto della mano, devia la lama respingendola e rimandandola indietro. È stato un istinto, un gesto che le costa caro. Il pugnale si conficca nel cuore del ragazzo
«no!! » strilla disperata osservando come la t-shirt arancione si tinge di rosso.
«ti amo…» sussurra il ragazzo morente con un dolce sorriso stampato sulle labbra. Vorrebbe correre da lui, tentare di salvarlo, ma nel momento in cui Crow crolla a terra, il campo che teneva Ichiru sospeso in aria si dissolve e il ragazzino si ritrova a precipitare. L’istinto materno è la cosa più potente che esiste e spingerebbe una madre a fare qualsiasi cosa. Con scatto felino, Jessica si lancia  dal cornicione dell’edificio tendendo le braccia verso il suo bambino, ancora privo di sensi. nonostante il forte dolore, da tutta se stessa per aumentare la propria velocità di caduta e raggiungerlo e quando ci riesce lo tira a se stringendolo forte. Sente che il cuore le sta per esplodere nel petto, ma non vuole pensarci, deve solo far svegliare Ichiru, sente di doverlo fare e parlargli ancora
« ti prego amore mio, svegliati! Apri gli occhi! Mi dispiace,mi dispiace Ichiru! Avrei dovuto proteggerti e non l’ho fatto! Perdonami! Perdonami per il male che ti ho fatto!» singhiozza. L’asfalto è a pochissimi secondi da loro e, con il figlio ancora incosciente, la ragazza si volta usando il proprio corpo per proteggerlo «Ichiru!! » strilla con tutta la voce che ha in gola. Una luce accecante e purissima li avvolge.
 
Come se si fosse appena svegliata da un incubo, Jessica spalanca gli occhi ansimando. Si ritrova in una stanza completamente bianca, stesa su un letto che si confonde con il resto,  ansima e suda, si sente estremamente agitata e dolorante, si guarda intorno non capendo che le stia succedendo. sente poi la voce di Vega accanto a lei che le tiene la testa giù e le accarezza la fronte bagnata con un panno «chiudi gli occhi. Devi tornare! » le ordina «coraggio, torna! »
Chiusi gli occhi, la giovane torna in quella Nuova Domino devastata, la luce l’ha salvata adagiandola delicatamente a terra, ma Ichiru non c’è, almeno non il ragazzino quindicenne che stringeva tra le braccia un attimo prima, bensì un neonato avvolto nella giacca scura che fino a poco prima indossava. Sembra proprio che Ichiru sia regredito all’infanzia, ma inspiegabilmente.
Stremata, la giovane madre si lascia andare scivolando a terra, priva di sensi con Ichiru tra le braccia. Dorme per ore, minuti o secondi, è difficile dirlo quando il tempo si ferma, ma viene svegliata dai vagiti e il pianto estenuante del suo piccolo Ichiru. Quei dolci strilli che ogni madre sogna sentire e che lei non ebbe modo di udire.
Lentamente riprende conoscenza ritrovandosi circondata da macerie e desolazione.
 
Eccola lì, l’artefice della fine del mondo, sola con suo figlio, in mezzo ad uno scenario apocalittico di morte e distruzione. Potrebbe tornare a casa, ma non avrebbe senso e non ne ha la forza. Si dirige vero un edificio a pochi passi da lei, era un centro commerciale fino a pochi giorni prima e ora è solo macerie con qualche panchina ancora intatta, si siede su una di esse attendendo chissà cosa, di morire  o di vedere il mondo ricostruirsi da solo. «tua madre è un’assassina» mormora al suo bambino che dorme tranquillamente tra le sue braccia «tuo padre è un eroe… doveva essere lui a salvarsi…» singhiozza rivedendo nella sua testa il momento in cui lo pugnalò.
«non posso credere di averlo fatto…» singhiozza.
 
Tutto è congelato, le persone, i crolli. Eppure qualcosa cade dal cielo creando grande scompiglio nel piazzale davanti all’edificio in cui si è rifugiata, alza un gran polverone e un forte spostamento d’aria che portano la giovane a proteggere Ichiru.
Tempo congelato, significa che i detriti schizzati via dal cratere formatosi, sono bloccati a mezz’aria e circondano l’inquietante figura oscura della malvagia essenza che ancora controlla il corpo di Crow il cui viso è stato coperto dal cappuccio scuro per celare il volto morente del Predestinato. Avanza di un paio di passi verso di lei. Jessica si tira indietro portando il bambino dietro di se
«credevo di averti ucciso» sibila con aria minacciosa
«devo ammetterlo, tuo marito è piuttosto resistente» ghigna «respira ancora» sembra voglia darle qualche speranza di salvarlo e invece vuole solo spiegarle perché è riuscito a raggiungerla tanto in fretta «non temere, lo ucciderò dopo che mi sarò sbarazzato di te e avrò preso il bambino»
«perché lo vuoi? »
«perché è potente» lo trova ovvio «e con una tale potenza dalla mia parte, potrò regnare per sempre  nel tempo e nello spazio»
«non lo avrai! Non sconvolgerai l’equilibrio dell’esistenza! » sembra più sicura di se e più forte, ma in realtà è solo apparenza, le gambe le tremano e potrebbe cedere da un momento all’altro.
« oh andiamo! Non vorrai combattere mi auguro,ma ti sei vista? non ti reggi nemmeno in piedi! »cerca di scoraggiarla  deridendo il suo goffo tentativo di proteggere il suo bambino
«ho abbastanza potere per affrontarti» sibila. Si sente svenire e i dolori sono sempre più forti, ma per il bene di Ichiru deve resistere.
«non fare stronzate incosciente che non sei altro! » la rimprovera con tono severo «così metterai a rischio entrambi. Consegnami il bambino e mettiamo fine a questa faccenda! »
«dovrai passare sul mio cadavere! »ringhia generando attorno a Ichiru uno scudo color cremisi che lo abbraccia e alza in aria  portandolo dietro di lei. Controlla che vada tutto bene, poi torna a prestare attenzione all’uomo con le sembianze di suo marito « niente e nessuno, eccetto me, potrà infrangere quello scudo. Se io muoio, non l’avrai mai»
«condannerai entrambi» bofonchia lui lanciandole occhiate gelide attraverso quegli occhi che lei amava
« non lo avrai! » urla più forte per fargli capire.
All’altezza del suo cuore, sprigiona una forte luce che l’abbandona cominciando a volteggiare per aria sottoforma di sfera bianca fermandosi davanti a lei e prendendo la forma di una carta, la carta di Drago Stella Cadente. La giovane  la prende portandola al suo fianco con uno strattone, essa si colora d’argento e poi si deforma prendendo le sembianze di una spada, la stessa spada apparsa dopo che effettuò la sua prima Accel Synchro. La impugna saldamente puntandola contro l’entità che scoppia a ridere «non vorrai combattere seriamente?! Non hai nemmeno la forza di sorreggere quella spada! »
«taci! Preoccupati di te stesso! » tuona Jessica.
L’atmosfera è tesa, le sue pessime condizioni la spaventano, ma ancora di più la terrorizza il fatto di dover battersi all’ultimo sangue con Crow. È perfettamente consapevole di essere stremata,mentre impugna la spada e  osservando il suo avversario inizia a pensare e a cercare una soluzione.
Se usa la stessa forza che ha avuto quando eravamo lassù sono spacciata. Si dice.  Ha ragione, non sono in grado di contrastarlo .
L’entità materializza una spada nera tra le mani,perfettamente identica a quella di Jessica. Maneggiandola come se fosse uno stuzzicadenti, la mostra alla sua nemesi sghignazzando «questa l’ho rubata a quel Predestinato prima che la tua antenata lo portasse con se dall’altra parte»
In risposta riceve solo una smorfia di odio e disgusto
«sai la cosa divertente? Io posso ucciderti e spezzare l’equilibrio. Tu no» scoppia a ridere
«non m’importa nulla dell’equilibrio! Io voglio solo mio figlio! » digrigna ancora i denti lei
«l’oscurità è in ognuno, ben più difficile è trovare la luce se elimini la sua fonte primaria»
È un problema che nessuno si è mai posto e che di certo non si porrà lei, distrutto o meno, Jessica farà di tutto per proteggere Ichiru.
Solo sguardi. Poi il duello ha inizio. L’entità lancia un fendente contro di lei che, per difendersi, attiva uno scudo protettivo, per il primo colpo basta, ma al secondo cede e lei deve ripararsi con la spada, è pesante, lui è forte e lei è estremamente debole, non ce la fa a resistere e non appena può si defila schivandola. Anche la potenza scaturita dal suo istinto materno comincia a vacillare, ma stringe i denti e va avanti parando ogni colpo fino a riuscire, addirittura, a respingerlo
«ma che brava» sghignazza roteando la spada per poi tornare all’attacco, riesce a disarmarla scaraventandola a terra. Lei urla e Ichiru comincia a piangere. L’entità con le sembianze di Crow le si avvicina puntandole la spada alla gola «addio». Alza la spada caricando un colpo destinato a ucciderla sul colpo. La giovane chiude gli occhi, pronta al peggio, focalizza il suo pensiero su Crow e Ichiru dando a entrambi l’ultimo saluto.
«per sempre! » urla lanciando il fendente. È finita, pochi istanti e sarà fatta a pezzi da quella spada e più niente e nessuno potrà salvare suo figlio, lo sente piangere e strillare rendendo ancora più tragica e disperata quella situazione.
La lama si ferma un istante prima di colpirla. Questo perché un rombo risuona in tutta la città distraendo l’entità. Lei spalanca gli occhi riconoscendo perfettamente quel suono anche se non sa spiegarsi come abbia fatto. L’intero mondo è fermo, qualsiasi persona e oggetto sono bloccati nel tempo, eppure quel rumore è vero e si sta avvicinando.
 
Su una strada, distrutta, ma non crollata, che sovrasta il quartiere in cui si trova Jessica, due moto e due skateboard,si muovono a tutta velocità. A bordo della moto rossa si trovano due ragazzi,uno dai capelli corvini nascosti da un casco color cremisi, e l’altra dai capelli rossi nascosti da un altro casco color cremisi, alle loro spalle un ragazzo biondo su una moto bianca ai cui lati sono stretti due bambini sui loro skate,insomma la banda dei Predestinati mancanti, Yusei, Akiza, Jack, Leo e Luna tutti carichi e pronti alla rivincita. Carly è l’unica ad essere rimasta congelata nel tempo, i segni dei suoi amici non hanno potuto fare nulla per impedirlo. Le tocca attendere.
«non è possibile! » tuona l’entità
Anche se ora Hélia è scomparso, fino a poco fa stava disputando un duello con Yusei. Basta l’entità a far ricomparire i propri mostri in campo, ovvero Drago Polvere di Stelle Maligno, Drago Nero Occhi Rossi Maligno e Drago Paradosso Maligno; Yusei, però, è pronto a contrattaccare,anche lui ha schierati in campo i mostri che aveva nel momento in cui si è verificata l’esplosione, cioè Drago Polvere di Stelle e Formula Synchro
«non è finita!! » tuona Yusei che da, poi, uno sguardo ad Akiza, seduta dietro di lui« sei pronta? »
La ragazza annuisce.
«Jack! » è il segnale, il ragazzo lascia i gemelli che si allontanano,mentre il Predestinato biondo accelera affiancandosi all’amico,i due si danno un cenno d’intesa,allontanandosi poi e prendendo strade differenti
«Akiza, tieniti forte! » si raccomanda
 
Jessica non può crede che quelli che sente siano davvero i suoi amici,ormai aveva capito che erano vivi, ma credeva che fossero rimasti congelati nel tempo,credeva di essere la sola a potersi ancora muovere
Un ghigno soddisfatto compare sul volto di Yusei non appena intercetta l’avversario, il cui volto è coperto, ma di cui vede la bocca spalancata per la sorpresa.
Akiza si stringe a lui chiudendogli occhi, il predestinato solleva dal dueling disk due carte, quelle di Drago Polvere di Stelle e Formula Synchro «unisco Drago Polvere di Stelle di livello 8 al Synchro Tuner  Formula Synchro di livello 2! L’unione dei sogni cristallizzati apre la porta ad una nuova evoluzione che illuminerà la tua strada!(2+8=10) » urla avvicinandosi sempre di più a loro, i due mostri di Yusei si uniscono creando una luce potentissima
«ci siamo! » esclama a gran voce Akiza che, insieme  a Yusei, estrae dal deck la carta luminosa che prende forma come Drago Stella Cadente,dalla mano della Predestinata si sprigiona una forte luce color cremisi, entrambi richiamano l’evocazione
«Accel Synchro! »
Svaniscono nel nulla.
Ricompaiono molto più avanti e ora anche Jessica e l’entità possono vederli. Sono affiancati da Drago Stella Cadente,ma una cosa lo contraddistingue dal solito drago,il potere di Akiza l’ha reso un mostro reale.
 La strada è crollata, non esiste più , ma questo era previsto, infatti Yusei salta sul tetto di un palazzo mentre Akiza sale sul voltante della duel runner,l’accelerazione di Yusei aumenta ancora,salta dal tetto dell’edificio cadendo nel vuoto sotto gli occhi di Jessica e dell’entità. Mentre sono in aria Akiza salta giù dalla moto attivando il suo dueling disk ed evocando Tentacoli di Rosa che si posiziona sul tetto del palazzo e afferra la sua padrona,legandole le sue lunghe liane in vita e attutendole la caduta.
Yusei, invece, salta sulla groppa del suo drago lasciando la sua duel runner al proprio destino
«Hélia! » tuona minaccioso « Abbiamo un conto in sospeso! » lancia in aria tre carte,ognuna raffigurante un mostro tuner,queste s’illuminano prendendo forma come altri 3 Draghi Stella  Cadente
«attaccate! » ordina. E  mentre ognuno dei 3 draghi si occupa di un mostro avversario, Yusei salta a terra correndo verso l’uomo avvolto nel mantello nero.
Jessica osserva quella perfetta combinazione  creata dai suoi amici, l’evocazione, il salto, tutto perfettamente calcolato, riprende tra le braccia Ichiru  osservando spaventata, ma anche stupita lo scontro che si sta svolgendo a pochi passi da lei.
 
Yusei afferra al volo la spada caduta alla sorella avventandosi sull’essere che stava per ucciderla. Parte all’attacco, ma non ha il tempo di avvicinarsi a lui che questo si abbassa rotolando a terra per evitarlo, dopo di che si avventa su di lui ferendolo alla spalla. L’adrenalina già in circolo nel ragazzo raddoppia permettendogli di ignorare quel dolore, il cuore gli batte all’impazzata e le mani gli sudano, prende un profondo respiro, scosta la spada all’altezza della vita e attende, non molto perché l’entità torna all’attacco. La spada oscura disegna un arco aumentando gradualmente la distanza. Yusei evita l’attacco, si avvicina velocemente a lui urlando e muovendo la spada orizzontalmente, lo colpisce al fianco, ma non ci ha messo abbastanza forza per ucciderlo. Non si arrende e con una rapida successione di colpi i due si ritrovano faccia a faccia, benché del nemico Yusei veda solo il mento. Le spade stridono e Yusei si divincola in fretta, rotea su se stesso e ferisce l’entità una, due, tre volte.
Jessica li osserva e osserva i draghi fare a pezzi le creature dell’oscurità dilaniando la loro carne a morsi, ma si sente come estraniata da tutto quello, li vede e li sente, ma è come se non esistessero. Si ritrova in un mondo inesistente in cui esistono solo lei, Ichiru e Yusei e Crow che combattono. Il suo cuore si sta lacerando, chiunque vinca, per lei sarà un dolore atroce.
La rabbia di Yusei è incredibile,il suo odio per quell’uomo lo sta accecando completamente,carico di adrenalina, riesce,infine,ad assestare il colpo decisivo e a trafiggere quell’uomo al cuore passandolo da parte a parte. Gli schizzi di sangue giungono fino a Jessica,il cui urlo viene soffocato dal boato del colpo finale di Drago Stella Cadente che,non solo distrugge l’ultimo mostro dell’uomo, ma colpisce lo stesso dandogli il definitivo colpo di grazia.
La bocca della ragazza si muove in un urlo disperato, ma nessuno ode la sa voce. Jack appare dal nulla correndo a proteggerla dall’esplosione facendole da scudo con il proprio corpo.
Lo spostamento d’aria fa volare indietro il cappuccio del mantello che fino a quel momento ha celato l’identità dell’essere, mostrando al Predestinato il volto di Crow che gli sorride «grazie amico…» mormora esanime, mentre l’essenza d’ombra lo abbandona disintegrandosi nell’aria
«Crow… » mormora incredulo Yusei «Crow!! ».
E’ tardi.
Il fascio di luce del suo drago lo travolge in pieno.
 
La guerra è finita.
Lentamente tutto tornerà alla normalità. Al momento l’attacco finale non ha causato danni, ma solo perché le macerie smosse sono rimaste immobili a mezz’aria, così come la strada percorsa dai Predestinati per correre in soccorso della ragazza e la moto di Yusei, ferma in aria.
Leo, Luna e Akiza corrono dai loro amici.
Yusei è immobile, sotto shock.
Jack, ancora addosso a Jessica, si rialza guardandola e accertandosi che stia bene. Ha le braccia strette al petto, ma non tengono più nulla. Lo sguardo Jessica è perso nel vuoto. Akiza corre dall’amica gettandosi a terra, al suo fianco «Jessica! Jessica, stai bene?! » urla scuotendola, ma i suoi occhi non si muovono e risponde con un sibilo «sì »
Appurato quello, Jack si allontana, ignaro di ciò che si cela alle sue spalle, l’ultima cosa che la ragazza, nelle sue condizioni, avrebbe dovuto vedere. Il corpo senza vita di Crow è riverso a terra ai piedi di Yusei che ancora brandisce la spada impregnata del suo sangue. L’ombra di quel corpo smuove lo sguardo della giovane che torna a prendere vita e i suoi occhi si gonfiano di lacrime; in un primo momento la voce le si strozza in gola, ma il dolore è troppo forte ed esplode in un urlo disperato, corre verso di lui prendendolo tra le braccia, impregnandosi del suo sangue. Lo stringe forte, lo strattona, affonda il viso su di lui stringendo i suoi vestiti tra le dita
«Crow! Crow no! » strilla con voce roca, rotta dai singhiozzi « ti prego, ti prego svegliati! Sei forte,sei troppo forte per arrenderti…Crow,Crow!!!! NO..NOO! » le sue preghiere e le sue urla alzano sempre di più il tono diventando insopportabili per tutti, i loro cuori non reggono quel dolore che si mischia al loro sfociando in lacrime di disperazione.
Ancora convinta che esista un modo, Jessica gli prende la mano implorandolo con tutta se stessa « ti prego… Crow…fallo per Ichiru, non puoi perderteli…non puoi perderti la sua prima parola,i suoi primi passi,devi insegnargli a duellare! Ci sono troppe cose che devi fare, Crow!! » è un pianto incessante che non pare voglia smettere, è inconsolabile e contagia persino Jack che sta cercando di trattenersi ed essere forte. Nessuno riesce a soffocare il proprio pianto. Urla e singhiozzi risuonano nella desolazione di quella città deserta. L’unico che rimane in silenzio è Yusei, sotto shock, vede e rivede il volto dell’amico morente ringraziarlo e spirare.
Il ruggito del drago riecheggia nell’aria, non lo vedono, ma sanno che in quel cielo che lentamente si sta schiarendo, c’è e nello stesso momento il corpo del ragazzo comincia a dissolversi, così come il segno della coda sulla schiena di Jessica. A nulla servono le sue urla e le sue preghiera.
Sembra finita davvero. Così come era stato detto. Poi, però, un urlo agghiacciante blocca il pianto di tutti. E’ Jessica ad aver urlato, riversa a terra ,piegata su se stessa e circondata da una pozza di sangue che non appartiene a Crow.
«che c’è ancora?! » sbotta Jack avvicinandosi di qualche passo, ma bloccandosi non appena l’ambiente attorno a loro si tramuta in una stanza completamente bianca e tutti loro si ritrovano in una camera in cui pavimento e pareti si confondono, così come il letto e la persona che lo occupa, vestita di una camicia da notte candida. È Jessica, ma non la stessa che pochi istanti prima si disperava. Urla, sì, ma di dolore. Stritola le lenzuola con le esili mani mentre il suo ventre gonfio trema e si muove in contrazioni vicinissime l’una all’altra
«respira tesoro, respira! » esclama Vega cercando di mantenerla calma. La ragazza spalanca gli occhi trovandosela davanti
«che succede?! » strilla guardandosi intorno e poi guardando il suo corpo. Una pancia enorme, le gambe piegate e divaricate, una debolezza infinita e un dolore che la prende completamente. È troppo. Cede, la voce le esce da sola in un urlo straziante di terrore e disperazione.
 
Ciò che Hélia non mi fece sentire quel giorno di 6 mesi fa, quando Jessica cadde dalle scale e noi ci prendemmo suo figlio, fu un patto che strinse in segreto con la custode di Meika, la leggendaria Vega.
«vieni da me principessa » sorrise l’Oscuro ritrovandosi a pochi passi dalla ragazza che io gli avevo portato, avrebbe voluto rubarle l’anima e liberarsi, ma non ne era in grado, tutto ciò che poteva fare era esercitare il proprio potere sul bambino che stava  crescendo in lei, ma una piccola mano affusolata e forte  gli afferrò il braccio strattonandolo via
«non toccherai Meika! »esclamò Vega fulminando con lo sguardo l’uomo che indietreggiò di mezzo passo
«la custode di Meika» ghignò squadrandola dalla testa ai piedi «credevo fossi morta»
«questa è una prigione di stasi e mi aiuta a metterti in guardia» ringhiò la donna avanzando verso l’Oscuro che indietreggiò
«sei diventata famosa per le tue minacce lo sai? » rise smettendo di arretrare, consapevole che la donna non poteva torcergli un capello, vincolata dal destino che la incatenava allo scorrere degli eventi
«ovvio  che mi è noto per cui apri bene le orecchie, tocca la ragazza e scatenerò contro di te ogni genere di maledizione, ho la forza di controllare la Vita, non dimenticarlo» lo minacciò, ma all’Oscuro non importava, aveva un asso nella manica e lo svelò subito oltrepassando la donna e avvicinandosi a Jessica che gemeva sempre più a causa del dolore provocatole dal potere negativo dell’uomo, non era in grado di percepire ciò che la circondava, né tanto meno la presenza dei due, ma sentiva dolore.
«non avvicinarti! » intimò Vega
«voglio spiegarti una cosa cara regina, anzi mostrarti il futuro della tua Meika se nessuno di noi interviene. Il figlio nel suo grembo è molto potente, ha il potere di un Predestinato e di una Principessa, ma sua madre è debole, non sopravvivrà  mai al parto» le spiegò mentre il suo ghigno spariva dal suo volto e lui si apprestava ad accarezzare il viso sofferente della Principessa «la morte di questa ragazza porterebbe danni sia a te che a me»
«Meika ha un compito ben preciso da portare a termine» rispose Vega, incuriosita da ciò che stava per proporle l’Oscuro « io avrò il bambino e lei sarà salva»
«no, mai! » esclamò Vega che sapeva perfettamente cosa si provava nel perdere un figlio e non aveva intenzione di far patire lo stesso alla sua Meika
«tu potrai prenderti cura di sua madre fino al giorno del parto, anche se mi disgusta dirlo, io proteggerò la Principessa affinché possa dare alla luce suo figlio» spiegò l’uomo trovando l’attenzione della donna
«i Predestinati la cercheranno ovunque e riusciranno a ucciderti pur di riaverla» gli ricordò lei, ma anche a questo l’uomo aveva una soluzione
«qui entri in scena tu mia cara» sorrise evocando un’ombra  con fattezze femminili che lentamente si plasmò a diventare Jessica «è un essere vuoto, spetta a te riempirlo, usa il tuo potere e trasferisci tutto ciò che è Jessica in quest’essere. La mente vivrà una vita normale e il corpo sarà protetto qui»
«cosa vuoi in cambio? Non sei il tipo da fare una simile carità, cosa vuoi in cambio della salvezza di Meika? » capì subito Vega, sospettosa fin dal principio della buona volontà dell’uomo
«sfrutterò a mio vantaggio il potere del  figlio del drago » disse «continuerò ad attaccarli, li condurrò alla guerra. Ma non proverò mai ad ucciderla seriamente, perché se la mente muore, morirà anche lei» indicò la ragazza «la indebolirò quanto basta per poterla attaccare una volta nato il bambino». Era tutto ciò che voleva, paradossale forse.
«e sia» si sentì costretta ad accettare Vega. La situazione di Jessica l’avrebbe messa in pericolo di vita con una gravidanza normale, con un bambino tanto potente sarebbe morta se non curata e preparata a dovere. Come fece in quei 6 mesi.
 
Ripresasi dallo shock, ora arrivano i dolori del parto stringe i denti e urla talmente forte da non riuscire minimamente a sentire le parole di Vega che, a furia di vedere i ragazzi immobili e pietrificati, li sveglia con una sonora sgridata
«non state lì impalati! » urla. D’istinto Akiza le corre accanto
«che devo fare? »
«passale questo sulla fronte» dice passandole la pezza bagnata, mentre lei tiene d’occhio la situazione
«sì può sapere che succede?! » sbotta Jack
«è Ichiru, sta nascendo! »  risponde a tono Vega stringendo tra le mani le caviglia di Jessica per l’agitazione
«no, no, no!! » urla in preda al panico Jessica «noo!! »
«andrà tutto bene tesoro» cerca di calmarla Akiza passandole la pezza sul viso. «sicura di farcela? » si volta verso Vega per domandarglielo
«sono madre di due figlie, ho aiutato mia figlia a mettere al mio mia nipote e mia nipote a far nascere Yusei. Qualcosa ne so» borbotta prendendo profondi respiri per mantenere la calma e riuscire a concentrarsi. Ricorda bene l’avvertimento di Hélia, Jessica potrebbe morire ed è una cosa che non può permettere.
«Yusei! » urla la donna dai capelli corvini, ma il ragazzo è sotto shock e forse nemmeno si è reso conto di trovarsi in un altro luogo. «Yusei! » urla ancora più forte riuscendo a risvegliarlo «vieni qui! » ordina e il ragazzo esegue. Non sa che sta succedendo, ma lo vede da se senza bisogno di spiegazioni. «sollevale la schiena» ordina ancora. Con delicatezza Yusei prende la sorella sollevandole le spalle e facendola appoggiare a lui. È un semplice e dolce movimento, ma che la fa urlare ancora più forte.
«no! No! » piange Jessica stritolando le lenzuola tra le dita
«andrà tutto bene piccola, respira» le parla con tono rassicurante Vega sforzandosi di sorridere «avanti respira» dice mostrandole come fare. Il panico è più forte e lei non ce la fa.
«devi calmarti» mormora Akiza asciugandole il sudore
«ma fa male! » strilla ancora più forte
«lo so, ma devi resistere» le parla con tono comprensivo Vega che d’un tratto s’interrompe e cambia tono «ci siamo! » urla posando le mani sulle ginocchia di Jessica «adesso devi spingere, con tutta la forza che hai»
«non ce la faccio! » singhiozza Jessica torcendo il busto in cerca del braccio del fratello per afferrargli la giacca e stringerla forte «non voglio! »
«devi! Fai uno sforzo! » la prega Akiza
«no! No! » urla di nuovo« fermalo! Non voglio! Non posso! »
«sì che puoi! » insiste Vega che teme un’emorragia da un momento all’altro «forza! »
«non posso! Io l’ho ucciso» si dilania Jessica contorcendosi, piangendo e urlando « non posso crescere Ichiru da sola! Non posso crescere il figlio di Crow! Io l’ho ucciso! »
Lo shock di Yusei lo tiene in uno stato di catalessi che lo porta a fare solo ciò che gli ordinano e la voce della sorella gli rimbomba nelle orecchie, non distingue le parole, ma sente il suo dolore
«Yusei ti prego…» afferra il braccio del fratello cercando i suoi occhi. Sentendosi sfiorare, il ragazzo abbasso lo sguardo andando poi a posarlo su Vega e chiamandola con un mormorio. Subito lei lo rimprovera per essersi anche solo fatto passare un’ idea tanto assurda per la testa
«non possiamo più aspettare! » termina la donna allungandosi per prendere le mani della ragazza «Meika devi spingere! Fatti forza e spingi! »
«non posso! Non ce la faccio! » urla ancora più forte Jessica «no…no… Crow! Crow ! » invoca quel nome come se potesse sentirla e correre in suo soccorso, ma non c’è, non c’è più e non potrà stringerle la mano per darle forza
«cosa succede se non Ichiru non nasce? » domanda Leo, spaventato e con la sorella avvinghiata al braccio
«muoiono entrambi» sospira Jack tenendo i bambini vicino a se «coraggio Jessica…»
«che si fa? » le domanda Akiza cercando una qualche risposta negli occhi della donna «si può fare un cesario? »
«ti sembro forse un medico, ragazza? » sbotta, infastidita « non c’è altro modo, il tempo non tornerà a scorrere finché il bambino non sarà nato e nessuno potrà aiutarci»
«e che si può fare?
«non lo so! » urla la donna spaventando Akiza che indietreggia di mezzo passo
«moriranno? »
«probabile, se Meika non reagisce»
«dove siamo? » cerca di capire la giovane che la sta aiutando
«in un residuo della dimensione di Z-One» risponde velocemente «adesso ascoltami. Non appena il bambino nascerà, questo posto si distruggerà e voi tornerete da dove venite. Sarà un istante, dovrai essere molto veloce» la mette in guardia.
«Akiza » mormora, ma Vega non la capisce e lei ripete a voce più alta «mi chiamo Akiza »
«allora dati da fare Akiza»
È la sua migliore amica, se c’è qualcuno che può aiutarla, è lei e ci prova in ogni modo prendendole una mano e incoraggiandola «puoi farcela! Resisti! »insiste Akiza «fallo per Ichiru, fallo per Crow! »
Aveva ragione, a lei da ascolto. Ci prova. Si forza, alza la testa,  stritola le lenzuola digrignando i denti e urlando per lo sforzo, ma è inutile, non ce la fa, proprio come temeva Hélia, è troppo debole per superare quel momento. Ansima e piange mentre lascia la mano dell’amica per cercare quella di Yusei per stringergliela, ma lui se ne accorge appena tanto è spaesato, quasi in trans
«mi dispiace…» mormora lasciandosi andare e osservando il soffitto bianco.
«non ti arrendere! Meika  ti prego!! Lotta, fallo per tuo figlio! Meika spingi avanti, puoi farcela!! » grida ancora più forte Vega che è tra il piangere per la paura e lo svenire «andiamo!! » non vuole vedere un altro membro della sua famiglia morire. La salverà, salverà entrambi in un modo o nell’altro «lotta! »
«non ce la faccio! » continua a urlare Jessica, esausta e disperata mentre tira strilli di dolore e terrore.
«se non lotti morirai! » scopre tutte le carte in tavola Vega rendendola cosciente del pericolo «anzi, morirete entrambi, tu e tuo figlio! »
Finalmente Yusei torna per un momento in se stringendo la mano della ragazza e strattonandola «Jessy!! Puoi farcela! »la incoraggia «combatti! »
Ci prova ancora, aiutata da suo fratello si piega in avanti stritolandogli la mano e urlando ancora, ma è inutile, pochi secondi e poi ricade all’indietro stremata «non ce la faccio» mormora prima di lasciarsi andare sulle ginocchia del fratello fissando un punto indefinito davanti a se. Sente le palpebre pesanti e gli occhi chiudersi.
Tutti i suoi amici corrono al suo capezzale urlandole di reagire, prendendole le mani per infondergli forza, ma sembra inutile. Jessica si è estraniata da tutto quello.
Sta per chiudere gli occhi, quando un’ombra attrae la sua attenzione, una piccola ombra le svolazza davanti adagiandosi delicatamente sul suo petto, una piccola piuma nera che la lascia immobile a osservarla.
Le urla dei ragazzi sono sempre più impercettibili, tutti la chiamano e la incoraggiano a non arrendersi, ma lei è incantata da quella piuma che le accarezza il cuore. L’ultimo dono di un ragazzo che ha promesso di proteggerla per sempre.
Proteggi nostro figlio. Ancora quelle parole e la voce di Crow che le risuona nelle orecchie. È vero, gliel’ha promesso.
Si porta una mano al petto stringendola forte, lascia scivolare un’ultima lacrima prima di ritrovare la forza in se, tirando leggermente su la testa, da sfogo a tutte le sue energie per spingere e mettere al mondo l’unica cosa che le rimane dell’unico ragazzo che ha mai amato sul serio.
«ahhh!!! » urla con tutta la voce che ha il gola. Stritola la mano del fratello che resiste facendo altrettanto in un disperato tentativo di infonderle forza, mentre con l’altra fa a pezzi le lenzuola bianche che si macchiano del sangue delle sue mani bucate dalle unghie
«brava, così! Avanti, ancora un piccolo sforzo» la incoraggia Vega  che allunga le mani per prendere il piccolo «eccolo, ci siamo! » esclama con un sorriso gioioso «Akiza dammi le forbici! »
La ragazza butta via la pezza porgendo lo strumento accanto a loro a Vega  che taglia il cordone del piccolo finalmente nato e che prende tra le braccia.
Avvolto in un lenzuolino bianco, il piccolo Ichiru emana un’abbagliante aura cremisi, grida e urla annunciando la sua venuta al mondo.
«eccoti qui» sorride Vega  soffiando con un palloncino per portare l’aria nei polmoni del piccolo.
«bravissima Jessy »le accarezza i capelli Yusei, ma lei si è estraniata da quel mondo definitivamente, stringe la piuma e osserva il bianco di quel soffitto mentre i numeri 20.17 le compaiono davanti.
In quell’istante Vega mette il bambino nelle braccia di Akiza. Appena in tempo perché svanisce nel nulla, prima lei e poi il mondo di Z-One. Si ritrovano nella loro città distrutta e immobile nel tempo.
Jack volta per un momento lo sguardo verso Jessica che  osserva il cielo muovendo le labbra senza parlare, sorridendo e piangendo, lui capisce, alza lo sguardo verso l’alto vedendo i detriti dei crolli, rimasti sospesi in aria, muoversi
«via! » esclama prendendo  con se Akiza e il bambino. In quell’istante il tempo torna a scorrere e ogni cosa sospesa crolla. I gemelli balzano indietro salvandosi. Jessica osserva le macerie avvicinarsi sempre di più a lei senza muovere un dito; anche Yusei li osserva, ma in modo diverso, vede la vita di un’altra persona a lui cara messa in pericolo,non può accettarlo,si getta su di lei sprigionando un potente bagliore che protegge entrambi.
«Yusei, Jessica!! » urlano i ragazzi che vedono le macerie a terra e un gran polverone che impedisce loro di vedere la sorte dei fratelli, ma poi Leo sorride ed esulta indicando davanti a loro Yusei che avanza con la sorellina, svenuta e avvolta nel lenzuolo, tra le braccia.
«credevo che Ichiru fosse già nato…» mormora Luna osservando il neonato tra le braccia di Akiza che urla e si agita
«è difficile capire cos’abbia combinato quel pazzo» commenta jack
«forza andiamo, dobbiamo portarli in ospedale» si muove Akiza stringendo il piccolino a se.
Jessica e suo figlio vengono subito ricoverati e visitati a dovere. Il piccolo Ichiru è sano e forte, ma sono le condizioni della madre a preoccupare tutti.
In poche settimane il suo fisico si ristabilisce, ma dalla nascita di Ichiru la ragazza non ha più aperto bocca, resta immobile con lo sguardo perso nel vuoto e senza la minima voglia di vivere. Solo di notte è possibile udire la sua voce, quando incubi di quel tremendo giorno la tormentano e lei si sveglia urlando e ansimando. Non riesce a dimenticare, non riesce a togliersi dalla mente il volto morente di Crow, i demoni e i mostri. Il 18 giugno è finita la guerra e quello stesso giorno suo figlio è nato, ma è morto suo padre e suo marito. Non ce la fa, non ha la forza d’animo e il desiderio di occuparsi di suo figlio, non l’ha mai preso tra le sue braccia. I medici  temono che finisca per rinchiudersi in un mondo tutto suo da cui non uscirà più.
 
Le condizioni di Yusei non sono migliori, aver ucciso il suo migliore amico con le sue mani l’ha devastato anche se ogni tanto riesce a racquistare qualche istante di lucidità che lo riporta alla realtà per alcuni minuti. Gli ultimi momenti di Crow, quel duello e la spada conficcata nel suo petto. Quelle immagini lo ossessionano e trascinano fuori dalla realtà a costo di negarle e cancellarle. Ricorda quel sorriso e quel ‘ grazie’ che mormorò in punto di morte. E poi la disperazione di sua sorella, distrutta al punto da non voler mettere al mondo suo figlio e da volersi lasciare morire.
La situazione dei fratelli è preoccupante. Tutti hanno perso un amico prezioso, ma ciò che c’è nella loro testa e li ossessiona è ben peggio. Ogni giorno temono per loro, temono di perdere anche loro.
Una notte, tutto cambia, ancora incubi assillano il ragazzo che inflisse il colpo di grazia al Predestinato scelto dalla morte, ma lo aiutano anche a ricordare qualcosa, lo sguardo di Crow. Sorrise e poi guardò per un momento verso la sua Jessica prima di tornare a guardarlo, era il suo desiderio che la proteggesse, lei e il bambino. Probabilmente riesce a ricordarlo perché quella mattina, in un momento di lucidità, sentì Akiza parlargli di Ichiru.
Basta quel ricordo a farlo ristabilire, le immagini di morte e gli incubi non cessano, ma lui reagisce trovando la forza per aiutare la sorella, ancora, completamente, dissociata dalla realtà
«non sai quanto mi dispiace Jessy… » mormora dopo un lungo silenzio. È la prima volta che la vede da quel 18 giugno e il cambiamento si vede, così deperita e debole, con quegli occhi spenti e scavati. Vederla le fece effetto, quella mattina, quando entrò, ma si fece forza avvicinandosi e prendendole la mano.
«ti ho fatto del male» prosegue « ti ho portato via il tuo amore…» mormora.
Per la prima volta, quelle parole passano dalle orecchie al cervello della ragazza che le combina insieme riuscendo a darci un senso, quella voce è l’unica che è riuscita a farla voltare e persino a farla parlare
«non sei tu ad avermi portato via il mio amore» sussurra con un filo di voce dando un chiaro segno di ripresa «ho ucciso io Crow » confessa con un tono piatto.
«era solo un sogno piccola» si sforza di sorridere accarezzandole il viso e tirandole indietro una ciocca di capelli
«Crow era già morto quando l’hai colpito» aggiunge Jessica  riacquistando lucidità, ma mantenendo quello sguardo stralunato e spaesato. Yusei, però, capisce che è cosciente e sta dicendo la verità, ma crede anche di capire, come lui, anche lei non ha avuto scelta.
«voglio tornare a casa» mormora posando l’altra mano sulla sua
«tra poco. Tu e Ichiru potrete tornare a casa» sorride il ragazzo alzandosi.
«il bambino resterà qui» si fa fredda e distaccata la giovane allontanando le mani da quelle del fratello « è il figlio di Crow, non posso crescerlo sapendo di aver ucciso suo padre»
Yusei vorrebbe discutere, ma si è appena ripreso, così come lei e non ha né la voglia, né la forza di farlo e poi sa che sarebbe inutile e sa che un giorno lei se ne sarebbe pentita, a sua volta si fa serio alzandosi in piedi «quel bambino è mio nipote e io lo voglio a casa, ignoralo se vuoi, ma Akiza ed io ci prenderemo cura di lui»
Nemmeno lei ha la forza e la voglia di discutere e scrolla semplicemente le spalle.
Quella ripresa convince i medici a far dimettere madre e figlio, ma, proprio come era prevedibile, Jessica rifiuta ogni contatto con il bambino di cui si devono occupare Akiza e Yusei.
 
A due mesi dal termine della guerra, la città pare riprendersi. Ma in una casa, non tutti hanno superato dei quei giorni. Jessica ancora non l’ha superata, passa le sue giornate chiusa in camera sua a rimuginare e struggersi per quello che era accaduto. Non accetta la visita di nessuno, nemmeno di chi vive con lei.
Ogni pianto di Ichiru la fa impazzire, ogni volta ritorna a quel maledetto 18 giugno. Quegli strilli le lacerano il cuore.
 
Il piccolo Ichiru cresce a vista d’occhio sotto le amorose cure dello zio e della quasi zia che lo coccola e si occupa di lui dandogli tutto l’amore possibile, che non potrà mai compensare quello di sua madre, ma aiuta il neonato a non sentirsi solo.
 
«ci pensi mai Yusei? » gli domanda un giorno Akiza mentre osserva il piccolo Ichiru, steso nel letto di Yusei con loro due accanto a osservarlo, che sgambetta e gioca.
«a cosa? » le domanda il ragazzo mentre accarezza il viso angelico del nipotino che gioca con i suoi piedini
«sarebbe bello avere un bambino nostro» sorride con uno sguardo sognante la ragazza, ma Yusei resta un po’ spiazzato, preso così in contropiede una proposta del genere lo spaventa e non poco «dici sul serio?! »
«non ora! » ride Akiza «un giorno…»
«allora sì» sorride Yusei «un giorno».
 
«mia madre ci abbandonò e mio padre morì …. Non potrò mai perdonarti per il male che ci hai fatto! Hai reso la mia vita un inferno!! » le urlò Ichiru trasmettendole tutto il suo odio attraverso i suoi occhi di due colori «sei una maledetta strega!! »
Jessica si sveglia di colpo, ansimante. Ichiru le parlò così al loro primo incontro, nella sua illusione, sua madre l’aveva abbandonato e suo padre era morto e quella realtà si stava avverando nel mondo reale. Lei ha abbandonato suo figlio e Crow è morto.
Proteggi il nostro bambino. Ancora quella voce, la voce di Crow che continuava a sussurrarle quelle parole nelle orecchie.
«sei così lontano…» mormora tenendo lo sguardo alto verso il soffitto e stringendo tra le mani un’ampolla in cui custodisce la piuma nera «rispondimi ti prego… Crow torna da me» singhiozza. Ha spesso quella specie di conversazione con il nulla, in qualche modo crede che lui possa sentirla, ma una parte di lei sa che non è così, sa che Crow è morto e non ritornerà e se ne rende ogni volta che Ichiru piange. È così anche questa mattina.
Ichiru piange e strilla. Sono lame affilate per il suo cuore. Si avvolge nelle coperte coprendosi la testa con il cuscino
«taci…taci…» piagnucola cercando di scacciare quella vocina fastidiosa  che non vuole smettere di piangere. Non riesce a estraniarsi dal mondo e avverte un gran casino provenire dalla stanza accanto e poi Akiza correre giù dalle scale, sembra agitata.
Il bambino piange e strilla. Deve essere accaduto qualcosa che spinge Jessica a saltare giù dal letto, lei crede che sia curiosità, ma non ne è certa. La camera è vuota, non c’è nessuno, Yusei è fuori e Akiza si agita in cucina. Il bambino è solo e piange.
La porta della stanza del fratello è semiaperta e dando un’occhiata al suo interno intravede la culla del piccolo Ichiru che non fa altro che strillare.
Proteggi nostro figlio. Mormora ancora Crow.
«taci» risponde lei scuotendo la testa.
Lentamente  si addentra nella stanza muovendo piccolissimi passi verso la culla in cui il piccolo si agita e strilla. È quella vocina che la spinge ad avvicinarsi, un grido d’aiuto a cui nessuno risponde. A pochi passi da lui, Jessica si arresta, il respiro le si blocca in gola e il suo cuore comincia a batterle così forte da coprire quasi le urla del bambino.
Proteggilo.  Ancora e riesce a scavalcare anche i palpiti del suo cuore. Un brivido la percorre e una calda sensazione le avvolge la mano, come es qualcuno la sta tenendo per mano spingendola in avanti. Pochi passi e riesce a vederlo anche non volendo farlo. È cresciuto parecchio dall’ultima volta che lo intravide tra le braccia di Akiza. Il cuore le balza in gola. Il viso tondo e rosso, gli occhietti strizzati e bagnati dalle lacrime che deformano quel visino d’angelo in una smorfia di dolore. Agita le mani e le gambe, incapace di muoversi da solo per cercare aiuto.
Ancora lo sta osservando, quando Ichiru spalanca gli occhietti per vedere chi lo sta osservando, la vede, i suoi occhietti di due colori incrociano quelli blu di sua madre che non riesce a capire cosa gli stia succedendo. Quell’occhio grigio da cui rivede Crow le blocca il respiro in gola, ma le da anche la curiosità di allungare una mano verso di lui.
 
Yusei torna di corsa a casa con un sacchetto di carta tra le mani. Ansiosa, Akiza gli corre incontro
«come sta? » si preoccupa il ragazzo
«ha la febbre alta, non smette di piangere…» esclama, agitata e spaventata, Akiza «stavo cercando del ghiaccio, ma non ce n’è…» piagnucola
«stai calma. Martha mi ha dato tutto» cerca di calmarla. Fino a quel momento non era stato difficile occuparsi di Ichiru, ma ora che sta male l’ansia ha assalito la ragazza, presa dal panico dal primo momento.
Corrono di sopra, ma prima di salire l’ultimo gradino si pietrificano, la camera di Jessica è aperta e la porta dell’altra stanza è spalancata. Entrambi si affacciano e la vedono, la vedono allungare una mano verso il piccolo che piange e si dimena. I cuori dei due saltano loro in gola e Akiza si commuove a tal punto da dover soffocare un singhiozzo con la mano.
 
Ancora una volta Jessica rivede assestare il colpo di grazia a Crow, ritorna a quel giorno, quando respinse il pugnale conficcandoglielo nel petto.
Proteggi nostro figlio.
Sussulta tirandosi indietro, prima di toccarlo, almeno ci prova, le delicate manine del piccolo Ichiru afferrano la sua. Ha smesso di piangere e la osserva tenendole le dita. Gli occhietti lucidi e arrossati che la chiamano, urlano il suo nome pregandola di prenderlo tra le braccia e di coccolarlo. Non l’ha mai vista, non è mai stato stretto tra le sue braccia, ma porta ancora in se il ricordo di quando la creatura con le sue sembianze e la sua coscienza veniva stretta in quel caldo e dolce abbraccio.
« proteggi nostro figlio, puoi farlo. Io credo in te. Sei la donna più forte che io conosca, so che sarai all’altezza del tuo compito» le disse Crow quel giorno, consapevole del triste destino che lo attendeva
«Ichiru…» mormora lei pronunciando quel nome per la prima volta da quando era nato. Quella voce, quel nome pronunciato da lei fanno sussultare ancora una volta Yusei e Akiza.
Non resiste più, per lei quei mesi sono stati estenuanti, il dolore la stava distruggendo e i paletti che aveva messo tra lei e il suo bambino le stavano dando il colpo di grazia. In lacrime, e guidata dallo spirito di Crow che le tende le braccia, si china sulla culla prendendo tra le braccia il suo adorato bambino stringendolo forte «mi dispiace! Amore mio mi dispiace! » singhiozza inginocchiandosi a terra e avvolgendolo con le sue braccia, temendo di perderlo ancora. Avverte la presenza del ragazzo che abbraccia entrambi
Vi proteggerò. Mormora, poi quella presenza che in quei mesi aveva assillato la ragazza, svanisce lasciando solo lei e il suo bambino che può finalmente essere stretto al petto di sua madre e sentire il suo dolce profumo.
Il momento è talmente commovente che anche Akiza scoppia in lacrime stringendosi tra le braccia di Yusei che sorride nel vedere la sua sorellina insieme al suo bambino.
Grazie Crow. Pensa guardando fuori dalla finestra, convinto che in qualche modo l’amico abbia contribuito alla riappacificazione dei due.
 
«amore mio, ma tu scotti! » si spaventa rendendosi conto della febbre alta del piccolo. Posa una mano sulla sua fronte coprendogli anche gli occhi. Una calda e dolce luce lo accarezza guarendo ogni suo male.
 
Finalmente la guerra è finita anche per noi.
Hai visto bambino mio? È così che questa storia finisce, ma ogni fine non è altro che un inizio e sarai tu a scrivere la storia che verrà, a me toccherà solo tenderti la mia mano e accompagnarti lungo il tuo cammino.
Ti racconterò di un eroe, un uomo valoroso che volava con ali nere come la notte, ma illuminò la mia vita come la luna nella notte più oscura. Lui ci salvò e ora ci protegge dall’alto. Questo eroe è tuo padre e quando sentirai la sua mancanza, dovrai solo alzare gli occhi al cielo stellato e lì lo troverai.
Il Sindaco Lazar fece costruire un monumento nel luogo in cui il nostro eroe ci salvò. Una stele in cui furono scritti i nomi dei caduti durante la guerra. Non lo ricorderai, ma ci andammo anche noi e insieme scrivemmo il nome di papà.
Ricordo che Leo quel giorno mi guardò e sorrise. Lui lo vide, vide il nostro futuro, sapeva che sarebbe stata difficile. Sono una ragazza madre e vedova. Ma Leo vide anche che ce l’avrei fatta, avrei continuato a lottare come ho sempre fatto e alla fine avrei reso fiero il nostro eroe’.
 
E gli altri?
Beh Leo e Luna proseguirono i loro studi alla Nuova Domino Accademy diplomandosi con successo. Luna trovò in Sly il ragazzo ideale riuscendo anche a tirare fuori il volto nascosto dietro quell’aria truce.
Jack e Carly non si sposarono, ma vissero insieme girando il mondo nel tentativo di realizzare le loro ambizioni. Jack lottò per diventare il re assoluto dei duelli dal momento che chi possedeva il titolo si ritirò lasciando lo scettro. Carly, invece, lavorò sodo e non smise mai di studiare per diventare la miglior reporter.
Mina realizzò uno dei progetti segreti di Tradge. Adottò il piccolo Taka, il ragazzino che nutriva tanta ammirazione per quell’agente. Non appena i documenti per l’adozione furono firmati e completi, Taka cominciò a chiamare Mina, ‘mamma’ non aveva bisogno di abituarsi, la conosceva e sapeva che sarebbe stata la migliore mamma del mondo. Lui avrebbe seguito le orme di suo padre, Tradge rendendolo fiero e diventando un agente della Sicurezza e forse, un giorno, avrebbe sostituito sua madre come Capo.
Yusei e Akiza? Beh sono contenta di annunciarvi che restarono insieme e si sposarono. E sì, Ichiru ben presto trovò la compagnia di una bellissima cuginetta che rese la vita in quella casa ancora più frenetica e euforica.
 
Se questa storia era cominciata nel peggiore dei modi, non sarebbe potuta finire meglio. La guerra aveva lasciato numerose ferite, ma furono tutte guarite dal tempo che ne lasciò solo cicatrici.
Se questa fosse una favola, direi che vissero tutti felici e contenti, ma la vita andò avanti e le generazioni si susseguirono tramandando questa storia di madre in figlio e di padre in nipote perché nessuno dimenticasse quegli eroi che salvarono il mondo per il bene di tutti noi.
Perché nessuno dimenticasse mai i 7 Predestinati del Drago Cremisi.
 
END
 
 
Era il 6 Agosto 2011 quando approdai su efp. Il 7 agosto premetti INVIO e il primo capitolo di Apocalypse, Occhi di Ghiaccio, fu online. Tutto cominciò da lì. Da allora a intervalli più o meno regolari, mandai avanti questa storia.
Di cose da dire ne ho talmente tante che farò fatica a dirle tutte. Comincio ringraziando tutti voi che mi avete seguita e sostenuta e che con le vostre preziose recensioni mi avete aiutata a crescere. Ho fatto molta strada da allora e so di doverne fare ancora tanta, ma molto lo devo a voi e per questo vi sono grata.
Ringrazio i computer che hanno sopportato i miei scleri e miei insulti quando non mi salvavano i capitoli (ed è successo moolte volte. Ricordate qualche mese fa quando persi completamente l’intera Apocalypse? Se siamo arrivati alla fine, dovrete ringraziare le ore buche di treno e, cosa più importante, il mio caro amico del primo anno di Informatica che è riuscito laddove il tecnico non era riuscito: recuperare i file dalla chiavetta rotta)
Ringrazio Vampire Knight per avermi ispirato il capitolo di Zero e Another Cinderella Story per quello dell’adozione di Jessica.
Gx per avermi convinta a far approdare i nostri eroi in una scuola e Mermaid Melody per aver scelto la costa del Pacifico XD.
Dragon Ball e la prima serie di YuGiOh per il passato dei fratelli.
Hilary Duff perché una delle sue canzoni mi ispirò il ritorno di Jessica dopo la sua morte.
Lovely Complex che con la sua colonna sonora ispirò il matrimonio e la gravidanza di Jessica.
Rozen Maiden per i capitoli dell’Orichalcos. Gurren Lagan per ‘ Credi in me, perché io credo in te’ .
Piccoli spunti che hanno dato vita a capitoli interi e altri spunti della vita reale che hanno tessuto la trama di questa storia.
E ancora, un grandissimo ringraziamento alle SLAC perché quando entrarono in Apocalypse esistevano ancora e mi ispirarono un forte legame, poi tutto cambiò, ma io non demorsi e insistetti su quel legame anche se sapevo che sarebbe stato una perdita di tempo. Sì le SLAC esistevano e in nome di quel meraviglioso ricordo, le ho riunite qui su Apocalypse perché il ricordo di quel legame durasse per sempre.
 
Mi dispiace informarvi che il lieto fine a 360° non è mai stato nei miei programmi. Semplicemente non è nel mio stile, ma è vero che in qualche modo le cose si sistemano.
In ogni caso, non appena premerò INVIO e manderò online l’ultimo capitolo in questo ultimo giorno dell’anno, di una storia che racconta di come il mondo finì e poi fu salvato, io cambierò identità e stato per fuggire dai vostri forconi che mi verranno a cercare per farmela pagare XD ahaha
 
Perché 18 giugno? No, non è il giorno del mio compleanno e stranamente non è una data che mi riguarda personalmente. Non sono sicura di sapere il perché, l’unica cosa certa è che era la data di nascita dei protagonisti di un libro che mi piaceva molto, poi credo che fosse la data in cui scrissi a un ragazzino che mi piaceva, che mi piaceva,  credo di averglielo scritto sul diario alla data 18 giugno e poi il 18 giugno ho dato la prima prova dell’esame di maturità XD. Motivi estremamente stupidi e inutili hahahaha.
Vorrei aggiungere ancora tanto, ma sarebbero parole inutili.
Ringrazio ancora tutti voi, vi mando un abbraccio e un grosso bacio e vi auguro un buon 2015 sperando che il vostro sarà meraviglioso.
 

 
   
 
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