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Autore: yingsu    31/12/2014    1 recensioni
Konoha è in pace e qualsiasi cosa (un profumo, un'emozione, un'immagine) presente al villaggio evoca un ricordo.
Sono i fiori, una brezza calda, le foglie dell'autunno, o una sciarpa che prende forma sotto il movimento dei ferri che danno quel senso di tranquillità agli abitanti del villaggio.
C'è un dinamismo tranquillo nelle vite di Sasuke, Sakura, Naruto e Hinata. Che li porta ad aspettare il domani - la stagione che arriverà - piacevolmente. Tanto c'è tempo per fare tutto. C'è tempo per recuperare quello perso, per stare accanto alle persone che contano davvero.
Ormai il passato è solo un ricordo e ora - con le nuove stagioni nate dalla guerra e dal dolore - a loro spetta solo un po' di riposo e di amore.
•「PROLOGO」― una stagione racchiuda tutte le altre.
•「春 – HARU」― quello che la primavera fa con i ciliegi.
•「夏 – NATSU」― il grido instancabile delle cicale.
•「秋 – AKI」― sembra solo acqua ed invece è ricordo.
•「冬 – FUYU」― voci così belle come quelle di una sera d’inverno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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風物詩

• the things — feelings, scents, images — that evoke

memories or anticipation of a particular season •

 

 

 

 

 

 P R O M P T  TRE autunno + lanterne link immagine

«La apprezzi perché sei arrivato vicino a provare come sarebbe perderla».

| le lacrime di nietszchei.d. yalom |

 

 

 

「秋 A K I

La pioggia nelle sere di autunno inganna,

sembra solo acqua ed invece è ricordo.

 

 

Il sole scendeva lento dietro le piante, tingendo il cielo di un arancione tenue che si rifletteva nell’acqua del piccolo stagno. Le foglie ingiallite morivano, staccandosi dalle fronde degli alberi per posarsi sullo specchio del lago, galleggiando come le lanterne nell’Obon.

Sakura si lasciò andare ad una risata che riempì l’aria, echeggiando nella boscaglia, «Vent’anni e sei sempre uguale» commentò stringendo il braccio libero di Naruto – quello che non era impegnato ad abbracciare Hinata – , poggiandosi a lui per qualche secondo, prima di lasciarlo andare.

«Che cosa vorresti insinuare?» domandò l’altro, palesemente offeso, mentre rallentava il passo fino a fermarsi sul pontile in legno.

«Che gli anni passano mai sempre il solito dobe» gli rispose Sasuke con la mano in tasca, continuando a camminare con Sakura al fianco, stretta al suo braccio.

Hinata soffocò una risata nel palmo della mano, chinando il capo, «Per me va bene così» mormorò arrossendo leggermente, poggiando le mani al parapetto in legno che dava sull’acqua.

Il cielo cominciava a scurirsi, e le fiamme delle lanterne attorno al lago danzavano nel vento, minacciando a tratti di spegnersi.

Si fermarono tutti e quattro, Sasuke e Sakura a qualche metro da loro, cercando di lasciargli quell’intimità che gli avevano offerto una volta finita la festa di compleanno per Naruto, ma che lui aveva rifiutato, convincendoli ad andare con lui e quella che oramai era la sua futura moglie.

«Grazie…» le rispose Naruto con un sorriso, lasciandole un piccolo bacio sulle labbra, «Almeno qualcuno mi apprezza!» strillò poi, cercando di catturare l’attenzione dei suoi migliori amici, troppo impegnati a guardare la superficie dell’acqua per prestargli attenzione.

Ci teneva che venissero anche loro, ci teneva che le tre persone più importanti della sua vita fossero con lui il giorno del suo compleanno.

Sorrise lasciandoli perdere, dedicandosi completamente ad Hinata. Ultimamente li vedeva più felici, più rilassati, erano diventati così tanto una coppia da farlo sentire quasi a disagio durante le missioni.

Strinse Hinata per la vita, facendo aderire il petto alla sua schiena, posando la guancia contro i suoi capelli. «Che ne dici di usare i buoni per Ichiraku che mi hai regalato?» sussurrò chinandosi vicino al suo orecchio, «Domani sera, magari…».

Non riusciva a vedere la sua espressione, se quelle gote pallide avevano assunto di nuovo quel colore rosato oppure no, e la cosa un po’ gli dispiaceva.

Era bellissima quando arrossiva, e ancora di più quando era lui a farla arrossire.

«Ma sono per te, Naruto-kun» gli rispose lei, stringendosi un po’ di più al legno.

«Ed io voglio che tu venga con me» ovunque e sempre.

Non riusciva più ad immaginare la vita senza di lei, e ogni volta che pensava alle volte in cui aveva rischiato di perderla veniva assalito da un’ansia irrazionale che lo terrorizzava.

Non poteva andare in missione con lei, non poteva proteggerla sempre, e quando la vedeva partire non faceva altro se non pregare Kiba e Shino di riportargliela indietro intera.

Era triste pensare a quante volte aveva provato che cosa significasse perderla per sempre, a quante volte aveva dato di matto senza capirne fino in fondo il perché.

Ed ora lo sapeva, sapeva di amarla, di capirla e volerla proteggere così come lei aveva protetto lui con il suo corpo, con tutta sé stessa.

Le sfiorò una guancia con l’indice, accarezzandola delicatamente, come se lei fosse una bambola di porcellana fine e lui troppo irruento e maldestro per riuscire a non romperla.

«Fra due mesi ci sposiamo» le ricordò con un sorriso, prendendole le mani e stringendole fra le sue.

L’amava così tanto, come si amano le cose belle e semplici della vita.

L’amava perché non poteva farne altrimenti, perché quando era stato sul punto di perderla aveva capito che se lei non ci fosse stata avrebbe perso tutto.

Il sole sparì dietro gli alberi, ed infine si nascose dietro il cielo stellato, illuminato a stento da una flebile luna di cera.

Sasuke lanciò un sassolino, facendolo rimbalzare tre volte sul pelo dell’acqua prima di osservarlo andare a fondo.

«Non ho ancora capito perché siamo dovuti venire anche noi» borbottò sedendosi sulla panchina, accanto a Sakura.

«Perché Naruto è convinto che tu non mi porti mai da nessuna parte, e quindi si è auto-proclamato l’organizzatore di tutte le nostre uscite» gli spiegò Sakura con un sorriso, ma la cosa non era poi così infondata: lui non le chiedeva mai di uscire, e il fatto che condividevano la stessa casa e che lei tornava spesso tardi dall’ospedale, diventava il pretesto per non uscire e cenare assieme ad orari strani.

Non rispose, si limitò a fare un verso gutturale e a lasciare che Sakura si stringesse a lui, poggiando il capo contro la sua spalla.

Avevano imparato a capirsi anche loro, esattamente come si capivano Naruto ed Hinata, o come Sai aveva imparato a capire Ino. Si comprendevano nei silenzi, nelle frasi lasciate a metà, nelle espressioni del viso e nei gesti.

Iniziava a capire Sakura, a capire che ogni sua parola e ogni suo gesto avevano una ripercussione su di lei, un principio di causa ed effetto che all’inizio ignorava.

Ora sapeva come e dove toccarla, che chiederle com’era andata la sua giornata la faceva sorridere, e che ogni sorriso che faceva lo faceva sentire un po’ più completo, meno a pezzi e distrutto.

Le baciò la tempia passandole le dita fra i capelli corti, gli stessi che non aveva più fatto ricrescere dall’esame dei chūnin. A lui non importava, però. Corti o lunghi non faceva differenza, non l’amava per la lunghezza dei suoi capelli, e lei lo sapeva.

Ricordava quel giorno, il giorno in cui vedendola ferita aveva perso la testa, lo stesso in cui lei lo aveva fatto rinsavire piangendo. E poi quando partiva senza di lui, con Naruto e Sai, e lui se ne restava a casa ad aspettarla, sperando di non perderla, di non perdere di nuovo le persone che amava.

«Devo dare una cosa a Naruto, prima di andare» la voce di Sakura era sempre un sussurro nella sua testa – fatta eccezione di quando gridava come una pazza isterica distruggendo la casa.

Non lo aveva mai picchiato, però. E lui non l’aveva mai fermata mentre caricava il pugno contro di lui, deviando all’ultimo secondo verso una parete.

«Non glielo abbiamo già fatto, il regalo?» le rispose, confuso. Quando si trattava del dobe Sakura diventava improvvisamente una madre apprensiva e al contempo rabbiosa. Ma era sempre stato così, lei si era sempre presa cura di entrambi, e alla fine voleva solo renderli felici. Solo questo.

Aveva pianto quando Naruto ed Hinata le avevano detto che si sarebbero sposati, a lui era parsa una reazione tanto eccessiva, ma lei era sempre stata emotiva, e quelle lacrime di gioia erano il segno della sua felicità, di quanto fosse orgogliosa di Naruto, di quell’orfano irresponsabile che ora si stava costruendo una famiglia al di fuori di loro due.

«Ma dargli il bis della zuppa mentre eravamo in missione non è un regalo, Saske-kun» rise Sakura sfiorandogli il dorso della mano, alzandosi dalla panchina con la borsa a tracolla, cercando di convincere Sasuke a seguirla.

«Lascialo da solo con la Hyūga» le disse, guardandola negli occhi, specchiandosi in quelle iridi verdi illuminate dalle lanterne.

«Lo facevo per te, così poi torniamo a casa» gli confessò tirandolo per il braccio, sollevandolo contro la sua volontà.

Borbottò qualcosa, Sasuke, qualcosa che lei non riuscì a capire mentre attraversavano il pontile, raggiungendo gli altri due. Sakura sorrideva mentre apriva la borsa, «Naruto-kun!» lo chiamò estraendo un piccolo pacchetto rettangolare dalla borsa, «Io e Saske-kun dobbiamo ancora darti il nostro regalo» gli disse, porgendogli la confezione regalo.

Naruto la guardò confuso, «Ma me lo avete già fatto…».

«Due piatti di zuppa non è un regalo, razza di imbecille!» c’erano le fiamme dell’inferno nei suoi occhi, e l’ultima cosa che Naruto voleva era ricevere un treno di schiaffi per il suo compleanno.

Prese il pacchetto lasciando momentaneamente la mano di Hinata, scartandolo con la foga di un bambino, e poi sorrise guardando la foto incorniciata.

«Sakura-chan!» affermò soffocandola in un abbraccio, cercando di coinvolgere anche Sasuke che, però, se ne tirò immediatamente fuori.

«Ha fatto tutto Sakura, dobe» gli disse, ma Naruto non sembrò ascoltarlo e gli tirò una pacca sulla spalla.

«Non importa, tu mi hai regalato la zuppa» rispose, stringendo la cornice in una mano, mostrandola poi ad Hinata che sorrise. «La metterò accanto a quella vecchia!» affermò, mentre Hinata gli sfiorava la mano libera, stringendogliela.

«Te la tengo io, Naruto-kun» propose Hinata, e Sasuke si lasciò sfuggire un mezzo sorriso.

«Forse è meglio, altrimenti non arriverà a casa» commentò stringendosi Sakura per la vita, quando delle gocce di pioggia incominciarono a tingere di scuro il pontile, spegnendo alcune delle lanterne che illuminavano l’acqua dello stagno, turbata da quelle piccole stille.

Sasuke sollevò il cappuccio a Sakura mentre Naruto si lamentava del fatto che dovesse piovere proprio il giorno del suo compleanno, coprendo la testa di Hinata con la sua casacca.

Corsero fino a casa salutandosi davanti alla porta di Naruto, dove lui ed Hinata entrarono nel caos del piccolo appartamento in disordine, togliendosi i sandali inzuppati.

«Vorrà dire che finiremo qua la serata» sorrise Naruto, mentre Hinata toglieva dalla borsa il quadretto che Sakura aveva regalato a Naruto, poggiandolo accanto alla vecchia foto del Team 7.

Non erano cambiati poi molto, fisicamente, ma c’erano alcune cose che rendevano completamente diverse le due fotografie.

Naruto abbracciò Hinata osservando l’immagine: il maestro Kakashi in piedi dietro di loro sorrideva sotto la maschera mentre Sakura si stringeva a Sasuke, e mentre lui abbracciava Hinata.

Era quella la sua famiglia, e anche se ora se ne stava costruendo una sua con Hinata, ci sarebbe sempre stato posto anche per loro.

Sarebbe stata una famiglia allargata, e niente al mondo avrebbe mai potuto portargliela via.

 

 

 

 

 

 

 

N O T E • F I N A L I

 

Eccomi qui, anche se l’ultimo capitolo non ha avuto molto successo.

Devo ammettere che questo è in assoluto il mio preferito, e che sono quasi orgogliosa di alcuni pezzi.

Perdonatemi il momento BROTP fra il Team 7, ma io amo il loro legame, e non posso sopportare di pensare che una volta che si siano sposati abbiano smesso di vedersi e amarsi come hanno sempre fatto.

Scusate, insomma, ma mi è uscito così.

Il Team 7 è la famiglia di tutti e quattro – perché c’è anche Kakashi –, e lo è sempre stata, quindi non penso  che Naruto una volta messosi con Hinata si scordi di loro.

Eeeh, boh. Che altro devo dire? Non lo so.

Quindi facciamo che vi lascio, e che ci vediamo settimana prossima con l’Inverno, ecco.

Spero che vi sia piaciuta, altrimenti… boh, mi darò all’ippica, che devo fare.

Sparisco.

Bye.~ 

                       

            ~yingsu

   
 
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