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Autore: Lilu_wolf    31/12/2014    3 recensioni
(Prologo all'interno)
Come tutte le avventure, questa storia parla di una normalità dietro la quale si cela la magia.
E l'amicizia più forte che ci sia... Ma questa volta i protagonisti hanno la possibilità di scegliere.
DAL TESTO
-Sei uno di loro, vero?- silenzio, silenzio, silenzio.
-Si- disse alla fine. Una sorta di brivido mi trapassò la schiena.
-E cosa sei in grado di fare- domandai, avvicinandomi.
Lui si sporse verso di me
-Molto più di quanto immagini- sussurrò
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Resta sveglia o Muori

-Non ti sei traformato, perché?-
-Lays, ricordi cosa mi succede, con gli umani. Ricordi cosa è successo a Talisa-
-Xavier, è stato cinquant’anni fa! E poi lei non è un’umana, è una di noi-
-Io.. ho paura, Lays. Non voglio farle del male-
-Sai, Xav.. con Talisa non era così. Questo è qualcosa di più forte. Ma non le farai del male, perché lei non è una persona qualunque. Lei non è nemmeno una di noi, ma ti assicuro che è più forte di quanto tu immagini. Lei sarebbe capace di fermarti in ogni caso-
-Cosa vuoi dire?-
-Credo che dovremmo aspettarci grandi cose, da questa ragazza-
- A proposito. Hai trovato il bambino?-
-No, ho setacciato tutto il settore ovest, ho cercato tracce ovunque, ho fatto incantesimi, ma non ho trovato nulla. Adesso Ares starà cercando qualcosa nella cenere e nel fumo. Andrà tutto bene, Xav-
-Non è vero, e tu lo sai-
-Xavier, noi siamo ciò che scegliamo di diventare. E potresti scegliere male?-
Noi siamo ciò che scegliamo di diventare.
Prima di ripiombare nel sonno, lasciai che questa frase si perdesse nella mia mente.
Poi il mio oblio ricominciò

-Virginia, sveglia, sveglia!- sentii un sussurro affannoso, e le mani delicate di Lays scuotermi frettolosamente
-Cosa succede...-domandai. Lei mi mise una mano in fronte, facendo una smorfia di disappunto
-La febbre non è ancora passata, ma non c’è tempo! Xavier!- urlò. Xavier si materializzò di fronte a lei
-Togliti la maglietta. Dobbiamo coprire il suo odore- ordinò la strega. Xavier si sfilò la maglietta, e me la avvolse addosso
-Lays, io vado- disse soltanto. E poi corse fuori, chiamando Ares.
Udii un grido selvaggio, e rabbrividii
-Che cosa succede? - riprovai
-Ci hanno trovati. Un branco di Acrit, credo. Sono degli ibridi, una sorta di grossi draghi di terra, dal muso di felino. Sono velenosi. Deve averceli messi addosso qualcuno. Andiamo!- esclamò poi, notando che la caverna iniziava a cedere
-Xavier, Ares! Siamo pronti!-
Ares corse verso di noi, sparando un muro di fuoco verso i serpenti
-Lays!- esclamò poi il ragazzo del fuoco.
Lays alzò le mani, ed una sorta di barriera si innalzò tra noi e loro
-Posso tenere lontano il veleno, ma non so cosa può fare contro gli attacchi fisici-
Un serpente scelse quel momento per sfrecciare verso di me. Ma all’ultimo una sagoma indistinta lo afferrò, portandolo con se nel bosco
-Cos’è quello?!- urlai. Lays mi guardò tristemente
-Lays cos’è?!-
-Xavier- rispose Ares.
-Quello è Xavier?!-esclamai. Poi mi dovetti abbassare per evitare nuovi attacchi
-Xavier abbi cura di Virginia- urlò Ares. Lays sorrise, aumentando la pressione sulla sua barriera
-Cos..- non feci in tempo a parlare, che Lays mi sollevò in aria, e mi scagliò verso il bosco. Atterrai su qualcosa di bollente. E morbido. E poi vidi il fuoco e le fiamme allontanarsi sempre di più.
-Xavier..- sussurrai, incredula. Lui ringhiò, voltando poco la testa.
-Okay, sto zitta-brontolai. Lui balzò in avanti, facendo in modo che cadessi sul suo collo
-Eh, no! Non ti abbraccio, puoi scordartelo- esclamai. Xavier scartò nuovamente. Rischiai di cadere rovinosamente a terra, e sbuffai.
-Scordatelo- in quel momento un raggio saettò accanto al mio orecchio. Xavier sobbalzò, ed iniziò ad aumentare l’andatura, sempre più veloce. Un nuovo raggio mi scompigliò i capelli
-OKAY, CAZZO, HAI VINTO TU! CORRI!- Strillai, aggrappandomi al suo collo, e affondando la testa nel suo pelo. Chiusi gli occhi, sentendo le scariche di energia crepitare accanto a me, fischiandomi nelle orecchie. Non so quanto corremmo, ma alla fine qualcosa frenò la nostra fuga.
-Ci hanno accerchiati-ringhiò Xavier
-Ma allora parli! -esclamai, mollandogli uno scappellotto sulla testa.
-Scendi, Virginia-
-Cosa? -
-Li devo affrontare. Non posso con te in groppa-
Due serpenti enormi si pararono davanti a noi. Mi arrivavano alle spalle, sebbene fossero una specie di lucertole. E avevano la testa di un leone, con una criniera che pareva avere vita propria, e le fauci spalancate.
-La sua criniera. Sono serpenti velenosi-
-Xavier non puoi affrontarli da solo-
-Beh, vuoi darmi una mano?- ghignò lui. Poi scattò verso il primo. Lo disorientò, e lo azzannò al collo. L’altro corse in aiuto del primo.
-Corri, Virginia-scivolai in una radice, e la testa prese a girarmi. Mi alzai a fatica, e feci per voltarmi verso il bosco, ma mi bloccai. Un paio di occhi vermigli mi fissavano
-Cazz..-
Non feci neppure in tempo a finire la parola, che mi ritrovai sbalzata in aria
-Xavier!- esclamai, mentre un fiotto di sangue mi interrompeva, impedendomi di parlare. Il sapore metallico in gola mi gettò in uno stato di panico totale.
-Sono tre!- esclamai. Il terzo serpente si gettò verso di me. Feci in tempo a schizzare via, e schivare un attacco. Ma poi il terzo colpo mi distrusse le caviglie. Piombai a terra. La bestia fece per darmi il colpo di grazia, quando Xavier le piombò addosso. Aveva ucciso un serpente, e ferito l’altro

-Non avvicinarti a lei-ringhiò il lupo, azzannandogli la coda. Ma era indebolito, e il serpente lo scagliò via. Volò sopra di me, e batté sulla corteccia di un vecchio albero
-Xavier- lo chiamai. Ma lui non riuscì a mettersi in piedi. Lentamente il pelo sembrò cadergli di dosso, e una luce lo avvolse, ritrasformandolo nel ragazzo che conoscevo. Un ragazzo pieno di ferite, ustioni, e probabilmente molto molto morto.
Strillai. Urlai con tutte le mie forze. E poi accadde qualcosa. Sentii il calore che irradiava dal mio petto. Pensai fosse solo sangue, ma quando vidi un gigantesco sigillo che mi separava dal mostro, e si depositava dolcemente su Xavier, dovetti ricredermi. Una luce scacciò via tutti i serpenti rimasti, irradiandosi nel cielo. Poi crollai in ginocchio accanto a Xavier, che doveva essere svenuto, e chiusi gli occhi
-Lays! - urlai. No. Non potevo svenire. Avevo fatto la donzella in pericolo troppo tempo.
-Ares! Lays! - feci passare la mano di Xavier sulle mie spalle, e poi posai un ginocchio a terra.
-Ragazzi! - mi alzai in piedi, decisa a non svenire. La vista andava e veniva, e non sapevo se sarei riuscita a muovere nemmeno mezzo passo. Nel tempo che seguì, restai concentrata soltanto sul movimento dei miei piedi. Un passo dopo l’altro, uno dopo l’altro, senza mai fermarsi. Senza pensare a nulla. Fino a quando non sentii Lays urlare.
-Xavier! Virginia! -Lays sanguinava copiosamente da una spalla, ed era coperta di terra, mentre Ares aveva il capo bendato. La strega mi abbracciò, togliendomi Xavier di dosso. Barcollai, ma Ares mi venne in soccorso, afferrandomi. Lays intanto urlò, sdraiando Xaver a terra. Era messo malissimo.
-Ha perso troppo potere! È stato lontano di casa troppo tempo! -
-Lays non puoi curarlo. Nemmeno tu hai potere! - disse Ares, ma Lays lo zittì. Si occupò di Xavier, mentre Ares mi puliva le ferite. Quando mi scoprì il ventre, però, sussultai. Una macchia di sangue si allargava con rapidità allarmante. Mi vennero le vertigini, mentre la testa era stretta in una morsa gelida
-A..res- sibilai. Ares mi strinse le mani
-Virginia, stai gelando-sussurrò. E poi arrivò la scossa. Fu come se un’onda passasse per il ventre, risalendo fino alla gola. Urlai.
-Ares sto bruciando! -tossii, posando le mani nella terra bagnata.
-Ares! -
-Lays! La ferita ha fatto infezione! Il veleno continua ad espandersi! – esclamò il dominatore del fuoco. Lays si voltò di scatto, ed incespicò dietro di me. Ero scossa dai brividi. Dalla spina dorsale risalivano lungo il collo, fino al cranio. Sentii le forze venirmi meno
-Virginia, no! Non dormire! Non puoi svenire, non ancora- la voce di Lays mi strappò dalla nebbia in cui stavo affondando.
-Se ti addormenti, non potrò controllare il veleno- strizzai gli occhi. Non sentivo più le gambe, e i piedi nemmeno.
-N-non ci riesco-
-Lays, non puoi operare un intervento del genere! Solo il maestro può farlo
-Sto svenendo...
- Resta Sveglia o muori, Virginia-
Quella notte, la ricordo tutta. Xavier sotto l’albero, che respirava appena. I brividi gelati, che mi trapassavano il corpo, distruggendolo pezzo per pezzo. Il torpore che tentava di affogarmi sempre più. Ricordo Ares, il suo sguardo addolorato e concentrato, la sua smorfia triste, il suo “Scusami” sussurrato prima di bruciare l’infezione nel sangue. Ricordo Lays, piena di sangue, che incideva la mia ferita, asportando l’infezione. Urlai, anche questo ricordo. Quando ricucirono la ferita. Quando Lays rovesciò sulla ferita una lozione che sembrava corrodere la pelle. E forse urlai semplicemente per non dormire. Feci appello a tutto ciò che mi era caro. Nico, i miei genitori, la mia vita. E verso le cinque del mattino, Lays praticamente stramazzò a terra, esausta. Ares le corse incontro, e finalmente medicò le sue ferite. Il sangue aveva smesso di scendere da un po’, ma bisognava ricucire anche la sua ferita. Diedi una mano a pulire, la pelle incredibilmente pallida della strega. Quando sorse il sole, ci sdraiammo esausti nella terra umida.
-Prendo Lays. Falò ambulante, muoviti, brucia le tracce- esclamò una ben nota voce alle nostre spalle.
-Non ho più magia, cane-ribatté lui, rimettendosi in piedi, e spazzandosi via la terra di dosso.
-Non possiamo nemmeno ricaricarci- sussurrò Lays, indicando il cielo plumbeo.
-Maledizione- sbottò Xavier
-Ma non possiamo stare fermi! Chissà quante altre bestie potrebbero attaccarci! – esclamai. I tre si guardarono.
-La ragazzina ha ragione. Andiamo- borbottò Xavier, mettendosi lo zaino in spalla-
Lays lo seguì, e così pure Ares, stranamente silenzioso. Affiancai la strega, ed iniziammo a camminare, non prima di aver gettato un occhio al sole coperto dalle nubi.
Non immaginavo che il bosco fosse tanto enorme, sempre che quello fosse il solito bosco, quello nel quale era sperduta la mia casetta, costeggiata dal fiordo, sopra le montagne. Questo, somigliava più ad una foresta. Da molto tempo, i cespugli erano diventati sempre più radi, ed infine avevano lasciato il posto ad un sottile manto di erba. Eccezion fatta per l’erbetta, l’unica forma di vita sembravano gli alberi, ben diversi da quelli che ero abituata a vedere nei boschi, avevano un tronco sottilissimo, privo di rami per i primi quindici metri. Svettavano, altissimi, e finivano con una chioma sfoltita dal vento. Non un cespuglio, né un ceppo caduto. Solo quei maledetti alberi. Ed un rassicurante cinguettio. Dopo qualche ora, i piedi iniziarono a sanguinarmi. Ero scalza, perché l’impatto della sera prima, oltre a debilitarmi l’uso delle caviglie, era riuscito a spezzare in due le mie scarpe, in qualche arcana maniera. Dopo un paio d’ore, ero esausta. Non avevo chiuso occhio per gran parte della notte, e non mangiavo da chissà quanto. Quando avvertii l’ennesima fitta da parte delle mie caviglie, lanciai un gemito. Mi sopresi di quanto risuonò.
-Virginia, tutto bene? -domandò Lays, premurosa come suo solito
-Si, è okay. Solo le caviglie- spiegai, abbozzando un sorrisetto
-Ehi, non temere rossa, tra un po’ arriveremo alla porta, e i barbosi saggi ti cureranno- scherzò Ares
-Fiammifero, non insultare i vecchi. Potresti rimetterci la pelle- borbottò Xavier
-Ah ha, ora ho paura, vagabondo- lo canzonò il riccio.
-Ragazzi, ma dove siamo, esattamente? Non mi sembra il bosco questo- Chiesi, cambiando discorso
-Infatti questo è territorio tracciato. Siamo dentro una sorta di bolla, che corrisponde alla posizione esatta di una macchia solare, presente sul sole. Fino a quando riusciamo a stare dentro questa macchia, siamo salvi. Il portale è ancora aperto. Per questo non possiamo fermarci- Spiegò Lays
-Già, e se il lupacchiotto avesse ancora potere, potrebbe portarci in groppa. Ma sei deboleeee-
-Senti chi parla, il piccolo fiammiferaio. Dì, Ares, riesci ancora a fare una scintilla? -
Continuarono a litigare per un’ora intera, mentre Lyas ed io ci scambiavamo occhiate tra il divertito e l’esasperato. Passò così anche mezzogiorno, ma non riuscivamo a vedere nulla con quelle nuvole
-Dì un po’, Virginia, ieri era il tuo compleanno? - domandò improvvisamente la strega
-Uhm, si, hai ragione-effettivamente il giorno prima era stato il mio compleanno ma con tutto quello che avevo fatto, me ne ero totalmente scordata.
-Vedrai, quando arriveremo chiameremo gli altri, e faremo una festa! Ti piacerà, vedrai. Le feste degli Elios sono leggenda! -
-Seh, solo perché le organizzi tu, non vuol dire che siano mitiche- rise Xavier da lontano
-Elios: non famosi per aver salvato l mondo, ma per le feste di Lays, dal mill..-
-Non si dice l’età di una signora! - sbottò lei
-Oh, ma tu non sei una signora…
-Shh- bsbigliò in quel momento Lays
-Dai, mamma, smettila di sgridarci! - esclamò Ares, prima che Lays lo zittisse nuovamente
-Lays, che succede? - chiese Xavier, guardandosi intorno. Io però avevo già capito
-Gli uccelli... Non cantano più- sussurrai. Gli uccelli avevano smesso di cantare.
-Cosa succede?!- sclamò Ares, guardandosi intorno. Ma non riuscì a dire nient’altro, perché uno stormo nero si precipitò verso di noi. Urlammo, e ci gettammo tutti sulla destra, mancandoli per un soffio
-Che cosa sono?!-gridai. Sembravano fantasmi avvolti in un mantello nero. Il volto era sfigurato da un’enorme bocca, e le orbite vuote. Avevano mani scheletriche, e quando il mantello che le copriva terminava, non si riuscivano a vedere ne gambe, né zampe, o una coda.
-Megere!
- Ma come, erano sparite venti anni fa!
-Correte!
Le voci dei miei compagni di viaggio si accalcarono, ma io non vi badai, perché mi ritrovai a fissare uno spazio tra due alberi poco lontani dallo stormo. Sembrava che delle onde magnetiche invisibili curvassero gli spazi e tutto ciò che vi era nel mezzo.
-Ragazzi, guardate..-mormorai. Stranamente tutti mi sentirono
-La porta!- esclamò Lays
-Corri, Virginia!-sentii Ares afferrarmi sottobraccio, e lo seguii, incespicando dietro di lui. Le megere ci seguirono, ma Lays si fermò, mentre noi conrinuavamo la corsa
-Lays!- gridai
- Qui ci penso io- disse la strega
-Sei senza potere, non puoi..- le parole mi morono in gola. Lays alzò la mano, dove brillava un simbolo strano. Era verde, lo stesso verde dei suoi occhi. Somigliava ad una strana C storta, con due punti, uno dentro la la curva di quella lettera, e l'altro appena sotto di essa.
-Virginia corri!-
-Ma Lays non ha potere! si ucciderà!- esclamai
-Lays !- mi fece eco Ares. la faccenda doveva essere grave sul serio
-Se Lays morirà, non sprecate il suo sacrificio!- esclamò Xavier, spingendoci in quella che avevo capito essere la porta. Mi sentii immersa in una vasca di gelatina, ero incapace di muovermi. E poi sentii una sensazione di gelo, come se mi si fosse versato addosso un bacile d'acqua. E poi mi trovai sulla sabbia bollente
-Ah! - gridai, saltando in piedi. Ma non avendo le scarpe, mi ritrovai a saltellare da un piede all'altro urlando
-Scotta! Scotta!-
Xavier parve non sentirmi. Studiò la sabbia, poi alzò lo sguardo e mi sorpassò, seguito da Ares. Le dispute tra di loro si erano palcate improvvisamente. Avevano lo stesso sorriso sul volto, quello di chi torna a casa
-Siamo tornati- sussurrò Xavier
-Ehi, randagio, tu mancavi da un po'-
-Si vede che avevo più potere di te, miccia corta-
-E questo cosa vorrebbe significare?!-
Mi correggo: le dispute tra di loro non si placavano mai. Mentre lo pensavo, vidi avvicinarsi un'ombra sulla sabbia
-Andiamo, Virginia. Siamo arrivati- sorrise Ares. Deglutii, afferrando la sua mano, e mi alzai
-Ma qui c'è solo sabb.. - non finii la frase, perché improvvisamente fu come se un pannello scorrevole alto trenta metri scorresse verticalmente sotto la sabbia, mostrando un enorme tempio, situato proprio al centro di una ricca oasi. L'oasi era dentro una gola, che rendeva quasi impossibile trovarla.
-Per la miseria- sussurrai
-Questa è Helia: La scuola del sole- disse Xavier, avanzando sontuosamente. Ci fermammo tutti e tre, ad ammirarla, per un istante..
-L'ULTIMO CHE ARRIVA PAGA PEGNO!- gridò Ares, dandoci uno scappellotto
-Aspetta!- esclamai, correndo dietro di lui, mentre Xavier alzava gli occhi al cielo, con il sole che brillava sulle nostre teste.
E fu così che feci il mio ingresso ad Helia.
Così entrai nel mondo degli Elios




Angolo Autrice
Buon anno a tutti, miei bellissimi, nessuno escluso, recensori. Buon ultimo giorno del 2014! Il primo capitolo ha superato le 100 visite, e sono veramente fiera di voi! Contribuite a darmi la voglia di scrivere, anche per il 2015
Ringrazio come di consueto Amisa e Kibo_No_Sakebi e le mie DiamanteLightMoon Zampa di lupo perchè seguono le mie storie :3
inoltre per le recensioni, saluto Kamala_Jackson e BlackGirl_Chan, ovvero Giusy ^^
E già che ci sono, nomino qualcuno per l'Ice bucket challenge, perchè io posso
Dopo questi scleri, vado a sentirmi l'intervista del sindaco di Roma, che ha deciso di eliminre i Sanpietrini.
BAH LA LA LA LA A TUTTI ^^
Io sto impazzendo

 
   
 
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