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Autore: SusanTheGentle    31/12/2014    13 recensioni
Lui fece una mezza risata, ma senza allegria.
«Buffo pensare a me come a una persona normale»
«Ma tu sei una persona normale, Ben»

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Nell'inverno 2013, Claire Riccardi si trasferisce negli Stati Uniti d'America, più precisamente nello Utah, nella città di Ogden, decisa a dare una svolta alla sua vita. E proprio quello stesso inverno, in quella stessa città, Ben Barnes si sta preparando a girare il suo prossimo film. Il destino, o semplicemente il caso, fa sì che i due si conoscano. Ed è in questo scenario che i loro mondi si scontrano. Entrambi con una dolorosa storia sentimentale alle spalle, si trovano, si comprendono. Le loro vite così diverse si intrecciano e, inevitabilmente, l'amicizia lascia spazio a un sentimento più profondo.
Ma possono due persone tanto dissimili vivere una relazione in totale libertà? Possono, se le cicatrici bruciano ancora e hanno tanta paura di amare di nuovo?
La storia può sembrare sempre la stessa: la cameriera e l'attore. Forse, all'inizio può sembrare così, ma questa è una storia di sentimenti, di vita e d'amore. Soprattutto d'amore.
E' la storia di Ben e Claire.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''A Place For Us''
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13. Scommessa 
 
Sto cercando di dirti quello che provo, ma non è facile...
 
 
 
Era ancora accoccolata tra le braccia di lui quando si svegliò. Potevano essere passati minuti oppure ore, non le importava molto.
Se solo un mese prima le avessero detto che sarebbe successo tutto questo…
Aveva dormito con Ben.
Impossibile.
E invece era successo, anzi, stava succedendo ora.
Claire richiuse gli occhi, godendosi l’istante: il calore di Ben, il suo odore, il peso del suo braccio sul fianco.
Si era addormentata sopra le coperte ma, nel sonno, era finita sotto. Si era anche sciolta i capelli: da sdraiata, la coda le dava fastidio.
Tutto troppo perfetto, tutto troppo…fiabesco, se poteva usare questo termine.
Sarebbe durata o sarebbe stato solo un attimo?
Il pensiero improvviso, quasi angosciante, la spinse a stringersi ancora a lui.
Ben si mosse un poco, sospirando, così lei capì che si stava svegliando.
Lui inclinò leggermente la testa di lato. In quel modo, il suo viso poggiò sulla fronte di Claire.
Lei gli fece una carezza leggera sul petto, percependo la mano di lui farle pressione sulla schiena.
Entrambi consapevoli di essere svegli, restarono immobili nella stessa medesima posizione di quando si erano addormentati, senza alcuna intenzione di cambiarla.
Infine, con dita leggere, Ben le fece il solletico sul fianco. «Sei sveglia?»
«Sì» soffio lei, curvando le labbra in un sorriso. Si contorse. «Mi fai il solletico»
«Scusa»
Claire alzò la testa ritrovandosi a fissarlo negli occhi.
All’inizio fu imbarazzo. Forte il desiderio di restare lì abbracciati ancora per lungo, lunghissimo tempo, e addormentarsi di nuovo.
Nessuno dei due aveva intenzione di muoversi, a quanto pareva.
«Come ti senti?» gli chiese poi Claire.
Lui mosse le spalle. «Come prima, direi»
Lei gli posò una mano sulla fronte. «Sei ancora un po’ caldo, in effetti»
Dopo un attimo, Ben imitò il suo gesto.
«Che fai?» chiese Claire, perplessa.
«Controllo se ti ho attaccato l’influenza»
«Per ora no, sto bene».
«Meglio così». Ben lanciò uno sguardo verso la finestra: impossibile capire se fosse notte o giorno, dato che era già buio quando Claire era arrivata. «Secondo te che ore sono?»
Lei scosse il capo, sbadigliando.
Lui la guardò dolcemente per qualche istante, mentre si stiracchiava.
«Cosa c’è?»
«Niente, pensavo a una cosa…»
«Cosa?»
Ben esitò. «Non farmi gli occhioni spaventati se te la dico, ok?»
«Oh…Ok»
Le scostò una ciocca di capelli dalla spalla. «Si dice che dormire con una persona sia quasi più intimo che fare l’amore con lei»
Claire restò paralizzata a fissare gli occhi di lui. Il cuore accelerò a mille.
Dopo avergli praticamente confessato i suoi sentimenti, non avrebbe dovuto provare vergogna per una frase del genere. Inoltre, Ben non stava insinuando che avrebbe voluto…quello. Non c’era stata malizia nelle sue parole, né allusione alcuna, stava solo cercando di farle capire quanto era stato bene insieme a lei quella sera, nient’altro.
Per quanto le sembrasse ancora strano che lui potesse provare attrazione nei suoi confronti, era  conscia del fatto che l’alchimia tra loro era fatta anche di questo: attrattiva sia mentale che fisica.
E, dormendo insieme, pur senza un vero contatto fisico, si erano avvicinati come non mai.
Ben esaminò attentamente l’espressione di lei. «Non ti ho messa in imbarazzo, vero?»
Claire scosse il capo sorridendo «Hai detto una cosa molto dolce»
Tornò a posare il viso nell’incavo del suo collo. La vicinanza di lui la emozionava e calmava al tempo stesso.
Ben l’abbracciò più stretta, chiedendosi d’un tratto perché mai le avesse detto quella frase.
Fortunatamente, lei non ne era rimasta turbata.
Si sentiva ancora molto confuso e vulnerabile, non ancora del tutto abituato a quei nuovi sentimenti che scaturivano alla sola vista di Claire. Aveva voglia di stringerla e di proteggerla, si trattava di un bisogno fisico ma anche psicologico. Non c’era solo attrazione, c’era molto di più: il solo averla vicino era sufficiente a placare quell’ansia inspiegabile che lo prendeva ogni volta che si separavano.
Non era un comportamento adulto e razionale, eppure era così e non riusciva a fare nulla per cacciare via quelle sensazioni. Giunse alla conclusione che l’unica soluzione stava nell’accettarle e smettere di cercare di dar loro un freno.
«Claire?»
«Mh?»
«Hai il cuore che ti scoppia»
Lei sussultò appena. Aveva sperato non se ne accorgesse…
«Come fai a sentirlo?»
«Lo sento contro il mio».
Ben le prese una mano, portandola sul suo torace, cercando un piccolo spazio tra i loro corpi, tra il  suo petto e il seno di lei.
Fu quanto di più meraviglioso Claire avesse mai provato in vita sua: il cuore di Ben batteva a ritmo con il suo.
«Scusa, non volevo metterti a disagio con quella frase» riprese lui.
«Non sono a disagio. Mi è piaciuto stare qui con te, ma voglio che tu sappia una cosa»
Lui si scostò un poco. «Ti ascolto»
Lei si fece seria. «Io non sono il tipo di ragazza che dorme con chiunque»
«Questo lo so»
Ben non poteva averne l’assoluta certezza ma, da quello che aveva capito di lei, Claire non era una donna che si buttava tra le braccia del primo che passava. Anzi, forse dopo quel tale, Alex, non aveva mai più avuto nessuna storia.
Ben le sfiorò la schiena, facendola rabbrividire a ogni leggero tocco.
Claire emise un lungo sospiro, scostandosi piano dall’abbraccio e mettendosi a sedere.
«Credo sia meglio che io mi alzi, o finirò per addormentarmi di nuovo»
A malincuore, lui la lasciò andare.
«Dove hai il termometro?»
Ben le voltò le spalle, girandosi nel letto, allungando il braccio verso il comodino.
La febbre non era né scesa né salita, il mal di ossa persisteva ma il mal di testa se n’era andato.
«Dovresti mangiare qualcosa prima di prendere un’altra medicina»
Lui fece una smorfia. «Non ho voglia di mangiare niente»
«Devi, non puoi digiunare»
Il ragazzo sbuffò. «Dottoressa, non rompa le scatole»
«Paziente, non faccia il capriccioso»
Si fissarono, trattenendo le risate.
«No, seriamente, Ben, non fa molto bene mandare giù pastiglie a stomaco vuoto»
«Non è una pastiglia» replicò lui storgendo il naso. «E’ un intruglio orrendo travestito da bustina solubile che sa di banana marcia»
Claire scoppiò in una risata, lui anche, allungando nuovamente il braccio verso il comodino per riporvi il termometro e prendere il cellulare.
L’espressione di Ben passò dal divertito allo stupito quando si accertò di che ore fossero.
«E’ mezzanotte passata»
Claire soffocò un grido di stupore. «Stai scherzando?»
«No». Lui le mostrò lo schermo, dove l’orologio digitale segnava le 00:12.
«Oddio, Lory starà dando i numeri!». Claire saltò giù dal letto, recuperando la borsa che aveva appoggiato su una sedia della stanza, cercando il telefono.
«Qualche chiamata?» chiese Ben.
«Sì, due, e un messaggio». La ragazza sedette di nuovo accanto a lui, digitando velocemente una risposta per la cugina.
«Te ne devi andare?» le chiese Ben. 
Lei fece un’espressione dispiaciuta. «Temo di sì»
Lui annuì, deluso. «Ti accompagnerei a casa io se potessi»
«Non importa. Ho chiesto a Joseph di venire»
«Katherine era disponibile»
«Lo so, ma non posso disturbala a quest’ora, starà già dormendo»
Lei si riappoggiò con la schiena ai cuscini, aspettando l’arrivo di un nuovo sms che non tardò ad arrivare.
Pur sapendo la cugina in ottime mani, passate le undici e senza ottenere risposta a nessuna chiamata, Lory aveva cominciato ad agitarsi. Claire l’aveva tranquillizzata, scrivendole a proposito di un  ‘piccolo contrattempo’ che era venuto a crearsi… Lory le aveva inviato una serie di faccine subdole e sorridenti, chiedendole se fosse sicura di volere che Joseph venisse all’hotel a prenderla. A Claire costò caro ribadire che sì, voleva che venisse.
Mentre aspettava il suo arrivo, rimase seduta accanto a Ben, in silenzio. Lui aveva richiuso gli occhi ma non stava dormendo.
«Non offenderti, ma ho come l’impressione che tua cugina sia troppo apprensiva nei tuoi confronti»
«A volte. Ma Lory è fatta così»
«Sì, ma sei adulta»
«Lo so, ma lei mi vede ancora come la piccola di casa, purtroppo, come tutti del resto»
Ben mise un braccio sotto la testa, riaprendo gli occhi. «Da un lato non la biasimo. Ispiri protezione, lo sai? Forse perché sembri davvero piccolina»
Lei s’incupì «Uffa…la smetti di ripeterlo?»
«Sei o non sei la mia bimba?»
Claire aprì e chiuse la bocca.
Sua?
Mia?
Lei si sforzò per non distogliere mai gli occhi dai suoi, mentre Ben la guardava come solo lui sapeva fare.
«In te c’è qualcosa di particolare, qualcosa di…melodioso»
«Melodioso?»  ripeté lei, meravigliata.
Ben sorrise. «Lo so, sono parole strane. Però, vedi, quando prima mi hai detto che per te sono una persona normale…sei l’unica che mi vede in questo modo, almeno da un po’ di tempo a questa parte. Tu sei sincera e spontanea, e questa è una qualità rara nell’ambiente che frequento, per questo adoro starti vicino. Sei autentica e sei…bella»
Ora, lei non era più meravigliata, né stupita, ma incredula.
Le aveva detto che era bella. Non carina ma bella.
«Mi piacerebbe essere in grado di usare parole fantastiche come le tue, Ben» Claire piegò la testa in avanti quel tanto che le permise di appoggiare la fronte contro quella di lui. «Ti adoro»
Lui le fece una carezza sul viso. «Questo basta e avanza, baby»
Poco dopo, il cellulare di lei squillò: Joseph era arrivato e l’aspettava in macchina fuori dall’hotel.
Ben accompagnò Claire alla porta, rimanendo sulla soglia per qualche istante ancora.
«Prometti che mangerai prima di rimetterti a letto» sussurrò lei nel silenzio del corridoio deserto.
Lui alzò gli occhi al soffitto. «Sì, va bene. Mi farò portare qualcosa»
«Nella cucina dell’albergo c’è ancora qualcuno?»
«Non credo. Chiederò a Tyler di ordinare fuori»
«Non mangiare schifezze»
«Te ne vai o no?»
«Ehi! Se volevi scaricarmi potevi dirlo subito!»
Ben accennò una risata, appoggiandosi allo stipite della porta. Lentamente, le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Se le circostanze fossero diverse ti chiederei di restare»
Lei gli sorrise dolcemente. «Se le circostanze fossero diverse, forse resterei»
Si guardarono per lunghi, interminabili secondi.
Da un lato , lui avrebbe voluto considerarla davvero solo un’amica, dall’altro avrebbe voluto considerarla...sua.
Da settimane non si stavano più comportando come due amici. 
Forse non lo erano mai stati.
Lui aveva negato deliberatamente di non volere nulla da lei. Lo aveva negato anche a sé stesso, ma non era vero.
«Puoi tornare domani?» le chiese.
«Assolutamente sì»
«A domani, allora. Buonanotte, bimba»
«Notte»
Claire si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo sul viso.
«Vuoi proprio prendere l’influenza, eh?» fece lui.
«Vuoi scommettere che non la prendo?»
«Scommettiamo di sì?»
Claire storse le labbra. «Mmm…va bene. Cosa scommettiamo?»
«Un bacio?»
Lei si morse le labbra. «Ci sto»
Lui la guardò stupito. «Sul serio?»
«Sì»
«E se perdo?»
«Se perdi, dovrai lavare i piatti all’All the Perks per un mese intero»
Ben rise. «Guarda che se però vinco, appena sto meglio, vengo a riscuotere il premio»
«Ok»
Lui le prese una mano. «Sei sicura?»
«Sì» ripeté lei. «Abbiamo detto di non voler più scappare, ricordi?»
«No, è vero. Anche perché credo che ormai sia palese»
«Cosa?»
«Che provo qualcosa per te, e non è amicizia» Ben le strinse la mano.
Lei ricambiò con decisione, fissandolo negli occhi un lungo istante, emozionata, per poi abbassare inevitabilmente lo sguardo per l’ennesima volta, fissandolo sulle loro mani.
Percepì quella libera di lui infilarsi tra i suoi capelli. Non fece tempo a rialzare il capo che sentì le sue labbra contro la fronte.
Un bacio lieve.
Claire sapeva che Ben si stava trattenendo, e per due motivi: primo, per sé stesso, perché ancora non aveva deciso se rischiare o no; secondo, per non spaventarla. Se solo avesse saputo che non lo era per niente…
Se Ben le avesse chiesto di restare, lei sarebbe rimasta.
E al diavolo tutto.
L’improvvisa sicurezza la intimorì, lasciando però subito spazio alla calma.
Per ora erano ancora lei e lui, domani…chissà, avrebbe anche potuto esserci un noi.

Pianissimo, lui le lasciò la mano. Le dita scivolarono piano le une sulle altre altre, i palmi si sfiorarono.
«Ancora buonanotte, Claire»
«Buonanotte»
Ben rimase sulla porta a guardarla voltarsi e allontanarsi.
Mesi e mesi a ripetersi che doveva concentrarsi solo ed esclusivamente sul lavoro, e poi arrivava lei a sconvolgere tutto.
Gli venne da sorridere.
Claire era una meravigliosa ed inattesa sorpresa, quanto di più diverso avesse immaginato gli accadesse nel momento in cui aveva accettato di girare quel film nello Utha.
Tutto era cominciato fin dal primo giorno, su quel treno.
Ricordava benissimo l’intera scena: la frenata improvvisa, l’esclamazione della gente - la sua imprecazione - e la ragazza davanti a lui che non era caduta a terra solo perché, istintivamente, lui l’aveva afferrata tra le braccia rischiando di cadere a sua volta.
Forse, si era innamorato di lei in quel momento.

Cosa?
... ... ...
No...aspet...
Altro che no! Ripeti immediatamente quella parla che inizia per ’i’!!!

«Claire?» la richiamo all’ultimo momento, il battito del cuore accelerato.
La ragazza si rivoltò subito.
Lui voleva dire qualcosa ma non sapeva cosa. «Niente, scusa. Vai»
Lei rimase ferma in mezzo al corridoio, sorridendogli. «Guarisci presto»
Alzò una mano in segno di saluto e poi corse via.
 
 
 
 

Ancora fluff a tutto spiano!!! XD
Scusate innanzitutto la brevità del capitolo. Credevo di postarlo lunedì, ma rileggendolo non mi è piaciuto per niente e l’ho riscritto da capo questo pomeriggio. Non volevo lasciarvi senza nulla proprio la sera di capodanno! ;)
Spero che anche stavolta vi sia piaciuto quel che ho scritto. Ammetto di non essere ancora molto brava nel destreggiarmi in storie di questo genere…
Proposito per il prossimo anno: darmi da fare per migliorare e regalarvi tante carie!!! XD
Comunque vi avviso: questi due non ci andranno sempre così cauti…eheheh….

 
Ringraziamenti:
 
Per le seguite: All In My Head, AmeliaRose, apoligize, Cecimolli, ChibiRoby, Fra_STSF, Halfblood_Slytherin,
 HarryPotter11, JLullaby, Nadie, nuria elena, Queen_Leslie, Shadowfax, soffsnix, SweetSmile WikiJoe, _joy, _likeacannonball_, _LoveNeverDies_

 
Per le ricordate: Fra_STSF, Halfbood_Slytherin, Suomalainen
 
Per le preferite: battle wound, Bella_babbana, Christine Mcranney, Fra_STSF, Jihan, Medea91h, Occhi di ghiaccio, Stefania1409 _likeacannonball
 
Per le recensioni dello scorso capitolo: Cecimolli, _Fedra_, Fra_STSF, Occhi di ghiaccio, Shadowfax,  Stefania 1409,_joy
 
Gli aggiornamenti di Two Worlds Collide, insieme a quelli di Night&Day (fandom Narnia) li trovate sempre su entrambi i miei profili facebook Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen.
 
Grazie di cuore a tutti quanti voi che avete iniziato con me l’avventura di Ben&Claire!!! Spero mi accompagnerete ancora attraverso il prossimo anno!!!
Buon 2015!!!!!!!!!
Un bacio immenso,
Susan♥
   
 
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