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Autore: Yasha 26    31/12/2014    11 recensioni
La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, di un brillantissimo nero, tant’è che lo associai ai diamanti neri, che io prediligevo agli altri.
Mi dava strane sensazioni averlo vicino. Mi sentivo attirata come una calamita. Sentivo il mio corpo strano, come in balia delle onde irrequiete di una mareggiata. Il cuore mi balzava in gola ogni volta che mi porgeva qualche domanda. Batteva tumultuoso ad ogni suo sguardo tinto d’ardesia.
Avrei voluto per me un così bel ragazzo dagli occhi del colore della tempesta, dalla voce dolce e gentile, dai modi raffinati ed eleganti.
Lo pensai per giorni, e non conoscendo il suo nome lo soprannominai “Black Diamond” per via di quelle due gemme che mi avevano stregata da subito.
INCOMPIUTA
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Dopo aver citofonato, l’aspetto davanti il portone di casa sua. Non vive molto distante dalla gioielleria. Pochi secondi dopo me la trovo davanti in tutto il suo splendore. È di una bellezza incredibile. Ma non quella bellezza fittizia data dal mettersi in ghingheri, lei è bella di suo. Certo, ha un abito un po’ cortino, ma le sta benissimo. Col fisico che ha se lo può permettere; snella ma con le forme al punto giusto. Cosa potrei chiedere di più?
-Buonasera, bellissima signorina. Un fiore per un fiore.-  le dico teatralmente, dandole una rosa.
-Grazie…-  risponde imbarazzata, prendendola con un mano e tirando giù la gonna dell’abito con l’altra.
Dopo averla fatta accomodare in macchina, ci avviamo in uno dei miei ristoranti preferiti. Speriamo che la cucina italiana le piaccia. Ci sono stato una volta in quel paese, e per pochi giorni, ma la sua cucina mi ha conquistato. Se potessi mangerei italiano ogni giorno.
Mentre ci avviamo alle porte del ristorante, la vedo continuamente tirarsi giù il vestito. Sembra molto a disagio.
-Permettimi di dirti…che se tiri da giù, scopri su.-  le faccio notare divertito, osservando la scollatura aumentare ogni volta che abbassa il vestito. La sua faccia diventa un tutt’uno con la moquette rossa del ristorante, e la cosa non fa che intenerirmi maggiormente.
-La uccido! Giuro che la uccido!-  sbotta furiosa, anche se non so con chi ce l’abbia.
-Chi vuoi uccidere?-  le chiedo curioso.
-La mia amica Sango! Il vestito è suo. Glielo dicevo io, che sembravo una squillo così conciata!- 
Una squillo? E’ per questo che abbassa continuamente la gonna?
-Beh, Kagome, sinceramente sembri tutto, meno che una squillo. Non è un abito corto o più scollato a farne una donnaccia, quanto il suo modo di porsi. Puoi essere coperta dal collo ai piedi, ma avere atteggiamenti da sgualdrina, che nemmeno le vere prostitute hanno.-  ed io ne ho conosciute fin troppe donne dai facili costumi.
-Di sicuro sono ridicola! Insomma, se lo hai notato tu, in cinque minuti, pensa tutta quella gente lì dentro! Fortuna che ho il copri spalla che un po’ nasconde.-  dice sospirando.
-Non vorrei deluderti, ma quello dovrai toglierlo una volta dentro.- 
La vedo impallidire terribilmente. Mi sa che non le ho dato una bella notizia.
-Cazzo! Oh…ehm…no scusa…volevo dire…-  balbetta a disagio, accorgendosi di ciò che le è sfuggito, mentre io non riesco a non sorridere.
-Accidenti! Che figuracce continuo a fare con te! Ora penserai che sono pure sboccata! Bene!-  sostiene quasi in lacrime.
-Veramente ti trovo solo divertente, e non perché voglia prenderti in giro. Sei un tipo singolare, sai?-
Solitamente le altre avrebbero fatto a gara su chi sfoggia il migliore  galateo, pur di impressionarmi.
-Singolare, in che senso?-
-Nulla, lascia stare. Però forse è meglio cambiare luogo, perché mi sembri in evidente disagio così. O forse preferisci tornare a casa…-   azzardo, sperando non opti per la seconda ipotesi.
-A casa no!-  esclama concitata, forse troppo.
-Volevo dire…a casa non serve. Andrà bene se andiamo altrove, se a te…non dispiace.-   spiega, con tono nuovamente imbarazzato.
Avevo ragione, è una ragazza davvero singolare. Prima è in imbarazzo, poi arrabbiata, poi triste ed ora ancora imbarazzata. Beh, proverò a capire il suo umore altalenante in seguito. In questo momento dovrei scervellarmi per capire dove poterla portare vestita così,  per non metterla a disagio. Mi viene solo un posto, ma…
-Un posto dove potremmo andare c’è, ma non so se vuoi venirci.-  dico incerto.
-Dove?-
-A casa mia.- 
La vedo guardarmi perplessa ed indecisa, di sicuro sta pensando male, ma non è mia intenzione offrirle altro che la cena. Ed è ciò che mi appresto a specificare.
-Non ho secondi fini, se è questo che temi. Ceniamo da me e poi ti riporto a casa. Certo, capirei se non ti fidassi, mi conosci da poche ore in fondo.-   
Ci crede nessuno, se dico che mi trovo in difficoltà? Non immaginavo certo così lo svolgimento della serata con questa ragazza.
-Ok, mi fido…-  risponde timidamente.
-Oh…bene. Allora andiamo.- 
 
Dopo circa mezz’ora, fermi nel traffico, arriviamo a casa mia.
-Preparati ad una furia a quattro zampe.-  l’avverto davanti la porta.
-Come, scusa?- 
-Lo capirai.-  ridacchio aprendo, e subito un tornado bianco e nero ci si fionda addosso.
-Giù, Midoriko, sta giù!-  la blocco, prima che assalga Kagome, come fa sempre con me.
-Cane irrequieto?- 
-No, solo coccolona. Ogni volta che torno mi accoglie sempre così.-
-Il mio gatto, invece, mi accoglie reclamando il cibo. Hai avuto più fortuna.-  sorride, finalmente più distesa.
-I gatti sono animali più indipendenti rispetto ai cani che dipendono del tutto da te, per questo si mostrano meno socievoli. Ma non lo fanno perché non amino il padrone. Ne ho avuti molti prima di Midoriko, e posso affermare che ogni gatto ha il suo caratterino: dallo scontroso assoluto al più coccolone.-
-Lei è il primo cane che hai?-
-No, ne avevo due quando ero piccolo.-
-Quindi sei un amante degli animali.-
-Tu no?-
-Diciamo che non ho mai sentito la necessità di averne uno.-  
-E come mai adesso hai un gatto?-  domando curioso di conoscerla meglio, anche se l’argomento non è certo dei più personali.
-E’ stato lui a venirmi a cercare. Me lo ritrovavo ogni sera sul terrazzo, così, spinta anche dalla solitudine, l’ho preso in casa. E’ con me da pochi giorni.- 
-Capisco, quindi dovete ancora prendere confidenza.-
-Veramente lui se n’è presa fin troppa di confidenza! Mi ha rubato il mio cuscino preferito e pretende di dormire sul letto.-   sbuffa contrariata, facendomi sorridere.
-Ma poverino, dopo una vita passata in strada è normale che voglia tutti i comfort.- 
-I comfort ed anche le bistecche! Quando gli apro una lattina della sua carne mi guarda schifato, come per dire: “VUOI CHE MUORO?”*. E’ un gatto viziato più che bisognoso di comodità.-  si lamenta, facendomi ridere di gusto per le imitazioni del suo gatto, disgustato di fronte il suo cibo. Vorrei proprio vederlo.
-Porta pazienza, si adeguerà. Per quanto devo ammettere che hai un gatto buongustaio se preferisce il cibo fresco a quello in scatola. Midoriko è l’esatto opposto, preferisce le schifezze confezionate al cibo che le preparo io. Magari cucino da schifo.-   scherzo divertito.
-Tu cucini?-   chiede sorpresa.
-Già, ed ora che ci penso, meglio che mi metta subito ai fornelli se voglio offrirti questa cena. Accomodati pure, fai come a casa tua. Io, se non ti spiace, andrei a mettermi più comodo. Cucinare in giacca e cravatta non è il massimo.-  
-Oh certo, fai pure. Aspetto qui con lei.-   dice accomodandosi sul divano, mentre Midoriko non le da tregua per le coccole. Almeno lei non l’ allontana disgustata coi piedi, come faceva Kikyo. È un altro punto in suo favore.
Mi spoglio velocemente e metto jeans e maglietta. Così mi sento più a mio agio per cucinare, sperando di non combinare disastri proprio stasera. Me la cavo bene ai fornelli, ma cucinare per una donna, non l’ho mai fatto. C’è sempre una prima volta.
 
 

                                                               ****************
 

 
A casa sua…cielo che imbarazzo! Per fortuna parlare dei nostri animali ha smorzato un po’ la tensione.
Che figuraccia però, costringerlo a portarmi qui per il vestito indecente di Sango. Questa me la paga! Invece di aiutarmi mi ha messo un piede nella fossa! Dopo stasera non vorrà più vedermi, me lo sento! Fanculo, a Sango ed al vestito, e a me che l’ho messo! Proprio con lui doveva capitarmi? Gli sarò sembrata una zoccola d’alto borgo. Che umiliazione!
Il guaire del cane mi ridesta dalla disperazione, inizia a scodinzolare e poggia la testa sulle mie gambe, come per risollevarmi il morale.
-Midoriko, dici che gli sono sembrata ridicola?-  mi ritrovo a chiederle, come la solita idiota che sono che parla con gli animali. Lei si siede ed abbaia. Dovrei prenderlo come un sì o un no? Oppure come un semplice abbaio, stupida che sono! Poco dopo, InuYasha ritorna nel salone di questa casa enorme, fin troppo grande per una persona sola. Deve guadagnare parecchio per permettersela.
-Eccomi qui. Dunque, vediamo che c’è nel frigo. Scusami, ma non era previsto cucinassi io, quindi non ricordo cosa ho.-  si scusa, ma aprendosi in quel suo sorriso così sexy.
-Figurati, andranno bene anche dei toast. È colpa mia se siamo qui. Sono mortificata, scusami.-  ripeto dispiaciuta.
-Non fa nulla, tranquilla. Solo, la prossima volta che ti invito a cena, non chiede consigli alla tua amica.-  ridacchia lui, mentre in me aumenta la voglia di strangolare Sango.
Però…ha detto…la prossima volta che mi invita a cena? Vuole invitarmi ancora? Quindi non mi manderà al diavolo?
-Ok, promesso.-   rispondo calma, cercando di trattenere la felicità che sta per scoppiarmi nel petto. Il mio Black Diamond vuole vedermi ancora! Vuole uscire ancora con me! Se potessi salterei dalla gioia!
-Il frigo dice di scegliere tra: tonkatsu*, riso al curry, yakitori*, oppure…spaghetti al sugo italiano.-
-Sugo italiano?-  domando curiosa.
-Sì. E’ una salsa con tonno, acciughe, olive nere e capperi. L’ho fatta ieri per i momenti di emergenza, diciamo.-
-Wow, non è che sei uno chef?-  ciò spiegherebbe come fa a guadagnare così bene.
-No, affatto. Ho solo imparato a cucinare qualche piatto. Vivendo da solo da parecchi anni, dovevo pur adeguarmi, e andare sempre al ristorante non fa per me.-
-Capisco. E come mai conosci la cucina italiana?-
-E’ la mia preferita. Da quando sono stato in Italia per lavoro, non riesco più a farne a meno.-  
-Sei stato in Italia? Come ti invidio. Dicono sia un paese magnifico.-
-Lo è, per quanto non vi sono stato per piacere, quindi ho visto davvero poco. Ma conto di ritornarci per una vacanza un giorno.-  
-Sai che ti dico? Voglio assaggiare i tuoi spaghetti! Mi hai messo curiosità!- 
-E spaghetti sia!-  risponde, mettendosi ai fornelli.
Resto a guardarlo destreggiarsi tra la pentola con la pasta, il sugo da scaldare e l’insalata che sta preparando, e mi sento così inutile.
-Sicuro che non vuoi nemmeno un aiutino? Mi sento stupida a restare a guardarti imbambolata.-
-Se proprio vuoi, taglia i pomodori per l’insalata.-  mi sorride comprensivo. In effetti non ne avrebbe affatto bisogno, ma credo lo faccia per tenermi impegnata. Caspita, ha tutto sotto controllo. Nulla è fuori posto. Io, al contrario, mi troverei in un campo di battaglia a lottare con la schiumarola in mano, come mia fidata arma, contro gli schizzi di sugo e gli insettini schifosi  della lattuga da lavare. Non sono molto ferrata ai fornelli in effetti.
Quando tutto è pronto ci sediamo a tavola.
-Ha un odorino invitante.-  ammetto incuriosita di provarne anche il sapore.
-Assaggia e dimmi come lo trovi.-  mi invita lui, mentre prendo la prima forchettata, anche se con difficoltà. Le bacchette no, eh? Portata alla bocca la pasta, rimango subito stupita dall’insolito sapore, acidulo, ma dolce allo stesso tempo.
-Buono!-  esclamo quasi estasiata.
-Menomale, sono felice che ti piaccia.-  dice versandomi del vino.
-Hai una casa enorme. Non ti annoi qui, tutto da solo?-
-Non sono solo, ho la mia fedele compagna a tenermi compagnia.-  risponde sorridendo e illuminando quelle pietre preziose. Aspetta…ha detto compagna? Non sarà mica fidanzato o peggio, sposato, e mi vuole come amante?
-Qu…quale compagna?-  domando timorosa.
-Midoriko. E chi sennò?- 
-Aaah…il cane! Vero, eheheh…-   replico ridendo in modo quasi isterico. Sono proprio un’idiota!
-Non avrai pensato che fossi sposato?- 
-In verità…sì. Scusami…-  dico mortificata, cercando di scomparire sotto al tavolo. Che vergogna! Porca miseria zozza!
“Ed il premio per le più grandi figure di merda di tutti i tempi va aaaaa: Kagome Higurashi!!!”
-Stai pur certa che non ti avrei invitata a cena in caso contrario. Non sono tipo da amante.-  afferma risentito.
-Mi…mi dispiace. Non volevo mettere in dubbio la tua onestà. Scusami, davvero…-   sembra io voglia fare di tutto per farmi mandare a quel paese! Stupidastupidastupida!!!
-Ok, lasciamo stare. Capisco anche che con quello che hai passato col tuo ex, ti senta insicura nel dare fiducia ad un uomo. Ma posso assicurarti che non ho nessun legame, e se ti ho invitata stasera è per conoscerti, Kagome. Solo quello. Se poi le cose cambiassero in altro, si vedrà.-
-Non credo durerà molto allora.-
-Cosa?-
-Questa conoscenza. In meno di cinque ore ho fatto una gaffe dietro l’altra, dalla gioielleria a qui. Giuro di non essermi mai sentita così mortificata come oggi. Dubito che un uomo come te possa essere interessato a conoscere una come me.-
-Uno come me? Perché, come appaio ai tuoi occhi?-  domanda curioso, prendendomi contropiede. Cacchio! Che rispondo adesso?
-Beh, inutile stare a specificare che guadagni bene, si vede dai tuoi vestiti e dalla tua casa. Ma oltre quello, sei un uomo posato, calmo, signorile, educato…di classe insomma. Io invece, sono tutto il contrario.-  spiego avvilita.
-Ah si? E dimmi, che tipo sei, Kagome?-   chiede interessato, mettendosi comodo e guardandomi divertito. Si sta prendendo gioco di me? Non lo capisco.
-Io sono…comune, forse troppo. Non amo i ristoranti, quanto invece i fast-food, Non sono un’esperta di Bon Ton, non so neppure dove sta di casa. Non sono “miss finezza” nei miei modi di fare, come avrai notato, ogni tanto ho le mie uscite poco educate. Non amo gli abiti eleganti e non sono una che ama mettersi in ghingheri, infatti ho chiesto aiuto alla mia amica, perché fosse stato per me sarei uscita in jeans e maglietta, ma visto com’è andata, forse avrei fatto meglio. Poi, non sono brava nel gestire la casa o a cucinare. Per concludere, non sono certo l’ideale di donna che uomo vorrebbe al suo fianco.-   termino demoralizzata oltre l’invero simile. In questo momento mi sento una cacchina sul marciapiede, che tutti vedono ed evitano disgustati. Apriti Terra, ed ingurgitami seduta stante! Voglio scomparire!!!
-Ti dirò, Kagome…hai appena descritto quella che è la mia donna ideale.-  dichiara lui, dopo un lunghissimo silenzio in cui mi ha guardato sorridendo.
-Come?- 
-Mi piace il tipo di donna che hai descritto. È quello che cerco, tralasciando il fatto che non sai gestire la casa visto che io amo l’ordine, ma su questo si può discutere. Per il resto, posso assicurarti che non cerco una bambolina da mettere in mostra alle cene di Gala, tutta agghindata a festa e che parli in modo sofisticato. Ne ho avute di donne così, e non mi sono piaciute affatto. Troppo attente anche solo a sorridere perché si stirano le rughe inesistenti, in perenne dieta, sempre pronte ad incipriarsi il naso, o ad infilarsi in abiti di lusso solo per far colpo sugli altri uomini. Non cerco questo.-   mi stupisce, guardandomi per la prima volta in modo serio, abbandonando il sorriso, puntando i suoi occhi neri nei miei. Mi sento così a disagio che sono costretta ad abbassare lo sguardo. Non riesco a sopportare quelle iridi che mi osservano, mi smuovono qualcosa dentro, come un mare in tempesta.
-Beh…io…ecco…-  balbetto in difficoltà. Che dovrei dire?
-Ti va il dolce?-   chiede addolcendo il tono. Ritorno a guardarlo e adesso mi sorride nuovamente. Ha cambiato argomento per togliermi dall’imbarazzo. Kami, vi ringrazio!
-Sì, grazie. Ma, quando lo hai preparato?-
-Non l’ho preparato io. Ho dei pasticcini nel frigo.-
-Hai il frigorifero di Mary Poppins?-  non gli manca nulla???
-Ahahahah, no, giuro di non avere il suo frigorifero. Amo solo mangiare, tutto qui.-
-A guardarti non si direbbe.-  mi sfugge, guardando il suo fisico ben scolpito.
-In che senso?-  chiede con un tono che intuisco malizioso. Cacchio! Mi sono fregata da sola!
-Si…si vede che ti…tieni in forma…ecco.-  mi ritrovo a balbettare ancora.
Maledizione Kagome, riprenditi! Non sei così impacciata solitamente! Anzi, non lo sono mai stata! Sono sempre stata abbastanza sfacciata. Perché con lui mi sento così a disagio, quasi mi intimorisse? MI sento in soggezione.
-Faccio parecchio sport in effetti.-   afferma compiaciuto del mio sguardo basso. E non divertirti a prendermi in giro tu! Cavolo! Che serata disastrosa!
Col dessert in mano mi invita sul terrazzo, dove scopro un piccolo angolo di paradiso. È stato ricostruito un giardino in piena regola, con tanto di erba.
-Ma come fai ad avere un giardino in casa?-  mi sfugge ad alta voce. L’acqua per l’erba non passa nei muri della gente al piano di sotto?
-Se hai soldi, puoi far tutto, anche un vero giardino in casa.-  mi spiega ovvio.
Ci sediamo sotto un gazebo adornato di rose rampicanti che profumano tantissimo. La serata è fresca e limpida, ma le luci della città coprono la volta stellata. Sembra tutto così…sdolcinatamente romantico. Non ci sono abituata.
-Posso chiederti che lavoro fai?-  domando incuriosita.
-Certo, non è un segreto. Sono il direttore amministrativo di un’azienda farmaceutica.- e quando lo dice, quasi mi strozzo con la frutta del dessert.
-C…che? Direttore amministrativo? Accidentaccio!-  esclamo sconvolta. Pensavo ad un lavoro che lo facesse guadagnare tanto, ma addirittura gestire un’azienda farmaceutica…navigherà nei milioni!
-Lo trovi strano?-
-No, beh, è un lavoro come un altro ed immagino guadagnerai tantissimo, ma non ti invidio per nulla! Non vorrei fare il tuo lavoro per niente al mondo, nemmeno per guadagnare miliardi!-  affermo quasi inorridita al solo pensiero.
-Perché?-
-Come perché? Hai un peso ed una responsabilità incredibili sulle spalle. Io morirei per la tensione e la paura di combinare qualche guaio. Devi dirigere conti e personale, fare le veci del capo e comandare tutto e tutti. No, non farebbe per me!-   anche perché manderei tutto in malora all’istante!
-Sei la prima persona al mondo che la pensa così mi sa.-  sghignazza.
-Preferisco la vita tranquilla, senza problemi, senza scervellarmi. Guadagno il mio piccolo stipendio che mi permette di vivere e pagare le bollette, e sono in pace col mondo.-
-E il fatto di guadagnare in un mese lo stipendio di una vita, non ti tenta?-
-Sarei ipocrita nel dire no, ma sinceramente sto bene come sto. Non mi manca nulla, quindi chiedere di più non mi interessa. Come ti dicevo, amo le cose banali come un hamburger ad una aragosta, e non perché non mi possa permettere un’aragosta, l’ho assaggiata e semplicemente non mi è piaciuta. Sono una pazza, vero?- 
-Forse…-  ride divertito, lasciandomi interdetta. In teoria avrebbe dovuto smentirmi! Quindi mi vede una pazza???
-Una tenera pazza però… ahahahaha.-  aggiunge, continuando a ridere di gusto. Ok, ora sono perplessa. Era un complimento o no? Boh.
Continuiamo a chiacchierare ancora un po’, finchè non si fanno quasi le due. il tempo è volato mentre mi mettevo da sola in croce. Bene.
-Direi che è ora di andare a nanna. Ti accompagno a casa.-  dice, porgendomi la mano per alzarmi.
-Già, anche perché domani si lavora.-  ammetto dispiaciuta.
Il tragitto da lui a casa mia si svolge in totale silenzio. Ecco, ora mi liquida con un “ciao, ci vediamo fra mille anni quando le mie ceneri si saranno volatizzate e tu non potrai più nuocermi con le tue sparate del cavolo”, perché è così che andrà.
Sospiro, appena arrivati davanti casa mia. Mi accompagna davanti il portone, mentre cerco le chiavi nella borsa e lo apro.
-Ti ringrazio per la serata. Sei stato molto gentile.-   gli dico cercando di non piangere, sia per la delusione che per la rabbia. Era una buona occasione per conoscerci, ma io ho rovinato tutto.
-Grazie a te per aver accettato, Kagome. Buonanotte e a domani sera.-   mi saluta, dandomi un bacio sulla fronte. Aspetta…ha detto...
-Domani?-  ripeto sorpresa.
-Sì, sempre che a te non dispiaccia. Voglio portarti nuovamente a cena fuori. Ma stavolta vestiti come sei abituata solitamente.-   mi avvisa sorridendo ed allontanandosi, rientrando in macchina, per poi andare via.
Rimango imbambolata a guardarlo allontanarsi. Vuole rivedermi domani? Allora non gli ho fatto poi così schifo?!
-Waaah! Non posso crederci!!!-   urlo, saltando come una scema, tanta è la felicità.
-Silenzio! Qui c’è gente che vuole dormire!-  sento gridare da una finestra.
-Scusi…-  sussurro mortificata, anche se certo non potranno sentirmi.
Salgo di corsa le scale e mi infilo in casa col batticuore, non tanto per le scale, ma per la felicità. Sembro una bambina in questo momento, ma sono felice! Tremendamente felice! Domani lo rivedrò. Rivedrò il mio Black Diamond! E stavolta niente figuracce!
 
 
 
 



 
 
Quando ho descritto l’espressione del gatto di Kagome davanti la sua lattina di carne, ho preso l’idea da una disegnatrice di gatti, diventata popolare su Facebook. Si chiama Ari…qui trovate la foto se volete ^_^  https://www.facebook.com/292377850913698/photos/pb.292377850913698.-2207520000.1420048329./310367335781416/?type=3&theater
Posso assicurarvi che alcuni gatti lo fanno per davvero XD ho avuto a che fare con una cinquantina di gatti, e alcuni non apprezzavano nemmeno il pesce XD
 
*Il tonkatsu è una fetta spessa di carne di maiale impanata e fritta, ovvero una cotoletta. Il tonkatsu è utilizzato anche per preparare il katsudon, un piatto a base di riso caldo a cui vi si aggiungono uova, salse varie e la cotoletta di maiale.

*Gli yakitori sono semplici spiedini di pollo da arrostire.
 
Bene bene…direi che questo è il mio ultimo aggiornamento per il 2014 ^_^
Vi auguro buon anno e buon 2015, sperando sia migliore di quello appena finito ^_^
Ci si vede in questi giorni con La Via dei Ciliegi e Cuore in Guerra (finalmente XD)
Baci baci Faby <3 <3 <3
 
   
 
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