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Autore: Lyneea    01/01/2015    3 recensioni
Quattordici anni dopo la fine della Seconda Guerra Magica.
Draco, padre single, ha mandato il figlio Scorpius a Hogwarts. Il ragazzo, come ogni Malfoy che si rispetti, è stato smistato a Serpeverde e sta frequentando il suo secondo anno.
Hermione è anche lei una madre single, ma ha deciso di trasferirsi a Parigi e tagliare i ponti con tutti. Ha mandato il figlio Altair a Beauxbatons, soprattutto per proteggerlo dal suo più grande segreto. Ma cosa succederebbe se il destino, un destino chiamato Silente, avesse deciso diversamente?
Dal primo capitolo
Altair si avvicinò pensando ingenuamente di poter fare amicizia anche con quel ragazzo che tanto gli somigliava. Ma quando fu vicino lo sguardo del Serpeverde, così freddo e duro, lo fece desistere dall'aprire bocca. Ci pensò quindi il giovane Malfoy a rompere il ghiaccio: «Che hai da fissare tu?»
Altair fortemente a disagio rispose quasi balbettando:
«Beh ti fissavo stupito, non hai notato quanto ci rassomigliamo?»
Scorpius con un ghigno stampato in faccia si avvicinò e ruotando il viso del ragazzo disse:
«Vediamo, mettiti di profilo...
Te lo dico io a chi assomigli, quell'espressione così intelligente...
Sei proprio uguale a un troll di montagna!».
Spero di avervi incuriosito...
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Buon 2015 a tutti,
Il capitolo che doveva essere un regalo natalizio per tutti voi si è trasformato in un regalo di Buon inizio d'Anno. Spero che sia comunque un capitolo gradito.
Buona lettura
Lyn


 
Capitolo 13
Canto di Natale


 
Era la notte di Natale ed Hermione aveva appena messo a letto un eccitatissimo Altair. Erano passati più di quattro anni da quando la donna aveva lasciato Draco e Scorpius, e quello era il primo anno che il bambino aveva scritto una lettera a Babbo Natale. Nonostante Altair avesse solo cinque anni aveva imparato a scrivere molto bene e aveva deciso di scrivere quello che desiderava da solo, senza la supervisione della madre, perché aveva paura che se qualcun altro avesse letto la sua lettera allora il suo desiderio più grande non si sarebbe realizzato.  Hermione aveva faticato molto per riuscire ad avere la lettera. Aveva raccontato al figlio che per far avere la lettera a Babbo natale avrebbe dovuto nascondere la missiva tra i rami del loro albero di Natale in modo che gli elfi di Babbo Natale potessero prenderla per portarla al Polo Nord. Il bambino aveva nascosto la missiva solo pochi giorni prima del venticinque dicembre e la donna aveva paura che non sarebbe riuscita a trovare i giocattoli che aveva chiesto. Ma quando aveva letto la lettera Hermione era rimasta di sasso.

Caro Santa Claus,
Quest'anno ho cercato di comportarmi sempre bene, senza mai fare i capricci, perché avrei un desiderio che solo tu puoi realizzare. Mamma dice che sei magico e penso che tu sia l'unico che mi possa aiutare.
Ti prego fai tornare il mio papà! Io non l'ho mai conosciuto perché lui e la mamma si sono lasciati quando ero molto piccolo e non ricordo nemmeno che faccia abbia. Anche la mamma sono sicuro che sarebbe felice se papà tornasse, quando lei pensa che non la guardi vedo quanto è triste senza di lui.
Se lo fai tornare io ti prometto che non ti chiederò mai nient'altro e farò sempre il bravo.
Spero che tu possa realizzare questo mio desiderio, ma se per qualche motivo non ci riuscirai, io continuerò a credere in te.
Altair Granger


 Aveva paura di non potersi permettere i giocattoli che voleva il figlio, ma quello che desiderava non avrebbe potuto comprarglielo nemmeno con tutti i Galeoni del mondo. Quella lettera le aveva stretto il cuore e il non poter esaudire il suo unico desiderio la faceva soffrire tantissimo. Piegò la missiva del figlio e la ripose nel libro che stava leggendo, “Canto di Natale”. Poco dopo, presa dalla stanchezza e dalla tristezza che la coglieva sempre a Natale, Hermione si addormentò.
Venne svegliata da un fastidioso sfioramento sulla punta del naso, come se qualcuno la stesse facendo il solletico con una piuma.
«Altair, guarda che Babbo Natale non viene a trovare i bambini disubbidienti che stanno alzati fino a tardi.» Disse la donna senza nemmeno aprire gli occhi.
Una voce ben diversa da quella di suo figlio le rispose. «Hermione, non è carino usare questi mezzucci per farti ubbidire da tuo figlio. Santa Claus non punirebbe un piccolo solo perché è così eccitato dal suo arrivo da non riuscire a dormire.»
La donna spalancò gli occhi e si mise a sedere sul letto spaventata dall'intruso nella sua camera da letto.
«Sirius» Mormorò guardando il volto del defunto padrino del suo migliore amico. «Non capisco come sia possibile che tu sia qui, tu sei morto» Aggiunse incredula.
«Grazie per l'ovvia constatazione Hermione.» Rispose il fantasma ridendo.
«Sono forse morta anche io? Non mi ricordo di aver avuto un incidente o cose del genere.. » Disse sovrappensiero. «Forse sto dormendo.» Cominciò a ipotizzare.
«Spegni un attimo il tuo cervello mia cara amica. Sei una strega, sai benissimo che i fantasmi esistono. Non ti ricordi “Nick quasi senza testa” e gli altri spiriti di Hogwarts. Non pensavi di avere le traveggole quando li incontravi in Sala Grande a scuola.»
«Beh ma loro erano legati a quel luogo, questo è un appartamento Babbano di Parigi, mi spieghi che tipo di legame dovresti avere qui?» Chiese la donna.
«Certo con questo luogo non ho nessun legame, diciamo che sono riuscito ad avere un permesso speciale per venire a trovarti. Sai fra poco è mezzanotte e volevo farti un mio dono per questo Natale.» Disse l'uomo guardandola negli occhi. «Forza alzati e prendimi la mano abbiamo tanto da vedere e la notte è troppo breve per sprecarla in chiacchiere.»
«Non sono sicura di volere questo regalo. Dove vorresti portarmi? E poi non posso certo lasciare qui solo mio figlio...» Protestò la donna.
«Questo dono non lo puoi rifiutare mia cara amica e per quello che riguarda tuo figlio non ti preoccupare, lo terrà d'occhio un mio amico.»
«Questo tuo amico immagino sia morto, beh non lascerò mai Altair in compagnia di un fantasma, potrebbe spaventarsi.»
«Non dire fesserie, il ragazzo non si accorgerà nemmeno di averlo accanto e se dovesse svegliarsi prima del nostro rientro verrà a chiamarci.»
La donna cedendo alle pressioni del fantasma, si alzò di malavoglia dal letto. Portava un buffo pigiama Babbano con stampati degli orsacchiotti, e Sirius non poté esimersi dal commentare: «Oh mamma Hermione, come speri di riuscire ad affascinare un uomo conciata così. Dovresti metterti qualcosa di più femminile... Mettevi questa roba anche quando vivevi con il figlio di mia cugina Narcissa?» Chiese ridendo.
Hermione lo fulminò con lo sguardo. «L'unico uomo che frequento in camera da letto al momento ha solo cinque anni e ti assicuro che non gli interessa se porto un pigiama con gli orsacchiotti o con i gattini. Sono una mamma, non ho bisogno di “mise” provocanti! E comunque questi pigiami li indossavo a volte anche quando vivevo con Draco.» Puntualizzò la donna omettendo che l'ex marito l'aveva sempre presa in giro per i completi assai poco provocanti che indossava nelle fredde notti invernali.
«Beh mi sorprende che siate riusciti a generare due figli...» Commentò il fantasma.
«Sirius se sei venuto qui per offendere puoi anche tornartene da dove sei venuto!» Ruggì Hermione sempre più indispettita dal comportamento dell'ex grifone.
«Suvvia, come sei suscettibile, non si può nemmeno scherzare con te.»  Le prese la mano e la trascinò fino alla finestra. Non appena la strega vide una scopa da Quidditch appoggiata al muro provò a fare resistenza, non aveva nessuna voglia di ripetere l'esperienza di volo avuta con Sirius al terzo anno.
«Hermione, è solo una scopa! All'inizio volevo venire a prenderti con lo spirito di Fierobecco, ti ho portato anche una sua piuma» Disse sventolandogli la piuma con cui l'aveva svegliata. «Ma poi ho pensato che avresti preferito la scopa ad un animale imprevedibile come il nostro amico Ippogrifo.»
«Preferisco rimanere con i piedi ben piantati a terra. Quindi se non puoi portarmi a piedi a farmi vedere questa tua sorpresa allora preferisco non riceverla.»
«Come ti ho già detto prima è un regalo che non puoi rifiutare. Coraggio, abbiamo perso fin troppo tempo.» Rispose Sirius e con un gesto della mano fece levitare la donna e la depose sulla scopa, accomodandosi poi sul davanti e uscendo dalla finestra.
«Il problema di voi Black- Malfoy è che non accettate mai un no come risposta.»  Sibilò la donna indispettita dal trattamento ricevuto.
«Non accomunarmi alla Casata di Lucius Hermione, non lo considero un complimento. Draco ha preso caratterialmente più dalla Casata dei Black, per fortuna» Rispose Sirius sfrecciando a tutta velocità in alto nel cielo.
«Il mio non voleva essere un complimento!» Non riuscì ad aggiungere altro troppo sopraffatta dalla nausea e dalle vertigini che il volo sulla scopa le provocava. L'unica persona con cui Hermione non si era mai sentita male in volo era Draco, volare con l'ex serpeverde non le aveva quasi mai dato fastidio, forse perché quando era con lui era troppo presa dalla sua presenza da sentirsi male.
Hermione chiuse gli occhi sperando di risvegliarsi dal brutto incubo che stava vivendo, ma quando li riaprì scoprì che stavano planando vicino ad Hogwarts. Subito lo sguardo della donna si fece lucido, Hogwarts era stata la sua casa per tanti anni e rivederla le provocava una sensazione agrodolce .
«Ti fa un certo effetto rivedere la scuola.» Disse Sirius guardando la sua espressione.
«Non capisco perché siamo qui.» Rispose Hermione ignorando l'affermazione del fantasma.
Sirius planò allontanandosi dal Castello per atterrare poco fuori Hogsmeade, sul tetto della Stamberga Strillante. Poi con un semplice movimento della mano l'ex grifone li fece apparire nel salotto della casa in rovina.
Quando la donna vide l'interno della casa non ebbe più alcun dubbio, si trovavano in un suo Natale passato, quello che aveva vissuto durante il suo sesto anno di scuola.
«Portami via ti prego» Supplicò Hermione sofferente.
«Questo è stato uno dei Natali più felici che tu abbia mai vissuto perché vorresti andartene?» Chiese il fantasma.
«Proprio per questo! È doloroso rivedere questi momenti quando sai che non potrai mai rivivere niente del genere in vita tua.»

Hermione ricordava bene cosa era successo durante quelle feste. Erano diversi mesi che lei e Draco avevano cominciato ad incontrarsi in segreto e tra di loro era nato un forte sentimento d'amore. Anche se il serpeverde non le aveva mai fatto alcuna dichiarazione la ragazza conosceva i suoi sentimenti. Pochi mesi prima infatti Draco le aveva permesso di leggere i suoi pensieri e le aveva fatto scorgere il sentimento che era nato nel suo cuore.
Sotto consiglio del professor Piton i due ragazzi avevano continuato a mantenere gli stessi toni astiosi che avevano contraddistinto il loro rapporto negli anni precedenti, in modo da non destare sospetti.
Il periodo delle feste era comunque uno dei più difficili per la grifona. Il giovane rampollo dei Malfoy era infatti circondato da molte ragazze che gli mandavano bigliettini adoranti e pacchetti regalo e la ragazza faceva molta fatica a non reagire quando assisteva a quelle avance così insistenti. Più di una volta la gelosia aveva preso il sopravvento ed Hermione aveva fatto valere la sua autorità di Prefetto per comminare punizioni molto severe alle corteggiatrici suscitando l'ilarità del suo innamorato segreto.
Le ragazze che corteggiavano Draco erano molto più disinibite della riccia, ed Hermione essendo molto insicura in campo sentimentale aveva paura di non essere all'altezza del serpeverde e che lui presto si sarebbe stufato di aspettare i suoi tempi e avrebbe ceduto ad una di quelle oche.
Il colpo di grazia in quel periodo così nero lo diede il professor Piton quando convocò Hermione nell'ufficio del Preside. I due professori l'avevano mandata a chiamare perché avevano scoperto che la ragazza aveva deciso di rimanere a Hogwarts durante le feste di Natale. I genitori di Draco erano stati incarcerati in un luogo segreto poco tempo prima, in modo da non compromettere la copertura del ragazzo e sapendo che il giovane serpeverde sarebbe rimasto a scuola da solo durante le feste, Hermione voleva rimanere anche lei per non fargli passare il Natale da solo.
«Signorina Granger, abbiamo saputo che ha intenzione di passare le vacanze natalizie qui a scuola e pensiamo che la sua sia una pessima idea.» Esordì il professor Piton senza peli sulla lingua.
«Non penso che siano affari vostri dove passo le mie vacanze. Quindi se volete scusarmi devo tornare in biblioteca.» Rispose la grifona per poi voltarsi e dirigersi verso la porta.
«Hermione, ti puoi fermare per favore?» Chiese cordiale il preside.
La grifona si fermò sulla soglia dello studio e ricacciando la stizza per il commento di Piton si voltò, pronta a discutere con i due uomini.
«Prego accomodati.» Disse il professor Silente indicando una sedia.
La ragazza fece quello che l'uomo le aveva chiesto e si sedette senza dire una parola. Era turbata perché Draco aveva rivelato al professore di pozioni le sue intenzioni. Nonostante nemmeno lui fosse molto d'accordo con la sua idea di rimanere a scuola per le vacanze, Hermione non pensava che si sarebbe rivolto ai professori per fargli cambiare idea.
«Hermione ti prego di ascoltarmi, è necessario che tu vada a casa per le vacanze. Pensiamo ci possano essere delle persone che tengono d'occhio Draco e la tua presenza qui, senza i tuoi amici desterebbe troppe domande. Cerca di capire, la vostra copertura è molto fragile e non possiamo permettere che venga messa a rischio così. Ti chiedo scusa perché io e il professor Piton abbiamo invaso  troppo spesso per mezzo della  Legilimanzia la vostra mente. Il fatto che lo abbiamo fatto con il solo scopo di proteggervi non ci giustifica. In ogni caso abbiamo scoperto le tue intenzioni e troviamo estremamente pericolosa questa tua decisione da non poter fare a meno di intervenire. Dovresti andare alla Tana con i tuoi amici, questo è il primo Natale che Harry passa senza Sirius e penso che avrà bisogno di tutto il supporto possibile.»
«E Draco? Anche lui passerà un brutto Natale. » E non sarà il primo, pensò fra se. Il ragazzo le aveva raccontato quanto fossero freddi e asettici i natali in casa Malfoy e lei avrebbe voluto  fargli passare un vero Natale. «Non dico che Harry abbia meno bisogno di Draco di un supporto umano, ma lui non ha solo me, ha anche i Weasley.»
«Lo capiamo Hermione, e ci saranno altri Natali che potrete passare insieme, quest'anno tuttavia dobbiamo insistere che tu vada dai Weasley come programmato.» Disse in tono comprensivo il preside.
«Sapevo che era una pessima idea metterla a conoscenza della verità. Con la sua testardaggine ci farà scoprire tutti. Forse dovremmo Oblivarla, in questo modo terremmo al sicuro il nostro segreto.» Disse Severus puntando la bacchetta addosso ad Hermione.
La ragazza si ritrasse spaventata, non voleva perdere quei mesi di ricordi con Draco.
«Suvvia Severus, sono sicuro che Hermione ha capito il nostro punto di vista e seguirà il nostro suggerimento.» Intervenne il preside.
«SI, non è necessario minacciarmi, farò quello che mi avete chiesto con tanta gentilezza.» Rispose seccamente la ragazza.
La sera prima della partenza la grifona con la scusa di portarsi avanti con i compiti aveva incontrato il ragazzo nella Stanza delle Necessità. Draco avrebbe voluto darle il regalo che le aveva comprato ma la ragazza insistette che si sarebbero scambiati i regali solo al suo ritorno a Hogwarts, aveva pensato di ricreare nella Stanza delle Necessità una calda atmosfera natalizia, in modo che anche lui potesse avere un Natale speciale.
La mattina della partenza il Preside le si avvicinò per salutarla e scusarsi dei modi poco democratici usati da lui e dal professore di Pozioni per convincerla a fare come volevano loro.
«Mi scuso per i nostri modi Hermione, capisco i sentimenti  che ti avevano spinto a voler passare il Natale qui a Hogwarts. Purtroppo questi tempi ci impongono dei sacrifici. Spero che tu possa perdonare il nostro intervento.» Disse il Preside cambiando poi radicalmente argomento, senza alcuna apparente ragione. «Sai per ragioni di sicurezza nel periodo scolastico disattivo il camino della Stamberga Strillante, ma adesso che quasi tutti gli studenti torneranno a casa penso proprio che lo riattiverò per qualche giorno per verificare che sia sempre funzionante. Ti auguro un Buon Natale.» Concluse strizzandole un occhio.
La ragazza ci mise qualche istante per recepire l'informazione che gli aveva appena dato il preside, ma poi gli sorrise grata del regalo che gli aveva appena fatto. «Grazie signor Preside, le auguro un felice Natale.»
Era la mattina di Natale e in casa Weasley fervevano i preparativi per il pranzo di Natale. Hermione scese presto quella mattina, aveva deciso di inventarsi una scusa per uscire di casa. A quell'ora solo la signora Weasley era in piedi.
«Buongiorno signora Weasley e buon Natale.» Disse la ragazza avvicinandosi alla donna.
«Oh Hermione, buon Natale anche a te! Cosa ci fai già in piedi? E come mai sei vestita come se dovessi uscire?» Chiese la donna osservandola con attenzione.
«Ho sentito i miei genitori e hanno avuto un problema con la crociera a cui dovevano partecipare, la partenza è stata posticipata a domani pomeriggio. Ho pensato di andare a passare il giorno di Natale con loro e tornare domani. Spero che non ci rimaniate troppo male ma mi sembrava giusto passare del tempo anche con loro.» Disse imbarazzata la ragazza, le dispiaceva mentire così ai Weasley e ai suoi amici ma non voleva lasciare Draco da solo.
«Oh cara, capisco perfettamente! Forse potremmo farli venire qui e passare le feste tutti insieme...» Suggerì la donna.
«La ringrazio per il pensiero ma penso sia meglio che vada io da loro. Se per lei va bene tornerò domani in mattinata.»
«Ma certo cara. Aspetta solo qualche minuto vado a svegliare i ragazzi almeno li puoi salutare.» Insistette la donna.
Hermione cercò di protestare ma la donna si era già dileguata per andare a svegliare il resto della famiglia.
Molly tornò qualche minuto dopo con il resto della famiglia. La ragazza imbarazzata raccontò la stessa storia che aveva inventato per la signora Weasley e i ragazzi la lasciarono andare via solo dopo essersi scambiati i regali di Natale.
Draco quella mattina si era alzato presto. Essendo l'unico studente di Serpeverde rimasto a scuola non aveva senso rimanere nel dormitorio e decise di andare ad allenarsi a Quidditch prima di colazione. Adorava la sensazione di libertà che gli dava volare e quel panorama innevato così puro ed immutabile gli dava un senso di pace che non aveva mai provato prima. A colazione i pochi professori rimasti a Hogwarts avevano fatto un'unica tavolata insieme agli studenti rimasti. Lui ignorò l'invito di Silente e andò a sedersi solo al suo tavolo. Era arrabbiato per l'invasione della sua mente da parte di Severus, perché nonostante fosse stato proprio lui a sconsigliare ad Hermione di rimanere a scuola, in fondo al suo cuore avrebbe voluto averla accanto quel Natale e la minaccia che gli aveva rivolto Severus per convincerla a partire l'aveva profondamente infastidito.
La voce di Severus dietro le spalle lo costrinse a riscuotersi dai suoi pensieri. «Draco, avanti non fare il bambino, vieni a sederti con gli altri studenti.» Gli chiese a bassa voce.
Il serpeverde alzò volutamente il tono di voce e rispose. «Io non dividerò mai il tavolo con Sanguesporco e traditori del nostro sangue.» Usò volutamente il tono di voce colmo di disprezzo che adoperava per mantenere integra la sua copertura.
Il professore alzò gli occhi al cielo. Non poteva certo lamentarsi visto che Draco stava facendo quello che per tanti mesi lui gli aveva chiesto di fare: tenere al sicuro la sua copertura.
«Potresti fare uno sforzo, dopotutto oggi è Natale.» Provò di nuovo Severus.
«Il Natale è una festa per Babbani. Passerò la giornata fuori ad allenarmi a Quiddicht.» Rispose risoluto il serpeverde.
In quel momento un gufo che non conosceva planò proprio davanti al loro tavolo e porse la zampina a Draco. Il ragazzo prese la missiva senza aprirla e guardando negli occhi il suo padrino aggiunse. «Deve dirmi qualcos'altro?»
«No, nient'altro  Draco» Rispose l'insegnante prima di allontanarsi.
Il serpeverde aprì la missiva, curioso di sapere chi gli scrivesse. Lesse il biglietto e sorrise.


Ti aspetto a mezzogiorno alla Stamberga Strillante, mi raccomando vieni da solo.

Sotto a quell'unica scritta c'erano le istruzioni per usufruire del passaggio segreto che passava sotto il Platano Picchiatore e di come bloccare i rami dell'albero per passare.

Se non avesse riconosciuto la calligrafia il ragazzo si sarebbe preoccupato nel ricevere un biglietto così criptico, quasi minaccioso. Contento che la sua mezzosangue avesse trovato il modo per essere li con lui il giorno di Natale si alzò e si diresse verso il suo dormitorio per cambiarsi e avviarsi all'appuntamento.
Sulla strada per i sotterranei di Serpeverde il ragazzo incontrò il preside. «Buon Natale Draco.» Disse bonario. «Oggi potresti mangiare al tavolo con noi se ti va.» Propose poi.
«La ringrazio ma non penso che verrò ne a mezzogiorno ne stasera a cena. Preferisco stare da solo, spero che rispetterà il mio desiderio almeno per oggi.»
Il preside non cercò di convincerlo, rispose invece che non sarebbe stato disturbato.
Quando Draco entrò nella Stamberga Strillante rimase folgorato da come era stata addobbata la casa. Dappertutto c'erano festoni e ghirlande e un grande albero di Natale capeggiava vicino al camino. Bastoncini di zucchero e caramelle di Mielandia addobbavano l'abete e sotto c'era un solo regalo incartato con cura. La tavola era stata apparecchiata con vettovaglie dai colori verde argento, tutto nella casa richiamava i colori della Casa di Serpeverde.
«Buon Natale Draco.» Disse Hermione cingendogli i fianchi da dietro. Il ragazzo si girò e le sorrise stringendola fra le braccia. «Buon Natale mia cocciutissima grifondoro. Noto con piacere che finalmente hai acquisito buon gusto nel scegliere i colori più adatti per le decorazioni.» La prese in giro il ragazzo.
«Non ti montare la testa Malfoy.» Gli rispose dandogli un buffetto scherzoso sul capo.
Hermione aveva steso un plaid scozzese per terra davanti al camino e condusse il ragazzo fino al giaciglio improvvisato per poi farlo accomodare. Draco la seguì senza protestare ma quando vide che slacciava il grazioso abitino che indossava e lo faceva scivolare ai suoi piedi si alzò  prendendola fra le braccia. «Hermione cosa stai facendo?» Chiese coprendola con il suo mantello e guardandola negli occhi.
«Mi sembra evidente, ti do il tuo regalo di Natale.» Rispose impacciata, arrossendo visibilmente nel parlare. «Penso sia arrivato il momento...» Aggiunse dando per scontato che lui avrebbe capito di che “Momento” parlava.
La ragazza che sapeva sempre quello che era giusto fare in quel momento si sentiva smarrita. Aveva scelto con cura un completo di pizzo color argento dal taglio molto fine, e anche se non si sentiva per nulla femminile con quell'intimo si era spogliata davanti a Draco e lui non l'aveva nemmeno guardata, anzi l'aveva coperta con il suo mantello per poi chiedergli spiegazioni. Quella situazione non era andata per niente come se l'era immaginata.
«Penso che sia meglio aspettare Hermione.» Disse l'uomo senza guardarla veramente negli occhi.
«So di non essere femminile o provocante e che probabilmente la mia inesperienza in questo campo ti infastidisce. Dimmi la verità, non sei attratto da me non è vero?»  Chiese lei sempre più nel panico.
Draco alzò lo sguardo e lo puntò adirato su di lei. «Non dire stupidaggini. Tu non hai idea di quanto sia difficile per me resisterti, ma penso che tu non sia veramente pronta e io non voglio che ti senta obbligata a fare qualcosa che non sei pronta a fare solo perché hai paura che io non voglia più aspettare. Quindi non ti azzardare mai più a pensare che io non ti desideri! Dovresti vedere quante docce fredde mi faccio al giorno per capire quanto sia forte il mio desiderio nei tuoi confronti.» Le disse stringendola poi tra le sue braccia.
«Ma come fai a sapere che io non sono pronta...» Protestò la ragazza stringendosi ancora di più al ragazzo.
«Perché io ti conosco, so come sei fatta e so che adesso non è il momento più giusto per fare un passo così importante. Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, io sarò qui e quando sarai pronta lo capirò senza bisogno di parole, fidati.» Gli disse baciandola poi con passione. « E non ti preoccupare non mi interessa nessuna ochetta di Hogwarts quindi smettila di metterle in punizione per nulla se no penseranno che hai un cotta per me.»
«Io non le punisco per nulla, se non rispettano le regole è mio dovere punirle.» Gli rispose punta sul vivo.
«La gonna di 1 cm troppo corta non è una grave mancanza... io lo dico per te, ti stai rendendo troppo impopolare con le ragazze e non vorrei che ti prendessero di mira.»
La donna prese il vestito e andò nell'altra stanza a rivestirsi. Quando tornò da Draco gli consegnò il regalo che gli aveva comprato qualche settimana prima.
«Buon Natale, spero che questo regalo ti possa piacere più del precedente.»
«Non dire stupidaggini. Quello di prima sarebbe stato un regalo stupendo, decisamente troppo per uno come me!» Rispose prendendo il pacchetto e scartandolo. Erano un paio di guanti nuovi per il Quidditch.
«Ho visto che i tuoi erano rovinati e ho pensato ti sarebbero stati utili.»
«Grazie Hermione sono bellissimi, li userò a tutte le partite e penserò a chi me li ha regalati. Questo invece è il mio regalo per te.» Disse dandole un piccolo pacchetto.
Era un piccolo serpente d'argento con incastonati due rubini al posto degli occhi. «Quando l'ho visto mi ha ricordato un po' noi due sai per via della forma da serpente ma con gli occhi del colore della tua casa. So che non potrai farlo vedere in giro ma spero che questo dono ti possa piacere.»
Hermione guardò quel piccolo splendido ciondolo. «È bellissimo. Ti ringrazio, lo custodirò gelosamente» Lo prese e se lo mise subito al collo facendolo sparire dentro la scollatura.


Hermione guardava quella scena con le lacrime agli occhi. Quello era stato il primo Natale felice per entrambi.
«Vedi che una volta usavi completini più sexy con mio cugino» Disse il fantasma per smorzare la tensione. Ma quando vide il volto della donna capì che non era il caso di scherzare.  «Vieni, abbiamo ancora tanto da vedere e la notte è breve.»

Nonostante le proteste della donna il fantasma la caricò di nuovo sulla scopa e cominciò a volare alto nel cielo. Hermione aveva tenuto sempre gli occhi chiusi per evitare di sentirsi male e li riaprì soltanto quando sentì che stavano planando. Il paesaggio che si presentò davanti ai suoi occhi la fece agitare non poco, tanto che Sirius rischiò di perdere la presa sulla scopa.
«Hermione, cerca di stare ferma. Se precipitiamo io sono già morto e non mi può succedere nulla di peggio, ma lo stesso non si può dire per te.»
«Ti prego Sirius non portarmi li, per favore.» Supplicò la donna vedendo che si stavano avvicinando a gran velocità alla residenza dei Malfoy.
Sirius non la degnò nemmeno di una risposta e con un movimento della mano li proiettò dentro l'abitazione e più precisamente dentro il bagno della camera da letto che aveva diviso con Draco per alcuni anni.
All'interno della stanza una Hermione più giovane di qualche anno piangeva disperata.

La donna ricordava perfettamente quella sera. Era la vigilia di Natale del suo primo anno di matrimonio. La ragazza aveva appena perso i suoi genitori, un banale incidente stradale glieli aveva portati via poco dopo la fine della guerra. Era riuscita a tenere lontano suo padre e sua madre dal pericolo, dalle grinfie di Voldemort, Oblivandoli e spingendoli a trasferirsi in Australia, e proprio poco dopo averli ritrovati, ed avergli fatto recuperare la memoria, erano morti a causa di un camionista che guidava ubriaco. Il destino si era fatto decisamente beffe di lei.
A causa di quella perdita la ragazza non aveva fatto molto caso al ciclo che tardava ad arrivare. Lei non era mai stata un tipo regolare e aveva associato quel ritardo più prolungato rispetto al solito, allo stress che la morte dei suoi gli aveva causato. Nell'ultimo periodo aveva avuto diversi malesseri che l'avevano messa in allarme.  Le era capitato di avere spesso nausee, soprattutto di mattina, e di provare repulsione per alcuni cibi, oltre ad avere avuto diverse volte dei capogiri e degli sbalzi umorali. Tutti quei sintomi uniti al forte ritardo nel ciclo avevano spinto la grifona ad andare nella Londra Babbana per comprare un test di gravidanza.
Aveva eseguito il test la mattina della Vigilia di Natale e il risultato era stato inequivocabile: era incinta.
In un primo momento era stata felice della notizia. Sebbene una gravidanza così presto la mettesse in agitazione, era contenta di diventare madre, e aveva avuto l'istinto di correre di sotto e comunicare subito al marito la bella notizia. Dopo il primo attimo di eccitazione si era ritrovata però a pensare se Draco sarebbe stato davvero contento di quella notizia. Erano entrambi molto giovani e nessuno dei due aveva ancora trovato il primo impiego. Certo la famiglia Malfoy aveva alle sue spalle molte ricchezze e non avrebbero avuto problemi di soldi anche se non avessero lavorato nemmeno un giorno della loro vita. Ma la ragazza si era sempre rifiutata alla prospettiva di farsi mantenere, non l'attirava l'idea di passare le giornata aspettando il marito e non avere altro problema se non organizzare feste o fare shopping. Non aveva nulla contro la signora Malfoy o la signora Weasley che avevano adottato, in modi diversi, quello stile di vita. Lei però voleva diventare una Medimago pediatra e anche Draco aveva delle ambizioni come Pozionista. A suo marito inoltre piaceva molto uscire a divertirsi con gli amici. A volte uscivano insieme ma spesso si organizzava delle serate solo fra uomini con Blaise e Theo, ed Hermione temeva che avrebbe accolto la notizia che sarebbe diventato padre come una condanna, e con il tempo avrebbe visto Hermione come una palla al piede. La ragazza si chiedeva se fosse giusto privare il marito di quel momento della vita. Aveva già sacrificato l'adolescenza a combattere Voldemort, e la sua infanzia era stata terribile grazie a Lucius. D'altra parte nel mondo Magico non c'erano opzioni diverse per una donna incinta, e se anche ci fossero state lei non avrebbe mai potuto prendere in considerazione l'idea di mettere fine alla vita che cresceva dentro di lei.
Dubitava tra l'altro che Lucius e Narcissa sarebbero stati felici di diventare nonni di un mezzosangue, sicuramente i mesi successivi sarebbero stati carichi di tensione.
Presa dal panico decise di aspettare fin dopo le feste a comunicare la notizia al marito. Quella sera e per i due giorni successivi il Manor sarebbe stato invaso dagli amici di Draco con le relative compagne, senza contare che anche Piton era stato invitato ed Hermione non voleva rovinare il Natale a nessuno.
Avrebbe tanto voluto avere sua madre vicino, lei sicuramente avrebbe avuto il consiglio giusto da darle, e le mancavano anche Ginny ed Harry, loro avrebbero usato le parole giuste per infonderle sicurezza. Quel Natale la ragazza si sentiva veramente sola. Sebbene fosse entrata in confidenza con gli amici di Draco, specialmente con Daphne, Hermione non poteva certo rivelarle della gravidanza prima di averlo detto a suo marito.
Quella sera a cena l'atmosfera era leggera e scherzosa. Narcissa aveva fatto un lavoro impeccabile nell'organizzare l'evento e si stava godendo la serata conversando con Lucius e con Severus.  Mentre tutti gli altri ridevano e scherzavano Hermione non riusciva a distrarsi, troppo in ansia per la notizia che avrebbe dato entro pochi giorni a Draco. In più la nausea quella sera non l'aveva abbandonata un istante. Quando Narcissa le passò un vassoio di antipasti l'odore del salmone le accentuò il fastidio, lo passò quindi a Draco senza prendere nulla.
«C'è qualcosa che non va Hermione? Forse non ti piacciono gli antipasti che ho fatto preparare?» Chiese la suocera un poco infastidita dal fatto che la ragazza non avesse toccato cibo quella sera.
«Probabilmente il palato della signorina Granger non è abbastanza raffinato per le tue pietanze.» Commentò con cattiveria Lucius, chiamando come sempre Hermione “signorina Granger” come a rimarcare che lui non considerasse valida quell'unione in matrimonio.
Hermione sopraffatta dal malessere si sentiva fragile e sentiva le lacrime che premevano per uscire. Per non farsi vedere cosi debole, soprattutto agli occhi di Lucius che non mancava mai di punzecchiarla, la ragazza si alzò da tavola. «Scusatemi, continuate pure la cena io mi assenterò qualche minuto.» Riuscì a dire prima di catapultarsi al piano di sopra e chiudersi nel suo bagno a piangere e dare di stomaco.
Draco la raggiunse qualche istante dopo e cominciò a bussare alla porta per farsi aprire. L'uomo era preoccupato, solitamente la moglie non reagiva così male alle frecciatine del padre, e voleva capire cosa non andasse quella sera.
«Hermione, non te la devi prendere per quello che dice mio padre, lo sai come è fatto. Per favore aprimi.»
«Per favore torna dagli ospiti, io ho bisogno di qualche altro istante» Rispose la ragazza prima di essere colta da un nuovo attacco.
Draco sentì attraverso alla porta che la moglie si stava sentendo male e ricominciò a bussare. «Hermione aprimi, sento che stai male. Fammi entrare!»
«Non voglio che tu mi veda in questo stato, torna dagli ospiti, io scenderò il prima possibile.» Cercò di convincerlo la ragazza.
«Non dire stupidaggine o mi apri subito oppure butto giù la porta con una Bombarda Maxima.» Minacciò il ragazzo.
La grifona titubante sbloccò la porta con la magia e lo fece entrare.
Il ragazzo le tirò indietro i capelli per evitare che si sporcasse e attese fino a quando non ebbe terminato. Poi prese un asciugamano lo inumidì e glielo passò sulla fronte.
«Penso tu abbia preso un virus, forse dovrei mandare via gli ospiti in modo che tu possa riposarti.» Disse accarezzandole i capelli.
«Non è necessario, non è un virus... Draco ho una cosa da dirti.» Disse abbassando gli occhi.
«Ti ascolto.» Rispose continuando ad accarezzarle il viso.
Vedendo che la moglie non accennava a parlare il ragazzo  prese le mani tra le sue. «Lo sai che tu puoi dirmi qualsiasi cosa vero?»
La ragazza annuì e gli porse il test di gravidanza.
Vedendo lo sguardo interrogativo del ragazzo gli spiegò. «Stamattina ho fatto un test di gravidanza  perché mi sono accorta di avere un ritardo ed è risultato che sono incinta.»
«Sei incinta?» Ripeté incredulo il marito.
Lei annuì senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
«Questo è il più bel regalo che mi potessi fare Hermione» Gli disse stringendola tra le braccia.
«Quindi ne sei felice?» Chiese guardandolo negli occhi.
«Ma certo che sono felice! Perché ne dubitavi? Forse tu non lo sei?»
«Io sono molto contenta di diventare madre, pensavo solo che magari tu pensassi di essere troppo giovane per diventare padre. Penso che sarà un bel cambiamento per noi.» Cercò di spiegargli la ragazza.
«Non vedo l'ora di affrontare con te questo cambiamento.» La prese in braccio. «Vieni ora che porti in grembo il mio erede non dovrai più fare alcuno sforzo.» Le disse premuroso.
«Vuoi forse portarmi in braccio per i prossimi mesi?» Chiese ridendo, più serena. «E comunque chi ti dice che sarà un maschio? Magari sarà una femmina e verrà smistata a Grifondoro.»
«Non dire oscenità, mio figlio non verrà mai smistato a Grifondoro. Per quello che riguarda il sesso mi andrebbe bene anche una principessa ma sono secoli che i Malfoy generano solo maschi, per questo penso che sarà un maschietto.»
Stavano tornando di sotto dagli ospiti, Draco sarebbe andato nel laboratorio per preparare una pozione per la nausea, prima di tornare alla cena. Sulle scale incontrarono Severus. «Draco, spero che non ti dispiaccia ma ho usato il tuo laboratorio sotterraneo per fare questa.» Disse mettendo tra le mani di Hermione una pozione.
«È una pozione per la nausea usata dalle donne in gravidanza. Penso che ti darà un po' di sollievo.»
«Severus tu come sapevi che Hermione è incinta?» Chiese fissando prima lui e poi la ragazza.
«Suvvia Draco, non penserai che Hermione si sarebbe confidata proprio con me. Ho solo riconosciuto i sintomi che indicavano il suo stato.»
La ragazza prese la pozione. «La ringrazio professor Piton.»
«Ormai non sono più un tuo professore, se ti va puoi chiamarmi Severus.»
Hermione annuì. «Grazie Severus»
«Mi sono permesso di preparare anche questa. È una pozione per individuare il sesso del nascituro. Basterà aggiungere un tuo capello e la pozione farà una fumata azzurra se è un maschio e rosa se è femmina.»
I ragazzi tornarono alla cena e Draco non resistette e diede l'annuncio. «Ragazzi, Hermione ha appena reso questo Natale il più bello della mia vita. Presto avremo un bimbo!»
«O una bimba!» Puntualizzò Hermione.
«Per risolvere questa diatriba non c'è altro da fare che provare la pozione di Severus.» Disse Draco versando in una scodella la pozione e staccando un capello di Hermione per poi buttarlo nella scodella.
Non appena inserì il capello la pozione emise due fumate azzurre ravvicinate. «A quanto pare Draco ha avuto doppiamente ragione, aspettate due gemelli entrambi maschi.» Disse Severus.
Lucius era rimasto in disparte, ma quando sentì che sarebbe diventato nonno di due gemelli sbottò irritato. «Due gemelli, non si è mai visto un parto gemellare nel nostro casato, quella donna sta rovinando tutte le nostre tradizioni.»
«Suvvia Lucius, non è una tradizione così importante avere un solo figlio per ogni generazione. Io sono contenta di diventare nonna di due bambini.» Sussurrò Narcissa emozionata dalla bella notizia.
Anche Blaise e Theo ne approfittarono per fare un annuncio. Blaise e Pansy aspettavano un maschietto che sarebbe nato a giugno, mentre Daphne e Theo avrebbero dato alla luce una femmina ad agosto.
«Che bello» Disse Draco. «Una nuova generazione di serpeverde frequenterà presto Hogwarts.»
«Magari i nostri figli saranno Corvonero o Grifondoro.» Insinuò la riccia sorridendo.
«Non lo dire nemmeno per scherzo.»
Quella stessa sera quando Hermione e Draco si erano appena ritirati nella loro stanza Narcissa andò a trovarli.
«Sono davvero felice per la bella notizia che mi avete dato e vorrei farvi un dono. Nella mia famiglia c'è sempre stata la tradizione di chiamare i nostri figli con nomi di stelle e mi fareste un onore se vorrete continuare la tradizione. Questa è una mappa astronomica, magari troverete ispirazione per i nomi.»
«Ne sceglieremo uno a testa, per non far torto a nessuno.» Disse Draco. «Cosa ne pensi di Altair? È la stella più luminosa della costellazione dell'Aquila. È il mio patronus e dopotutto il grifone è metà aquila e metà leone quindi sarebbe sia una parte di me che una di te.» Suggerì l'uomo.
«Mi sembra un nome stupendo! E tu cosa ne pensi di Scorpius? Come ricordi al mio sesto anno ho cambiato il mio patronus, che adesso è un serpente. Nei miti antichi lo scorpione e il serpente sono sempre stati legati, in alcune culture hanno lo stesso significato, quindi se lo chiamassimo Scorpius anche lui  sarebbe sia una parte di me che una parte di te, visto che la tua Casa era serpeverde. Scorpius è il nome di una costellazione, quindi rispetteremmo la tradizione di tua madre, visto che stiamo già rompendo quella della casata Malfoy di un unico erede.» Suggerì Hermione
«MI piace. Si chiameranno Scorpius e Altair.» Concluse Draco prima di abbracciare sua moglie e baciarla con passione. «Grazie Hermione, grazie per tutto.»


L'Hermione del presente aveva guardato con occhi rabbiosi Narcissa quando gli aveva donato la mappa astronomica. «Come può essere stata così falsa. Sai allora ci ero caduta nel suo inganno, avevo pensato che fosse davvero felice per la nascita dei nostri figli e che con lei avrei potuto  ritrovare un po' di calore famigliare. Sono stata veramente una stupida.» Disse amara.
«Non sempre le cose sono come sembrano mia cara.» Rispose enigmatico. Poi le prese la mano e la condusse fino al camino più vicino. «Per la nostra prossima destinazione avremo bisogno di una Metropolvere particolare.» Disse tirando fuori una polvere blu scintillante, per poi scomparire con Hermione dentro al camino.

Quando uscirono  di nuovo dal camino si ritrovarono sempre nella residenza dei Malfoy.
«Come mai siamo sempre qui? Hai perso forse i tuoi poteri e non riesci più a portarci via?» Chiese ansiosa Hermione.
«Siamo nello stesso posto, ma in un tempo diverso.» Rispose criptico Sirius.
La donna si guardò intorno senza riconoscere il ricordo che lo spirito voleva fargli vedere. «Forse hai sbagliato qualcosa, non riconosco questa scena.»
«Forse non la riconosci perché non l'hai mai vissuta. Questo è quello che sta succedendo questo Natale nella residenza dei Malfoy.» Rispose il fantasma.
Hermione non poteva assistere a quello spettacolo non sarebbe riuscita a sopportarlo. Così senza guardandosi indietro cominciò a correre verso la porta dello studio di Draco, per poter uscire da quel luogo il più presto possibile. Non appena uscì dalla stanza si ritrovò catapultata indietro.
«Come ti ho già detto molte volte, è un regalo che non puoi rifiutare amica mia.»  Disse Sirius.
Rassegnata la donna si mise ad osservare la scena che il fantasma le voleva mostrare.

Draco era seduto alla scrivania, stava controllando dei documenti, quando sua madre entrò nella stanza. «Draco tra poco gli ospiti saranno qui. Vai a prepararti per la cena.»
«Non sono nello spirito giusto per ricevere visite. Dovresti intrattenere tu gli ospiti, visto che sei stata tu ad invitarli.» Disse l'uomo amaro.
«Puoi cercare di sforzarti. È la vigilia di Natale, cerca di entrare nello spirito almeno per Scorpius.» Provò a convincerlo Narcissa.
«A proposito di Scorpius, hai comprato i regali che aveva chiesto a Santa Claus?» Chiese il pozionista.
La donna abbassò gli occhi dispiaciuta. «Non ho potuto realizzare il suo desiderio, mi dispiace.»
«Madre, mio figlio non ha mai avuto grosse pretese, volevo che avesse qualsiasi cosa desiderasse. Penso che ci possiamo permettere di accontentarlo, non credi?» La rimproverò il pozionista.
Narcissa senza dire una parola gli porse la lettera del nipote.
Quando vide lo sguardo di Draco rabbuiarsi Hermione gli si avvicinò per leggere la missiva. Era così surreale essere di nuovo accanto all'unico uomo che avesse mai amato. Erano passati quattro anni dall'ultima volta che lo aveva visto e l'uomo sembrava cambiato. Un accenno di barba gli era spuntata sul viso ma non gli dava un'aria trasandata, anzi, lo rendeva ancora più affascinante. Lo sguardo invece si era affilato e incupito, ricordava vagamente il ragazzino dei primi anni di Hogwarts. Quegli occhi, Hermione lo aveva capito molti anni prima, nascondevano un uomo triste che sa di non poter avere l'unica cosa che veramente desidera.  Quello che voleva ardentemente il bambino a Hogwarts era una vita famigliare più serena. La grifona si chiedeva cosa desiderasse invece l'uomo che aveva davanti.
Quando anche lei lesse la lettera una lacrima le solcò il viso scendendo a tradimento fino alla gota.


Caro Santa Claus,
So di non essere stato un bambino molto ubbidiente quest'anno ma spero comunque che tu non mi abbia messo nella lista dei cattivi. Anche se ci sarebbero tanti giochi che mi piacerebbe ricevere da te avrei un desiderio più grande.
Potresti far tornare la mamma per favore? Vorrei tanto poterla conoscere. Sai papà teneva una sua foto nel suo studio, prima che scoprisse che andavo a guardarla, adesso è sparita.. Ha degli occhi così dolci la mia mamma, è sicuramente molto buona e forse se tornasse papà smetterebbe di avere lo sguardo così triste.
Se la fai tornare cercherò di essere più ubbidiente e non ti chiederò altri regali per i prossimi quattro, anzi facciamo cinque anni.
Scorpius Malfoy


«Potresti andarla a cercare.» Disse Narcissa spezzando il cupo silenzio che era sceso nella stanza.
«Lei ci ha abbandonato, e per di più ha fatto in modo che io non potessi andare a cercarla, mettendomi contro il Ministro della Magia. Mi ha imposto la sua scelta.» Rispose l'uomo con amarezza.
«Non ti preoccupare per Scorpius, questo Natale avrà una bellissima scopa giocattolo. Si alza da terra solo di venti centimetri quindi se anche cadesse non si farebbe male. Il bambino ne ha parlato per settimane e quindi sono sicura che gli piacerà. Tuo padre ha deciso di regalargli anche una spada, vuole farlo cominciare ad allenarsi a duello.» Disse Narcissa chiudendo quell'argomento tanto doloroso.
«Spero che sia una spada di legno. Scorpius ha solo cinque anni e non vorrei che si facesse male. Per la scopa hai fatto bene, sono sicuro che il piccolo apprezzerà»
«No la spada è vera, ma non è affilata. Sai come la pensa tuo padre...»
«Scorpius è mio figlio e non ho intenzione di rischiare che si faccia male.» Precisò Draco con fermezza.
Proprio in quel momento il piccolo entrò nella stanza. «Papà!»  Disse il bambino correndogli incontro. «Stanotte arriva Santa Claus! Io e nonna abbiamo preparato i biscotti e gli metteremo anche un bicchiere di latte e le mele per le renne»
Hermione osservava rapita il figlioletto che non vedeva da quattro anni. Era cambiato così tanto dal fagottino che aveva abbandonato nella culla. Hermione sapeva che sarebbe stato più esuberante di Altair, più simile a Draco che a lei. L'unica cosa di cui era felice la donna era di non aver dovuto scegliere lei quale figlio abbandonare, non sarebbe mai riuscita a compiere una scelta del genere.
Draco lo prese in braccio scompigliandogli i capelli  «Bravissimo campione! Sono sicuro che Santa apprezzerà. Sai volevo dirti una cosa a proposito di Babbo Natale. Sebbene lui sia molto potente purtroppo non riesce sempre a realizzare i desideri che abbiamo. Se per caso non riuscisse a esaudire le tue richieste promettimi che non ci rimarrai troppo male e non smetterai di credere in lui.»
Il bambino ci pensò su qualche istante e poi annuì serio con il capo. «D'accordo papà, te lo giuro.»
«Ora vai di sopra a cambiarti, fra poco arriveranno Edward ed Eloise. Domani ti prometto che ti porterò a fare un bel giro a bordo della mia scopa.»
«Grazie papà! Vado subito a cambiarmi.» Rispose il bimbo uscendo come una furia dallo studio.
«Vado ad aiutarlo, spero che andrai a cambiarti anche tu.» Disse Narcissa inseguendo il bambino.
Draco rimasto solo aprì un cassetto della scrivania e tirò fuori una foto di Hermione.
«Buon Natale Altair, buon Natale Hermione. Spero che stiate bene ovunque voi siate.» Disse accarezzando la foto della donna.
«Buon Natale Draco» Rispose Hermione con gli occhi lucidi, cercando di accarezzare i capelli dell'uomo. L'uomo si alzò e uscì dalla stanza.


La donna si sentì avvolgere dalle fredde braccia del fantasma.
«Vieni, dobbiamo andare.» Le disse.
«Quanto durerà ancora questo “dono” Sirius?» Chiese Hermione stravolta dalle mille emozioni che aveva provato quella notte.
«C'è solo ancora un posto dove ti porterò amica mia.» Rispose passando una catenella attorno alla donna.
Hermione guardando la catenella vide il pendaglio che era attaccato, un “Giratempo”. Il gioiello era diverso da quello che aveva usato a Hogwarts, era di color argenteo e la polvere nella clessidra era dello stesso blu di quella usata da Sirius nel camino.
«Dobbiamo tornare nuovamente nel passato?»
«Abbiamo già visto quello che dovevamo vedere nel passato, questo è un Giratempo particolare.» Rispose il fantasma girando la clessidra fino ad attivare il monile.

Quando riaprì gli occhi, Hermione vide uno sterminato prato verde. In fondo al campo riconobbe Altair che teneva la mano ad una sconosciuta. La donna aveva una spilla che la identificava come membro del Ministero. Man mano che si avvicinò vide che suo figlio guardava con le lacrime agli occhi una lapide, la sua lapide. Non riusciva a scorgere la data della sua morte ma Altair sembrava che avesse più o meno cinque anni.
La donna si voltò verso Sirius. «Morirò quest'anno? È questo che volevi farmi capire?»
L'uomo non le rispose ma con gesto della mano cambiò la scena molte volte.  Il soggetto era sempre lo stesso: il suo funerale. Ma nei vari scenari cambiava l'età di Altair, lo aveva visto ragazzino e poi uomo adulto. In tutti gli scenari il figlio era sempre solo, a parte l'impiegata del Ministero che lo teneva per mano negli scenari in cui era un minore.
Sirius cambiò nuovamente la scena e questa volta Hermione riconobbe il Manor e vide Narcissa, molto più vecchia di quanto la ricordasse. La donna era vestita di nero.
«Scorpius, è ora di andare. Sei pronto?»
Un giovane uomo, molto simile a Draco scese le scale. «Ho troppo da lavorare nonna, ho deciso di non venire.» Rispose impassibile.
«Come puoi pensare al lavoro in un momento simile? È il funerale di tuo padre!» Chiese la donna.
«Penso che papà apprezzerebbe la mia dedizione al lavoro. Adesso scusami, sono in ritardo per un appuntamento.» Disse freddamente, dirigendosi poi al camino per smaterializzarsi.

Sirius guardò la grifona. «Non è ancora scritta la data della tua morte o quella di Draco, ma se non cambierai quello sarà il futuro che attende i vostri figli. Due ragazzi soli al mondo che non riusciranno ad instaurare mai un vero rapporto con nessuno. Scorpius diventerà una perfetta copia di Lucius.
È questo quello che vuoi Hermione? »
«Ma certo che non voglio che succeda questo, ma non c'è niente che possa fare per cambiare le cose!» Gridò la donna con le lacrime agli occhi.
«C'è sempre qualcosa che si può fare amica mia. Forse un giorno avrai la possibilità di cambiare il vostro destino. Spero che sarai così intelligente da coglierla.» Rispose il fantasma soffiandole poi in faccia un po' della polvere blu.
Quando riaprì gli occhi Hermione si accorse di stare ancora piangendo. Altair era salito sul suo letto e la guardava preoccupato.
«Mamma, stai male? Ho sentito che gridavi... perché piangi?» Gli chiese asciugandogli una lacrima che era caduta sulla gota.
«Altair» La donna lo strinse forte tra le braccia. «Mamma sta bene, ha avuto solo un brutto incubo.»
«Ti difendo io!» Disse il bambino impugnando la spada di legno da cui non si separava mai in quel periodo.
«Grazie tesoro mio.» Rispose baciandogli la fronte.
«Se vuoi potrei dormire con te stanotte. Così potrei tener lontano gli incubi cattivi.» Propose il bimbo.
«Mi sembra un ottima idea, sono sicura che con te vicino gli incubi non torneranno a farmi visita.» Disse la donna scostando le coperte per farlo accomodare.
Pochi istanti dopo il bimbo si addormentò, mentre Hermione non riusciva più a riprendere sonno, troppo provata dalle immagini che aveva visto.  Quello era stato sicuramente un incubo. Si ripeteva cercando di razionalizzare la situazione. Doveva smettere di leggere racconti così cupi a Natale, si era fatta influenzare.
Non appena l'alba spuntò prese un foglio di carta e scrisse un biglietto che affidò ad un gufo.
Draco quella mattina si era alzato presto e quando arrivò nel suo studio vide un gufo fuori dalla finestra che lo aspettava. Non appena gli aprì l'animale gli porse la zampa e gli consegnò la missiva per poi volare via senza nemmeno aspettare il cibo con cui essere ricompensato.
Il biglietto recitava un'unica frase e non era firmato

Buon Natale Draco

L'uomo riconobbe la calligrafia e sorrise guardando il sole che faceva capolino in cielo. Se il suo augurio era arrivato a destinazione forse c'era ancora speranza per il futuro. Quel giorno si crogiolò in quell'auspicio.



Come avrete notato il capitolo non aggiunge molto alla storia presente. (Ci spiega più che altro in che circostanza Hermione aveva già incontrato il fantasma di Sirius) Ma penso che faccia capire la profondità del legame che univa Draco ed Hermione.
Vi lascio augurandovi un 2015 pieno momenti fantastici e spero che tutto quello che desiderate per quest'anno si possa realizzare.
Un abbraccio e a presto
Lyn
  
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