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Autore: crazy640    15/11/2008    12 recensioni
Salve a tutti!!Questo è il SEGUITO di "IO E TE...PER SEMPRE?"ma non è per forza collegata,anche se così troverete qualche piccola stranezza...I personaggi sn + di quelli inseriti.Spero vi piaccia. Il numero 4 di Privet Drive era stranamente silenzioso. Non c'erano passi veloci che correvano su e giu' per le scale,o musica che usciva dalle varie stanze della casa. Non c'era neanche il suono delle risate che aveva caratterizzato quella casa negli ultimi 17 anni. (...)A guardarli adesso sembravano una coppia perfetta,una di quelle che venivano prese ad esempio dai loro amici e conoscenti,ma avevano avuto anche loro dei problemi,e se tutti i loro sogni si erano realizzati era grazie alla fortuna,al destino e alla loro costanza. P.S.Ci sono altri personaggi che non ho potuto inserire nella lista.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io e te per sempre'
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Salve a tutti!!!E buon finesettimana!

Piccolo regalino per tutti i miei lettori che hanno faticato durante la settimana sui banchi di scuola e aspettavano questi giorni x un pò di riposo.Spero vi piaccia.

Alla fine del capitolo troverete un piccolo schema,come molti di voi mi hanno chiesto,per aiutarvi con le varie parentele...

Buona lettura e a dopo!!!

 

Come l'anno precedente,gli studenti avevano preso posto nel dormitorio e avevano disfatto i bagagli dopo la cena di benvenuto,dove la Preside McGranitt aveva imperversato per quasi mezz'ora con il suo discorso riservato quasi esclusivamente agli alunni del primo anno,e ritardando in quel modo l'arrivo del cibo.
Quando finalmente tutto fu finito,James e Ronald si trovarono nel dormitorio del loro anno e si stavano salutando prima che James andasse ad occupare la Camera dei Prefetti.
Quell'anno sarebbe toccato a lui e a Rose essere i Prefetti della Casa dei Grifondoro:un' onore che era stato ampiamente festeggiato dalla loro famiglia e specialmente da suo padre che alla loro età non aveva avuto lo stesso "privilegio".
Sarebbe stata la prima volta che lui e Ronald avrebbero dormito in camere separate:fin dalla nascita avevano diviso la grande camera accanto alla stanza di Teddy,che con gli anni era cambiata per venire incontro alle loro esigenze e anche ad Hogwarts avevano diviso il dormitorio,quindi sembrava strano ad entrambi quella nuova situazione.
-Sei sicuro che te la caverai bene senza di me?-domandò James al fratello prendendolo in giro.
In fondo era lui il maggiore dei due,doveva preoccuparsi dell'incolumità del suo fratellino...
Ronald si buttò a peso morto sul suo letto e rise.
-Cercherò di non piangere troppo forte stanotte-commentò con lo stesso tono.
Si guardò nel dormitorio ancora vuoto,e cercò di immaginarlo di lì a mezz'ora quando sarebbero arrivati gli altri occupanti: nel letto accanto al suo ci sarebbe stato Daniel Thomas,il figlio del famoso ex giocatore di Quidditch Dean Thomas,ora grande commentatore sportivo.
Di fronte a lui c'era Stewart Anderson,uno dei suoi compagni nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
A destra c'era Simon Campbell,il ragazzo da tenere vicino in caso di compiti in classe.
Certo c'era Rose,ma lei non gli avrebbe mai passato il risultato di un'esercizio durante un esame:la sua etica glielo avrebbe impedito.
Infine,nel letto piu' lontano c'era Ethan Cooper,uno dei suoi amici piu' vecchi.
-Sei riuscito a parlare con Sandy?-chiese a James tornando a guardarlo.
Sandy era la ragazza di suo fratello.
James l'aveva corteggiata per mesi prima che lei cedesse,neanche gli stesse facendo un grande favore.
James annuì,leggermente sconsolato.
-Ci ho parlato...Ma non ho risolto granchè-rispose misterioso.
Ronald si fece scappare un sospiro e si rizzò a sedere sul letto.
-Possibile che ogni volta devo tirarti fuori le cose con le tenaglie?-gli disse guardandolo.
James sorrise.
Ronnie aveva ragione:era sempre da lui che andava ogni volta che aveva bisogno di un consiglio o di parlare con qualcuno,ma quando poi lo aveva davanti era suo fratello a dover fare tutto il lavoro.
Era come se le sue corde vocali si bloccassero impedendogli di parlare e di spiegare cosa l'aveva spinto fin lì.
-Mi ha scaricato-disse alla fine.
Vide gli occhi di Ronald spalancarsi per la sorpresa e si lasciò andare ad una piccola risata.
-Non posso crederci!Ti ha lasciato?Dove,quando?-chiese.
-Hai visto quando mi sono allontanato dal vagone per incontrare gli altri Prefetti?-gli ricordò con voce calma.
Ronald annuì.
-Ci siamo incontrati lungo il corridoio e le ho chiesto se potevamo vederci piu' tardi,non appena la McGranitt ci avesse lasciato liberi,ma lei mi ha detto che le dispiaceva e che non poteva piu' stare con me-raccontò con tono incolore.
-Ma per quale motivo?-domandò l'altro fissando il fratello.
James alzò le spalle,indifferente.
-Sembra che quest'estate ha conosciuto un tizio a Parigi...l' "uomo della sua vita"-raccontò sarcastico.
-Ma ha solo quindici anni!E poi come può preferire un francese a te?-ribattè il fratello.
-Che vuoi che ti dica?Forse è stato meglio così...Magari neanche io ero innamorato di lei e restavamo insieme soltanto per divertirci-disse James incerto.
Ronald scosse la testa deciso.
-Credo proprio di no!Mi ricordo benissimo le notti che ho passato sveglio a sentirti vaneggiare su di lei-gli ricordò.
Il fratello sorrise e annuì lentamente.
-Comunque sia,ormai è finita.
Comincia la caccia per cercare la prossima-disse divertito.
Ronald rise e annuì.
-Hai assolutamente ragione!Chi rifiuterebbe il Prefetto della Casa,nonchè Capitano della squadra dei Grifondoro e figlio del famoso Harry Potter?-commentò ironico Ronald.
James rise con lui.
Già,chi avrebbe rifiutato un partito del genere?


Il mattino dopo le lezioni scacciarono gli ultimi ricordi delle vacanze appena finite.
Lily amava Hogwarts.
Era la sua seconda casa,il posto dove si sentiva piu' a suo agio,dove poteva essere sè stessa senza paura di offendere o far del male a qualcuno.
Certo amava anche la sua casa babbana di Privet Drive,ma le attenzioni che suo padre le riservava ultimamente,la soffocavano:lui non aveva mai fatto mistero di avere un'amore speciale per lei,forse soltanto perchè era la prima figlia femmina dopo tre maschi,ma adesso che c'era anche Hermione perchè continuava a darle tutte quelle attenzioni e quelle piccole dimostrazioni d'affetto neanche avesse ancora cinque anni?
Per fortuna c'era sua madre che gli diceva quando smettere,quando trattenere quell'ondata d'amore.
Altrimenti i loro rapporti sarebbero diventati davvero difficili.
Rispetto ai suoi fratelli che amavano rinchiudersi nella Sala Comune ogni volta che avevano un minuto libero,a lei piaceva sedersi sulle rive del Lago Nero per poter sentire l'odore del lago:voleva approfittare di quei pochi giorni di sole prima che arrivasse l'inverno con le sue nuvole e il vento.
-Lily-
Si voltò non appena si sentì chiamare.
Rose,sua cugina,era a pochi passi da lei e la stava guardando con un sorriso accennato.
-Ciao Rose,ti va di farmi compagnia?-gli domandò rispondendo al suo sorriso.
La ragazza fece risplendere il sorriso finora titubante e si avvicinò a lei prima di sedersi sull'erba leggermente umida.
-Ti ho portato qualcosa da mangiare...Mi sono preoccupata quando non ti ho visto nella Sala Grande-le disse tirando fuori un sandwich dal mantello.
Lily sorrise e accettò il panino:aveva saltato il pranzo,per compensare l'abbondante colazione che aveva fatto al mattino e ora rigirava il panino fra le mani indecisa se mangiarlo,per fare un favore alla cugina,o meno.
-C'è tempo per rinchiudersi fra quattro mura...Fra qualche settimana non riusciremo a mettere il naso fuori senza sciarpa cappello e guanti.
Volevo godermi quest'illusione d'estate-le disse chiudendo gli occhi e porgendo il viso ai raggi del sole che avevano appena bucato la nuvola che li nascondeva.
Rose sorrise.
-Sai che i tuoi fratelli vanno nel panico se non sanno dove sei-commentò.
-Anche se sanno dove sono-ribattè lei.
L'altra annuì in silenzio.
-Per questo ti hanno mandato a controllare?-le domandò senza aprire gli occhi.
Sentì la cugina muoversi a disagio sul prato e il suo sorriso si accentuò:colpito e affondato.
Eppure era strano visto che stava parlando con Rose Weasley.
Tutti quelli che avevano conosciuto i loro genitori affermavano che Rose era la copia esatta di sua madre:stessa precisione,stesso attaccamento alla disciplina,stessa inflessibilità.
Un vero generale di ferro.
Dello zio Ron aveva ripreso davvero poco...Per fortuna qualche anno dopo era nato Hugo,che era un Weasley fatto e finito.
-Possibile che non riesca a liberarmi di loro?-le chiese aprendo gli occhi e voltando la testa verso di lei.
-Hanno solo promesso a tuo padre di vigilare su di te-le ricordò lei.
-Ho quattordici anni,so benissimo badare a me stessa-ribattè lei leggermente risentita.
-Questo lo so,e prometto che cercherò di convincere Ronnie e Jim ad allentare un pò la corda...Ma sai anche tu che non sarà una cosa semplice-le disse Rose con il suo solito tono pacato e maturo.
Lily annuì,e per un'istante il suo sguardo si concentrò su un gruppo di ragazzi che poco lontano si stavano avviando verso il castello,di ritorno alle lezioni e uno di loro in particolare attirò la sua attenzione.
Lui.
Daniel Thomas.
Camminava con quell'aria fiera e sicura che attirava sempre l'attenzione degli altri su di sè e che le fermava il respiro a metà.
Il viso era leggermente abbassato per controllare che la divisa fosse in ordine,mettendone in ombra gran parte.
I capelli neri e lisci gli sfioravano il viso arrivando alle orecchie e accarezzandogli le guance ogni volta che il vento leggero lo colpiva.
-Cosa stai guardando?-domandò Rose sorpresa dal suo lungo silenzio.
Lily scosse la testa senza rispondere,senza staccare lo sguardo dal gruppo che si stava allontanando velocemente,finchè i suoi occhi non incontrarono altri occhi.
Senza che se ne accorgesse,Daniel aveva alzato lo sguardo e l'aveva scoperta a fissarlo,bloccandosi per un'istante mentre i loro occhi sembravano incatenati.
Ancora una volta,anche se aveva giurato a sè stessa che non avrebbe piu' permesso a quegli occhi di farle male.
Fu lei ad allontanarsi per prima,tornando a guardare Rose e rivolgendole un'accenno di sorriso.
-E' ora di tornare in classe,vero?-le domandò anche se già sentiva i rintocchi lontani delle campane che annunciavano il ritorno alle lezioni.
Rose si alzò e la prese sottobraccio.
-Non sia mai che io ti perda di vista anche solo per un'istante!-commentò scherzosa.
Lily sorrise e si incamminò con l'amica verso il castello,cercando di dimenticare quegli occhi.


-Ronald!Ronald!-
Si voltò soltanto quando si sentì chiamare per la seconda volta.
Era appena uscito da una lezione di Pozioni che lo aveva sfinito mentalmente e fisicamente e il suo cervello era ancora un pò annebbiato.
Ad essere veramente sinceri il suo cervello era già proiettato alla sera,quando avrebbe iniziato gli allenamenti di Quidditch con James,Stewart e Ethan.
Nel giro di qualche giorno,James avrebbe iniziato le selezioni per la squadra dei Grifondoro e tutti volevano fare bella figura con lui per avere qualche possibilità in piu' di entrare in squadra.
Ronald era sicuro che James non lo avrebbe escluso,a meno di non voler morire prima del tempo,ma gli sarebbe dispiaciuto che Ethan e Stewart restassero fuori.
Quando vide chi lo aveva chiamato con tanta insistenza,le sue orecchie diventarono bollenti.
Rebecca Paciock.
Lei e sua sorella Rachel vivevano ad Hogwarts tutto l'anno con il padre,il professore di Erbologia Neville Paciock.
Ronald sapeva che suo padre ed il professore un tempo erano stati amici,ma il loro rapporto si era rovinato per colpa della zia Luna.
Era una di quelle storie che non si raccontavano spesso in famiglia,di quelle che metti insieme rubando i frammenti dai vari discorsi e da quanto avevano capito lui James e Rose sembrava che la zia Luna prima di sposarsi con lo zio George,era stata sul punto di sposare il professor Paciock;ma lo zio l'aveva praticamente rapita dall'altare.
Da allora non si erano piu' visti,se non in qualche occasione davvero speciale,e questo si era riversato anche sull'amicizia fra il professore e suo padre.
Magari se così non fosse stato anche i suoi rapporti con Rebecca sarebbero stati diversi...
La vide avanzare verso di lui e si ritrovò a trattenere il respiro.
Era possibile essere così belli già alla loro età?
Rebecca ai suoi occhi sembrava un'angelo sceso dal cielo:i capelli lisci e castani le arrivavano fino a metà schiena,come una cascata di ciocciolata,il suo viso era sempre illuminato da una luce negli occhi verdi e ogni volta che sorrideva,delle piccole fossette apparivano su entrambe le guance.
La divisa dei Grifondoro non le rendeva nessuna giustizia:doveva esserci un cavillo nelle regole di Hogwarts che permetteva alle ragazze di tale bellezza di andare in giro senza divisa.
Era arrivata a pochi passi da lui e quando fu certo che si sarebbe fermata,la vide avvicinarsi fino a mettergli una mano sul braccio destro e sporgersi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia sinistra.
Adesso era certo di essere completamente rosso in volto,con un'espressione idiota sul viso...
Chi doveva ringraziare per un miracolo simile?
La guardò cercando di ritrovare un pò della compostezza persa e le fece un piccolo sorriso.
-Ciao Rebecca-la salutò prima di schiarirsi la gola.
In lontananza vide James e Rose uscire dall'aula e cercarlo fra la folla e sperò che non arrivassero a rovinare quel momento magico.
-Come sono andate le vacanze?-gli domandò lei,sempre con un sorriso sulle labbra.
Ronald alzò le spalle,mentre Rose e suo fratello si avvicinavano ogni istante di piu'.
-Al solito,troppo poco tempo e tante cose da voler vedere e fare...Tu invece?-le domandò restando sul vago convinto che lei non fosse veramente interessata.
-Anche noi le stesse cose di ogni estate...-gli disse Rebecca.
Alle spalle della ragazza,Ronald vide Rose trattenere suo fratello per un braccio prima che James si fermasse e restasse qualche istante interdetto per la presenza di Rebecca.
Ma furono solo pochi istanti:l'attimo dopo aveva già iniziato a prenderlo in giro in silenzio,mentre Rose cercava in ogni modo di farlo smettere.
-Volevo chiederti...-disse la ragazza facendogli riportare lo sguardo sul suo volto.
Sentì di nuovo le orecchie diventare bollenti neanche stessero affrontando un discorso erotico e si affrettò ad annuire.
-Ho sentito che voi ragazzi andrete ad allenarvi al campo questa sera-disse Rebecca.
Ronald la guardò qualche istante incerto,poi annuì di nuovo.
-Sì abbiamo pensato di fare un pò di pratica in vista delle selezioni della squadra-le spiegò calmo.
-Ecco...Io mi chiedevo se potevo assistere-gli chiese Rebecca leggermente imbarazzata.
Ronald corrugò la fronte e restò qualche istante in silenzio poi sorrise.
-Certo che puoi!Ci saranno anche Lily e Rose a fare il tifo come al solito-le disse con voce sicura.
Il sorriso tornò a brillare sicuro sul volto di Rebecca e,di riflesso,anche sul volto di Ronald.
Sorriso che diventò ancora piu' splendente quando Rebecca gli posò un'altro bacio sulla guancia sinistra.
-Grazie!A che ora?-gli chiese poi.
Ronald si passò una mano fra i capelli,cercando di ricordarsi a che ora avessero appuntamento al campo e dopo qualche istante di incertezza annuì.
-Alle sette e mezzo,subito dopo cena-si ricordò finalmente.
Rebecca gli sorrise l'ultima volta,poi lo salutò e si allontanò lasciando dietro di sè la scia del suo profumo.
La guardò allontanarsi finchè non fu confusa fra il resto della folla e fu proprio mentre era distratto che James gli saltò addosso come faceva sempre quando voleva complimentarsi con lui.
-Qualcuno ha fatto colpo!-gli urlò nell'orecchio destro,le braccia strette attorno al collo,mentre cercava di montargli sulla schiena.
Ronald cercò di liberarsi del suo peso e lo fece quasi cadere per terra,accompagnato dalle risate di Rose e scosse la testa.
-Come al solito,vedi cose che non ci sono!-gli disse avviandosi verso l'aula di Trasfigurazione.
-Andiamo non dirmi che non te ne sei accorto!Rose è vero che Rebecca pendeva dalle sue labbra?-disse James chiamando in causa anche la cugina.
-Assolutamente!Ronnie,questa volta sono d'accordo con Jim,Rebecca ha un debole per te.
Viene agli allenamenti questa sera?-gli chiese poi.
Ronald si limitò ad annuire.
Non doveva lasciare che quella speranza prendesse corpo nel suo cervello,altrimenti sarebbe stato difficile poi fare i conti con la realtà.
-Allora posso indagare con calma-disse lei sicura.
Ronald si voltò verso Rose e scosse la testa deciso.
-Assolutamente no!Tu non farai niente del genere.
Non è detto che venga agli allenamenti per vedere me:chi ti ha detto che non abbia un debole per Jim,o per Ethan?-ribattè Ronald cercando di essere convincente.
-E veniva proprio da te per farsi invitare?-domandò James confuso.
-Perchè ci conosciamo da anni e possiamo dire di essere amici-disse Ronald.
-Ronnie,io te e James siamo amici-gli fece notare Rose.
-Ma noi cosa c'entriamo?Siamo cugini!-ribattè lui con un leggero sorriso divertito.
Rose annuì e sorrise con lui.
Entrarono nell'aula e mentre Rose si sedette accanto a Sally Price,James e Ronald si sedettero al banco davanti al suo per poter continuare il discorso in attesa dell'inizio della lezione.
-Quindi sei assolutamente convinto che Rebecca non è interessata a te-commentò Rose seria.
Ronald annuì convinto e James scosse la testa.
Rose rise e alzò le spalle.
-Questa sera vedremo chi di noi ha ragione-commentò.
James ancora una volta fece per ribattere,ma l'arrivo del professore di Trasfigurazione impose a tutti e tre il silenzio.

 

-E questa è la famiglia a cui vorresti legarti?-gli aveva chiesto mentre osservava i due Potter e la Weasley allontanarsi verso l'aula di Trasfigurazione.
Lucas Zabini,per gli amici Luke, si lasciò scappare un sorriso sarcastico mentre scuoteva lentamente la testa:il suo migliore amico non lo capiva.
In fin dei conti non era il solo che non capiva.
Quando aveva raccontato a suo padre di quella storia aveva fatto fuoco e fiamme,ma poi erano riusciti ad avere una discussione quasi civile,anche se non avevano risolto molto.
Era impensabile che un Serpeverde del suo lignaggio e con i suoi antenati,fosse innamorato di una ragazza come lei, una con una famiglia così ingombrante,dal passato così fastidioso.
A sua madre per poco non era venuto un'infarto.
Ma non era colpa sua!
Era stata una cosa talmente improvvisa anche per lui:tutto si era aspettato tranne innamorarsi di una ragazzina di tredici anni,sempre con la testa fra le nuvole e quell'aria candida che lo portava a chiedersi ogni giorno che cosa ci trovasse di così speciale in lui.
Una Grifondoro!
Se gliel'avessero detto,avrebbe riso fino a farsi venire il mal di pancia.
Avrebbe riso ancora di piu' se gli avessero detto che si sarebbe innamorato di una Weasley.
Era l'ultima cosa che credeva gli potesse succedere nella vita,la piu' assurda di tutte!
Aveva passato anni a prendere in giro il gruppo formato dai Weasley e dai Potter insieme a Scorpius,aveva riso di loro ogni volta che li aveva visti seduti tutti insieme a mensa o sul prato prima di una lezione senza il minimo sospetto di quello che stava per accadere.
Poi un giorno il destino gli aveva messo i bastoni fra le ruote!
Ricordava ancora quel giorno freddo,con la prima neve che arrivava ai polpacci e faceva immobilizzare i muscoli del viso.
Lei sembrava uno di quei folletti di cui si parla nelle leggende irlandesi:i corti capelli biondi erano coperti da un berretto di lana,le dita erano quasi blu perchè si era tolta i guanti per fare delle "perfette" palle di neve e,incurante dell'alone di mistero che si era costruito in tutti gli anni della scuola e della sua appartenenza alla Casa di Serpeverde,lo aveva avvicinato e scelto come compagno di lotta.
-Ho bisogno del tuo aiuto!-gli aveva detto.
E prima che lui potesse dire qualcosa l'aveva trascinato con sè lungo il corridoio fino al cortile ricoperto di neve candida.
Ancora adesso Luke non sapeva spiegare come si era ritrovato invischiato in quella guerra fra lei e i compagni del suo anno,soltanto perchè quel folletto gli aveva chiesto di darle una mano:aveva sentito dire che lui era davvero bravo nelle battaglie a palle di neve e ora aveva un disperato bisogno di un compagno capace.
Magari in un'altro momento si sarebbe tirato indietro,ma stava andando ad un'altro noioso appuntamento con Helen Goyle e avrebbe accettato qualsiasi diversivo.
Alla fine si era anche divertito.
Si erano salutati alla fine della battaglia e lei lo aveva ringraziato prima di andarsene di corsa.
L'ultima immagine che aveva di quel giorno era la corsa di lei che si buttava sulla schiena di uno dei suoi cugini,probabilmente Ronald Potter,convincendolo poi a portarla in spalla fino alla loro Sala Comune.
Cosa l'aveva spinto a chiedere notizie su di lei?
Era una Grifondoro,questo sarebbe dovuto bastare a tenerlo lontano da lei.
Invece aveva raccolto informazioni:si chiamava Alice,aveva tredici anni ed era l'ultima figlia di George e Luna Weasley,i padroni dei negozi  piu' famosi di tutta Hogsmeade e Hogwarts.
Aveva due fratelli maggiori anche loro fra le file dei Grifondoro,e una schiera di cugini che la rendevano quasi intoccabile.
Ma ovviamente niente poteva fermarlo quando aveva in mente un'obbiettivo.
Non sapeva neanche lui perchè,ma aveva preso l'abitudine di farsi trovare nella biblioteca quando sapeva ci sarebbe stata lei,soltanto per vederla,senza neanche considerare l'idea di parlarle.
Soltanto tre settimane dopo si erano rivolti di nuovo la parola,e soltanto perchè erano rimasti chiusi nella biblioteca oltre l'ora di chiusura.
-Come se non passassi già troppo tempo qui dentro...-aveva commentato Alice.
Luke era riuscito ad aprire una finestra ed era sgattaiolato fuori dalla biblioteca con lei,ritrovandosi a correre senza nessun vero motivo fuori dalle mura del castello nel cortile e a  parlare seduti poco distanti dall'enorme casa del guardiacaccia,senza neanche rendersi conto del tempo che passava.
-Fred darà fuori di matto se non torno prima del coprifuoco-aveva detto prima di alzarsi e salutarlo.
Lui aveva annuito e si erano diretti di nuovo verso il Castello,camminando fianco a fianco fino alla scalinata principale,per poi salutarsi e andare ognuno al proprio dormitorio.
Da quella prima volta erano passati tre mesi.
Mesi in cui avevano imparato a conoscersi meglio,ad aiutarsi quando l'altro aveva un problema, a restare semplicemente in silenzio ad ascoltare quello che l'altro aveva da dire.
Nonostante la sua giovane età Alice era piu' matura delle sue compagne,e gli aveva insegnato come mettere da parte i suoi pregiudizi sui Weasley,mentre lei aveva dovuto fare i conti con la sua appartenenza alla casa dei Serpeverde.
-Non siamo così perfetti come credi...-gli aveva detto una volta lei.
Luke l'aveva fissata curioso,ma Alice aveva lasciato cadere l'argomento senza mai raccogliere le sue frecciate ogni volta che lui provava ad affrontarlo di nuovo.
Ovviamente non era tutto così facile:c'erano volte in cui litigavano e si giurava che non avrebbe piu' incontrato quella "ragazzina saccente e buonista",ma come sempre le sue promesse cadevano nel vuoto...Gli bastava sentire la sua risata,oppure entrare nella Sala Grande per iniziare subito a cercarla con lo sguardo e sorriderle come un'idiota quando lei gli faceva l'occhiolino di nascosto dalla massa di fratelli e cugini.
E senza neanche rendersene conto se ne era innamorato.
Eppure era convinto di saper gestire quell' "amicizia"!
Invece una mattina si era ritrovato con in testa solo lei e la paura di averla persa soltanto perchè non l'aveva vista per un giorno intero in giro per il castello:aveva passato le lezioni a chiedersi se non le fosse successo qualcosa,se non fosse stata costretta a tornare a casa per qualche problema familiare, arrivando a pensare che i suoi genitori l'avessero ritirata dalla scuola essendo venuti a conoscenza della loro amicizia.
Scoprire che aveva passato il tempo chiusa nel dormitorio perchè ammalata lo aveva fatto sentire sollevato,e gli aveva fatto sbattere il muso contro la realtà.
Era irrimediabilmente innamorato di Alice Weasley.
Il suo carattere deciso e diretto l'avevano portato a parlare con lei,a spiegarle che qualcosa era cambiato per lui e che se per Alice non fosse stato lo stesso avrebbe capito,non lo avrebbe accettato ma lo avrebbe capito e avrebbero messo fine a quell'amicizia.
Non aveva idea dell'espressione che era apparsa sulla sua faccia quando l'aveva sentita dirgli che anche per lei era lo stesso.
Il loro primo bacio era il ricordo che gli ritornava alla mente piu' spesso nelle ultime settimane: ricordava ancora la timidezza negli occhi di Alice,il tocco delicato delle sue labbra,il modo in cui si era messa in punta di piedi per mettergli le braccia intorno al collo.
L'ultimo ostacolo era la sua giovane età:avevano due anni di differenza e certe volte a lui sembrava di aver fatto qualcosa di male.
Alice non faceva altro che dirgli che l'età non era un problema per lei perchè aveva l'esempio dei suoi genitori,insieme da quasi vent'anni nonostante i loro due anni di differenza.
Forse era una storia sbagliata in partenza,però da quando c'era Alice,lui si sentiva piu' forte,quasi invincibile.
Nessuno sapeva della loro storia d'amore,se si escludevano Scorpius e la migliore amica di Alice che le aveva fornito parecchi alibi con i suoi fratelli.
Avevano parlato spesso di come rendere pubblica la loro storia,ma avevano anche deciso che per il momento era meglio lasciare le cose come stavano:erano ancora troppo giovani per fare le cose in grande,per "impegnarsi" e forse aspettare avrebbe rafforzato i loro sentimenti e le loro decisioni.
Quando erano iniziate le vacanze non passava giorno senza che un gufo non apparisse alla sua finestra con una lettera di Alice,facendolo ridere e facendogli sentire la mancanza della ragazza in modo quasi esagerato.
Era stata quella sensazione che lo aveva spinto a parlarne con i suoi genitori:forse era stata una mossa azzardata vista la loro età,ma era convinto che era meglio mettere le cose in chiaro,per evitare problemi in futuro.
Li aveva fatti sedere in salotto e aveva detto loro che da qualche mese stava con una ragazza...e poi aveva lanciato la bomba.
Ma non era stato niente in confronto alla bomba che aveva colpito lui pochi giorni dopo.
Mancavano meno di due settimane al ritorno a scuola e stava letteralmente contando i giorni che mancavano al loro incontro,quando il solito gufo era apparso alla sua finestra e gli aveva consegnato una lettera;era stato come essere risucchiato in un buco nero.
Alice e i suoi fratelli non sarebbero tornati a Hogwarts quell'anno per stare vicino alla madre: aveva un cancro e sarebbe andata in America per farsi curare.
Non era mai stato così combattuto in vita sua;da una parte c'era Alice che aveva bisogno di lui e dall'altra c'erano i suoi genitori che non gli avrebbero mai permesso di fare un volo del genere per stare con lei,tantomeno saltare l'anno soltanto perchè la madre della sua ragazza,una Grifondoro, stava male.
Le aveva scritto chiedendole se c'era qualcosa che lui potesse fare e la sera stessa gli era arrivata la risposta,una pergamena con due sole parole: "Non abbandonarmi".
Come se avesse mai potuto.
La sera prima di tornare ad Hogwarts il solito gufo era apparso alla sua finestra,questa volta stringendo fra gli artigli un pacco giallo.
All'interno c'era un cellulare babbano,completo di istruzioni per potersi sentire tutte le sere in barba ai problemi e alla lontananza.
Era da quasi due settimane che vivevano quella specie di relazione a distanza,e lui doveva accontentarsi di questa cercando di mettere a tacere i suoi desideri e i suoi sensi di colpa.
Anche quella sera,non appena il dormitorio sarebbe stato silenzioso sarebbe sceso nella Sala Comune e avrebbe composto l'unico numero in memoria solo per sentire la sua voce e per farle sentire che nonostante le miglia di distanza era lì accanto a lei.
-Io non voglio legarmi a nessuna famiglia-rispose camminando per il corridoio.
-Vedo che stai riacquistando il tuo buonsenso-commentò Scorpius,voltandosi a guardarlo.
Luke sorrise.
-Voglio dire che a me interessa solo lei,non tutta la sua famiglia-spiegò.
Il sorriso sul volto di Scorpius scomparve,lasciando il posto alla solita smorfia che aveva sempre quando affrontavano quell'argomento.
-Ma ora che lei non c'è non senti il bisogno di svagarti?-gli chiese indiretto.
-Di andare a letto con un'altra?-disse Luke senza giri di parole.
-Precisamente-fece Scorpius.
Luke scosse la testa.
Non era vergine quando aveva conosciuto Alice,ma sapeva quando era il momento di rallentare, quando una ragazza non era pronta per il sesso...ed Alice ancora non lo era.
Anche se gli costava fatica ammetterlo ed era sempre piu' faticoso per entrambi fermarsi.
-Nessun bisogno-rispose sincero.
Scorpius lo guardò quasi scioccato.
-Chi sei tu?Che ne è stato del bastardo Serpeverde amico mio?-gli chiese senza esagerazione.
Luke si lasciò scappare una risata e gli diede una leggera spinta.
-Avanti non sono mica diventato un santo!Ho solo smesso di portarmi a letto qualsiasi cosa respirasse-gli disse ancora ridendo.
-E' questo che mi preoccupa.Capirei se andassi a letto solo con la tua ragazza,ma neanche quello...Ti limiti a tenerla per mano!-lo prese in giro lui.
-Non mi limito solo a quello-lo rassicurò misterioso Luke,mentre un sorriso malizioso si allargava sul viso.
Scorpius lo guardò curioso,ma dall'espressione sul volto dell'amico capì che non gli avrebbe scucito nulla di piu' in proposito.
-Comunque grazie per esserti preoccupato per me...Mi ha commosso il tuo interessamento- lo prese in giro Luke.
Il biondo lo fulminò con lo sguardo,prima di entrare in classe,accompagnato dalle risate di Luke che lo seguì in aula.

 

-Vuoi ancora un pò di caffè?-
Fred alzò lo sguardo sulla ragazza che,caraffa stretta nella mano destra,gli aveva rivolto la domanda e si limitò a scuotere la testa.
Era talmente stanco che si sarebbe addormentato non appena avrebbe toccato il cuscino.
-Stai bene?-gli chiese ancora la ragazza.
Domanda da un milione di sterline!
C'erano dei momenti in cui si ricordava cosa significava stare bene,poi tornava il buio che aveva inghiottito la loro vita nelle ultime due settimane.
-Non mi ricordo piu' neanche cosa significhi stare bene-le confessò mentre le palpebre pesanti si chiudevano per un'istante.
Sentì su di sè lo sguardo della ragazza e sperò che non fosse carico di pena e pietà:non lo avrebbe sopportato una volta di piu'.
Erano settimane che tutti si rivolgevano a lui e ai suoi fratelli con quegli occhi e ogni volta lui aveva voglia di urlare,di fare a pezzi qualcosa soltanto perchè quella gente la smettesse di guardarli in quel modo.
Fortunatamente gli occhi di Allison erano calmi,sereni come li aveva sempre visti fin dalla prima volta.
-Vedrai presto tutto questo sarà un brutto ricordo-lo rassicurò lei,poggiando la caffettiera sul mobile di marmo bianco.
Fred annuì,anche se era poco convinto.
-Dove sono gli altri?-gli chiese dandogli le spalle per togliere le fette di toast dal tostapane.
-Edward sta dormendo sul divano,era talmente stanco che non è riuscito ad arrivare in camera sua;Alice si sta facendo una doccia e credo che mio padre non sia ancora tornato dall'ospedale-disse prima di sgranchirsi i muscoli della schiena e delle braccia.
Allison tornò a voltarsi e lui la vide mettergli davanti due fette di pane tostato imburrato.
-Mangia!Ha passato anche oggi la notte in ospedale?-gli chiese poi conoscendo già la risposta.
Suo padre passava tutte le notti in ospedale.
Tornava a casa giusto il tempo per farsi una doccia,mangiare qualcosa di accettabile e poi ritornava da sua madre,pronto per iniziare una nuova giornata di chemioterapia accanto a lei.
L'intervento era andato bene,almeno questo era quello che i dottori avevano detto loro.
Avevano tolto tutte le cellule cancerogene che avevano trovato e per il momento non avevano eseguito la mastectomia,con grande sollievo di sua madre.
Ma dopo l'intervento era iniziato il primo ciclo di chemioterapia:due settimane di tortura autorizzata.
Era davvero difficile starle seduto accanto e comportarsi come al solito mentre attraverso l'ago nel braccio le venivano iniettati tutti quei veleni.
-Come al solito-commentò afferrando una fetta di pane.
Non aveva fame,ma sapeva che lei si sarebbe arrabbiata se non l'avesse visto mangiare,così diede un morso solo per farla felice.
Sentì dei passi venire verso la cucina e si voltò,sentendo i muscoli del collo lamentarsi per lo sforzo richiesto.
Seamus apparve in cucina e vedendolo gli rivolse un sorriso.
-Buongiorno Seamus-lo salutò Fred educatamente.
L'uomo si avvicinò e gli fece una carezza sulle spalle,come faceva sempre,prima di rivolgere un sorriso a Allison.
-Buongiorno ragazzi-lì salutò affettuoso.
-Ciao papà!Il caffè è già pronto,devi solo imburrare le tue fette di pane-gli disse la ragazza avvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia.
Allison Finnigan-Finch era la figlia biologica di Seamus,ma fin dalla nascita era cresciuta con suo padre e il suo compagno Rupert Finch.
Non avevano mai pensato di adottare un bambino,ma durante il primo anno della loro relazione si erano trovati nel pieno di un "baby boom" fra i loro amici:ovunque andassero vedevano soltanto coppie in attesa di un figlio o che avevano appena partorito.
Quella era stata la molla scatenante che aveva portato entrambi a chiedersi se anche loro fossero stati all'altezza di un figlio.
All'inizio non era stato facile trovare la persona adatta,vista la loro situazione,ma alla fine una delle infermiere dell'ospedale di Rupert si era dimostrata disponibile a diventare la loro "madre in affitto" e dopo un paio di tentativi andati a male,era rimasta incinta.
Allison aveva ereditato i poteri di suo padre,e frequentava un scuola di magia americana che, al contrario di Hogwarts,le permetteva di tornare a casa tutti i giorni tenendo le lezioni soltanto la mattina,come una vera scuola babbana.
Era una ragazza allegra,estroversa e la sua "delicata situazione familiare",come veniva descritta dai suoi insegnanti babbani,non le aveva causato nessun problema perchè aveva avuto accanto a lei due persone stabili che l'avevano sempre amata,anche durante i loro periodi di crisi.
-Grazie tesoro!Tuo padre ha chiamato?-le chiese afferrando una tazza e versandoci abbondante caffè nero.
-Ha detto che torna verso le otto-riferì lei prima di bere un sorso dalla sua tazza.
Fred diede un'altro morso alla sua fetta di pane prima di spingere via il piatto.
-Non provarci nemmeno!Devi mangiare qualcosa altrimenti cadrai svenuto per terra...Papà diglielo anche tu-fece Allison voltandosi verso Seamus.
-Ha ragione Fred,hai veramente una brutta cera-disse Seamus guardandolo.
-Sono solo stanco,ho bisogno di almeno quattro ore di sonno-ribattè il rosso.
-A proposito,stavo quasi per dimenticarlo!
Ieri sera,mentre eravate in ospedale ha chiamato Justin-disse Seamus guardando Fred.
Lo sguardo di Fred si fece piu' attento.
-Cosa voleva?-chiese subito.
-Ha detto che sarebbe arrivato con il volo di mezzogiorno e voleva sapere se qualcuno di voi era disposto ad andare all'aeroporto-
-Ma ti ha detto perchè?-domandò sorpreso.
Justin stava arrivando a Seattle.
Avevano visto il fratello neanche un mese prima,e Justin aveva fatto di tutto per far dimenticare a lui e ai suoi fratelli quello che sarebbe successo di lì a poco,riuscendo il piu' delle volte a farli divertire e a far passare delle intere giornate prima che la preoccupazione tornasse ad attanagliarli.
E ora stava venendo da loro.
-Credo sia ovvio il perchè-commentò Seamus con un leggero sorriso.
Fred annuì stancamente.
-Andrò io a prenderlo,basta che qualcuno mi svegli in tempo-disse scendendo dalla sedia.
-Tranquillo,ci penserò io-disse subito Allison pronta.
Fred sbadigliò e si avviò verso la porta della cucina,sperando di arrivare alla sua camera da letto senza crollare per il sonno arretrato.

 

L'aereoporto era pieno di gente che correva in tutte le direzioni.
Chi doveva partire era facilmente riconoscibile:cercavano di tenere tutti i documenti stretti in una mano per essere pronti quando sarebbe arrivato il loro turno al check-in.
C'era poi chi era appena atterrato e si trascinava le valigie fuori dall'aereoporto,iniziando subito la ricerca del taxi per evitare di inzupparsi troppo.
Come al solito anche quel giorno la pioggia non aveva risparmiato Seattle;che differenza c'era fra vivere a Seattle e vivere a Londra?
In entrambe le città pioveva,il cielo era coperto dalle nuvole e il sole era un lusso,nonostante fossero a settembre...E pensare che esistevano città dove c'erano trenta gradi e gente che andava in giro senza maglietta e prendeva il sole sdraiato al parco!
Alice guardò la pioggia colpire violenta il finestrino posteriore dell'auto di Rupert e sospirò.
-Tutto bene lì dietro?-le domandò Edward guardandola dallo specchietto retrovisore.
-Sono stufa di tutta questa pioggia!-rispose lei incontrando il suo sguardo.
Quando Fred aveva detto loro dell'arrivo di Justin,avevano deciso di andarlo ad accogliere tutti insieme per poi andare all'ospedale:la mamma sarebbe stata contenta di rivedere Justin.
Lo aveva sempre considerato un quarto figlio e l'affetto era reciproco:Justin adorava quell'aria svagata e sempre allegra che era il punto di forza del carattere di sua madre,inoltre avevano la comune passione per gli animali,anche quelli piu' strani e pelosi,che li estraniava un pò dagli altri.
Edward sorrise.
-Credi che se fossimo stati ad Hogwarts sarebbe stato diverso?-le chiese.
-Sicuramente!-commentò lei.
Almeno a quest'ora sarebbe stata fra le braccia di Luke e non in quella specie di incubo privato!
Sfiorò con due dita il cellulare che era nascosto nella tasca destra del cappotto e poi fissò l'orologio sul cruscotto:da un momento all'altro lui avrebbe chiamato e lei non vedeva l'ora di sentire la sua voce.
Per il momento doveva accontentarsi solo di quella...
Erano arrivati al terminal dell'aereoporto e Fred stava concludendo la manovra di parcheggio.
-Qualcuno di voi ha portato un'ombrello?-domandò poi spegnendo il motore e guardando Edward che sedeva accanto a lui.
Dall'espressione che vide apparire sul viso di Ed,Alice capì che avrebbero dovuto correre il piu' velocemente possibile all'interno.
-Possibile che non ti si può mai affidare un compito?-lo rimproverò Fred.
-Mi ero appena svegliato,credi che ti stessi veramente ascoltando?-gli domandò lui.
-Quando bisogna parlarti per trovarti veramente sveglio?-chiese Fred guardando il fratello.
Edward gli rilanciò l'occhiataccia prima di voltargli le spalle e fissare il lampo che aveva squarciato il cielo.
-Davvero perfetto!-commentò acido Fred.
Alice sospirò e alzò la lampo della sua giacca a vento:certe volte si comportavano come due bambini!
-La volete smettere?Ormai non serve a niente continuare a discutere,e se non ci muoviamo rischiamo di arrivare in ritardo-disse aprendo la portiera dalla sua parte e,contemporaneamente, alzando il cappuccio sulla testa.
Fred e Edward restarono in silenzio e la guardarono uscire nella pioggia,correre verso il terminal e fermarsi in un posto riparato dalla pioggia,in attesa che anche loro si decidessero ad uscire dall'auto.
-Vorrei tanto ucciderti in questo momento-commentò Fred imitando la sorella e aprendo la portiera dell'auto.
-Sai che novità!-ribattè Edward per nulla spaventato.
Entrambi corsero verso Alice e quando la raggiunsero i loro vestiti erano in gran parte bagnati, nonostante la giacca a vento.
Entrarono nell'aereoporto e si diressero verso un tabellone che elencava i terminal d'uscita dei vari voli nazionali.
Il volo di Justin era già atterrato.
I tre fratelli si guardarono attorno alla ricerca del ragazzo,ma non lo videro da nessuna parte:se fosse già arrivato,lo avrebbero sicuramente trovato ad aspettarli seduto al caffè o su uno dei sedili blu,ma non c'era traccia di Justin.
-Forse sta ancora ritirando i bagagli-disse Edward guardando il grande terminal da cui stava uscendo un nutrito gruppo di turisti.
Alice li guardò e si chiese cosa ci fosse di interessante da vedere in una città come Seattle:erano due settimane che viveva lì e non c'era stato niente che avesse attirato la sua attenzione, eccetto lo Space Neaddle,ma era impossibile che tutte quelle persone fossero lì solo per quello!
Cercò fra la folla un viso familiare,ma in quel momento il cellulare vibrò nella tasca della giacca.
Guardò Edward e Fred che erano concentrati sulle porte automatiche che erano tornate a chiudersi e si allontanò da loro di qualche metro,per non renderli partecipi della telefonata.
Se solo avessero saputo,si sarebbe scatenata all'istante un putiferio!
Voltò loro le spalle e guardò la pioggia cadere contro i vetri,prima di attivare la chiamata.
-Pronto?-
-Ciao-
Sentire la sua voce le faceva scendere sempre un brivido lungo la schiena.
Era una voce adulta,non come la sua che aveva ancora qualche leggero ricordo dell'infanzia:la voce di Luke era perfettamente adulta,roca e profonda al punto giusto,che la faceva sorridere e rabbrividire allo stesso tempo.
-Ciao...Come stai?-gli domandò mentre un sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra.
-Bene,ma non credi che dovrei essere io a chiedertelo?-le fece notare lui.
Alice abbassò la testa e poggiò la fronte contro il vetro freddo.
-Anche io sto bene...Ma non sopporto piu' la pioggia!-gli disse seria.
Lo sentì ridere nel telefono e il suo cuore fece una capriola nel petto.
-E perchè mai?-
-Sono due settimane che siamo qui e ho visto il sole tre giorni...Ti rendi conto?Da non credere,credo che anche la mia pelle abbia assunto il colore della pioggia-disse fermamente convinta.
-Il colore della pioggia?Non sapevo ne avesse uno-disse Luke sorpreso.
-Assolutamente:è una rara tonalità di grigio che hanno le gocce e i nuvoloni prima del temporale-gli spiegò.
Lo sentì di nuovo sorridere nella cornetta.
-Come è andata la tua giornata?-gli chiese curiosa.
Si voltò per un'istante e vide che Fred e Edward erano poggiati contro una balaustra di ferro, proprio davanti all'uscita dei passeggeri,in attesa dell'arrivo di Justin.
Un'altoparlante annunciò l'arrivo del volo da San Francisco a pochi centimetri da lei e Alice fu certa che anche Luke aveva sentito l'annuncio.
-Dove sei?-le chiese infatti il ragazzo.
-Sono all'aereoporto-gli disse senza entrare nel dettaglio.
-Torni da me?-le domandò lui cercando di scherzare.
Ma sia Alice che Luke si accorsero del tono speranzoso con cui era stata fatta la domanda.
-Non ancora purtroppo...Sono venuta con Fred e Ed a prendere una persona-gli spiegò.
Nessuno oltre la famiglia sapeva dell'esistenza di Justin:era sempre stato il piccolo grande segreto della famiglia Weasley e ora lei non sapeva se poteva sbilanciarsi e raccontare tutto a Luke.
-Raccontami com'è andata la tua giornata-gli disse di nuovo prima che lui potesse farle qualche domanda.
-Al solito:lezioni,allenamenti e studio.
Ora che non ci sei non ho molte alternative allo studio-le disse.
Alice sorrise e decise di stuzzicarlo un pò.
-Avanti,chissà quante ragazze reclameranno la tua presenza...Scommetto che Scorpius ti ha già organizzato un paio di appuntamenti-tentò.
-Il fatto che li abbia organizzati non vuol dire che io poi ci vada realmente-le disse Luke con voce seria.
Alice restò in silenzio qualche istante,cercando di capire il significato vero di quelle parole,poi lui parlò di nuovo.
-Tanto per quelle ragazze non fa molta differenza se ci sono io o c'è Scorpius-aggiunse.
-E per te fa differenza?-gli chiese cauta.
Lo sentì di nuovo sorridere nella cornetta e lo giudicò un segnale positivo:almeno non si era arrabbiato.
-Non ho tempo per sciocchezze simili.
Io e mio padre abbiamo fatto un'accordo:io ho promesso di comportarmi in maniera impeccabile fino alle vacanze d'autunno,e lui ha accettato di farmi andare in vacanza da solo-le disse serio.
Alice chiuse gli occhi:ecco fatto!
Sarebbe andato in vacanza con Scorpius per due settimane e l'amico gli avrebbe fatto il lavaggio del cervello per convincerlo a lasciarla.
-Hai già un'idea di dove andrai?-si sforzò di chiedergli.
Ancora una volta sentì il suo sorriso nel microfono.
-Si ho un'idea molto precisa su dove andrò,anche se mi hanno detto che...-cominciò a dirle.
Alice non sentì il resto della frase perchè qualcosa l'afferrò ai fianchi e la fece sobbalzare, con un piccolo grido sorpreso.
-Alice!-sentì chiamare dal telefono.
Si voltò e si trovò di fronte Fred e Edward con un sorriso divertito sulla faccia e ovviamente Justin che le teneva ancora le mani attorno alla vita.
-Justin...-disse abbracciando il fratello.
Gli posò la testa sulla spalla destra,senza prestare ascolto alla voce di Luke che a poca distanza dalla sua guancia continuava a chiamarla.
-Come stai piccolina?-le domandò il fratello scompigliandole i capelli corti.
La ragazza si staccò dal suo abbraccio e si ricordò di Luke dall'altra parte del telefono che continuava a chiamarla.
-Hai preso la valigia?-gli domandò lanciando poi un'occhiata alla borsa che aveva stretta nella mano destra.
Justin le sorrise e annuì.
-Siamo pronti per andare-le disse Fred.
-Perchè non andate avanti?Io devo comprare dei giornali per la mamma...L'edicola dell'ospedale non è molto fornita-mentì.
I tre ragazzi la guardarono qualche istante incerti,poi annuirono.
-Va bene,ma sbrigati-le disse Fred,prima di avviarsi insieme agli altri.
Alice aspettò che fossero a qualche metro di distanza e tornò ad avvicinare l'orecchio al telefono.
-Luke?-lo chiamò.
-Che accidenti è successo?-le domandò leggermente arrabbiato.
-E' arrivata la persona che aspettavamo,ho pochi minuti prima di raggiungere Fred e Edward-gli spiegò vaga.
-Chi è Justin?-le chiese.
Alice chiuse gli occhi e a denti stretti si lasciò scappare una parolaccia:aveva sperato che non fosse arrivato il nome del fratello alle orecchie di Luke.
-Justin?Ah,è la persona che siamo venuti a prendere...-disse sperando che lui si accontentasse.
-Ah...E chi sarebbe?-le domandò ancora.
Alice sospirò:se non fosse uscita in strada subito,Fred o Edward sarebbero tornati dentro per vedere che fine aveva fatto.
-E' soltanto un'amico di Fred...Tutto qui...Ascolta,devo andare adesso o i miei fratelli verranno a cercarmi...Ci sentiamo domani?-gli domandò sempre piu' in ansia.
Luke restò qualche istante in silenzio e lei si domandò cosa passava nella testa del ragazzo in quel momento.
-Va bene,a domani...-borbottò lui.
-Ti chiamo appena torno dall'ospedale-gli disse cercando di recuperare il tono spensierato che aveva avuto fino a poco prima.
-Ok...buona giornata-le disse ancora con il dubbio nella voce.
-Buona notte amore...Ti amo-gli disse come faceva sempre alla fine di ogni telefonata.
-Anche io-rispose Luke prima di chiudere la telefonata.
Era una sua impressione o c'era un leggero tentennamento nella voce di Luke?

 

Rieccomi qui!

Allora cominciamo subito con lo schema(gli anni si riferiscono al primo capitolo!):

Harry/Ginny:James,Ronald(16 anni),Albus(15 anni,concepito durante la luna di miele),Lilian(14 anni), Hermione(9 anni).

Ron/Hermione:Rose(16 anni),Hugo(15 anni).

George/Luna:Fred(17 anni),Edward(16 anni),Alice(14 anni),plus Justin figlio di George e Angelina Johnson(19 anni).

Seamus/Rupert:Allison(16 anni).

Ecco queste sono le coppie principali,i figli, e i vari legami.

Ovviamente poi ci sono gli altri junior,ma poi finirei per ingarbugliarvi ancora di piu' le idee...

Ricordatevi però che dal secondo capitolo in poi siamo tornati indietro,quindi dovete togliere un'anno a tutti i personaggi.

Se ci sono altre domande,non esitate a chiedere.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o di battitura.

E ora i ringraziamenti:Pikkola(Spero sia una sorpresa gradita!Vedrai cosa succederà in seguito... Forse non mi vorrai piu' così bene fra un pò),Musa16(Prima di tutto:GRAZIE per il disegno!!!!!Anke se a te nn mi piace molto,io l'adoro!X George e Luna,ti dico solo che se prima l'amavi,in qst fiction finirai x desiderare che sia reale...),Misfatta88(Grazie x i complimenti x l'altra fiction!Per le tue domande,t dico solo che sì Ron ne ha combinata una delle sue e bella grande...E ke in fondo nn sono sadica,nn troppo almeno!),JC(Sai cosa mi sono accorta?Che ci parliamo da mesi,ma io nn so il tuo nome!Tu almeno 6 avvantaggiato,sai + cose di me...Cmq abbi pazienza e la tua curiosità sarà soddisfatta,in fondo mi conosci),Sarina87(Harry e Ginny hanno passato guai x una vita intera,era ora di dargli un pò di pace,anke se avranno il loro bel da fare con i figli...),Lights(Per il momento Malfoy nn è contemplato nella storia,magari in futuro...),Hermione '06(Vedrai finirai per adorarli,credimi!Sia James e Rose,che Alice e Luke!),Wings HP(Devo ammettere ke x il nome mi sn ispirata a One Tree Hill,nn so se conosci... Tranquilla,adoro tr George e Luna x far loro del male),Lilyluna_4 e(Grazie x i complimenti!!),Germana( Fammi sapere che ne pensi...).

Bene,prima di salutarvi voglio farvi un piccolo regalo,qualcosa ke nn ho mai fatto cn nessun'altra mia fiction.

Voglio lasciarvi un piccolo spoiler,qualcosa che vi lasci la curiosità...

Vi dico subito che tutto il capitolo sarà incentrato su Ron e in parte sulla crisi con Hermione.

"Lei non lo conosceva.
Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi venticinque anni della sua vita."

Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...

"My immortal"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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