Salve a tutti!!!E buon finesettimana!
Piccolo regalino per tutti i miei lettori che hanno faticato durante la settimana sui banchi di scuola e aspettavano questi giorni x un pò di riposo.Spero vi piaccia.
Alla fine del capitolo troverete un piccolo schema,come molti di voi mi hanno chiesto,per aiutarvi con le varie parentele...
Buona lettura e a dopo!!!
Come l'anno
precedente,gli studenti avevano preso posto nel dormitorio e avevano disfatto i
bagagli dopo la cena di benvenuto,dove la Preside McGranitt aveva imperversato
per quasi mezz'ora con il suo discorso riservato quasi esclusivamente agli
alunni del primo anno,e ritardando in quel modo l'arrivo del cibo.
Quando
finalmente tutto fu finito,James e Ronald si trovarono nel dormitorio del loro
anno e si stavano salutando prima che James andasse ad occupare la Camera dei
Prefetti.
Quell'anno sarebbe toccato a lui e a Rose essere i Prefetti della
Casa dei Grifondoro:un' onore che era stato ampiamente festeggiato dalla loro
famiglia e specialmente da suo padre che alla loro età non aveva avuto lo stesso
"privilegio".
Sarebbe stata la prima volta che lui e Ronald avrebbero dormito
in camere separate:fin dalla nascita avevano diviso la grande camera accanto
alla stanza di Teddy,che con gli anni era cambiata per venire incontro alle loro
esigenze e anche ad Hogwarts avevano diviso il dormitorio,quindi sembrava strano
ad entrambi quella nuova situazione.
-Sei sicuro che te la caverai bene senza
di me?-domandò James al fratello prendendolo in giro.
In fondo era lui il
maggiore dei due,doveva preoccuparsi dell'incolumità del suo
fratellino...
Ronald si buttò a peso morto sul suo letto e rise.
-Cercherò
di non piangere troppo forte stanotte-commentò con lo stesso tono.
Si guardò
nel dormitorio ancora vuoto,e cercò di immaginarlo di lì a mezz'ora quando
sarebbero arrivati gli altri occupanti: nel letto accanto al suo ci sarebbe
stato Daniel Thomas,il figlio del famoso ex giocatore di Quidditch Dean
Thomas,ora grande commentatore sportivo.
Di fronte a lui c'era Stewart
Anderson,uno dei suoi compagni nella squadra di Quidditch di Grifondoro.
A
destra c'era Simon Campbell,il ragazzo da tenere vicino in caso di compiti in
classe.
Certo c'era Rose,ma lei non gli avrebbe mai passato il risultato di
un'esercizio durante un esame:la sua etica glielo avrebbe
impedito.
Infine,nel letto piu' lontano c'era Ethan Cooper,uno dei suoi amici
piu' vecchi.
-Sei riuscito a parlare con Sandy?-chiese a James tornando a
guardarlo.
Sandy era la ragazza di suo fratello.
James l'aveva corteggiata
per mesi prima che lei cedesse,neanche gli stesse facendo un grande
favore.
James annuì,leggermente sconsolato.
-Ci ho parlato...Ma non ho
risolto granchè-rispose misterioso.
Ronald si fece scappare un sospiro e si
rizzò a sedere sul letto.
-Possibile che ogni volta devo tirarti fuori le
cose con le tenaglie?-gli disse guardandolo.
James sorrise.
Ronnie aveva
ragione:era sempre da lui che andava ogni volta che aveva bisogno di un
consiglio o di parlare con qualcuno,ma quando poi lo aveva davanti era suo
fratello a dover fare tutto il lavoro.
Era come se le sue corde vocali si
bloccassero impedendogli di parlare e di spiegare cosa l'aveva spinto fin
lì.
-Mi ha scaricato-disse alla fine.
Vide gli occhi di Ronald spalancarsi
per la sorpresa e si lasciò andare ad una piccola risata.
-Non posso
crederci!Ti ha lasciato?Dove,quando?-chiese.
-Hai visto quando mi sono
allontanato dal vagone per incontrare gli altri Prefetti?-gli ricordò con voce
calma.
Ronald annuì.
-Ci siamo incontrati lungo il corridoio e le ho
chiesto se potevamo vederci piu' tardi,non appena la McGranitt ci avesse
lasciato liberi,ma lei mi ha detto che le dispiaceva e che non poteva piu' stare
con me-raccontò con tono incolore.
-Ma per quale motivo?-domandò l'altro
fissando il fratello.
James alzò le spalle,indifferente.
-Sembra che
quest'estate ha conosciuto un tizio a Parigi...l' "uomo della sua vita"-raccontò
sarcastico.
-Ma ha solo quindici anni!E poi come può preferire un francese a
te?-ribattè il fratello.
-Che vuoi che ti dica?Forse è stato meglio
così...Magari neanche io ero innamorato di lei e restavamo insieme soltanto per
divertirci-disse James incerto.
Ronald scosse la testa deciso.
-Credo
proprio di no!Mi ricordo benissimo le notti che ho passato sveglio a sentirti
vaneggiare su di lei-gli ricordò.
Il fratello sorrise e annuì
lentamente.
-Comunque sia,ormai è finita.
Comincia la caccia per cercare
la prossima-disse divertito.
Ronald rise e annuì.
-Hai assolutamente
ragione!Chi rifiuterebbe il Prefetto della Casa,nonchè Capitano della squadra
dei Grifondoro e figlio del famoso Harry Potter?-commentò ironico
Ronald.
James rise con lui.
Già,chi avrebbe rifiutato un partito del
genere?
Il mattino dopo le lezioni scacciarono gli ultimi
ricordi delle vacanze appena finite.
Lily amava Hogwarts.
Era la sua
seconda casa,il posto dove si sentiva piu' a suo agio,dove poteva essere sè
stessa senza paura di offendere o far del male a qualcuno.
Certo amava anche
la sua casa babbana di Privet Drive,ma le attenzioni che suo padre le riservava
ultimamente,la soffocavano:lui non aveva mai fatto mistero di avere un'amore
speciale per lei,forse soltanto perchè era la prima figlia femmina dopo tre
maschi,ma adesso che c'era anche Hermione perchè continuava a darle tutte quelle
attenzioni e quelle piccole dimostrazioni d'affetto neanche avesse ancora cinque
anni?
Per fortuna c'era sua madre che gli diceva quando smettere,quando
trattenere quell'ondata d'amore.
Altrimenti i loro rapporti sarebbero
diventati davvero difficili.
Rispetto ai suoi fratelli che amavano
rinchiudersi nella Sala Comune ogni volta che avevano un minuto libero,a lei
piaceva sedersi sulle rive del Lago Nero per poter sentire l'odore del
lago:voleva approfittare di quei pochi giorni di sole prima che arrivasse
l'inverno con le sue nuvole e il vento.
-Lily-
Si voltò non appena si
sentì chiamare.
Rose,sua cugina,era a pochi passi da lei e la stava guardando
con un sorriso accennato.
-Ciao Rose,ti va di farmi compagnia?-gli domandò
rispondendo al suo sorriso.
La ragazza fece risplendere il sorriso finora
titubante e si avvicinò a lei prima di sedersi sull'erba leggermente
umida.
-Ti ho portato qualcosa da mangiare...Mi sono preoccupata quando non
ti ho visto nella Sala Grande-le disse tirando fuori un sandwich dal
mantello.
Lily sorrise e accettò il panino:aveva saltato il pranzo,per
compensare l'abbondante colazione che aveva fatto al mattino e ora rigirava il
panino fra le mani indecisa se mangiarlo,per fare un favore alla cugina,o
meno.
-C'è tempo per rinchiudersi fra quattro mura...Fra qualche settimana
non riusciremo a mettere il naso fuori senza sciarpa cappello e
guanti.
Volevo godermi quest'illusione d'estate-le disse chiudendo gli occhi
e porgendo il viso ai raggi del sole che avevano appena bucato la nuvola che li
nascondeva.
Rose sorrise.
-Sai che i tuoi fratelli vanno nel panico se non
sanno dove sei-commentò.
-Anche se sanno dove sono-ribattè lei.
L'altra
annuì in silenzio.
-Per questo ti hanno mandato a controllare?-le domandò
senza aprire gli occhi.
Sentì la cugina muoversi a disagio sul prato e il suo
sorriso si accentuò:colpito e affondato.
Eppure era strano visto che stava
parlando con Rose Weasley.
Tutti quelli che avevano conosciuto i loro
genitori affermavano che Rose era la copia esatta di sua madre:stessa
precisione,stesso attaccamento alla disciplina,stessa inflessibilità.
Un vero
generale di ferro.
Dello zio Ron aveva ripreso davvero poco...Per fortuna
qualche anno dopo era nato Hugo,che era un Weasley fatto e finito.
-Possibile
che non riesca a liberarmi di loro?-le chiese aprendo gli occhi e voltando la
testa verso di lei.
-Hanno solo promesso a tuo padre di vigilare su di te-le
ricordò lei.
-Ho quattordici anni,so benissimo badare a me stessa-ribattè lei
leggermente risentita.
-Questo lo so,e prometto che cercherò di convincere
Ronnie e Jim ad allentare un pò la corda...Ma sai anche tu che non sarà una cosa
semplice-le disse Rose con il suo solito tono pacato e maturo.
Lily annuì,e
per un'istante il suo sguardo si concentrò su un gruppo di ragazzi che poco
lontano si stavano avviando verso il castello,di ritorno alle lezioni e uno di
loro in particolare attirò la sua attenzione.
Lui.
Daniel
Thomas.
Camminava con quell'aria fiera e sicura che attirava sempre
l'attenzione degli altri su di sè e che le fermava il respiro a metà.
Il viso
era leggermente abbassato per controllare che la divisa fosse in
ordine,mettendone in ombra gran parte.
I capelli neri e lisci gli sfioravano
il viso arrivando alle orecchie e accarezzandogli le guance ogni volta che il
vento leggero lo colpiva.
-Cosa stai guardando?-domandò Rose sorpresa dal suo
lungo silenzio.
Lily scosse la testa senza rispondere,senza staccare lo
sguardo dal gruppo che si stava allontanando velocemente,finchè i suoi occhi non
incontrarono altri occhi.
Senza che se ne accorgesse,Daniel aveva alzato lo
sguardo e l'aveva scoperta a fissarlo,bloccandosi per un'istante mentre i loro
occhi sembravano incatenati.
Ancora una volta,anche se aveva giurato a sè
stessa che non avrebbe piu' permesso a quegli occhi di farle male.
Fu lei ad
allontanarsi per prima,tornando a guardare Rose e rivolgendole un'accenno di
sorriso.
-E' ora di tornare in classe,vero?-le domandò anche se già sentiva i
rintocchi lontani delle campane che annunciavano il ritorno alle
lezioni.
Rose si alzò e la prese sottobraccio.
-Non sia mai che io ti
perda di vista anche solo per un'istante!-commentò scherzosa.
Lily sorrise e
si incamminò con l'amica verso il castello,cercando di dimenticare quegli
occhi.
-Ronald!Ronald!-
Si voltò soltanto quando si
sentì chiamare per la seconda volta.
Era appena uscito da una lezione di
Pozioni che lo aveva sfinito mentalmente e fisicamente e il suo cervello era
ancora un pò annebbiato.
Ad essere veramente sinceri il suo cervello era già
proiettato alla sera,quando avrebbe iniziato gli allenamenti di Quidditch con
James,Stewart e Ethan.
Nel giro di qualche giorno,James avrebbe iniziato le
selezioni per la squadra dei Grifondoro e tutti volevano fare bella figura con
lui per avere qualche possibilità in piu' di entrare in squadra.
Ronald era
sicuro che James non lo avrebbe escluso,a meno di non voler morire prima del
tempo,ma gli sarebbe dispiaciuto che Ethan e Stewart restassero fuori.
Quando
vide chi lo aveva chiamato con tanta insistenza,le sue orecchie diventarono
bollenti.
Rebecca Paciock.
Lei e sua sorella Rachel vivevano ad Hogwarts
tutto l'anno con il padre,il professore di Erbologia Neville Paciock.
Ronald
sapeva che suo padre ed il professore un tempo erano stati amici,ma il loro
rapporto si era rovinato per colpa della zia Luna.
Era una di quelle storie
che non si raccontavano spesso in famiglia,di quelle che metti insieme rubando i
frammenti dai vari discorsi e da quanto avevano capito lui James e Rose sembrava
che la zia Luna prima di sposarsi con lo zio George,era stata sul punto di
sposare il professor Paciock;ma lo zio l'aveva praticamente rapita
dall'altare.
Da allora non si erano piu' visti,se non in qualche occasione
davvero speciale,e questo si era riversato anche sull'amicizia fra il professore
e suo padre.
Magari se così non fosse stato anche i suoi rapporti con Rebecca
sarebbero stati diversi...
La vide avanzare verso di lui e si ritrovò a
trattenere il respiro.
Era possibile essere così belli già alla loro
età?
Rebecca ai suoi occhi sembrava un'angelo sceso dal cielo:i capelli lisci
e castani le arrivavano fino a metà schiena,come una cascata di ciocciolata,il
suo viso era sempre illuminato da una luce negli occhi verdi e ogni volta che
sorrideva,delle piccole fossette apparivano su entrambe le guance.
La divisa
dei Grifondoro non le rendeva nessuna giustizia:doveva esserci un cavillo nelle
regole di Hogwarts che permetteva alle ragazze di tale bellezza di andare in
giro senza divisa.
Era arrivata a pochi passi da lui e quando fu certo che si
sarebbe fermata,la vide avvicinarsi fino a mettergli una mano sul braccio destro
e sporgersi verso di lui per dargli un bacio sulla guancia sinistra.
Adesso
era certo di essere completamente rosso in volto,con un'espressione idiota sul
viso...
Chi doveva ringraziare per un miracolo simile?
La guardò cercando
di ritrovare un pò della compostezza persa e le fece un piccolo
sorriso.
-Ciao Rebecca-la salutò prima di schiarirsi la gola.
In
lontananza vide James e Rose uscire dall'aula e cercarlo fra la folla e sperò
che non arrivassero a rovinare quel momento magico.
-Come sono andate le
vacanze?-gli domandò lei,sempre con un sorriso sulle labbra.
Ronald alzò le
spalle,mentre Rose e suo fratello si avvicinavano ogni istante di piu'.
-Al
solito,troppo poco tempo e tante cose da voler vedere e fare...Tu invece?-le
domandò restando sul vago convinto che lei non fosse veramente
interessata.
-Anche noi le stesse cose di ogni estate...-gli disse
Rebecca.
Alle spalle della ragazza,Ronald vide Rose trattenere suo fratello
per un braccio prima che James si fermasse e restasse qualche istante interdetto
per la presenza di Rebecca.
Ma furono solo pochi istanti:l'attimo dopo aveva
già iniziato a prenderlo in giro in silenzio,mentre Rose cercava in ogni modo di
farlo smettere.
-Volevo chiederti...-disse la ragazza facendogli riportare lo
sguardo sul suo volto.
Sentì di nuovo le orecchie diventare bollenti neanche
stessero affrontando un discorso erotico e si affrettò ad annuire.
-Ho
sentito che voi ragazzi andrete ad allenarvi al campo questa sera-disse
Rebecca.
Ronald la guardò qualche istante incerto,poi annuì di nuovo.
-Sì
abbiamo pensato di fare un pò di pratica in vista delle selezioni della
squadra-le spiegò calmo.
-Ecco...Io mi chiedevo se potevo assistere-gli
chiese Rebecca leggermente imbarazzata.
Ronald corrugò la fronte e restò
qualche istante in silenzio poi sorrise.
-Certo che puoi!Ci saranno anche
Lily e Rose a fare il tifo come al solito-le disse con voce sicura.
Il
sorriso tornò a brillare sicuro sul volto di Rebecca e,di riflesso,anche sul
volto di Ronald.
Sorriso che diventò ancora piu' splendente quando Rebecca
gli posò un'altro bacio sulla guancia sinistra.
-Grazie!A che ora?-gli chiese
poi.
Ronald si passò una mano fra i capelli,cercando di ricordarsi a che ora
avessero appuntamento al campo e dopo qualche istante di incertezza
annuì.
-Alle sette e mezzo,subito dopo cena-si ricordò finalmente.
Rebecca
gli sorrise l'ultima volta,poi lo salutò e si allontanò lasciando dietro di sè
la scia del suo profumo.
La guardò allontanarsi finchè non fu confusa fra il
resto della folla e fu proprio mentre era distratto che James gli saltò addosso
come faceva sempre quando voleva complimentarsi con lui.
-Qualcuno ha fatto
colpo!-gli urlò nell'orecchio destro,le braccia strette attorno al collo,mentre
cercava di montargli sulla schiena.
Ronald cercò di liberarsi del suo peso e
lo fece quasi cadere per terra,accompagnato dalle risate di Rose e scosse la
testa.
-Come al solito,vedi cose che non ci sono!-gli disse avviandosi verso
l'aula di Trasfigurazione.
-Andiamo non dirmi che non te ne sei accorto!Rose
è vero che Rebecca pendeva dalle sue labbra?-disse James chiamando in causa
anche la cugina.
-Assolutamente!Ronnie,questa volta sono d'accordo con
Jim,Rebecca ha un debole per te.
Viene agli allenamenti questa sera?-gli
chiese poi.
Ronald si limitò ad annuire.
Non doveva lasciare che quella
speranza prendesse corpo nel suo cervello,altrimenti sarebbe stato difficile poi
fare i conti con la realtà.
-Allora posso indagare con calma-disse lei
sicura.
Ronald si voltò verso Rose e scosse la testa
deciso.
-Assolutamente no!Tu non farai niente del genere.
Non è detto che
venga agli allenamenti per vedere me:chi ti ha detto che non abbia un debole per
Jim,o per Ethan?-ribattè Ronald cercando di essere convincente.
-E veniva
proprio da te per farsi invitare?-domandò James confuso.
-Perchè ci
conosciamo da anni e possiamo dire di essere amici-disse Ronald.
-Ronnie,io
te e James siamo amici-gli fece notare Rose.
-Ma noi cosa c'entriamo?Siamo
cugini!-ribattè lui con un leggero sorriso divertito.
Rose annuì e sorrise
con lui.
Entrarono nell'aula e mentre Rose si sedette accanto a Sally
Price,James e Ronald si sedettero al banco davanti al suo per poter continuare
il discorso in attesa dell'inizio della lezione.
-Quindi sei assolutamente
convinto che Rebecca non è interessata a te-commentò Rose seria.
Ronald annuì
convinto e James scosse la testa.
Rose rise e alzò le spalle.
-Questa sera
vedremo chi di noi ha ragione-commentò.
James ancora una volta fece per
ribattere,ma l'arrivo del professore di Trasfigurazione impose a tutti e tre il
silenzio.
-E questa è la famiglia a cui vorresti legarti?-gli
aveva chiesto mentre osservava i due Potter e la Weasley allontanarsi verso
l'aula di Trasfigurazione.
Lucas Zabini,per gli amici Luke, si lasciò
scappare un sorriso sarcastico mentre scuoteva lentamente la testa:il suo
migliore amico non lo capiva.
In fin dei conti non era il solo che non
capiva.
Quando aveva raccontato a suo padre di quella storia aveva fatto
fuoco e fiamme,ma poi erano riusciti ad avere una discussione quasi civile,anche
se non avevano risolto molto.
Era impensabile che un Serpeverde del suo
lignaggio e con i suoi antenati,fosse innamorato di una ragazza come lei, una
con una famiglia così ingombrante,dal passato così fastidioso.
A sua madre
per poco non era venuto un'infarto.
Ma non era colpa sua!
Era stata una
cosa talmente improvvisa anche per lui:tutto si era aspettato tranne innamorarsi
di una ragazzina di tredici anni,sempre con la testa fra le nuvole e quell'aria
candida che lo portava a chiedersi ogni giorno che cosa ci trovasse di così
speciale in lui.
Una Grifondoro!
Se gliel'avessero detto,avrebbe riso fino
a farsi venire il mal di pancia.
Avrebbe riso ancora di piu' se gli avessero
detto che si sarebbe innamorato di una Weasley.
Era l'ultima cosa che credeva
gli potesse succedere nella vita,la piu' assurda di tutte!
Aveva passato anni
a prendere in giro il gruppo formato dai Weasley e dai Potter insieme a
Scorpius,aveva riso di loro ogni volta che li aveva visti seduti tutti insieme a
mensa o sul prato prima di una lezione senza il minimo sospetto di quello che
stava per accadere.
Poi un giorno il destino gli aveva messo i bastoni fra le
ruote!
Ricordava ancora quel giorno freddo,con la prima neve che arrivava ai
polpacci e faceva immobilizzare i muscoli del viso.
Lei sembrava uno di quei
folletti di cui si parla nelle leggende irlandesi:i corti capelli biondi erano
coperti da un berretto di lana,le dita erano quasi blu perchè si era tolta i
guanti per fare delle "perfette" palle di neve e,incurante dell'alone di mistero
che si era costruito in tutti gli anni della scuola e della sua appartenenza
alla Casa di Serpeverde,lo aveva avvicinato e scelto come compagno di
lotta.
-Ho bisogno del tuo aiuto!-gli aveva detto.
E prima che lui potesse
dire qualcosa l'aveva trascinato con sè lungo il corridoio fino al cortile
ricoperto di neve candida.
Ancora adesso Luke non sapeva spiegare come si era
ritrovato invischiato in quella guerra fra lei e i compagni del suo
anno,soltanto perchè quel folletto gli aveva chiesto di darle una mano:aveva
sentito dire che lui era davvero bravo nelle battaglie a palle di neve e ora
aveva un disperato bisogno di un compagno capace.
Magari in un'altro momento
si sarebbe tirato indietro,ma stava andando ad un'altro noioso appuntamento con
Helen Goyle e avrebbe accettato qualsiasi diversivo.
Alla fine si era anche
divertito.
Si erano salutati alla fine della battaglia e lei lo aveva
ringraziato prima di andarsene di corsa.
L'ultima immagine che aveva di quel
giorno era la corsa di lei che si buttava sulla schiena di uno dei suoi
cugini,probabilmente Ronald Potter,convincendolo poi a portarla in spalla fino
alla loro Sala Comune.
Cosa l'aveva spinto a chiedere notizie su di
lei?
Era una Grifondoro,questo sarebbe dovuto bastare a tenerlo lontano da
lei.
Invece aveva raccolto informazioni:si chiamava Alice,aveva tredici anni
ed era l'ultima figlia di George e Luna Weasley,i padroni dei negozi piu'
famosi di tutta Hogsmeade e Hogwarts.
Aveva due fratelli maggiori anche loro
fra le file dei Grifondoro,e una schiera di cugini che la rendevano quasi
intoccabile.
Ma ovviamente niente poteva fermarlo quando aveva in mente
un'obbiettivo.
Non sapeva neanche lui perchè,ma aveva preso l'abitudine di
farsi trovare nella biblioteca quando sapeva ci sarebbe stata lei,soltanto per
vederla,senza neanche considerare l'idea di parlarle.
Soltanto tre settimane
dopo si erano rivolti di nuovo la parola,e soltanto perchè erano rimasti chiusi
nella biblioteca oltre l'ora di chiusura.
-Come se non passassi già troppo
tempo qui dentro...-aveva commentato Alice.
Luke era riuscito ad aprire una
finestra ed era sgattaiolato fuori dalla biblioteca con lei,ritrovandosi a
correre senza nessun vero motivo fuori dalle mura del castello nel cortile e
a parlare seduti poco distanti dall'enorme casa del guardiacaccia,senza
neanche rendersi conto del tempo che passava.
-Fred darà fuori di matto se
non torno prima del coprifuoco-aveva detto prima di alzarsi e salutarlo.
Lui
aveva annuito e si erano diretti di nuovo verso il Castello,camminando fianco a
fianco fino alla scalinata principale,per poi salutarsi e andare ognuno al
proprio dormitorio.
Da quella prima volta erano passati tre mesi.
Mesi in
cui avevano imparato a conoscersi meglio,ad aiutarsi quando l'altro aveva un
problema, a restare semplicemente in silenzio ad ascoltare quello che l'altro
aveva da dire.
Nonostante la sua giovane età Alice era piu' matura delle sue
compagne,e gli aveva insegnato come mettere da parte i suoi pregiudizi sui
Weasley,mentre lei aveva dovuto fare i conti con la sua appartenenza alla casa
dei Serpeverde.
-Non siamo così perfetti come credi...-gli aveva detto una
volta lei.
Luke l'aveva fissata curioso,ma Alice aveva lasciato cadere
l'argomento senza mai raccogliere le sue frecciate ogni volta che lui provava ad
affrontarlo di nuovo.
Ovviamente non era tutto così facile:c'erano volte in
cui litigavano e si giurava che non avrebbe piu' incontrato quella "ragazzina
saccente e buonista",ma come sempre le sue promesse cadevano nel vuoto...Gli
bastava sentire la sua risata,oppure entrare nella Sala Grande per iniziare
subito a cercarla con lo sguardo e sorriderle come un'idiota quando lei gli
faceva l'occhiolino di nascosto dalla massa di fratelli e cugini.
E senza
neanche rendersene conto se ne era innamorato.
Eppure era convinto di saper
gestire quell' "amicizia"!
Invece una mattina si era ritrovato con in testa
solo lei e la paura di averla persa soltanto perchè non l'aveva vista per un
giorno intero in giro per il castello:aveva passato le lezioni a chiedersi se
non le fosse successo qualcosa,se non fosse stata costretta a tornare a casa per
qualche problema familiare, arrivando a pensare che i suoi genitori l'avessero
ritirata dalla scuola essendo venuti a conoscenza della loro
amicizia.
Scoprire che aveva passato il tempo chiusa nel dormitorio perchè
ammalata lo aveva fatto sentire sollevato,e gli aveva fatto sbattere il muso
contro la realtà.
Era irrimediabilmente innamorato di Alice Weasley.
Il
suo carattere deciso e diretto l'avevano portato a parlare con lei,a spiegarle
che qualcosa era cambiato per lui e che se per Alice non fosse stato lo stesso
avrebbe capito,non lo avrebbe accettato ma lo avrebbe capito e avrebbero messo
fine a quell'amicizia.
Non aveva idea dell'espressione che era apparsa sulla
sua faccia quando l'aveva sentita dirgli che anche per lei era lo stesso.
Il
loro primo bacio era il ricordo che gli ritornava alla mente piu' spesso nelle
ultime settimane: ricordava ancora la timidezza negli occhi di Alice,il tocco
delicato delle sue labbra,il modo in cui si era messa in punta di piedi per
mettergli le braccia intorno al collo.
L'ultimo ostacolo era la sua giovane
età:avevano due anni di differenza e certe volte a lui sembrava di aver fatto
qualcosa di male.
Alice non faceva altro che dirgli che l'età non era un
problema per lei perchè aveva l'esempio dei suoi genitori,insieme da quasi
vent'anni nonostante i loro due anni di differenza.
Forse era una storia
sbagliata in partenza,però da quando c'era Alice,lui si sentiva piu' forte,quasi
invincibile.
Nessuno sapeva della loro storia d'amore,se si escludevano
Scorpius e la migliore amica di Alice che le aveva fornito parecchi alibi con i
suoi fratelli.
Avevano parlato spesso di come rendere pubblica la loro
storia,ma avevano anche deciso che per il momento era meglio lasciare le cose
come stavano:erano ancora troppo giovani per fare le cose in grande,per
"impegnarsi" e forse aspettare avrebbe rafforzato i loro sentimenti e le loro
decisioni.
Quando erano iniziate le vacanze non passava giorno senza che un
gufo non apparisse alla sua finestra con una lettera di Alice,facendolo ridere e
facendogli sentire la mancanza della ragazza in modo quasi esagerato.
Era
stata quella sensazione che lo aveva spinto a parlarne con i suoi genitori:forse
era stata una mossa azzardata vista la loro età,ma era convinto che era meglio
mettere le cose in chiaro,per evitare problemi in futuro.
Li aveva fatti
sedere in salotto e aveva detto loro che da qualche mese stava con una
ragazza...e poi aveva lanciato la bomba.
Ma non era stato niente in confronto
alla bomba che aveva colpito lui pochi giorni dopo.
Mancavano meno di due
settimane al ritorno a scuola e stava letteralmente contando i giorni che
mancavano al loro incontro,quando il solito gufo era apparso alla sua finestra e
gli aveva consegnato una lettera;era stato come essere risucchiato in un buco
nero.
Alice e i suoi fratelli non sarebbero tornati a Hogwarts quell'anno per
stare vicino alla madre: aveva un cancro e sarebbe andata in America per farsi
curare.
Non era mai stato così combattuto in vita sua;da una parte c'era
Alice che aveva bisogno di lui e dall'altra c'erano i suoi genitori che non gli
avrebbero mai permesso di fare un volo del genere per stare con lei,tantomeno
saltare l'anno soltanto perchè la madre della sua ragazza,una Grifondoro, stava
male.
Le aveva scritto chiedendole se c'era qualcosa che lui potesse fare e
la sera stessa gli era arrivata la risposta,una pergamena con due sole parole:
"Non abbandonarmi".
Come se avesse mai potuto.
La sera prima di tornare ad
Hogwarts il solito gufo era apparso alla sua finestra,questa volta stringendo
fra gli artigli un pacco giallo.
All'interno c'era un cellulare
babbano,completo di istruzioni per potersi sentire tutte le sere in barba ai
problemi e alla lontananza.
Era da quasi due settimane che vivevano quella
specie di relazione a distanza,e lui doveva accontentarsi di questa cercando di
mettere a tacere i suoi desideri e i suoi sensi di colpa.
Anche quella
sera,non appena il dormitorio sarebbe stato silenzioso sarebbe sceso nella Sala
Comune e avrebbe composto l'unico numero in memoria solo per sentire la sua voce
e per farle sentire che nonostante le miglia di distanza era lì accanto a
lei.
-Io non voglio legarmi a nessuna famiglia-rispose camminando per il
corridoio.
-Vedo che stai riacquistando il tuo buonsenso-commentò
Scorpius,voltandosi a guardarlo.
Luke sorrise.
-Voglio dire che a me
interessa solo lei,non tutta la sua famiglia-spiegò.
Il sorriso sul volto di
Scorpius scomparve,lasciando il posto alla solita smorfia che aveva sempre
quando affrontavano quell'argomento.
-Ma ora che lei non c'è non senti il
bisogno di svagarti?-gli chiese indiretto.
-Di andare a letto con
un'altra?-disse Luke senza giri di parole.
-Precisamente-fece
Scorpius.
Luke scosse la testa.
Non era vergine quando aveva conosciuto
Alice,ma sapeva quando era il momento di rallentare, quando una ragazza non era
pronta per il sesso...ed Alice ancora non lo era.
Anche se gli costava fatica
ammetterlo ed era sempre piu' faticoso per entrambi fermarsi.
-Nessun
bisogno-rispose sincero.
Scorpius lo guardò quasi scioccato.
-Chi sei
tu?Che ne è stato del bastardo Serpeverde amico mio?-gli chiese senza
esagerazione.
Luke si lasciò scappare una risata e gli diede una leggera
spinta.
-Avanti non sono mica diventato un santo!Ho solo smesso di portarmi a
letto qualsiasi cosa respirasse-gli disse ancora ridendo.
-E' questo che mi
preoccupa.Capirei se andassi a letto solo con la tua ragazza,ma neanche
quello...Ti limiti a tenerla per mano!-lo prese in giro lui.
-Non mi limito
solo a quello-lo rassicurò misterioso Luke,mentre un sorriso malizioso si
allargava sul viso.
Scorpius lo guardò curioso,ma dall'espressione sul volto
dell'amico capì che non gli avrebbe scucito nulla di piu' in
proposito.
-Comunque grazie per esserti preoccupato per me...Mi ha commosso
il tuo interessamento- lo prese in giro Luke.
Il biondo lo fulminò con lo
sguardo,prima di entrare in classe,accompagnato dalle risate di Luke che lo
seguì in aula.
-Vuoi ancora un pò di caffè?-
Fred alzò lo sguardo
sulla ragazza che,caraffa stretta nella mano destra,gli aveva rivolto la domanda
e si limitò a scuotere la testa.
Era talmente stanco che si sarebbe
addormentato non appena avrebbe toccato il cuscino.
-Stai bene?-gli chiese
ancora la ragazza.
Domanda da un milione di sterline!
C'erano dei momenti
in cui si ricordava cosa significava stare bene,poi tornava il buio che aveva
inghiottito la loro vita nelle ultime due settimane.
-Non mi ricordo piu'
neanche cosa significhi stare bene-le confessò mentre le palpebre pesanti si
chiudevano per un'istante.
Sentì su di sè lo sguardo della ragazza e sperò
che non fosse carico di pena e pietà:non lo avrebbe sopportato una volta di
piu'.
Erano settimane che tutti si rivolgevano a lui e ai suoi fratelli con
quegli occhi e ogni volta lui aveva voglia di urlare,di fare a pezzi qualcosa
soltanto perchè quella gente la smettesse di guardarli in quel
modo.
Fortunatamente gli occhi di Allison erano calmi,sereni come li aveva
sempre visti fin dalla prima volta.
-Vedrai presto tutto questo sarà un
brutto ricordo-lo rassicurò lei,poggiando la caffettiera sul mobile di marmo
bianco.
Fred annuì,anche se era poco convinto.
-Dove sono gli altri?-gli
chiese dandogli le spalle per togliere le fette di toast dal
tostapane.
-Edward sta dormendo sul divano,era talmente stanco che non è
riuscito ad arrivare in camera sua;Alice si sta facendo una doccia e credo che
mio padre non sia ancora tornato dall'ospedale-disse prima di sgranchirsi i
muscoli della schiena e delle braccia.
Allison tornò a voltarsi e lui la vide
mettergli davanti due fette di pane tostato imburrato.
-Mangia!Ha passato
anche oggi la notte in ospedale?-gli chiese poi conoscendo già la
risposta.
Suo padre passava tutte le notti in ospedale.
Tornava a casa
giusto il tempo per farsi una doccia,mangiare qualcosa di accettabile e poi
ritornava da sua madre,pronto per iniziare una nuova giornata di chemioterapia
accanto a lei.
L'intervento era andato bene,almeno questo era quello che i
dottori avevano detto loro.
Avevano tolto tutte le cellule cancerogene che
avevano trovato e per il momento non avevano eseguito la mastectomia,con grande
sollievo di sua madre.
Ma dopo l'intervento era iniziato il primo ciclo di
chemioterapia:due settimane di tortura autorizzata.
Era davvero difficile
starle seduto accanto e comportarsi come al solito mentre attraverso l'ago nel
braccio le venivano iniettati tutti quei veleni.
-Come al solito-commentò
afferrando una fetta di pane.
Non aveva fame,ma sapeva che lei si sarebbe
arrabbiata se non l'avesse visto mangiare,così diede un morso solo per farla
felice.
Sentì dei passi venire verso la cucina e si voltò,sentendo i muscoli
del collo lamentarsi per lo sforzo richiesto.
Seamus apparve in cucina e
vedendolo gli rivolse un sorriso.
-Buongiorno Seamus-lo salutò Fred
educatamente.
L'uomo si avvicinò e gli fece una carezza sulle spalle,come
faceva sempre,prima di rivolgere un sorriso a Allison.
-Buongiorno ragazzi-lì
salutò affettuoso.
-Ciao papà!Il caffè è già pronto,devi solo imburrare le
tue fette di pane-gli disse la ragazza avvicinandosi per dargli un bacio sulla
guancia.
Allison Finnigan-Finch era la figlia biologica di Seamus,ma fin
dalla nascita era cresciuta con suo padre e il suo compagno Rupert Finch.
Non
avevano mai pensato di adottare un bambino,ma durante il primo anno della loro
relazione si erano trovati nel pieno di un "baby boom" fra i loro amici:ovunque
andassero vedevano soltanto coppie in attesa di un figlio o che avevano appena
partorito.
Quella era stata la molla scatenante che aveva portato entrambi a
chiedersi se anche loro fossero stati all'altezza di un figlio.
All'inizio
non era stato facile trovare la persona adatta,vista la loro situazione,ma alla
fine una delle infermiere dell'ospedale di Rupert si era dimostrata disponibile
a diventare la loro "madre in affitto" e dopo un paio di tentativi andati a
male,era rimasta incinta.
Allison aveva ereditato i poteri di suo padre,e
frequentava un scuola di magia americana che, al contrario di Hogwarts,le
permetteva di tornare a casa tutti i giorni tenendo le lezioni soltanto la
mattina,come una vera scuola babbana.
Era una ragazza allegra,estroversa e la
sua "delicata situazione familiare",come veniva descritta dai suoi insegnanti
babbani,non le aveva causato nessun problema perchè aveva avuto accanto a lei
due persone stabili che l'avevano sempre amata,anche durante i loro periodi di
crisi.
-Grazie tesoro!Tuo padre ha chiamato?-le chiese afferrando una tazza e
versandoci abbondante caffè nero.
-Ha detto che torna verso le otto-riferì
lei prima di bere un sorso dalla sua tazza.
Fred diede un'altro morso alla
sua fetta di pane prima di spingere via il piatto.
-Non provarci nemmeno!Devi
mangiare qualcosa altrimenti cadrai svenuto per terra...Papà diglielo anche
tu-fece Allison voltandosi verso Seamus.
-Ha ragione Fred,hai veramente una
brutta cera-disse Seamus guardandolo.
-Sono solo stanco,ho bisogno di almeno
quattro ore di sonno-ribattè il rosso.
-A proposito,stavo quasi per
dimenticarlo!
Ieri sera,mentre eravate in ospedale ha chiamato Justin-disse
Seamus guardando Fred.
Lo sguardo di Fred si fece piu' attento.
-Cosa
voleva?-chiese subito.
-Ha detto che sarebbe arrivato con il volo di
mezzogiorno e voleva sapere se qualcuno di voi era disposto ad andare
all'aeroporto-
-Ma ti ha detto perchè?-domandò sorpreso.
Justin stava
arrivando a Seattle.
Avevano visto il fratello neanche un mese prima,e Justin
aveva fatto di tutto per far dimenticare a lui e ai suoi fratelli quello che
sarebbe successo di lì a poco,riuscendo il piu' delle volte a farli divertire e
a far passare delle intere giornate prima che la preoccupazione tornasse ad
attanagliarli.
E ora stava venendo da loro.
-Credo sia ovvio il
perchè-commentò Seamus con un leggero sorriso.
Fred annuì
stancamente.
-Andrò io a prenderlo,basta che qualcuno mi svegli in
tempo-disse scendendo dalla sedia.
-Tranquillo,ci penserò io-disse subito
Allison pronta.
Fred sbadigliò e si avviò verso la porta della
cucina,sperando di arrivare alla sua camera da letto senza crollare per il sonno
arretrato.
L'aereoporto era pieno di gente che correva in tutte le
direzioni.
Chi doveva partire era facilmente riconoscibile:cercavano di
tenere tutti i documenti stretti in una mano per essere pronti quando sarebbe
arrivato il loro turno al check-in.
C'era poi chi era appena atterrato e si
trascinava le valigie fuori dall'aereoporto,iniziando subito la ricerca del taxi
per evitare di inzupparsi troppo.
Come al solito anche quel giorno la pioggia
non aveva risparmiato Seattle;che differenza c'era fra vivere a Seattle e vivere
a Londra?
In entrambe le città pioveva,il cielo era coperto dalle nuvole e il
sole era un lusso,nonostante fossero a settembre...E pensare che esistevano
città dove c'erano trenta gradi e gente che andava in giro senza maglietta e
prendeva il sole sdraiato al parco!
Alice guardò la pioggia colpire violenta
il finestrino posteriore dell'auto di Rupert e sospirò.
-Tutto bene lì
dietro?-le domandò Edward guardandola dallo specchietto retrovisore.
-Sono
stufa di tutta questa pioggia!-rispose lei incontrando il suo sguardo.
Quando
Fred aveva detto loro dell'arrivo di Justin,avevano deciso di andarlo ad
accogliere tutti insieme per poi andare all'ospedale:la mamma sarebbe stata
contenta di rivedere Justin.
Lo aveva sempre considerato un quarto figlio e
l'affetto era reciproco:Justin adorava quell'aria svagata e sempre allegra che
era il punto di forza del carattere di sua madre,inoltre avevano la comune
passione per gli animali,anche quelli piu' strani e pelosi,che li estraniava un
pò dagli altri.
Edward sorrise.
-Credi che se fossimo stati ad Hogwarts
sarebbe stato diverso?-le chiese.
-Sicuramente!-commentò lei.
Almeno a
quest'ora sarebbe stata fra le braccia di Luke e non in quella specie di incubo
privato!
Sfiorò con due dita il cellulare che era nascosto nella tasca destra
del cappotto e poi fissò l'orologio sul cruscotto:da un momento all'altro lui
avrebbe chiamato e lei non vedeva l'ora di sentire la sua voce.
Per il
momento doveva accontentarsi solo di quella...
Erano arrivati al terminal
dell'aereoporto e Fred stava concludendo la manovra di parcheggio.
-Qualcuno
di voi ha portato un'ombrello?-domandò poi spegnendo il motore e guardando
Edward che sedeva accanto a lui.
Dall'espressione che vide apparire sul viso
di Ed,Alice capì che avrebbero dovuto correre il piu' velocemente possibile
all'interno.
-Possibile che non ti si può mai affidare un compito?-lo
rimproverò Fred.
-Mi ero appena svegliato,credi che ti stessi veramente
ascoltando?-gli domandò lui.
-Quando bisogna parlarti per trovarti veramente
sveglio?-chiese Fred guardando il fratello.
Edward gli rilanciò
l'occhiataccia prima di voltargli le spalle e fissare il lampo che aveva
squarciato il cielo.
-Davvero perfetto!-commentò acido Fred.
Alice sospirò
e alzò la lampo della sua giacca a vento:certe volte si comportavano come due
bambini!
-La volete smettere?Ormai non serve a niente continuare a
discutere,e se non ci muoviamo rischiamo di arrivare in ritardo-disse aprendo la
portiera dalla sua parte e,contemporaneamente, alzando il cappuccio sulla
testa.
Fred e Edward restarono in silenzio e la guardarono uscire nella
pioggia,correre verso il terminal e fermarsi in un posto riparato dalla
pioggia,in attesa che anche loro si decidessero ad uscire dall'auto.
-Vorrei
tanto ucciderti in questo momento-commentò Fred imitando la sorella e aprendo la
portiera dell'auto.
-Sai che novità!-ribattè Edward per nulla
spaventato.
Entrambi corsero verso Alice e quando la raggiunsero i loro
vestiti erano in gran parte bagnati, nonostante la giacca a vento.
Entrarono
nell'aereoporto e si diressero verso un tabellone che elencava i terminal
d'uscita dei vari voli nazionali.
Il volo di Justin era già atterrato.
I
tre fratelli si guardarono attorno alla ricerca del ragazzo,ma non lo videro da
nessuna parte:se fosse già arrivato,lo avrebbero sicuramente trovato ad
aspettarli seduto al caffè o su uno dei sedili blu,ma non c'era traccia di
Justin.
-Forse sta ancora ritirando i bagagli-disse Edward guardando il
grande terminal da cui stava uscendo un nutrito gruppo di turisti.
Alice li
guardò e si chiese cosa ci fosse di interessante da vedere in una città come
Seattle:erano due settimane che viveva lì e non c'era stato niente che avesse
attirato la sua attenzione, eccetto lo Space Neaddle,ma era impossibile che
tutte quelle persone fossero lì solo per quello!
Cercò fra la folla un viso
familiare,ma in quel momento il cellulare vibrò nella tasca della
giacca.
Guardò Edward e Fred che erano concentrati sulle porte automatiche
che erano tornate a chiudersi e si allontanò da loro di qualche metro,per non
renderli partecipi della telefonata.
Se solo avessero saputo,si sarebbe
scatenata all'istante un putiferio!
Voltò loro le spalle e guardò la pioggia
cadere contro i vetri,prima di attivare la
chiamata.
-Pronto?-
-Ciao-
Sentire la sua voce le faceva scendere
sempre un brivido lungo la schiena.
Era una voce adulta,non come la sua che
aveva ancora qualche leggero ricordo dell'infanzia:la voce di Luke era
perfettamente adulta,roca e profonda al punto giusto,che la faceva sorridere e
rabbrividire allo stesso tempo.
-Ciao...Come stai?-gli domandò mentre un
sorriso nasceva spontaneo sulle sue labbra.
-Bene,ma non credi che dovrei
essere io a chiedertelo?-le fece notare lui.
Alice abbassò la testa e poggiò
la fronte contro il vetro freddo.
-Anche io sto bene...Ma non sopporto piu'
la pioggia!-gli disse seria.
Lo sentì ridere nel telefono e il suo cuore fece
una capriola nel petto.
-E perchè mai?-
-Sono due settimane che siamo qui
e ho visto il sole tre giorni...Ti rendi conto?Da non credere,credo che anche la
mia pelle abbia assunto il colore della pioggia-disse fermamente
convinta.
-Il colore della pioggia?Non sapevo ne avesse uno-disse Luke
sorpreso.
-Assolutamente:è una rara tonalità di grigio che hanno le gocce e i
nuvoloni prima del temporale-gli spiegò.
Lo sentì di nuovo sorridere nella
cornetta.
-Come è andata la tua giornata?-gli chiese curiosa.
Si voltò per
un'istante e vide che Fred e Edward erano poggiati contro una balaustra di
ferro, proprio davanti all'uscita dei passeggeri,in attesa dell'arrivo di
Justin.
Un'altoparlante annunciò l'arrivo del volo da San Francisco a pochi
centimetri da lei e Alice fu certa che anche Luke aveva sentito
l'annuncio.
-Dove sei?-le chiese infatti il ragazzo.
-Sono
all'aereoporto-gli disse senza entrare nel dettaglio.
-Torni da me?-le
domandò lui cercando di scherzare.
Ma sia Alice che Luke si accorsero del
tono speranzoso con cui era stata fatta la domanda.
-Non ancora
purtroppo...Sono venuta con Fred e Ed a prendere una persona-gli
spiegò.
Nessuno oltre la famiglia sapeva dell'esistenza di Justin:era sempre
stato il piccolo grande segreto della famiglia Weasley e ora lei non sapeva se
poteva sbilanciarsi e raccontare tutto a Luke.
-Raccontami com'è andata la
tua giornata-gli disse di nuovo prima che lui potesse farle qualche
domanda.
-Al solito:lezioni,allenamenti e studio.
Ora che non ci sei non
ho molte alternative allo studio-le disse.
Alice sorrise e decise di
stuzzicarlo un pò.
-Avanti,chissà quante ragazze reclameranno la tua
presenza...Scommetto che Scorpius ti ha già organizzato un paio di
appuntamenti-tentò.
-Il fatto che li abbia organizzati non vuol dire che io
poi ci vada realmente-le disse Luke con voce seria.
Alice restò in silenzio
qualche istante,cercando di capire il significato vero di quelle parole,poi lui
parlò di nuovo.
-Tanto per quelle ragazze non fa molta differenza se ci sono
io o c'è Scorpius-aggiunse.
-E per te fa differenza?-gli chiese cauta.
Lo
sentì di nuovo sorridere nella cornetta e lo giudicò un segnale positivo:almeno
non si era arrabbiato.
-Non ho tempo per sciocchezze simili.
Io e mio
padre abbiamo fatto un'accordo:io ho promesso di comportarmi in maniera
impeccabile fino alle vacanze d'autunno,e lui ha accettato di farmi andare in
vacanza da solo-le disse serio.
Alice chiuse gli occhi:ecco fatto!
Sarebbe
andato in vacanza con Scorpius per due settimane e l'amico gli avrebbe fatto il
lavaggio del cervello per convincerlo a lasciarla.
-Hai già un'idea di dove
andrai?-si sforzò di chiedergli.
Ancora una volta sentì il suo sorriso nel
microfono.
-Si ho un'idea molto precisa su dove andrò,anche se mi hanno detto
che...-cominciò a dirle.
Alice non sentì il resto della frase perchè qualcosa
l'afferrò ai fianchi e la fece sobbalzare, con un piccolo grido
sorpreso.
-Alice!-sentì chiamare dal telefono.
Si voltò e si trovò di
fronte Fred e Edward con un sorriso divertito sulla faccia e ovviamente Justin
che le teneva ancora le mani attorno alla vita.
-Justin...-disse abbracciando
il fratello.
Gli posò la testa sulla spalla destra,senza prestare ascolto
alla voce di Luke che a poca distanza dalla sua guancia continuava a
chiamarla.
-Come stai piccolina?-le domandò il fratello scompigliandole i
capelli corti.
La ragazza si staccò dal suo abbraccio e si ricordò di Luke
dall'altra parte del telefono che continuava a chiamarla.
-Hai preso la
valigia?-gli domandò lanciando poi un'occhiata alla borsa che aveva stretta
nella mano destra.
Justin le sorrise e annuì.
-Siamo pronti per andare-le
disse Fred.
-Perchè non andate avanti?Io devo comprare dei giornali per la
mamma...L'edicola dell'ospedale non è molto fornita-mentì.
I tre ragazzi la
guardarono qualche istante incerti,poi annuirono.
-Va bene,ma sbrigati-le
disse Fred,prima di avviarsi insieme agli altri.
Alice aspettò che fossero a
qualche metro di distanza e tornò ad avvicinare l'orecchio al
telefono.
-Luke?-lo chiamò.
-Che accidenti è successo?-le domandò
leggermente arrabbiato.
-E' arrivata la persona che aspettavamo,ho pochi
minuti prima di raggiungere Fred e Edward-gli spiegò vaga.
-Chi è Justin?-le
chiese.
Alice chiuse gli occhi e a denti stretti si lasciò scappare una
parolaccia:aveva sperato che non fosse arrivato il nome del fratello alle
orecchie di Luke.
-Justin?Ah,è la persona che siamo venuti a
prendere...-disse sperando che lui si accontentasse.
-Ah...E chi sarebbe?-le
domandò ancora.
Alice sospirò:se non fosse uscita in strada subito,Fred o
Edward sarebbero tornati dentro per vedere che fine aveva fatto.
-E' soltanto
un'amico di Fred...Tutto qui...Ascolta,devo andare adesso o i miei fratelli
verranno a cercarmi...Ci sentiamo domani?-gli domandò sempre piu' in
ansia.
Luke restò qualche istante in silenzio e lei si domandò cosa passava
nella testa del ragazzo in quel momento.
-Va bene,a domani...-borbottò
lui.
-Ti chiamo appena torno dall'ospedale-gli disse cercando di recuperare
il tono spensierato che aveva avuto fino a poco prima.
-Ok...buona
giornata-le disse ancora con il dubbio nella voce.
-Buona notte amore...Ti
amo-gli disse come faceva sempre alla fine di ogni telefonata.
-Anche
io-rispose Luke prima di chiudere la telefonata.
Era una sua impressione o
c'era un leggero tentennamento nella voce di Luke?
Rieccomi qui!
Allora cominciamo subito con lo schema(gli anni si riferiscono al primo capitolo!):
Harry/Ginny:James,Ronald(16 anni),Albus(15 anni,concepito durante la luna di miele),Lilian(14 anni), Hermione(9 anni).
Ron/Hermione:Rose(16 anni),Hugo(15 anni).
George/Luna:Fred(17 anni),Edward(16 anni),Alice(14 anni),plus Justin figlio di George e Angelina Johnson(19 anni).
Seamus/Rupert:Allison(16 anni).
Ecco queste sono le coppie principali,i figli, e i vari legami.
Ovviamente poi ci sono gli altri junior,ma poi finirei per ingarbugliarvi ancora di piu' le idee...
Ricordatevi però che dal secondo capitolo in poi siamo tornati indietro,quindi dovete togliere un'anno a tutti i personaggi.
Se ci sono altre domande,non esitate a chiedere.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno questo capitolo e chiedo scusa per eventuali errori di ortografia o di battitura.
E ora i ringraziamenti:Pikkola(Spero sia una sorpresa gradita!Vedrai cosa succederà in seguito... Forse non mi vorrai piu' così bene fra un pò),Musa16(Prima di tutto:GRAZIE per il disegno!!!!!Anke se a te nn mi piace molto,io l'adoro!X George e Luna,ti dico solo che se prima l'amavi,in qst fiction finirai x desiderare che sia reale...),Misfatta88(Grazie x i complimenti x l'altra fiction!Per le tue domande,t dico solo che sì Ron ne ha combinata una delle sue e bella grande...E ke in fondo nn sono sadica,nn troppo almeno!),JC(Sai cosa mi sono accorta?Che ci parliamo da mesi,ma io nn so il tuo nome!Tu almeno 6 avvantaggiato,sai + cose di me...Cmq abbi pazienza e la tua curiosità sarà soddisfatta,in fondo mi conosci),Sarina87(Harry e Ginny hanno passato guai x una vita intera,era ora di dargli un pò di pace,anke se avranno il loro bel da fare con i figli...),Lights(Per il momento Malfoy nn è contemplato nella storia,magari in futuro...),Hermione '06(Vedrai finirai per adorarli,credimi!Sia James e Rose,che Alice e Luke!),Wings HP(Devo ammettere ke x il nome mi sn ispirata a One Tree Hill,nn so se conosci... Tranquilla,adoro tr George e Luna x far loro del male),Lilyluna_4 e(Grazie x i complimenti!!),Germana( Fammi sapere che ne pensi...).
Bene,prima di salutarvi voglio farvi un piccolo regalo,qualcosa ke nn ho mai fatto cn nessun'altra mia fiction.
Voglio lasciarvi un piccolo spoiler,qualcosa che vi lasci la curiosità...
Vi dico subito che tutto il capitolo sarà incentrato su Ron e in parte sulla crisi con Hermione.
"Lei
non lo conosceva.
Ovviamente sapeva chi era e cosa aveva fatto perchè il Bene
vincesse sul Male,ma non era stata presente in ogni istante degli ultimi
venticinque anni della sua vita."
Bene,x il momento è tutto,vi saluto e vi do appuntamento al prox capitolo...
"My immortal"
Baci,Eva
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