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Autore: Monkey_D_Alyce    02/01/2015    6 recensioni
La mia vita...si può definire tale?
Tutto quello che sapevo su di me, sulla mia famiglia, sul mio passato...può essere semplicemente una menzogna.
E, come se non bastasse, arriva un serial killer a sconvolgermi la vita! Cosa vuole, costui, da me?
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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16° capitolo: Posso fidarmi di te?

 
 
“Kat…” sento mormorare in lontananza, mentre posso sentire la mia testa scoppiare.
È come se un martello continuasse a picchiare incessantemente e mille aghi si infilzassero con forza nella massa grigia, provocandomi dolore.
Grande dolore.
E, come se non bastasse, sento le mie povere braccia e mani formicolare a causa dell’indolenzimento.
 
“Kat…” mi chiama la voce con un tono un po’ più alto del primo.
Chissà dove sono…
Non mi ricordo nemmeno cosa sia successo dopo aver litigato con Kidd. Vuoto assoluto.
 
“Ehi, testa di cazzo, svegliati!” sbotta un’altra voce, furente e spazientita.
Vabbè che mi sento uno straccio, ma questa voce “melodiosa” potevo anche evitare di sentirla.
 
Apro gli occhi con estrema lentezza, sentendo le palpebre pregarmi di richiuderle e dimenticarmi di tutto.
Per i primi attimi vedo offuscato e pian piano ogni cosa prende colori e forme ben distinti.
Davanti a me vedo due occhi neri come ossidiana molto famigliari, facendomi irritare non poco.
“Che bella giornata…” sussurro sarcastica, ricevendo in cambio un sorriso insicuro.
“Scusa, ma dovevamo…” commenta Ace dispiaciuto, mentre delle domande si affollano nella mia povera mente provata: cosa è successo? Perché non ricordo nulla? Ho fatto o saputo qualcosa che mi ha fatta scattare alla rabbia e all’odio?
“Che è successo?” domando leggermente incuriosita, mentre un piccolo campanello d’allarme dentro di me, altri non è che il mio sesto senso, comincia a preoccuparmi.
“Beh… ecco…” comincia Ace impacciato, ma Kidd lo precede.
“Il tuo amico Rufy è stato preso da dei bastardi e tu sei diventata una schizofrenica di prima categoria” risponde del tutto tranquillo, mentre Trafalgar sospira esasperato.
Oh.
Ora ricordo.
Merda.
 
Concordo con te, socia. Ora possiamo andare ed agire?
 
Certo, andia…
 
Rispondendole, cerco invano di muovermi, ma sono legata con delle manette di ferro pesante, appesa ad un muro, in una stanza sconosciuta, fredda e piena d’armi di ogni tipo, anche da tortura.
 
Siamo imprigionate!
 
Wow! Giuro che non me ne ero accorta! Grazie dell’informazione, tesoro!
 
Controbatte sarcastica l’altra parte di me, facendomi ringhiare dalla frustrazione.
 
“Liberatemi, bastardi!” grido dimenandomi e scalciando ancor di più, mentre Ace cerca invano di calmarmi, dicendomi che andrà tutto bene e che risolveremo tutto.
“Ho detto di liberarmi! Non mi fido più di voi!” sbotto in risposta, per poi sentirmi la testa bloccata da una grossa mano e due occhi gialli come quelli di un falco fissarmi con astio crescente.
“Ascolta bene, mocciosa: stiamo cercando di aiutarti! Se ti abbiamo abbandonata in quel posto è stato per un motivo ben preciso!” mi ringhia contro Kidd, ricevendo dalla sottoscritta uno sputo in pieno viso, provocando un ghigno divertito a Law.
Il rosso serra rigidamente la mascella, per poi allontanarsi di alcuni passi e sferrarmi, a sorpresa di tutti, un bel pugno.
Giro la testa di conseguenza, sputando un fiotto di sangue dal retrogusto metallico.
Sento il naso dolorante e sanguinante anche esso, mentre l’altra parte di me chiede di liberarsi e di vendicarsi del torto subito, ma non l’accontento.
 
“Sei contento, ora?” gli chiedo ridacchiando leggermente, irritandolo non poco.
“Brutta stronza, se vuoi ne ho molti altri!” mi risponde indicandomi le sue mani chiuse a pugno, facendomi ridere sguaiatamente.
“Accomodati, se la cosa ti aggrada!” lo provoco, e lui sta per attaccarmi ancora, ma Law ed Ace lo fermano, impedendogli così di soddisfare la sua voglia di picchiarmi.
 
Noto con estremo piacere che stai imparando. Sono contenta!
 
Guardo Ace con odio e, accortosi che lo sto fissando, risponde al mio sguardo, per poi sospirare.
“Ascolta…”- comincia massaggiandosi il collo con leggero imbarazzo, per poi riprende con più sicurezza, come se si fosse convinto di una cosa- “Siamo stati costretti a farlo, ok? Avevamo saputo da poco che Rufy era stato preso e dovevamo discutere dei dettagli in un luogo più sicuro…”.
“E questo vi è sembrato un buon motivo per lasciarmi in disparte?!?” sbotto iraconda, mentre posso sentire il sangue fluirmi più velocemente nelle vene e il cuore accelerare man mano che la mia rabbia aumenta, lasciandomi quasi senza fiato.
“Ci dispiace per il nostro comportamento, ma siamo stati presi alla sprovvista. Non era previsto!” si giustifica lui alzando la voce, infastidendomi ancor di più.
“Non era previsto?!? NON ERA PREVISTO?!? MA CHE CAZZO TI SALTA IN MENTE, ACE?!? DOVRESTI SAPERE CHE SONO UOMINI SENZA SCRUPOLI E DANNATAMENTE FURBI!!!” grido con tutto il fiato che ho in gola, spaventando non poco la donna dai capelli rossi.
“Kat, calmati. Non è il momento di litigare” s’intromette Law con tono tranquillo, allentando la tensione che si è venuta a creare in questa maledettissima stanza.
 
Respiro profondamente, chinando la testa in avanti, guardando il pavimento.
Goccioline di sudore imperlano il mio viso, per poi cadere con eleganza.
Tutta questa situazione è assurda.
Più andiamo avanti, più le cose si complicano e, come se non bastasse, Rufy è in pericolo, nelle mani di Joker.
Devo agire e subito.
Non m’importa come.
Voglio salvarlo e basta.
Anche se fosse necessario scambiarmi con il mio fratellino, non esiterei un attimo.
La mia vita non conta nulla.
E’ solamente un problema da distruggere.
 
“Ace. Liberami. Ora” ordino al moro, non suscitando in lui alcuna emozione, nemmeno sorpresa.
“No” risponde secco, facendomi incazzare.
La voglia di gettargli qualsiasi cosa contro è immisurabile, ma mi trattengo solamente perché sono bloccata e possono farmi svenire di nuovo con niente.
“Ace, te lo ripeto di nuovo: liberami”.
“Ho detto no”.
Alle sue ultime parole di rifiuto mi spazientisco e comincio apparentemente ad agitarmi, anche se la mia idea è un’altra…
 
“Che stai tentando di fare?” domanda Ace avvicinandosi a me, guardandomi insistentemente.
“Semplice: mi sto rompendo i polsi, se questo può servire a liberarmi da sola” gli rispondo con ovvietà, facendolo arrabbiare non poco.
“Kat, adesso basta comportarti come una bambina! Il tuo atto eroico non servirà a nulla!” ringhia prendendo in una mano i miei capelli, tirandoli indietro, costringendo il mio volto a fare altrettanto, lasciando la gola scoperta alla lama del suo coltello tirato fuori chissà quando.
“Ace, a me non importa compiere un atto eroico o meno. Voglio salvare Rufy! E non sarà rimanendo bloccata qui che risolverò qualcosa! Ti avverto: se non mi liberi mi romperò per davvero i polsi e non sto scherzando” sussurro digrignando i denti per la frustrazione.
Avvicina ancor di più il coltello, percorrendo la giugulare con la punta, graffiandomi.
“Nemmeno io scherzo” mormora vicino al mio orecchio.
Mi guarda negli occhi per alcuni attimi, per poi posare le sue delicate e morbide labbra sulle mie in un vaporoso bacio.
“Ti prometto che ti libereremo e che salveremo Rufy. Ma non ora. Porta pazienza, piccola” mi rassicura in tono dolce e profondo, provocandomi un lungo brivido lungo la spina dorsale.
“Chi mi dice che non stai ancora mentendo?” gli chiedo a fior di labbra, mentre la disperazione comincia a farsi largo in me.
“Te lo giuro, Kat. Fosse l’ultima cosa che faccio” mi risponde carezzandomi dolcemente il viso e io non posso fare niente che attendere.
 
I presenti abbandonano la stanza, lasciandomi sola con l’altra parte di me.
Restiamo in silenzio per un tempo interminabile, nel frattempo in cui il Mostro si diverte a gironzolare, toccando le armi, ridacchiando d’eccitazione.
Qualche volta mi sfotte sulla mia ingenuità, aggiungendoci tutte le volte che sono una stupida che sogna ancora il principe azzurro che mi viene a salvare sul suo cavallo bianco.
 
“Non mi è mai piaciuto il principe azzurro, lo sai” dico più a me stessa che a lei, facendola sbuffare lievemente dall’impazienza.
 
Lo so, lo so! A te piacciono i tipi spacconi con giacca di pelle e moto fichissima! Però è pur sempre una tipologia di principe, ti pare?
 
Sbotta in risposta, rivolgendomi un’occhiataccia, per poi ricominciare la sua perlustrazione.
Sbuffo infastidita dalla sua osservazione, guardando un punto indefinito della stanza.
“Certe volte sei più odiosa di quanto tu già non sia!” borbotto contrariata, facendola ridere di gusto.
 
Mi raggiunge in pochi salti, sfiorando a malapena il pavimento con la punta dei piedi, con una tale leggiadria da sembrare un fragile farfalla.
Cosa che invece non è.
Si potrebbe paragonare alla forza fatta in persona, al sadismo puro e contorto.
 
Lo so, mia cara! Però non puoi nemmeno negare che Ace ti piaccia!
 
Sgrano gli occhi, presa in totale contropiede, facendomi boccheggiare un paio di volte.
“M-Ma questo cosa c’entra, scusa?!?”- esclamo a voce alta sentendomi in imbarazzo, mentre posso sentire il mio volto avvampare. Mi accorgo del mio fatale errore e proseguo, abbassando la voce quasi ad un sussurro- “A me non piace!”.
 
Sì, sì, certo! Come no! Kat, ti conosco troppo bene e posso capire quando stai mentendo o no!
 
“Brutta basta…” comincio a insultarla, ma vengo bloccata dall’entrata in scena di Eustass Kidd.
“Perché cazzo urli?!?” chiede furioso, regalandomi un’occhiataccia che potrebbe incenerirmi, se solo avesse questo potere.
“Chi? Io? Ehm… mi sono fatta male alla testa, sbattendola contro il muro!” m’invento sul momento, facendo ridacchiare di gusto la mia socia, sentendola mormorare “che scusa patetica”.
“Si vede, infatti!”- commenta scuotendo la testa il rosso, facendomi incazzare. Lo voglio uccidere con le mie stesse mani!- “Non combinare altri casini!”.
E sta per andarsene, ma la mia lingua è troppo lunga e velenosa…
“Ma vatti a scopare Trafalgar, stronzo” e quello si rigira, livido in viso per la rabbia, spaccando la maniglia della porta in una semplice mossa, facendomi deglutire un bolo di saliva a vuoto.
“Che cazzo hai detto?!?” chiede in un ringhio, mentre io mi sento le viscere scuotere dalla paura.
Assurdo, ma è così.
“Niente, Kidd. Niente” rispondo in un soffio, facendolo infuriare ancor di più.
“No, tu hai detto qualcosa e adesso la dici!” mi ordina avvicinandosi pericolosamente a me, facendo scricchiolare le ditta delle mani.
 
Su, dai, diglielo! Sarà divertente!
 
Ma che sei matta?!? Questo mi ammazza!
 
Quanto sei noiosa! Lascia fare a me!
 
No! Se lascio la situazione nelle tue mani, non solo Kidd mi ammazza. Mi riduce in brandelli!
 
E allora perché gli hai detto di scoparsi Law, scusa?
 
Perché… perché… perché è istinto femminile, socia!
 
Che razza d’imbecille, sei?!? Ne ho visti tanti nella mia vita, ma tu li superi tutti!
 
Sì, hai ragione.
 
Lo s… ma che fai? Sfotti?
 
Ovvio. Sei più furba di quanto pensassi.
 
“Allora? Ti decidi a rispondere?!?” mi richiama Kidd dal battibecco.
“Ho detto che sei sexy!” esclamo tutto d’un fiato, sorprendendo perfino me stessa.
Che cazzo ho detto?
 
Ok, lo ammetto: sei un genio!
 
Devi andare a farti fottere, socia! Aiutami!
 
Col cazzo! Arrangiati!
 
Che figlia di puttana!
 
“Mi prendi per il culo?” chiede il rosso irritandosi.
M’irrigidisco come una statua di marmo, sentendo i sudori freddi e i brividi del terrore.
Se non fossi legata, sarebbe semplice.
Ma, dato che sono legata, devo fare il leccaculo.
Questa cosa mi sta un po’sul cazzo, ad essere sinceri.
“Sì” affermo senza pensarci su due volte, per poi sentire il mio cuore perdere due battiti.
Forse tre.
Sono nella merda.
 
Mi prende il mento tra due dita, scuotendo la testa con fare esasperato.
“Non solo mi hai detto di scopare quel medicastro di merda e datomi dello stronzo, ma hai pure avuto il coraggio di prendermi per i fondelli. Ma ti senti quando parli?” commenta con tono sprezzante, lasciandomi sbigottita.
Aveva sentito.
 
Aveva sentito.
 
Cazzo. Ora mi picchierà.
 
Bene.
 
Ma che…? Ti si è fuso il cervello?
 
No. Godo di ottima salute.
 
Vaffanculo, socia!
 
 
“Però è vero?” domando continuando la strada del non-ritorno.
Credo che la Morte mi stia già aspettando a braccia aperte.
Chi lo sa, forse sta adornando la bara di fiori neri e rose esiccate…
“Cosa, mocciosa?” domanda in cerca di spiegazioni che non tardano ad arrivare con semplice genuinità dalla mia bocca.
“Che scopi con Law”.
Certe volte dire che io sia una vera e propria deficiente è un eufemismo.
Mi do la zappa sui piedi da sola e gioisco della cosa, in un certo senso.
Ma da chi ho preso questa “dote”?
Da Mihawk, è del tutto improbabile! Figuriamoci da mia madre!
Forse c’era un matto nella famiglia.
Sì, deve essere così.
L’unico pazzo che ho conosciuto, però, è Doflamingo.
Lui è sprezzante del pericolo e va avanti per la sua strada, fregandosene altamente delle conseguenze.
Ma che sto insinuando?
Questo ragionamento contorto non ha senso.
Assolutamente.
 
“Sai, mocciosa. Non ti deve fregare un cazzo della mia vita sessuale” osserva acido Kidd, facendomi sorridere mestamente.
“Uhm, giusto. Però tu non dovevi offendermi. Quindi, teoricamente, hai iniziato tu”.
“Che cazzo dici? Sei tu che hai urlato come un’ossessa! Hai fatto venire un mezzo infarto a quella ragazzina pappamolle dai capelli rossi o arancioni!”
“Scusa, ma non è colpa mia se ho battuto la testa!”
“Non hai detto di esserti fatta male! Era come se ti stessi difendendo dalle parole di qualcuno…”
“Stavi origliando?”
“No, ti abbiamo sentita! E tu hai mentito?” mi sgama con quella maledetta domanda, lasciandomi allibita per pochi secondi.
“NO!” ribatto urlando, dichiarando apertamente che sì, mento.
“Dici sempre le bugie, tu?”
“Qualche volta, ma è per una buona causa!”.
“Non si dicono le bugie!” mi rimprovera urlandomi contro ed io, mi comincio a difendere con tutte le “armi” che possiedo…
“Io non dico bugie!”
“Ne hai detta una anche stavolta. Guarda che le gambe ti diventeranno corte se continui così!” mi ammonisce punzecchiandomi una guancia con il suo indice provvisto di unghia adunca laccata di un nero lucente, facendomi leggermente male.
“Non è vero!”
“Sì, invece!”
“Io non dico mai le bugie! Sei tu che m’infastidisci!” dico esasperata, facendolo sospirare pesantemente dalla frustrazione.
“Piantala, Lilo!” esclama all’improvviso, lasciandomi letteralmente colta di sorpresa.
Ma io non mi chiamo Lilo!
 
Lo guardo negli occhi, cercando di avvicinarmi a lui anche se sono bloccata, ma, con un po’di sforzi mi riesco ad avvicinare con il busto, finché tra di noi non vi è che una misera distanza.
 
“Come mi hai chiamato?” chiedo in un sussurro spazientito, facendolo ghignare di gusto, neanche avesse scoperto il mio punto debole.
“Li-lo” scandisce lentamente e con voce forte e chiara.
Tento di dargli una testata, ma non ci riesco perché lui indietreggia un attimo prima della mia azione, facendomi infuriare non poco.
“Che ti prende Lilo? Perché fai i capricci?” domanda continuando a sfottermi in maniera inequivocabile.
“Io non mi chiamo LILO!!!” grido allungandomi verso di lui, sentendo le mie povere braccia supplicarmi di non continuare a questa maniera.
I muscoli tirano talmente tanto che ho l’impressione che manchi pochissimo prima che io possa “strapparli” come fragile carta.
 
“Certo che ti chiami così! Sei capricciosa come la bambina di quel cartone animato!” ribatte incrociando le sue grandi braccia al petto, per poi avvicinare il suo viso a me.
“D’ora in avanti ti chiamerò Lilo. Ti piace? A me molto!” mormora in un ghigno, scoppiando a ridere subito dopo.
Ora ho capito di chi sta parlando.
Vuole guerra? E guerra sia!
 
“Va bene… Stitch!” esclamo sorridendo vittoriosa, mentre il suo furbo ghigno si tramuta in un broncio rabbioso, aumentando la mia gioia nel poterlo provocare.
“Non mi paragonare a lui!” esclama indignato, preparando i suoi pugni, pronto a colpirmi da un momento all’altro.
“Oh… ma tu non sei cattivo, giusto?” chiedo fintamente dispiaciuta, inclinando la testa da un parte per farmi cadere i capelli davanti alla spalla proprio come faceva certe volte la bambina del film.
“Che cosa?” domanda in cerca di spiegazione, alzando un sopracciglio dalla perplessità.
Ghigno mestamente, trattenendomi a fatica dal non scoppiare a ridere come una matta.
 
Se gli stai per dire veramente quella frase, non ne uscirai viva. Te lo assicuro. Ti ucciderà sul serio!
 
Ti è passata la voglia di sfotterlo? Mi deludi!
 
Ok, diglielo. Fallo.
 
“Stitch no cattivo…”- comincio a stento, lasciando in sospeso la frase per alcuni attimi- “Stitch coccoloso!”.
E scatta il finimondo.
Il suo viso si fa rosso come i suoi capelli per la rabbia, per poi gridarmi contro insulti a non finire veramente poco carini e mandarmi in posti che non credo rientrino nella cartina del mondo puntandomi il dito contro per aumentare il valore dell’offesa.
 
Almeno non ti ha picchiata…
 
Sì, è vero, ma le mie orecchie dicono il contrario.
 
“Ehm… scusa?”- lo interrompo all’improvviso, notando che sta respirando come uno che ha appena corso per metà della circonferenza terrestre- “Hai finito? Sai, la tua voce melodiosa e soave mi sta spaccando i timpani”.
“Tu! Brutta stronza, io ti ammazzo!!!” urla con tutto il fiato che ha in corpo.
Sta per prendermi il collo tra le sue mani, ma la porta viene aperta appena in tempo prima del disastro, rivelando uno Shanks felice come una pasqua ed un Ace piuttosto rigido.
 
“Ciao Kat!”- mi saluta allegramente l’uomo, incuriosendomi un po’. Che diavolo gli è preso?- “Il Capo dell’FBI vuole discutere con te ed Ace di affari!”.
 
Alle sue parole mi sento il sangue ghiacciarsi nelle vene, così come il mio cuore.
Il mio cervello è andato in totale blackout, rifiutandosi di apprendere ogni notizia che esca dalla bocca del mio amico Shanks.
Mi ricordavo vagamente che lui fosse un agente dell’FBI e ho lasciato perdere la cosa, perché l’ho considerato un mio amico.
Ma ora, questo suo lavoro si rivela controproducente per me.
Il Capo.
Al solo pensiero mi viene voglia di gridare dalla frustrazione, ma mi trattengo, stringendo le mani convulsamente in pugni, fino a farmi sbiancare le nocche.
 
Un uomo molto alto fa la comparsa dietro Ace e lui si sposta di lato, facendolo passare.
Non ha spiccicato parola per tutto questo tempo, rimanendo in un silenzio surreale e questo mi spaventa a morte.
Il tizio viene verso di me, mentre Kidd si è spostato al mio fianco, guardando l’uomo con disprezzo, ma non vi fa caso, continuando il suo cammino verso la sottoscritta.
Giunto vicino, la fioca luce della stanza viene oscurata dalla mia vista a causa della sua stazza, vedendo solamente qualche timido fascio “incorniciargli” i lineamenti spigolosi del viso e delle spalle.
 
Nemmeno Joker è così alto e grosso!
 
Commenta estasiata (?) la mia socia, facendomi deglutire a vuoto.
Cerco di scorgere il suo viso, invano, per poi “appiccicarmi” alla parete dietro di me, sentendo un vago sollievo del freddo che penetra nella pelle della schiena scoperta del vestito.
 
“Tu devi essere Kat” parla l’uomo, il Capo, con voce profonda e altisonante facendomi avere l’impressione di sentire vibrare i miei organi interni.
“Sì” sussurro, sentendo le parole e la voce scomparire man mano che il tempo passa.
Un ghigno gli deforma il viso, ma i suoi occhi sono ancora oscurati dal buio e dalla visiera del cappello che porta.
 
“Molto bene”- continua con voce indifferente mista a felicità- “Abbiamo molto di cui parlare.”
 












Angolo di Alyce: Buonasera a tutti!!!!!!!!!!!
Ebbene sì: sono riuscita ad aggiornare e sono contenta :D
Questo capitolo è piuttosto dialogico e "calmo" (anche se in realtà si sono dati dei nomi a non finire!).
Dal prossimo cominceremo a vederne delle belle!
Credo che il capitolo nuovo sarà raccontato da Rufy, ma non ne sono sicura: la mia mente è affollata di idee!
Soprattutto per la nuova storia su Ace!
Ace come Angelo della Morte mi ha divertita molto e, se avete notato, in questo capitolo si fa riferimento alla Morte quando Kat prende per il culo il bellissimo e sexy Eustass Kidd! xD
Se a qualcuno interessa, la storia s'intitola: Aiuto, sono un umano!
Spero vi sia piaciuta l'immagine di Stitch: così tenero e adorabile che l'ho mandato in causa xD
Sono perfida!
Forse sono stata troppo buona nei confronti di Kat per non averla fatta pestare a sangue da Kidd... sarà per una prossima volta! (sempre se ci sarà, dato che tra Kat e la sua socia le cose non vanno molto bene: nomi e bestemmie a non finire!)
Ci vediamo al prossimo capitolo, amici!

Buon 2015!!!!
Ciao e un strasuperbacione a tutti!
Alyce :))))))))))))))))))))))))))))))))))
  
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