Hermione's pov
È assurdo come la guerra cambi le persone. Questa scuola non l'ho mai vista così sfumata, distante. Tutti gli studenti che prima ridevano e correvano dovunque mostrando i propri trentadue denti a tutti, ora erano come fantasmi, i pochi rimasti, i pochi sopravvissuti, i pochi che avevano avuto il coraggio di tornare. Io stessa non volevo. Pensavo che tornare qui in assenza di così tante persone che riempivano le mie giornate sarebbe stato orribile. Ma qualcosa mi ha spinta a tornare.
Da tempo, da prima che quell'inferno finisse sentivo qualcosa che mancava, nel petto. Vuoto. Un vuoto. Ma non era quello che conoscevo. Quello dovuto a Sirius, Silente, Remus, Tonks, Fred e tutti gli altri che ora ci guardano dall'alto. Non è quello dovuto alla mancanza della mia famiglia, dei miei genitori, ricoverati al San Mugo nella speranza di recuperare la memoria, e forse un giorno ricordarsi di me. Era qualcosa di profondo, ma non riuscivo a ricordarlo.
Ora mi sto dirigendo in biblioteca come tutte le sere, quando vado a cena presto per non vedere nessuno, mangio alla svelta e mi rifugio in quel luogo dal profumo di pergamena antica, che sembra rilassarmi, l'unica cosa che mi porti lontano da tutto e da tutti.
Tutti.
Tutti. Tutti. Tutti.
Anche quelli che ormai sono la mia famiglia. I miei amici. Harry e Ron.
Non li riconosco più, mi sento un'estranea con loro, e così loro con me. Cambierà tutto, ripeto tra me e me ogni volta che ci ripenso. Cambierà tutto...
Tutto.
Tutto. Tutto. Tutto.
Mi siedo in fondo a quella stanza polverosa e taciturna, mentre ripeto quella parola, che inconsciamente passo serate intere a scrivere. E così anche sta sera. Sento che è legata a quello che mi manca, al vuoto.
Protetto alla cassa toracica, il cuore si conforta con quella parola. Cosa mi ricorderà mai? Con cosa è connesso? La trance viene interrotta da qualcosa.
Nelle orecchie, riempite prima da un lungo fischio sommesso per il troppo silenzio, ora sento che questo è sostituito da un rumore distante e lento. Dei passi che rimbombano nell'eco della biblioteca. Alzo lo sguardo, ma non vedo nessuno. Sarà solo la stanchezza. Mi rimetto a fissare quelle pagine piene di scritte vuote ma piene di significati nascosti, quando una sensazione mi invita ad alzare nuovamente lo sguardo. Mi sento osservata.
Quando sposto gli occhi dal quaderno, essi ricadono su altri occhi, chiari e stranamente espressivi. Inquadro il viso illuminato dalla poca luce della candela, e capisco a chi appartiene, ma la cosa mi pare strana. Draco Malfoy mi stava fissando con gli occhi lucidi e nostalgici.
"Cosa stai facendo?"
Chiedo con un filo di vice, attendendo la risposta che mai arrivò.Mi ritrovai a vederlo avvicinarsi a me sempre di più, senza muovermi. Si sedette accanto a me sul freddo pavimento e si avvicinò ancora. Appoggiò le sue labbra lentamente sulle mie, prima di baciarmi veramente, con trasporto, con passione, con emozione.
Non protestai, feci il contrario. Lo abbracciai. In quel punto, nel petto, sentivo calore, come mai era successo.
Com'è strano. Che mi serva lui, infondo, per riempire il vuoto? O che sia lui il vuoto stesso?
Spazio autrice
Salve a tutte.
È il momento delle confessioni. Prima cosa: confesso che poco tempo fa ho pensato seriamente di chiudere la storia e di non continuare. E quindi vi ringrazio tutte, perché mi avete spinta a continuare. Grazie di cuore!
Senconda cosa: la storia, come spero abbiate capito, è finita. All'inizio pensavo di completarla in tutt'altro modo, ma sarebbe stato troppo crudele da parte mia, e così mi è venuta questa idea. Com'è? Vi è piaciuta?
Ora vi saluto, e vi dico ancora una volta grazie!
Baci!
La vostra pensa_e_potrai
P.S.: ma voi chiamatemi semplicemente Elena.