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Autore: Yume94    02/01/2015    1 recensioni
Dal prologo:
""Tra due anni, il dodici marzo, recati dove ti dico: a sei chilometri a Sud della nostra casa, troverai un grosso albero. Lì c'è un passaggio segreto per una caverna. Un'organizzazione di ninja potentissimi, tutti traditori dei propri villaggi, si riunirà in questo luogo. In questo gruppo, milita uno degli Spadaccini della nuova generazione, rivolgiti a lui e digli chi sei, non potrà fare altro che inchinarsi di fronte a te e alla Mandara."
Dall'ultimo capitolo: ""Stai bene?" chiese una voce all'orecchio della ragazza.
Lei spostò appena la testa per notare il ragazzo con lo Sharingan accanto a lei.
"Credo di sì. Grazie" disse lei, asciugandosi gli occhi.
"Non nasconderle, non c'è bisogno." continuò lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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bene cominciamo
Bene, cominciamo!

Occhi stropicciati e una parvenza di occhiaie solcavano il viso di Yuuki la mattina seguente. La ragazza si tirò su dal letto, per altro comodissimo, niente a che vedere con la dura superficie che aveva a casa, e si sedette a gambe incrociate, sbadigliando. Aveva bisogno di qualche secondo per capire dove fosse realmente. Ah sì, era in mezzo ad un branco di criminali per ordine di suo nonno e quella stessa mattina avrebbe dovuto affrontare i primi allenamenti con i due a cui era stata "assegnata". Chissà se era davvero stata un'idea brillante seguire la indicazioni del suo vecchio. In fondo, lei era solo una ragazzina. E si sentiva tale, immersa in quel gigantesco palazzo, a lei completamente sconosciuto, dove vivevano alcuni tra i personaggi più strani che avesse anche solo lontanamente immaginato.

Ma era lì. E avrebbe dovuto rimanerci. Avrebbe dovuto cercare di considerare loro come sua unica famiglia. Anche perchè in effetti così era. Non passava giorno in cui la ragazza dai capelli rossi non pensansse a quel brutto giorno. "Yuuki, le otto di mattina non è un orario adatto a questo tipo di pensieri!" le ricordò il suo inconscio. Ed era vero, avrebbe dovuto prepararsi, far colazione e cominciare ad allenarsi. Chissà se avrebbe fatto fare una buona figura al nome di suo nonno. Lo sperava davvero.

"Sei sveglia, ragazzina!" disse una voce proveniente dalla porta nera, che portava al bagno.
"Sì, Konan. Sono sveglia!" rispose lei.
"Molto bene, ora ti lascio entrare!" continuò quel timbro angelico. Era ammaliante quella donna.
La vide uscire con addosso un accapatoio, ovviamente blu come la notte e un asciugamano bianco intorno ai capelli bagnati. Profumava di iris. Sì, ne era sicura.
"E' iris vero? La fragranza intendo..." azzardò Yuuki.
"Bene, vedo che hai un olfatto particolamente sagace. E' il profumo che mi sembra di ricordare addosso a mia mamma. E' l'unica cosa che ricordo di lei." disse la donna, senza pensare minimamente a chi stesse dicendo queste cose. Quando se ne rese conto, esordì con un "ma non sono fatti che ti riguardano. Non ancora, almeno" Non riusciva ad essere fredda con lei. Un po' perchè era l'unica donna oltre a lei e poi, perché conoscendo il suo passato, si rivedeva molto in quello sguardo mai del tutto felice.
"Non preoccuparti. Vado a prepararmi!" concluse Yuuki, mettendole una mano sulla spalla quando fu abbastanza vicina a quegli occhi così magnetici. E Konan rimase di stucco, a quel gesto così spontaneo, quanto dolce.

Mentre l'acqua scorreva sulla sua pelle, Yuuki provò ad immaginare qualcosa del passato di Konan. Senza dubbio era orfana di uno o addirittura di entrambi i genitori. Come lei. Lavò via quei pensieri e, asciugandosi, notò che il freddo getto aveva quasi fatto sparire le borse che contornavano i suoi occhi. Non si truccò, perché sentiva che avrebbe sudato troppo e il mascara avrebbe potuto colarle sul viso, diventando una specie di panda. Meglio evitare certe figure.

Uscita dal bagno, si diresse verso il guardaroba. "Sulla destra troverai qualche divisa da allenamento che a me non va più, ma credo che per te siano quasi perfette" le disse distrattamente Konan, mentre controllava la sua attrezzatura nel cassetto del comò.
"Grazie!" esclamò Yuuki, che scelse, ovviamente, il completo con la canotta rossa e i pantaloni neri. Il rosso era il suo colore amuleto, visto che era una delle poche della sua famiglia ad avere i capelli di quella tinta così particolare.

"Pronta?"
"Pronta, capo!"
E si lasciarono la porta della stanza alle spalle, dirigendosi verso la sala per la colazione, che non era la stessa della sera prima, perché in quel maniero enorme, ogni evento prevedeva un'ambientazione particolare. Era una stanza molto meno tetra rispetto a quella per la cena, ma anche leggermente più piccola, famigliare e accogliente.
"Che bello qui!" si lasciò scappare la ragazzina, credendo di stare solo pensando.
"Trovi davvero? A me tutto sembra uguale!" la riprese una voce proveniente dal tavolo centrale. Deidara, uno dei suoi compagni di squadra.
"Questo perché voi uomini non capite nulla!" lo rimbeccò Konan.
"Da quando sei incline alle battute?" ribattè incredulo Kisame.
"Da quando decido io." concluse la donna, per niente divertita da quella che doveva essere ironia.
"Forza, sedetevi, si comincia!" intervenne il biondo, cercando di smaltire la tensione accumulata in quei pochi secondi.
Yuuki si sistemò in mezzo ai suoi compagni di team, che le avevano riservato una sedia.
"Grazie!" bisbigliò lei all'orecchio di Deidara, che accennò un sorrisetto.
"Tieni" Un tono distaccato anticipò la vista di un piatto pieno di leccornie. Sasori le stava porgendo la colazione, che lui aveva perosnalmente tenuto da parte per lei?
"Non ci posso credere!" esclamò il tipo dai capelli bianchi. Hidan? Non ricordava bene. "Ma cosa vi sta succedendo ragazzi?"
"Niente che ti riguardi!" continuò Sasori, mantenendo lo stesso tono di voce.

Non sapeva perché, ed era veramente troppo per lui provare a chiederselo, ma quella ragazza gli ricordava qualcuno. Qualcuno verso cui aveva provato dei sentimenti in passato. E di conseguenza, sentiva di doverla proteggere. O almeno, prendersene cura. E in questo, era compreso anche tenerle da parte la colazione. Deidara lo guardò ed ebbe la conferma che in quello strano essere, un cuore c'era per davvero. In fondo, ma proprio in fondo. Finalmente qualcuno glielo stava facendo riattivare.

Yuuki si immerse in quel paradiso culinario e cominciò a saziare l'appetito. Si guardò intorno e vide quell'anima che la sera prima si era presentata in giradino. E ricordò il motivo per cui si era svegliata con gli occhi stanchi: aveva sognato i suoi. E le venne automatico tossire, mentre lo guardava, rischiando di rimanerci secca perchè stava bevendo del tè caldo. "
"Tutto bene?" le cheise Deidara, ridacchiando.
"Sì, tutto a posto, grazie" rispose lei, continuando a guardare quel ragazzo con la coda. Cercò di non buttare più lo sguardo nella sua direzione e poteva ritenersi soddisfatta: lo rifece altre due volte e basta. Poi i tre si alzarono, quasi in modo sincronico e si diressero nel boschetto che circondava la casa.

"Bene, dilettante. Facci vedere cosa sa fare quella tua spaduccia!" la provocò il biondo.
"Bene. Cominciamo!" rispose la giovane, pronta a stupirli entrambi.

Sguainò la sua Mandara e fece scorrere il suo chakra sulla lama, già potente così. Questa tecnica era nelle tabelel lasciate dal nonno in quel cassetto. Aveva dovuto impararle da sola, con un foglio di carta come unica guida. Eppure, le aveva imparate a dovere. Così almeno credeva. E quella sfida sarebbe stata la prova del nove. Sperava con tutta se stessa di poter dimostrare che non era una semplice ragazzina convinta, ma che realmente meritasse quella spada.

Colui che desiderava ardentemente la Mandara la stava osservando dalla finestra della sua stanza, che condivideva con il ragazzo dello Sharingan. "Chissà perché il vecchio Mizashi ha voluto lasciarla a sua nipote. Una mocciosa e per di più femmina" boffonchiava Kisame, mentre Itachi faceva fiinta di ascoltarlo, sdraiato sul letto. Non dava mai troppo peso ai lamenti dello spadaccino, preferiva ascoltare in silenzio. E questa volta era intento a pensare. Non si era ancora tolto dalla mente la frase di quella ragazza così strana. "Sono abituata alla morte". Pronunciata da una ragazza, faceva ancora più effetto. Avrebbe voluto chiedere di più, ma le sue espressioni del viso che spesso lo facevano sembrare menefreghista e distaccato, lo avevano fregato anche questa volta. Ci sarebbe stato il tempo per tutto.

"Per tutte le esplosioni di questo mondo! Nessuna lama aveva mai distrutto una creazione così perfetta!" si infuriò Deidara, che aveva visto fallire quasi tutti i suoi tentativi di far esplodere la spada di Yuuki, la quale, prontamente, aveva parato e disintegrato i suoi "aggeggini gommosi".
"Sorpreso, Deidara?" lo incalzò lei.
"Pff...la fortuna del principiante!" rispose lui. "E' tempo perso. Lascio a te, Sasori. Io sono stanco!" e li liquidò, andando a prendere un bicchiere d'acqua.
"Quindi, tocca a me" disse Sasori, sempre con la sua cadenza solita.
Sfoderò una delle sue ultime tecniche. Voleva testare la pazienza e la resistenza di quella pivella.
Yuuki, presa alla sprovvista da tutte quelle braccia di legno che la stavano per raggiungere, cominciò a correre, riponendo la spada nella fodera ed estraendo la sua frusta. Son quella li avrebbe distrutti. E invece no, perché lo schiocco che provocò il contatto tra i due materiali, non fece altro che far uscire una nuvola di fumo, senza scalfire nemmeno un pochino quel legno.

"Impossibile!" esclamò lei, che finì per essere colpita da quel groviglio informe. Le lunghe braccia la avvolsero fino quasi a soffocarla, la sollevarono di qualche metro, per poi lasciarla cadere al suolo, vicino alla sua frusta. Yuuki rimase a terra per qualche decina di secondi, durante il quale Kisame non aveva fatto altro che ridere.
"Tanto non si rialza più! Che fardello inutile!"
Poi una nuvola di fumo. Yuuki era sparita, al suo posto un sasso. La tecnica della trasformazione era sempre stata tra le sue preferite.
"Non crederai davvero di poter ingannare Sasori con un trucchetto simile, eh ragazzina?" commentò l'avversario.
"No, ma di colpirlo sì!" gridò lei, saltando giù da un ramo, sguainando la spada. Ma inutilmente. Sasori aveva già cambiato posizione, mandando a vuoto il colpo.
"Patetico" commentò sogghignando.
"Ridicolo" ribadì Kisame.
Yuuki aveva il fiatone. Se fosse riuscita a colpirlo anche solo una volta, graffiandolo, sarebbe stata per lei una vittoria. Era troppo forte. Ma poi si ingegnò, quando gli tornò a mente una frase del nonno. "Non sottovalutare, ma fai in modo di non essere sottovalutata. Ogni avversario ha un punto debole. E lo terrà ben nascosto".
Pensa Yuuki, pensa. Qualche parte del corpo Sasori non ha mai messo in mostra? Ma certo! Il petto! Solo che sono a corto di energia, sarà dura vincere anche contro di lui.

La Mandara si illuminò del suo chakra e con la tecninca dell moltiplicazione, che fruttò solo tre copie oltre all'originale per la poca energia rimasta, Yuuki decise di provare l'ultima mossa. Una da destra, una da sinistra e una dall'alto. Sasori non si sarebbe aspettato un attacco da dietro...o almeno così pensava lei. Però le cose nadarono diversamente, perché l'abile marionettista invece, previde tutto benissimo e le assestò il colpo definitivo.
"Sei troppo debole per poter anche solo credere di battermi, principiante....
....ma sei stata comunque brava per aver capito il mio punto debole. Ci hai provato. Ora riposati, domani intensificheremo la dose. In fondo, non abbiamo nemmeno pranzato ed è quasi ora di cena" concluse Sasori, dirigendosi verso la porta.
Yuuki rimase a terra, delusa. Non poteva essere finita così. Che nipote ingrata, non aveva minimamente reso giustizia alla sua famiglia.
"Perdonami, nonno" sussurrò al vento, prima di scoppiare in un pianto silenzioso.

"Ora scendo e mi sentirà quell'insulto all'ordine degli spadaccini!"
"No, Kisame. Non è il momento. Non vedi?" indicò Itachi al compagno i singhiozzi di lei.
"Peggio per lei. Non avrebbe mai dovuto presentarsi qui, con quell'arma, con quel nome in bocca. Kyoto è sempre stato uno dei pilastri del nostro mondo, sua nipote non vale nemmeno una sua unghia al momento. Anche se forse, per rispetto a lui, potrei allenarla. Così da non doverla più vedere fare certe figure. Dopo cena le parlerò."
Itachi non lo stava ascoltando. Guardava Yuuki e il suo petto rivolto verso il basso alzarsi e abbassarsi velocemente, a causa degli spasmi nervosi.

"Stai bene?" chiese una voce all'orecchio della ragazza.
Lei spostò appena la testa per notare il ragazzo con lo Sharingan accanto a lei.
"Credo di sì. Grazie" disse lei, asciugandosi gli occhi.
"Non nasconderle, non c'è bisogno." continuò lui.
"Sono una delusione, Itachi. Se mio nonno mi avesse vista..."
"Sarebbe infuriato. Ma ti starebbe tendendo la mano per aiutarti a rialzarti" concluse lui la frase al suo posto.
Lei sollevò il mento e lo osservò meglio. Chissà perché quelle frasi incoraggianti. Lui le porse una mano e la aiutò ad alzarsi. La invitò a sedersi sul ramo dell'albero che stava sopra le loro teste.
"Vieni qui in questi momenti. Questo posto ti aiuterà a stare meglio" le suggerì l'Uchiha. Yuuki era frastornata. Non sapeva cosa dire e tantomeno cosa pensare. Ma aveva apprezzato.
"D'accordo. Ti ringrazio."
"Posso chiederti cosa intendevi dire l'altra volta con quella frase?"
"Immagino tu ti stia riferendo al "sono abituata alla morte"
"Già"
"Ti racconterò la mia storia. In cambio, vorrei sapere cosa ti ha spinto fino qui. Tu non hai la faccia da criminale. Hai la faccia da buono, Itachi"
Lui, stupito da quell'ultima frase, la squadrò. Piena di lividi, sporca di terra e sudore, era comunque così pulita.
"D'accordo, ti dirò chi sono. Ma prima, tocca a te."
Yuuki si sistemò sullo stesso ramo del ragazzo, facendo penzolare le gambe e stringendosi nelle braccia. Un respiro profondo e uno sguardo verso il cielo.


{Spazio Yume}
.....sono cattiva e vi tengo sulle spine!
La storia di Yuuki la teniamo per la prossima volta!
Non so se qualcuno si ricorda di questa storia, ma io ho sempre continuato a pensare a come continuarla.
Riprenderò in mano anche le altre, spero possiate perdonarmi per essere sparita così tanto a lungo,
ma cause di forza maggiore mi hanno tenuta lontano da questo mondo per troppo tempo.
Ora mi ci sono immersa di nuovo, sperando di rimanere il più possibile.
Un abbraccio
Yume










   
 
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