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Autore: Oneipo_    03/01/2015    2 recensioni
Lo sapevi che in Giappone, quando si riparano le ceramiche rotte, non si nasconde il danno ma lo si sottolinea, riempiendo d'oro le linee di frattura? Perché credono che quando una cosa ha subìto un danno e ha una storia, diventi più bella.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WARNING: la parte finale del capitolo contiente parole forti e scene violente, ovviamente nei limiti del rating (anzi, anche molto mooolto meno, ma mi sembrava giusto avvertirvi). Spero che la cosa non vi infastidisca troppo e che non mi odierete.
Buona lettura, ci vediamo giù in fondo!



 

(5)


 


I'll tell you my sins
so you can sharpen your knife.










«Preparo un tea, vi va?»
Sono seduti sul divano - Liam, Shannon e Louis - nell'appartamento dei due ragazzi. Stanno guardando un film e sono rimasti in silenzio fino a che Liam non si è alzato per preparare la bevanda. Shannon ha le gambe strette al corpo e tende leggermente dalla parte di Liam, perché teneva appoggiata la testa a una sua spalla. Guarda Louis di sottecchi e storce il naso, infastidita. Non capisce come l'amico veramente poco simpatico del suo pseduonuovofidanzato non se ne sia ancora andato, lasciando loro un po' di intimità. Louis ha la testa appoggiata allo schienale del divano, le gambe larghe e un ghigno stampato sul viso, e non accenna a muoversi di un centimetro. Si guardano un solo istante e Shannon gli fa un cenno con la testa, chiedendogli tacitamente di andarsi a fare un giro da qualche parte. Louis alza un sopracciglio e finge di non capire, quindi beve un sorso di birra e poggia i piedi sul tavolino in legno di fronte al divano.
«Quindi - il ragazzo rompe il silenzio dopo poco - quanti anni hai detto di avere?»
Shannon si morde un labbro ed evita accuratamente il suo sguardo, che però la sta studiando come se potesse leggerle il pensiero.
«Venti" mente a voce bassa, iniziando a mangiucchiarsi un'unghia.
Louis annuisce,
«e che intenzioni hai con Liam?»
Lei ride, «cosa sei, sua madre?» risponde e si sistema una mollettina sui capelli.
«Sei sicura di avere vent'anni?»
«Sei sicuro di non avere nient'altro da fare, oggi?»
Si guardano sfidandosi per alcuni minuti. Shannon vorrebbe tirare a quel Louis una gomitata e buttarlo giù dal divano, infilargli in gola la lattina di birra che tiene in mano e farlo tacere per un po'.
Louis scoppia in una risata divertita alcuni minuti dopo e finisce di bere la sua Heineken.

«Mi piaci, ragazzina» dice poi e si alza dal divano, lascia la lattina sul tavolo e afferra la giacca.
«Liam, sto uscendo - aggiunge e Shannon esulta senza nascondere la sua gioia - se fate del sesso, non lasciare sperma sul divano, l'ultima volta non è stato facile levare le macchie!»
Shannon arrossisce, Liam urla un «Louis!» e fa cadere qualcosa nel lavandino, Louis scuote la testa e si lascia l'appartamento alle spalle.
Sono soli, ora. Liam torna a sedersi con del lemon tea tra le mani e offre una tazza a Shannon, poi si appoggia al bracciolo del divano e fa ripartire il film. A Shannon del film non importa più, è completamente girata verso il ragazzo e gli accarezza i capelli in un gesto dolce. Si avvicina e gli lascia un bacio delicato sul collo, sorridendo nel vedere Liam piegare la testa e darle la possibilità di sfiorare anche la sua spalla. Lascia un altro bacio sulla sua mandibola e vicino all'orecchio e lo spinge ad abbandonare la tazza di tea sul tavolino - accanto alla sua - e a voltarsi per lasciarle l'accesso alla sua bocca. Liam sa di limone e ha le labbra morbide, Shannon si lascerebbe baciare per tutta la vita. Non passa molto, prima che si ritrovino entrambi sdraiati sul divano in pelle. Lui è sopra di lei, hanno le gambe intrecciate tra di loro e la sua mano gioca con la collanina in oro al collo di Shannon. La fa sorridere quando si avvicina e i loro nasi si sfiorano. Le lascia altri baci sulle labbra e fa scendere una mano verso il suo seno. Dei brividi percorrono la schiena di Shannon, che cerca di non farci caso e permette a Liam di esplorarla sotto la canottiera e giocare con il suo reggiseno. La mano del ragazzo scende ancora, le accarezza la gamba coperta da delle calze fine e tocca leggermente il bordo della sua gonna. Shannon si irrigidisce, e non vorrebbe farlo, ma automaticamente si ritrova ad afferrare la mano vagante di Liam e ad allontanarlo dal suo obiettivo.
Lui si ferma, quindi, e la fissa con la fronte corrucciata. Non c'è rabbia nel suo sguardo, sembra solo confuso e Shannon fa un sospiro; pensava di essere pronta, lo pensava davvero, ma come glielo spiega, ora, che è vergine?
Teoricamente, se avesse raccontato la verità a Liam sulla sua età, lui se lo sarebbe potuto anche aspettare. Ma gli ha mentito, gli ha detto di avere vent'anni, e non è sicura che Liam caschi nella scusa della verginità.
Si morde un labbro e
«tutto bene?» chiede Liam, sistemando una ciocca dei capelli di lei dietro all'orecchio.
«Sì, è che -»
«Ho fatto qualcosa che non andava?»
«No, Liam, io -»
«Guarda che se è per quello che ha detto Louis, non è vero - ci pensa su - cioè sì, è vero, ma non era mio lo sperma! - scuote la testa - nel senso, era il suo! e...oh, insomma se succede fa lo stesso!»
Shannon ride divertita, si porta una mano sulla pancia e ha le lacrime agli occhi.
Liam è ancora confuso, ma sta ridendo insieme a lei e si allunga per baciarla di nuovo.

«Sul serio, se c'è qualcosa che non va -» non finisce la frase, perché la porta di casa si apre e un Louis sorridente saltella verso la sala accendendosi una sigaretta.
«Dio, Liam, sei uno schifoso. Ti ho appena detto di non farlo sul divano!» lo rimbecca e Liam si toglie da sopra Shannon in tutta velocità, tornando a sedersi come se nulla fosse successo.
«Non eri uscito?» domanda indispettito all'amico.
«Sì, ma ho deciso che non potevo vivere senza sapere come va a finire The Maze Runner - afferma con ovvietà l'altro - sono contento che lo avete interrotto in mia attesa» continua con sarcasmo.
Shannon si sistema la canottiera e lascia posto a Louis, che appoggia ancora i piedi sul tavolino. 
Mentalmente lo ringrazia per averci ripensato e si fa promemoria di non odiarlo così tanto, la prossima volta.

 

 

Sono le nove e un quarto ed è buio per le strade, i lampioni sono stranamente non funzionanti e la luna e le stelle sono coperte da delle fitte nuvole bianche.
Zayn è fermo di fronte al portone di Ella e suona con insistenza al campanello un po' arrugginito.

«Chi è?» gracchia una voce dall'altra parte.
«Sono Zayn - dice - potresti dire ad Ella di scendere?»
La ragazza non risponde, ma Zayn la sente urlare il nome della sua amica e riagganciare subito dopo, facendo scattare il portone e permettendogli di fermarsi sul pianerottolo.
Ella scende in pochi secondi, ha i capelli sciolti, una canottiera nera e un giacchetto grigio e dei calzoncini in jeans. Non indossa calze, ma dei calzettoni alti le coprono le lunghe gambe fino alle ginocchia, ai piedi i soliti anfibi rossi.
Non lo saluta, e Zayn non si aspetta che lo faccia, lo squadra solo da capo a piedi soffermandosi più del dovuto sugli stretti jeans neri del ragazzo. Se Zayn fosse stata un'altra persona - si ritrova a pensare - le sarebbe volentieri saltato addosso per prenderla lì, sulle scale.
Scuote la testa e caccia via quei pensieri, invece, poi
«andiamo?» le chiede, dandole le spalle e incamminandosi sul marciapiede.
Ella lo segue con grossi passi e
«andiamo dove?»
«Volevi un vero appuntamento, no?» Zayn è tranquillo e non smette di camminare neanche un secondo. È sicuro che la parte che sta interpretando, quella dell'uomo che sa cosa vuole e sa quando la vuole, a Ella piace, ed è per questo che lei lo seguirà in ogni caso.
La ragazza, infatti, sbuffa, ma non si ferma.

«Dico, non hai mai invitato qualcuna ad uscire? Se mi avessi detto che l'appuntamento sarebbe stato stasera mi sarei -»
«Messa un vestito carino?»
«-preparata psicologicamente.»
Zayn ride e stavolta si ferma ad osservarla. Anche lei si blocca e restano a fissarsi per secondi che sembrano eterni. Ella ha un ghigno divertito stampato sulla faccia, si passa la lingua ad inumidire le labbra e punta gli occhi azzurri su quelli scuri di lui.
«Me lo dici, almeno, dove stiamo andando?» chiede la ragazza, stringendo un po' le spalle per il freddo. Non ha preso neanche il cappotto.
«È una sorpresa» riprende lui e torna a camminare.
«Non mi piacciono le sorprese.»
«Non avevo dubbi.»
Nessuno dice più nulla, camminano solo l'uno accanto all'altra per un paio di isolati. Zayn continua ad osservare Ella con la punta dell'occhio. Ha decisamente troppa voglia di baciarla - e non solo - ed è un pensiero che lo ha tormentato tutto il giorno, per questo ha improvvisato un appuntamento senza neanche avvertirla.
In circa dieci minuti, in cui il silenzio ha regnato tra di loro, Zayn le indica di svoltare l'angolo e si ferma di fronte un grosso cancello in ferro, dietro il quale si nasconde una villa dai muri bianchi. Si guarda intorno, poi si arrampica sul muretto, sale sulle inferriate, che partono dal cancello e circondano la casa, e scavalca, scomparendo dietro la siepe.
Ella è immobile, ha osservato tutto attentamente, incredula, con le braccia al petto e le labbra serrate. Non capisce cosa stia succedendo e ha quasi intenzione di mollare il ragazzo lì e tornarsene a casa. Si sente chiamare poco dopo, però, anche se non riesce a scorgere il volto di Zayn nascosto dietro la recinzione.

«Vuoi restare lì per tutta la sera? - la incita lui - o non sei capace a scavalcare?»
Ella ridacchia, poi la curiosità vince sul buon senso e segue i passi di Zayn, ritrovandosi al di là del cancello in pochi secondi.
Il giardino che circonda la casa è grande e sistemato con cura, l'erba è bassa e verde, e ci sono dei piccoli gazebi bianchi a decorare il tutto. La villa deve contenere almeno una decina di stanze - se non di più - ha un grosso porticato all'entrata ed è illuminata da dei piccoli lampioni che sparano luce direttamente intorno i suoi confini.
Zayn si muove come se conosca già quel posto, si dirige nel retro della casa e si ferma soddisfatto ad osservare qualcosa che Ella riesce a vedere solo dopo essersi fermata accanto a lui.
Una piscina occupa metà del giardino, è ampia e profonda ed è a sua volta illuminata da dei fari subacquei. Il fumo del vapore e la pompa in funzione, che Ella riesce a intravedere, le fa capire che la piscina è riempita con acqua calda. Alza un sopracciglio quindi e attende che Zayn dica o faccia qualunque cosa.
In tutta risposta, Zayn si spoglia incurante, rimanendo con i soli boxer, e si butta in acqua, risalendo in superficie in un attimo e appoggiandosi con le braccia sul bordo della piscina. Ella si ferma a fare apprezzamenti mentali sul fisico del ragazzo - muscoloso così come lo aveva immaginato - e sui tatuaggi sul petto e sulle braccia, ma non accenna a volerlo seguire in piscina.
Zayn si passa una mano sui capelli bagnati e
«che c'è?» chiede, notando lo sguardo confuso di lei.
«Ah, non lo so - risponde Ella - come primo appuntamento direi che un'effrazione ci sta tutta» continua sarcastica e il ragazzo sorride.
«Che ti aspettavi, la cenetta romantica al ristorante? Pensavo non fossi quel tipo di ragazza.»
Ella si morde il labbro e alza gli occhi al cielo. No, certo che non è quel tipo di ragazza, ma non è neanche una che infrange le regole senza un buon motivo.
«Pensi di riuscire a buttarti entro la mezzanotte? Cenerentola non aspetta fino al mattino» rimbecca lui prendendola in giro, per poi scomparire sotto l'acqua scura e schizzarla un po' risalendo.
Ella pensa che è una follia, che Zayn Malik è un pazzo, che quella serata andrà a finire male e che non dovrebbe farlo. Pensa, poi, che il bagno lo farà vestita, dato che lui è quasi uno sconosciuto. Pensa anche che rimanere in intimo è un po' come rimanere in costume. Pensa che se ci fosse Delilah le direbbe "avanti, quando ti ricapita un figo del genere?" e pensa infine che non dovrebbe farsi tutti quei problemi.
Toglie i vestiti e non si preoccupa di coprirsi una volta in intimo - anche se Zayn la sta guardando come se avesse voglia di mangiarsela all'istante - poi si butta e gode dell'impatto con l'acqua che le riscalda le ossa.
 È estremamente piacevole, deve ammetterlo, per questo infila la testa sottacqua più di una volta e gioca a tenersi a galla, anche se riesce a toccare perfettamente con i piedi il fondo della piscina. 
Zayn la osserva con la schiena appoggiata al bordo e dei brividi lo attraversano quando lei gli si mette accanto, facendo sfiorare le loro gambe. Dio, se vorrebbe poterle accarezzare.

«Quindi - Ella gli sorride e ha il trucco colato sugli occhi - me lo dici di chi è questo posto?»
Zayn fa spallucce e «di mio zio» spiega.
Ella si tranquillizza un po', poi ci pensa su
«e perché abbiamo scavalcato la staccionata per entrare, invece di usare le chiavi?»
«Perché se sapesse che sono qui, mi ammazzerebbe.»
La ragazza non capisce, lo studia in silenzio e sbatte le palpebre confusa.
Zayn se ne accorge, per questo
«diciamo che potrei aver organizzato una festa poco tranquilla in casa, a sua insaputa, e che la polizia abbia arrestato me e la metà dei miei amici per schiamazzi notturni - racconta - e che lui lo sia venuto a sapere e mi abbia tolto le chiavi per entrare.»
«Che ragazzaccio» lo schernisce lei e gli si avvicina un po'. Ora le loro gambe sono quasi incastrate tra di loro e Zayn sente il bisogno di fare qualsiasi cosa, per non scoppiare.
Si spinge verso le sue labbra senza neanche pensarci due volte, ma ha solo il tempo di sfiorarle prima che Ella si tiri indietro e nasconda un sorriso malizioso.

«Come sei frettoloso - gli dice mettendosi al centro della piscina e schizzandolo - quello te lo devi meritare, prima.»
Zayn sbuffa, ma è divertito dal modo in cui lei lo provoca. Le va incontro e stavolta è lui a schizzarla, facendo iniziare una gara che li coinvolgerà per il resto della serata.
E se il bacio dovrà meritarselo, farà in modo che succeda.

 

 

Harry spera che l'illuminazione stradale riprenda il prima possibile a funzionare. È passato a trovare Aline, nonostante durante il loro ultimo litigio lei gli avesse urlato di non cercarla più in caso di problemi con Louis, ed è rimasto deluso nel non trovarla in casa. A quanto pare, la sua amica è in giro con un certo Niall di cui non gli ha parlato e lui si sente parecchio infastidito da tutta questa storia - come se Louis che gli spiattella in faccia quanto poco conti la loro relazione, non fosse stato abbastanza.
Si stringe nel cappotto nero, il solito, e si guarda intorno accelerando il passo. Non riesce a vedere nulla e non si sente affatto tranquillo. Sin da piccolo, ha sempre avuto una sorta di paura per il buio, per il non riuscire a definire i contorni degli oggetti o capire cosa succede accanto a lui. O forse per il fatto che da quando suo padre è morto, ha passato più sere in casa da solo che con la sua famiglia, anche quando era ancora un ragazzino senza nessuno a rimboccargli le coperte.
Svolta gli angoli delle stradine che lo portano alla fermata della metro e si accende una sigaretta. Le vie sono estremamente silenziose e lui spera di trovare un barlume di luce provenire almeno da qualche finestra aperta.

È quasi arrivato a destinazione, quando si sente strattonare e viene spinto con forza verso il muro di un palazzo. Qualcuno lo afferra per il cappotto e lo trascina in un vicolo più buio del solito, ma Harry non riesce a distinguere le voci perché ha battuto la testa e ora tutto è molto confuso. Cerca di liberarsi dalla presa, ma i suoi aggressori - sono almeno due, ne è sicuro - ridono e continuano a trascinarlo, per poi lasciarlo andare appoggiato a un cassonetto dell'immondizia.
Harry si passa una mano sulla testa che sta scoppiando di dolore e sbatte gli occhi per provare a intravedere qualsiasi cosa nel buio della strada.
Uno dei delinquenti gli si accuccia davanti e Harry storce il naso al forte odore di alcool che proviene dal suo alito.

«Bene, bene, bene - parla l'altro ed è più giovane di quanto il riccio pensasse - chi abbiamo qui? Harry Styles?»
Il ragazzo sgrana gli occhi nel sentir pronunciare il suo nome e si tira su con la schiena per tenersi il più lontano possibile dall'aggressore.
«Hai visto, Josh? Te l'avevo detto che questa era la nostra serata fortunata» continua quello rivolgendosi al suo compare.
Harry li riconosce: Ben Cooper e Josh Hill, ex-compagni di classe, delinquenti, ubriaconi e omofobi fin dentro le ossa. Al liceo gli hanno fatto passare momenti davvero difficili, soprattutto dopo il suo coming out, ma Harry non li ha più incontrati con la scuola finita.
E ora sono lì, più in forma che mai, ed annoiati.

«È un po' che non ci si vede, frocetto - è Josh a parlare, in piedi di fianco all'amico - ti fai ancora scopare da...aspetta, come si chiamava, Ben?»
«Owen.»
«Owen, sì!»
Ridono, e ricordano tra di loro di quando hanno nascosto i vestiti al povero Owen - un ragazzo che Harry ha frequentato durante l'ultimo anno di liceo - che non è uscito dallo spogliatoio maschile finché la sera qualcuno lo è andato a cercare preoccupato.
Harry sente le gambe tremare, è immobilizzato e vorrebbe urlare, ma la paura gli riempie anche le corde vocali e tutto ciò che gli esce è un gemito di terrore.
I due tornano a concentrarsi su di lui e sono improvvisamente seri.

«Dì un po', Styles, è bello farsi sbattere da qualcuno, eh? Urli come una femminuccia quando lo senti dentro, non è vero?» anche Josh è piegato di fronte a lui e lo afferra dal colletto della giacca strattonandolo, «non è vero?» ripete urlando.
Harry sente di stare per piangere, strizza gli occhi e non risponde, "vi prego" li implora solo.
Josh e Ben scoppiano in una risata fragorosa, si guardano complici e si danno pacche sulle spalle chiaramente divertiti e ubriachi.

«Hai sentito, Josh? Ci prega.»
«E io ti prego di non essere così tanto frocio, Harry. Ci riesci?»
Il ragazzo sta piangendo, ha così paura che tutte le fibre del suo corpo gli mandano scariche elettriche ogni volta che i due fanno un passo. Si stringe su se stesso e spera che qualcuno vada in suo soccorso, che quel momento passi presto.
Gli aggressori stanno ancora scherzando tra di loro, continuando ad insultare Harry e concordando su quanto anche quello stia diventando noioso.

«Magari glielo insegniamo noi come si diventa uomini, che ne dici, Ben?» è l'ultima cosa che Harry riesce a sentire, prima che il dolore di un colpo alla testa gli faccia fischiare le orecchie e quasi perdere i sensi. Si accorge che i due gli sono sopra quando sente la violenza di un calcio sferrato alle costole e un pugno vicino all'occhio. Il sapore del suo sangue gli riempie la bocca, mischiato al salato delle sue lacrime e non riesce neanche ad urlare.
Non ricorda quante altre volte viene colpito, non ricorda neanche se ha chiesto aiuto e li ha implorati di fermarsi, mentre perde conoscenza e dall'altra parte della città Louis lo sta insistentemente chiamando, preoccupato nel non ricevere risposta.






 


Ehm, ciao.
Ho quasi paura ad iniziare questo angolo autore perché immagino che molti di voi miei dolcissimi lettori mi starete mandando una maledizione dietro l'altra (e vi capisco).
Ma comunque, spero che a parte questo il capitolo vi sia piaciuto e passo ai miei commenti.

Innanzitutto voglio chiedervi: che ne pensate di Shannon? Perché di lei mi è stato detto che è antipatica e anche un po' troppo sveglia ecco, ma in questo capitolo potete capire che la seconda parte, almeno, non è vera. Quel che voglio rendere di lei, è che è una ragazzina, che a diciassette anni non può vivere l'amore e tutto il resto nello stesso modo in cui lo vive qualcuno di venti o anche più anni, ed è per questo che si butta nelle cose, che si prende quel che vuole senza neanche preoccuparsene molto e che se ha voglia di baciare Liam lo fa e basta. A differenza di Ella e Aline, che sono più grandi e sono già state innamorate e non si buttano a capofitto in una storia, lei è stata corteggiata da qualcuno più grande (e chi è che non voleva un ragazzo più grande a diciassette anni?) e anche se un po' infantile si è lasciata subito prendere, ecco. MA non è una..ehm, sì, avete capito, ed ecco che sorge il problema della verginità, che Liam non capisce e che lei ha paura di confessare. Che teneri.
E che tenero Louis che vabbè, non poteva non bullizzare un po' Liam o i Lilo non sarebbero stati abbastanza credibili (e comunque un lato spiritoso Louis ce l'ha).

Ella/Zayn e il loro primo appuntamento. Come vedete Zayn non è uno qualunque, un po' come non lo è Ella. E lui ha già imparato molto di lei, tanto da non portarla al classico appuntamento con fiori e ristorante, e da non avvertirla neanche che si sarebbero visti. A Zayn, lei piace davvero troppo. Ella invece è una maschera continua. Non lo so, per me è abbastanza difficile scrivere di loro, quanto è bello allo stesso tempo. Perché poi entrare in quelle due teste bacate non è facile (dato che io non somiglio a nessuno di loro due) e spero sempre di non creare personaggi incomprensibili. Ci tengo che me lo diciate, in tal caso.

Mi odiate davvero per Harry? Mi serviva un incipit per la storia tra lui e Louis e da qui scatenerò una serie di eventi disastrosi che vi faranno pentire di aver iniziato a leggere la mia storia....no, sto scherzando. Non ve ne pentirete. Tanto per farvi un regalo, poi, il prossimo capitolo è già pronto e sarà quasi interamente dal punto di vista di Louis.
Ah! Qualcuno mi ha detto di odiare Louis, ed era un po' il mio obiettivo quindi va bene, perché poi scommetto che tornerete ad amarlo e ad odiarlo e amarlo ancora e vi troverete confuse tanto quanto Harry (e questo vi aiuterà davvero a capire perché Harry non si decide a lasciarlo). 

Vabbè, sto scrivendo un poema, vi lascio e come sempre ringrazio chi legge, recensisce, ha messo la storia tra le seguite/preferite.
Fatemi sapere, mi raccomando, ci tengo sempre molto.

Un abbraccio,

Oneipo.




  
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