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Autore: Doomsday_    03/01/2015    5 recensioni
Draco è solo. Dovrà eseguire ciò che l'Oscuro Signore gli ha ordinato di compiere. E non ha nessuno... nessuno tranne lei.
Astoria farà qualsiasi cosa è in suo potere per restargli accanto. Perfino quando sarà lui stesso ad allontanarla.
Il loro amore è come una stella che, nel buio della notte, brucia in tutta la sua intensità fino a distruggersi.
Dal capitolo dieci:
- Ripensare alla biblioteca diede a Draco un senso di forti brividi: ancora gli era ignoto quel che lo aveva trattenuto dal baciarla quando, per la prima volta dopo mesi, aveva finalmente potuto tenerla tra le braccia. Nel toccarla ogni tentativo di starle distante era crollata, e un intenso malumore l'aveva colto nel godere di quel suo sguardo insolitamente luminoso. Stelle aveva definito quegli occhi, stelle di quel suo cielo buio.
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Lasciami sognare.





Era passato un anno. Draco stentava a crederci, ma si trovava proprio sul treno di ritorno a casa per le vacanze di Natale, seduto nello scompartimento assieme ad Asteria, Sean e Daphne.
Alcune volte quell'anno gli sembrava essere durato una vita, altre invece - come in quel preciso momento - sembrava avere la stessa consistenza di un giorno.
Come se fosse solo il giorno precedente quando lui e Asteria non si parlavano per problemi che al tempo gli erano parsi abissali, ma di cui soltanto adesso si era reso conto di quanto fossero in realtà futili.
E, paradossalmente, adesso che problemi realmente importanti rischiavano di dividerli profondamente al contrario non sembravano essere stati mai altrettanto legati.
Nonostante tutto, Draco sentiva di essere felice in quel momento; sentiva di trovarsi proprio dove doveva essere. Forse era l'atmosfera del Natale imminente oppure, più probabilmente, era il sentirsi amato in modo così incondizionato da Asteria, a farlo sentire realmente bene.
Ma della stessa atmosfera di tranquillità e benessere, non sembravano beneficiarne Daphne e Sean, dato che ad una parola di uno ne seguiva una frecciatina dell'altro.
Draco aveva abbandonato la testa sulle gambe di Asteria già da qualche minuto, lasciando che gli accarezzasse i capelli, sperando che questo lo distogliesse a sufficienza dai loro battibecchi continui.
« Da quando Sean ha trovato il coraggio di risponderle, averli tutte e due nello stesso luogo è diventato intollerabile » bisbigliò Asteria, per farsi sentire solamente da Draco. Egli rise, attirando l'attenzione di Daphne, la quale sembrava più indispettita del solito.
« Questo ammasso inutile di noia che ti porti dietro da cinque anni, mi ha appena offeso e non dici nulla? » sbottò rivolgendosi alla sorella.
Sean alzò gli occhi al cielo « Non ti ho offesa, Daphne! Vorrei solamente leggere in pace senza che tu abbia qualcosa da ridire per ogni minimo gesto che io faccia » esclamò, esasperato.
Daphne strinse le labbra, lanciando al ragazzo un'occhiata velenosa « A commettere l'omicidio è stata Madama Poitel. Buona lettura » sibilò, alzandosi in piedi per andarsene.
Fu l'esclamazione stupita di Sean a trattenerla sul posto: il ragazzo non seppe se essere più sconvolto o più arrabbiato a quelle parole, tuttavia disse « Hai letto la saga de "La lettera incantata"?! » con una sorta di approvazione e di sgomento.
Daphne incrociò le braccia al petto, « Hai idea di quanto sia noioso passare l'estate in tua compagnia? Persino un libro del genere è meglio che doverti sentire parlare della crema troppo pastosa che ti ingrassa la pelle, o della salsedine che ti rovina i capelli » ribatté a denti stretti.
« Vuoi dire che hai frugato nella libreria della mia camera da letto? » sogghignò Sean « Mi sento quasi violato » aggiunse, fingendosi sconvolto, portando con leggerezza la mano sul petto.
Daphne arrossì violentemente a quelle parole ed uscì dallo scompartimento sbattendo la porta.
Asteria afferrò la scatola di Biscotti Gufici e la tirò in testa al ragazzo: « Smettila, Sean! » lo sgridò, per poi correre via ad inseguire Daphne, come del resto succedeva il più delle volte.
Sean rimase inerme, il sorrisetto tronfio completamente scomparso dal viso. « Dai Asteria non intendevo offenderla » le gridò dietro, pur sapendo che oramai non lo poteva più sentire. « Mi hai sentito? Non volevo! ».
Draco rise: « Dai, non fare quella faccia, Jugson. Vedrai che quando tornerà qui non sarà più arrabbiata con te »,
« Magari questo può accadere con te. Con me Asteria riesce a tenere il muso per giorni interi », rispose Sean con una smorfia di afflizione.
Draco sogghignò: « Forse è per il modo in cui ti comporti con lei. »
« Cosa vorresti dire? » Gli occhi di Sean si strinsero in una fessura. Non gli piaceva affatto la piega che stava prendendo quella conversazione.
« Quando ti rivolgi a Daphne sei sicuro di te, ti comporti in modo naturale; con Asteria invece sembri un cagnolino malmenato, pronto a scattare ad ogni sua richiesta » spiegò Draco con una scrollata di spalle e un sorrisetto.
« Ti sbagli. Io e Asteria ci conosciamo da tantissimo tempo e... », ma Draco non gli diede il tempo di finire la frase: « Ma questo non ti ha portato a stare con lei, in ogni caso, no? È per questo che hai l'aria sempre così sofferente in sua presenza? »
Sean scattò in piedi, offeso e infuriato « Smettila Malfoy. Non sai nulla del rapporto che c'è tra me e lei! »
« So quanto basta. È palese quanto tu ne sia innamorato e quanto questo la turbi. E lo so io, lo sai tu, lo sa Asteria e lo sa anche Daphne. Non è mai giusto imporre un certo tipo di amore ».
Ora Draco lo fissava con serietà, in modo così profondo che Sean si sentì improvvisamente messo a nudo. L'espressione derisoria del primo si era spenta, per lasciar posto ad una smorfia amara. Gli occhi gli si erano adombrati e non aveva più nulla del solito sbruffone che gli si rivolgeva sempre con tono di superiorità.
« Sia tu che lei vi affannate per dimostrare che tra di voi nulla è cambiato. Cercate di affermare in ogni modo di essere solo buoni amici, come lo siete sempre stati. Vi rifiutare di accettare che qualcosa nel vostro rapporto è inevitabilmente cambiato. Eppure non trovi sia normale che, crescendo, anche il vostro rapporto maturi? ».
Sul volto di Sean si affacciò un sorriso sbilenco « Non lo dici come se ne fossi contento. »
Draco scrollò le spalle con noncuranza « Credo solo che dobbiate parlare e chiarirvi. Ritrovare un vostro equilibrio, prima che Asteria ti faccia involontariamente saltare via la testa ».
Sean gli rivolse una lunga occhiata scettica: Draco Malfoy che dispensava consigli con l'intenzione di aiutarlo, aveva la stessa innocenza di uno Schiopodo Sparacoda che si avvicina in cerca di coccole.
Eppure, nonostante la diffidenza di Sean, Draco sembrava onestamente interessato alla questione; che fosse per gli interessi di Asteria, Sean ne era sicuro, ma le parole di Draco risvegliarono il lui il bisogno di voler parlare con qualcuno, non importava se si trattava della persona meno indicata con cui poterlo fare.
« La prima volta che le ho parlato, il particolare che subito mi è saltato all'occhio è stato il suo sorriso. Ero pazzo di lei. Allora non avevo capito cosa fosse quel sentimento, sapevo solo di voler passare ogni momento insieme. Mi ricordo di aver pensato "voglio conoscerla. Voglio essere presente ad ogni suo sorriso per amarne ognuno", e forse ci sono riuscito ».
Sean fissò lo sguardo su Draco, sembrava amareggiato e allo stesso tempo incredulo per quelle sue parole così schiette e audaci, per niente intimorito dalle occhiatacce taglienti del suo ascoltatore.
Sorrise, con un leggero sospiro: « Ma poi... poi ho visto quale sorriso rivolge a te e ho scoperto che amarli tutti è impossibile. Adesso è difficile pensare di essere soltanto amici ».
« Odio il modo in cui la guardi... » le labbra di Draco, dapprima così perfettamente serrate, non riuscirono a sopportare altra pressione. « Come se conoscessi ogni più intima parte della sua anima »
Sean sostenne lo sguardo di Draco con sufficienza. Non sapeva proprio da dove gli provenisse tutto quell'improvviso coraggio. Sapeva soltanto di essere stufo di dover reprimere i propri sentimenti davanti a tutti, di nascondersi e far finta di non esistere.
« Forse perché è così » ribatté, allora, seccato.
Draco scattò in piedi, livido in volto. Ma entrambi sapevano che non poteva fare nulla, se non continuare a rispondere a tono, eppure stette zitto limitandosi a guardarlo in cagnesco.
« Sai, anche tu sei diverso. Quando lei non ti vede cambi faccia. Sei un Mangiamorte più di quanto non ti piaccia ammettere. Cosa penserebbe Asteria nel vederti come sei davvero? »
Draco strinse le labbra, sentendo quell'ultima frase bruciargli addosso; ma in quel momento rientrò Asteria e la conversazione finì lì.
« Mi dispiace Asteria, davvero » si affrettò a dire Sean, non appena la vide entrare.
Lei tagliò corto con un distratto gesto della mano e un: « Lascia stare, Sean. Daphne si riprenderà ancora prima di arrivare in stazione ».
Si sedettero e il viaggio continuò, lento e un po' noioso come poco prima.

Giunti alla stazione di King's Cross, si lasciarono con lunghi abbracci. Ad attendere le sorelle Greengrass questa volta ci fu Winkey, l'elfa domestica; la quale le prese per mano per permetterle di materializzarsi all'interno della villa protetta dall'Incanto Fidelius.
Elladora fu la prima ad andare incontro alle figlie, d'appresso le raggiunse Doron - l'aspetto sempre più grigio ed emaciato.
Incontenibile, allora, fu la furia di Asteria; la quale rigettò senza troppi complimenti l'ansia, la paura e la preoccupazione covati in quei lunghi mesi di lontananza, privi di alcuna notizia, parola di conforto o di affetto. Li accusò, senza mezzi termini, di abbandono, di essere dei genitori insensibili ed egoisti.
Fu una lunga sfuriata che lasciò allibiti e attoniti i coniugi Greengrass, i quali non ebbero neppure la forza, e né la prontezza, di replicare. E come iniziò, infine Asteria tacque; andando a chiudersi - con permesso - nelle proprie stanze.
In quei giorni di vacanza - i quali si rivelarono lunghi, piuttosto noiosi e ben poco intrisi di genuina allegria natalizia - Draco e Asteria non avevano modo d'incontrarsi, dato che né l'uno né l'altra avevano il permesso di mettere piede fuori dalle rispettive abitazioni.
Per questo avevano intrapreso una corrispondenza piuttosto fitta tramite l'elfa domestica dei Greengrass. La povera Winkey partiva dalla villa di buon mattino, incurante di neve e maltempo, attraversava il parco e giungeva presso la strada dove un tempo - prima che fosse nascosta dall'Incanto Fidelius - svettava in tutta la sua imponenza, villa Malfoy.
Lì solitamente attendeva paziente, finché il giovane della nobile famiglia purosangue non spuntava dal nulla - nonostante sua madre Narcissa gli avesse più volte espressamente vietato quelle brevi escursioni fugaci - richiedendo la lettera con trepidazione (o consegnandone una propria), per poi scomparire nuovamente l'attimo dopo. Winkey ripeteva le medesime azioni sia al pomeriggio che alla sera, ritenendo le espressioni entusiaste dei due giovani un pagamento sufficiente a quanto faceva.
Il tempo che non trascorreva a scrivere o a leggere, Asteria lo passava con sua madre e sua sorella; in particolar modo con quest'ultima, data la scarsa propensione di Daphne a rimanersene buona con le mani in mano, come loro madre si era rivelata estremamente capace a fare.
In quei giorni Daphne era diventata indolente e lamentosa, qualsiasi cosa Asteria proponesse la annoiava terribilmente e non riusciva a prestare attenzione per più di mezz'ora, poi tornava a lagnarsi per essere stata rinchiusa in casa e allontanata dal resto del mondo.
Greengrass Senior, dopo aver accolto le sue figlie di ritorno da Hogwarts, aveva pensato bene di non mettere più naso fuori dal proprio studio, dal quale non sembrava uscire neppure per andare a dormire. Eppure nessuno - tranne Elladora munita di vassoio colmo di cibo (il quale spesso tornava indietro inviolato) - osava avvicinarsi a quello studio, su cui sembrava esser calata un'ombra oscura e insana.
Nonostante divagarsi era difficile, le sorelle Greengrass si rivelarono abbastanza fantasiose da arrivare fino al giorno di Natale senza impazzire: cucinarono torte e biscotti, giocarono a spara schiocco e impararono le regole degli scacchi magici, ma quando anche quelli gli andarono a noia idearono giochi di rebus e indovinelli di loro creazione; finirono i compiti prima di quanto mai fosse successo, esercitandosi sui nuovi incantesimi tanto che presto divennero semplici da effettuare persino senza verbalizzarli. Daphne si dedicò alla pittura mentre Asteria lavorò a maglia, ma gli esperimenti della prima fallirono quanto quelli della seconda, alle quali però né Elladora - la quale cercava ancora di farsi perdonare le mancanze degli ultimi mesi - e né tanto meno Winkey ebbero il coraggio di far loro notare nulla. Così gli strani dipinti di Daphne, dalle figure incerte, furono presto incorniciati e appesi nei tre saloni della villa, mentre le sciarpe e i maglioni - spesso dalle maniche più larghe o più strette, più lunghe o più corte - vennero prontamente impacchettati e posti sotto l'albero da una Asteria estremamente entusiasta del proprio operato.
Il giorno di Natale si rivelò uggioso e più triste di quanto Asteria e Daphne avrebbero potuto immaginare. La giornata si rivelò identica alle precedenti, se non fosse per il banchetto eccessivo preparato da Winkey e per una presenza più attiva da parte di Elladora, la quale si sforzò di abbandonare il suo stato di catalessi pressoché statico per trascorrere qualche ora in compagnia delle proprie figlie.
Puntuale, come ogni giorno, non mancò lo scambio di lettere tra Draco e Asteria. Asteria prese in mano la busta che le porgeva Winkey, come se si trattasse dell'unico regalo che avesse desiderato quel giorno. Lesse il contenuto con attenzione, come faceva ogni volta: Draco avrebbe voluto vederla, almeno per quel giorno, e lo stesso desiderava Asteria. Nonostante l'impossibilità di quella richiesta, la ragazza pensò a lungo ad una possibile soluzione.
Fu così che quello stesso pomeriggio, quando Winkey si presentò davanti alla porta della ragazza per farsi dare ciò che avrebbe dovuto consegnare, Asteria nella busta - oltre alla lettera di risposta - vi allegò un piccolo foglietto in più.

Per il resto della giornata Asteria non fece altro che chiedersi se avesse fatto una mossa troppo azzardata e sconsiderata; ma poi insonnolita dal dolce far nulla e dai piatti ricchi e prelibati - per non parlare dei dolci che continuava a spizzicare con gusto - fu vinta dalla stanchezza e si chiuse nella propria stanza per prepararsi a mettersi a letto.
Stava per tirar fuori la camicia da notte, quando un picchiettare alla finestra attirò la sua attenzione: si trattava della porta finestra che si apriva sul balconcino.
Col cuore in gola si precipitò ad aprirla e ad uscire fuori, per affacciarsi sul giardino. Lì vi trovò Draco Malfoy, chino a cercare altri sassolini tra la neve.
« Draco! Che ci fai qui fuori? »
Lui alzò la testa, la vide e sorrise. Allargò le braccia verso di lei, come se avesse intenzione di raggiungerla da laggiù: « È Natale Asteria! » esclamò come se fosse la sola risposta ragionevole ad ogni domanda.
Salì in sella alla sua scopa, balzando poi sul balcone con un'agilità non indifferente. Ma non fece quasi in tempo a posare piede per terra che Asteria gli fu addosso e, così abbracciati, ruzzolarono in mezzo alla neve fresca.
Asteria lo trascinò all'interno accogliente della propria camera, tirandolo per una manica, mentre gli annunciava, con voce trillante di entusiasmo, di avere un regalo per lui.
Draco, ancora rosso in viso per quella accoglienza particolarmente infervorata, fu appena consapevole di trovarsi nella camera da letto della sua ragazza, senza il consenso dei loro genitori e ad un orario del tutto sconveniente per quelle circostanze. Si guardò attorno imbarazzato, temendo di fare anche solo un passo di troppo.
Eppure Asteria non dava alcuna impressione di ritenere la situazione inappropriata, al contrario sembrava presa tanto dall'entusiasmo che Draco non si sarebbe stupito di vederla saltellare da un momento all'altro. Lei gli porse un morbido pacchetto colorato, con gli occhi che le brillavano, e il ragazzo d'un colpo si dimenticò del perché se ne stava lì impalato come uno stoccafisso. L'allegria di Asteria sembrò contagiarlo e prese a scartare il regalo con quel sentimento che gli illuminava il viso.
Vi trovò una sciarpa di lana dai colore verde e argento. Ne possedeva forse una dozzina dello stesso colore, ma nessuna aveva la strana forma bitorzoluta, con taluni punti smagliati o aggrovigliati, che presentava quella che teneva tra le mani.
« L'hai fatta a mano per me? » chiese con voce sinceramente emozionata. « È bellissima ». Se la mise al collo, con espressione fiera, facendo un giro su se stesso per farsi ammirare da lei; « Come mi sta? » chiese e in tutto questo Asteria rideva, spensierata e felice.
Draco allora la prese tra le braccia per poterla baciare, gli occhi appena socchiusi per continuare a guardarla. Asteria era una boccata d'aria fresca, dopo tutti quei giorni trascorsi a villa Malfoy in completa solitudine, e la sua risata una dolce musica che lo rincuorava, dopo tutto quell'insopportabile silenzio.
« Ora tocca a me » disse, « Chiudi gli occhi. »
Asteria ubbidì, porgendo le mani in attesa finché non sentì qualcosa di leggero poggiarsi su di esse.
« Buon Natale. »
Niente custodie di velluto, questa volta. Un sorrisetto curioso nacque spontaneo sul viso della ragazza, mentre guardava la busta rossa tra le sue mani, che aveva tutta l'aria di contenere un foglio da disegno.
Tirò fuori il suddetto con attenzione, spaventata dall'idea che si potesse strappare. Restò colpita da trovarvi un disegno a pastelli. Si trattava di un ritratto; e, per la precisione, del suo di ritratto.
Una Asteria sorridente guardava chissà cosa con gli occhi che le brillavano.
Le ci volle qualche secondo per accorgersi che, lo sfondo scuro, non era altro che un cielo notturno, sfumato di tanti blu diversi e puntellato di piccole stelle, le quali facevano parte della costellazione dello Scorpione, le cui stelle più lucenti andavano a coincidere proprio con gli occhi dell'immagine.
Draco scrutava il viso della ragazza con ansia, nell'evidente intenzione di interpretare i pensieri che lo attraversavano.
« L'anno scorso mi hai dato uno schiaffo e poi mi hai baciato... ho paura a chiedere cosa mi riserva questo Natale », decise di scherzarci su, per rompere quel prolungato silenzio che iniziava a renderlo nervoso.
Ma Asteria non accennava ancora ad alcuna reazione. Non dava l'impressione neppure di star ad ascoltare quello che Draco diceva.
Forse fu per questo, perché lei non sembrava sentirlo, che Draco - sebbene imbarazzato - continuò a parlarle. Senza più scherzare, ma con il solo bisogno di renderla partecipe.
« È un po' imbarazzante da dire... ma in queste notti non riesco a dormire sapendoti qui. Così spesso rimango seduto alla finestra, con il libro di Astrologia in mano, a cercare quelle costellazioni che non conosco. Ma il più delle volte è questo quello che vedo. »
Asteria non stava più guardando il disegno, ora i suoi occhi erano fissi in quelli di lui ed erano illuminati di meraviglia, accesi da quella particolare luce che ultimamente Draco riusciva a scorgere di rado.
« Ti amo, Draco » lo disse come se si stesse togliendo un peso dal cuore, in un sospiro pregno di sentimento; si accostò a lui per attrarlo a sé e baciarlo. Draco sorrideva sotto i teneri baci di Asteria. « Decisamente meglio » mormorò lui contro le sue labbra; e si guardarono negli occhi, ridendo.
Asteria poggiò il disegno sulla scrivania, quando si voltò però aveva un'espressione leggermente imbarazzata.
Draco si sedette ai piedi del letto, la guardava arricciarsi nervosamente una ciocca di capelli ed egli si rese conto di non averle risposto. Non che sentirle dire che lo amava non lo aveva reso felice: quelle parole erano il regalo più grande che lei potesse fargli. E Draco la amava e, a sua volta, sapeva di essere riamato. Bastava solo vedere come si comportavano quando stavano insieme, per accorgersene.
Così Draco si schiarì la voce, le mani che gli tremavano appena. Non l'aveva mai detto prima d'ora, se non si contavano tutte quelle volte che l'aveva pensato quando si trovava assieme a lei o quell'unica volta in cui invece lei dormiva.
Eppure ora sembrava l'atto più difficile che avesse mai dovuto compiere: avrebbe significato dare concretezza e sostanza ad ogni cosa. E lo attraeva e lo terrorizzava allo stesso tempo. Eppure, pensò, che doveva trattarsi di una sensazione davvero magica confessare un sentimento che si sente vivo dentro di sé, alla persona per cui lo si prova. Come una fiamma al centro del petto, il cui calore si diffonde in tutto il corpo, divenendo così forte ed impetuoso da raggiungere colui a cui è rivolto, riuscendo a far percepire l'intensità esatta di quell'ardente fiamma. Sapeva che era così, perché era quello che lui aveva appena provato.
Draco aprì la bocca, con l'intenzione più nobile, ma Asteria fu lesta a precederlo.
« Non sentirti obbligato a rispondere, per favore ».
Era leggermente arrossita, ma lo guardava con la stessa dolcezza di sempre.
Draco richiuse le bocca, con aria quasi sconfitta. Corrugò la fronte e arricciò le labbra, poi si decise comunque a parlare e, quando lo fece, aveva un sorriso sincero che arricchì ogni singola parola di quella sua breve frase: « Non penso tu abbia davvero capito ancora quel che significhi per me ».
Asteria, stupita dall'affermazione inaspettata, trasalì visibilmente. Quasi come se si trattasse di una prova tangibile, guardò un'altra volta il disegno; poi andò a sedersi sul letto accanto a lui.
« Forse... », tentennò, « Forse inizio a capirlo ».
Draco sorrise e si chinò a poggiare la fronte contro quella di lei. Si guardarono negli occhi: erano molto vicini, quel tipo di vicinanza che a entrambi piaceva.
« Sei difficile da comprendere, Draco Malfoy » disse e lo baciò.
« Mi dispiace » rispose lui. Ripensò a quello che Sean gli aveva detto sul treno. Era vero: quando stava con Asteria era una persona del tutto diversa. E lei gli faceva desiderare che l'altro lui, quello presente quando lei era lontana, non esistesse affatto.
Si stesero sul letto, abbracciati, restando a parlare, continuando a baciarsi e a toccarsi, mantenendo quella vicinanza intima che a entrambi faceva stare bene. Finché non si addormentarono senza rendersene conto, mentre il Natale passava, lasciandogli l'unico regalo da loro richiesto.




Angolo Autrice: Eccomi di nuovo qui con un Draco passione psicologo e Draco passione Babbo Natale, solo per augurarvi buone feste... che sono già finite in pratica, ma in ogni caso spero che per tutti voi siano state belle e felici e che tutti voi abbiate ricevuto in regalo ciò che desideravate, come i nostri due piccoli innamorati! :3
Quindi Buon Anno a tutti voi e passiamo ai ringraziamenti!^^
A NarcissaBM e AlexisVictorie per le loro meravigliose recensioni; e ringrazio anche le 18 persone che hanno aggiunto la storia nelle preferite, le 41 che l'hanno aggiunta nelle seguite e le 6 nelle ricordate.
Un bacione a tutti,
Giuliii
   
 
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