Una brusca levataccia ed un
noiosissimo viaggio in auto di
non so quante ore sono bastati per rendere questa giornata odiosa fin
dal
mattino. Comunque il tempo è trascorso alquanto velocemente,
credi che sia quasi
tardo pomeriggio, poiché non
percepisci più i raggi scottanti che filtravano attraverso i
finestrini. Ormai
è da quasi una mezz’ora che siete fermi, il comodo
sedile dell’auto ha smesso
di tremare ed il disturbante frastuono del motore si è
spento. Giuri di aver
sentito la sirena di qualche nave in partenza, forse stai viaggiando ad
occhi
semi-aperti con il tuo subconscio. Non sai neanche dove ti trovi, le
palpebre
diventano sempre più pesanti ad ogni minuto che passa e con
la poca coscienza
rimasta, riesci a scandire la voce di Bro. Credi che ti stia avvisando
sul
fatto che tra poche ore ci saranno check-in ed imbarco e che ti
prenderà a
calci in culo se non sarai ben attivo per quel momento. In effetti
potrebbe
essere un problema per lui dover trascinare un adolescente, oltretutto
munito
di una valigia pronta ad implodere a causa dell’abuso del
limite di
spazio. Per sua
fortuna vieni svegliato
dall’insistente vibrazione del cellulare, il quale ti avvisa
della batteria
quasi scarica.. Dannate scatolette che mangiano corrente
quotidianamente.
Apri bruscamente la portiera
dell’auto, sbattendola contro
la vettura posteggiata di fianco e ricevendo uno sguardo gelido da Bro.
Forse
cerca di dirti qualcosa da lontano, ma tutti questi frastuoni portuali
ti
impediscono di comprendere. Comunque, ipotizzi che fossero tutte
imprecazioni
rivolte alla tua sbadataggine.
Ti rimetti sui tuoi passi ed esplori la zona di imbarco A, o quel che
è.
Nonostante ci siano cartelli ovunque, qualche famiglia poco attenta
disturba il
personale per chiedere informazioni.
Non badando all’orario, ti dirigi verso la zona di sbarco
commerciale e riesci
ad assistere ad una nave che esegue manovre di ormeggio. Wow, cose
epiche che
racconterai a John più tardi. Insieme ad una lamentela
dettagliata sui prezzi
oltraggiosi dei bar del porto. Cinque fottuti euro per un cartone di
succo di
mela, senza nemmeno un tavolino e delle sedie, solo i posti al bancone.
Forse
pensano che la gente che si imbarca abbia soldi fin nelle mutande.
Mentre cerchi la via del ritorno, il
cellulare vibra per
l’ultima volta, preparandosi per un lungo sonno. Potrebbe
essere un problema se
arrivassi tardi.. Bro è il tipico guardiano che ti
abbandonerebbe in un porto e
ti riprenderebbe la settimana seguente con la tipica scusa
dell’adattamento e
la “sopravvivenza in situazioni estreme”.
Sospiri ed aumenti la velocità del passo,
arrivando persino a correre come una gallina in fuga. Poco
figo, ma
necessario. Per fortuna, in lontananza scorgi un alto ed imponente Bro,
visibilmente irritato per la tua scomparsa e per il cellulare non
reperibile.
Lo aggiri e cerchi di sorprenderlo alle spalle, ma lui ti anticipa con
un “Dave
Elizabeth Strider” pronunciato in tono parecchio freddo.
Analizzi le possibili
giustificazioni che ti possano parare il didietro, ma ancora una volta
lui
riesce a parlare prima di te.
“Prendi la tua roba, hanno
aperto il check-in.” Non hai
nemmeno il tempo di girarti e renderti conto che le tue valigie
giacciono a
terra, che lui è già entrato
nell’edificio e sta facendo la coda. Wow, che
novità. Una graziosa famiglia ti osserva da lontano con
sguardo pietoso,
probabilmente non sono gli unici ad aver assistito al tipico
comportamento da
Strider. Infatti un altro nucleo famigliare si offre di darti una mano,
ma
rifiuti gentilmente, consapevole del fatto che Bro ha gli occhi anche
dietro
alla testa. Un uomo deve sempre fare le cose da solo. Quindi inizi a
trascinare
la tua valigia, sperando che lui non ti abbia aggiunto anche dei
mattoni.
Ottimo intuito.
Il resto del pomeriggio trascorre tra
controlli, code e
ancora controlli. Oh, alla fine un’altra figuraccia non
poteva mancare.
“Mi scusi, credo che ci sia un problema con la sua
valigia..” Ti prego, dio
mio, non i mattoni, non i mattoni..
“Presumo che non possa portare un mattone sulla nave, se
vuole posso chiamare i
miei superiori..” Ci avresti scommesso tutti i dischi di
questo mondo.
“Non so come ci sia finito dentro.. Ne posso benissimo fare a
meno.” Alcune
persone ti indicano e sghignazzano,
altri rimangono a bocca aperta, poi più avanti
c’è la causa di tutto ciò che ti
osserva con un mezzo sorriso. Missione compiuta: il porto è
stato riempito di
ironia demenziale.
Alla fine, il mattone viene rimosso dal tuo bagaglio e tu riprendi la
camminata
verso la gloria a testa bassa, cercando Bro con la coda
dell’occhio. Ovviamente
lui è scomparso come al suo solito, probabilmente
è già salito sulla passerella
dai cento gradini che porta alla nave, magari proprio in questo preciso
istante
si sta spogliando e sta per entrare nella doccia che potrebbe anche
essere
trasparente e tu potresti sbirci-
“Ti sei perso,
ragazzo?” Un nonnetto ti sorprende alle
spalle. Per dio, sei rimasto immobile per tutto questo tempo? Credevi
di esserti
tolto dalla testa questi pensieri assurdi e insani su di lui.. La
soluzione
definitiva sarà evitarlo per tutta questa vacanza, fortuna
che la nave è
enorme. Oh, quasi dimenticavi, il tizio..
“Lanciavo un ultimo sguardo al porto prima di
salire, è tutto sotto
controllo.” Alzi un pollice e sali velocemente su uno dei
ponti, fino a
raggiungere una gentile signora che controlla la tua carta di imbarco e
ti
sbologna l’ennesimo dépliant. Più tardi
li userai come carta igienica.
Nel cercare il numero di cabina
indicato sulla tua carta,
finisci per perderti nell’ultimo piano, dove ci sono piscina
e bar all’aperto.
Perché ovviamente la nave ha la parte posteriore e anteriore
e se vuoi cambiare
sponda devi per forza raggiungere il tetto ed entrare nella porta al
lato
opposto. Bella scoperta, i tipici trucchi che ti fanno perdere
mezz’ora ogni
volta.
Dopo altri preziosi minuti buttati nell’aspettare
l’ascensore, decidi di fare
cinque piani di scale e arrivi finalmente a destinazione. La vostra
cabina è in
fondo al corridoio, precisamente la penultima. Bro è come un
dragone, fiuta
l’esitazione. (Rima necessaria) Quindi non ti fai problemi e
bussi con
insistenza contro la porta, finché il
“capo” non decide di alzarsi dalla branda
ed aprire. L’accoglienza non è delle migliori,
l’uscio si apre e lascia in
bella mostra una camera già sottosopra. Il guardiano non
è nel campo visivo,
probabilmente si è chiuso in bagno. Poco importa, giri la
chiave ed appoggi
bagaglio a mano e documenti sul secondo comodino, che sembrerebbe
l’unico
immobile ancora immacolato. L’altro comodino, invece,
è già cosparso di
cianfrusaglie quali fazzoletti sporchi, cartacce ed innumerevoli
bicchieri.
Alla faccia del “fai come se fossi a casa tua”. I
letti non sono ancora stati
separati, dopo dovrete chiedere al personale di occuparsene. Anche
perché non
riusciresti a chiudere occhio sapendo di essere di fianco a lui,
probabilmente
inizieresti a fantasticare su cose strane.
Mentre agganci il caricabatteria alla presa, Bro esce dal bagno con Lil
cal
sulla spalla destra e si slancia con nonchalance nel mezzo del letto,
accompagnato dal cigolio preoccupante di alcune molle.
“Non ci credo, siamo già riusciti a rompere
qualcosa?” Lo guardi con stupore,
ponendo la frase al plurale giusto per non addossargli la colpa.
Lui inizia a spingere il letto, facendolo scricchiolare ripetutamente.
“Già..
Se fossi in te, eviterei di portare qualche donna qua.”
Arrossisci pesantemente
a questa affermazione che ti coglie impreparato. Dopotutto, non credi
di aver
mai pensato di fare qualcosa con qualche ragazza.
“Bro, non mi era
minimamente passato per l’anticamera del
bionico cervello questo pensiero. Più che altro, sei tu
quello che dovrebbe
darsi un contegno. Mi immagino te, mentre ti siedi al bancone di quel
bar poco
raccomandabile al penultimo piano, che attiri un harem assurdo e porti
tutta la
marmaglia in camera.. Mentre il sottoscritto cerca di dormire e pensare
a cose
da ragazzino.” Riprendi silenziosamente fiato e lo osservi
con grande
compiacimento, dopo quel discorso da uomo responsabile.
“Pff, piccoletto, anche le ragazze hanno delle camere, non
per forza devo bloccarti
la crescita qua.” Abbassi lo sguardo, riflettendo sul fatto
che Bro
probabilmente non sta scherzando e che potrebbe benissimo andarsene con
chiunque, essendo un adulto single. Quindi qualcuno potrebbe
appropriarsene,
portarti via l’unico guardiano che riesce a farti sentire al
sicuro dai
pericoli del mondo. Non avevi mai pensato di essere geloso, forse
perché non ti
sei mai interessato alla sua vita al di fuori di casa vostra. Ma per un
ragazzo
è normale essere geloso del proprio guardiano, no? Ci sono
così tanti bambini
che fanno i capricci quando ricevono meno attenzioni rispetto alle
sorelline o
fratellini.. Quindi se è tutto completamente normale,
potresti chiedere a Bro
di non avvicinarsi ad altri, anche se suonerebbe tutto così
egoistico.
“Piccoletto, sei partito per ponyville?” Esci dalla
trance di pensieri e ti
allontani bruscamente dalla mano che Bro ti sta sventolando contro il
viso. Ora
la conversazione potrebbe diventare imbarazzante, meglio passare al
piano B.
“Ho solo bisogno di una doccia e di un buon riposo, magari un
succo di mela non
guasterebbe..” Aggiri il letto e ti chiudi in bagno,
accasciandoti contro la
porta e sbattendo il fondoschiena per terra. “La nave sta per
partire, non ti
verrò a salvare se l’acqua del water
trabocca.”
Dopo aver passato quasi una
mezz’ora in bagno, occupata
principalmente ad aggrapparti alle mensole per non scivolare, ti
stringi un
asciugamano in vita ed esci. Bro è spiaccicato contro il
cuscino e, a giudicare
dalla bavetta, sta sognando qualche porno di smuppet. Decidi di lasciar
perdere
il letto, visto che qualcuno ne sta occupando più della
metà. Piuttosto, ti
rilassi sulla sedia del balconcino, osservando il cielo scurirsi e le
onde
gonfiarsi sempre di più. Ormai sono le nove passate, non hai
nemmeno cenato, ma
fortunatamente il buffet è aperto fino a tarda notte.
Mangeresti una fottuta
fetta di pizza a qualsiasi ora, nonostante questa strana sensazione
nello
stomaco, che credi sia mal di mare.
Hai davvero voglia di infilarti sotto alle coperte, ma sembrerebbe come
se
stessi approfittando della situazione. Anche se, perché mai
Bro dovrebbe
pensare una cosa simile? Sei semplicemente un ragazzino che ha bisogno
di
riposo e calore, no? Fanculo l’ironia del momento, vuoi
approfittarne.
Ti dirigi verso il letto e, ora che
lui è senza occhiali,
osservi i lineamenti del suo viso rilassato, resistendo a stento al
desiderio
di accarezzarlo. Piuttosto, ti rannicchi con la schiena contro le sue
braccia,
che presto ti avvolgono in un caldo abbraccio, il tipico contatto
fisico che
cercavi da tempo. Rimanete così per un buon quarto
d’ora, prima che lui ti
allontana bruscamente senza neanche spiegartene il motivo.
Forse non è normale vedere
un tredicenne, coperto solo da un
misero asciugamano, tra le braccia di un trentenne, che si da il caso
sia anche
suo fratello. Ta-Dan, ecco svelato il mistero.
Cavolo, probabilmente hai
già combinato un bel casino.