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Autore: fra_eater    04/01/2015    9 recensioni
I Mugiwara sono studenti universitari, con la precisione coinquilini. Come faranno a destreggiarsi tra lezioni, esami, faccende di casa e amore?
Coppia principale : RufyXNami. Secondarie: FrankyXRobin, ZoroXTashigi. Accenni SanjiX Violet, SaboX Koala e UsoppXKaya
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Un po' tutti | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sanji osservava la sala da pranzo del Baratie. 
Il grande pavimento in parquet era perfettamente lucido, le tovaglie perfettamente candide e ordinate e i camerieri erano impegnati a riempire la sala con gli addobbi per Natale.
Anche se erano ancora a fine Novembre in tutta la città si respirava lo spirito natalizio che rendeva tutto così romantico.
“Sanji?” lo chiamò un ragazzo con un lungo naso quadrato che teneva in mano una fastosa ghirlanda verde con stelle di natale rosse e oro “Questa dove la metto?”
“Sul camino” rispose “E già che ci sei, accendilo! Oggi fa molto freddo!” 
“Ehi, stoccafisso!” un uomo corpulento, con dei lunghi baffi biondi intrecciati e una gamba di legno uscì dalla cucina del Baratie, con addosso grembiule e cappello da chef; la pelle solcata da numerose rughe manifestava l’età avanzata.
“Che vuoi vecchio storpio?” rispose il giovane cuoco biondo. 
Zef ignorò il tono irrispettoso del ragazzo 
“Aspetto una signorina dopo l’orario di apertura, non importunarla”
“Una signorina?” ripetè il ragazzo “E che vorresti farci con una ragazzina?”
“Non sono affari tuoi, moccioso!” rispose l’uomo “Piuttosto, dove cavolo è finita la mocciosa?”
“Eccomi! Eccomi!”
I due uomini si voltarono e una ragazza di bassa statura, con corti capelli castano chiaro e coperti da un cappello rosso con occhiali da aviatore entrò tutta trafelata e corse al bancone del bar per afferrare un grembiule nero che legò sullo scamiciato rosa 
“Pronta!” disse con un enorme sorriso.
Zef sbuffò. 
“Togli il cappello quando servi. Io torno nel mio ufficio” disse prima di sparire oltre la porta.
Sanji le si avvicinò.
“Sta tranquilla, Koala” disse accarezzandole la spalla “Sei bella anche senza cappello” .
La ragazza sorrise e si diresse velocemente alla porta per accogliere i primi clienti.
Sanji la guardò, aveva qualcosa di strano, sorrideva in maniera forzata e sembrava nervosa. E una Koala nervosa è una Koala pericolosa.
Considerando la fama di dongiovanni di Sanji, Zef aveva sempre evitato di prendere camerieri donna, ma Koala aveva delle ottime referenze. Sanji aveva rinunciato a farle la corte quando l'aveva vista quasi spezzare il braccio a un cliente che si rifiutava di pagare perché la zuppa era troppo calda.
E i sospetti di una Koala nervosa ebbero i suoi fondamenti quando, dopo circa due ore dall’apertura, entrò nella sala un ragazzo dai capelli biondi e mossi con un’enorme cicatrice che gli deturpava la parte destra del volto. 
Nel vederlo Koala corrucciò le labbra e gli passò davanti di corsa per accogliere una giovane donna con i capelli neri e gli occhi grandi.
Sanji fece cenno al ragazzo di raggiungerlo. 
“Sabo” gli disse “Avete litigato di nuovo?”
Sabo fece una smorfia. 
“Quando ci si mette è davvero irascibile”. 
Sanji gli sorrise. Nel Baratie avevano visto spesso Sabo entrare alla ricerca della ragazza con qualche scusa, che fossero gli appunti oppure qualche libro e ultimamente i due battibeccavano spesso. 
Sanji sollevò lo sguardo per chiamare Koala, voleva che i due facessero pace, ma le parole gli morirono sulle labbra quando i suoi occhi incrociarono quelli castani della ragazza che Koala stava accompagnando verso l’ufficio di Zef.
Che fosse lei la ragazza che stava aspettando?

Zoro guardava impaziente l’orologio. Le 17:55. 
Ma quanto ci impiegava ad arrivare quella tipa?!
In lontananza vide Nami, Rufy, Franky e Robin osservarlo da dietro un angolo. Erano stati loro ad accompagnarlo lì e gli avevano fatto giurare di non muoversi per evitare che si perdesse e addio appuntamento. 
Appuntamento poi! 
Zoro aveva impiegato ore per tentare di convincere invano i suoi amici che non si trattava di un appuntamento ma di una semplice uscita tra colleghi che avevano un interesse in comune e poi lui la stava solo usando per quel biglietto in più che aveva e lei stava usando lui per non andare da sola come una sfigata.
Ma gli altri non erano della stessa opinione. 
Brook aveva insistito per far indossare a Zoro abiti di prima scelta, completi che costavano un occhio della testa e che il ragazzo aveva di nascosto cambiato prima di uscire per indossare, al posto del completo scuro con la camicia bianca che erano tipici del dongiovanni da strapazzo, dei semplici jeans e un maglione verde militare sotto la giacca a vento marrone.
Usopp e Chopper gli avevano fatto delle raccomandazioni da padri e madri iperansiosi: non allungare le mani, non bere di fronte a lei, non ruttare, non dire porcate … insomma non essere te stesso. Ovviamente nella sua testa, Zoro non aveva la minima intenzione di toccarla ed era pronto ad allungare la mano solo sul collo della prima bottiglia di birra che avrebbe trovato.
Il cuoco si era limitato a dirgli che le donne vanno trattate con cura e così via, un lungo monologo che il ragazzo dai capelli verdi non aveva minimamente ascoltato.
Mentre Zoro lanciava occhiate minacciose ai ragazzi che ridacchiavano sparlando sicuramente di lui, una piccola mano gli toccò leggermente la spalla.
“Scusa il ritardo” disse Tashigi con un mezzo sorriso quando lui si voltò.
Zoro si limitò ad alzare le spalle “Allora?” disse “Dove dobbiamo andare?”

“Ma tu guarda che cafone!” esordì Nami spiando da dietro il vicolo “Potrebbe almeno darle un bacio sulla guancia!”
“Zoro non è mai stato un gentiluomo” commentò Franky “Non come il sottoscritto, ovviamente. Robin, ho un po’ di aria nello stomaco, pensi che se faccio una scorreggia qualcuno se ne accorga?”
Nami lo picchiò sulla testa. 
“E TU SARESTI UN GENTILUOMO?!?” gridò mentre Robin e Rufy ridacchiavano divertiti dalla scenetta.
Dopo la sfuriata e la risata i quattro si accorsero che Zoro e la ragazza erano spariti 
“Bè, loro sono andati” disse Rufy “E noi dove andiamo?”
“C'è un bel Luna Park quì. Potremmo visitare il castello dell’orrore” propose Robin, ma Nami si precipitò a fare no con il capo, spaventata. 
“Se non sbaglio” fece Franky sistemando gli occhiali da sole “da queste parti c’è un museo della perversione e delle macchine da tortura. Sarebbe Suuuuuper andarci” disse mettendosi in una posa alquanto strana.
“Si, sembra carina come idea” rispose Robin con un sorriso.
“Voi siete completamente matti” commentò Nami “Io non ci vado in quei posti”
“Allora voi due andate lì” disse Rufy “Mentre io e Nami andiamo sugli aeroplani o nella casa degli specchi, ti va?” e guardò la ragazza che annuì con gioia.

Zoro si accorse subito che quella ragazza era diversa dalle altre che aveva incontrato fino a quel momento. Dall’aspetto sembrava come tutte le altre: una sciarpa rossa intorno al collo, un cappottino celeste, una gonna a balze blu e delle calze nere sotto lunghi stivali bassi beige. Quel che aveva di insolito non era l’aspetto erano i modi: lungo la strada avevano incontrato diverse vetrine illuminate, lei non si era fermata neanche a una, ignorando palesemente collane, orecchini, borse e tutto ciò che sapesse di femminile con il solo chiodo fisso di arrivare il prima possibile alla mostra.
Quando erano giunti lì la ragazza aveva dimostrato di avere occhi solo per le lame preziose e brillanti dalle else finemente lavorate; entrambi ascoltavano estasiati le spiegazioni del proprietario, un tale vestito da vecchio samurai che rispondeva al nome di Ryuma. 
tra tutte quelle preziose creazioni Zoro fu certo di aver riconosciuto la
 Wado Ichimonji, la spada di Kuina. Che il suo vecchio maestro l'avesse prestata per l'evento?
La mostra era molto affollata, le tre sale in cui erano esposte le armi erano gremite di persone e più di una volta Zoro si era visto costretto a cercarla, per poi ritrovarla in un’altra sala, su di un palco, con una katana stretta tra le mani e un uomo di fronte a lei esterrefatto, con un’altra katana a terra ai propri piedi.
Ryuma, con il volto pieno di rughe per l’età, si avvicinò alla ragazza 
“Proprio una bella tecnica” disse facendola arrossire “C’è qualcuno che vuole provare a misurarsi con la signorina? Anche se non credo che qualcuno riuscirà a batterla in meno di un minuto come ha fatto lei”
La sfida era troppo allentante perché Zoro la potesse ignorarla. 
“Vengo io” declamò a gran voce,salendo sul palco e sorridendo beffardo verso Tashigi che strinse l’elsa della spada ancora più forte.
“Che spada vuoi?” chiese Ryuma. 
“La Wadō Ichimonji” rispose il ragazzo prontamente e,appena strinse l’elsa bianca tra le mani, si sentì come se Kuina gli fosse ancora vicino.

La cosa più snervante dell’essere vestiti da mostri in una casa della paura e di essere sottopagati è il non riuscire a mettere paura.
Zombie, fantasmi, scheletri, streghe e zucche indemoniate, niente di tutto ciò riusciva a strappare il minimo grido alla ragazza con i capelli neri e gli occhi blu che era entrata nella giostra denominata Thriller Bark. Più soddisfazione dava invece il suo enorme compagno che fingeva invano di non restate impressionato da quei finti spiriti maligni.
“Ma come diavolo fai a essere così impassibile?” chiese Franky che aveva cominciato a stufarsi di quel posto. Robin sollevò le spalle. 
“Sono carini in fondo”
Robin aveva proprio dei gusti discutibili.
“Ah, Franky” disse attirando la sua attenzione mentre un cerbero meccanico guidato da uno scheletro vestito da divinità greca cercava di coglierlo di sorpresa beccandosi, però, un pugno in pieno volto.
“Dimmi, Robin” rispose il ragazzo; Robin gli regalò un sorriso “Gli altri non lo sanno ancora. Mi sono fidanzata”
E il mondo crollò addosso a Franky come una doccia gelata.

Tashigi correva avanti, ignorando i continui richiami di Zoro. All’improvviso cadde a terra, maldestra, e il ragazzo ne approfittò per fermarla. 
“Si può sapere che ti è preso?” chiese.
“Niente!” rispose lei, acida. 
Zoro la costrinse a sedersi su una panchina della piccola piazzetta dove erano giunti senza accorgersene, illuminata da un enorme albero di Natale.
“Perché non hai usato tre spade?”
Ecco il motivo della rabbia della ragazza. Zoro sbuffò. Lo sapeva benissimo che al corso di scherma era stato soprannominato il Demone a tre spade per la tecnica che aveva sviluppato, ma non pensava che Tashigi se la fosse presa per la veloce sconfitta di poco prima.
“Non hai fatto sul serio!” continuò ad attaccarlo “Solo perché io sono una donna!”
Zoro strinse i pugni 
“Ma che donna e donna! Non mi andava di umiliarti e basta! E poi si può sapere perché ce l’hai tanto con me?” aveva un cruccio da molto tempo “Da quando ci conosciamo mi guardi sempre male e oggi sei stata praticamente senza di me! Vuoi dirmi che ti ho fatto?”
“La prima volta che ci siamo incontrati” rispose lei, cercando di mantenere la calma “mi hai dato della donnicciola imbranata”
“Stavi cadendo dalle scale” puntualizzò lui.
Tashigi lo ignorò. 
“Tu non ti rendi conto di quanto tu sia fortunato ad essere nato uomo!” esclamò con veemenza “Un uomo è libero di fare quel che vuole! Un uomo con molte donne è considerato un mito, una donna con molti uomini una poco di buono. Un uomo forte è normale, una donna forte è da tenere alla larga. Un uomo intelligente è acclamato, una donna deve nascondere la propria intelligenza per essere accettata. E tu sei come tutti gli uomini! Credi che io sia debole solo perché sono una donna e non fai sul serio, anzi, mi prendi pure in giro!”
Zoro rimase a fissarla,immobile. 
“Tu hai qualche problema” disse dopo un tempo infinito. 
Tashigi rimase colpita. 
“Che cosa?!?”
“Ti ho battuto ti ricordo” continuò lui “Se non ti avessi preso sul serio come spadaccina ti avrei fatto vincere per farti contenta”
Lei gonfiò le guance. 
“Questo non c’entra nulla!” esclamò e poi fece una smorfia di dolore mentre sfregava il palmo della mano destra. 
Zoro se ne accorse. 
“Fa vedere” disse mentre le prendeva la mano e vide i graffi e la pelle arrossata sicuramente per la caduta di prima.
“Non è niente!” cercò di divincolarsi dalla presa lei; Zoro sbuffò e, mentre con una mano la afferrava per la vita per avvicinarla a lui, con l’altra le portò la mano ferita al volto, passandoci sopra la lingua. 
Quand’era piccolo Kuina gli aveva insegnato che la saliva facilitava la cicatrizzazione della ferita.
Tashigi si sentì completamente impotente sotto le mani forti di lui e lo fissò avvampando mentre la sua saliva bagnava i graffi scarlatti; il cuore le batteva forte. 
Ma che le stava succedendo?!
Dopo poco Zoro la guardò. 
“Va meglio così?”
Sembrava quasi che si fosse risvegliata da un sogno, strappò la mano dalla presa di lui e si alzò in piedi paonazza, mormorando “Io… io…” e scappò via.
Zoro rimase sulla panchina a fissarla andare via. 
“Ma che le è preso?!”

Nami si tratteneva dall’uccidere Rufy.
Prima le montagne russe, poi la ballerina e ora gli ottovolanti. Sembrava che il ragazzo ce l’avesse con il suo piccolo cuoricino mentre tirava la leva per far salire e scendere a velocità impressionante la vettura!
“Rufy!Insomma!” gridò esasperata dopo l’ennesimo conato di vomito che provò a mandare giù “Vuoi darti una calmata?!? Ho paura, cavolo!”
Rufy la fissò con i suoi grandi occhi scuri e le passò una mano intorno alla vita, stringendola “Finchè sei con me non devi mai avere paura!” disse con un sorriso.
Nami si sentì avvampare fin sulla punta delle orecchie. In quel momento le luci, i suoni e i colori delle giostre sembrono scomparire nel nulla, c’era solo lui con il suo sorriso dolce. Sembrava l’atmosfera adatta per un bacio.
Si inumidì le labbra mentre si avvicinava a lui. 
Ma da quando Rufy la attirava così tanto?!
Si avvicinò al suo volto quando lui la fissò e le disse“Quando scendiamo voglio tre panini con carne, cipolla e taante patatine!”. 
Quando il giro finì, Nami scese subito dalla vettura mentre Rufy vi rimase per qualche secondo cercando di riprendersi dai poderosi pugni che la ragazza gli aveva inferto.



Angolo dell'autrice:
come ha commentato la mia beta Piper_Parker, Zoro e Rufy sono proprio un caso perso con le ragazze XD
In questo capitolo abbiamo visto la presenza di Sabo e Koala e il nostro Sanji ha incrociato dei begli occhioni magnetici XD e il povero Franky ha subito una brutta mazzata, poverino.
vabbè, dopo questo angolo un pò strano per essere tale vi saluto, non senza prima ringraziare tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli e che hanno inserito questa storia nei preferiti, seguite e ricordate.
un bacione a tutti e  fatemi sapere che pensate di questo capitolo
alla prossima

Fra_eater
  
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