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Autore: Eles818    04/01/2015    5 recensioni
Una figura si avvicinava a lui. Era un uomo alto e molto bello, della sua età. Appena lo riconobbe, cercò la sua bacchetta.
“Tranquillo, non voglio farti del male. E poi, ormai sono morto.” Tom Riddle parlò, non con una voce sibilante, guardandolo attentamente con occhi gentili. Harry si chiese se non stesse impazzendo.
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“È una specie di patto con il Diavolo?”
“No. – Tom rise, di una risata calorosa e non malvagia. – è una specie di patto con un Angelo"
-
“Sarebbe possibile riportare in vita tutte le persone buone che sono morte a causa di questa guerra?”
“Sì, è possibile.”
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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SESTO CAPITOLO

 

 

“Manchi un po’ di tempo e gli gnomi si appropriano di casa tua. È inconcepibile, davvero.”

Era tutto il giorno che sentiva quella voce borbottare. Più precisamente dopo quasi mezzo secondo che si erano smateriallizzati tutti insieme fuori dalla Tana.

Tutti si aspettavano di trovarla deperita e incolta, ma Molly aveva trovato il modo di amplificare di dieci volte ogni piccolo o grande danno che la casa aveva riportato negli ultimi mesi, soprattutto a causa degli gnomi.

Ron la osservava in silenzio, senza ascoltare davvero ciò che diceva. Pensava a Hogwarts, finalmente quella di un tempo, e si ripeteva più e più volte senza crederci realmente che era tornato a casa.

Varcò la soglia lentamente, quasi assaporando ogni dettaglio. L’orologio che raffigurava i loro visi, tutti puntati sulla scritta “CASA”. Le pentole lasciate sui fornelli, la paglia sparsa qua e là, il tavolo di legno impolverato, gli scalini traballanti, la sua camera piena di colori e i rumori della stanza di sopra, e …

Un momento.

Il demone. Il demone c’era ancora. No. No. No.

Alzò la testa e, tremante, prese la scala che conduceva in soffitta.

Avrebbe immaginato il fetore, la sporcizia, tutto, ma non quello.

Il demone era rimasto lui, identico a come l’aveva lasciato, ma con i capelli rossi in testa e tanti bubboni che incorniciavano la sua, per così dire, faccia.

S’imbambolò due secondi, ricordando il momento in cui l’aveva mostrato a Harry, per illustrargli il suo alibi perfetto, ed Hermione che piangeva raccontando ciò che aveva fatto ai suoi genitori.

Sarebbe sceso da quelle scale, sì. E avrebbe chiuso ogni contatto con quello che era successo in passato. Non voleva più ricordare, non ce la faceva, non avrebbe retto.

Ma doveva. Doveva farlo per se stesso, per allontanare tutti gli incubi che lo assalivano, per vivere meglio.

Prese la bacchetta, e saldamente la puntò sul demone.

“Non ti voglio più qui.”

E quello scomparì.

 

 

Osservava da circa un’ora il suo scacciapensieri che oscillava lentamente, trasportato dal venticello fresco tipico dell’alba.

Era il 20 agosto, e l’afa era insopportabile. Ricordava che, da bambina, i suoi genitori la portavano al lago così da rendere meno pesante il calore dell’estate.

In quel momento, li sentiva di sotto. Suo padre in silenzio, che leggeva il giornale, e la madre che cucinava i pancake della domenica. Sorrise tra se, pensando che tra meno di qualche minuto sarebbe salita canticchiando, le avrebbe dato un bacio sulla fronte e avrebbe detto: “Buongiorno raggio di sole. Vuoi poltrire tutto il giorno o vuoi finalmente scendere giù e fare colazione insieme a noi?”
E lei avrebbe detto: “Sì, mamma!”

Si sarebbe stiracchiata come un gatto con tutto il pelo rizzato e avrebbe messo un po’ di musica mattutina per svegliarsi un po’.

Solo dopo aver guardato fuori dalla finestra sarebbe scesa e si sarebbe seduta a tavola, e suo padre avrebbe detto: “Era ora! La prossima volta andiamo al lago solo io e tua madre.”

Diceva questo, ma non l’aveva mai fatto per davvero.

Adesso che tutto era diverso, si sarebbe alzata da sola e avrebbe dato lei il via alla giornata.

Hermione si alzò, pettinò i suoi capelli crespi, guardò fuori dalla finestra, e scese le scale.

“Buongiorno” Disse.

Sua madre la guardò attentamente, prima di dire: “Sei cresciuta adesso, quindi? Ti alzi da sola?”

Hermione annuì sorridendo.

“Ne sei proprio convinta?”
Hermione increspò la fronte, senza capire dove volesse andare a parare.

“Una parte di te è ancora piccola, altrimenti ti saresti alzata presto e avresti preparato la colazione. La cosa non mi dispiace. Vuol dire che dentro di te c’è ancora la bambina che non conosce il male del mondo.”

Le fece un occhiolino e cominciò a canticchiare.

Hermione, non conoscendone il motivo, fu grata a sua madre, perché aveva capito che c’era ancora la vecchia se stessa, tutta da scoprire.

 

 

Cara Hermione,

Ho ritrovato quel maledetto demone in camera mia. L’ho fatto scomparire, non potevo guardarlo.

Non rimproverarmi! Non volevo più sentirlo stridere e borbottare durante la notte. Un peso in meno per me, e uno in più per il mondo! Nulla di nuovo quindi.

Ti sei divertita al lago con i tuoi? Sono felice che finalmente tu l’abbia potuto fare. Ricordo che non ci speravi. Ricordo che me lo ripetevi spesso, durante la notte, in tenda.

Nemmeno io ci speravo, ma ti rassicuravo. Almeno la strega più brillante del nostro secolo doveva farcela!
Scusa se ti parlo di queste cose, a volte il passato mi assale.

E non posso fare a meno di pensare a noi due, alle cose che ci siamo detti, a come ci guardavamo che finalmente è tutto a posto.

Tra poco arriveremo al settimo anno! Stabiliamo una data per andare tutti insieme a Diagon Alley.

Con affetto,

Ron

 

Caro Ron,

Mi sto godendo ogni minuto assieme ai miei genitori. Non posso pensare di doverli di nuovo lasciare!

Forse salterò quest’anno... Hahah, scherzo ovviamente! Non ci avrai creduto davvero?! Mi conosci, miseriaccia!
(Se ti sembro felice, è perché lo sono!)

Puoi parlarmi di quello che vuoi. Penso anche io a tutto ciò che abbiamo passato, alle avventure, agli orrori che abbiamo visto. A volte mi sveglio durante la notte, giusto per assicurarmi di essere a casa.

Spero che tutto questo passi prima o poi.

Eppure non cancellerai mai tutto quello che ho vissuto, e tu?

Mi manchi, e anche Harry. Non vedo l’ora di vedervi e riabbracciarvi. Negli ultimi anni non ci siamo mai lasciati per così tanto tempo.

Ti va di vederci il 26 agosto? Potremmo unire le nostre famiglie e stare tutti insieme, se vi fa piacere.

Un abbraccio,

Hermione

 

 

Cara Hermione,

Vi ospito alla Tana! Qui c’è tutta la mia famiglia (e con tutta, intendo davvero tutta!!), e tra poco ci raggiungeranno la famiglia di Harry, Hagrid, Remus, Tonks e il bimbo!

Mancate solo voi. Datevi una mossa!
Vi aspettiamo.

Un abbraccio da orso come quelli di Hagrid,

Ron

 

Osservò un attimo il foglio.

Troppo affetto da parte sua, lo sentiva, però non poteva farne a meno. Non vedeva l’ora di vederla.

E di vedere Harry. Erano le due persone che più lo capivano, e sapeva che per nessun motivo al mondo li avrebbe mai persi.

Gli mancava ridere di gusto insieme al suo migliore amico e prendere in giro la sua migliore amica.

A volte ripensava a quei momenti in cui sentiva di amarla. Ancora non riusciva a definire ciò che provava. Eppure Hermione c’era riuscita benissimo. Aveva detto che la loro era una semplice amicizia, e che l’avevamo forzata affinché diventasse qualcosa di più. Non sapeva se crederci o meno, ma l’avrebbe scoperto pian piano, quando le acque si sarebbero calmate.

 

 

Lesse più e più volte la lettera di Ron. Al mattino, durante il giorno, e anche prima di andare a letto.

Era fin troppo affettuoso, ma la paura di perdere le persone che ami fa cambiare anche il più cinico degli uomini.

Però il loro affetto in precedenza era diventato un bacio appassionato e bellissimo. Cosa sarebbe successo da quel momento in poi? Hermione non poteva dire di non volergli bene, e credeva di non provare nessun sentimento di amore che andasse oltre la vera e profonda amicizia.

Ron era una persona meravigliosa, ma non la sua, forse.

Non l’aveva ancora capito, nonostante ci avesse pensato e le fosse andato in fumo il cervello a furia di rimuginare.

L’avrebbe scoperto prima o poi, quando le acque si sarebbero calmate. Era inevitabile.

Intanto contava i giorni.

Non vedeva l’ora di rivedere i suoi amici, di passare le serate circondati dalla magia, di ridere, di ballare e scherzare. Per la mente le passò per pochi attimi l’immagine di Fred, e la stanza girò improvvisamente.

Si guardò stranita attorno e si sdraiò sul letto. Si sedette e si addormentò subito, dimenticando ciò che l’aveva sconvolta.

 

 

“Mamma dì a papà di muoversi per favore. Dobbiamo andare da Ron!”

“Tesoro, sai com’è fatto. Quando c’è Sirius deve per forza fare il bambino.”

Harry sbuffò, sorridendo tra se e se. Remus, che era arrivato da poco, sorrise insieme a lui.

“Ci penso io, d’accordo?”
I due annuirono.

Come una furia entrò in casa, brandendo la bacchetta. Da fuori, le voci si distinguevano distintamente.

“BRUTTE BESTIACCE CHE NON SIETE ALTRO, VOLETE DARVI UNA MOSSA?!”
“Dai Lunastorta, giochiamo un po’.”

“Tuo figlio vi aspetta. Dobbiamo andare dai Weasley.”

Nessuna risposta.

“Levicorpus!”

In un attimo, Remus raggiunse i due che attendevano impazienti, attorniato dagli altri due che, sospesi in aria, non facevano che ridere.

Si presero tutti per mano e, in un battito di ciglia, il giardino rimase vuoto.

 

 

 

 

NdA:

Innanzitutto, BUON ANNO A TUTTI!

Spero che stiate tutti bene, colori che mi seguono e coloro che stanno cominciando a leggere la mia storia solo adesso. Per chi mi segue, spero vi ricordiate ancora di me!
So che questo capitolo non è abbastanza per farmi perdonare, ma almeno è un inizio, che dite? :p

Come avete notato, ho voluto analizzare meglio i personaggi di Hermione e Ron, e i loro sentimenti. Li avevo tralasciati nell’ultimo capitolo, poiché volevo dare loro maggiore spazio.

Non è ancora chiusa la loro storia, è un punto interrogativo. (Per loro e per voi! Per me……non si sa! :D )

Di sicuro, Fred occuperà un posto speciale nel cuore di Hermione. In che modo, quando, come, dove e perché, è tutto da scoprire!

Ci risentiremo presto. Di sicuro farò il possibile affinchè sia davvero presto!
Vi mando un abbraccio enorme! (proprio come quelli di Hagrid!)

La vostra Eles

  
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