SESTO
CAPITOLO
“Manchi un po’ di
tempo e gli gnomi si appropriano di casa
tua. È inconcepibile, davvero.”
Era tutto il giorno che sentiva
quella voce borbottare. Più precisamente
dopo quasi mezzo secondo che si erano smateriallizzati tutti insieme
fuori
dalla Tana.
Tutti si aspettavano di trovarla
deperita e incolta, ma
Molly aveva trovato il modo di amplificare di dieci volte ogni piccolo
o grande
danno che la casa aveva riportato negli ultimi mesi, soprattutto a
causa degli
gnomi.
Ron la osservava in silenzio, senza
ascoltare davvero ciò
che diceva. Pensava a Hogwarts, finalmente quella di un tempo, e si
ripeteva
più e più volte senza crederci realmente che era
tornato a casa.
Varcò la soglia
lentamente, quasi assaporando ogni
dettaglio. L’orologio che raffigurava i loro visi, tutti
puntati sulla scritta “CASA”.
Le pentole lasciate sui fornelli, la paglia sparsa qua e là,
il tavolo di legno
impolverato, gli scalini traballanti, la sua camera piena di colori e i
rumori
della stanza di sopra, e …
Un momento.
Il demone. Il demone c’era
ancora. No. No. No.
Alzò la testa e, tremante,
prese la scala che conduceva in
soffitta.
Avrebbe immaginato il fetore, la
sporcizia, tutto, ma non
quello.
Il demone era rimasto lui, identico a
come l’aveva lasciato,
ma con i capelli rossi in testa e tanti bubboni che incorniciavano la
sua, per
così dire, faccia.
S’imbambolò due
secondi, ricordando il momento in cui l’aveva
mostrato a Harry, per illustrargli il suo alibi perfetto, ed Hermione
che
piangeva raccontando ciò che aveva fatto ai suoi genitori.
Sarebbe sceso da quelle scale,
sì. E avrebbe chiuso ogni
contatto con quello che era successo in passato. Non voleva
più ricordare, non
ce la faceva, non avrebbe retto.
Ma doveva. Doveva farlo per se
stesso, per allontanare tutti
gli incubi che lo assalivano, per vivere meglio.
Prese la bacchetta, e saldamente la
puntò sul demone.
“Non ti voglio
più qui.”
E quello scomparì.
∞
Osservava da circa un’ora
il suo scacciapensieri che
oscillava lentamente, trasportato dal venticello fresco tipico
dell’alba.
Era il 20 agosto, e l’afa
era insopportabile. Ricordava che,
da bambina, i suoi genitori la portavano al lago così da
rendere meno pesante
il calore dell’estate.
In quel momento, li sentiva di sotto.
Suo padre in silenzio,
che leggeva il giornale, e la madre che cucinava i pancake della
domenica. Sorrise
tra se, pensando che tra meno di qualche minuto sarebbe salita
canticchiando,
le avrebbe dato un bacio sulla fronte e avrebbe detto:
“Buongiorno raggio di
sole. Vuoi poltrire tutto il giorno o vuoi finalmente scendere
giù e fare
colazione insieme a noi?”
E lei avrebbe detto: “Sì, mamma!”
Si sarebbe stiracchiata come un gatto
con tutto il pelo
rizzato e avrebbe messo un po’ di musica mattutina per
svegliarsi un po’.
Solo dopo aver guardato fuori dalla
finestra sarebbe scesa e
si sarebbe seduta a tavola, e suo padre avrebbe detto: “Era
ora! La prossima
volta andiamo al lago solo io e tua madre.”
Diceva questo, ma non
l’aveva mai fatto per davvero.
Adesso che tutto era diverso, si
sarebbe alzata da sola e
avrebbe dato lei il via alla giornata.
Hermione si alzò,
pettinò i suoi capelli crespi, guardò fuori
dalla finestra, e scese le scale.
“Buongiorno”
Disse.
Sua madre la guardò
attentamente, prima di dire: “Sei
cresciuta adesso, quindi? Ti alzi da sola?”
Hermione annuì sorridendo.
“Ne sei proprio
convinta?”
Hermione increspò la fronte, senza capire dove volesse
andare a parare.
“Una parte di te
è ancora piccola, altrimenti ti saresti
alzata presto e avresti preparato la colazione. La cosa non mi
dispiace. Vuol dire
che dentro di te c’è ancora la bambina che non
conosce il male del mondo.”
Le fece un occhiolino e
cominciò a canticchiare.
Hermione, non conoscendone il motivo,
fu grata a sua madre, perché
aveva capito che c’era ancora la vecchia se stessa, tutta da
scoprire.
∞
Cara
Hermione,
Ho ritrovato
quel
maledetto demone in camera mia. L’ho fatto scomparire, non
potevo guardarlo.
Non
rimproverarmi! Non
volevo più sentirlo stridere e borbottare durante la notte.
Un peso in meno per
me, e uno in più per il mondo! Nulla di nuovo quindi.
Ti sei
divertita al
lago con i tuoi? Sono felice che finalmente tu l’abbia potuto
fare. Ricordo che
non ci speravi. Ricordo che me lo ripetevi spesso, durante la notte, in
tenda.
Nemmeno io
ci speravo,
ma ti rassicuravo. Almeno la strega più brillante del nostro
secolo doveva
farcela!
Scusa se ti parlo di queste cose, a volte il passato mi assale.
E non posso
fare a
meno di pensare a noi due, alle cose che ci siamo detti, a
come ci
guardavamo che finalmente è tutto a posto.
Tra poco
arriveremo al
settimo anno! Stabiliamo una data per andare tutti insieme a Diagon
Alley.
Con affetto,
Ron
∞
Caro Ron,
Mi sto
godendo ogni
minuto assieme ai miei genitori. Non posso pensare di doverli di nuovo
lasciare!
Forse
salterò quest’anno...
Hahah, scherzo ovviamente! Non ci avrai creduto davvero?! Mi conosci,
miseriaccia!
(Se ti sembro felice, è perché lo sono!)
Puoi
parlarmi di
quello che vuoi. Penso anche io a tutto ciò che abbiamo
passato, alle
avventure, agli orrori che abbiamo visto. A volte mi sveglio durante la
notte,
giusto per assicurarmi di essere a casa.
Spero che
tutto questo
passi prima o poi.
Eppure non
cancellerai
mai tutto quello che ho vissuto, e tu?
Mi manchi, e
anche
Harry. Non vedo l’ora di vedervi e riabbracciarvi. Negli
ultimi anni non ci
siamo mai lasciati per così tanto tempo.
Ti va di
vederci il 26
agosto? Potremmo unire le nostre famiglie e stare tutti insieme, se vi
fa
piacere.
Un abbraccio,
Hermione
∞
Cara
Hermione,
Vi ospito
alla Tana!
Qui c’è tutta la mia famiglia (e con tutta,
intendo davvero tutta!!), e tra
poco ci raggiungeranno la famiglia di Harry, Hagrid, Remus, Tonks e il
bimbo!
Mancate solo
voi. Datevi
una mossa!
Vi aspettiamo.
Un abbraccio
da orso
come quelli di Hagrid,
Ron
Osservò un attimo il
foglio.
Troppo affetto da parte sua, lo
sentiva, però non poteva
farne a meno. Non vedeva l’ora di vederla.
E di vedere Harry. Erano le due
persone che più lo capivano,
e sapeva che per nessun motivo al mondo li avrebbe mai persi.
Gli mancava ridere di gusto insieme
al suo migliore amico e
prendere in giro la sua migliore amica.
A volte ripensava a quei momenti in
cui sentiva di amarla. Ancora
non riusciva a definire ciò che provava. Eppure Hermione
c’era riuscita
benissimo. Aveva detto che la loro era una semplice amicizia, e che
l’avevamo
forzata affinché diventasse qualcosa di più. Non
sapeva se crederci o meno, ma
l’avrebbe scoperto pian piano, quando le acque si sarebbero
calmate.
∞
Lesse più e più
volte la lettera di Ron. Al mattino, durante
il giorno, e anche prima di andare a letto.
Era fin troppo affettuoso, ma la
paura di perdere le persone
che ami fa cambiare anche il più cinico degli uomini.
Però il loro affetto in
precedenza era diventato un bacio
appassionato e bellissimo. Cosa sarebbe successo da quel momento in
poi?
Hermione non poteva dire di non volergli bene, e credeva di non provare
nessun
sentimento di amore che andasse oltre la vera e profonda amicizia.
Ron era una persona meravigliosa, ma
non la sua, forse.
Non l’aveva ancora capito,
nonostante ci avesse pensato e le
fosse andato in fumo il cervello a furia di rimuginare.
L’avrebbe scoperto prima o
poi, quando le acque si sarebbero
calmate. Era inevitabile.
Intanto contava i giorni.
Non vedeva l’ora di
rivedere i suoi amici, di passare le
serate circondati dalla magia, di ridere, di ballare e scherzare. Per
la mente
le passò per pochi attimi l’immagine di Fred, e la
stanza girò improvvisamente.
Si guardò stranita attorno
e si sdraiò sul letto. Si sedette
e si addormentò subito, dimenticando ciò che
l’aveva sconvolta.
∞
“Mamma dì a
papà di muoversi per favore. Dobbiamo andare da
Ron!”
“Tesoro, sai
com’è fatto. Quando c’è
Sirius deve per forza
fare il bambino.”
Harry sbuffò, sorridendo
tra se e se. Remus, che era
arrivato da poco, sorrise insieme a lui.
“Ci penso io,
d’accordo?”
I due annuirono.
Come una furia entrò in
casa, brandendo la bacchetta. Da
fuori, le voci si distinguevano distintamente.
“BRUTTE BESTIACCE CHE NON
SIETE ALTRO, VOLETE DARVI UNA
MOSSA?!”
“Dai Lunastorta, giochiamo un po’.”
“Tuo figlio vi aspetta.
Dobbiamo andare dai Weasley.”
Nessuna risposta.
“Levicorpus!”
In un attimo, Remus raggiunse i due
che attendevano
impazienti, attorniato dagli altri due che, sospesi in aria, non
facevano che
ridere.
Si presero tutti per mano e, in un
battito di ciglia, il
giardino rimase vuoto.
NdA:
Innanzitutto, BUON ANNO A TUTTI!
Spero che stiate tutti bene, colori
che mi seguono e coloro
che stanno cominciando a leggere la mia storia solo adesso. Per chi mi
segue,
spero vi ricordiate ancora di me!
So che questo capitolo non è abbastanza per farmi perdonare,
ma almeno è un
inizio, che dite? :p
Come avete notato, ho voluto
analizzare meglio i personaggi
di Hermione e Ron, e i loro sentimenti. Li avevo tralasciati
nell’ultimo
capitolo, poiché volevo dare loro maggiore spazio.
Non è ancora chiusa la
loro storia, è un punto
interrogativo. (Per loro e per voi! Per me……non
si sa! :D )
Di sicuro, Fred occuperà
un posto speciale nel cuore di
Hermione. In che modo, quando, come, dove e perché,
è tutto da scoprire!
Ci risentiremo presto. Di sicuro
farò il possibile affinchè
sia davvero presto!
Vi mando un abbraccio enorme! (proprio come quelli di Hagrid!)
La vostra Eles