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Autore: coldcoffee89    05/01/2015    2 recensioni
Penelope. Per gli amici Penny. Frivola, curiosa, rumorosa e con una sana predisposizione a combinare guai. Nutre una passione sconfinata per il caffé, i colori a tempera e le feste e ha un'immensa sfiducia nell'amore.
Daphne. Anticonvenzionale e solitaria. E' un po' allergica ai rapporti umani troppo stretti e ai gatti. E' un cubetto di ghiaccio che si scioglie quando danza. Va matta per i rompicapo e per gli horror. Colleziona guide turistiche perché le piace viaggiare, anche solo con l'immaginazione.
Entrambe si imbattono nella più grande boyband del momento: i One Direction. La vita delle cinque popstar, però, non è perfetta come sembra e ben presto le ragazze scopriranno che dietro la loro solida e scintillante facciata si nasconde qualcosa.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 – Secrets, part two

 


 

Love is an untamed force.
When we try to control it, it destroys us.
When we try to imprison it, it enslaves us.
When we try to understand it, it leaves us feeling lost and confused.

Paulo Coelho

 






 

- Insomma è dura eh, la vostra vita -
- Bé sì siamo sempre in giro.. però ci piace -.
Niall le sorrise e blaterò qualcosa su quanto fosse importante per loro ringraziare i fan di tutto quello che avevano fatto per farli arrivare in cima. Con il biondino irlandese ci stava parlando da quasi dieci minuti (prima si era fermata ad adulare Ed Sheeran che era praticamente uno dei suoi cantanti preferiti) ma non era ancora riuscita ad estorcergli nulla di importante. - E con le ragazze? - chiese, cercando di addentrarsi nella sua vita privata - Come fate con le ragazze? Insomma se vi piace qualcuna.. ci uscite e basta? O dovete rispettare “un codice di comportamento”? -
Niall sembrò prendere piuttosto bene quella domanda, le sorrise ancora e le fece anche un'inspiegabile occhiolino che Daphne ricambiò con un mezzo sorriso incerto.
- Se mi piace qualcuna glielo dico - mormorò mettendole un braccio attorno alle spalle - Tutti dovrebbero fare così, non trovi? Se ti piacesse qualcuno.. bé dovresti dirglielo -
Un altro sorriso, un ultimo occhiolino e Niall Horan si allontanò da lei lasciandola a mani vuote. Ma non ebbe neanche il tempo di fare mente locale per riordinare le poche cose che aveva appreso dal biondino, e neanche quello per capire cosa volevano significare le sue ultime affermazioni che due mani si posarono sulle sue spalle. Sobbalzò.
- Ciao - disse Harry prendendola immediatamente sotto braccio e trascinandola via verso l'uscita della sala.
- Dove mi stai portando? -
- In esplorazione -.
Daphne, confusa, corrucciò la fronte e si fermò vicino agli ascensori arrestando anche la marcia di Harry che teneva un braccio stretto attorno al suo blazer. Stava nascondendo sicuramente qualcosa vista l'enorme protuberanza della sua giacca. La ragazza non ci pensò due volte prima di allungare il braccio e scoprire che sotto quel tessuto pregiato si nascondeva una bottiglia di super alcolico. Era tequila per la precisione.
- Mi sono rotto di questa festa e visto che sembravi vagare come un'anima in pena ho pensato che un goccetto avrebbe fatto bene a tutti e due -.
Un goccetto. Da soli. Avrebbe potuto seriamente estorcere dei gossip succosi in quella situazione, Harry si fidava di lei e in caso contrario la tequila lo avrebbe aiutato a sciogliere la lingua.
- Ci sto -.
Ripresero a camminare e a scendere e risalire rampe e rampe di scale evitando accuratamente gli ascensori che avrebbero potuto rivelare la loro posizione. Alla fine Harry trovò una sorta di ripostiglio con delle fotocopiatrici e degli scaffali pieni zeppi di carta e accessori d'ufficio. C'era solo una sedia e messo in chiaro che lei non si sarebbe seduta in braccio ad Harry e che non lo avrebbe neanche lasciato da solo sul pavimento (nonostante la sua insistenza), si sedettero entrambi sulla moquette. Daphne però sistemò prima dei fogli di carta su cui poggiare il suo posteriore.
- Che c'è ti fa schifo sederti a terra, principessina? - le chiese Harry in tono scherzoso.
- Lo faresti anche tu se avessi un vestito così corto, Styles -
Harry fece cadere il suo sguardo sulle gambe nude di Daphne e poi si tolse la giacca e la posò su di esse coprendole fino al ginocchio - Ecco -
- Nessun ragazzo mi ha mai vestita, il contrario semmai - mormorò la ragazza con un mezzo sorriso.
- Ma io sono un gentleman -.
Harry fece un mezzo inchino con il busto e poi aprì la bottiglia di tequila annusandone il contenuto e arricciando subito il naso.
- Non sono proprio un amante di tequila ma l'ho ottenuta per te al bar, so che ti piace -
- Oh grazie. Essere Harry Styles ha i suoi vantaggi -
- Dipende -.
Harry le porse la bottiglia lasciandole inaugurare la prima bevuta e Daphne bevve il suo sorso frettolosamente perché non voleva lasciar cadere il discorso ora che era riuscita ad introdurre qualcosa di interessante in modo così naturale.
Così gli ripassò la bottiglia sporgendosi verso di lui - Dipende da cosa? -
Harry bevve, poi la guardò e bevve ancora. - Da tante cose Daphne, non è così facile vivere sulla scia del nostro successo -
- Tasto dolente, eh? -
Il ragazzo sospirò e le ripassò la bottiglia senza aprire bocca. Forse non era facile come credeva, forse Harry Styles non era il libro aperto che sembrava essere agli occhi di tutti, forse anche lui aveva i suoi segreti.
- Okay facciamo un gioco - propose Daphne, posizionando la bottiglia proprio al centro fra loro due. - Un sorso, un segreto -
- Quindi con un sorso mi compro un tuo segreto? -
- Esattamente -
Harry prese la bottiglia, poggiò le labbra color fragola e buttò giù un lungo sorso.
- Cosa vuoi sapere? -
Il ragazzo la osservò per qualche istante in quel suo modo particolare, quello che ti lusinga ma che ti mette a disagio allo stesso tempo e tu vorresti solo lasciar sfuggire il tuo sguardo ma i suoi occhi ti tengono bloccata in una trappola di cemento armato. Non puoi far altro che rimanere immobile e sentirti sempre più vulnerabile.
- Voglio sapere qualcosa di te, qualsiasi cosa -
Daphne ci mise un po' a rispondere, aveva tante cose da dire ma la verità era che a lei non piaceva parlare di sé. Con nessuno. Neanche con sé stessa. Quante volte aveva provato a tenere un diario finendo per lasciarlo candido e immacolato come lo aveva comprato?
- L'anno scorso ho passato il Natale con un'amica in un centro accoglienza per senza tetto. Ma non perché volevo fare volontariato, semplicemente perché non avevo nessuno con cui festeggiarlo -
Harry aprì la bocca per dire qualcosa ma Daphne prese subito la bottiglia per bere il suo sorso e avere il suo segreto. - Adesso tu. Cosa c'è che non va nella tua vita da pop star che non siano le fan scatenate ad ogni angolo e i paparazzi pronti a spiattellare la tua vita privata al mondo intero? -
- C'è che non sono libero di fare quello che voglio. Non sono libero di.. - Harry si bloccò e si fissò le mani con fare nervoso.
Daphne gli afferrò le mani e i loro occhi si incontrarono all'istante. Ora sembrava lui quello vulnerabile - Di? -
- A volte mi vengono imposte delle cose per non far calare l'attenzione sui One Direction anche quando non siamo in tour e in giro per il mondo -
- Ah -.
Rimasero in silenzio per qualche istante, l'uno preso dal segreto dell'altro. Poi Harry si fece avanti e bevve ancora, arricciando di nuovo il naso. - Perché non avevi qualcuno con cui festeggiare il Natale? Non potevi andare dalla tua famiglia? -
Era quella la domanda che Daphne temeva di più, la cui risposta l'avrebbe fatta passare da ragazza misteriosa e desiderabile ad una ragazza che suscita solo un senso di estrema pena negli altri.
- Non ho una famiglia. Ho vissuto in un orfanotrofio fino a diciotto anni -
Abbassò la testa e giocherellò con una manica della giacca di Harry aspettando che arrivasse il solito copione: “quanto mi dispiace”, “scusa non lo sapevo”, “posso fare qualcosa per te, tesoro?”.
- Ecco perché sei così cazzuta -
Daphne sbatté le palpebre e tornò a guardare il ragazzo che aveva davanti - Come? -
- Insomma, si vede che sei una in gamba, una che fa tutto da sé -
Harry non sembrava provare pena, non la stava guardando in modo diverso, non aveva iniziato a parlarle come se le fosse appena morto qualcuno. Harry Styles si stava rivolgendo a lei come aveva sempre fatto.
Provò uno strano impulso di gettargli le braccia al collo e abbracciarlo, cosa che non le capitava da.. mai. Ma si trattenne e si limitò ad accennare un sorriso - Bé sì, uscita dal collegio me ne sono andata in giro per l'Europa da sola ed è stato davvero bello. Ho conosciuto un sacco di persone favolose e a volte un po' strane -
- Cavolo, è sempre stato il mio sogno girare il mondo in quel modo - disse Harry entusiasta - Non che mi lamenti del modo in cui lo sto girando, ma sai a volte sarebbe bello andare in giro ed essere considerato solo Harry, un ragazzo qualunque con uno zaino in spalla -
- Potresti sempre metterti un paio di baffi e una parrucca -.
Il ragazzo scoppiò a ridere e poi piano piano scivolò accanto a lei, bloccandosi solo quando sentì le loro spalle toccarsi. - E tu ci verresti insieme a me? -
- Non potrei mai perdermi i tuoi baffi -
- E la mia parrucca biondo platino -
- Credo che il biondo non sia il tuo colore -.
Scoppiarono a ridere entrambi e Daphne si rese conto che non era stato affatto male rivelargli qualcosa di quel passato che cercava a tutti i costi di dimenticare. Si rese conto che parlare con lui era facile come sdraiarsi al sole nelle prime giornate di primavera.
- Non sei così cretino come pensavo - azzardò dandogli una leggera gomitata. Per i primi giorni lo aveva seriamente odiato, perché le era sembrato presuntuoso e assillante, e soprattutto un completo idiota. Invece non lo era, non lo era affatto.
- Facevo il cretino per attirare la tua attenzione -
- Posso dirti che questa tattica non funziona, Styles -
- La prossima volta giocherò la carta dell'intellettuale, allora - disse parlando con un perfetto accento british. Poi sorrise e con un gesto della mano si sistemò i capelli, incasinandoseli ulteriormente. E Daphne per un istante pensò che più erano incasinati più erano belli; poi però si ricordò che non era lì per ammirare la nota chioma di Harry Styles ma per fare un articolo su di lui, per ottenere una promozione e quindi uno stipendio maggiore. Così afferrò la bottiglia di tequila abbandonata sul pavimento e bevve sotto gli occhi attenti di Harry in attesa della prossima domanda. Respirò a fondo perché questa volta aveva sentito davvero l'effetto della tequila sul suo corpo, le braccia un po' molli e la testa un po' pesante. La sua domanda però lampeggiava ancora chiara nella sua mente: - Cosa ti impongono di fare? -
- Bé.. - iniziò il ragazzo incerto, era evidente che rispondere a quella domanda lo metteva a disagio. Alternava il suo sguardo tra le sue mani, mosse in gesti nervosi, e gli occhi di Daphne, come se fosse indeciso sul da farsi. Tant'è che la mente di Daphne nel frattempo aveva fatto molteplici congetture, era arrivata anche a pensare le cose più terribili e stava iniziando a pensare di dover cambiare argomento.
Lui, però, rispose. - Devo farmi vedere in giro con certa gente, andare a certe feste.. anche se non sono di mio gradimento -
- E' terribile - mormorò Daphne anche se quel silenzio infinito le aveva fatto credere che fosse qualcosa di peggio.
- Già - borbottò lui e quando si rese conto che Daphne era tornata ad essere silenziosa prese la tequila e comprò un segreto. - Sei mai stata innamorata? -
Daphne scosse la testa.
Ed Harry bevve ancora. - Ti vedi con qualcuno? -
La ragazza scosse ancora la testa, questa volta più lentamente perché aveva iniziato a girarle un tantino. Poi però si ricordò di Lucas che non vedeva da un po' ma con il quale di tanto in tanto usciva. Oppure ci andava direttamente a letto. - In realtà c'è un tizio con cui mi vedo ogni tanto -
Dalla bocca di Harry uscì solo un mormorio appena accennato e Daphne voltò la testa di lato, verso di lui, e si affrettò ad aggiungere - Ma non è niente di importante, ci vediamo qualche volta quando ci sentiamo un po' soli -
E subito Daphne, osservando gli occhi verdi di Harry che sembravano essersi improvvisamente illuminati, cercò di capire perché si fosse appena giustificata con lui. Ma non ne ebbe il tempo. Perché lui aveva già iniziato ad avvicinarsi e lei era rimasta immobile ad osservare ogni sfumatura degli occhi di quel ragazzo.
In pochi secondi, in pochi attimi, le labbra di Harry si scontrarono con le sue e Daphne non fece nulla per impedirglielo. Non aveva avuto la forza di muoversi quando lo aveva visto avvicinarsi e non aveva la forza di muoversi neanche in quel momento, quando sentì le mani di Harry chiudersi attorno al suo viso. In realtà, un istante dopo, si accorse che la forza di muoversi ce l'aveva eccome perché le sue labbra non si erano schiuse da sole al tentativo del ragazzo di approfondire quel bacio. Daphne era una ninfa in balia di un dio che la voleva ad ogni costo. Ma era impossibile negare che le labbra calde e umide di Harry, la dolcezza e l'irruenza con cui la stava baciando, con cui si stavano baciando, le piacessero. Perché il tepore che l'aveva invasa aveva un sapore dolce e rassicurante, aveva il potere di rilassare il corpo e far azzerare la mente.
Lei non voleva che finisse e nemmeno Harry lo voleva, lo si capiva dal mondo un cui si era aggrappato a lei, dal modo in cui dosava il respiro per non doversi staccare da quelle labbra.
Poi però, tutta d'un tratto, piombò la parte razionale di Daphne, quella a cui lei dava sempre ascolto, quella parte talmente forte da riuscire a sormontare la bellezza di quel bacio. Così la ragazza uscì dal sogno e posò le mani sul petto di Harry per spingerlo via. Non dovette metterci tanta forza, lui si scansò subito e la fissò con gli occhi confusi, il respiro affannato e le labbra rosse.
- Daphne.. - mormorò allungando una mano, ma lei si stava già alzando armeggiando con il suo vestito stropicciato e la sua borsetta. - Dove stai andando? -
Daphne non lo guardò e non rispose. Uscì di corsa da quella stanza rischiando di inciampare sui tacchi dodici perché voleva andare il più lontano possibile da lui e dalla sua voce che continuava a chiamare il suo nome.


Si era rifugiata in un pianerottolo a metà tra l’ultimo e il penultimo piano, aveva tolto le scarpe, e adesso fumava una sigaretta seduta sui gradini delle scale di servizio, lontana da occhi indiscreti e con una finestrella aperta per evitare che scattasse l’allarme antincendio. Non sarebbe stato carino fare evacuare l’intero palazzo solo per una sua necessità.. o forse non gliene importava neanche granché.
E non le importava neanche granché della quantità di vino bianco che Nick aveva continuato a darle.
Non era ubriaca, forse un poco brilla, ma era abbastanza lucida da accorgersi della presenza di qualcuno alle sue spalle. - Sei venuta a rifugiarti qui? -
E quando capì di chi si trattasse chiuse gli occhi talmente tanto forte da sperare di farlo sparire con la forza del pensiero - E tu mi stai seguendo per caso? -.
Louis si sedette accanto a lei ma Penny non aveva ancora riaperto gli occhi e lo capì solo per il suo intenso profumo e per le sue labbra che subito si erano posate leggere e candide sulla pelle nuda della sua spalla.
- Lou.. - Penny sospirò riaprendo gli occhi e non poté fare a meno di sorridere quando vide Louis con la fronte appoggiata alla sua spalla e gli occhi azzurri chiusi, come se stesse dormendo.
- Sono contento di vederti - sussurrò e il suo respiro le solleticò la pelle facendola rabbrividire.
Diede immediatamente colpa all’alcol e non perché le girasse la testa o le fosse venuta un’improvvisa nausea, ma perché anche lei era contenta di vederlo, nonostante la sfuriata di poco prima in sala, nonostante fosse più che convinta di voler chiudere quella specie di relazione con Louis. Era contenta di vederlo, semplice, eppure provò un improvviso terrore.
Così la ragazza si spostò frettolosamente e si alzò dai gradini, allontanandosi il più possibile e maledicendosi per aver bevuto troppo.
Si appoggiò alla parete, accanto alla finestra aperta, e prese un’ultima boccata dalla sua sigaretta. Lui la guardava confuso e con gli occhi stanchi e incredibilmente cristallini - Che ti prende? -
- Dobbiamo porre fine a questo .. - borbottò indicando entrambi - A quello che c’è tra di noi -
Louis sgranò gli occhi dalla sorpresa e si alzò - Cosa? -
- Sì, non può continuare così! -.
Perché con lui era nato tutto per divertimento, eppure non ci trovò nulla di spensierato o divertente in quella situazione, non con le sue sensazioni distorte dall’alcol né con l’esistenza della fidanzata di Louis, che adesso era diventata più che reale.
- È per Eleanor? Perché se è per questo non devi preoccuparti -
- Sì, è per Eleanor. Non voglio entrare in questa cosa tra di voi - spiegò buttando la sigaretta per terra, stizzita - Non è giusto -
- Ti assicuro che non devi preoccuparti -
- Lou, la stai tradendo! Con me! Come sarebbe a dire che non devo preoccuparmi? -
- Fino a ieri sera non ti sei posta il problema - replicò Louis fronteggiandola, avvicinandosi a lei e alzando la voce - Sapevi di Eleanor. Cosa ti ha fatto cambiare idea adesso? Il tuo improvviso buon senso? -
- Sì, esatto, il mio improvviso buon senso! - sbottò Penelope - I traditori mi fanno schifo! - aggiunse con rabbia, spingendolo di lato per passare - Io e te la chiudiamo qui, è stato un piacere -.
Ma lui le strinse una mano attorno al braccio e la fece girare - Eleanor è tutta una montatura! - affermò con tono incolore, e quando Penny, scioccata, si ritrovò stretta a lui, coi suoi occhi azzurri più chiari e lo sguardo triste e confuso, non riuscì a respingerlo quando la baciò. E Louis la baciò lentamente, con un’infinita tenerezza con labbra leggere e incredibilmente delicate. E lei non ci riusciva a riprendere il controllo di sé, non era in grado di pensare e non riusciva a separarsi da lui o dalle sue dita che la toccavano come se fosse la cosa più fragile che avesse mai avuto tra le mani. Poi fu lui a fermarsi, separandosi lentamente da lei. Appoggiò la fronte a quella della ragazza e respirò piano, contro la sua pelle - È vero, è tutta una montatura - ribadì, più per dirlo a sé stesso che a lei - E voglio parlartene ma ora devo tornare su, si staranno chiedendo che fine abbia fatto. Ma tra poco tornerò a casa, ti aspetto lì, ok? -.
Penny lo fissò incerta, per niente sicura di volersi fare coinvolgere da tutta quella situazione. Scappare e fingere di non aver mai sentito quella incredibile rivelazione sarebbe stata l’opzione migliore. Ma non era da Penny fuggire, così annuì - Ok -
- Ci vediamo dopo, allora -.
Louis risalì le scale lasciandola di lì, senza scarpe e con una nuova sigaretta tra le dita. E questa volta non era l’alcol a confonderla, no, non era colpa del vino se le girava la testa.
La colpa era di Louis Tomlinson, di quel bacio e dei suoi occhi.


Stupida!, Stupida!, era quello che Daphne continuava a ripetersi mentalmente nascosta nell'androne dell'ultimo piano. Aveva appena sentito i passi di Harry fare eco per l'ultima volta quando si lasciò scivolare su di uno scalino affondando le mani fra i capelli.
Cosa aveva combinato? Perché lo aveva fatto avvicinare a tal punto?
Sospirò e cercò di darsi una calmata. Eppure il suo compito doveva essere semplice: scoprire informazioni mantenendo tuttavia un certo distacco perché pugnalare alle spalle le persone non era proprio il genere di cose che adorava fare. E invece si era lasciata avvicinare dando vita ad un enorme casino.
Daphne si sfiorò le labbra ancora gonfie per il bacio, ancora calde e con il sapore di Harry intriso in esse. Era un disastro, quella ragazza, era un disastro dentro e fuori. Trucco sbavato, singhiozzi e confusione, il ritratto perfetto di una ragazza colpita da una pena d'amore.
In realtà lei si sentiva in colpa, per quello che era costretta a fare e per il fatto di non essere neanche riuscita a controllare la situazione, ad arginare i danni. Ma Harry non era ancora al corrente di nulla e l'unica cosa che Daphne poteva ancora fare era stargli lontana e cercare di racimolare informazioni in un altro modo.
Quando si convinse di poterlo fare si alzò e si sfilò le scarpe per dare pace ai suoi piedi e per non fare troppo rumore, nel caso Harry la stesse aspettando nascosto dietro qualche angolo in attesa di sentirla arrivare. Scese le scale guardandosi attorno cauta e stringendo con forza le dita attorno al passamani. L'alcool non aiutava né il suo equilibrio né la sua testa confusa che continua a mandarle immagini del tempo passato insieme ad Harry in quella sorta di sgabuzzino. Il gioco, i segreti, i sorrisi, i suoi occhi, le sue mani e.. Daphne si bloccò e scosse la testa come se potesse far uscire tutto quello che aveva dentro.
Sono attratta da lui, si ripeté, chi non lo è? Ce la puoi fare, Daphne.
Riprese a scendere le scale ma una rampa più tardi dovette fermarsi di nuovo e non per le sue conversazioni silenziose con sé stessa questa volta.
- Lou, la stai tradendo! Con me! Come sarebbe a dire che non devo preoccuparmi? - disse una voce femminile piuttosto alterata. Non l'aveva mai sentita prima, ma il nome del suo interlocutore sì.
- Fino a ieri sera non ti sei posta il problema. Sapevi di Eleanor. Cosa ti ha fatto cambiare idea adesso? Il tuo improvviso buon senso? -
Daphne tornò improvvisamente lucida e si accucciò contro la parete che li separava. Louis Tomlinson stava tradendo la sua storica fidanzata Eleanor? E con chi?
- Sì, esatto, il mio improvviso buon senso! I traditori mi fanno schifo! - urlò la ragazza sconosciuta - Io e te la chiudiamo qui, è stato un piacere -.
Daphne avrebbe voluto sporgersi per poterla guardare ma erano troppo vicini e se l'avessero vista cosa si sarebbe potuta inventare? E poi avrebbero smesso di parlare proprio nel momento in cui stava finalmente scoprendo qualcosa senza dover mettere in mezzo Harry.
- Eleanor è tutta una montatura! -
Si portò le mani alla bocca, Daphne, evitando che un mugolio di sorpresa le fuoriuscisse dalle labbra. Una montatura? Rizzò le orecchie per sentire il resto ma Louis disse solo che ne avrebbero parlato più tardi e poi andò via.
La ragazza non si mosse e Daphne fu sul punto di fingersi un po' alticcia (cosa più o meno veritiera) per passarle accanto e vedere chi fosse ma qualche istante dopo udì il ticchettio dei tacchi della ragazza e la sua occasione sfumò. Se Ellen avesse scoperto tutto quello che le era accaduto in sua assenza e in particolare di come Daphne si fosse fatta sfuggire due ottime scuse per indagare più a fondo (il bacio di Harry e la ragazza misteriosa) l'avrebbe legata ad una ruota in movimento e le avrebbe lanciato alla cieca una decina di coltelli come nello show di un circo ma senza la possibilità di sopravvivere.
Attese qualche altro minuto prima di rimettersi le scarpe e di tornare al party della BBC Radio, tempo in cui tornò a pensare a quello che era successo in quella stanza claustrofobica. La prima cosa che fece fu fiondarsi al bar per farsi fare un drink, uno di quelli forti che o ti stronca del tutto o ti da una botta di vita.
Quando lo buttò giù si rese conto che l'avrebbe stroncata, in particolare quando vide Harry un po' fuori fuoco in lontananza che la fissava facendo finta di ascoltare un gruppo di persone famose come lui. Il suo cervello, dunque, fece un lento collegamento fra le parole di Louis e quelle di Harry sul fatto che gli vengano imposte delle cose e tutto fu più chiaro.
Louis doveva far credere al mondo di vivere un'idilliaca storia d'amore con Eleanor Calder per pubblicità o per qualche strana e subdola manovra di marketing. E la cosa più incredibile, per Daphne, era come lui avesse potuto accettare una cosa del genere. Che fosse capitato anche agli altri?
Per lei era inconcepibile il pensiero di rinunciare alla sua libertà per qualcosa di terreno come i soldi e la fama ma lentamente si rese conto che forse era proprio quello che stava facendo lei. Così scosse immediatamente la testa e si guardò attorno in cerca di una distrazione, perché quando non voleva pensare a qualcosa o affrontare un problema faceva di tutto per accantonare i pensieri che la tormentavano.
Fortunatamente una ragazza dai capelli rossicci l'affiancò al bancone dicendo: - Dov'è la tequila quando serve? -
- Serataccia? - le chiese allora Daphne pensando di aver trovato un'anima con cui condividere le pene di quella serata.
- Puoi dirlo forte. Anche per te? -
Daphne annuì e si allungò sul bancone per attirare l'attenzione del barman - Due tequila -.
La ragazza dai capelli rossicci le sorrise appena, sistemandosi i capelli ramati con la mano, sembrava stanca e stravolta ma ancora di più sembrava voler mascherare il tutto con un sorriso tirato e poco naturale - Non sono per niente abituata a questo genere di …cose - spiegò, accettando di buon grado lo shot di tequila che le stava porgendo il barista - Sono, come dire, nuova dell’ambiente - e poi lo alzò verso Daphne in segno di brindisi prima di buttarlo giù.
Daphne la seguì a ruota e strizzò gli occhi per un momento quando sentì la sua gola bruciare al passaggio dell'alcool che non vedeva l'ora di raggiungere il resto delle bevute di quella sera nel suo stomaco già abbastanza sottosopra. Quando li riaprì sì lasciò qualche istante per osservare la ragazza davanti a sé: in effetti non l'aveva mai vista. Non che lei frequentasse quegli ambienti ma non l'aveva neanche mai trovata su una sola delle pagine che pubblicava la rivista per la quale lavorava. Una sconosciuta come lei, insomma.
- Io le odio - mormorò tirandosi giù la gonna che non aveva fatto altro che salirle su per tutta la sera.
Penelope sentì una sensazione di sollievo, insieme all’ondata di alcol appena buttato giù, attraversarle il corpo. Si sentiva in un certo senso meno sola in quel momento. Nonostante avesse partecipato appieno alla festa, la discussione con Louis l’aveva messa fuori uso, le aveva fatto capire che quell’ambiente conservava così tanti segreti da apparire ormai fin troppo falso ai suoi occhi. Gente che si nascondeva dietro delle maschere e per cosa poi? Era come vendere la propria anima al diavolo e perdere ogni giorno pezzi di sé.
- Già.. - mormorò, forse dispiaciuta per Louis o forse per sé stessa - Io sono Penny comunque - disse abbozzando un sorriso - Sarò la nuova compagna di Nick Grimshaw alla radio -
- Daphne - accennò un sorriso anche lei appoggiando la schiena e i gomiti sul bancone mentre dall'altro lato della sala riusciva ad avvertire lo sguardo di Harry penetrarle la pelle senza neanche doverlo guardare. - Io sono.. - colei che lancerà una bomba atomica sui One Direction - ..scrivo sciocchezze per il Mirror di tanto in tanto - spiegò invece.
Avrebbe avuto di che parlare in radio quella Penny, una volta fatto l'articolo.
- Allora auguri per le prossime noiosissime e tiratissime feste della BBC 1 Radio, senza offesa - concluse accennando con la testa ai nuovi colleghi della ragazza che si facevano scattare fotografie con ognuno degli invitati.
- Per carità, se dovessero organizzare un’altra festa del genere conto di venire già ubriaca - scherzò Penny con un risata - O al massimo cercherò di fare ubriacare qualcuno per animare la serata così tu potrai scrivere qualche sciocchezza per il Mirror - continuò strizzandole l’occhio.
Poi si voltò appena e gli occhi azzurri di Louis furono la prima cosa che vide attraverso la sala gremita di gente.
Penelope tornò seria all’improvviso e guardò distrattamente l’ora sul suo piccolo orologio da polso - È stato un piacere conoscerti, Daphne. Spero di trovarti a qualche altra festa, ma adesso devo salutare un po’ di gente e poi vado via. Buona continuazione -
- In bocca al lupo – le augurò prima di fiondarsi sull'ultimo shot di tequila. Lo disse anche al barista che la guardò divertito – Giuro che è l'ultimo – disse buttandolo giù tutto d'un sorso. Poi si voltò di scatto pronta a riprendere il suo cappotto di pelliccia sintetica e a lasciare per sempre quel posto, evitando Ellen ed Harry.
Con Ellen fu facile, dato che la conversazione con un tizio della radio l'aveva catturata più del dovuto, ma Harry se lo trovò davanti svoltando l'angolo e non poté fare a meno di sobbalzare e portarsi una mano all'altezza del petto per lo spavento.
- Mi stai seguendo? -
- Sì - mormorò il ragazzo guardando un attimo attorno – Possiamo parlare un momento? -
Daphne roteò gli occhi e si chiese come avesse mai potuto pensare di andarsene da quella festa totalmente indisturbata.
- No, Harry – disse riprendendo a camminare verso l'ascensore. Lui la seguì tenendo tranquillamente il passo, mentre il suo era esageratamente instabile.
- Perché? -
Daphne, ferma davanti l'ascensore, premette con fretta il pulsante ed incrociò le braccia al petto mentre Harry fermo davanti a lei la pregava di dire qualcosa. Lei sbuffò e alzò la testa verso di lui per intimargli di lasciarla in pace ma qualcuno chiamò il ragazzo distraendolo per un attimo, salvandola da un penoso rifiuto. S'intrufolò subito all'interno dell'ascensore e quando le porte iniziarono a chiuderle vide Harry alzare agli occhi al cielo imprecando silenziosamente.


Penny non aveva mai fatto caso alle foto che Louis teneva sulla parete del suo soggiorno. Non si era mai soffermata a guardarle o a osservare i visi sorridenti impressi su quelle polaroid appese a dei fili di spago. Se solo fosse stata più attenta si sarebbe accorta immediatamente del bellissimo rapporto che Louis aveva con le sue sorelline o del forte legame con i suoi amici di vecchia data o con gli altri ragazzi della band, si sarebbe anche accorta dell’incredibile somiglianza con la giovane donna che aveva il suo stesso sorriso e i suoi stessi occhi blu, deducendo che fosse sua madre. E se davvero avesse fatto molto più caso a quelle foto si sarebbe immediatamente accorta dell’assenza di foto insieme ad Eleanor.
Su quella parete piena di ricordi e di immagini che testimoniavano legami indissolubili, sorrisi fraterni ed esperienze incredibili non c’era una singola foto di Eleanor. E forse erano state rimosse da poco perché in alcuni punti era possibile vedere degli spazi vuoti, dei buchi in mezzo ad una vita all’apparenza felice e spensierata.
- Non ti eri mai fermata a guardarle! -.
Louis era ritornato dal bagno e adesso la guardava con un’espressione quasi indecifrabile, camuffata da un sorriso stanco. Aveva i capelli scombinati e aveva slacciato i primi tre bottoni della camicia nera, lasciando intravedere alcune lettere del suo tatuaggio sul petto. Le maniche erano state arrotolate fino al gomito così da mostrare le braccia piene di tatuaggi che sembravano più adesivi rubati da un libro per bambini.
- Sono delle belle foto! - ammise Penny, abbozzando un sorriso.
La ragazza non aveva idea di cosa dire né di come comportarsi, non dopo quello che Louis le aveva detto. E non poté fare a meno di distogliere lo sguardo e spostarlo nuovamente sulle foto appese alla sua sinistra. Tutto pur di non notare gli occhi spenti di Louis.
- Possiamo parlare? - la voce bassa del ragazzo la fece voltare nuovamente nella sua direzione e si ritrovò semplicemente ad annuire mentre lui le si avvicinava per farla sedere sul divano. Penny si irrigidì quando Louis le prese la mano e la strinse tra le sue dita, considerandolo un gesto troppo intimo, più dolce e profondo del semplice sesso. E lui se ne era accorto, Penny lo capì da come la stava guardando, quasi smarrito, come se avesse bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi per iniziare a buttare fuori i suoi segreti più nascosti. Così non le lasciò la mano e iniziò a parlare.
- La mia relazione con Eleanor è una montatura, ma non è sempre stato così… siamo stati davvero insieme, l’ho amata davvero, le cose andavano davvero bene tra di noi. Lei sembrava affrontare bene i lunghi periodi di lontananza e io ne ero felice, perché non so quante ragazze avrebbero potuto scendere a patti con i miei impegni. Un giorno, però, i nostri manager ci hanno presentato un contratto col quale ci saremmo impegnati a mantenere la nostra relazione intatta e quindi di restare insieme almeno fino a tre anni. Ovviamente sono andato su tutte le furie, non avevo intenzione di firmare -
- Perché farvi firmare un contratto? - lo interruppe Penny, perché quello che Louis stava dicendo non aveva alcun senso per lei.
- Perché così siamo facilmente controllabili. Non sono l’unico ad essere intrappolato in un contratto del genere, ognuno ha la sua parte da recitare per le apparenze, per i fotografi e per i fan - spiegò Louis, abbassando lo sguardo mentre un sorriso amaro prendeva forma sulle sue labbra sottili.
- E quindi tu ed Eleanor avete firmato e ora siete in trappola? -
- Sì. Ovviamente, io non volevo, ero sicuro della nostra relazione e di quello che provavo per lei. Non avevo bisogno di uno stupido contratto per restare con lei. Ma Eleanor ha detto che non ci sarebbe stato nulla di male nel firmarlo, alla fine era una stupida formalità che non avrebbe cambiato nulla. Ma da quel giorno le cose hanno iniziato a rompersi. Quel contratto mi infastidiva, non riuscivo più ad essere me stesso, non capivo se la mia relazione con Eleanor fosse vera o ormai solo un prodotto pubblicitario, la coppia felice da mostrare ai paparazzi - Louis fece una pausa passandosi la mano libera sul viso stravolto. Penny rimase in silenzio, aspettando che continuasse a parlare, a sfogarsi, permettendogli di giocare con le sue dita, come se quella fossa l’unica cosa che riuscisse a tenerlo calmo - Così ho iniziato ad evitare di uscire con lei, non la portavo più con me durante i miei viaggi all’estero e abbiamo iniziato a non sentirci quasi più mentre io ero fuori. Poi, qualche mese fa, mentre ero in tour, lei ha deciso di venire e trovarmi e io l’ho lasciata, le ho detto che non provavo più niente per lei, che la nostra storia non aveva più nessun senso - poi le lasciò le mani di botto e si alzò, cominciò a camminare avanti e indietro per il salotto, come un leone in gabbia - Così ci siamo lasciati ma il contratto ci impone diversi impegni. Dobbiamo fare sempre qualche apparizione insieme, farci fotografare dai paparazzi insieme, andare in vacanza insieme - continuò elencando quelle cose sulla punta delle dita - Gli unici ad essere a conoscenza di questa situazione sono i ragazzi. Tutti pensano che io e lei siamo ancora una coppia, persino mia madre non ne sa nulla. Continuo a tenere questo segreto alle persone più importanti e … - sospirò abbassando le spalle rassegnato e poi piantò i suoi occhi azzurri su di lei e, con una tenerezza unica, affermò - ..e non ce la faccio più - semplice, diretto, stanco.
Nel salotto calò un improvviso silenzio, Louis sopraffatto dalle parole che aveva sputato senza fermarsi, Penelope spiazzata dal modo in cui lui fosse riuscito a raccontarle una verità che non aveva neanche rivelato a sua madre. Poi la ragazza aprì bocca e - Mentre raccontavi tutto mi sono fatta mille domande, ho pensato a un milione di cose da chiederti, perché, credimi, non riesco a trovare un senso al modo in cui venite usati come burattini, eppure c’è solo una domanda che voglio farti. Solo una. Perché ti sei fidato di me a tal punto da raccontarmi la verità? -
- Perché con te non devo pensare a niente, perché con te mi diverto, con te non devo fingere di essere qualcosa che non sono, con te è tutto più facile - ammise lui, con un tono così sincero che le mise una grande paura addosso.
- Louis, non.. - Penelope si alzò, con una voglia improvvisa di prendere le scarpe che aveva abbandonato davanti la porta e uscire da quella casa, perché non era così che gestiva le sue relazioni, non era così che voleva viverle, non con le sensazioni che Louis le sbatteva in faccia, non con la consapevolezza di essere la persona a cui aggrapparsi quando le cose non andavano bene. In quel momento si accorse che tutto le era sfuggito di mano e aveva lasciato che Louis si fidasse di lei, gli aveva permesso di confidargli i suoi segreti quando fino a quella sera, lei non si era neanche accorta delle foto che teneva appese alla parete - Non puoi, ok? Non puoi fare così, non sono la persona giusta per questo tipo di cose. Qui siamo andati oltre il limite consentito, tra di noi era solo sesso e ora c’è di mezzo molto di più -
- Ma di che stai parlando? -
- Lou, non innamorarti di me, per favore -
- Non potresti essere tu quella ad innamorarsi di me? - la sfidò lui, infastidito da quella richiesta.
- No, impossibile! - questa volta fu la risposta di Penelope a spiazzare il ragazzo che sciolse l’intreccio delle sue braccia e le fece cadere ai suoi fianchi.
- E perché? Perché sei così sicura di non poterti innamorare di me? -
- Lou, non credo nell’amore, non dopo aver visto mia madre perdere completamente sé stessa per un uomo. Ho perso il conto di quante volte mio padre l’ha tradita o di quante volte l’ha abbandonata. Lei si arrabbiava, si infuriava, si riprometteva di non voler avere nulla a che fare con lui. E poi lui ritornava - ammise Penny quasi con indignazione - E lei lo perdonava, lo riprendeva con sé senza accorgersi che ogni volta perdeva un pezzo di sé. Così mi sono ripromessa che non avrei fatto la sua stessa fine, non mi sarei mai ridotta così per un uomo, per quello che tutti chiamano amore, quando per me è solo qualcosa che ti distrugge e basta! - continuò con tono alterato, passandosi una mano tra i capelli ramati, si sentiva sfinita.
- Ma non puoi perdere fiducia nell’amore solo perché tuo padre ha deciso di essere uno stronzo! -
- Sempre meglio essere così che fingere di amare una persona solo perché delle persone te lo hanno imposto, non trovi? - ribatté la ragazza, lanciandogli un’occhiata torva, e solo quando si accorse dell’espressione afflitta di Louis, si pentì immediatamente di aver detto quelle parole. In fondo, Louis non se le meritava affatto, per cui - Scusami, non volevo.. - mormorò.
Lui non le rispose, preferì appoggiare le mani al bracciolo del divano concedendo a Penny solo la vista del suo profilo, del suo sguardo fisso di fronte a sé, della mascella serrata e delle dita strette alla stoffa del divano. In quel momento le ricordò la prima volta che lo aveva conosciuto, seduto al bancone di quel bar, con quella stessa aria sofferente e malinconica. Quella volta le era sembrato un poeta maledetto pieno di fascino e mistero, adesso vedeva solo un ragazzo triste e distrutto da quello che lo aveva reso famoso.
Poi lui si mosse, interrompendo il flusso di pensieri di Penelope, e si avvicinò a lei a passo svelto, gli occhi incredibilmente seri e fissi su di lei. Le dita di Louis si posarono quasi con forza sulla sua nuca e la sua bocca premette su quella di Penny in un bacio sporco e rude. Era un bacio arrabbiato, nervoso e stremato, era un bacio che rispecchiava tutto quello che Louis stava tenendo dentro, tutto quello che aveva bisogno di fare uscire una volta per tutte. Lei non poté fare a meno di stringere tra le dita la camicia di Louis e lasciare che la baciasse e che spingesse le sue mani sulla pelle del suo collo e della sua nuca e del suo viso. Lasciò che la barba di Louis le pizzicasse le labbra e le guance e gli permise di interrompere quel bacio strappandole un sospiro strozzato. - Non mi innamorerò di te - sussurrò Louis lasciandole un tenero bacio all’angolo della bocca - Te lo prometto, Penelope - e poi i suoi occhi blu la investirono con la stessa potenza di un uragano, le dita ancora strette al suo viso - Ho solo bisogno che questa cosa continui, in qualsiasi modo tu voglia. Scegli tu le condizioni, non m’importa, ma ho bisogno di qualcosa di reale nella mia vita. -.
Penny si ritrovò ad annuire prima ancora che Louis finisse di parlare - Va bene, Lou, va bene - disse pianissimo mentre gli scostava un ciuffo dalla fronte - Delle condizioni ne parleremo domani, adesso andiamo a dormire -.
Louis chiuse gli occhi e annuì contro la sua fronte, improvvisamente troppo stanco per parlare. Mano nella mano andarono in camera da letto e si sdraiarono insieme in quel letto troppo grande, senza neanche togliersi i vestiti.
Penelope si addormentò con la testa ingarbugliata di pensieri e col respiro pesante di Louis sulla nuca, senza rendersi conto che adesso non aveva più nessuna voglia di scappare.





Spazio Autore:
Buonasera gente! Strano ma vero siamo di nuovo qui con la seconda parte del capitolo "Secrets". Non abituatevici troppo perché il prossimo non lo abbiamo ancora iniziato quindi speriamo possiate avere la pazienza che ci avete sempre dimostrato (: (cercheremo di fare in fretta comunque, tranquilli!)
Bè che dire.. qui si conclude questa bizzarra serata, piena di colpi di scena! In particolare il bacio di quei due. Si sono baciati, amen. hahahahhaha finalmente <3 (ma lei è fuggita. Perdoniamola perché non sa quello che fa) E la rivelazione di Louis a Penny.. sì, Eleanor è una montatura gente! *gongoliamo tutti insieme* E ancora Daphneche ha ascoltato la conversazione.. cosa ne farà di queste informazioni?
E l'incontro delle ragazze, nessuna delle quali sa ancora chi è l'altra, il povero Harry che cerca invano di parlare con Daphne e la discussione di Penny e Louis fortunatamente finita bene ma che ha ci ha lasciato taaaaanti spunti! Cosa ne pensate della piega che sta prendendo la storia? E delle scelte che stanno facendo i nostri protagonisti? Fateci sapere cosa ne pensate, sapete che ci farebbe un immenso piacere!
Alla prossimaaa!

Fra&Vale

  
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