Serie TV > Star Trek
Segui la storia  |       
Autore: queenseptienna    05/01/2015    1 recensioni
Crossover Star Trek/Pacific Rim/Fallout
Per difendersi dai Kajiu, la Terra scatena un attacco nucleare alla faglia che interrompe il flusso alieno, ma che porta alla semi distruzione del pianeta.
Dopo 200 anni, i Kajiu si ripresentano dopo aver distrutto Vulcano. Toccherà a Jim Kirk e a Spock guidare il jaeger Enterprise nella disperata lotta contro il tempo per impedire ai kajiu di ritornare, chiudendo definitivamente la faglia.
Ma l’unione mentale ha i suoi problemi.
Genere: Drammatico, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Pike, James T. Kirk, Leonard H. Bones McCoy, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NEL DRIFT

«Trovo tutto questo… strano» mormorò Jim, ondeggiando tra le pareti bianche che formavano il dedalo delle loro menti unite. «Mi aspettavo qualcosa di molto più colorato».
«Il cervello è essenzialmente una banca dati» rispose Spock e, chiusi lì dentro, Kirk riusciva ad avvertire tutte le sue emozioni. La scoperta era sconcertante, perché per quel poco che aveva conosciuto Spock, il vulcaniano si vantava di essere del tutto privo di emozioni. Rissa a cena a parte. «Jim, riesco a sentire quello che pensi».
Il giovane terrestre provò una lieve punta di imbarazzo. «Mi dispiace. Ma non dovrei sentire anche i tuoi pensieri?»
«Esatto». Il vulcaniano unì le parole a una vaga sensazione di fastidio e divertimento che lasciò l’altro sconvolto. «Sto solo cercando di trattenermi. Per quanto ne so, non è mai stata effettuata una fusione mentale tra le nostre specie e non vorrei farti del male».
Il divertimento si irradiò da Jim, fornendo i ricordi delle mani di Spock che cercavano di strangolarlo a cena, ma tutto quello che l’altro disse fu «Se avessi voluto davvero ucciderti, non saremmo qui ora».
Camminarono nel bianco assoluto per quelle che parvero ore, confrontando pensieri l’uno con l’altro, mentre le loro divergenze si appianavano senza un motivo apparente. Entrambi, nel drift, si sentivano come a casa, in totale serenità.
«Mi trovo a mio agio con te» disse a un tratto Jim. «Ma non mi hai detto cosa è successo al tuo pianeta».
Nello stesso istante in cui fu formulato il pensiero, il corridoio nel quale stavano camminando si divise in due, lasciando loro la scelta di quale strada intraprendere. Una svolta inaspettata che stupì Spock, in quanto convinto che il loro flusso di pensieri, unito, avesse solo due sensi.
«Guarda, un coniglio».
Le parole furono estrapolate da entrambi. Davanti a loro, esattamente nel bel mezzo del bivio, un batuffoloso coniglio bianco li fissava, placido, con i suoi occhietti rossi iniettati di sangue. Di per sé non era una figura minacciosa, ma tutti e due si sentirono irrimediabilmente attratti da quella minuscola figura pelosa.
«Non dovremmo seguirlo» disse Spock, all’improvviso preda dell’incertezza. Jim riuscì ad avvertirla dentro ogni sinapsi e una punta di paura iniziò a lambirlo. «Ma se non si sta nemmeno muovendo».
«Appunto. Dobbiamo aspettare che lui si muova per poter andare nella direzione opposta».
Jim accettò quel ragionamento, mentre un altro pensiero lo colpì sovrapponendosi alla loro situazione attuale. «Mentre aspettiamo potresti parlarmi del tuo pianeta. Davvero i Kaiju sono arrivati fino a Vulcano?»
Spock non fece tempo ad annuire che all’improvviso i conigli diventarono due e presero a correre ognuno in un corridoio diverso. «Dovremmo tornare indietro».
Un terzo coniglio apparve e corse nella loro direzione, gettandoli nella confusione. Intorno a loro le pareti si fecero impercettibilmente più strette e la luminosità diminuì. Jim si guardò attorno, trattenendo il fiato. «Andiamo a destra».
Inchiodati in una situazione di stallo, Spock dovette ammettere che non c’era nessun motivo per non seguire Jim. Sarebbe stato logico da parte sua interrompere a quel punto la fusione mentale, ma l’immagine del coniglio si era sovrapposto sopra ognuno dei suoi sensi e la logica era l’ultima cosa che desiderava usare. Spinto da puro istinto di conservazione allungò una mano e strinse quella di Jim, che lo stava trascinando nel corridoio sempre più scuro, talmente scuro che dopo poco l’unica cosa che lo teneva collegato all’umano erano le loro dita intrecciate.
«Dove cazzo siamo finiti?» lo sentì imprecare.
«Nel mio ricordo della distruzione di Vulcano» rispose semplicemente Spock, mentre intorno a loro il buio si rischiarava, miliardi di puntini luminosi creavano l’universo e Vulcano apparve davanti a loro in tutta la sua gloria. Pochi istanti più tardi i due rotolavano tra le strade polverose di ShirKhar, proprio di fronte all’Accademia delle Scienze Vulcaniana, dove si trovava Spock prima che il Kajiu Narada attaccasse.
«Spock, per l’amor di dio, cosa cazzo sta succedendo?» urlò Jim, mentre dietro di loro l’Accademia esplodeva in una pioggia di calcinacci e mattoni e un enorme kajiu sbucava dalle fondamenta dell’edificio. Jim non ne aveva mai visto uno in vita sua. Nella sua mente di giovane protetto di un Vault, i Kaiju non erano altro che creature mitologiche vissute prima della sua nascita. In quel momento invece doveva evitare di rimanere ucciso sotto i muri dell’Accademia che gli stavano crollando addosso. «Spock, togliti di lì!»
Spock però non gli rispose, immobile mentre davanti a sé riviveva le terribili immagini della fine del suo pianeta, di sua madre, morta a causa della caduta dentro la voragine. Sua madre, presente solo per congratularsi dell’inizio dei corsi di Spock.
Kirk entrò nel panico, afferrando il vulcaniano per un gomito e tirandolo a forza via di lì, per le strade della città, per difendersi in qualche modo. «Cazzo Spock, tutto questo non è reale, muoviti».
Eppure era reale. Reale come il dolore che vibrava tutto intorno a quel ricordo, rendendolo pazzo di dolore e obbligando Jim a cadere con le ginocchia nella sabbia e a tenersi la testa prima che gli esplodesse in mille pezzi.
Poi, come tutto era iniziato, finì.
Jim spalancò gli occhi e la bocca come un naufrago appena emerso dall’acqua, richiamando a sé la maggior quantità di ossigeno possibile. Davanti a sé, prima di svenire, poté vedere Spock collassare tra le braccia di Sarek, che aveva interrotto con la forza la loro prima – e con ogni probabilità ultima – fusione mentale.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: queenseptienna