Secolo di casi eccezionali
http://www.youtube.com/watch?v=SilHkwAVCpc
Londra è illuminata da qualche tenue bagliore dei lampioni collocati periodicamente lungo il Tamigi. L’oscurità avviluppa ogni cosa con le sue braccia vogliose, tentando gli incauti e facendo l’amore con i perduti. Un velo di nebbia è distesa lungo i marciapiedi sui quali passeggiano uomini solitari, protetti da lunghi cappotti con colletto e cappelli scuri in vista della pioggia. Seduto su un anonimo muretto a cavallo di uno stretto vicolo, che serpeggia nel caos che è l’interno della città, un uomo solo fuma la sua ultima sigaretta. Guarda il vuoto con espressione spenta, le dita che raggiungono le labbra più per la perseveranza dell’abitudine che un vero e proprio bisogno di nicotina. Ogni tratto nella sua figura, scavata nel confine tra ombra e luce, assume un colore sbiadito, tipico di chi si lascia sciupare dal tempo. Il distintivo ormai senza alcun valore che tiene in tasca, ci dice che si tratta dell’ex-Ispettore Gregory Lestrade, toccato dalla vita attraverso le forme della morte più atroce e di quel benedetto messia che ora è incarcerato. Ma di questo parleremo più tardi.
Quella notte, non è altro che l’ultima di una lunga serie. Ma questa sua particolarità non è nota al nostro personaggio, che ignaro e perso in altri pensieri, rimira la pacata bellezza della sua città nel pieno della sua vita notturna. Non una mosca in giro, di quei tempi, quando una volta ci sarebbero state mille e più persone, a cantare e ballare nelle strade con le loro espressioni più ridenti e i vestiti da festa messi da parte per l’occasione. Ma San Lorenzo quest’anno no, non è la notte delle stelle cadenti. Né dei desideri che si avverano.
È il fantasma di una ballata, quella musica che si aggira per le strade e gli rapisce la testa. Una lieve, dolce ninnananna di chitarra, musica guidata dalle dita esperte di un musicista di strada, non abbastanza bello da rubare il cuore alle fanciulle di passaggio, ma abbastanza abile da irretire i sensi di un povero vecchio abbandonato a sé stesso.
Ed è quasi tra sé, a nessuno in particolare, che inizia a mormorare le parole su quella canzone fantasma.
È una storia che ha per luogo
Londra nell’anno del Signore
Milleottocentonovantuno,
storia di crimini e di passione.
E noi, detective senza nome
dell’omicidio e l’illegale
la faremo rivivere
da oggi, all’avvenire.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
Con tanti casi, e tanti giorni…
coi serial-killer secolari…
Lui ha elevato le sue torri
di informazioni impopolari.
Con la musica, ed il silenzio
ha provato cos’è l’amore
e come appassisce un cuore
nei cieli del dolore.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
Si scontrano menti eccezionali.
E Londra sarà
cruda come la realtà,
con questa sfida di menti geniali
che già, sì, è qua:
questo è il giorno che verrà.
Questo è il giorno che verrà.
Oggi è il giorno che verrà.
Londra nell’anno del Signore
Milleottocentonovantuno,
storia di crimini e di passione.
E noi, detective senza nome
dell’omicidio e l’illegale
la faremo rivivere
da oggi, all’avvenire.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
Con tanti casi, e tanti giorni…
coi serial-killer secolari…
Lui ha elevato le sue torri
di informazioni impopolari.
Con la musica, ed il silenzio
ha provato cos’è l’amore
e come appassisce un cuore
nei cieli del dolore.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
È secolo di casi eccezionali.
E Londra si fa
sangue, logica e follia.
E tutto sale su verso le stelle!
con musica e tè,
suona ancora un po’ per me.
Si scontrano menti eccezionali.
E Londra sarà
cruda come la realtà,
con questa sfida di menti geniali
che già, sì, è qua:
questo è il giorno che verrà.
Questo è il giorno che verrà.
Oggi è il giorno che verrà.
Note:
Sarà la prima canzone, ma è stata una delle più terribili. “Questo è il tempo delle cattedrali” è uno sfortunato decasillabo che mi ha fatto dannare su come diavolo sostituirlo. Ero disperata: ho scritto sette versioni del ritornello, e ad un certo punto presa dall’isteria ho pensato di metterci “questo è il tempo degli stradivari” anche se non c’entrava niente. Alla fine ho optato per questa versione, che mantiene il numero delle sillabe e un significato decente. Le altre opzioni erano “e questo è il tempo di Baker Street”, “questo è il tempo di straordinari” e anche peggio.
Anno del signore 1891. Perché ho scelto proprio quest’anno? È l’anno delle Cascate del Reichenbach, gente. L’anno della caduta di Sherlock.
“Suona ancora un po’ per me”: anche questo verso mi ha fatto dannare. La sua precedente versione, da cantare molto velocemente per farcela stare, era “teschi, violini e sorrisi sui muri”, poi è diventato “suona il violino per me” ma occorreva uno spostamento di accento orribile per mantenerlo in metrica, infine “quel violino è in mano sua” (ero presa dalla disperazione). Finalmente ho optato per “suona ancora un po’ per me”. Detto da Greg nei confronti di Sherlock (non che Sherlock abbia mai suonato per lui, sia chiaro).
“Lui ha elevato le sue torri di informazioni impopolari”: è inteso il Mind Palace. E i 243 tipi di tabacco.
Alla prossima settimana! Se volete lasciare un commento mi farete enormemente felice.