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Autore: GioRavenlcaw_    05/01/2015    0 recensioni
Rebecca ha diciotto anni, studia a Londra ed è felice. La sua vita è perfetta e lei è felice. Ad aiutarla a rendere le sue giornate migliori c'è la musica e ci sono i suoi idoli, tutto va come dovrebbe.
Ma se all'improvviso la sua vita cambiasse? Se tutte le sue certezze cadessero nel vuoto e la sua vita andasse in frantumi? Cosa accadrebbe se i mostri dentro di lei uscissero e la divorassero? La musica la aiuterebbe? E se non rimanesse ignota agli occhi del suo idolo?
E se fosse proprio lui ad avere bisogno di lei? Si salverebbero a vicenda?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SALVE A TUTTI E BUON 2015!
VI SCRIVO PER, INTANTO AUGURARE UN FELICE E PROSPERO 2015, E PER CHIEDERE SCUSA DELLA MIA LUNGA ASSENZA DI... QUANTI? 3 MESI?
IL FATTO E' CHE MI E' VENUTO  UN BLOCCO. NON SAPEVO COSA SCRIVERE. NON SENTIVO DI ESSERE PRONTA PER UN NUOVO CAPITOLO. TUTTO QUELLO CHE BUTTAVO GIU' MI FACEVA VERAMENTE SCHIFO. E COSI' SONO PASSATI TRE MESI. INOLTRE LA QUARTA SUPERIORE MI TIENE PERENNEMENTE OCCUPATA, PER NON PARLARE DEL CORSO DI TEATRO, LA PALESTRA E LA SCUOLA GUIDA. QUINDI, VI CHIEDO SCUSA ANCORA PER LA MIA ASSENZA. SPERO CHE IN QUESTO NUOVO ANNO POTRO' ESSERE PIU' PRESENTE. 
VI ANNUNCIO CHE L'ESTATE SCORSA HO INIZIATO A LAVORARE SU UNA NUOVA FF SUI 5 SECONDS OF SUMMER CHE IN QUESTI GIORNI DI FESTA HO GIA' INIZIANDO A COMPORRE.
SPERO DI FINIRE PRESTO LA FAN FICTION "SAVERS" E DI AGGIORNARE CON NUOVI CAPITOLI E LA NUOVA FF.
GRAZIE AI LETTORI, A CHI COMMENTA, A CHI MI SEGUE DAL 2013 E A CHI E' APPENA ARRIVATO.
PER CHI DI VOI NON L'AVESSE ANCORA LETTA, UNA LETTURA ALLA MIA PRIMA FF "EVERYBODY NEEDS SOMEBODY SOMETIMES" SAREBBE GRADITA.
SALUTI A TUTTI, DA GIO :) 


 

 

GIULIA'S POV:

 

Quando aprii gli occhi la luce accecante mi investì il viso facendomi venire un forte mal di testa dovuto ai postumi di una sbronza che non avrei ripetuto sicuramente molto presto.

Mi passai una mano sulle tempie massaggiandole e pregando ogni Dio che esistesse dall'altra parte di far smettere quel terribile e assordante picchio in testa.

Il dolore si calmò giusto quell'attimo per farmi risvegliare un poco e per farmi rendere conto di non trovarmi in camera mia a casa di Becca.

Ero infatti sdraiata in un letto disfatto, con lenzuola azzurre e bianche che non ricordavo di aver mai visto, in una camera che non conoscevo con vestiti sparsi ovunque.

Vestiti...

Strabuzzai gli occhi quando dei flashback mi passarono veloci nella mente.

Mi guardai il corpo avvolto solo dalle lenzuola morbide e da una maglia che non era la mia. Anzi era una maglietta troppo larga per essere quella di una ragazza.

Poi mi ricordai di qualcosa. Si, mi ricordai di un ragazzo e di un'auto nera con vetri oscurati che ci portava via dalla festa. Mi ricordavo del ragazzo dagli occhi verdi e del momento in cui in macchina mi aveva baciato.

Occhi verdi...

Strinsi gli occhi non credendoci e mi presi la testa fra le mani.

<< Non l'ho fatto davvero. >> dissi a me stessa.

No, non era possibile. Non era successo davvero. Mi tirai un pizzicotto pensando di svegliarmi da un sogno ma l'unico risultato che ottenni era un segno rosso sulla pelle dell'avambraccio.

Sospirai e mi alzai aggiustandomi i capelli meglio che potevo sulle spalle. Mi avvicinai alla porta del bagno dove mi lavai la faccia con del residuo di trucco sbavato sulle guance.

Orribile. Ero veramente orribile.

Mi aggiustai i capelli mossi sulle spalle e uscii dalla camera da letto.

Un odore di uova e pancetta mi salì al naso e seguii la scia cercando di non fare caso al brontolio della mia pancia.

Quando entrai in una immensa cucina super accessoriata e di colore rosso, lo vidi. Era più bello della sera prima e sicuramente meno su di giri.

Harry sentì i miei passi e si voltò dalla mia parte.

Sorrisi imbarazzata e lo salutai con un cenno della mano.

<< Ciao. >> dissi.

Lui sorrise e si aggiustò i capelli lunghi con la mano mentre spegneva il fornello.

<< Buongiorno. >> disse indicandomi una sedia.

Ringraziai e mi sedetti. Ok... Ero in imbarazzo. Soprattutto perchè non ricordavo assolutamente nulla di quello che avevo fatto la sera precedente con... Harry Styles in persona.

Lui mi passò un piatto con del cibo che se fossi stata in Italia non avrei mai mangiato a colazione, ma il mio stomaco aveva bisogno di reintrodurre del cibo e poi non volevo essere scortese.

Harry prese il suo piatto e si sedette accanto a me. Per poco non mi andava di traverso un pezzo di toast.

Fu lui a guardarmi per primo.

<< Ehm... credo che ieri io abbia bevuto un po' troppo. >> ammisi incrociando il suo sguardo.

Lui alzò un sopracciglio e sospirò.

<< Si, anche io. >> fece.

“Okay... glielo chiedo e basta.”

<< Questa è tua? >> domando prendendo tra le mani la maglietta bianca che mi sono ritrovata addosso quando mi sono svegliata.

Lui sorrise sghembo facendomi andare il battito cardiaco al limite.

<< Si, sai avevo paura che prendessi freddo. >> rispose.

<< Ah. >> non dissi nient'altro perchè onestamente non mi andava di chiedergli esplicitamente se avessimo fatto sesso. Eh che cavolo, se l'avessi fatto con Harry Styles me lo ricorderei!

Ma anche Becca quando quella mattina si era svegliata a casa di Liam non si ricordava cosa le era successo...

<< Ehm... cos'è successo di preciso ieri sera? >> gli chiesi mangiucchiando delle uova strapazzate.

<< Beh, ci siamo incontrati fuori da casa di Matthew e siamo venuti qui con la mia auto. >> rispose voltandosi verso di me.

<< E si, siamo andati a letto insieme. E' stato alquanto divertente. Anche se i miei ricordi sono un po' confusi al momento. >> disse quasi ridendo.

Ok, ci rimasi di sasso. Ero andata a letto con Harry Styles e nemmeno me lo ricordavo. Un sogno infranto.

<< Credo di non ricordami bene quello che è successo fra noi. >> dissi con aria quasi colpevole.

Lui rise e alzò le spalle.

<< Ti tornerà in mente. Se per questo io mi sono scordato il tuo nome. >> fece lui.

Sorrisi divertita.

<< In realtà non ti ho mai detto il mio nome. >>

<< Ah ecco. Ok, posso non definirmi uno stronzo che si dimentica i nomi delle ragazze con cui va a letto. >> rispose divertito.

<< Giulia. >> dissi sorridendogli.

Lui ricambiò il sorriso e sul suo volto comparvero due fossette che furono un attacco al mio corpo. Cercai davvero di non svenire, ma mi venne abbastanza difficile con il ragazzo perfetto seduto di fronte a me.

<< Harry. >> rispose sorridendomi.

<< Si, lo so. >> risposi secca facendolo ridere.

<< Sai, di solito le ragazze quando passano la notte qui con me scappano al mattino prendendo un taxi. Tu non devi. >> disse posando le posate nel piatto vuoto.

Si avvicinò alla lavastoviglie dove lo seguii con il mio piatto in mano.

<< Sono un'amica di Becca, la ragazza di Liam... >>

Lui alzò le sopracciglia sorpreso.

<< Oh, quindi tu sei la misteriosa amica italiana. Liam mi aveva accennato qualcosa... >> rispose lui chiudendo la lavastoviglie e appoggiandosi al piano cucina con le braccia incrociate al petto.

<< Piccolo il mondo eh? >> risi nervosa.

Mi appoggiai anche io al tavolo della cucina e rimanemmo per un po' in silenzio a fissarci. Lui era bellissimo e cercavo davvero di tenere a freno i miei ormoni nel guardarlo a pochi passi da me. Ma non era facile.

<< Hai un bel tatuaggio sulla schiena. >> disse poi all'improvviso.

Rimasi confusa dal cambio di discorso.

<< Ehm... grazie. >>

<< Vedi, io ricordo. E tu invece? >> mi domandò avvicinandosi a me.

Mi mancò il respiro quando fu a centimetri da me.

Sorrise malizioso e mi si gelò la pelle quando posò la mano sul mio fianco.

<< Il modo in cui mi hai guardato >> e lo guardai << come ti ho sfiorata in macchina, le mie mani su di te. >>

Posai le mani sul suo petto mentre le sue si facevano strada sotto la mia maglietta.

<< Come hai reagito quando ti ho baciato. Al modo in cui le tue labbra hanno risposto alle mie. >>

Alzai gli occhi e le nostre fronti si toccarono, poco spazio vuoto fra le nostre bocche. Puntai i miei occhi scuri nei suoi e la mia richiesta silenziosa fu accolta senza preamboli.

Lo sentii caldo e dolce il bacio che mi diede. Le sue labbra morbide, come me le ero sempre immaginate sulle mie. Ricambiai ed Harry si lasciò andare.

Sentii la sua lingua chiedermi l'accesso e io non ci pensai troppo ad accontentarlo, poi mi posò le mani sotto le cosce fino ad alzarmi da terra e farmi sedere sul tavolo.

Poco dopo eravamo di nuovo in camera sua, come la sera precedente, solo che questa volta la mia testa c'era. Eccome se c'era.

Gli levai la t-shirt lasciando che i miei occhi potessero ammirarlo in tutta la sua splendida figura.

Sentii i miei slip scivolare giù dalle gambe e poi la maglia lasciare il mio corpo. Poi accadde e fu incredibile. In un attimo i flashback della sera precedente mi tornarono alla mente e tutto si fece più nitido. Sentivo Harry come non l'avevo mai provato con nessun altro. Mi strinse le mani all'altezza della testa in due pugni e lo sentii tremare. I suoi occhi verdi incontrarono i miei e ci fissammo fermi, senza fare niente. Poi lasciai la presa della sua mano e posai la mia sulla sua guancia per poi baciarlo mentre lui ricominciava una danza lenta e seducente che mi rendeva un fuoco acceso. Quando finì, il suo corpo si accasciò sul mio, le sue labbra sul mio collo che baciavano la pelle calda e sussurravano il mio nome. Fu l'ultima cosa a cui pensai prima di baciarlo ancora.

 

 

BECCA'S POV:

 

Tornai a casa verso le nove del mattino, scortata da Liam e dal suo autista, Albert.

Mi sentivo felice e innamorata persa di quel perfetto ragazzo che mi sedeva accanto sul nero sedile posteriore dell'Audi. Liam era quel pezzo di puzzle che mancava per completare il complesso disegno della felicità. Ora che ero sicura di quello che provavamo l'uno per l'altro, tutti i pezzi erano fermi, saldi, incastratati a dovere. Nessun movimento incerto.

Quella mattina sotto casa di Liam notammo un paparazzo. La cosa mi colpì, anche se non avrebbe dovuto darmi fastidio. Avevo promesso che non avrei dato peso alla stampa, ma adesso che un sacco di gente sapeva di me e Liam, avevo... non so, ero nervosa. Sovrappensiero, non mi accorsi della mano di Liam tra i miei capelli.

Alzai la testa e incontrai i suoi occhi che mi scrutavano il volto, ancora stanco dalla serata precedente.

<< Cosa c'è che non va, Becca? >> mi chiese.

<< Ho timore di non piacergli >>

Lui mi guardò confuso e avvicinò il suo viso al mio per creare più intimità.

<< A chi? A chi pensi che non piacerai? >>

Arricciai le sopracciglia mentre senza nemmeno pensarci presi la sua mano e iniziai a giocherellare con le sue dita.

<< Alle directioners, ai media, alle persone che contano. Ho paura che ti attacchino e io mi sentirei uno schifo se questo accadesse >> dissi continuando a guardare le nostre dita che si sfioravano. Era un gioco di tocchi e sfioramenti che nemmeno gli angeli con la loro bellezza, sarebbero riusciti a superare.

Lui sorrise sospirando, strinse forte la mia mano nella sua e mi baciò la guancia.

<< Sei perfetta per me. Loro non mi daranno alcun fastidio e non lo daranno nemmeno a te. Capito? >> disse deciso e dolce allo stesso tempo.

Posai i miei occhi sul suo volto. Sorrisi e mi avvicinai posando delicatamente le mie labbra sulle sue.

Poi lui mi diede un bacio sulla fronte ed io appoggiai la testa sulla sua spalla, sentendomi rinchiusa in un posto sicuro.

 

 

Giulia era seduta sul divano di casa a guardare la tv quando rientrai. Sembrava essersi divertita la scorsa notte, pensai notando dei vestiti maschili che non potevano essere assolutamente suoi.

La salutai mentre mi svestivo. Lei ricambiò portandosi una mano sulla tempia.

Sbronza. Ecco cos'era successo. Si era ubriacata e tac! Al mattino sveglia in un letto che non hai mai visto con accanto qualcuno di cui non ricordi l'esistenza o anche solo il nome.

Mi sedetti accanto a lei.

Sembrava nervosa, un po' disperata.

<< Come... >> iniziai, ma non ebbi il tempo di finire che lei mi diede la notizia bomba.

<< Ho fatto sesso con Harry Styles >> buttò lì, serrando gli occhi in attesa della mia risposta.

Quando si rese conto del mio silenzio ammutolito, si voltò dalla mia parte con il labbro inferiore tra i denti mentre io la guardavo incredula a bocca aperta.

L'unica cosa che riuscii a dire fu: << Cosa?! >>

Lei assunse un'aria colpevole e si spostò sul divano, sedendosi a gambe incrociate e partendo a raffica con la storia di come era successo quel che era successo.

A fine discorso ero come all'inizio. Incredula, senza parole. Non era da lei. Oddio, da quando avevamo finito il liceo e da quando aveva lasciato la casa dei genitori per vivere in un appartamento con nostre ex compagne di scuola, Giulia si era lasciata andare. Aveva sempre condotto una vita seria, reclusa in una sottospecie di bunker con due genitori del sud vecchio stampo. Appena ha colto la possibilità di sfuggire da quella sorta di incubo se n'è andata. Io avrei fatto lo stesso.

<< Non so che dire. >> sussurrai solamente spostandomi il ciuffo di capelli scuri che mi ricadde sul viso.

<< Non devi dire niente. Solo rimproverarmi per l'enorme sciocchezza che ho fatto. >>

Giulia si sentiva in colpa. Era autocommiserazione quella che stava provando per se stessa? Non potevo certo darle torto. Due giorni a Londra e già nel letto di un ragazzo sconosciuto. In più se quel ragazzo è una celebrità internazionale... beh, l'hai fatta grossa. Ma io ero l'ultima persona al mondo che poteva farle la ramanzina. E lo sapevano tutti il perchè. Non ero forse stata anch'io così pazza e fuori luogo? Non era forse vero, che anche io avevo conosciuto il mio attuale fidanzato in una maniera simile e al quanto sconsiderata?

<< Giulia, io sono l'ultima persona che può farti la predica. E' solo che... non me l'aspettavo. Non da te. E non perchè lui sia Harry Styles, ci sarei rimasta anche se fosse stato un altro ragazzo. Ma... wow! Harry! Mi verrbebe da chiederti com'è stato... >>

<< Alquanto interessante, visto che è successo anche stamattina >> rispose lei.

<< Seria? >>

<< Si, diciamo che gli ormoni erano ancora in subbuglio per entrambi. Ma tranquilla, non accadrà ancora. Non lo rivedrò più. >>

La vidi alzarsi e andare in cucina, le dita che massaggiavano le tempie doloranti. Avrei voluto dirle che si sbagliava, che l'avrebbe sicuramente rivisto, vista la mia situazione con Liam, ma poi riflettei e mi resi conto che forse era una sua scelta. Quella di non vedere più Harry. Di non rischiare di innamorarsi. Non voleva che le si spezzasse il cuore. Forse avrei dovuto nutrire anche io quella paura...

 

 

 

 

Seduta nella sala comune della facoltà di psicologia a leggere “Carrie” di Stephen King, mi venne quasi la voglia di diventare la protagonista. Una ragazza incompresa e arrabbiata col mondo intero che fa una strage grazie al potere della telecinesi. Ecco, era così che volevo sentirmi mentre tutti gli altri studenti della sala mi fissavano e parlavano a bassa voce. Le mie foto, la mia vita e la mia storia con un componente della boy band più pagata del pianeta, si era diffusa in fretta su internet e su ogni giornale di gossip.

Perfino mia madre, che non legge giornali e magazine a meno che non siano sullo yoga o sul giardinaggio, aveva sentito delle voci.

Scossi la testa e tornai a Carrie che dava fuoco all'intera cittadina di Chamberlain. Mi ero profondamente calata nella storia quando qualcuno buttò di getto un grosso plico di tabloids sul tavolo.

Alzai la testa e le spalle colta di sorpresa. Quando lo vidi mi sentii un nodo alla bocca dello stomaco. Non sapevo se quella fosse paura o solo stupore. Poi mi resi conto che era puro terrore.

Jessie era in piedi davanti a me, i capelli biondo cenere scompigliati e umidi della pioggia che bagnava Londra, il giubbotto di pelle che gli ricadeva sulle spalle larghe, le braccia muscolose dure lungo i fianchi, le mani chiuse a pugno. Il viso contorto in un'espressione di sorpresa, disgusto e rabbia.

<< Lui? >> fu la sua domanda. Una domanda semplice, una sola sillaba detta con tanto sdegno che mi fece venire i brividi.

<< Jessie non puoi stare qui. >> gli risposi.

<< Non me ne frega un cazzo del tuo ordine restrittivo di merda! >> sbraitò. Un pugno secco cadde sul tavolo facendomi sobbalzare sulla sedia.

Gli altri ragazzi nella sala puntarono gli occhi nella nostra direzione. Alcuni erano curiosi, altri spaventati, sbigottiti. Una ragazza che seguiva un corso con me aveva un cellulare in mano e stava riprendendo la scena.

Spostai lo sguardo da lei a Jessie. L'avevo visto tante volte arrabbiato, avevo avuto paura di lui, ma mai aveva osato urlarmi in pubblico.

<< Jessie, vattene. Ti prego. Non voglio avere altre discussioni con te. >> cercai di mantenere un tono di voce calmo e piatto. Ma una punta di esitazione e paura fece prendere coraggio al mostro davanti a me.

<< No. No piccola, noi adesso parliamo. Parliamo di quanto tu sia stronza, puttana e manipolatrice. Inventarti quella storia sulle molestie per avvicinarti ad un coglione che non sa cosa fare per vivere e allora canta due canzoni con altri quattro frocetti... >>

<< Io mi sarei inventata la storia sulle molestie? >> non lo feci finire.

Lui sgranò un attimo gli occhi, preso alla sprovvista. Non lo avevo mai interrotto quando parlava, mai. Non ne avevo mai avuto coraggio. Ma darmi della bugiarda, dirmi che mi ero inventata tutto, mi aveva fatto perdere la calma.

<< Tu mi hai maltrattata, mi hai tradita e mi hai picchiata tanto da spedirmi in ospedale, brutto pezzo di stronzo! E poi vieni a dirmi che mi sarei inventata tutto solo per avvicinarmi a Liam?! Ma come puoi solo pensarlo! >>

<< Lo penso perchè è vero! Non dirmi che ti sei innamorata di lui Becca, non voglio credere che tu sia caduta così in basso. >>

Mi alzai dalla sedia, avvicinandomi a lui. Gli occhi fissi nei suoi.

<< Sei tu quello che sei caduto in basso. Io ti amavo e guarda cos'hai fatto. Hai rovinato tutto, hai messo la parola fine ad una relazione che poteva avere un futuro per colpa della tua gelosia, del tuo carattere di merda e per la tua incapacità di tenertelo nelle mutande! >>

Qualcuno rise, qualcun altro rimase a bocca aperta. Tra questi Jessie.

Scossi la testa.

<< Mi dispiace che sia finita così Jessie, non sai quanto mi dispiace. Ma ormai la cavolata l'hai fatta. Non posso dimenticarmela. >>

<< Non me lo sarei aspettato da te, Becca >> disse indignato.

<< Nemmeno io da te, Jessie. >> silenzio. Ci fu una pausa silenziosa, la mia testa girava nei ricordi, a quella mattina quando lui mi aveva alzato le mani addosso. Sentii qualcosa, come se le sue mani fossero ancora su di me. Come se mi stesse picchiando un'altra volta. Scacciai quella sensazione, spostai i capelli dal mio viso e lo guardai un'ultima volta prima di dirgli di andarsene e di non farsi più vedere.

<< Sai che mi vendicherò >> suonò come una minaccia. Anzi, era una minaccia.

<< Non ho più paura di te >> fu la mia risposta.

Jessie mi guardò, serrò i pugni, tirò un lungo sospiro e uscì dalla sala comune a grandi falcate. Lo seguii con gli occhi uscire dalla facoltà, farsi largo tra gli studenti che parlavano nel cortile, uscire dai cancelli e scomparire per le strade di una Londra scura e piovosa.

 

 

Tornare a casa quel pomeriggio dopo il lavoro fu difficile. Era la prima volta che venivo seguita da un paparazzo da sola. Di solito accadeva sempre quando ero in compagnia di Liam, ma quella volta un tizio giovane e sui trent'anni mi seguì dalla stazione della metro fino a casa. Lo lasciai stare, in fondo era il suo lavoro. Quando arrivai quasi davanti alla porta di casa mia mi urlò da qualche metro di distanza: << Perchè non mi hai urlato contro? >>

Mi voltai verso di lui con le chiavi di casa in mano e lo zaino coi libri sulle spalle.

<< Ti lascio fare il lavoro per cui sei pagato. Spero che tu abbia fatto della belle foto. >>

Il ragazzo mi sorrise divertito e avvicinò la fotocamera al viso mentre lo salutavo sorridente.

Poi se ne andò e io cominciai a pensare che forse non tutti i fotografi erano cattivi come li facevano sembrare.

 

 

 

GIULIA'S POV:

 

<< Un pacchetto di Lucky Strike, per favore >> dissi al tabaccaio basso e grassoccio della tabaccheria vicino all'università di Becca.

Dopo aver pagato uscii all'aperto umido e bagnato della città che avevo amato fin da bambina. Sorrisi nel constatare che il mio sogno era divenuto realtà e mi accesi una sigaretta mentre camminavo diretta al parco per farmi quattro passi.

Mentre camminavo sentii delle ragazze urlare e mi voltai spaventata verso quelle urla. Non capii il perchè di quelle grida finchè non vidi Niall Horan e Harry Styles uscire da un negozio di Calvin Klein insieme a 2 omoni grossi come 4 armadi.

Sorrisi quando vidi Harry.

Avevo cercato di dimenticarlo, di lasciarmi alle spalle quello che era successo 10 giorni prima. Ma mi veniva alquanto difficile dimenticare di essere stata con Mr.Styles.

Decisi di ignorarli per non dare nell'occhio e mi voltai continuando a camminare in direzione del parco.

Stavo assorta nei miei pensieri quando la voce di Niall Horan mi fece tornare alla realtà.

<< Hey Giulia! >>

Mi voltai e li vidi a pochi metri da me. Mi fermai imprecando a bassa voce e buttando fuori il fumo della sigaretta prima di gettarla a terra e spegnerla.

Sfoderai un sorriso quando li ebbi davanti.

<< Chi si vede! 2/5 dei One Direction! Come va ragazzi? >> domandai nascondendo le mani nelle tasche del cappotto beige per scaldarle.

Harry fece una smorfia divertita.

<< Bene. Le fan ci hanno rallegrato la giornata >> disse Niall felice.

<< E ora si staranno sicuramente domandando chi tu sia e perchè tu stia parlando con noi. >> rispose Harry passandosi una mano nei capelli lunghi.

Gli sorrisi con un velo di imbarazzo ricordando quando erano le mie di mani a scompigliargli i capelli. E non solo.

<< Un'amica. >> risposi sicura.

<< Beh, amica, che ne diresti di venire a mangiare con noi? E' ora di pranzo. >> propose Horan allegro.

Mi resi conto solo allora di quanto avevo camminato e quanto tempo era passato. La mia pancia richiedeva di essere riempita.

Guardai Harry e vidi che anche lui era come un po' imbarazzato. Styles in imbarazzo? Non avrei mai potuto perdermelo.

<< Si, ci sto. >> dissi.

I ragazzi sorrisero e insieme a Pinco Panco e Panco Pinco, ovvero i due bodyguards, ce ne andammo via verso il ristorante.

 

 

<< Non sarò mai capace di utilizzare queste cose! >> disse disperato Harry mentre cercava di prendere un pezzo di sushi con le bacchette.

Niall ed io ridemmo per la scena.

Mi avvicinai ad Harry, seduto accanto a me e gli presi la mano nella quale teneva le bacchette di legno.

Lui si voltò a guardarmi ma i miei occhi erano fissi sulle sue dita.

<< Sbagli tutto tenendole così >> spiegai aggiustando le sue dita nella posizione giusta.

Poi mi succhiai le labbra e lo guardai facendo spallucce.

<< E' solo la seconda bacchetta che si muove, la prima deve rimanere fissa >>

Lui sorrise e provò a mangiare. Ci riuscì e Niall rise divertito.

<< Grazie per averglielo insegnato. Quando andremo di nuovo in Giappone e in Cina gli sarà utile. >>

<< La prossima tappa in giro per il mondo dove vi porterà? >> domandai tirandomi su le maniche del maglione e iniziando a mangiar la mia zuppa.

Niall si aggiustò comodo sulla sedia e iniziò a pensare.

<< Se ricordò bene, dovremmo fare un salto a Milano per la finale di X Factor...>>

Lo guardai con occhi sgranati.

<< Wow! E vi esibirete con... >>

<< Story of my life >> rispose Harry avvicinandosi a me.

Sorrisi sotto i baffi e lo giuardai.

<< Mi piace quella canzone. E'... perfetta. >> risposi annuendo alla loro decisione.

Niall sorrise fiero di se stesso. E dei ragazzi.

<< Si, piace molto anche a noi. Hai già acquistato l'album? >> domandò Harry.

<< Si, su Itunes. >> risposi.

Lui sorrise annuendo e poi tornammo a mangiare e parlare di quanto fosse bello il loro lavoro.

 

 

All'uscita del ristorante, Niall venne chiamato da non so quale suo amico e ci lasciò. Eravamo solo Harry, lo scimmione della sua guardia del corpo e la sottoscritta.

Harry disse qualcosa allo scimmione e questo sparì lasciandoci soli.

Iniziai a ballare sui talloni non sapendo bene cosa fare o dire. Harry sorrise.

<< Allora, Giulia, cosa fai di bello adesso? >> domandò.

<< Ehm, non lo so. In realtà sono piena come un maiale, non mi dispiacerebbe fare quattro passi. >> risposi sincera.

Harry annuì e mi si avvicinò.

<< Li facciamo insieme questi quattro passi? >> chiese sorridente.

Sorrisi e in risposta annuii.

   
 
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