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Autore: Vichy90    05/01/2015    8 recensioni
Isabella ed Edward vengono promessi sposi alla loro nascita.
All’età di 7 anni per aumentare il prestigio delle proprie famiglie convolano a nozze senza però comprendere nulla di ciò che in realtà accade, ed essendo ancora giovani ritornano successivamente a vivere ognuno con i propri genitori nell’attesa dell’arrivo dell’età matura.
Isabella, dopo lungo tempo, raggiunge i 17 anni ed è venuto il tempo per lei per cominciare la propria vita con suo marito che però non vede dal giorno delle nozze.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ch. Seven
-Reconciliation Between Spouses-



<< Buongiorno figliolo >>
<< Padre! >>
<< come mai ti vedo sorpreso di vedermi? Ti avevo avvertito che sarei ripassato. >> rispose Carlisle arrogante mentre si sedeva sulla poltrona di fronte al figlio, appoggiando maleducatamente gli stivali sporchi di fango sulla scrivania di legno d’acero.
<< ho atteso settimane prima di presentarmi. Pensavo mi avresti mandato una missiva per informarmi della lieta novella e invece nulla. Allora ho pensato fossi così felice della notizia dal volermela dare a voce, così sono venuto al palazzo, e invece mi sono dovuto imbattere nella tua giovane sposa per avere qualche notizia a riguardo. E cosa ho scoperto? La puttana ha abortito! >>
Edward scattò in piedi così velocemente da far ribaltare la sedia dietro di sé
<< non osate parlare di lei in questo modo! >>

<< Sei suscettibile figliolo. Dovresti indirizzare tutto questo livore verso qualcun altro invece che verso tuo padre. Per esempio verso tua moglie, talmente incapace da non riuscire nemmeno a trattenere dentro il suo grembo un figlio. >>
<< Smettetela di parlare così! Non sapete nulla di ciò che è capitato! >>
<< So una cosa Edward. Ti avevo dato un compito che tu non sei stato capace di portare a termine. Ma che mi aspettavo infondo? Dovevo immaginare che avrei dovuto fare tutto da solo, come sempre. >>
<< No. Voi non parlate sul serio. >>
<< Figliolo, mi conosci a sufficienza per sapere che io parlo sempre sul serio. >>
<< Allora siete un folle se credete di poter venire a casa mia a minacciarmi in questo modo! Credete davvero che io vi permetterò di avvicinarvi a mia moglie per realizzare i vostri sporchi comodi? >>
Edward era in piedi e ansante, pronto a perdere il controllo della ragione da un momento all’altro, Calisle invece continuava a stare quasi disteso sulla poltrona perfettamente a suo agio.
<< non rivolgerti a me in questo modo Edward. I miei sporchi comodi sono anche i tuoi, ricordatelo bene. Sai che i debiti che mi porto dietro ricadranno su di te se non verranno sanati. Vuoi per caso perdere tutto? Finire in mezzo alla strada? >>
<< ho già dato la mia vita per voi, non vi darò anche quella di Isabella! >>
<< ma figliolo, non l’hai ancora capito che me la sono già presa? >> disse guardandolo con sufficienza e rivolgendogli un sorrisetto sprezzante << Se ti ritrovi quella ragazzina tra i piedi è solo ed esclusivamente per merito mio. Pensi davvero che ti avrebbe maritato sapendo che sei ad un passo da finire sull’astrico? >>
Edward non rispose subito, riconoscendo la verità in quelle parole.
<< non cambia il fatto che non vi lascerò avvicinarla. E’ mia moglie. Non m’importa come lo è diventata, è mia e basta. >>
Ma Carlisle a quella che doveva essere un minaccia rispose con una sonora risata.
<< lo dici come se potessi fare qualcosa per fermarmi! Non me ne frega un cazzo di quello che vuoi o non vuoi Edward.. siamo nella merda! Nella merda fino al collo e se non vuoi sprofondare nel letame assieme a me ti conviene chiudere la bocca e smetterla di piagnucolare come una donnicciola. >>
<< Io ho fatto.. ho fatto un accordo con McCarty. Siamo diventati soci e guadagnerò il 50% della rendita totale, riusciremo a metterci in piedi con quel denaro >> tentò il Duca di rabbonire il padre.
<< e in quanto tempo pensi di coprire il debito in questo modo? Eh? Lo sai? te lo dico io: anni! Ci vorranno anni! Ma che cazzo ne sai tu? Sei solo un ragazzino idiota incapace di fare il più semplice compito che suo padre gli affida. >>
<< non lascerò che voi tocchiate mia moglie >>
Ma Carlisle nemmeno lo sentì. Si alzo, aprì la porta e la richiuse alle sue spalle.


<< Duca, la mia Signora dovrebbe prepararsi per la notte. Potreste per cortesia uscire affinché io posa aiutarla a spogliarsi? >>
<< no >>
<< Edward devo cambiarmi.. per favore. >> gli  chiese gentilmente Isabella notando il profondo imbarazzo in cui la sua dama di compagnia era caduta dopo quella risposta tanto secca.
<< ti aiuterò io a cambiarti. >> rispose a quel punto il Duca fregandosene del fatto che ci fosse ancora Angela nella camera che osservava quella discussione intima con sua moglie. Ormai era dal giorno della loro riappacificazione che aveva abbandonato i toni formali di fronte ai domestici. Certo, davanti amici e colleghi continuava ad seguire il protocollo, ma in casa si era ripromesso di parlare con Isabella con naturalezza. Senza più quel “voi” che sembrava volerli tenere lontani.
<< ma mio Signore, questo è il mio lavoro.. >>
<< Angela non importa >> la interruppe Isabella con un sorriso dolce << stasera mi farò aiutare da mio marito. Prenditi la serata libera, te lo meriti. >>
<< ne è.. ne è sicura mia Signora? >> domandò dubbiosa la serva osservando con ansia il Duca seduto sulla poltrona mentre si rigirava tra le mani il pugnale che solitamente teneva affisso alla cintola.
<< sì, ne sono certa. Ti ringrazio. >>
E così la serva si ritirò lasciando i due sposi soli nella stanza illuminata unicamente dalla fioca luce delle candele e del camino.
<< che succede marito mio? Ti vedo angustiato. >> mormorò Isabella alzandosi dalla toletta per raggiungere il suo sposo e carezzargli con gentilezza i capelli.
Lui non parlò ma la afferrò per il polso e la fece sedere sulle sue ginocchia, abbracciandola forte.
<< oh, quanta passione. >> sussurrò la ragazza deliziata da tanto ardore << cosa c’è che ti angustia? E’ da questo pomeriggio che non mi lasci sola e se posso permettermi direi che la causa è la presenza di tuo padre nel palazzo. >>
<< quell’uomo è..  >> ma si interruppe, scuotendo la testa. Non voleva spaventarla. Ci avrebbe pensato lui a proteggerla. << non voglio che ti si avvicini. >>
<< è per colpa di ciò che mi ha chiesto questo pomeriggio? Temi mi abbia ferito? >> mormorò Bella riferendosi chiaramente al fatto che Carlisle le avesse domandato della gravidanza  e lei aveva dovuto spiegargli ciò che le era successo, ingoiando la vergogna nel vedere suo suocero osservarla con l’astio e il disprezzo a marchiargli il volto.
<< non ne hai voluto nemmeno parlare con me quando è capitato.. non me lo hai detto >> mormorò l’uomo stringendola forte tra le braccia in un ennesimo tentativo di scuse.
<< ero arrabbiata e non sapevo come avresti reagito. >>
<< avrei condiviso il tuo dolore. >> rispose piano Edward incrociando lo sguardo con lei e non lasciandolo più andare << avrei preso sulle spalle tutta la tua sofferenza pur di salvaguardarti da tale male. >> continuò appassionato.
<< sì,adesso lo so >> mormorò lei accarezzandogli la guancia con le punta delle dita. << Non capiterà mai più. >> e fu naturale come mai era stato, avvicinarsi a lui e posare le labbra sulle sue.
Fu un bacio dolce e timido. Delicato e dolce. Ma che presto si trasformò in qualcosa di più forte e ardente. Caldo e passionale. Quando le mani di isabella affondarono nei capelli lunghi del Duca e la lingua dell’uomo si insinuò nella bocca della sua sposa alla ricerca del suo sapore. Del suo calore. Come non accadeva ormai da tempo.
Le labbra di Edward si spostarono verso la mascella, il collo, la scollatura, permettendo alla giovane di riprendere fiato dopo tale appassionato bacio.
<< Edward.. Edward.. >> mormorò Isabella, e lui a quel richiamo si staccò di colpo, spaventato dall’aver esagerato troppo, averla stretta tra le braccia fino a farle male. Ma quando alzò gli occhi verso la sua sposa non vide paura o ansia, bensì desiderio e smania.
<< aiutami a togliere l’abito.. aiutami >> gli disse mentre portava le mani alla schiena nel tentativo di sciogliersi il corpetto.
Per un attimo Edward allungò le braccia per andarle in aiuto, ma poi si rese conto che nel palmo teneva ancora stretto il suo pugnale.
Il pensiero di Carlisle gli attraversò la mente come un fulmine.
<< No io.. io non posso Bella >>
<< cosa? P-perchè? >> la stava rifiutando?
<< devo fare la guardia, non.. non posso distrarmi >> anche se la tentazione era forte.
<< non succederà nulla  >> cercò di convincerlo lei.
<< io..  >> la fissò confuso e combattuto su cosa fare. Isabella aveva gli occhi lucidi di desiderio e il suo petto saliva e scendeva al ritmo del suo respiro. Ad ogni ansito i seni premevano contro il corpetto come a combattere per uscire e farsi lambire da baci e carezze.
Da quanto non giaceva con una donna? Da quanto tempo non stava con lei?
Il desiderio combatteva per essere liberato ma la razionalità lo tratteneva.
<< puoi poggiare il pugnale vicino al letto.. >> mormorò lei prendendolo per la mano e invitandolo ad alzarsi dalla poltrona.
<< Isabella se ti succedesse qualcosa.. >> cercò di dire Edward senza però sufficiente convinzione per fermarsi dal seguirla.
<< non mi succederà nulla. Hai detto che mi proteggerai e che nessuno mi farà del male. >>
<< e così è >> rispose lui abbassando gli occhi verso il corpo della sua sposa. Stava morendo dalla voglia di toccarla, di assaggiarla e morderla ovunque. Di rivedere il suo corpo nudo.
<< allora io non ho paura. >>
Il Duca non riuscì più a trattenersi e si piegò su di lei per lambirle la pelle sensibile del collo e della scollatura lasciata libera dal vestito.
<< fai l’amore con me marito mio.. facciamo l’amore >>
E la guerra interiore fu vinta dal desiderio.
Usò il pugnale che teneva con sé per tagliarle i lacci del corpetto e a seguito di tale gesto l’abito scivolò morbido sul corpo della ragazza, aggrovigliandosi attorno alle sue caviglie e lasciandola solo coperta dalla sottoveste di lino bianco.
Un ansito tremito usci dalle labbra dell’uomo quando con gli occhi carezzo la figura intera della ragazza.
<< Sei una visione, una dea.. >>
<< mi fai arrossire >> mormorò Isabella nascondendo un sorriso timido e andando a concentrarsi sullo sbottonare il gilet del Duca per distrarsi da tutte quelle attenzioni a cui non era abituata.
Edward la lasciò fare, semplicemente accarezzandole con leggerezza le braccia e vezzeggiandole il collo e le guancie con le labbra per accompagnarla a quel primo e goffo tentativo di svestizione di un uomo.
Si lasciò spogliare, carezzare, osservare fino a che le mani della sua sposa arrivarono alla cintola stretta  dei calzoni e si ritrovarono a combattere contro di essa facendolo sorridere.
<< lascia fare a me, tu togliti la sottoveste >> le sussurrò. E così lei fece lasciandosi scivolare le spalline giù per le braccia e facendo arricciare anche quel tessuto ai suoi piedi.
Anche il Duca fece scendere in un solo gesto i calzoni con i mutandoni al pavimento, finendo così per mostrarsi completamente nudo di fronte ad una giovane sposa anch’essa tutta nuda.
Rimasero minuti, ore, forse secoli ad osservarsi a vicenda come mai avevano fatto e ognuno trovo nell’altro la pura perfezione.
Fu la ragazza la prima ad avvicinarsi. Il Duca il primo a baciarla.
Lei la prima a carezzarlo. Lui a spingerla sul talamo.
Quando Edward sentì la pelle calda e morbida della ragazza a contatto con la sua seppe che non ci sarebbe stato mai più nulla di così bello.
La baciò con foga ma delicatezza e le passò le mani dappertutto, seguendo le sue curve, stringendo ogni sua morbida sporgenza, affogando nel suo mare di piacere.
Fu sempre attento, con gli occhi aperti per carpire fino al più piccolo segno di dolore, di paura, di insicurezza che però non si palesò mai perché Isabella lo desiderava. E lo desiderava a tal punto che poco prima che Edward le spingesse dentro il suo corpo, lei con un gesto alquanto audace per il suo carattere e la sua esperienza, fece capovolgere le loro posizioni fino a ritrovarsi sopra di lui.
<< Isabella.. >> la chiamò l’uomo non sapendo bene però come proseguire.
Ma per lei non fu un problema, perché fece parlare il suo corpo. Si piegò su di lui baciandogli il collo e il petto muscoloso, e carezzandogli con le dita leggere il ventre fino ad andare ad afferrare la sua intimità e toccarlo come mai era successo prima, cosa che fece letteralmente ruotare all’indietro gli occhi del marito tramortito dal piacere.
Edward ansimò mentre si lasciava toccare e baciare, godendosi quelle attenzioni e dandogliene a sua volta carezzandogli la schiena, le natiche e le gambe.
<< rallenta piccola.. >> le sussurrò quando il piacere iniziò ad insinuarsi fino al cervello facendolo rischiare di esplodere in largo anticipo.
Lei non disse nuovamente nulla, ma sorrise timida e divertita, allontanando le mani e nascondendo il volto nel collo di lui, vergognosa per la troppa spregiudicatezza avuta.
E a quel punto non ci fù tempo per nient’altro. Edward si limitò a controllare che fosse pronta e poi la prese così. Con lei accucciata su di lui, mentre le teneva stretti i fianchi e la guidava incontro alle sue spinte.
E fu bello. Fu dannatamente bello e piacevole tanto che Bella ad un certo punto si sollevò a sedere mostrandosi così agli occhi del suo sposo in tutto il suo splendore mentre si muoveva sul suo corpo libera di ogni pensiero e di ogni introversione, come la più passionale delle amanti.
Quando si svegliò la mattina dopo il Duca faticava a credere nella notte appena trascorsa. Aveva preso il corpo di Isabella altre due volte prima di riuscire a ritenersi sazio, eppure nonostante il corpo gli dolesse in maniera deliziosa per la fatica fisica, il tepore e profumo del corpo di donna che gli premeva accanto gli procurava una fitta di desiderio ai lombi.
E l’avrebbe nuovamente soddisfatta se non fosse stato per il bussare alla porta.
Edward sapeva che non poteva trattarsi della serva poiché loro erano avvezze ad entrare nelle stanze da letto anche mentre i padroni dormivano nel giaciglio.
Il pensiero di suo padre lo agitò, così senza pensarci due volte allungò la mano sul comò per afferrare il pugnale e si liberò dall’abbraccio sensuale di Isabella, avvicinandosi con circospezione all’uscio.
Lo aprì con gesto lento, tenendo l’arma nascosta dietro la porta in modo da cogliere impreparato il possibile assalitore. Ma quando il cigolio della porta riempì la stanza e l’aria frizzante del giorno colpì in un’onda gelida il corpo nudo e ancora surriscaldato del Duca, questo non vide il padre degenere che negli anni aveva imparato a detestare, bensì una sua guardia.
<< Mio Signore, perdonate il disturbo. >>
Edward voltò di scatto il capo verso il corpo nudo della sua sposa adagiato sul letto, e in automatico socchiuse un pò l’uscio nel timore che la guardia riuscisse ad allunare gli occhi verso ciò che era e sempre gli sarebbe stato precluso.
<< deve essere successo qualcosa di grave se sei venuto a disturbarmi mentre sono occupato con mia moglie. >>
La guardia abbassò il capo in imbarazzo.
<< mi avevate chiesto di tenere in occhio vostro padre e riferirvi ogni suo movimento.. >>
<< ebbene? >>
<< oggi ha mandato delle missive. Numerose missive, mio Signore >>
Edward lo fissò confuso.
<< hai idea del contenuto? >>
<< no, ma un messaggero è partito poco fa. Se mi date il permesso sono ancora in tempo per raggiungerlo e ottenere la lettera e il suo silenzio. >>
Edward nuovamente ruotò il capo verso il corpo della moglie, verificandone il sonno.
<< mio padre non dovrà sospettare di nulla. >>
<< mi occuperò personalmente di nascondere il corpo mio Signore. >>
Fu fatto un semplice gesto del capo, e la porta si chiuse.


<< Isabella siete pronta per stasera? Oh, che greve situazione.. ma non vogliamo che la gente venga a sapere del vostro piccolo inconveniente, non è vero? >>
<< perdonatemi ma non so di cosa parlate.. >>
<< come, Edward non ve lo ha detto? Vedi c’è stato una piccola incomprensione e si è sparsa la voce su una tua gravidanza. Certo nessuno sa che in realtà l’avete perso, ma che importa? Tanto presto ne farete un altro, no? >>
Il volto di Isabella si trasformò velocemente da un sorriso educato ad una maschera di puro orrore. E contravvenendo alle regole dell’etichetta, volto immediatamente le spalle al Duca Carlisle e iniziò a correre verso il palazzo, diretta allo studio del marito.
<< Edward! >> lo chiamò a gran voce bussando con foga alla porta che venne in velocità aperta dall’uomo.
<< Isabella, state bene? >> le domandò lui apprensivo afferrandola per le braccia quando la scorse ad un passo dallo svenimento.
Lo studio in quel momento era occupato da numerosi gentiluomini che però, accortisi della situazione delicata ed intima e sentendosi d’intralcio, salutarono il Duca e si fecero da parte.
Quando la porta dietro loro venne chiusa Edward non perse tempo e la fece sedere sulla sua poltrona apostrofandola di domande.
<< che è successo? Ti ha fatto qualcosa? Ti ha fatto del male? Bella rispondimi! >>
<< perché? Perché lo ha fatto? Perché ha voluto umiliarmi così? >> disse invece lei scoppiando in un pianto liberatorio.
Edward sapeva bene di cosa parlava. Lo aveva letto in quella missiva che suo padre aveva spedito quella stessa mattina, ma non aveva ancora trovato il modo per dirlo a sua moglie.
Come spiegarle che suo padre pur di premere per l’arrivo di un figlio aveva indetto una festa per felicitare una sua gravidanza che in realtà non era nemmeno mai iniziata. Come spiegargli che quell’uomo, sangue del suo sangue, voleva a tutti i costi un bambino per venderlo al migliore offerente come era stato fatto già con lui. Come dirle che quello stesso uomo sarebbe stato persino capace di prenderla con la violenza pur di raggiungere il suo sporco obbiettivo.
Come farlo senza che lei ne uscisse terrorizzata.
<< Mia sposa non ho idea di che piano stia progettando ma di una cosa sono certo, non gli permetterò di avvicinarsi a te! >>
<< Non voglio venire al ballo stasera. Non farmi partecipare, ti prego Edward! >>
<< Bella vorrei tanto poterlo fare, ma se tu rimanessi nelle tue stanze come farei poi a proteggerti? Sarei costretto a rimanere nel salone a fare il mio compito di padrone di casa e non potrei tenerti sott’occhio. Non potrei difenderti. >>
<< tu pensi davvero che potrebbe farmi del male? >> domandò lei con le gote ancora bagnate di lacrime.
Edward tentennò, timoroso della sua reazione, ma poi annuì piano asciugandole il viso con il palmo della mano.
<< Lo voglio fuori da casa nostra. Edward mandalo via! >>
<< è più difficile di quanto sembri Bella. Quell’uomo è pur sempre mio padre e mandarlo via non risolverà la situazione. Nulla gli vieterà di tornare a tormentarci di nuovo. >>
<< e allora cosa farai? Lo lascerai mortificarmi senza dirgli nulla? >> piagniucolò lei.
<< Perdio Bella, quello che hai perso era anche mio figlio! Pagherà per questa offesa.. ma non posso rischiare di farlo infuriare. Devo trovare il modo per liberarmi di lui in maniera definitiva. >>
E Isabella non poteva immaginare quanto fossero reali quelle parole.



Vi chiedo scusa.
Umilmente scusa.
Ci sono tante cose che vorrei dirvi e avrei tante spiegazioni da darvi, ma queste non cambierebbero il fatto che ho ritardato in modo imbarazzante con la pubblicazione di questo capitolo.
Come ho già detto in passato non ho alcuna intenzione di abbandonare la storia (anche perché in parte è già scritta sul mio pc) e spero che nemmeno voi abbandoniate me, anche se me lo merito!:(:(
Sono già a buon punto con il prox capitolo quindi spero di pubblicarlo il prima possibile.. mi piacerebbe farlo già entro la prossima settimana.
Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite, seguite, ricordate, chi mi ha aggiunto agli autori preferiti e ovviamente anche chi legge e basta. Ringrazio anche chi come sempre si preoccupa della mia sparizione scrivendomi in privato! Siete davvero gentilissime!
Un bacio
  
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