Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL
Segui la storia  |       
Autore: Alice_nyan    05/01/2015    3 recensioni
STORIA IN REVISIONE-AGGIORNAMENTI MOMENTANEAMENTE SOSPESI (bio autrice in aggiornamento per ulteriori informazioni)
Gli imperatori di barian si troveranno intrappolati in una trappola mortale! Causa o grazia di Alice?
Seguirete vicende divertenti ed appassionanti, che vi faranno riflettere su alcuni argomenti che diamo per scontato o su cui dovremmo riflettere di più, come i falsi giudizi, l'importanza della vita e della morte, l'inganno della società e le fregature dell'ignoranza.
{Capitolo-5}
Si avvicinò di qualche passo alla sedia su cui era seduta la bionda, afferrò lo schienale e lo fece girare con un movimento rapidissimo. Ma intanto Alice si era già alzata, e gli aveva spinto la sedia addosso, contro le gambe, facendolo indietreggiare.
La sedia era caduta e aveva prodotto un tonfo all’impatto col pavimento di parquet.
Era come se il tempo si fosse fermato per il ragazzo. L’aveva vista vicinissima, e di riflesso aveva chiuso gli occhi. Aveva intravisto solamente il sorriso della bariana che diventava sempre più compiaciuto. Alice lo superò con uno scatto felino, portandosi alle sue spalle. Gli afferrò la gola con le mani gelide, e diede un lieve calcio alla sua schiena, facendolo inginocchiare a terra.
Alice_nyan
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bekuta/Vector, I Sette Imperatori Bariani, Misael/Mizaeru, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  Scuse 
Era così divertente vederla camminare. Era tanto buffa quanto vedere Misael che si asciuga i capelli. Facevano tutto con estrema regalità ed eleganza, da sembrare solo due piccioni che si fingevano delle aquile. L'idea di vedere Misael nei panni di un piccione gli era sembrata geniale, e per poco non si mise a ridere. Si coprì subito la bocca con entrambe le mani, perché non voleva essere scoperto.
Si fermò dietro un angolo, poggiò le mani al muro e sporse soltanto la testa, così da vedere dove fosse diretta Alice. Vedere quella chioma bionda oscillare qua e là gli dava seriamente sui nervi. Cosa avrebbe fatto? Prima di tutto doveva scoprire qualcosa di più su quella “ragazza”, che a momenti sembrava una bambolina di porcellana, poi un mostriciattolo rabbioso, pronto a disprezzare, a guardar male, a gridare contro chiunque.
Dopo quello che era successo, doveva trovare una casa in cui vivere. Non poteva di certo tornare indietro da Nash dicendogli semplicemente “no, guarda, stavo solo scherzando, chiedo scus-” che idea assurda. Lei che chiedeva scusa a… quel deficiente? Preferiva morire. Scosse la testa a quel pensiero, e divenne subito un po’ triste. Si fermò un momento in mezzo alla strada, immersa nei suoi pensieri, finché non venne riportata alla realtà da qualche impreco e dalle urla di un ragazzino.
“Pista! Spostatevi!! Levatevi!!!” un ragazzo dai capelli corti blu e con qualche ciuffo rosso stava correndo come un matto. Sembrava lo stesse facendo apposta, rischiava di sbattere contro tutte le persone di quella via, anche se non erano sulla sua traiettoria.  Naturalmente molti di loro si scansavano, altri lo mandavano via con male parole, e c’era anche chi lo rincorreva, per farlo cadere o per dargli una lezione.
Alice alzò di poco gli occhi da terra, e vide di sfuggita una figura che si avvicinava terribilmente a lei, a rischio di collisione. Senza dire una parola si spostò di qualche passo a destra, sporse leggermente la gamba sinistra e quando il ragazzo le era arrivato a fianco gli fece lo sgambetto. Lui cadde a terra, si doveva essere fatto davvero male.
“ahia! Potevo farmi male!” sbraitò ancora a terra, dolorante.
“più di così non penso, peccato” gli rispose amichevolmente, fingendosi preoccupata “comunque mi dispiace, ti do una mano ad alzarti”  gli porse una mano, che l’altro afferrò subito. Lui si alzò, passò una mano sopra alle ginocchia e pulì il pantalone bianco. La sua espressione imbronciata diventò un enorme sorriso, capace di portare l’allegria anche nei momenti più malinconici.
Lo guardò per bene. Aveva due occhi rossi, che risplendevano ai raggi del sole, e un viso pieno di gioia e vitalità.
“non fa niente, scusami” farfugliò velocemente, poi si voltò, e fece per andarsene. Aveva parecchia fretta.
Doveva fermarlo. “a-aspetta!” disse, afferrando delicatamente il suo gilè. Doveva trovare al più presto una scusa valida per farlo restare, e doveva trovarla anche in poco tempo.
Solo allora si accorse dello spirito che fluttuava accanto al ragazzo, interamente avvolto da una luce celeste “perché c’è un astrale che ti insegue?” chiese indicandolo.
Yuma rimase immobile, gli si illuminarono gli occhi, e afferrò Alice per le spalle “riesci a vederlo??! Sei umana?” rispose sognante.
“ma che razza di domanda fai? Non lo sono! Vengo dal mondo Bariano” affermò orgogliosa, toccando i boccoli con le dita.
“ah! E’ vero! Me lo aveva raccontato Shark! Aspetta, tu sei…” si portò una mano al mento, per riflettere meglio “A… a…” L’altra seguiva i suoi ragionamenti, mimando il proprio nome con la bocca “Al… Alvina!” Alice fece una smorfia, aveva una faccia inorridita, disgustata, schifata da quel nome assurdo che aveva pronunciato. Aveva un’espressione talmente buffa, che perfino Vector, a qualche metro di distanza, si mise a ridere come un matto. Yuma era un po’ preoccupato, e si sentiva in colpa. Aveva detto qualcosa di male? Però vedere Vector fu un sollievo, trovò la scusa per cambiare discorso.
“C’è Vector! C’è Vector! Vieni anche tu!” lo chiamò, allegro come sempre. Vector se ne sarebbe voluto andare, facendo finta di niente, ma Yuma fece una corsa, lo prese per un braccio e lo trascinò vicino ad Alice.
Alice guardò malissimo Vector. Lui aveva un’espressione piuttosto sconvolta, non si aspettava di essere scoperto così presto, e per di più da uno come Yuma.
 “Tsk. Il mio nome Alice, idiota. Chiamami solamente Alice, e in nessun’altro modo. Vedi di non dimenticartelo” lo minacciò, spostando con una mano i capelli “io mi ricordo di te, Yuma Tsukumo”
“scusami ancora” disse Yuma, tenendo le mani giunte “non me lo dimenticherò, promesso. Conosci il mio nome?!”
 “ovvio. Sapessi, si parla solo di voi due ultimamente”
“beh, allora siamo famosi, vero Astral?!” disse sorridendo all’amico, che ricambiò il sorriso; aveva ascoltato tutto sin dall’inizio.
 “comunque che ci fate qui?” continuò Yuma.
“stavo facendo una passeggiata” disse fischiettando Vector, facendo l’innocente, mentre Alice continuava a guardarlo male “e tu Alice?” le chiese avvicinandosi a lei mentre rideva divertito  “cosa sei venuta a fare qui, tutta sola?” aveva voglia di provocarla.
“dovresti già saperlo” sbuffò “e comunque non sono fatti tuoi”
Dopo aver sentito ciò che stavano dicendo i due, le orecchie di Yuma si rizzarono, e curioso come non mai si avvicinò e li abbracciò, stringendosi al collo di entrambi, tenendoli stretti.
“ditemelo, manterrò il segreto” cercò di persuaderli con gentilezza.
 
 
La sua pazienza era finita. Ryoga era sempre stato un insensibile. Si credeva tanto il fratello maggiore, quando in realtà erano gemelli. Aveva sempre fatto così quando erano piccoli, e così avrebbe continuato a fare, non c’era speranza.
La luce entrava nella stanza da qualche fessura delle tapparelle. Rio era seduta sul letto, in un angolino, tutta rannicchiata. Prese un peluche che aveva lì vicino. Un pupazzo a forma di pinguino, che le aveva regalato il fratello quando erano piccoli. Era nero e bianco, e aveva un ciuffetto biondo sulla testa, che lo rendeva un pupazzo carinissimo. Lo guardò bene, finché non le si appannò la vista. Gli occhi si stavano riempiendo di piccole lacrime trasparenti, che non si decidevano a scendere dagli occhi.
“Stupido” mormorò, lanciando il pupazzo contro l’armadio che aveva di fronte. Esso rimbalzò un po’, dopo essersi scontrato contro il duro legno.
 Prese poi un grosso cuscino sul rosa confetto, lo poggiò sulle proprie ginocchia, e ci affondò il viso dentro. Lo strinse più forte che poteva, con rabbia.
“Rio, apri la porta” le ordinò Shark, facendo sobbalzare la ragazza, che, imbronciata com’era, non aveva intenzione di starlo a sentire “so bene che ci sei” abbassò il tono della voce per sembrare più convincente “apri, ti prego”
A quelle parole Rio si era sentita sollevata. Anche se avrebbe continuato a tenere il broncio al fratello, forse avrebbe fatto pace con lui, se le avrebbe chiesto scusa per primo.
Si alzò dal letto lentamente. Usò il cuscino come fazzoletto, asciugandosi gli occhi impregnati di qualche lacrimuccia. A pensarci bene non aveva per niente voglia di dargliela vinta in questo modo.
“Che cosa vuoi?” disse seria “che fai se ti faccio entrare?”
“non fa niente”sospirò a lungo “ posso anche non entrare” stette fermo per un attimo, poi sentì qualcosa sfregare dietro la porta. Shark si era seduto a terra, con il viso rivolto verso il corridoio buio, dato che non c’era nessun raggio di sole che riuscisse a penetrarvi.
Aveva capito bene cosa aveva fatto il fratello. Quando era dispiaciuto faceva sempre così, lo aveva fatto tante volte da bambino: aspettava dietro la porta senza fiatare. Gli fece male il cuore a pensarlo così triste, che ritenne giusto aprirgli la porta e farlo entrare.
“forza, entra” gli ordinò, tornando a sedersi sul letto. L’altro la seguì.
Passarono in silenzio qualche secondo, che sembrarono minuti interi. Shark fu il primo a parlare “Rio, mi dispiace aver preso decisioni senza il tuo permesso”
“già” lo ripeté qualche volta, per farglielo pesare ancora di più.
“Sì. E mi dispiace anche di non averti detto nulla. Avresti sicuramente capito”
“capito cosa?!” dopo qualche bella parola doveva per forza aver qualcosa da dire, per giustificarsi. Era estremamente irritante.
Shark cercò di calmarla (e di calmarsi), arrabbiarsi non avrebbe fatto alto che peggiorare la situazione, perciò abbassò il tono della voce, rendendola più dolce, ma senza riuscita “avresti capito, che Alice non poteva rimanere”
E così la pazienza di Rio finì, convinta che il fratello sarebbe venuto lì per scusarsi. Dopotutto Ryoga era Ryoga, e se lo sarebbe dovuto aspettare. Aveva capito benissimo cosa le aveva detto, in poche parole: “mi dispiace tanto, ma anche se te l’avessi detto l’avresti capito e avresti fatto come dicevo io. Questo perché io sono il grande capo e bla bla bla”.
“stupido!” gli gridò contro “pensi davvero che me ne freghi qualcosa di quello che mi dici tu? Tieniti pure le tue scuse!!!” detto ciò prese lo stesso cuscino e lo sbatté violentemente contro il malcapitato che aveva di fronte. Si alzò, prese il duel gaizer ed uscì dalla stanza sbattendo la porta. Compose un numero il più veloce che poteva, e non lo stette nemmeno a ricontrollare. “pronto? Ti ho chiamato per chiederti se ti va di uscire un attimo con me” disse fingendosi felice “sì, proprio ora al parco. Allora a tra poco” infuriata uscì di casa, lasciando a bocca aperta Shark.
 
 
Era una giornata calda e soleggiata. Il sole lasciava una strana sensazione sulla pelle, come un caldo abbraccio, che avvolgeva qualsiasi cosa. Era fortunata ad avere degli amici che le volevano bene, e lei ne voleva a loro. Dopo una simile litigata forse sarebbe stato meglio chiamare una ragazza e sfogarsi con lei, ma per qualche strana ragione, lui era stata la prima persona a venirle in mente.
“ciao bella” la salutò allegro “litigato col fratellino anche oggi?” la provocò un poco, girandole attorno.
“ti prego non mettertici anche tu, Thomas”
“capito. Ti va di raccontarmi ogni cosa, mentre andiamo?” le propose sorridendo.
Si avviarono insieme verso uno stagno al centro del parco, si sentivano gli schiamazzi di tanti bambini, infatti ce n’era un gruppo che giocava a palla nei dintorni. Ogni tanto qualcuno passava vicino al lago e gettava qualche briciola sull’acqua, attendendo che le anatre si avvicinassero e le mangiassero. Vedere così tanti sorrisi fece tornare il buonumore a Rio, e anche Four era contento di stare in sua compagnia.
“Shark è un essere stupido ed insensibile” concluse così il discorso, sedendosi su una panchina. Anche lui fece lo stesso, sedendosi accanto a lei. Si mise leggermente a ridere, e Rio non capì il motivo. La stava prendendo in giro anche lui? Nell’indecisione mise il broncio e si girò dall’altra parte “non ti parlo più” disse sbuffando.
Lui smise subito di ridere, e la fece girare, prendendola per le spalle. Lei non oppose resistenza, e si ritrovarono faccia a faccia, guardandosi dritti negli occhi. Lei arrossì leggermente, allora Thomas si allontanò un po’.
Per lei Four era un buon amico, e molte volte lo preferiva alle altre ragazze. Era speciale in confronto a tutti gli altri: la guardava sempre con interesse, era sempre disposto a fare qualsiasi cosa per lei. A volte temeva di dargli fastidio, ma anche se non gli parlava era lui a raggiungerla.  
“immagino che oggi non vuoi più sentire scuse, giusto?!” 
“sarà meglio”
“ridevo perché penso che non te la devi prendere così. Dopotutto sai com’è fatto tuo fratello”
“fratello? Io non ho nessun fratello”  Four si mise a ridere, e stavolta lo fece anche Rio “sì, forse hai ragione” concluse l’argomento.
“ed ora cosa farete per Alice?” domandò un po’ curioso. Era da quando era arrivata sulla Terra che ne parlava, l’aveva descritta come “una ragazza carina e simpatica che punzecchia tutti quanti”.
“Alice?” ripeté lei, cercando di ricordare di cosa stesse parlando “Giusto!” si alzò in piedi di scatto, ma si rimise a sedere poco dopo, amareggiata “non ne ho idea” 



Angolo autrice yandere
Da quanto tempo! Comunque, "ragazza carina e simpatica?" *scoppia in una fragorosa risata* questa è la cavolata più assurda che io vi abbia fatto credere. Lo capirete tutto al momento giusto, calma, con tanta calma state lentamente sprofondando nelle mie ragnatele di parole che ho tessuno accuratamente per voi. 
Visto che frase ad effetto?
 Nel prossimo capitolo (che uscirà più o meno fra un mese, cercherò di rendere tutto mensile...!) tutte le FANTASTICHE riflessioni di Vector. Vi assicuro che mi sono divertita un mondo a scriverle. 

P.S.
Ma voi avete una vaga idea di quando ci sia ygo zexal? No, perché se non me lo dite subito prendo una per una le testoline di quelli che gestiscono la k2 e... diciamo che ci faccio cose poco belle ♥ (se me lo rimettete allora ritiro quello che ho detto. forse)

Bye bye, 
Alice_nyan.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! ZEXAL / Vai alla pagina dell'autore: Alice_nyan