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Autore: tisdalesvoice    05/01/2015    16 recensioni
Uno sguardo.
Era bastato un solo sguardo per far si che gli sforzi di Zayn andassero in frantumi dopo anni.
Quando gli occhi verdi di Lydia avevano incontrato i suoi, sapeva che tutto, oramai, sarebbe cambiato.
Lui non avrebbe mai voluto che tutto ciò accadesse, soprattutto con una ragazza così innocente come lei.
Zayn non sapeva nulla di Lydia, così come Lydia non sapeva nulla di Zayn -o almeno in parte-, ma gli era bastato guardarla per qualche secondo per capire come fosse lei in realtà.
Lui la paragonava alla luce, perchè la sua purezza era così immensa capace di contagiare chiunque, anche un mostro come lui. E se lei era luce, Zayn era l'oscurità. Ma il punto era che lui non faceva parte di quel mondo. Era un essere umano, certo, ma con poteri che avrebbero potuto fargli distruggere ogni cosa... anche lei.
Entrambi erano così tremendamente diversi, ma questo oramai non aveva più importanza. Il legame che adesso avevano era indissolubile, creatosi solo con un contatto visivo.
Ma se gli avvenimenti portavano al pericolo, poteva Zayn proteggerla persino da se stesso?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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23. Left wrist

 
"Due anime diverse si incontrano, senza preavviso, così.
E tutto si capovolge, niente è più come prima.
I legami più forti sono quelli con persone apparentemente lontane dal tuo mondo,
dalle tue abitudini, dal tuo stile di vita.
Quelle che non hai mai frequentato prima,
ma che inconsapevolmente hai sempre cercato."

 

 
Il corpo di Zayn teneva Lydia bloccata contro quel muretto e sembrava farle anche da scudo da qualsiasi male potesse esserci attorno a loro.
Lui era così alto, robusto... lei a malapena riusciva a superargli la spalla. Era piccola, minuta. Aveva sempre odiato le sue braccia perchè troppo magre e flaccide, senza un minimo di forza. Anche le sue mani erano piccole confronto a quelle di Zayn. Quelle di lui erano grandi e screpolate, di segni del passato che lei cercava di immaginare ogni volta che si era soffermate a guardarle. 
Ma lei non aveva ancora un'idea chiara di tutta la vita di Zayn. Sapeva poco e niente. Pettegolezzi a cui non aveva creduto del tutto, la perdita dei suoi genitori, la sua vera natura... e che fosse rimasto solo, se non fosse per Louis. Sentiva che doveva scoprire ancora tantissime cose, ma era difficile farlo visto che Zayn non era un libro aperto come lo era lei. 
Voleva scoprire le sue paure, così da affrontarle con le sue, i suoi sogni, promettendosi di farli realizzare, e i suoi segreti piu' nascosti che poi avrebbe custodito coi suoi.
Aveva voglia di scoprire l'altra metà di Zayn e sperava che lui, un giorno, glielo lasciasse fare.
«Dove siamo?» chiese lei distrattamente, mentre cercava di far uscire le sue mani dalle maniche grandi della felpa.
Zayn non le rispose subito. Inclinò la testa di lato, guardando divertito ogni suo movimento. Solo quando vide che aveva un pò di difficoltà, la aiutò tirando più sulle spalle la felpa, facendo uscire finalmente le sue piccole mani.
Lei lo guardò, sorridendo appena, come per ringraziarlo. Ma le sue guance si colorarono ugualmente.
«Dall'altra parte della città. Non ci sei mai venuta?»
Lydia si grattò il naso, scuotendo il capo. «Non sapevo nemmeno che ci fosse, ehm... questa parte.»
«Si, be', è poco conosciuta. La identificano piu' come una periferia.»
Lei si guardò attorno e vide quanto quel posto fosse cupo, buio e spento. Nessun'auto nei paraggi, le strade erano completamente deserte. Si vedevano solo le luci dei negozi e quelle dei lampioni. Non sarebbe mai riuscita a vivere in un posto del genere.
«Porti qui tutte le tue fiamme?»
Zayn non potè fare a meno di ridere. «Fiamme?»
«Si... cioè, nuove conquiste, conoscenti.»
«Mh... conoscenti.» ripetè, guardandola curioso. «No, solo te. Sei tu la mia unica vittima.» mormorò con voce roca, facendosi piu' vicino al suo corpo.
«Oh... be', allora dovrei provare a scappare.»
Zayn poggiò le labbra sulla sua fronte, iniziando a baciarle il viso lentamente, scendendo verso le guance. «Non te lo lascerei fare.»
«Potrei sempre urlare.»
«Nessuno ti sentirebbe.» sussurrò lui, baciandola appena vicino all'orecchio.
Lydia trattenne il respiro quando l'alito caldo di Zayn le sfiorò la pelle delicata, facendole venire i brividi. E lui sembrò accorgersi di tutto, sentendolo sorridere contro di lei.
«Potrei... ehm...»
«Potresti semplicemente lasciarti baciare dal tuo rapitore così che non ti succeda nulla.» disse lui, quando le finì di nuovo faccia a faccia.
Lydia portò entrambe le mani alla bocca, coprendosi le labbra. Il dorso era contro le sue labbra, mentre il palmo era contro di lui. Zayn vide subito lo scintillio scherzoso nei suoi occhi, sentendola ridacchiare appena.
Inarcò le sopracciglia, ma accolse subito quella piccola sfida, poggiando le labbra sulle sue mani. 
Le baciò ogni centimetro della sua mano sinistra e sorrise contro di essa quando vide le sue dita chiudersi lentamente, avendo conferma del fatto che si stesse rilassando sotto il suo tocco dolce. 
Quando le baciò tutte le dita, prese la sua mano e la posò sul suo fianco, passando poi alla mano destra, facendo lo stesso percorso. 
Lydia sembrava in completa trance, tanto da non accorgersi che aveva aperto appena la bocca, respirando profondamente e cercando di restare lucida, o sarebbe caduta tra le sue braccia.
L'effetto che quel ragazzo era così forte da farla uscire come se fosse frastornata ad ogni bacio e ad ogni tocco delicato. E lei sapeva che lui ne fosse consapevole, e per qualche attimo voleva non dargliela vinta, ma proprio non ce la faceva. Zayn riusciva a raggirarla come voleva, non facendola restare del tutto lucida ad ogni suo bacio.
Quegli occhi furbi color nocciola la guardarono quando iniziò a baciarle le dita: il mignolo, l'anulare, il medio... quando finiva di baciarle ogni dito, il suo corpo gliele faceva chiudere. Si sentiva così bene, così rilassata... così amata.
L'indice era posizionato vicino alle sue labbra e lui non perse tempo a baciarglielo, lentamente. E la guardò mentre lo faceva. Vedeva quanto, si, lui riuscisse a renderla sua sotto quei tocchi, ma si chiedeva se anche lei vedesse quanto lui avesse bisogno della sua pelle e marchiarla con le sue labbra. 
Solo quando l'indice si piegò, lui trovò la via libera per le sue labbra. La baciò, e come ogni loro bacio, oramai, questo sapeva di desiderio, possesso, bisogno. 
Zayn si stava spingendo un pò oltre i suoi limiti, nel baciarla. Era sempre stato un tipo capace di riuscire a coinvolgere qualunque ragazza in un bacio, arrivando subito al dunque. Ma comunque, con lei era diverso. Con Lydia l'intenzione non era la stessa e quella era la prima volta che si ritrovava a pensare ciò mentre baciava una ragazza. Adesso la baciava con piu' intensità solo per farle capire quanto la volesse, quanto avesse aspettato fin troppo tempo per essere in una situazione così piacevole.
Fu Lydia a staccarsi, respirando profondamente alla ricerca di ossigeno, ma Zayn non smise di baciarla. Passò dalle sue labbra al suo collo, il quale baciava piu' prontamente, facendo uscire di tanto in tanto la lingua.
Il respiro di Lydia si fermò ancora, e chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare da quella piacevole sensazione che il moro le stava facendo provare, facendosi avvolgere completamente da quei brividi che adesso le stavano percorrendo tutto il corpo. Riuscì a rendersi conto solo che Zayn si era avvicinato un pò di piu', poi, del resto, non capiva piu' nulla. La sua attenzione era concentrata solo sulle labbra di lui che stuzzicavano la pelle del suo collo. 
Mai aveva provato una cosa del genere e mai nessun ragazzo l'aveva baciata così, nemmeno lì, oltre McCall. I baci di Zayn sembravano cancellare quelli che lui aveva lasciato, come se la ripulisse da quei segni sporchi che ancora erano sulla sua pelle. Non si sentiva piu' sporca, ormai.
«M-mh?» riuscì a dire. Era così persa che non aveva sentito cosa lui le avesse mormorato.
«Perchè prima hai avuto paura di quel tipo?» le ripetè. «Lo conoscevi?»
«N-no.» tentò. «S-solo che... non lo so... il suo viso...»
Zayn la sentì irrigidirsi e istintivamente la fece piu' vicina a sè, continuando a baciarle il collo, infondendole sicurezza in quei baci che le stava dando.
«Non permetterò a nessuno di farti del male.» le disse quasi con durezza. «Neanche da me stesso.»
«Tu non mi farai mai del male.» mormorò lei.
Lui tornò a guardarla in viso e trovò la sua sincerità di sempre in quelle iridi verdi. E avrebbe voluto con tutto se stesso poter farsi coinvolgere da quella sincerità, di crederci sul serio anche lui, ma non ce la faceva. La sua realtà non glielo permetteva.
«Come fai a fidarti così tanto di me?» 
«Io non mi fido del tuo demone, ma della tua vera anima, è questo il punto.»
Lui sorrise amaramente. «La mia oscurità possiede anche quella, ormai.»
Lydia scosse il capo. «Non è vero. Tu non sei una persona cattiva, Zayn. Hai la possibilità di distruggere qualsiasi cosa e chiunque, ma non lo fai. Hai imposto a tutti di non farti toccare per proteggerli, questo dimostra quanto tu tenga alla loro sicurezza... alla loro vita. Se... se fai del male alle persone, non è per tuo volere, ma per il tuo demone. E il tuo demone non ti rende ciò che sei. Tu non sei lui e non devi lasciarti condizionare dal pensiero che lui possa esserlo.» gli disse. «Tu un'anima ce l'hai e non è così dannata e oscura come tu pensi. Tu sei buono.»
Buono.
Lo aveva definito buono.
Con quale coraggio quella ragazza riusciva a definirlo così? Con quale forza restava ancora lì, tra le sue braccia, dopo tutto quello che gli aveva detto della sua reale vita? Ancora non riusciva a spiegarsi tutto ciò, Zayn.
Non mentiva, lei non lo faceva mai. Forse sapeva anche lei che i suoi occhi dicevano sempre la verità e lui cercava risposte proprio in quelli. 
Si chiedeva se le avesse detto ciò che aveva fatto quella notte, per la millesima volta, lei avesse continuato a pensare ciò.
Quel pensiero lo fece sentire così male da distogliere lo sguardo da lei. Non riusciva a reggerlo. Quegl'occhi erano capaci di farlo sentire per un minuto una persona quasi giusta, e quello dopo una persona ripugnante... schifosa. Lo facevano sentire incolpa, piu' del dovuto.
«I-io... ehm... devo darti una cosa.» mormorò lei timidamente.
Lui ebbe il coraggio di guardarla di nuovo, inarcando le sopracciglia curioso.
Lydia si allontanò da lui solo per andare verso la moto, dove aveva poggiato la sua borsa. Zayn la vide frugare per un pò per poi voltarsi e tornare di nuovo davanti a lui, nel suo nascondiglio.
«Dammi il polso sinistro.»
Lui lo fece e lei lo avvolse con un sottile bracciale di cotone, tutto rosso.
«Come mai?» le domandò curioso.
«Ehm... be', giorni fa in classe parlavamo dei miti giapponesi e c'era uno in cui parlava di un filo rosso invisibile che è legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo...» non ebbe la forza di guardarlo, così abbassò il capo, dopo avergli legato il braccialetto. «ci tiene legati alla persona alla quale siamo... destinati.» sussurrò. «Io... ehm... volevo solo che tu avessi una conferma di questo con questo bracciale rosso. Non che ci apparteniamo a vicenda ma... che io mi sento destinata a te.»
Era sempre Zayn quello che dava dimostrazioni a Lydia, almeno piu' di lei. Adesso voleva fare qualcosa per lui, un minimo gesto che potesse significare qualcosa per lui tanto quanto significasse per lei. 
Sentì le mani di Zayn poggiarsi delicatamente sulle sue guance e poi le sue labbra si premettero sulla sua fronte, dandole un lungo bacio. 
Lei istintivamente poggiò una mano sulla sua, accarezzando il dorso con il pollice. Quando lui, poi, poggiò la fronte contro la sua, lo guardò, sorridendo appena sotto quei piacevoli tocchi, e sguardo.
Non avevano bisogno di dirsi nient'altro. Niente di piu' e niente di meno. Quel bacio, quegli sguardi, e quel sorriso, era come se sigillassero quella piccola confessione fatta da parte sua e non c'era bisogno di dire qualcosa che potesse poi rovinare tutto. O che Zayn le dicesse che valeva anche per lui, dicendo un insulso "anche io". Era come se scemasse tutto ciò che provava, come se l'accontentasse. Non bastavano. Non sarebbero riuscite a dire del tutto la verità.
Zayn le mise le mani sui fianchi e le fece sedere sul muretto, mentre lei ridacchiava per quell'azione improvvisa.
Restarono a parlare lì per ore, non rendendosi conto del tempo. Si raccontarono ancora, confessandosi cose che ancora non sapevano l'un dell'altro, promettendosi con i loro soliti sguardi di custodire ogni parola di quelle piccole confessioni. E Zayn ne approfittò, in alcuni momenti, per prenderla in giro e farla arrossire come solo lui sapeva fare.
«Ora capisco perchè la chiamano grotta buia... è in pò inquietante.» ammise lei. 
Lydia non aveva avuto tempo per intimorirsi quando era passata in quella grotta. Zayn aveva corso così veloce da non farle rendere conto nemmeno che ci erano passati. L'unica cosa che aveva notato era che aveva un solo lampione al soffitto, che non riusciva ad illuminare tutta la grotta. All'inizio l'avvolgeva il buio piu' totale, poi la luce e poi di nuovo il buio.
«Non la chiamano principalmente così per la poca luce. Si dice che ci siano mostri oscuri che possono prenderti la vita e lasciarti marciare nel buio della grotta per sempre.» ironizzò l'ultima frase.
«Oh... e tu non hai paura?»
Lui ridacchiò. «Lo stai chiedendo sul serio ad un demone?»
Lydia si sentì stupida in quel momento e tutto ciò che fece fu alzare le spalle. «Ci passavi anche prima di... quello che ti è successo?»
«Si, eravamo in pochi a farlo. Gli altri si bevono troppo quelle stronzate superstiziose.»
«Magari è vero.» tentò lei scherzosamente.
Zayn sorrise amaramente per la seconda volta in quella sera. «L'unico mostro che può esserci sono io quando ci passo.»
«Zayn.» lo richiamò lei.
Lui la guardò e sorrise sotto il suo sguardo severo ma dolce.
Sospirò, poi le poggiò nuovamente le mani sui fianchi, facendola scendere. «Andiamo.»
«Dove andiamo?» domandò lei.
«A casa mia.»
La stretta allo stomaco che ebbe la fece paralizzare sul posto. «Oh...» riuscì a dire.
Nella sua mente iniziarono a vagare pensieri strani e le parole che una volta Allison le disse «se un ragazzo ti porta a casa sua è perchè vuole portarti a letto». 
Ma con Zayn era diverso. Insomma, solo il giorno prima si erano baciati e non poteva già pensare che ci fosse stata se si fosse creata quel tipo di situazione. Non era assolutamente pronta. Ed era consapevole del fatto che Zayn non aveva quelle intenzioni, ma proprio non riusciva a dare un freno a quelle stupide paranoie; inutili, per lo piu'.
Solo quando lui la chiamò riuscì a riprendersi da quei pensieri e ad avvicinarsi a lui, facendosi mettere il casco come quel pomeriggio fuori scuola, e, sorridendo, le aveva detto che prima l'avrebbe portata a fare un altro giro in moto.
Lei aveva ricambiato quello stesso sorriso, forse solo un pò piu' ampio per la contentezza, e si era lasciata portare ancora per quelle strade correndo sotto le luci dei lampioni e delle stelle a cui adesso la notte lasciava spazio.
Lydia riconobbe la strada della spiaggia mentre lui la percorreva, e si stranì quando si fermò su un marciapiede, accanto ad un mini-garage, proprio di fronte ad essa.
Lei scese e Zayn iniziò a togliere il catenaccio dalla porta del garage. Quando lo aprì, Lydia vide che all'interno erano presenti due biciclette, una palla da basket e da calcio con delle scritte sopra, alcuni attrezzi nell'angolo per terra e quattro foto appese. Era molto piccolo, ma la moto ci entrava.
«Non rischi di fartela rubare qui?» domandò mentre lui posava la moto.
«Tu devi renderti ancora conto a che ragazzo appartieni.» le disse, chiudendo la porta del garage e richiudendola con il catenaccio.
«Oh, ma che tenebroso il ragazzo Malik.»
Lui la guardò, rimproverandola scherzosamente con lo sguardo, e lei rise mentre le prendeva la mano e insieme attraversavano la strada per andare in spiaggia.
Lydia si lasciava guidare, anche se non capiva perchè la stesse portando proprio in spiaggia se dovevano andare a casa sua.
Camminarono sul sentiero dei bagnanti e poi arrivarono verso l'altro lato della spiaggia, iniziando a camminare sulla sabbia e passando sotto al grande molo. Quando oltrepassarono le grandi rocce sotto di esso, camminando su quel piccolo spazio di sabbia che c'era, Lydia trovò davanti a sè dei grandi alberi e quando li superò, finalmente, la vide.
«Questa è casa tua?» domandò sorpresa.
«Si...»
La casa era situata sul piccolo molo che c'era anche lì e Zayn la condusse verso le scale, che poi con calma salirono.
Quando arrivò in cima, Lydia fu libera di studiarla meglio. Era di legno, scuro, e ai lati della porta c'erano delle lanterne da giardino appese, e due finestre.
La casa era ricoperta di possenti alberi attorno a sè tutto questo le dava un'aria ancora piu' piacevole.
Mentre lui prendeva le chiavi per aprirla, lei si guardava intorno, ammirando ogni particolare di quel posto meraviglioso. Mai aveva visto un posto così carino come quello: una casa sul molo, ricoperta completamente dagli alberi dalla foresta. Un posto piacevole e tranquillo, davvero adorabile.
Solo quando la sua attenzione tornò a lui, i suoi pensieri la bloccarono ancora, tenendola ferma lì, impalata su quei piccoli scalini. 
Lui la guardò confuso. «Puoi entrare, sai?»
Lei premette le labbra insieme e piano si avvicinò, entrando in casa.
Quando Zayn chiuse la porta alle sue spalle, lei alzò lo sguardo, iniziando a guardarsi intorno.
La stanza era molto ampia e di fronte a sè c'erano due porte: una era chiusa, l'altra lasciava intravedere un letto. Sulla sinistra c'era il piano da cucina, con dietro fornelli, il frigo nell'angolo, un lavello e la lavastoviglie. Due sgabelli erano vicino al piano cucina e poi un tavolo, piccolo e quadrato, con una sedia per ogni lato.
Sulla destra, una divano nero era posizionato sotto al muro, proprio dov'era la finestra. Un piccolo tavolino di legno davanti a sè, posizionato sopra un tappeto di decorazioni arabiche.
La casa era di legno ed era arredata in stile moderno, con dei mobili color mogano. 
Lydia notò che non c'era una tv, ma solo un pc portatile chiuso poggiato sul piano da cucina. Non c'era una libreria o un qualsiasi altro gioco elettronico. C'erano dei quadri appesi sulle pareti, alcuni con dei disegni a fantasia molto colorati, mentre in altri c'erano alcune fotografie. Lydia si diede la libertà di girovagare per quella stanza, cercando qualche particolare che non aveva visto prima.
E Zayn la guardava camminare per casa sua, pensando a quanto quella scena fosse strana, ma che volesse che fosse così per il resto dei suoi giorni.
Lei, nella sua casa, insieme a lui, tutti i giorni.
Non aveva mai fatto venire nessuno lì, a parte Louis o suo zio. Non aveva portato mai nessuna ragazza, nemmeno per divertirsi. Aveva altri posti. Lydia era la prima e... già immaginava lei gironzolare per quelle mura, con una sua maglietta larga che le copriva l'essenziale, le gambe nude, con i capelli lunghi e disordinati per essere rimasta nel letto fino al mattino tardi, tra le sue lenzuola. O magari mentre era sul divano a leggere uno dei suoi libri preferiti, e cercava di ignorarlo mentre lui la stuzzicava iniziando a toccarle i capelli. Mentre gli preparava la colazione o faceva i compiti sulla scrivania della sua stanza.
Immaginava già una vita, insieme, e a lei, tra quelle mura.
«E' molto bella.» mormorò lei, sorridendogli.
«Me la regalò mio zio per i miei sedici anni...»
«Hai sempre vissuto da solo qui?»
Lui annuì e Lydia confermò la sua idea del fatto che Zayn fosse sempre stato solo, se non fosse stato per Louis.
Quando guardò verso la sua camera, chiese con lo sguardo se potesse e lui annuì, sorridendo.
Lydia ci entrò e vide quanto essa fosse piccola e semplice: una scrivania sulla sinistra, con alcuni fogli sparsi sopra, una sedia, un armadio e un cassettone difronte, e il letto sulla destra, sfatto, sotto al muro. Per terra, c'era qualche maglietta e un jeans, e lei non potè fare a meno di sorridere divertita, guardandolo.
Lui si grattò la nuca, imbarazzato. «Non avevo previsto visite.» si giustificò.
Lei ridacchiò e si avvicinò di piu' alla scrivania, studiando quei fogli, cercando di capire qualcosa in piu' di lui, ma rimase sorpresa nel vedere cosa loro rappresentassero.
Su ognuno di essi c'era il ritratto di una ragazza che dormiva, in varie posizioni: una abbracciata al cuscino, una sul fianco, un'altra con solo la mano sullo stomaco... 
Quando alzò lo sguardo verso il muro, vide che ce ne fossero altri appesi. In alcuni erano presenti sempre degli occhi, disegnati in modo diverso. 
«S-sono io?» riuscì a chiedere, con il cuore che le batteva all'impazzata.
Lui annuì, avvicinandosi a lei con le mani in tasca.
Lydia tornò a guardare quei ritratti e non potè fare a meno di pensare a quanto fossero meravigliosi. Lei, raffigurata mentre dormiva in posizioni diverse o ritratti del suo viso visto piu' da vicino. Si chiedeva se fosse realmente così bella come quei disegni.
Un piccolo block notes attirò la sua attenzione e istintivamente lo prese, aprendolo. C'era il suo viso in ogni pagina, dalla prima all'ultima, in espressioni del viso diverse ma che cambiavano lentamente.
Quando capì il meccanismo, ripartì dalla prima pagina, piegando appena il block notes e sfogliando velocemente le pagine.
Era lei, che da un espressione calma e appagata, sorrideva abbassando appena lo sguardo. Ed era colorato, a differenza degli altri ritratti, e le sue guance poi si coloravano di rosso quando sorrideva.
«Qui è quando ti ho chiamata per la prima volta... ehm...»
«Piccola.» finì lei, arrossendo.
Lo sentì sorridere, poi quando ebbe il coraggio di guardarlo, si voltò e lui la attirò a sè, poggiando le mani sui suoi fianchi.
«Vorresti restare qui stanotte?» 
Quando lo guardò negli occhi, Lydia si dette della stupida da sola. Perchè farsi quelle paranoie per niente? Zayn la rispettava, era sicura di questo, lo leggeva nei suoi occhi e proprio adesso, non voleva essere in nessun'altro posto se non con lui.
«I-io... ehm... non ho i vestiti.»
Lui sorrise. «Indosserai qualcosa di mio. Credo che questo non ti dispiaccia, no?»
Lei sorrise appena, abbassando lo sguardo. «No...»
Lui si staccò da lei per prendere dal cassettone qualche suo indumento. «Puoi farti una doccia, se vuoi.» le disse, per poi porgerglieli.
«Oh... g-grazie.» era così in imbarazzo. Non si era mai trovata in una situazione del genere.
«Nel frattempo io, mh, sistemo un pò di roba qui dentro.» disse Zayn, indicando i vestiti per terra, sentendola sorridere. «Porta vicino alla cucina.» le indicò.
Lydia annuì e con calma uscì dalla stanza, andando in bagno.
Anche questo era del tutto moderno e non possedeva solo una doccia, ma anche una vasca nell'angolo della stanza. Un grande specchio e ad entrambi i lati di esso delle luci. Un mobile da bagno con lavabo, e sopra un bicchiere con uno spazzolino e alcuni prodotti per la barba. Accanto, un piccolo cassettone con forse altri suoi prodotti. C'era anche una piccola finestra, proprio sopra la vasca.
«Vuoi che ti faccia compagnia? Sai, per assicurarmi che vada tutto bene.» lo sentì dire.
Lei arrossì, seppur lui non la stesse guardando. «N-no, grazie.» e quando lo sentì ridere, chiuse la porta.
Prese un bel respiro profondo e si disse mentalmente di restare tranquilla, che non sarebbe successo niente di così eclatante. Non sapeva nemmeno perchè fosse così in agitazione, ma era la prima volta che era a casa di un ragazzo, loro due, da soli... e aveva appena accettato di restare per la notte. Non l'aveva mai fatto e non voleva nemmeno sembrare così stupida agli occhi di Zayn. Chissa' con quante ragazze si era trovato in questa situazione...
Scosse il capo e si intrufolò subito in doccia, facendo una doccia veloce. Quando finì di asciugarsi, prese i vestiti che Zayn le aveva dato e sbarrò gli occhi quando vide che aveva solo una maglia larga a mezze maniche e dei boxer. Arrossì di botto e sentiva decisamente troppo in quella stanza.
Sapeva che comunque Zayn non le avrebbe dato qualcos'altro perchè la voleva proprio con quei vestiti per vederla in imbarazzo. 
Indossò i boxer neri e la maglia, sciogliendosi poi i capelli che aveva legato per non bagnarli.
Aprì lentamente la porta e si incamminò verso la stanza, a piedi nudi. 
Si fermò solo quando vide Zayn uscire dalla sua camera a petto nudo e il pantalone di una tuta grigia.
Ingoiò il vuoto e iniziò a torturarsi le dita delle mani, non riuscendo a staccare gli occhi da lui mentre si avvicinava.
Aveva sempre ammirato il corpo di Zayn mentre si allenava, arrossendo quando poi lui la trovava a farlo, e adesso, vederlo così da vicino, vedere ogni definizione dei suoi muscoli... le faceva avvampare il viso ancora di piu'.
In un attimo, era di nuovo attaccata al suo corpo sentendo questa volta, però, la morbidezza e il calore del suo petto nudo. Impacciata, ci poggiò le mani, sentendo il battere del suo cuore.
Le mani di lui si poggiarono sulla base della sua schiena, accarezzando quella parte dolcemente. La scena che si era immaginato poco fa si era appena realizzata.
Le sue dita salirono sulla sua schiena e le sorrise malizioso quando vide che non aveva il reggiseno. 
Lei si mordicchiò il labbro, mugugnando imbarazzata contro di lui e arrossendo come di sua abitudine, ormai.
Lui non smise di accarezzare quella sua pelle liscia, candida, morbida, e pensò di volerla baciare tutta, quella schiena. 
Poggiò le labbra sulle sue, baciandola con lentezza, e scese una sua mano sul suo sedere, stringendolo delicatamente. 
Lei gemette dall'imbarazzo contro la sua bocca e lui le prese il labbro inferiore tra i denti, tirandolo appena.
«Tu non hai idea da quanto tempo avrei voluto farlo.» ammise Zayn, attirandola ancora di piu' a sè, col suo labbro ancora tra i denti. I secondi dopo lo passò a stuzzicarlo, sotto i suoi piacevoli mugugni. 
Fu costretto a smettere quando suonò il suo cellulare. Lesse il nome sul display e sbuffò, poi la sua attenzione tornò a lei. «Va' a letto.» le disse dolcemente, per poi darle un bacio sulla fronte.
Lydia non ebbe il tempo nemmeno di chiedergli se venisse anche lui che Zayn aveva già risposto al cellulare, sbraitando già l'attimo dopo.
Restò per qualche attimo a guardarlo, poi quando lui si voltò e le sorrise compiaciuto, abbassò il capo e si avviò frettolosamente nella sua camera.
Prese a guardare di nuovo quei ritratti, provando a vedersi bella come Zayn l'aveva disegnata, ma proprio non ci riusciva. Lui la vedeva così? Lei lo era realmente?
Si sporse un pò verso la porta e lo vide camminare avanti e indietro, parlando duramente al telefono. Si chiedeva chi potesse essere a farlo arrabbiare così tanto.
Andò a sedersi sul letto, coprendosi solo le gambe col lenzuolo e provò a restare sveglia, ma qualche secondo dopo si era già stesa provando a dormire.
Si svegliò dieci minuti dopo, in ansia, non trovandosi Zayn nella stanza.
Scese dal letto e si appoggiò allo stipite della porta, vedendolo sul divano ancora col cellulare il mano. Per come stava digitando, sembrava stesse mandando qualche messaggio.
«Zayn...» lo chiamò.
Lui si voltò e gli si mozzò il fiato davanti a quella visione. Lydia aveva tutti i capelli portati sulla spalla destra, le gambe unite e i piedi che si sfregavano a vicenda per cercare un pò di calore. Gli occhi piccoli, ristretti in due fessure per il fastidio della luce, dove poi uno sfregò piano con la mano.
Una bambina. Una tenera e dolce bambina, la sua, proprio nella sua casa.
«Credevo stessi già dormendo.» disse lui.
«Ti stavo aspettando...» mormorò con la voce impastata dal sonno. «N-non vieni?»
Lui sorrise intenerito. «Si...» rispose, spegnendo definitivamente il suo cellulare.
Si alzò e si avvicinò a lei, conducendola sul letto. 
Lei si sistemò, facendosi piu' sotto al muro per lasciargli spazio e lui fu libero di stendersi accanto a lei, comprendo entrambi con la coperta.
Si voltò verso di lei e già la trovò a farsi piccola piccola contro di lui, stringendosi forte al suo petto, come per cercare calore, rifugio.
Lui sorrise e dolcemente la strinse a sè, guardandola dormire per la prima volta tra le sue braccia.

 
—— ❀ ————


«Che cosa hai scoperto?» domandò Louis.
«E' difficile scoprire qualcosa in piu', Louis.» disse il ragazzo dall'altra parte del telefono. «Non riesco a seguirlo piu' di tanto... non è mai solo e dopo perdo le sue tracce. Stiamo parlando anche di un pezzo grosso.»
Lui sospirò. «Mandami la mappa.»
Lo sentì digitare dall'altra parte del telefono e lui entrò nella sua email, dove pochi secondi dopo gli arrivò un nuovo messaggio.
Lo aprì e cliccò sul link della mappa. Era una piantina della città, ma i segni che il ragazzo aveva segnato erano al di fuori di essa. 
«Le linee nere sono quelle dove sono riuscito a seguirlo. Parti che conosci anche tu, poi, quella cerchiata in rosso è quella dove perdo le sue tracce. Come se sparisse d'improvviso... una cosa troppa insensata... sovrannaturale.»
«Gia'...» commentò Louis, sentendosi preso in causa anche lui. «Be', cerca finchè puoi. Quest'informazione mi è stata utile.»
«Okay, ti contatterò quando scoprirò qualcos'altro.»
«Bene.» e chiuse la chiamata.
Louis restò a guardare e studiare quella mappa per un bel pò, finchè non si alzò, indossò il giubbotto e uscì da quell'appartamento, recandosi nel posto cerchiato in rosso.

 
—— ❀ ————


Lydia uscì dalla sua camera guardando confusa per il corridoio.
Tutte le porte erano aperte e c'erano frammenti di vetro e alcuni vestiti per terra.
Aveva visto così tante volte quella scena, ma adesso sentiva qualcosa di diverso. Era accaduto qualcosa.
«Mamma?» chiamò. Non ottenne nessuna risposta.
Iniziò a scendere le scale, con cautela, cercando di non mettere i piedi sul vetro.
Si affacciò nella cucina ed era letteralmente sotto sopra. Un casino. Mobili aperti e distrutti, piatti e bicchieri rotti per terra, insieme alle posate. 
Era come se qualcuno stesse cercando qualcosa di specifico, distruggendo qualsiasi cosa pur di trovarla.
Uscì dall'abitazione, recandosi sul marciapiede. Era mattina, ma il sole non splendeva nel cielo limpido: c'erano le nuvole grige che lo coprivano, minacciando di far scendere la pioggia sull'asfalto.
Solo quando Lydia si voltò sulla sua destra, la vide. 
Sua madre era alla fine della strada, a piedi nudi, con il jeans largo, la sua maglietta bianca e il suo giacchettino grigio.
I suoi capelli biondi erano scompigliati e la frangetta quasi le copriva gli occhi per quanto fosse cresciuta. Ma lei le riusciva a vedere, quelle iridi, verdi come li aveva lei, ma di una speranza che non faceva piu' parte di essi. Riusciva a vedere il dolore in quegli occhi e quando se ne rese conto, iniziò a sentirsi pizzicare la gola.
Avrebbe voluto portare via quel dolore dagli occhi di sua madre, e gli chiedeva ogni giorno di andarsene via da lì, di scappare, insieme. Ma non l'avevano mai fatto.
«Mamma.» riuscì a dire in un mormorio, e seppur la madre fosse lontana, sembrò sentirla.
Iniziò a camminare verso di lei e la vide voltarsi alla sua sinistra. Lydia guardò dove era ricaduta la sua attenzione e riuscì a vedere solo una mano che teneva in pugno una pistola, tra i cespugli. Ed era puntata proprio su sua madre.



«Mamma!» gridò.
Lydia si svegliò di soprassalto dal suo sonno, portandosi seduta e cercando di riuscire a respirare di nuovo normalmente.
«Lydia, hey...»
Solo qualche secondo dopo riuscì a rendersi conto che Zayn era seduto accanto a lei e che la guardava preoccupato.
Non potè fare a meno di far inumidire i suoi occhi e abbassò lo sguardo, riuscendo a trattenere appena un singhiozzo.
In un attimo, Zayn già la stava stringendo a sè, accarezzando la sua schiena cercando di calmarla.
«Shh...» le sussurrò. «Era solo un incubo...»
Lydia si lasciò confortare da quei piacevoli sussurri e le grandi mani di lui, che dolcemente le accarezzavano il corpo, riuscirono a tranquillizzarla del tutto, fermando le lacrime che minacciavano di scendere dal suo viso.
Era la prima volta che qualcuno la confortava dopo un suo brutto sogno. Si sentiva così al sicuro tra le sue braccia che in quell'attimo riusciva a farle dimenticare anche cosa avesse sognato poco fa.
Quando portò attenzione al suo abbigliamento, alzò il capo dal suo petto, guardandolo. «Devi andare via?»
Lui le spostò una ciocca di capelli dal viso. «Si, devo fare alcune commissioni...»
«Resti un altro pò con me?» gli chiese timidamente. «Per favore.»
Zayn sorrise appena. «Certo.»
Lei non gli diede il tempo di fargli ammirare un suo piccolo sorriso che aveva già appoggiato il capo contro il suo petto, poggiando una mano sul suo stomaco, stringendosi a lui.
Lui ricambiò appena quella stretta, poi la sentì immobilizzarsi su di sè quando la scoprì dal lenzuolo e con calma le prendeva le gambe, portandole in grembo su di lui. Adesso le era completamente in braccio: una mano era posizionata sul suo fianco, per tenerla, mentre l'altra prese ad accarezzarle lentamente le gambe nude, su e giù.
Un movimento lento, dolce e sensuale, tanto da non dar peso neanche al suo imbarazzo. Lydia riuscì a rilassarsi completamente sotto il suo tocco e a momenti si sarebbe potuta addormentare di nuovo. Stava così bene.
Spostò appena la testa dalla sua spalla solo per avere una visuale migliore del suo profilo, ma lui sembrò non notarla. 
La mano di Lydia, quasi con la stessa lentezza di Zayn, gli toccò il petto, salendo verso il collo. Quando superò lo scollo della sua maglietta blu, sentì la sua pelle calda e morbida, e con l'indice iniziò a toccargli il collo, superando il pomo d'adamo, sentendo i peli duri della barba sotto i suoi polpastrelli.
Lo vide ingoiare il vuoto. «N-non continuare a farlo.»
Lei ritirò subito la mano. «Scusa.» mormorò.
Zayn si voltò a guardarla e vide quanto quegli occhi da bambina fossero mortificati, come se avesse fatto qualcosa di tremendamente sbagliato. Se solo fosse riuscita a capire che effetto avesse su di lui, da farlo impazzire anche con un tocco così semplice ed innocente.
Il suo cellulare suonò e lo prese dalla tasca del jeans, rifiutando la chiamata. Poi la guardò di nuovo. «Stai bene?»
Lei annuì, chiudendo poi gli occhi quando lui le baciò la fronte.
«Torno tra qualche ora.»
«Okay...» mormorò lei.
Sobbalzò quando lui si alzò, prendendola in braccio e poggiandola di nuovo sul letto. Quando il suo sguardo tornò a lei, Lydia si affrettò a coprire di nuovo le sue gambe col lenzuolo, sentendolo sorridere divertito.
«Fa' come se fossi a casa tua. Mangia e fai quello che vuoi. Nel frigo non c'è molto, ma a questo provvederemo presto.»
«Oh, ehm, grazie.»
«Mangia, Lydia.» si raccomandò lui di nuovo.
«Okay.»
Lo vide farle un sorriso appena accennato e poi sparire dietro la porta, sentendo quella d'entrata chiudersi. 
Sperava di non aver dato a vedere quanto fosse triste in un suo allontanamento, ma per quanto si fosse forzata nel sembrare normale, sapeva che non era riuscita nel suo intento. Non voleva sembrare una di quelle fidanzate attaccate come sanguisughe al loro ragazzo, ma adesso che voleva restare un altro pò con lui, ora che ne avevano la possibilità, Zayn doveva andare via. Di nuovo. 
Doveva ancora scoprire che lavoro facesse per tenerlo impegnato così tanto.
Si stese di nuovo sul letto e strinse le lenzuola a sè, respirando il suo odore. Restò lì per un bel pò, poi decise di alzarsi. Si appoggiò allo stipite della porta, guardando l'enorme salone.
Era proprio bella e confortevole. Aveva sempre desiderato una casa così, e poi, era su un molo.
Si avvicinò alla finestra accanto alla porta, guardando il panorama che offriva. 
Il mare era calmo anche quella mattina e gli alberi accanto alla casa davano un paesaggio bellissimo. Quella vista era così bella che Lydia era tentata dall'andare sul molo e magari sedersi un pò lì, ma non ce l'avrebbe fatta. Troppa, troppa paura.
Prese a girovagare per casa e si fermò vicino ad una foto appesa nel salone, dove c'erano raffigurati Zayn e Louis. Erano sul pavimento, Louis in primo piano con un'estrema quantità di capelli in stile caschetto, mentre invece, Zayn era sul retro, dietro di lui, con i capelli portati sulla fronte. Sembrava sorpreso che gli stessero scattando la foto, ma aveva sorriso lo stesso. Entrambi lo facevano all'obiettivo, e Lydia non aveva mai visto Zayn sorridere così tanto. Sembrava felice, lo si vedeva, anche dai suoi occhi. Sembrava spensierato, libero... si chiedeva se lo avrebbe mai visto un Zayn così.
Vide le altre foto appese e queste rappresentavano sempre loro, in situazioni diverse. Si ritrovò a ridacchiare mentre le guardava. Alcune erano così buffe.
Quando arrivò alla porta distante dalla camera di Zayn, fu tentata dall'aprirla, e quando lo fece, vide che era chiusa a chiave. La curiosità iniziò già a divorarla dentro ma la mise a freno e andò a lavarsi. 
Quando finì di sistemare anche il bagno, uscì, andando poi nella sua camera a sistemargli il letto. Fece lo stesso anche con la sua borsa e vide che era passata piu' di un'ora. Zayn non era ancora tornato.
Il suo stomaco iniziò a brotolare e si era ripromessa di non toccare nessun cibo che fosse di Zayn, anche se lui si era raccomandato col suo sguardo severo. E poi adesso aveva fame sul serio. Era dallo scorso pomeriggio che non mangiava. 
Con un pò di coraggio, si avvicinò alla cucina e aprì un mobile, trovando subito un barattolo di cioccolata. Era da tempo che non ne mangiava un pò.
Prese un cucchiaino e iniziò a mangiare, sentendosi quasi felice. La cioccolata le faceva quell'effetto.
«Che stai mangiando?»
Lydia quasi sobbalzò quando vide Zayn far ingresso in casa e che lentamente si avvicinava a lei, guardandola curioso e divertito allo stesso tempo.
«Cioccolata.» riuscì a dire, con la bocca piena e le guance rosse per l'imbarazzo.
«Non era meglio un bel piatto di pasta?» le domandò, sedendosi sullo sgabello.
«La cioccolata è migliore di qualsiasi cosa.» si giustificò lei.
«Certo.» commentò lui, incrociando le braccia sul bancone divertito.
La vide guardarsi intorno nervosa e lui intuì il suo imbarazzo. «Puoi continuare a mangiare, Lydia.» ridacchiò.
«Ne vuoi un pò?» 
«No, magari dopo.»
Lydia riprese a mangiare, sotto lo sguardo divertito del moro, che non aver perso occasione per scherzare e prenderla in giro. Quando si sentì piena, posò il baratto e pulì il cucchiaino, poi si appoggiò vicino al lavello.
«Cosa c'è?» le chiese il moro.
«Mi sento incolpa.»
«Perchè?»
«Ho mangiato troppa cioccolata.»
Alzò gli occhi al cielo. «Oh Dio, Lydia.» disse, scendendo dallo sgabello.
«E' vero.» insistette lei. «Forse dovrei iniziare una dieta.»
«Tu, una dieta. Sul serio? Devi dimagrire le ossa?» chiese sarcastico, avvicinandosi a lei. «Spero che questa cioccolata ti faccia effetto così metti qualche chiletto in piu'.»
Lei lo colpì sul braccio. «Hey! Hai detto una cosa bruttissima! Io non voglio ingrassare.»
«Sei troppo magra, Lydia.» la richiamò dolcemente, mettendole le mani sui fianchi. «Riesco a sentire le tue ossa sotto le mie mani, e anche a vederle. Sei dimagrita molto da quando ti ho conosciuta.»
«Non è vero...» mormorò.
«Devi mangiare.» ripetè. «E adesso che le cose tra noi sono molto piu' facili, farò si che tu lo faccia.»
Lydia incrociò le braccia al petto, imbronciandosi. «Tu mi vuoi obesa.»
Lui rise e non provò a ribattere perchè si stava già avvicinando alle sue labbra per baciarla. E lo fece.
Lydia aveva aspettato che lo facesse da quando aveva aperto gli occhi quella mattina. Aveva seriamente bisogno di quel bacio, delle sue labbra. 
Entrambi schiusero la bocca, assaporando l'uno le labbra e la bocca dell'altro, mischiandone i loro sapori. La bocca di Zayn sapeva di tabacco e menta e Lydia potè quasi dire di aver fumato per la prima volta, mentre lo baciava. Mentre la sua, sapeva di cacao e nocciole e Zayn potè dire di aver avuto la sua portata di cioccolata.
«Ciao.» le mormorò lui, dopo essersi staccato.
«C-ciao.» ricambiò lei. «Ehm, vado a lavarmi i denti.» disse imbarazzata, andando in bagno. Sentiva la sua risata dietro di sè.
«Come li laverai?» le domandò curioso. Aveva da incalzarle un discorso molto efficace ma si diceva da solo che era fin troppo presto per chiederglielo.
«Le dita sono molto efficaci a volte.» 
«Oh, tu non immagini neanche.» rispose lui, con una punta di malizia nella sua voce.
«Cosa?»
Lui sorrise per la sua ingenuità. «Niente.»
Si appoggiò allo stipite della porta, con le mani in tasca, guardandola mentre si lavava i denti, tenendosi i capelli in una mano per non farli cadere nel lavandino. E aspettò un suo esteso sorriso scherzoso dove gli faceva vedere i denti puliti e bianchi.
Restarono a casa per altre ore, seduti sul divano a parlare e scherzare tra loro, poi Zayn la accompagnò a casa, non per suo volere.
«Avresti potuto studiare anche a casa.» obiettò lui, quando lei scese dalla moto porgendogli il casco.
«Non avrei potuto concentrarmi.»
«Se non puoi fare a meno di guardarmi per via del mio fascino, scusa, ma non posso farci nulla.»
Lei lo colpì scherzosamente, ridendo. «Grazie... per, ehm... avermi fatto restare a casa tua stanotte.»
«Cosa che si ripeterà. Magari porta uno spazzolino.»
«E dei vestiti.» aggiunse Lydia.
«Di quelli puoi farne a meno.»
Lei sorrise, abbassando lo sguardo, poi con un pò di coraggio, tornò un pò seria. «Un giorno mi parlerai di come è iniziato tutto?»
Zayn sapeva che quella domanda sarebbe arrivata presto, ma comunque, era una cosa che anche lui sentiva di dover fare. Così annuì. «Si.»
Lydia gli fece un sorriso appena accennato, e si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia, ma lui girò il capo, facendo incontrare di nuovo le loro labbra.
«Ciao.» la salutò.
«Si, ehm... ciao.» lo ricambiò, ancora stordita per quel bacio.
Zayn la vide chiudersi la porta di casa alle spalle, poi sistemò meglio il suo caso sul braccio e girò, tornando a sfrecciare su quelle strade.

 
—— ❀ ————


Lydia ripeteva per l'ennesima volta quel nuovo capitolo per la lezione di lunedì quando sentì lo sbattere della porta d'entrata.
Si avvicinò frettolosamente alla porta per chiuderla a chiave, quando poi sentì un'altra voce oltre a quella di Duke. 
«L'hanno ucciso.» Kole.
Lei chiuse la porta, lentamente, anche la serratura, e appoggiò l'orecchio vicino al legno per sentire di cosa stessero parlando.
«Si, l'ho saputo poco fa.» disse Duke.
«Ti troveranno e non hai molte vie di scampo.»
Un sospiro, poi un tonfo. Lydia dedusse che Duke avesse colpito il muro o dato un pugno sul tavolo.
«Contrattare non se ne parla...» disse l'uomo.
«No, anche perchè ti faranno fuori in un attimo.»
Lydia non sapeva a cosa o chi si riferissero. Da quando si era trasferita lì, il mondo di Duke era sempre stato un mistero per lei e non ci aveva capito ancora nulla su che cosa facesse. Sapeva solo che non faceva di certo un lavoro nobile.
«Hai pensato a qualche soluzione?» domandò Kole.
Duke ci mise un pò per rispondere. «Ci trasferiremo.»
E il cuore di Lydia perse un battito.


 

Ciao, ciao, ciao!
Allora, come state?
Io esaurita e depressa.
Cioe' raga, TRA POCO SI TORNA A SCUOLA.
E' FINITA LA PACCHIA.
Io stavo pensando di suicidarmi.
Poi se qualcuno vuole unirsi a me, no problem.

Andiamo avanti.
Partiamo dal fatto che non sono per niente soddisfatta
di questa cosa che ho scritto.
Cioe', l'ho riletta ed ero tipo "wtf".
Poi vabbe', per voi il mio giudizio sui miei capitoli non conta mai un cazzo,
quindi faccio parlare solo voi ahahah
Allora.
Abbiamo due Zydia smielati da far schifo, che dormono per la prima volta insieme,
una Lydia che dà un'ennesima dimostrazione a Zayn insicurodelcazzo Malik,
un Louis che non si sa cosa sta facendo e poi BOOM! 
Duke dice che si trasferiranno.

Che pensate, che pensate, che pensate?
Forza, fatemi sapere ogni cosa uu

La foto dei fetus!zouis
P I A N G O



E mettiamo anche un demon!zayn




Comunque, se avete fate qualche foto sugli Zydia,
non esitate a mandarmela.
E se volete parlare con me, a disposizione sempre uu
E, ancora, se qualche canzone vi ricorda loro, ditemela uu

twitter: @infintynaples
Facebook: Tisdalesvoice Efp
ask.fm: @TisdalesvoiceEfp (voglio taaaaante domande uu)

Peppina vi ama SEMPRE.
chiss chiss, peppina.

 
   
 
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