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Autore: tbhhczerwony    05/01/2015    1 recensioni
[seguito della fanfic "—what am I really?"] [Hayami centric] [come nel prequel, possibile HamaHaya e altre coppie accennate] [sospesa]
dal primo capitolo:
"Sospirò, ormai soffocato dal caldo che c’era in pullman, il bello è che era pieno inverno, se usciva fuori rischiava di beccarsi un bel raffreddore, anche se aveva già la tosse ed era già tanto. Prese il suo cellulare e guardò l’ora, subito dopo si guardò in giro per i vari finestrini e vide che era già arrivato a destinazione, premette il tasto per fermare l’autobus e cercava di andare verso l’uscita del mezzo di trasporto, ripetendo varie frasi come «Mi scusi può farmi passare?» oppure un semplice «Permesso». Appena l’autobus si fermò poté uscire fuori, finalmente. Prese un respiro profondo e sorrise.
«Ah, finalmente un po’ d’aria!» esclamò contento.
"
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hamano Kaiji, Hayami Tsurumasa, Kurama Norihito, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La complicata vita di Hayami Tsurumasa'
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{ Chapter II }

Un ragazzo era affacciato alla finestra di camera sua, guardando il cielo stellato la notte. Voltò lo sguardo verso il cellulare, guardando l'ultimo numero che aveva chiamato. 
Sorrise speranzoso, una lacrima dall'occhio sinistro gli rigò il viso, tornò a guardare il cielo stellato dalla finestra, mettendo la mano destra sul vetro. 
Sospirò e si diresse verso il suo letto, sedendosi e poggiando il cellulare nel comodino di fianco a quello, poi si coricò sul letto, coprendosi con il piumone azzurro cielo.
«Voglio rivederti di nuovo»

°°°

«Takano» pronunciò Tsurumasa, chiamando l'alunno alla cattedra.
«Sì, professor Hayami» rispose il ragazzo. Era alto quasi come il rosso, aveva i capelli color marrone chiaro, beige, insomma. Cortini, ma arrivavano fino alla nuca e, in quel momento lì portava degli occhiali -perché li usava solo per leggere- di montatura rettangolare e color blu scuro, dietro le lenti di quegli occhiali c'erano due occhi color nocciola. Si alzò dalla sedia del suo banco, lasciando lì il libro che stava leggendo e avvicinandosi alla cattedra di Hayami, che aveva il suo compito in mano.
I due parlavano del compito in classe di Takano, aveva preso solo novantasei invece dei suoi soliti cento. Tsurumasa ridacchiò probabilmente è innamorato, pensò.
«Comunque tranquillo, sarai stato distratto in quel momento. Anche a me capitava, forse anche troppo spesso, sai?» raccontò il rosso, si mise una mano dietro la nuca, piuttosto imbarazzato, sorridendo.
Takano ridacchiò. «Capisco, comunque non si deve scusare, in fondo il compito l'ho fatto male io, non lei».
«Male? Ohh, suvvia! Esageri! Novantasei va benissimo, è comunque un ottimo, solo... non hai preso cento come al solito, tutto qui»
L'alunno ridacchiò una seconda volta «In effetti è vero»
Hayami sorrise e consegnò il compito a Takano, che poi si andò a sedere nel suo posto. Prese un altro foglio, lesse il nome e il cognome.
«Yamazaki» pronunciò. L'alunna si alzò dal banco e si avvicinò a lui. Era piuttosto bassa, capelli neri e sciolti, un occhio era coperto da un ciuffo e i suoi occhi erano castano scuro. Vide che nel foglio c'era scritto in rosso un quaranta. Era impossibile, lei prendeva quasi sempre distinto e non addirittura insufficiente.
«Yamazaki, ehm... è successo qualcosa?» domandò, a bassa voce.
«N-no, nulla» balbettò sussurrando Yamazaki, scuotendo lievemente la testa, tenendosi come sempre la mano destra in petto, timorosa di tutto.
Tsurumasa sapeva benissimo che lei stava mentendo, la guardò dispiaciuta e le prese la mano sinistra fra le sue, stringendola.
«So bene che stai mentendo... è successo qualcosa e tu ci stai ancora pensando» mormorò il rosso. La ragazza lo guardò un po', poi annuì. «Prova a non pensarci. Magari tutto si risolverà... che dici?».
Yamazaki lo guardava ancora negli occhi, tenendosi ancora la mano destra nel suo petto. Il rosso sospirò. «Lo so, non sono molto bravo a dare consigli ma... provaci» sussurrò ancora. «D'accordo?»
La ragazza dai capelli neri annuì, Hayami le porse il compito in classe e lei si andò a sedere nel suo posto.
Tsurumasa sospirò, pensando a ciò che aveva detto all'alunna. Perché non faccio anch'io così? Penso ancora ai miei più grandi problemi e... il suo pensiero venne interrotto da un suo stesso -e secondo- lieve sospiro. Prese un altro foglio dei compiti in classe e invitò l'alunno che aveva chiamato ad avvicinarsi alla cattedra.

°°°

Norihito era a casa di Tsurumasa e Felicity -che era fuori di casa in quel momento-, parlando con il primo, che gli raccontò della chiamata della scorsa notte.
«Sul serio ti ha chiamato?!» chiese incredulo l'azzurro, tenendo fra le mani -seduto con le gambe sotto il kotatsu- la tazza di tè.
«Già» rispose semplicemente il rosso, sorseggiando il tè.
«Ma sei sicuro che era proprio la stessa persona che era partita per l'India sen—»
«Sì, Norihito, era lui, te lo posso assicurare. La voce era la sua, il numero era diverso»
Kurama rimase a bocca socchiusa, ancora con sguardo incredulo. Poi abbassò lo sguardo e si morse il labbro inferiore, una lacrima gli rigò il viso. Hayami lo guardò con aria triste, sospirando.
«Kurama... so che sei arrabbiato con lui, ma non ce n'è motivo...» mormorò l'occhialuto.
L'amico si voltò verso di lui di scatto, sgranando gli occhi e sbatté una mano sul tavolino, con aria aggressiva. «Non ce n'è motivo...? Non ce n'è motivo, Tsurumasa?! Hai idea di ciò che hai appena detto?! Quindi per Minamisawa non dovrei essere triste allora?! Non c'è motivo nemmeno per questo, eh?!».
Tsurumasa lo guardò con sguardo scosso, sgranando di poco gli occhi. Subito dopo si voltò altrove, mordendosi il labbro inferiore e assottigliando gli occhi. Norihito lo guardò dispiaciuto, voltandosi anche lui altrove, vergognato.
«Scusa se ho alzato il tono della voce... non volevo... non volevo nemmeno tirare in ballo Minamisawa»
«No, non importa...»
«L'unico che avrebbe bisogno di una bella ramanzina qui sono io... faccio ramanzine agli altri, poi... sono un essere senza cuore»
Il rosso si voltò di scatto verso di lui. «Non è affatto vero!»
L'azzurro sospirò. «Sì che è vero... io son fatto così, ho un carattere veramente... uff... non mi piace. Ho sempre odiato il mio carattere»
«Ma è proprio perché sei fatto così che sei un ragazzo unico... tu sei coraggioso, la maggior parte delle persone non è come te» l'occhialuto sospirò, «Io invece sono solamente un codardo. Vedi? Me lo sono meritato... è partito per un paese lontano prima che–» fu interrotto improvvisamente da uno schiaffo sulla guancia destra, da parte di Kurama. Non si era nemmeno accorto che da un po' era vicino a lui. Hayami si toccò la guancia dolorante, mentre l'azzurro lo guardava piangente.
«Ma perché dici tutto ciò?! Dici cose che non sono neanche vere! Che sei, tornato quattordicenne per caso?!» gli urlò contro ancora l'azzurro.
Il rosso lo guardò con aria triste, mentre alcune lacrime gli rigavano il viso. «E' la verità! È tutto vero, Io sono una persona orribile!»
«Non ci posso credere, Tsurumasa...» mormorò inizialmente, «Non sei più un ragazzino, per la miseria! Comportati da adulto adesso che lo sei!» gridò poi.
Tsurumasa lo fissò ancora con quegli occhi ormai piangenti, sgranati. Norihito si girò di spalle all'amico, ancor più vergognato di quanto non lo fosse un attimo prima.
«Scusa se ti ho tirato uno schiaffo... ma le frasi che ti ho detto sono vere... ragiona, ti prego... non voglio soffrire ancora, è già tanto se soffro ancora, da undici anni... siamo ancora dei bambini dentro di noi, mi dici come cavolo è possibile? Dovremmo essere più maturi ormai, invece non lo siamo...» mormorò, iniziando a piangere.
Felicity aprì la porta scorrevole della piccola sala dove c'erano i due. 
«Ciao ho comprat-» la ragazza si bloccò nelle parole, i due si voltarono verso di lei, ancora con quegli sguardi.
«Uhm... è successo qualcosa?» chiese la rosa, perplessa.
«N-no, nulla di particolare» rispose il rosso, sorridendo appena. L'azzurro annuì, sorridendo anche lui e risedendosi nel posto davanti all'amico nel kotatsu.
«Bene» disse Kanzaki, sorridendo «comunque ho comprato qualcosa di buono al mercatino qua vicino, vi preparo qualcosa?».
«Certo, grazie» annuirono i due.

°°°

Mentre Norihito percorreva la strada di casa sentì il suo cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni. Lo prese e vide un numero sconosciuto. Inarcò un sopracciglio, non molto convinto se rispondere o meno, ma decise di rispondere.
«Chi è?» domandò.
«Ehi, Kurama» salutò. 
Non ci poteva credere, fermò il suo percorso e sgranò gli occhi. Sentiva in sé di nuovo la rabbia, ma doveva calmarsi, prese un respiro profondo.
«Ciao» disse solamente, quasi a denti stretti.
«Da quanto tempo, vero?» 
«Sì, molto tempo»
Tra i due ci fu un po' di silenzio, per almeno due minuti.
«Che mortorio...»
Kurama ringhiò. «Sappi che non sei divertente»
«Non intendevo in quel senso... comunque... non vorresti parlare un po'? Non mi racconti nulla?» chiese il ragazzo dall'altra parte del telefono.
«Ho fretta» rispose repentino l'azzurro.
«Uhm. D'accordo. Beh, tra un po' devo andare anch'io... ci si sente» disse.
«A presto» salutò Kurama, chiudendo la chiamata.
Mentre Norihito ripercorreva la strada di casa ringhiò lievemente, cercando di eliminare dalla mente quel ragazzo. Basta... no. Lui non è più in questo posto, è andato via... traditore... pensò, ormai non è più quello di una volta.

°°°

Era sera, per puntualizzare erano le otto e mezza e Tsurumasa e Felicity stavano cenando, seduti uno di fronte all'altro nel loro kotatsu al centro della piccola stanza.
Tsurumasa fissava il suo piatto, pensieroso; Felicity alzò lo sguardo verso di lui, preoccupata. 
«Tsurumasa-kun?» lo chiamò la rosa.
Il rosso voltò lo sguardo verso di lei. «Mh?»
«C'è forse qualcosa che non va? Ti vedo un po'... come dire, strano...»
Hayami sorrise appena. «No, tranquilla, sto bene»
«Uhm... sicuro?» domandò Kanzaki, preoccupata.
«Sicurissimo. Tranquilla, Felicity-chan»
«Uhm... d'accordo» borbottò la ragazza.
Poche orette dopo andarono entrambi a dormire. Tsurumasa era in camera sua a sistemarsi il letto. Si coricò, infilandosi sotto le coperte.

°°°

—-Tsurumasa si ritrovò di nuovo ragazzo quattordicenne, all'improvviso. Si toccò i capelli, sentì di nuovo le sue vecchie codette in testa, si tolse gli occhiali e li guardò, erano tondi, quelli vecchi.
«Ma perché sono diventato di nuovo piccolo?» domandò a voce bassa, tra sé e sé.
Era vestito con la divisa della Raimon Jr. High e con sé aveva anche la borsa grigia con tracolla e il disegno del fulmine giallo nella borsa. Si guardò in giro ed era proprio nella Raimon Jr. High. Fece uno sguardo piuttosto stupito, guardando il grande edificio.
Qualcuno gli diede una leggera pacca sulla schiena.
«Hayami-san!» esclamò una voce familiare. Troppo familiare.
Si voltò verso la parte opposta del grande edificio della Raimon e davanti a sé si trovò proprio lui, Hamano Kaiji.
«Ha-hamano-kun» balbettò. Ma mi chiedo... perché siamo di nuovo piccoli?
«Dai su, andiamo! Faremo tardi!» esclamò Kaiji, come suo solito, prendendogli un braccio e trascinandolo con sé di fretta.
Passarono -ovviamente- la giornata scolastica e, in quella giornata Hamano fece un guaio, così per punizione dovette pulire la classe, da solo.
Hayami entrò nella classe, sorridendo.
«Hamano-kun?» lo chiamò, e il corvino si voltò verso di lui, sorridendo radioso.
«Ehilà, Hayami-san» salutò, posando vicino a un banco la scopa con cui stava pulendo per terra.
«Vuoi che ti do una mano a pulire la classe?» domandò il rosso, guardandosi intorno.
«Oh, no, sta tranquillo... finirò in fretta» rispose Kaiji, non smettendo di sorridere. 
«Ma finiremo in fretta se-» Tsurumasa fu interrotto da un suo bacio sulle labbra. Non se l'aspettava. Avvampò e poi ricambiò. Appena si sciolsero, Hamano sorrise nuovamente.
«Beh, se proprio vuoi~» disse.

°°°

Tsurumasa si svegliò sussultando. Ansimava e piangeva, piangeva nel sonno, poco prima, mentre stava sognando. Si asciugò le lacrime con la manica della camicia azzurra. Sospirò e assottigliò gli occhi, in un'espressione triste.
«Mi manchi troppo»







Angolo di Ele
questa volta è più corto... bwah-
ukkidetemi ;w;
beh, vabbè, a parte questo... spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto! 
E... ora vado che è tardi- owo
Au revoir,
Eleanor
   
 
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