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Autore: SeparatriX    05/02/2005    10 recensioni
Harry sogna ad occhi aperti durante la lezione di Pozioni e ricorda gli eventi dell’ultimo anno. Seguito di Then He Opened His Mouth.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: In Dreams (Nei Sogni)

Titolo: In Dreams (Nei Sogni)

Autrice: SeparatriX

Traduttrice: Lori

Beta: Grace

Rating: R

Pairing: HP/DM

Sommario: Harry sogna ad occhi aperti durante la lezione di Pozioni e ricorda gli eventi dell’ultimo anno. Seguito di “Then He Opened His Mouth”.

Nota dell’autrice: Scritta in risposta ad una sfida, che imponeva di includere le frasi:

-- “Signor Potter, se proprio deve sognare ad occhi aperti durante la mia lezione, quanto meno abbia la decenza di non sbavare nel suo calderone. Potrebbe provocare spiacevoli conseguenze…” --

-- …si svegliò d’improvviso, coperto di sudore e dolorosamente eccitato. “Wow”, mormorò, “alla faccia della partita di Quidditch…”--

Seguito della mia storia Then He Opened His Mouth”. Può anche essere letta da sola, anche se la prima parte potrebbe non avere molto senso. So che sul fondo c’è la parola “Fine”, ma ho in programma di continuarla con una serie.

Nota della traduttrice: Con questa shot concludo le traduzioni di SeparatriX, almeno per il momento. La storia è scritta da più di un anno, quindi per ora il suo progetto di continuarla è rimasto tale…

 

 

 

capitolo unico

In Dreams

 

 

“Signor Potter, se proprio deve sognare ad occhi aperti durante la mia lezione, quanto meno abbia la decenza di non sbavare nel suo calderone. Potrebbe provocare spiacevoli conseguenze.”

 

La voce brusca del Professor Piton risuonò nell’aula, svegliando Harry da una fantasia piuttosto piacevole. Sospirò silenziosamente tra sé e sé. Quella settimana era la terza volta che lo beccavano a sognare ad occhi aperti in classe. Il volo di fantasia giornaliero riguardava se stesso, Draco Malfoy e una partita di Quidditch straordinariamente stimolante. Più che altro, era la prospettiva di quello che sarebbe potuto succedere dopo la partita ad occupare i pensieri di Harry Potter, che lanciò uno sguardo con la coda dell’occhio all’oggetto dei suoi pensieri. I loro occhi si incontrarono ed incatenarono per un brevissimo istante. Draco sollevò un sopracciglio con aria interrogativa e sorrise, prima di rimettersi al lavoro sulla sua pozione.

 

Harry non era mai stato uno studente modello. Era riuscito ad entrare nella classe M.A.G.O. di Pozioni per il rotto della cuffia e solo grazie all’aiuto e alla determinazione di Draco e Hermione. I due avevano passato il sesto anno a spiegargli e rispiegargli quanto fosse importante che cominciasse a prendere sul serio lo studio. Lui aveva accettato il loro consiglio e si era dato da fare, sforzandosi seriamente di migliorare le sue abitudini di studio, ed era stato ripagato per lo sforzo. Adesso che era a metà del settimo anno, voleva fare del suo meglio, quindi, seppur con riluttanza, riportò l’attenzione alla pozione che avrebbe dovuto preparare, anche se la sua mente continuava a soffermarsi su alcuni avvenimenti del sesto anno.

 

~@~

 

 

Il sesto anno aveva portato grandi cambiamenti nella vita di Harry e dei suoi compagni. Ron aveva finalmente trovato il coraggio di ammettere la sua attrazione per Hermione e i due si erano messi insieme, diventando inseparabili. Harry aveva scoperto che l’ammiratore segreto che conosceva come Glenn deWedlour era in realtà Draco Malfoy, dopo che Draco aveva finalmente rivelato la sua identità a Samhain. E dopo un inizio un po’ burrascoso, gli amici di Harry avevano accettato che Draco sarebbe diventato una presenza costante nella vita di Harry e che non aveva in mente nessun piano machiavellico ai danni del loro amico. Persino Ron, che era stato il più sospettoso di tutti, alla fine si era arreso e aveva ammesso che Draco non era la feccia di Mangiamorte che tutti credevano.

 

Sfortunatamente, non si poteva dire lo stesso dei cosiddetti amici di Draco. Avevano visto il suo coinvolgimento con il Ragazzo Sopravvissuto come il peggiore dei tradimenti, non solo verso la Casa di Serpeverde, ma anche verso il Signore Oscuro, e approfittavano di ogni possibilità che si presentava loro per rendere la vita impossibile a di Draco. Lo tormentavano con dei presunti piccoli incidenti che capitavano a Draco o alle sue cose. I suoi compiti venivano fatti a brandelli, boccette d’inchiostro si rovesciavano per caso sui temi importanti e i vestiti di Draco spesso tornavano dalla lavanderia scoloriti, spiegazzati o addirittura strappati.

 

Poco dopo Samhain, Voldemort aveva rafforzato i suoi sforzi per sconfiggere Silente e Harry, e di conseguenza gli incubi e le visioni di Harry erano diventate un pesante fardello fisico e psicologico. Erano peggiorate tanto che era diventato sonnambulo e la sua più grande paura era che Voldemort riuscisse a controllarlo attraverso la cicatrice, facendolo diventare una minaccia per la sicurezza dei suoi compagni di Casa. Per questo fu deciso che Harry avesse delle stanze tutte per sé, composte da una saletta d’ingresso con degli incantesimi di guardia molto complessi e una camera da letto, curiosamente fornita di due letti. Silente dichiarò di aver preso quella decisione come misura di sicurezza per proteggere sia Harry che i suoi amici, ma chiaramente era anche un abile sottorifugio per proteggere allo stesso tempo anche Draco. Silente aveva occhi e orecchie per tutto il castello ed era perfettamente consapevole dei maltrattamenti che lo stoico Serpeverde subiva per mano dei suoi compagni di Casa. Con Harry al sicuro nella propria stanza, anche Draco avrebbe avuto un luogo in cui rifugiarsi, lontano dai dormitori di Serpeverde.

 

All’inizio i due andavano ubbidientemente a dormire ognuno nel proprio letto, ma Harry si svegliava nel cuore della notte gridando angosciato e stringendosi la fronte, così Draco si alzava e si sdraiava accanto a lui, prendendo il ragazzo singhiozzante tra le braccia per alleviare il suo dolore e scacciare i demoni dai suoi sogni. Dopo essere stato svegliato in quel modo per diverse notti, Draco decise di dormire nel letto di Harry. Nessuno dei due si sorprese molto quando gli incubi finirono ed entrambi riuscirono a godersi una lunga nottata di sonno, accoccolati felicemente l’uno tra le braccia dell’altro.

 

Harry non era mai stato tanto grato di avere gli incubi quanto lo fu al sesto anno.

 

A maggio, l’attività dei Mangiamorte ebbe un picco e nessuno fu sorpreso quando Lucius Malfoy divenne il secondo prigioniero noto per essere riuscito a sfuggire senza aiuto dalla prigione di Azkaban. Con l’assistenza di alcuni Mangiamorte, Lucius aveva progettato di recarsi a Hogwarts con l’intenzione di catturare sia Draco che Harry. Il suo piano era di consegnare a Voldemort il Ragazzo-Sopravvisuto-Per-Recare-Fastidio e la sua progenie traditrice, assicurandosi il suo posto come braccio destro del suo Padrone. Malfoy era andato su tutte le furie sentendo i resoconti dei figli di Mangiamorte che andavano a scuola con Draco. Non riusciva a credere che l’erede che aveva diligentemente cresciuto per odiare tutte le cose babbane si fosse associato con uno sporco mezzosangue babbanofilo. Per peggiorare le cose, i due ragazzi non avevano neppure avuto la decenza di tenere segreta la loro relazione, ma si pavoneggiavano insieme pubblicamente ad ogni opportunità. Fare combriccola con uno come Potter era stato un grosso errore e aveva segnato il destino di suo figlio. Per quanto riguardava Lucius, il ragazzo semplicemente non esisteva più.

 

E se Lucius avesse avuto voce in capitolo, il ragazzo avrebbe continuato a non esistere per l’eternità.

 

~@~

 

 

Alla luce dei fatti, Lucius non ebbe affatto voce in capitolo.

 

Non appena si scoprì che era fuggito dall’isola-fortezza, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts entrò in un fermento di attività. I gufi facevano avanti e indietro dalla scuola protetti dall’oscurità e diversi maghi e streghe si incontrarono nella Stanza delle Necessità con i membri dell’Ordine per concordare un piano d’azione. C’era una persona, però, che aveva escogitato un piano completamente diverso. Era un piano spettacolare di cui nessuno era al corrente e lui era certo della sua riuscita.

 

Quando arrivò il momento di mettere in moto la fase uno della sua strategia, Draco incedette nella Sala Comune Serpeverde tenendo la testa alta, come se possedesse quel luogo, e cominciò a confessare a chiunque lo stesse a sentire che aveva capito di aver sbagliato e aveva intenzione di tornare alle sue radici Serpeverde. I suoi compagni erano così felici di riavere il loro Principe di nuovo che lo riaccolsero senza troppe domande. Rimasero tutti alzati fino all’alba, sorseggiando the e parlando di cose di poca importanza, finché Draco non sentì che gli si chiudevano gli occhi. Alla fine trascinò il suo corpo stanco sino alla sua vecchia stanza nei dormitori Serpeverde e si addormentò non appena la sua testa toccò il cuscino.

 

La mattina dopo cominciò la fase due del piano geniale di Draco.

 

Se esisteva un essere umano che Draco conosceva meglio di chiunque altro, quello era suo padre. Per tutta la vita la sua principale preoccupazione era stata quella di scoprire tutte le sue forze e le sue debolezze, tutto quello che amava e odiava. Il martedì, spedì un gufo a Lucius scusandosi di cuore per il comportamento che aveva avuto negli ultimi tempi, spiegando che tutto quello che aveva fatto in quei mesi faceva parte di un piano elaborato per guadagnare la fiducia di Potter. Una volta che l’avesse reso innocuo, avrebbe contribuito all’avanzata del Signore Oscuro per i sacri corridoi di Hogwarts. Sapeva che suo padre sarebbe rimasto colpito per la sua furbizia e gli avrebbe perdonato tutto. Lucius ammirava le persone sveglie e intelligenti, quindi un piano ben congegnato come quello che Draco aveva in mente avrebbe di sicuro guadagnato il rispetto di Lucius. Avrebbe riaccolto il suo figlio ribelle sotto l’ala familiare ed insieme avrebbero costruito un fronte comune nella guerra contro i babbanofili e Silente. Draco era certo che le cose sarebbero andate come aveva previsto e il gufo che gli mandò Lucius in risposta quella sera confermò la sua supposizione.

 

Il venerdì pomeriggio Draco prese in prestito un gufo della scuola e lo equipaggiò con un borsellino strapieno di galeoni e una lista di cose che gli servivano per il passo successivo del suo piano. Aggiunse una nota per i negozianti perché rimpicciolissero gli acquisti per facilità di trasporto e inviò il gufo in diversi negozi di Diagon Alley. Poi passò la mattinata e gran parte del pomeriggio a lezione. Dopo si dedicò ai suoi compiti e si unì ai suoi compagni di Casa (che erano fuori di sé dalla gioia di riaverlo con loro) in Sala Grande per la cena. Fece tutto quello che poteva per distrarsi mentre aspettava ansiosamente che arrivassero i suoi acquisti.

 

Era nella Sala Comune di Serpeverde, impegnato in una partita a scacchi con Blaise Zabini, quando il gufo ritornò dopo cena con tutto ciò che gli serviva per portare a compimento il suo piano. Si scusò e si ritirò nella sua stanza per aggiungere il tocco finale alla fase tre del suo perfido piano.

 

Quella stessa sera sul tardi inviò l’ultimo gufo, che trasportava una busta dall’aria elegante con impresso sopra lo Stemma della Famiglia Malfoy. Non usò Psyche, ma scelse il suo vecchio gufo reale, che senza alcun dubbio sarebbe riuscito a localizzare suo padre ovunque si trovasse. La lettera conteneva ora e luogo in cui Draco avrebbe incontrato Lucius per consegnare un fiducioso Harry Potter nelle sue mani. Draco incrociò le dita, trattenne il respiro e aspettò che suo padre accettasse l’offerta.

 

Era sabato mattina quando il maestoso gufo reale fece finalmente ritorno, lasciandogli cadere in grembo una lettera simile a quella che aveva inviato. Draco gli offrì una striscia del suo bacon, che il gufo gli prese ansiosamente dalle dita prima di volare via. Si concesse un sospiro di sollievo mentre leggeva la risposta. Tutti i pezzi si erano incastrati proprio come aveva previsto e suo padre aveva accettato di incontrarlo quella notte. Dopo la colazione, uscì dalla Sala Grande senza parlare con nessuno, dipingendosi sul viso la sua vecchia maschera di indifferenza e fredda riservatezza. Si era tirato indietro i capelli con il gel come faceva quando era più piccolo e aveva evitato di incontrare gli occhi di Harry. Si diresse nei sotterranei, dove i suoi compagni di Casa cominciarono a ronzargli attorno. Tiger e Goyle gli stavano spiegando i dettagli di un piano che avevano in mente e Pansy cercava di coinvolgerlo in una discussione sull’appropriato comportamento Serpeverde. Draco però aveva problemi ben più grossi a cui pensare, quindi se li scrollò di dosso sorridendo come se fossero dei suoi inferiori, proprio come faceva in passato. Alla fine riuscì a sfuggire alle loro noiose chiacchiere e si sedette comodamente su una poltrona, aspettando che arrivasse l’ora di incontrarsi con suo padre e consegnargli il suo regalo speciale.

 

Mancavano solo un paio d’ore, eppure gli sembrarono un’eternità.

 

Quando finalmente giunse il momento, Draco recuperò un pacchetto dalla sua stanza e nascose la bacchetta in una tasca della divisa. Mentre andava alla ricerca di Harry era sull’orlo di una crisi di nervi. Quella era l’unica incognita del suo piano e non poteva certo dire di non esserne preoccupato. C’era molto in gioco quella notte e bastava che una piccola cosa andasse storta e sarebbe stato tutto perduto.

 

Non gli fu molto difficile trovare Harry. Un essere abitudinario, se ne stava disteso nella sua stanza a scrivere un compito di Trasfigurazione. Harry mise giù la penna e sorrise al nuovo entrato.

 

“Sono così felice di vederti, Draco. Mi sei mancato la scorsa notte.” Si alzò con le braccia aperte per accogliere il suo ragazzo con un abbraccio, ma la maschera di pietra di Draco era ben salda. Fece un respiro per calmarsi e si scansò dall’abbraccio, puntando la bacchetta tra gli occhi di un Harry tremendamente sconvolto.

 

“Non dire una parola, Potter. Mi dispiacerebbe da morire doverti staccare quella bella testolina”, sogghignò, prima di costringere Harry a lasciare la stanza e guidarlo attraverso il castello. La tensione si tagliava con il coltello mentre i due attraversavano la Sala d’Ingresso e seguivano il perimetro della Foresta Proibita, appena fuori i confini di non-materializzazione di Hogwarts. Sul volto di Harry l’incredulità e l’ansia divennero sempre più evidenti, ma in ogni caso Harry non era mai stato bravo a mascherare le sue emozioni. Si era fidato di Draco e adesso Draco stava per tradire quella fiducia consegnandolo a Lucius e ai suoi compagni Mangiamorte, che, a loro volta, lo avrebbero portato a Voldemort.

 

Comunque, Lucius fu l’unica persona che incontrarono nella Foresta Proibita quella notte. Tenendo la bacchetta fermamente puntata contro la tempia di Harry, Draco si avvicinò a Lucius e lo salutò cautamente. La maschera di Draco era ancora al suo posto; non c’era nessuna emozione visibile che tradisse come si sentiva dentro.

 

Azkaban non aveva avuto pietà di Lucius Malfoy. Il suo volto era scarno e i suoi capelli, normalmente lucenti, cadevano in ciocche sporche e flosce. Aveva un aspetto orribile, ma si sollevò in quella sua posizione imperiosa e guardò suo figlio e la sua preda dall’altro del suo naso aristocratico.

 

“Bene, bene, bene. Signor Potter. Non sai che piacere vederti di nuovo. Non è un peccato non avere più tempo da passare insieme questa notte?” La voce di Lucius aveva una nota di follia che fece venire i brividi ad Harry. Lucius rivolse il suo sguardo a Draco. “Sono lieto di vedere che dopotutto non sei un totale fallimento. Il nostro Signore sarà compiaciuto della tua lealtà e ti ricompenserà adeguatamente, Draco.”

 

“Ti ho detto che ti avrei portato un regalo, Padre.” Draco si dipinse un finto sorriso sul viso mentre tirava fuori una scatola di dolci. “A dire il vero, te ne ho portati due. So quanto ti piacciono i dolci, quindi mi sono preso la libertà di andare a Hogsmeade e comprarti una varietà delle tue caramelle preferite. Sono certo che le guardie di Azkaban non te le abbiano procurate.” Offrì la scatola a suo padre, che era felicissimo di ricevere delle rinomate caramelle di Mielandia. “Ti prego, prenditi un momento per gustarne qualcuna, mi assicurerò io che Potter non vada da nessuna parte. Poi sarà tuo e potrai farne quello che vuoi prima che lo consegniamo al nostro Signore.” Draco abbassò lievemente il capo come segno di rispetto per il Signore Oscuro.

 

Harry impallidì e non poté far altro che chinare la testa sconfitto mentre Lucius sospirava di piacere e si avventava ansiosamente sulla scatola di dolci, svuotandosi due intere confezioni di caramelle in bocca in una volta sola. Nel momento in cui lo fece la sua lingua cominciò a gonfiarsi, e quando accadde Draco capì che era il momento e abbassò la bacchetta dalla tempia di Harry, puntandola invece su suo padre.

 

Assottigliando malignamente gli occhi, Draco pronunciò il primo incantesimo.

 

“Petrificus Totalus!”

 

Lucius non fece neppure in tempo ad estrarre la bacchetta e, anche se l’avesse fatto, la sua lingua era ormai così grossa che non sarebbe riuscito a pronunciare un incantesimo neppure se ne fosse andato della sua vita. Naturalmente, Lucius non aveva idea che quello fosse il piano di Draco fin dall’inizio. Draco raggiunse suo padre, che adesso giaceva rigido ed immobile sul manto erboso della Foresta Proibita. Draco non ebbe nessuna esitazione mentre pronunciava il secondo incantesimo.

 

“Incarcerous!” Funi spesse serpeggiarono e si avvolsero strettamente attorno al corpo di Lucius, il cui volto cominciava a diventare di un’inusuale tonalità violacea per la mancanza di ossigeno. La sua lingua era così grossa che gli riempiva la gola impedendo l’accesso dell’aria. Draco non aveva dubbi che le Mou Mollelingua sarebbero servite al loro scopo, ma voleva comunque legare suo padre contro ogni evenienza. Non aveva davvero nulla di cui preoccuparsi, la permanenza ad Azkaban aveva reso Lucius una pallida ombra dell’uomo potente che era stato in passato e il Mangiamorte non aveva avuto il tempo di rimettersi in forze prima dell’incontro con Draco.

 

Draco. Suo figlio ed erede, su cui aveva riposto tutte le sue speranze per un nuovo futuro luminoso. Aveva sottovalutato Draco, che adesso lo sovrastava con un’espressione di repulsione sul volto, condannandolo con lo sguardo mentre moriva soffocato.

 

La magia fuoriusciva da Draco in onde e i suoi occhi erano accesi di una furia che bruciava fino in fondo all’anima di suo padre. “Sei un essere miserabile, una vergogna come uomo e una vergogna come padre, e non mi dispiace affatto che la tua squallida vita finisca stanotte.” Senza mai distogliere lo sguardo da suo padre, Draco allungò una mano alle sue spalle e attirò di fianco a sé un Harry tremante. “Non sarai più in grado di ferire me o Harry. Fanculo, Lucius! Non posso nemmeno dire che sia stato un piace conoscerti.”

 

L’ultima cosa che Lucius vide prima di lasciare questa vita fu suo figlio che abbracciava Harry Potter, le loro labbra che si scontravano in un bacio disperato. Si sarebbe soffocato, se la sua lingua non fosse già stata impegnata in quell’impresa, quando vide i due maghi che si infilavano la lingua in gola appassionatamente, baciandosi come se ne andasse delle loro stesse vite. Ironia, il tuo nome era Lucius Malfoy.

 

Quando fu certo che Lucius avesse abbandonato le sue spoglie mortali, Draco mise fine ai due incantesimi e pronunciò la contro-maledizione per far ritornare l’enorme lingua alle sue normali dimensioni.

 

“È una fortuna che mio padre non amasse molto gli Weasley, o avrebbe potuto riconoscere le Caramelle Mollelingua dei Tiri Vispi.” Draco ridacchiò silenziosamente. “Più tardi ricordami di ringraziare Fred e George per aver inventato un prodotto così eccellente.” Harry rimase lì, sbalordito, mentre Draco faceva sparire con attenzione ogni traccia del loro coinvolgimento con la morte di Lucius.

 

Controllò l’interno della sua bocca per assicurarsi che non ci fosse traccia delle caramelle e raccolse la scatola, prima di prendere Harry per mano e ritornare al castello. Si intrufolarono silenziosamente all’interno prima che qualcuno si accorgesse che erano usciti.

 

La mattina dopo un gufo volò al Ministero della Magia, indirizzato a Malocchio Moody. L’informatore anonimo descriveva con precisione dove trovare il corpo senza vita di Lucius Malfoy, il prigioniero evaso da Azkaban. Fu aperta una breve inchiesta sull’improvvisa morte del signor Malfoy, perché le circostanze che circondavano il suo decesso sembravano in qualche modo sospette, ma fu decretato in fretta che Lucius era morto per cause naturali e il caso fu chiuso.

 

Gran parte della Comunità Magica gioì alla scomparsa del Mangiamorte più efferato, mentre da qualche parte un mostro dalla faccia di serpente sibilava la sua rabbia per la perdita del suo servitore più leale e malleabile. Il suo sguardo cadde su Codaliscia, che stava cercando di battere velocemente ritirata dalle stanze del suo Padrone. Era troppo tardi. Voldemort sollevò la bacchetta sulla figura in fuga e sibilò la peggiore delle Maledizioni senza Perdono. La luce verde avvolse l’uomo-topo e l’ultimo suono che sentì prima di morire fu la risata maniacale del suo Signore e Maestro.

 

~@~

 

 

Di conseguenza, Harry sedeva a lezione di Pozioni ricordando i mesi passati e anche se stava di nuovo sognando ad occhi aperti, di certo non stava sbavando nel suo calderone. L’ombra di un sorriso gli incurvò le labbra mentre ripensava a quello che era successo al loro rientro al castello, dopo che Draco aveva eliminato suo padre con successo.

 

~@~

 

 

Con l’adrenalina che scorreva nei loro corpi, Harry e Draco rientrarono al castello quasi di corsa e andarono dritti nella stanza di Harry. Una volta entrati, Harry si sbattè la porta alle spalle e pronunciò un paio di incantesimi silenzianti e sigillanti, nel caso che qualcuno dei loro amici decidesse di andarli a cercare. Non che ci fosse molta gente in giro per il castello a quell’ora della notte, ma un po’ di prudenza non avrebbe certo guastato. Harry guardò il volto di Draco, adesso libero dalla maschera che aveva indossato per imbrogliare suo padre. Chiudendo gli occhi, Harry espirò con forza, rilasciando finalmente con un brivido la tensione che aveva accumulato.

 

“Mi hai spaventato a morte, Draco.” Harry sollevò una mano a sostenere il viso di Draco e posò un bacio leggero sulla sua bocca. “Cercavo con tutte le forze di non credere che mi avessi venduto con tanta facilità a tuo padre, ma ammetto di essere stato un po’ più che preoccupato.” Si sporse verso Draco fino a toccare la fronte con la sua. “Avevo dimenticato quanto sai recitare bene quando ti serve.”

 

Draco sospirò e circondò Harry con le braccia, avvicinando i loro corpi. “Mi dispiace da morire di aver dovuto fare in questo modo, Harry. Ma se tu avessi conosciuto il mio piano in anticipo, la tua reazione avrebbe potuto non essere spontanea e Lucius avrebbe capito che era una trappola. Non potevo rischiare che accadesse.” Draco accarezzò dolcemente la schiena di Harry mentre gli spiegava tutto. “Spero che mi perdonerai per averti spaventato così tanto.”

 

Gli occhi di Harry luccicavano di lacrime trattenute. “Non c’è nulla da perdonare, Draco. Hai fatto quello che dovevi fare e adesso siamo tutti e due al sicuro, almeno da tuo padre. Mi dispiace soltanto che tu abbia dovuto uccidere il tuo stesso padre.” Draco sbuffò soltanto.

 

“Mio padre.” Scosse il capo tristemente. “Lucius ha smesso di essere mio padre nel momento in cui ha giurato obbedienza a Voldemort. E prima che tu dica qualcosa, so che non ero neppure nato quando mio padre ha deciso di dedicare la sua vita al Signore Oscuro.” Un’espressione triste attraversò il suo volto ed Harry voleva fare tutto il possibile perché Draco tornasse ad essere felice.

 

Allungò la mano e prese quella di Draco, guidandolo verso il suo letto. Aveva sentito la mancanza di Draco nelle ultime notti, quando aveva dormito nei dormitori Serpeverde. “Resti con me? Non credo di poter restare solo stanotte.” Le dita di Harry si fecero strada sotto la camicia di Draco, accarezzando la sua pelle morbida. “Ti dispiacerebbe dormire nel letto con me?”

 

Draco lo guardò stupito. “Mi prendi in giro, vero?” rise. Nessuno avrebbe mai potuto accusare Draco Malfoy di rifiutare di dormire con il suo ragazzo, anche se non erano andati oltre a baci e carezze, ma a giudicare dall’espressione sul viso di Harry, stanotte non aveva intenzione di fermarsi a un po’ di coccole. Incoraggiato da questa scoperta, Draco si premette contro di lui e lo fece indietreggiare fino a sbattere con il retro delle ginocchia contro la sponda del letto. Sorridendo, Draco si sporse e lo baciò, abbassando entrambi finché Harry non fu seduto sul letto. Draco si inginocchiò davanti a lui e sollevò lo sguardo, incontrando gli occhi pieni di desiderio di Harry.

 

Ad Harry si mozzò il respiro in gola quando osservò Draco inginocchiato davanti a lui, che lo guardava con un’espressione affamata. Si abbassò per un bacio, tirando su Draco finché non si trovarono stesi sul letto fianco a fianco, braccia e gambe intrecciate. Labbra e lingue allettavano e stuzzicavano quella del compagno, sigillando nuove promesse con ogni bacio.

 

Il bisogno di ossigeno li costrinse a separarsi e si osservarono con occhi annebbiati dal desiderio. Senza parlare cominciarono a svestirsi l’un l’altro lentamente, concedendo alle loro dita di attardarsi sulla pelle nuda mentre ogni capo di vestiario finiva in un mucchio disordinato sul pavimento.

 

La luce della luna fluiva attraverso la finestra della stanza, illuminando Draco di un bagliore etereo. “Sei così bello”, sussurrò Harry annegando nell’immagine davanti ai suoi occhi. Le sue dita tracciarono dei percorsi lungo il petto di Draco, circondando un capezzolo indurito prima di strofinarlo dolcemente contro le sue labbra gonfie di baci. La lingua di Draco uscì a leccare le dita di Harry, poi aprì la bocca e le attirò all’interno, succhiandole dolcemente prima di lasciarle andare. Le dita umide tornarono sul capezzolo di Draco, girandoci di nuovo attorno prima di colpirlo appena. Un alito caldo soffiò sulla piccola sporgenza, indurendola ancora di più. Gli occhi di Harry non avevano mai lasciato il viso di Draco e sorrise quando il suo ragazzo chiuse gli occhi e gemette di piacere. “Ti piace?” La voce di Harry era piena di desiderio e Draco non poté far a meno di annuire. Gemette ancora più forte quando sentì una mano calda scivolare lungo il suo stomaco e sfiorare a titolo di prova la sua erezione. “Vuoi…”

 

Draco emise un lungo gemito gutturale. “Dio, , Harry!” sibilò quando Harry afferrò la sua erezione e cominciò ad accarezzarla senza fretta, mentre le sue labbra mordicchiavano e stuzzicavano la pelle dell’addome. Harry sentiva il corpo di Draco tremare sotto le sue labbra e strofinò il pollice contro la punta del suo membro, stuzzicando il taglio mentre la sua bocca continuava ad occuparsi dell’ombellico di Draco. Harry inalò con forza il profumo intossicante del ragazzo meraviglioso steso sotto di lui, con il desiderio di prenderlo in bocca e scoprire che sapore aveva.

 

A dispetto delle voci che circolavano per tutta Hogwarts riguardo alla presunta virilità di Draco, questa sarebbe stata la prima volta che facevano qualcosa del genere, per entrambi. Harry aveva il terrore che la sua inesperienza potesse far passare la voglia a Draco, ma non appena sostituì la mano con la bocca d’improvviso seppe esattamente cosa doveva fare per dare piacere al ragazzo che amava.

 

Harry girò con la lingua lungo la punta della sua erezione e poi la risucchiò all’interno della sua bocca calda. I gemiti e i sospiri di piacere di Draco si unirono ai suoi e riecheggiarono tra i muri della stanza altrimenti silenziosa. Le mani di Draco afferrarono ciocche dei capelli di Harry, attirandolo in basso e cominciando ad affondare nella sua bocca. I suoi fianchi si inarcarono per spingere più a fondo mentre la lingua e la bocca di Harry continuavano a lavorare insieme sulla sua erezione pulsante. Gli sfuggì un grido quando sentì la mano di Harry allungarsi tra le sue gambe e premere sui suoi testicoli.

 

Improvvisamente, la bocca di Harry si riempì di un liquido caldo e amaro. Sorpreso, staccò il viso disgustato e inghiottì. Attirò con un incantesimo il bicchiere d’acqua che stava sul comodino e si sciacquò la bocca, sperando di eliminare il retrogusto fastidioso. Poi si accorse che Draco si era coperto il viso con le braccia e stava imprecando a bassa voce.

 

“Merda!” Draco si tirò a sedere di scatto e rivolse la schiena ad Harry, attirando le ginocchia contro il petto. Per quanto ne sapeva di esperienze sessuali, questa non sarebbe certo finita negli annali per la sua durata. Comunque, questa era la prima volta che riceveva un pompino e sapeva che queste cose succedevano – poi Harry aveva fatto quella faccia e si era precipitato a bere, umiliandolo all’inverosimile. Draco era mortificato. ‘Proprio degno della mia fama di Dio del Sesso di Serpeverde’, pensò cupamente.

 

Harry sedeva sul bordo del letto, fissando la schiena di Draco. Sapeva di averlo ferito, ma era tremendamente imbarazzato. Si rendeva perfettamente conto di aver gestito malissimo la situazione, ma non aveva idea di come aggiustare le cose. Decidendo alla fine che probabilmente l’approccio diretto era la cosa migliore, premette il suo corpo contro la schiena di Draco, posando la testa sulla sua spalla bianca. Harry circondò il corpo dell’altro con un braccio, cominciando a tracciare pigramente lettere sulla pelle morbida del suo petto.

 

“Draco”, mormorò. “Mi dispiace da morire di aver avuto quella reazione esagerata. Non… non me lo aspettavo, immagino di essermi spaventato un po’.” Harry posò un bacio a fior di labbra sulla spalla di Draco e continuò a tracciare lettere sul suo petto, scrivendo “Ti amo”. Lo sentì trattenere il respiro e si rese conto che sapeva che cosa stava scrivendo. Draco sospirò teatralmente e si abbandonò contro il petto di Harry. Dopo tutto, Draco restava una consumata reginetta del dramma.

 

“Ti amo anche io, Harry.” Draco si voltò per poterlo guardare in viso. Lo circondò con le braccia e accoccolò la testa nell’incavo del suo collo. “Beh, è stato notevole”, ridacchiò. Harry gli accarezzò i capelli con fare rassicurante e poi li ricoprì di baci.

 

“Non c’è nulla di cui vergognarsi, Draco. Sono certo che quando toccherà a me non durerò un secondo di più.” Draco ci rifletté sopra per un momento e poi decise che c’era solo un modo per scoprirlo. Rovesciò Harry sul letto, schiacciandolo contro il materasso. Si leccò le labbra seducentemente alla vista del viso arrossato del suo compagno. Draco si concesse una lunga occhiata al corpo di Harry e poi fece un largo sorriso mentre si chinava a baciare quelle labbra arrossate e sensuali.

 

“Ho sentito dire che ognuno ha quel che si merita, Potter.”

 

L’umore di Draco migliorò parecchio mentre passava il resto della notte a dimostrare ripetutamente di avere ragione.

 

~@~

 

 

A lezione di Pozioni, Harry sorrise al ricordo di quella notte. Aveva certamente avuto quello che si meritava, proprio come gli aveva promesso Draco. A dire il vero furono necessari diversi tentativi prima che riuscissero ad esercitare una qualche forma di controllo sulle reazioni dei loro corpi alla stimolazione. Naturalmente, si godevano la nuova sessione di prove sempre di più della precedente e, dopo tutto, lo facevano solo perché erano alla ricerca dell’orgasmo perfetto.

 

~@~

 

 

L’ora di Pozioni terminò senza che si verificassero ulteriori catastrofi. Draco aveva ancora una lezione prima di concludere la giornata, ma Harry aveva finito. Accompagnò Draco in classe, tenendolo per mano mentre percorrevano i corridoi. “Vado in camera nostra a fare compiti.” Gli diede un bacio leggero sulle labbra e lo guardò entrare in classe. “Ci vediamo dopo!” salutò Draco, ed Harry si avviò verso la stanza che adesso dividevano a tempo pieno.

 

I compiti erano una noia ed Harry si ritrovò a vagare con la mente alla fantasia sul Quidditch che l’aveva tenuto impegnato prima. Chiuse il libro e abbandonò la testa sul cuscino, lasciando che i suoi pensieri lo trascinassero in uno dei suoi voli di fantasia.

 

Harry e Malfoy si giravano attorno cautamente sul campo, Grifondoro contro Serpeverde. Sembravano essere gli unici due giocatori in campo. Harry volava sulla sua Firebolt quando vide il Boccino che galleggiava nell’aria sopra la spalla destra di Malfoy. Ma non era interessato a catturare il Boccino. Un sorriso predatore gli incurvò le labbra mentre posava gli occhi sul Cercatore di Serpeverde. “Sei mio, Malfoy, non sai quanto…” ringhiò.

 

“Solo se riesci a prendermi, Potty!” Malfoy si sporse in avanti, lanciandosi in picchiata lungo il campo. Dimenticando il Boccino d’Oro, Harry lo seguì, volando più veloce che poteva. Malfoy riusciva a stare appena fuori dalla sua portata, quindi Harry forzò i suoi limiti, riuscendo finalmente a raggiungere il Cercatore dai capelli dorati. La sua mano si stese ad afferrare il mantello che sventolava nell’aria, con l’intenzione di rallentare Malfoy il tanto da riuscire a superarlo, ma mancò la presa. La sua mano fendette l’aria, facendogli perdere l’equilibrio. Roteò violentemente fuori controllo e perse l’appoggio sulla scopa. Harry sentì che il suo corpo precipitava rapidamente in direzione del terreno e man mano che scendeva gli sembrò di vederlo sollevarsi per andargli incontro. Poi divenne tutto nero.

 

Si svegliò sul pavimento di quello che sembrava uno spogliatoio. Senza occhiali non riusciva a capire quale fosse esattamente. I dolori al corpo gli ricordarono cosa era successo. Stava inseguendo Malfoy, cercando di afferrargli il mantello, quando era caduto dalla scopa. Cercò di alzare la testa per esaminare l’ambiente circostante, ma fu spinto rudemente per terra.

 

“Ho detto forse che potevi alzare la testa, Potter?” La voce strascicata era surreale, anche se familiare. “Non credo proprio! Hai bisogno che ti impartisca una lezione su come stare al tuo posto.”

 

“Malfoy?” Harry strizzò gli occhi nel vano tentativo di mettere a fuoco.

 

Una mano cominciò a risalire lungo la sua coscia, fermandosi sull’inguine. Harry spalancò gli occhi, ma la stanza era scarsamente illuminata e riusciva a vedere soltanto una chiazza pallida inginocchiata accanto a lui. L’aria aveva un vago odore di sudore e di qualcos’altro che non era in grado di identificare. I suoi pantaloni da Quidditch cominciarono a diventare stretti quando la mano sul suo inguine iniziò ad accarezzarlo. Poi sentì che la cerniera veniva abbassata e la mano che lo stava massaggiando d’improvviso fu dentro i suoi pantaloni. Il volto pallido si chinò e catturò le labbra di Harry in un bacio violento, risucchiandogli tutto il fiato dai polmoni. Gli occhi verdi si socchiusero mentre attirava la figura pallida su di sé con forza. Gemette e aprì le labbra alla lingua che cercava di entrare nella sua bocca. Una vaga domanda gli aleggiò nella mente. Era quello che voleva davvero?

 

Il suo corpo rispose alla domanda per lui. “Oh, Draco… ti voglio, ho sempre voluto soltanto te. Non fermarti, ti prego!” La sua voce era roca di desiderio e bisogno.

 

Harry si svegliò d’improvviso, coperto di sudore e dolorosamente eccitato. “Wow”, mormorò, “alla faccia della partita di Quidditch….”

 

“Di nuovo a sognare di giocare a Quidditch con me, Harry?” rise Draco attraversando la stanza e sedendosi sul letto accanto al suo ragazzo.

 

Harry sorrise assonnato. “Sempre, Draco. Sempre.”

 

 

 

Fine

  
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