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Autore: Ram92    07/01/2015    2 recensioni
Sono passati circa dodici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
(Storia ideata ai tempi di Punk Hazard)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benn Beckman, Ciurma di Shanks, Nuovo personaggio, Shanks il rosso, Yasopp
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo trentuno.

Midori esaminò attentamente la miscela d’erbe che le era stata proposta, fece alcune domande alla commessa che le sorrideva con fare rassicurante dall’altra parte del bancone. Uscì dal negozio con la fronte aggrottata. Il suo sguardo incontrò quello di Vargas e scosse stancamente la testa.
- Sembra che non ci siano molti farmacisti competenti in questa zona. – disse con un sospiro.
Erano bastate poche domande per smascherare la giovane signorina. Midori si augurò che non ci fossero troppe persone in grave pericolo di vita nei dintorni.
Era ormai la quinta farmacia in cui entrava e ancora niente. Nelle prime quattro era bastato un no o la semplice espressione desolata da parte dei rivenditori, ma questa volta le sue speranze erano durate un po’ più a lungo. La donna si chiese se Gale avesse avuto maggiore fortuna, ma non poteva impedirsi di dubitarne. Le voci su Logue Town si erano rivelate vere. E se in un primo momento questo l’aveva sollevata, adesso si rendeva conto che doveva capitare piuttosto raramente agli onesti cittadini di Logue Town di essere morsi da un serpente velenoso mutante. Quelli erano incidenti da pirati. Per fortuna non aveva perso la sana abitudine a inventare storie credibili per non destare troppo orrore… o troppi sospetti.

Il farmacista esaminò i tagli con uno sguardo.
- Come ti sei fatta queste ferite? – chiese allora, abbassando gli occhiali.

La ragazzina abbassò gli occhi nascondendosi sotto il grande cappuccio verde e si chiuse in un ostinato silenzio. Il vecchio la osservò per alcuni, lunghi istanti. C’erano state voci di una razzia di pirati, di recente. E il villaggio di cui parlavano non era troppo lontano.
L’uomo sospirò stancamente.
- Se hai bisogno di un posto dove stare, mi farebbe comodo un aiuto, qui al negozio. – disse poi. – E sono sicuro che a mia moglie non dispiacerebbe avere un ospite.
Midori lo guardò confusa.
- Io… io posso pagare. - balbettò portando la mano alla borsa che teneva a tracolla.- Guardi…  
- Non li voglio. – il tono del vecchio era lapidario. – Se vuoi ripagarmi aiutami al negozio, impara in fretta e datti da fare. Io non accetto soldi sporchi di sangue.


- Dovremmo muoverci. – le sussurrò Vargas, distogliendola dai suoi pensieri.
Midori si riscosse e notò gli sguardi con cui la gente sfiorava il possente pirata silenzioso al suo fianco.
- Forse dovremmo separarci. – mormorò a sua volta. – Così attiriamo troppa attenzione.
- Ma Benn…
- Benn non sapeva fino a che punto quest’isola fosse cambiata. – disse la donna camminando con passo svelto. – Non c’è nessun pirata qui, nessuno che mi possa riconoscere.
Vargas tacque senza rallentare.
- Basterà non essere troppo vicini. – continuò lei mantenendo fisso lo sguardo davanti a sé. – Seguimi a distanza, in modo che se ci fossero problemi saremmo comunque in grado di accorgercene entrambi, d’accordo?
Vide Vargas annuire con la coda dell’occhio. Pochi istanti dopo, stava camminando da sola.

Il quartier generale della Marina sembrava un posto piuttosto tranquillo, pensò Benn. Fino a che restava tale, non c’era da preoccuparsi. Di sicuro, se qualcuno avesse scoperto che la ciurma di uno dei Quattro Imperatori e la rediviva Midori si aggiravano tranquillamente per le vie del centro, quella calma non si sarebbe mantenuta a lungo. Il posto migliore per sapere se qualcuno dei suoi si era cacciato nei guai era sicuramente quello. Gli sarebbe bastato evitare di fumare per qualche oretta.
Tutta colpa di Midori, pensò riconoscendo una certa ironia.
Se voleva tenersi occupato, il prossimo passo era scoprire se Onigumo se ne stava buono buono nel suo ufficio e tenerlo d’occhio. Da quel che aveva detto Raul, il Capitano era l’unico sull’isola che avrebbe potuto creargli qualche problema serio. Sarebbe bastato fare in modo che il ragno non uscisse dal suo buco.
Benn aspirò profondamente l’ultima boccata di nicotina e gettò la cicca in terra. Era venuto il momento di dare un’occhiata da vicino.

- Uffaaa! – esclamò Ryoku guardando annoiato le strade che gli sfilavano tranquille davanti agli occhi. – Pensavo che questa spedizione sarebbe stata più emozionante. La città dell’inizio e della fine… adesso capisco perché il Capitano non passa spesso da queste parti.
Per quanto lo spunto gli venisse servito su un piatto d’argento, Gale evitò facili commenti che sarebbero degenerati nella solita rissa. Non aveva alcuna voglia di affrontare le ire condivise di Benn e Midori.
- Chi lo avrebbe mai detto che il Re dei Pirati fosse cresciuto in una città tanto noiosa. – continuò Ryoku imperterrito. – Certo che ormai che siamo qua potremmo fare un salto alla piazza dell’esecuzione, no? – propose accendendosi di speranza.
- E’ nella parte di città assegnata a Vargas e Midori. – rispose con maliziosa calma il medico.
Se adesso quell’idiota si fosse arrabbiato, nessuno avrebbe potuto dare a lui la colpa.
- Uffaaaaa! – tornò invece a sbuffare l’altro più forte di prima.
Leggermente deluso, Gale individuò una nuova farmacia e affrettò il passo in quella direzione. Ryoku lo seguì strascicando i piedi per poi appoggiarsi al muro di fianco alla porta con le braccia incrociate dietro la testa e lo sguardo annoiato perso nel quieto andirivieni cittadino.
La campanella sulla porta al suo fianco suonò di nuovo senza che lui se ne accorgesse nemmeno. Quando sbuffò per l’ennesima volta, però, i sospiri di noia erano due, due le paia di occhi indolenti che si posarono apaticamente l’una sull’altra.
- Ma tu sei…?! – sbottarono all’unisono senza riuscire ad impedirsi un mezzo sorriso.

Gale fece per portare una mano alla tasca, ma il gelo di una lama sotto al mente lo invitò a dissuadersi.
- Si usa pagare, in questi casi. – informò gentilmente il suo avversario. – Non te l’hanno mai fatto notare, Rasputin?
- Raramente ne hanno il tempo. – rispose il pirata con un sorriso di sfida sotto la folta barba scura.

 
 
Ram's corner
 
Ok, il nome non è dei più originali, lo ammetto, ma in fondo è venuto così naturalmente, da sé, che non potevo negarmi questo piacere di Anastasiana memoria. E poi anche Oda usa nomi di gente nota, di solito pirati, ok, ma... licenza poetica!

Alla prossima,
Ram.
  
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