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Autore: violadelpensiero    07/01/2015    2 recensioni
Gli opposti si attraggono? Gli antipodi si completano?
No, questa storia dimostrerà che forse sono le cose che ci permettono di rispecchiarci nell'altra persona ad avvicinarci maggiormente a lei. Allora che cosa condivide Draco Malfoy con Ginevra Weasley? Sesto anno, una Ginny che ha sempre ricevuto amore dalla sua famiglia ma che non riesce ad accontentarsi delle cotte adolescenziali e cerca il sentimento con la A maiuscola e Draco, Mangiamorte per costrizione, intrigato dalla caparbietà dell'unica ragazza che non ha paura di dire le cose come stanno e a tenergli testa per difendere le sue idee. Un mix scoppiettante di incontri rubati, chiarimenti su sè stessi e dialoghi complici nella mia prima long FF Drinny.
(Stralcio dal primo capitolo, POV GINNY)
-Che cosa vuole da me Malfoy?- pensò non irritata né spaventata, ma, si rese conto, curiosa. Iniziò un gioco di sguardi che durò a lungo. Ginny alzò un sopracciglio come a dire: “Che cosa vuoi da me?”. Il ragazzo rispose con un gesto identico e un’alzata di spalle che la rossa tradusse come: “Mah, vediamo dove ci porta il destino”. Stavano flirtando!
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Violadelpensiero
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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GINNY

Le batteva così forte il cuore che pensava si sarebbe fermato. Non riusciva a definire, scientificamente e in modo esaustivo, ciò che provava in quell’esatto momento. Percepiva le mani di Draco ovunque: sulla schiena che l’accarezzavano dolcemente, sulle guance, con i pollici che le sfioravano le guance e sui bottoni della camicia, mentre li slacciava con lentezza, come se fosse il momento più solenne del mondo. La sua pelle fremeva dove la toccava e ogni terminazione nervosa pulsava. Nonostante fosse tutto molto naturale, Ginny sentiva di essere rossa per l’imbarazzo, però fino a quando Draco la baciava andava tutto bene. Era elettrizzata dal nervosismo, sensibilissima ad ogni suo tocco e tesa come una corda di violino. Ormai la sua camicia era del tutto aperta e lasciava intravedere il reggiseno nero a pois bianchi. Il ragazzo smise di baciarla e sollevò le mani, posandole sui suoi fianchi, osservandola affascinato. Notando la sua inquietudine tentennante, cercò di sdrammatizzare con un sorriso sornione: -Indossi davvero un reggiseno a pois?!- Ginevra abbassò gli occhi e fece le spallucce, grata per la distrazione: -Certo, perché? Io adoro i pois, ma se non ti piacciono…- quindi cercò di divincolarsi, fingendosi impermalosita e ricominciò ad allacciarsi i bottoni, guardando di sottecchi la  sua reazione e mordendosi un labbro per non ridere. In men che non si dica, si sentì sollevare e si trovò fra le braccia di Draco, che aveva un sorrisetto compiaciuto in volto come il gatto che ha preso l’uccellino: -Abbastanza galante per lei, madame?- Ginny gli stampò un bacio sonoro sulla guance, mentre il biondo camminava verso il letto per adagiarla fra le lenzuola: -Grazie, sì, messere- Aveva le mani intrecciate dietro la sua nuca, ai capelli chiari e percepiva quanto era forte, quanto era snello e asciutto. Profumava vagamente di pelle e di sale e di Draco. La rossa iniziò a posargli piccoli baci sul collo, seguendo una scia che collegava l’orecchio alla mandibola e suscitando il suo evidente piacere, tanto che il ragazzo rallentò l’andatura e piegò la testa per facilitarle il lavoro. Sentendosi potente e bella, bella per Draco, riconoscendo di essere al sicuro tra le sue braccia come in nessun altro posto al mondo, rese il bacio più serrato e gli lasciò un segno rosso proprio sopra la clavicola. Poi si allontanò e rimirò la sua opera. Gli occhi adamantini del biondo incatenarono i suoi in una morsa che lasciò senza fiato, quindi scesero sul succhiotto.

 -Sei soddisfatta?- domandò divertito e ansante, gettandole uno sguardo obliquo che non seppe ben interpretare.

-Sì- rispose maliziosa –E’ quasi a forma di cuore- Draco fece finta di lasciarla cadere, con un suo urlo sconcertato, ma poi la riprese al volo e la gettò sul letto scatenando le sue sonore proteste.

-AH SEI DELICATO CON LA TUA RAGAZZA, MI DICONO!- gridò tra le risate, rotolandosi nel letto tra le lenzuola di raso verde scuro. Il biondo non le diede il tempo di lamentarsi ancora perché iniziò a baciarla sul collo con lo stesso trattamento che lei gli aveva riservato. Ginny si sciolse sotto il suo tocco delicato, abbandonando ogni timore, eppure fu presa alla sprovvista quando Draco le lasciò un segno identico al suo alla base del collo. Spalancò gli occhi e si strinse alla sua schiena quando scese ancora più giù, mentre le slacciava piano il gancetto del reggiseno. Anche se un po’ frastornata, era profondamente grata che stesse prendendo l’iniziativa: non sapeva proprio da dove cominciare e si sentiva piccola e inesperta. Le sue uniche esperienze si riducevano drasticamente rispetto a quelle che aveva vissuto Draco (giravano delle voci su di lui che avrebbero fatto arrossire perfino Rita Skeeter, nonostante avesse qualche dubbio sulla fonte…), ma sentiva comunque il bisogno fisico di stargli vicino, più vicino, così gli tolse del tutto la camicia e senza smettere di baciarlo si sfilò la gonna, con la pelle d’oca ben visibile sulla pelle pallida. Gli occhi grigi del ragazzo si allacciarono ai suoi, preoccupati: -Ti faccio così paura?-

Sembrava talmente abbattuto che Ginny lo rassicurò con troppa foga, confondendosi: -No, guarda, non sei tu, ma nemmeno io! E’ che lo voglio tanto, ti voglio tanto, ma non so come fare…- la voce si affievolì piano piano. Ginevra vide passare mille emozioni sul viso di Draco, dalla confusione al panico e si sentì morire, perché aveva rovinato il loro mesiversario. Poi lo vide distendersi e sentì un sussurro accanto al suo orecchio: -Tu stai ferma allora. Se davvero te la senti, fa quello che ti va. Sono a tua disposizione- Annuì, leggermente rincuorata e riappoggiò la testa sul cuscino, mentre il suo ragazzo ricominciava a baciarla piano, pianissimo, come se fosse di vetro e potesse spezzarsi. Solitamente Draco era caloroso con lei, la abbracciava con passione, la stringeva forte, sapendo che non le piaceva fare la bambola di porcellana in una teca, eppure apprezzò che fosse così cauto questa volta. Sentì le sue mani calde risalire sul suo corpo, sfiorandole le cosce, i fianchi, le braccia e provò una scarica di brividi incontrollabili. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul bacio, che si faceva mano a mano più profondo, più pieno e sul tocco delle dita sulla pelle. Un po’ rassicurata, fece la stessa cosa ed iniziò ad esplorare il suo corpo, accarezzando gli addominali piatti e i muscoli guizzanti della schiena come se non li avesse mai visti prima. Sollevò il pallido braccio sinistro del ragazzo, con l’orrido sfregio nero del Signore Oscuro che spiccava, mentre Draco deglutiva a disagio e intrecciava le dita con le sue, stringendole forse un po’ troppo forte. Per Ginny era evidente che faceva di tutto per non ritrarsi al suo tocco e al suo sguardo, nonostante tremasse. Tracciò una linea di baci dal suo collo fino alla spalla, facendogli chiudere gli occhi dal piacere, quindi scese più in basso, avvicinandosi al tatuaggio quasi pulsante, fino a posare pianissimo le labbra su di esso. Non aveva paura del Marchio e le dispiaceva pensare che Draco, così orgoglioso e testardo, si vergognasse. Spesso era furiosa e non sapeva bene contro chi scatenare la sua rabbia: contro Lucius Malfoy forse? Contro Voldemort? Era un segno del male, certo, però che colpa ne aveva lui se gli era stato imposto? Sempre tutti, ad Hogwarts, avevano ritenuto Draco codardo, meschino, inattaccabile, eppure nessuno aveva mai pensato a che cosa aveva davvero sofferto. Neppure lei, fino a quando non gli era stata così legata…

Continuò la sua esplorazione, sfiorando appena le scapole sporgenti. Molte parti le erano conosciute, se non care –l’incavo del suo collo, dove spesso si addormentava, le labbra, le mani- però altre erano una nuova scoperta. Lo stesso doveva essere per lui, visto che la guardava con occhi diversi. Erano grigi scuri, attenti, celati da qualche ciuffo di capelli biondi che gli ricadeva sul viso perfetto. Più bello che mai.

-Ti faccio così paura?- gli chiese usando la sua stessa domanda, respirando appena e solleticando la sua guancia con un dito. I loro sguardi non si lasciarono, verde nell’argento.

Draco le mise un ricciolo rosso dietro l’orecchio e prima di chinarsi sul suo seno, le bisbigliò all’orecchio: - Sono terrorizzato, non si vede?- In realtà, Ginevra non ebbe proprio il tempo di pensare alla sua risposta, perché provò una sensazione così forte che dovette stringersi le lenzuola e chiudere gli occhi. Mai, mai in tutta la sua vita si era data così completamente a qualcuno. Non offriva solo il suo corpo a Draco, gli donava il suo intero cuore, che sembrava messo a nudo, scoperto, pulsante. Provò il desiderio insopprimibile di fondersi con lui, di condividere quell’urgenza che montava dentro di lei e che le faceva diventare il sangue fuoco caldo; tolse ogni altro pezzo di stoffa che li separava, assaporando il contatto bollente delle loro pelli l’una sull’altra. Affondò il viso nel suo collo e le dita nei suoi capelli, abbracciandolo per non lasciarlo più andare. Era così bello… Non poteva credere che fosse davvero suo. Forse un contratto di matrimonio lo legava ad un’altra ragazza, ma qualcosa di più importante di un pezzo di carta li univa e sembrava resistere nonostante tutti gli ostacoli che si erano presentati in quei mesi.

Non provò nemmeno a parlare, perché nessuna parola poteva descrivere quello che in realtà stava provando.  E nemmeno, sinceramente, voleva farlo: per una volta desiderava solo stare con lui, in tutto e per tutto e non perdersi neanche un momento.

 

Un po’ di ore dopo, la luna non era più così alta e il cielo stava assumendo una tonalità azzurrina più chiara e aranciata sull’orizzonte. L’unica grande finestra della Stanza delle Necessità era spalancata. Le tende volteggiavano e frusciavano impalpabili, mosse dal venticello lieve che proveniva dall’esterno. Ginny era accoccolata sul petto di Draco, che si alzava e si abbassava confortante al ritmo del suo respiro, avvolta in uno strato di lenzuola verdi. Osservava in pace il mondo che si svegliava nel più solenne silenzio, mentre lui si attorcigliava un ricciolo ramato intorno al dito. Ogni parola era superflua. Ad un certo punto, Draco si fermò, così lei alzò gli occhi silenziosamente interrogativi verso di lui e lo pregò, divertita: -Continua dai, mi piaceva- Draco rise di cuore e lei si sentì felice; era sereno finalmente, dopo tanto tempo passato fra dubbi, preoccupazioni e incertezze logoranti. Evangeline era lontana, lontanissima da dove si trovavano, ma non del tutto scomparsa. Ginevra poteva solo immaginare quanto sarebbe stato bello avere un momento di pace totale. Si alzò, sollevando le coperte con sé per coprirsi, ed iniziò a cercare i suoi vestiti.

-Cosa fai?- Draco la guardò con gli occhi socchiusi, steso languidamente come un felino stanco.

-Vieni, andiamo a inseguire l’alba- la giornata si prospettava troppo bella per stare al chiuso. Si avvicinò alla finestra, rabbrividendo piacevolmente per i soffi di vento freschi che si intrufolavano nelle lenzuola. Quando si girò per ribadire il concetto, il ragazzo, a pancia in giù, aveva il viso profondamente affondato nel cuscino. Ginny, piena di disappunto, ma dopotutto divertita, prese la rincorsa e saltò sul letto, buttandoglisi addosso con tutto il suo peso e pungolandolo con le dita: -Draco! Svegliati! Su, su. Hai dormito un sacco- Richiamato all’appello, alzò un sopracciglio e le fece notare, malizioso: -Guarda che la fatica l’ho fatta tutta io ieri sera- Lei arrossì e gli diede qualche schiaffetto motivazionale, spostando comunque gli occhi dal suo corpo nudo per un vago imbarazzo. Alla fine anche Draco si alzò e si vestì con nonchalance. Indossò un paio di jeans stracciati sulle ginocchia e una maglietta grigia, che lo resero più giovane di quanto le cicatrici sul suo corpo o lo sguardo adulto non mostrassero. Però, questo doveva ammetterlo, gli stavano benissimo. Aveva tutti i capelli spettinati, tanto che a Ginny venne voglia di passarci una mano in mezzo per sistemarli; si contenne e la unì invece alla sua, allacciandole. Lei si mise addosso il suo famoso maglione nero con i bordi verdi e prese di nascosto un pacchetto, incartato d’argento, mettendolo nella tasca posteriore dei jeans. Tenendosi sempre per mano, uscirono nel silenzio del castello addormentato, passeggiando nei corridoi vuoti, appena illuminati dalla luce nascente. Non c’era proprio nessuno in giro, nemmeno in biblioteca, dove certi studenti rimanevano a ripassare fino a tarda ora (o si addormentavano con le teste sui libri), mentre gli Elfi domestici stavano già preparando la colazione, testimoniata da un goloso profumo di dolci appena sfornati. I due ragazzi arrivarono fino al Portone e uscirono in giardino. Un leggero strato di rugiada bagnava l’erba verde, punteggiata di qualche violetta, segno della primavera quasi inoltrata. Ginny si slacciò le scarpe e proseguì a piedi nudi, ridacchiando per il contatto fresco sotto le dita. Draco era rimasto indietro di qualche passo e la osservava intensamente, la testa un po’ inclinata di lato e l’ombra di un sorriso sulle labbra. Solo per lui, alzò le mani sopra la testa e fece una ruota, atterrando ai suoi piedi e scoccandogli un bacio sonoro sulla guancia. Sentiva di avere i capelli tutti arruffati, eppure Draco la guardava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, anche se leggermente malinconico. Quanto avrebbe voluto imparare le basi della Legilimanzia, solo per capire cosa gli passava per la testa in quei momenti. Però subito lo Slytherin si riscosse e, posandole un braccio sulle spalle, la accompagnò in riva al lago Nero. Le onde battevano dolcemente le sponde sabbiose e il sole nascente si rifletteva cangiante e aranciato su di esse. L’aria era tiepida e la sensazione della riva umida e ruvida sotto ai suoi piedi confortante. Passeggiarono costeggiando il lago, mentre il sole si alzava davanti a loro e sorgeva dalle acque. Si fermarono sotto la quercia imponente, le cui gemme iniziavano a spuntare, verdi e tenere. Ginny alzò gli occhi verso di lui, gli accarezzò una guancia e Draco assecondò il suo movimento con la testa, senza mai distogliere lo sguardo magnetico e abbracciandola alla vita. Deglutendo, con l’altra mano la rossa sfilò il pacchetto che aveva nascosto nella tasca dei jeans e glielo chiuse nel pugno, elettrizzata. Sentiva mille puffole che saltavano di qua e di là nel suo stomaco e un nodo alla gola. Draco era sorpreso, ma non solo, era commosso; la guardò con gli occhi che scintillavano di gioia: -Posso aprirlo?-

Ginny trattenne lo sbuffo, però alzò comunque gli occhi al cielo e con celata dolcezza rispose: -No, te l’ho dato solo perchè tu guardassi il pacchetto- Lo osservò con il cuore che martellava mentre scartava il dono con la frenesia di un bambino, il che le fece pensare che non avesse mai ricevuto molto regali. Alla fine, scivolò fuori un sottile bracciale di cuoio nero intrecciato, semplice, con una piccolissima fata incisa sulla chiusura d’argento. Solo chi sapeva dove guardare l’avrebbe potuta riconoscere e, soprattutto, collegare al medaglione di Ginevra.

-Buon settiversario…?- buttò lì, sorridendo.

Draco le diede un lungo bacio e, alla fine, senza che quasi se ne accorgesse, Ginny aveva un anellino al dito: -Buon settiversario-






Okay, non ho idea di come sia partorire, ma io credo di esserci andata molto vicino con la stesura di questo doloroso, difficile, romantico (awwww <3), imbarazzato, goffo capitolo. Mi vergogno un po' per il mio ritardo imperdonabile, perciò ciao. Vi voglio bene
Viola
  
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