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Autore: Isabeckhtorres    07/01/2015    3 recensioni
"Cara Hogwarts,
Sto ancora aspettando la mia lettera. Sei tipo 12 anni in ritardo, ma va bene.
Sinceramente,
Un Futuro Studente di Hogwarts."
Una serie di One Shots ispirate alle Letterstomrpotter.
James x Lily
Scorpius x Rose
Harry x Ginny
Molly Weasley
Ron Weasley
Draco Malfoy
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Letter Six


Si sentì un piccolo 'crak' in un vicolo buoi di Londra, in quella giornata stranamente soleggiata.
Tre persone, un uomo e una donna e una bambina, si guardarono sorridendo e uscirono dal vicolo buttandosi in mezzo alla folla di pendolari e ragazzi, perfettamente a loro agio per essere appena comparsi dal nulla.
I loro vestiti erano normali, i loro capelli erano normali, forse un po' rossi, ma non destavano sospetti, eppure erano davvero comparsi dal nulla. Non che nessuno se ne fosse accorto.
Continuarono a camminare godendosi il sole sulla pelle, per poi fermarsi davanti a una porta grigia di sporcizia collezionata negli anni: nessuno avrebbe mai voluto entrare in un simile luogo, eppure i tre scomparvero all'interno del locale.
“Buongiorno Signori Weasley!” Un uomo allegro uscì da dietro il bancone. “Posso offrirvi qualcosa?”
Il bar, detto Paiolo Magico, sembrava trasformato, la stanza era accogliente e brillava di luce, sebbene non vi fossero finestre. La bimba si guardava attorno curiosa.
“Al ritorno senza dubbio, prima facciamo qualche commissione.” E l'uomo dai capelli sgargianti fece un cenno verso la sua sinistra.
Il barista annuì e sorrise, muovendo la mano in direzione della bambina, che lo guardò deliziata.
Mentre i tre si dirigevano verso la porta appena indicata, la bambina, ancora aggrappata alla mano della madre chiese “Chi era quel signore, mamma?”
“E' il proprietario del Paiolo Magico, tesoro” Rispose la donna con un sorriso. I capelli castani erano legati in una coda alta, l'abito blu scuro – che faceva a pungi con quello del marito, verde invece – il portamento fiero, sembrava circondata da un'aurea di potere e importanza.
La bimba, i cui capelli erano di fuoco, esattamente come quelli del padre, tirò di nuovo la mano della madre e le chiese “Dove andiamo?” Il padre aveva appena toccato con la punta della bacchetta un mattone e magicamente si era aperto un buco nel muro.
Fu l'uomo a rispondere questa volta “Vedrai, Rose. E' un pezzo di città magico, dobbiamo comprare delle cose per la mamma.”

“Perché? Per quel coso lì?” E indicò la pancia della donna: non sembrava esserci segno della 'cosa' che aveva turbato la bimba.
“Sì.” Il padre annuì, la madre la guardò sorridendo.
“Non è un 'coso' Rose. Potrebbe essere tuo fratello, o magari una sorellina.”
“E cosa ci faccio?”
Entrambi i genitori, che avevano continuato a camminare diretti verso un imponente edificio davanti a loro, scoppiarono a ridere.
“Rose” Spiegò la madre paziente, l'ombra della risata ancora sulle labbra “E' un piccolo te, all'inizio dovrai fare attenzione, ma poi puoi giocarci.”
“Coma fa Jams con Abus?”
“Sì, proprio così.” La donna sorrise con approvazione.
“Ogni tanto credo che potrebbe diventare perfino più intelligente di te.” L'uomo si rivolse alla donna con un sorriso provocatorio e ammirato.
“Dovremmo sperare che non prenda il tuo stomaco però, o la tua evidente mancanza di tatto” Rispose con uno sguardo che tentava in ogni maniera di essere serio e truce.
“Attenzione, Hermione Weasley, potrai spaventare tutto il Ministero con quello sguardo, ma non tuo marito.”
Le sopracciglia della donna raggiunsero l'attaccatura dei capelli “Ah, no?”
“Ok, forse un pochino sì.” Le rispose il marito, prendendo per mano la bambina.
Ormai le scale dell'edificio erano a pochi passi e l'uomo aveva già appoggiato il piede sul primo scalino quando si fermò bruscamente, lo sguardo fisso su un punto qualche metro più su di lui; la donna accanto a lui sembrava aver avuto la stessa reazione.
“Ron.” Disse con apprensione nella voce “Sai cosa dicono su di lui... E' cambiato, ha aiutato a ricostruire e, non mi sembra il caso... Lascia stare.”
“Hermione, sarà anche cambiato, ma questo non cancella il passato.” Gli occhi dell'uomo si strinsero pericolosamente, senza mai perdere di vista la causa del suo improvviso cambio d'umore.
La causa in questione era una famiglia, o meglio, l'uomo biondo che scendeva le scale della banca magica accompagnato da una donna di indubbia bellezza e da un bimbo che sembrava essere più chiaro del padre.
Le guardie della Gringrott percepirono il cambiamento nell'aria, annusarono la tensione e riconobbero le sei figure ma decisero di restare in disparte e osservare; intromettersi in una discussione riguardante il vice Ministro e un Auror rinomato poteva solo voler dire guai.

Fu l'alto uomo biondo a interrompere il silenzio per prima, fermandosi a qualche metro dalla famiglia rossa, ancora ferma sul primo scalino.
“Weasley.” La sua voce era distinta, ma priva di sfumature: si sarebbe potuto scambiarla per quella di un aggeggio Babbano.
“Malfoy.” La seconda voce fu invece incredibilmente tagliente e fredda.
Intorno alle due famiglie echeggiava un silenzio innaturale, come se il mondo si fosse congelato in quell'istante. I due restarono fermi a osservarsi.
“Weasley, Granger.” Pausa. Questa volta la voce aveva sicuramente un tono nervoso. “Vi devo delle scuse. Lo sappiamo tutti. E dubito che anche mi scusassi per il resto dei miei giorni, basterebbe.”
“Probabilmente.” L'uomo dai capelli rossi si dimostrò inflessibile.
“Ovviamente.” Pausa. “Ho evitato a lungo questo momento. Ho sperato non dovesse arrivare mai. Eppure, ovviamente sapevo di doverlo fare.” Pausa. “Mi scuso, Weasley e Granger, anche con Potter, e vi assicuro che il nome Malfoy sarà legato a – come metterla? - intenti migliori. Ecco.” Accompagnò le parole a un gesto e scese l'ultimo scalino, la donna e il bambino si mossero per seguirlo.
Durante tutto il discorso aveva mantenuto la voce ferma e la postura eretta, nonostante le sue parole fossero di scusa. Eppure nemmeno per un secondo l'altro uomo e l'altra donna ne avevano dubito la verità: erano state quasi arroganti, espresse con superiorità, ma indubbiamente sincere.
Strano come, pensò la donna, le parole abbiano talvolta più potere della magia.
L'uomo accanto a lei, si girò e richiamò l'altro “Malfoy. Questo non cambia niente.”
“Non mi aspettavo avrebbe fatto differenza.” Poi spostò lo sguardo sulla donna accanto a lui. “Sei particolarmente silenziosa Granger.”
“Sorpresa, direi. Spiegati Malfoy.”
“Sono stufo di vivere soffocato da una cappa d'odio.”
La donna rispose solo con un cenno e il marito concluse “Buona giornata Malfoy.”
La famiglia riprese a salire le scale, ancora silenziosa: la bimba li guardava con curiosità estrema, muoveva la testolina da un genitore all'altro, confusa.
Erano saliti di pochi gradini quando la voce li richiamò “Weasley?”
“Sì?”
“Fammi un favore.”
“Non ti sembra di star spingendo un po' troppo Malfoy?”
“No.” Scosse la testa, un mezzo sorriso sulle labbra. “Tieni la tua bimba lontana da mio figlio.”
L'uomo rosso lo guardò interdetto, ma poi sorrise. “Con grande piacere.”




“Caro Weasley,

Volevo solo chiedere scusa per averti trattato così orrendamente durante i nostri anni a Hogwarts.
Detto questo, tieni Rose lontana da Scorpius, o mio padre lo verrà a sapere.

Sinceramente,
Draco Malfoy.”




 



Angolo Autrice


Grazie mille a tutti quelli che mi leggono e seguono e recensiscono, ect ect.. La solita solfa insomma. 

@Isabeckhtorres

   
 
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