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Autore: ninety nine    09/01/2015    4 recensioni
La ribellione è conclusa da anni ormai. Katniss si è fatta una famiglia, con Peeta. Ma i suoi pensieri tornano spesso a Gale, anche se cerca di scacciarli. E un giorno, eccolo che torna. Nei boschi del distretto, si ritrovano. Gale torna nel 12...e complica, o migliora le cose. Questo dipende dai punti di vista... a voi la scelta.
Questa è la storia di Katniss Everdeen e del suo incontro con una delle persone che più hanno contato per lei, Gale Hawthorne, amico e compagno di caccia. O qualcosa di più?
Genere: Avventura, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sempre...se non fosse per i bambini. Per il bambino-

Come vetro che va in frantumi, sento la perfezione del momento di poco prima andare in pezzi.
Nuoto velocemente fino a riva e mi siedo sul bagnasciuga, stringendo la sabbia con le mani. 

-Cosa..cosa stai dicendo, Gale?-

Il ragazzo mi guarda negli occhi e accenna con il mento alla mia pancia.
No. No. Come può saperlo? Io non gli ho detto nulla apposta, per non compromettere il sentimento che si era finalmente creato tra noi.
Il ragazzo sorride, ma i suoi occhi mantengono la sfumatura triste che hanno preso poco prima. Mi rendo conto in un attimo che dovrei smetterla di considerarlo ancora come il ragazzo che veniva a caccia con me nei boschi del dodici. Gale è un uomo ora. Io sono una donna ora. Pensavo che a trent'anni qualcosa sulla mia vita, passata e futura, l'avrei capito. Ma ora so che non è così. So che a trent'anni un attimo può cambiarti la vita come a dodici, come a diciassette. Ora mi chiedo se una persona capisca la sua vita solo in punto di morte. Probabilmente, nemmeno allora. *

Penso al momento in cui ho capito che il mio terzo bimbo era dentro di me. All'emozione che mi ha preso il cuore. E' successo nel Dodici, poco prima che Gale tornasse. Lo sa soltanto mia madre, nemmeno a Peeta l'ho detto. Come può averlo capito il giovane dagli occhi grigi che ho a fianco?
Come se mi leggesse nel pensiero, lui parla di nuovo.

-Catnip..sí, me ne sono accorto. L'ho capito non appena ti ho vista in costume. Congratulazioni, neomamma, per la terza volta! Non eri tu quella...quella che non voleva bambini?-

Cerca di scherzare, ma la sua voce é tesa.

-Gale, ti prego. Ascoltami. Io ti amo...possiamo... Ci sarà un modo...-

Cerco di prendere tempo, di sdrammatizzare, ma so che nulla farà cambiare idea a Gale. E' testardo come pochi, quando vuole.

-Catnip. Ascolta tu me,okay? Anche io ti amo, ma sono stato egoista. Egoista e cieco a chiederti di rinunciare a Peeta e alla tua famiglia.. Scusami. Dimentica i miei sentimenti per te, torna a casa, posso andarmene nel Due e scomparire dalla tua vita. Ma ti prego, torna dalla tua famiglia. So come é crescere senza un genitore e non voglio che Prim, Gale Jr. e il bimbo che nascerà vivano con quel peso. Hai una bellissima famiglia, un marito che ti ama incondizionatamente. Torna da loro, Katniss. Te lo chiedo in qualità di tuo piú vecchio amico. Fallo.-

-No...-

Mi alzo di scatto e corro via, non so nemmeno io diretta dove.
Le lacrime mi pungono gli occhi, ma non voglio farle scendere.
Era tutto perfetto, finalmente tutto perfetto.

Nel profondo della mia coscienza so che Gale ha ragione, ma zittisco la voce che lo sussurra. Gale è mio. Io sono sua. Tutto il resto non conta.
Scivolo a terra e sento indistintamente il legno della palma contro la quale mi sono accasciata graffiarmi la pelle.
Poggio le mani sulle ginocchia e chiudo gli occhi, cercando di non pensare a nulla. Mi sento tradita anche dal mio migliore amico. Tradita come quando se n'è andato nel Due, dopo il mio confinamento al Dodici, dopo la morte della Coin, dopo la fine della ribellione in cui lui aveva creduto così fortemente. Nel momento in cui avevo più bisogno di lui.
Se non se ne fosse andato, chissà chi avrei scelto. Chissà dove sarei ora. Magari in una casetta nei boschi, in quella casetta a fianco del lago che tanto ci piaceva.
La immagino con il tetto, rimessa a nuovo, con il fuoco acceso e il vecchio attizzatoio storto di casa Hawthorne appoggiato sulla catasta di legna. Immagino la nostra Prim nuotare nel lago, giocare con i fili metallici di Gale sotto il suo sguardo attento, poggiare la mano sulla mia pancia chiedendomi come avrei chiamato il bimbo, mi immagino che le rispondo che il nome del suo fratellino sarebbe stato Peeta, come quel ragazzo dagli occhi azzurri che mi aveva mostrato che il mondo poteva essere gentile.
Peeta. Peeta, che mi aspetta a casa per Natale. Peeta, che ho scelto proprio per la sua gentilezza.
Il suo viso mi balena nella mente. Penso ai suoi occhi color del cielo sereno e ai suoi capelli color del grano del Distretto 11. Penso alla sua mano tesa ad aiutare Prim quando cade, al suo dito che scivola sulla lacrima ribelle che scorre sulla sua guancia. Penso a lei, a mia figlia, al nome che porta. Penso al suo sorriso quando danza nel Prato, ai fiori che fermano le sue trecce e alla sua risata cristallina quando il fratellino cerca di imitarla. Penso al piccolo Gale Jr. , alle ombre che ogni tanto passano nei suoi occhi grigio tempesta anche se è così piccolo, ai suoi sbalzi d'umore che lo portano a piangere e a battere le manine nell'arco di pochi minuti, al suo continuo giocherellare con il mio ciondolo portafoto.
Penso al bimbo che ho in pancia, di cui ancora non so nulla, ma a cui già voglio bene.
La mia famiglia. Come ho potuto abbandonarli così? Anche io so come è vivere senza un genitore, so cosa vuol dire sentirsi abbandonati. Per quanto voglia negarlo a me stessa, per quanto voglia rimanere con Gale e convincermi ad amarlo, ho fatto la mia scelta.
Devo tornare da loro.
Riapro gli occhi e osservo il panorama che ho davanti, pervasa da uno strano senso di calma. Forse, ho finalmente fatto pace con tutti i miei sentimenti. Osservo l'orizzonte e decido che questo deve essere il momento in cui decido quale strada prendere. Prima o poi tutti si trovano davanti un bivio e devono decidere quale binario prendere. L'orizzonte è il mio futuro. Posso scegliere Gale, dimenticare Peeta e i bambini, fingere che il piccolo che nascerà sia figlio nostro. Può darsi che Gale lo faccia, per vedermi felice. Può darsi che venga con me, anche se soltanto dopo aver cercato di dissuadermi. Dopotutto, ci amiamo, anche se il nostro amore è qualcosa di molto particolare. Ma avrei davvero di buttarmi tutto alle spalle e di vivere gli anni che mi restano sapendo di aver lasciato al Dodici una famiglia infelice e di avere al mio fianco un uomo altrettanto infelice?
Ripenso a ciò che il mio compagno di caccia mi ha detto prima e so che ha ragione,come sempre.
Lui è stato egoista, ma la più egoista di tutti sono stata io. Immagino il bivio, i miei occhi che scrutano le strade e il mio passo verso il ritorno. Verso la seconda strada, verso il Distretto Dodici. Verso Peeta. Voglio soltanto una cosa, da brava egoista quale sono. Gale al mio fianco, come ai vecchi tempi.
Sorrido e poggio la testa contro il tronco della palma, continuando ad osservare i giochi di luce del sole sul mare.
Non so quanto rimango così, immobile, prima di sentire il passo leggero e famigliare del giovane che si avvicina e si siede accanto a me.
Volto il viso verso di lui e mi perdo per l'ultima volta a osservare i particolari del suo viso, dalla carnagione olivastra agli occhi chiari ed espressivi, dalla bruciatura che gli rimane sulla fronte a ricordo del bombardamento del Dodici al al velo di barba che gli copre la mascella, fino alle labbra piene e al ciuffo ribelle che continua a cadergli sul viso da quando è un ragazzino.

-Gale?-

Faccio un respiro profondo quando lui non mi risponde.

-Posso chiederti anche io una cosa, in qualità di tua più vecchia amica?-

Lo vedo annuire mentre cerca di trattenere il mezzo sorriso triste che gli è nato sul viso. Ha capito che ho accettato ciò che ha detto e che ho preso la decisione più giusta per tutti. Tranne che per lui, forse.

-Restami accanto. Soltanto come amico, ma non te ne andare di nuovo.-

Aspetto un istante prima di continuare e aggiungere due parole che mi è sempre stato difficile pronunciare.

-Per favore.-

Il sorriso si espande e perde la note triste con cui era nato.
Mi tende la mano.

-Okay, Catnip. Come prima. Come i due ragazzi che si sono incontrati nei boschi e sono diventati inseparabili.-

C'è ancora una nota di tensione e tristezza nella sua voce, ma possiamo ricominciare. Insieme, fianco a fianco, come ai vecchi tempi.
Afferro la sua mano.

-Proprio come quei due ragazzi.-










 

 

Buongiorno a tutti! Finalmente, arriva il nuovo capitolo! Diciamo che ho cercato di seguire il consiglio dei recensori e ho fatto nascere in Katniss, tramite Gale, un po' di sensi di colpa. Spero che la cosa risulti efficace e non troppo affrettata!

Ovviamente, avrei piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate!

All'interno del capitolo mi sono ritrovata a inserire citazioni della storia originale, mentre nel punto segnato con l'* qualcuno potrebbe ritrovare una delle riflessioni di Rosie nel libro ''Scrivimi ancora''. Ebbene, viene proprio da lì, ma non ricordavo le parole esatte e quindi l'ho adattata.

Ho inserito anche i pensieri di Katniss in merito alle sue due famiglie..quella immaginaria con Gale e quella reale con Peeta. Sono abbastanza soddisfatta di questi punti, spero siano anche di vostro gradimento!

 

Spero che il risultato sia qualcosa di decente...a presto k_j <3

  
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