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Autore: LauraPalmerBastille    09/01/2015    11 recensioni
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile.
Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Io sono Percy” dice il proprietario di quegli occhi, allungando la sua mano verso il più piccolo.
E l'unico pensiero di Nico è "questa volta o mi salva o mi ammazza".
*
[...]
Il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
*
[Pernico]
[A tratti Jasico]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Save me, Percy Jackson.



 

Jason fissa Nico infilarsi sotto le coperte, per poi socchiudere gli occhi e prendere respiri profondi.
Jason” dice dopo qualche attimo, riaprendoli. “Cosa vuoi?”
Il biondo quasi sussulta, per poi distogliere lo sguardo. Si mordicchia un labbro e incrocia le braccia al petto.
Niente” dice quindi, sospirando. “Tu invece cosa stai facendo?”
Il più piccolo gli lancia un'occhiata stranita, per poi spostare la sua attenzione sul computer vicino al letto. “Delle ricerche.”
Che genere di ricerche?” Le gambe del più grande si muovono istintivamente verso il letto, per poi sedersi vicino al moro.
Nico, dal canto suo, prende il computer e lo appoggia sulle gambe.
Jason lo fissa attentamente. E' passata ormai una settimana da quando sono tornati dalla caserma della polizia, e Nico sembra compiere ogni movimento con estrema lentezza e apatia. I suoi occhi sono neri e spenti. Sembra non ci sia vita dentro di lui.
Più Jason prova a tirarlo su di morale, più lui si richiude in sé stesso, eliminando qualsiasi cosa lo circonda.
Si, sta migliorando, ovvio. Non ha più versato lacrime e, soprattutto, non ha più avuto crisi violente. Eppure questa fase di stabile depressione gli fa venire voglia di stringerlo forte tra le braccia tutto il giorno, finchè la tristezza non abbandona il suo corpo.
E invece rimane lì a fissarlo, mentre sprofonda nel materasso. Mentre mangia con faccia schifata i piatti che gli serve. Mentre guarda immobile fuori dalla finestra.
Ed ora invece lo ritrova sotto le coperte, con la voglia di fare delle ricerche di sua iniziativa.
Allora?” chiede, quando la risposta del moro non arriva. “Che tipo di ricerche?”
Nico alza gli occhi al cielo, per poi accendere il pc. “Secondo te?”
Non ne ho idea” ammette, alzando le spalle. “Parlamene.”
Il più piccolo si volta a fissarla, per poi scuotere la testa. “Io...” annaspa, mordendosi un labbro. “Io voglio fare delle ricerche su quell'uomo...”
Jason alza un sopracciglio sorpreso, per poi abbozzare un sorriso. Reazione. Finalmente una reazione positiva.
Un peso che stringeva lo stomaco del biondo sembra sciogliersi dentro di lui, e si ritrova a sospirare felice. “Bene, mi piace come idea” dice, mettendosi seduto più comodo.
Nico gli rivolge un'occhiata, per poi annuire. Si morde il labbro, ed assottiglia gli occhi per riuscire a leggere sul computer.
L'unica cosa è che non so da dove iniziare...”
Jason abbozza un sorriso, per poi prendere un lembo della coperta e spostarla, scoprendo quasi il gracile corpo del più piccolo.
Cosa stai facendo?” chiede infatti l'altro, aggrottando le sopracciglia.
Fammi spazio” dice, infilandosi sotto le coperte.
Nico alza gli occhi al cielo, per poi sbuffare. Jason sorride a quella reazione. Gli ricorda così tanto il vecchio Nico. Quello irritabile ma scherzoso. Silenzioso ma premuroso. Quel Nico che ti lanciava gli sguardi inaciditi, per poi però abbassare lo sguardo sorridendo.
Così il più grande si mette sotto le coperte, con un sorriso ebete sulle labbra. Un sorriso sollevato, felice.
Grace, sai che stai passando più tempo nel letto di tua sorella -in cui mi fai dormire- che nel tuo?” dice inacidito, per poi aprire il motore di ricerca.
Il biondo scrolla le spalle, per poi circondare le spalle del più piccolo col suo forte braccio. “E' perchè voglio starti vicino” ride, strofinando una guancia sui suoi capelli scompigliati.
Nico alza di nuovo gli occhi al cielo, per poi sospirare. “Non so da dove iniziare...” sussurra, abbassando lo sguardo. Nel suo sguardo ritorna quella tristezza che lo ha posseduto per tutto questo tempo.
Ti aiuto io!” esclama quindi il più grande, cercando di togliere quel velo di tristezza che è caduto sopra al più giovane. “Per prima cosa” dice, abbozzando un sorriso. “Dovremo ricercare tutte le notizie dell'accaduto. Pensi di essere pronto?”
Nico si morde forte il labbro. Stringe gli occhi, come a voler reprimere le lacrime. Poi però riapre gli occhi, e in questi Jason per un secondo ci vede della determinazione; della forza.
Si” dice quindi, raddrizzandosi. “Sono pronto.”

*

Jason socchiude la bocca, e qualcosa sembra avergli trapassato il petto.
“C-cosa?” dice, facendo un passo indietro.
Hazel spalanca gli occhi, per poi voltarsi inviperita verso lo spagnolo. “Idiota” quasi urla, con tono aggressivo. “Sei un totale idiota!”
“Hazel, ma io--”
“Possibile che tu non ne faccia mai una giusta!?” ringhia, passandosi una mano in mezzo alla folta chioma scura.
E Jason non riesce ad ascoltare la conversazione tra quei due. Perchè fa così male? Ma soprattutto, COSA gli fa così male?
Perchè immaginare Nico tra le braccia di qualcun altro lo fa soffrire in questo modo?
Indietreggia ancora un poco, per poi sbattere la gamba contro il bordo del letto e caderci sopra con un tonfo. La testa ricade pesantemente verso il basso, e si ritrova accovacciato su sé stesso.
Cosa sta succedendo?
Leo e Hazel intanto, affianco a lui, continuano a battibeccare. Perchè non si unisce alla conversazione? Perchè fa così stramaledettamente male?
“Jason...” lo richiama dopo poco la ragazza, posandogli una mano sui capelli biondi. “Tutto bene?”
E il più grande si ritrova per un secondo spaesato. Lui è sempre stato la roccia, il leader, il ragazzo su cui si fa affidamento. È sempre stato quel tipo di persona che protegge e non viene protetto. Non ha mai avuto così tanti problemi, e questo gli ha consentito di aiutare gli altri.
Di aiutare Nico.
Ma ora... ora che è lui a soffrire. Chi lo può aiutare? Lui non può essere aiutato, lui deve aiutare.
E si sente solo. Si sente tremendamente solo.
Il ragazzo per cui ha dato una vita, adesso è felice tra le braccia di qualcun altro. E questo qualcuno vorrebbe ucciderlo. Non sa perchè, ma lo odia.
E per un secondo odia anche Nico.
“No” risponde quindi, passandosi una mano in mezzo ai capelli. “Ho bisogno di stare solo, per favore.”
Hazel gli lancia un'occhiata preoccupata, per poi annuire. Non ha mai capito bene il carattere di Jason, e questo non le permettere di capire come comportarsi in questa situazione.
“Tu vieni con me” sibila la ragazza, prima di afferrare lo spagnolo per un orecchio. “Hai già fatto abbastanza casini per oggi!”
-
Jason si ritrova steso sul letto di camera sua. Continua a fissare il soffitto, ed i suoi occhi glaciali si spostano da una parte all'altra, senza mai osservare davvero qualcosa.
La cicatrice sul labbro gli fa male, ed il suo petto sembra essere stretto in una morsa quasi dolorosa.
L'unica cosa che la sua mente riesce a pensare, adesso, è l'immagine di un sorridente Nico che si struscia sul corpo di un altro ragazzo.
Nico che sorride con qualcun altro. Qualcuno che non è lui. Questa è l'unica immagine che ha ora nella mente.
Perchè fa così male?
E poi qualcuno bussa. E Jason sente il suo cuore fare una capriola, per poi mettersi seduto di scatto sul letto.
Forse è Nico. Forse è lui. Cosa deve fare?
Una rabbia assurda gli cresce nello stomaco, per poi inondargli il corpo. Ha voglia di urlare, sbattere i piedi a terra. Ed è strano. Non è da lui.
“E' aperta” dice, passandosi una mano in mezzo ai capelli.
Quando da dietro la porta si affaccia una chioma castana, Jason non sa se essere sollevato o triste. Piper lo osserva dalla porta, con una espressione dispiaciuta sul viso. “Posso entrare?” dice, mordendosi il labbro inferiore.
Il biondo la fissa per qualche attimo, per poi scrollare le spalle ed annuire. “Entra...” dice, per poi ripassarsi di nuovo una mano tra i capelli.
La ragazza entra dentro la stanza, andandosi a sedere di fronte al biondo.
È così bella, pensa il ragazzo. Piper ha sempre avuto questa bellezza naturale, senza uso di trucchi o cose varie. Il suo sorriso illumina le persone e la sua dolcezza le tranquillizza.
Sembra quasi la figlia della Dea dell'amore e bellezza, pensa Jason. Così aggraziata e femminile. Anche con i suoi jeans sfatti e le sue magliette larghe, Piper rimanere di una bellezza indescrivibile.
E, Dei, Jason si sarebbe voluto tanto innamorare di lei. Insomma, se non fosse stata omosessuale, una relazione con lei sarebbe stata così semplice.
Ma invece no. Lui non ha mai provato quel tipo di sentimenti nei suoi confronti e mai li proverà, e per un momento gli dispiace quasi.
“Jason...” sussurra, poggiandogli una mano sulla guancia. “Dei, non ti ho mai visto così giù. Cosa è successo?”
E qualcosa dentro al petto di Jason si sbriciola. Non è mai stato così giù, in realtà. Non si è mai sentito così abbandonato e solo.
Forse perchè per tutto questo tempo ha avuto il motivo della sua felicità affianco, e non se ne era reso conto. Forse perchè Nico per lui era decisamente di più che un amico da salvare.
“Nico” sussurra quindi, e un groppo alla gola lo fa fermare. Appena quel nome è uscito dalle sue labbra, il suo stomaco si è rivoltato e la nausea lo ha assalito.
“Jason” esclama quindi la castana, rizzandosi. Gli poggia una mano sulla schiena facendo dei piccoli cerchietti.
“Respira” gli sussurra, mordendosi un labbro. “Respira, piccolo... Andrà tutto bene.”
E quella frase scatena dentro Jason il dolore puro. Abbassa la testa, e chiude gli occhi.
“No, non andrà bene nulla” sussurra, scuotendo la testa.
Piper gli poggia una mano sul capo, accarezzandogli dolcemente i capelli. “Raccontami tutto.”
-
Jason aveva raccontato tutta la storia alla ragazza. Di come lui e Nico si conoscessero sin da bimbi, del loro rapporto, della tragedia. Gli aveva raccontato di come insieme si erano ricostruiti, di quello che avevano vissuto e, poi, della notizia che gli era arrivata per bocca di Leo.
E quel pensiero lo aveva fatto stare così male che lo aveva raccontato a sguardo basso. Si era passato più volte la mano tra i capelli, per poi sospirare affranto.
“Ti sei preso una bella cotta, eh?” dice Piper, abbozzando un sorriso rassicurante.
“Cosa!?” esclama Jason, sgranando gli occhi. “Io... Io non--”
“Tu” lo interrompe lei, socchiudendo gli occhi. “Continui a mentirti.”
“Cosa intendi?”
“Pensi davvero che se Nico fosse per te solo un semplice amico staresti così, alla notizia che ha trovato un altro?”
Jason geme frustrato, chiudendo gli occhi.
Un altro.
Perchè fa così male?
“Non pensi che se Nico fosse per te un semplice amico tu saresti semplicemente felice per lui? Insomma, dopo tanto tempo finalmente ha trovato la felicità e--”
“Ero io la sua felicità!” esclama, rizzandosi. “Ero io!”
Piper lo fissa sorpresa, per poi sorridere. “Jason, io penso che la situazione sia chiara anche a te... devi solo ammetterlo.”
Il biondo la fissa, e i suoi occhi azzurri diventano ancora più glaciali. Aggrotta le sopracciglia, ed affonda la testa tra le mani.
“No...” sussurra, scuotendo la testa. “Non può...”
“Si” lo precede Piper, poggiandogli una mano sulla spalla. “Devi solo ammetterlo.”
E Jason alza lo sguardo. E sente dentro di sé un peso che vorrebbe far uscire fuori, ma che sembra essere radicato dentro il suo organismo.
“Io non ti giudicherò” lo rassicura la ragazza, guardandolo dolcemente.
E Jason fissa sorpreso di fronte a sé, come se la verità a cui è appena arrivato fosse una sorpresa anche per lui.
“Mi piace Nico” dice quindi, spalancando poi le labbra. “Accidenti, mi piace...”
E Piper sorride, stringendogli la spalla con le sue sottili dita. “Direi proprio di si Jason... Ed ora la situazione si fa decisamente difficile.”
“Cosa devo fare!?” esclama, prendendosi la testa tra le mani.
“Proteggerti” dice semplicemente la ragazza. “Devi proteggerti.”
“Come?”
Piper scrolla le spalle, per poi mordersi il labbro. “Nico non è più il ragazzo distrutto di un tempo, Jason...”
Il biondo la fissa, confuso. “Cosa intendi?”
“Nico non ha più bisogno che tu gli stia perennemente vicino, per cotrollarlo. È cresciuto, è maturato e, soprattutto, guarito. E a volte, per guarire, bisogna proprio allontanarsi da quello che ci fa stare male...”
Il cuore di Jason si blocca, e i suoi occhi si spalancano. “Ma... Ma Nico, lui--”
“Non ti sto obbligando a fare nulla” lo interrompe, sorridendogli dolcemente. “Il mio è solo un consiglio. Perchè non riesco a vederti così.”
E, per la prima volta, Jason vorrebbe scappare via.

*

Nico si siede fuori dal locale, con le gambe che gli tremano e la mente affollata di pensieri. Percy lo ha baciato. Lo ha toccato.
Le labbra di Percy erano sulle sue, e le sue mani sul suo corpo. Sente dei caldi brividi percorrergli tutto il corpo, e per un secondo cerca di rivivere tutto quello che è accaduto mediante i ricordi.
E al ricordo delle labbra di Percy sulla sua pelle le guance gli si infiammano, e istintivamente si morde il labbro inferiore per risentire il suo sapore.
Il desiderio di riaffondare le mani tra quei capelli scuri riaffiora, e per un secondo prende in considerazione l'idea di aspettare che finisca quella sua 'esibizione' in quella stanzetta.
Ma poi una mano salda sulla sua spalla lo fa sussultare, facendogli spalancare gli occhi.
“Nico” lo chiama la voce. Lui si volta, e si ritrova di fronte a due occhi grigi che lo osservano attentamente.
“Annabeth” risponde, alzando un sopracciglio. “Cosa vuoi?”
La ragazza alza gli occhi al cielo, per poi infilarsi una mano in tasca. “Con me i tuoi giochetti da bambino arrabbiato non funzionano, ragazzo.”
Nico aggrotta le sopracciglia, per poi scoccargli un'occhiata inacidita. “Cosa?”
“Puoi lanciarmi tutte le occhiatacce e risposte acide che vuoi, ma sono più testarda di te” dice, socchiudendo gli occhi.
Nico alza gli occhi al cielo, per poi sbuffare. “Io ancora non ho capito cosa vuoi.”
“Quello che voglio è molto semplice!”
“Ossia?”
Lei gli scocca un'occhiata diffidente, per poi prendere una ciocca bionda tra le dita e giocarci. “Mi pare ovvio, la felicità di Percy.”
Nico a quelle parole sussulta, per poi arrossire imbarazzato. “E... E io cosa dovrei fare!?” risponde imbarazzato, abbassando lo sguardo.
Annabeth ridacchia, per poi cambiare la ciocca con cui giocare. “A quanto pare sembra che in questo periodo quel ragazzo non abbia altri occhi che per te!” afferma, alzando gli occhi al cielo.
“C-cosa?!”
“Pf, ora non sei più così scorbutico” commenta, storcendo le labbra. “Bhè, lasciati dire una cosa... ho opinioni discordanti sul tuo conto.”
“Cos--”
“Ma” lo interrompe, zittendolo con il suo sguardo duro. “Non sono io a dover avere una relazione con te, bensì Percy. Ma lascia che ti dica una cosa, Di Angelo” e carica così tanto sul suo cognome, da far rabbrividire il più piccolo. “Percy vive una situazione delicata, e ha dovuto affrontare tanto. Il suo passato non è decisamente rosa e fiori, e nemmeno il suo presente.”
“Dove vuoi andare a parare?” sputa Nico, alzando un sopracciglio.
“Semplice: fallo soffrire, e sarai tu a soffrire. Per mano mia.”
Nico quasi indietreggia a quella affermazione. Sgrana per un secondo gli occhi, e poi aggrotta le sopracciglia.
Lo sta minacciando. Lo sta esplicitamente minacciando.
Annabeth gli rivolge un'occhiata fredda, che mette a disagio il più piccolo. Poi però abbozza un sorriso ed, infine, scoppia a ridere felice. Una risata cristallina e quasi... vera.
Stende la mano verso Nico e sorride. “Però per adesso siamo amici, vero?”
Il moro fissa la mano con un'espressione sbalordita. Quella ragazza sembra calcolare ogni minima mossa, ogni minima parola che dice. E lui ne ha quasi paura. Sembra quasi una macchina da guerra.
Non è decisamente una ragazza da inimicarsi.
Allunga la mano incerto, per poi stringere quella della bionda. “Ehm... okay...”
Annabeth inclina un po' la testa, strizzando un occhio.
“Cosa state facendo voi due?” chiede una voce dietro di loro, facendo sussultare solo il più piccolo. La bionda rimane impassibile, con quel sorrisetto sulle labbra.
“Percy!” esclama poi la ragazza, stringendo la mano del più piccolo nella sua. “Stavamo facendo amicizia!”
Nico scocca un'occhiata sorpresa a quella presa, per poi provare a scostarsi. Nulla, la mano di Annabeth è stretta alla sua.
“Hai già finito la tua esibizione?” chiede allora la bionda, per poi lasciare andare la mano del moro.
Percy annuisce, per poi avvicinarsi ai due. “Travis ha preso il mio posto... Nico, cosa ci fai ancora qui?”
Il più piccolo gli rivolge un'occhiata confusa, per poi passarsi la mano in mezzo ai capelli. “Ecco, io...”
“Ti stava aspettando” finisce la frase Annabeth, con tono decisamente troppo dolce. “Vi lascio un pochino soli, okay?”
Percy le rivolge un sorriso grato, per poi lasciarle un tenero bacio sulla guancia.
E, Nico ne è sicuro, prima di rientrare dentro al locale Annabeth gli ha lanciato un'occhiata d'avvertimento. Come se avesse voluto dirgli 'ricordati, se lo fai soffrire io faccio soffrire te' con lo sguardo.
E non sa se scoppiare a ridere per tutto quello che è appena successo, oppure prendere sul serio la velata minaccia che la ragazza gli ha fatto.
“Simpatica la tua amica” dice quindi, indicando la porta da cui è appena entrata.
Percy ridacchia, per poi passarsi una mano in mezzo ai capelli. “Diciamo che è un carattere forte. Mi ha aiutato molto.”
Nico annuisce, e per un secondo associa la figura di Annabeth a quella di Jason. Anche lui, col suo carattere forte, molte volte lo ha preso ed aiutato ad andare avanti. Chissà se anche lui avrebbe minacciato Percy se gli avesse detto di questa relazione...
Ma soprattutto, quando glielo dirà? Come? Che parole dovrà usare?
Ma poi, tutti questi pensieri vengono interrotti dalle labbra di Percy sulle sue. Quelle labbra calde sono di nuove poggiate su di lui, ed il suo cuore sembra quasi uscirgli fuori dal petto.
Batte così velocemente che per un secondo ha paura che l'altro possa sentirlo.
“Nico” sussurra, accarezzandogli una guancia. “Mi piace così tanto baciarti.”
E le gambe del più piccolo minacciano di non sorreggerlo. Così appende le sue braccia intorno al collo del più grande, e riavvicina le loro labbra.
E non sa quanto tempo passano in quel bacio. Forse secondi, minuti o anche ore.
Nico sa solo che tutto intorno a lui sparisce. Intorno a lui, e dentro.
C'è solo Percy. Percy davanti a lui. Percy sulle sue labbra. Percy nel suo cuore.
Percy.
E si sente felice. Più felice che mai.
La mano del più grande si intreccia in quella di Nico, facendolo sorridere.
“Mi piaci quando sorridi” sussurra, accarezzandogli di nuovo la guancia.
Nico arrossisce, per poi mordersi il labbro. Sta per riappoggiare le labbra su quelle di Percy, quando la porta dietro di loro si apre.
Annabeth li fissa con un sorriso dolce in volto, per poi incrociare le braccia al petto e sospirare. “Siete davvero carinissimi! Ma, Percy, tra poco tocca di nuovo a te.”
Il più grande sospira, per poi annuire. “Arrivo, Annie.”
La ragazza rientra dentro il locale, accostando la porta.
“Penso di dover andare...” sussurra Percy, passandosi una mano in mezzo ai capelli. Nico si morde il labbro, per poi annuire.
“Penso proprio di si...”
“Ma voglio rivederti” dice il più grande, sorridendo. “Stasera.”
“Cosa? E come?”
Percy sorride felice, poggiando una mano sulla testa del più piccolo ed accarezzandogli i capelli. “Non mi interessa come, tu aspettami e basta.”
E, Nico non sa come, ma poi le sue labbra sono di nuovo su quelle di Percy, baciandole.

*

Nico rientra dentro la stanza con le guance ancora rosse ed il sorriso sulle sue labbra. Richiude la porta dietro di sé, ed appoggia la schiena su questa.
Sta sorridendo sul serio, ed è davvero felice. Non è un sorriso di circostanza. Lui sorride perchè vuole farlo.
Sta per sospirare, quando un colpo di tosse lo fa sussultare.
Jason è seduto sul letto a gambe incrociate, e lo fissa.
I suoi occhi così glaciali lo sorprendono, e lo fanno quasi rabbrividire. Gli sono sempre piaciuti gli occhi del biondo. Così chiari, eppure così caldi.
Si sentiva a casa in quegli occhi.
Eppure adesso sono affilati, e sembrano starlo squadrano con... cattiveria?
“Jason?” chiede, staccandosi dalla porta. Raggiunge l'amico, e quando prova a toccargli la spalla con la mano, il biondo scatta indietro evitando quel contatto.
Nico rimane pietrificato, e Jason con lui.
Il più piccolo osserva il biondo, e per un secondo le parole non gli escono di bocca.
“Sei impazzito?” dice poi, lasciando ricadere il braccio lungo il fianco.
Jason si guarda le mani sorpreso. Cosa ha fatto?
Si, è arrabbiato, confuso, triste. Ma non può fare questo a Nico. Non al ragazzo che ha protetto fino a quel momento.
Devi proteggerti.
E per la prima volta quelle parole assumono un vero significato. Jason ha sempre protetto tutti col suo carattere forte. Si è messo a disposizione degli altri, li ha protetti. Ma lo ha mai fatto con sé stesso?
Ha mai protetto i suoi di sentimenti? Ha mai lasciato un po' di spazio per capire cosa lui provasse?
“Non sono impazzito” dice, passandosi una mano in mezzo ai capelli. “Sono... arrabbiato? Deluso? Sinceramente non so descrivere tutte le emozioni che sto provando adesso...”
Nico gli lancia un'occhiata confusa. “Ma di cosa stai parlando?”
“Da quanto ti vedi con quel ragazzo?” dice quindi tutto d'un fiato il biondo, senza spostare il suo sguardo da quello del più piccolo.
Il moro spalanca gli occhi, per poi balbettare qualcosa senza un minimo di senso.
“Jason, io--”
“Nico” soffia, stringendo i pugni. “Direi una bugia, se dicessi che questa cosa non mi ha fatto male... tu--”
“Io non ho voluto dirtelo, è vero!” ammette il più piccolo, e nei suoi occhi c'è la paura. Non ha mai litigato davvero con Jason, e per un secondo ha davvero paura di perderlo. “Ma era solo perchè non volevo che tu ti preoccupassi troppo per me!”
Jason aggrotta le sopracciglia, e il suo cuore si comprime sempre di più. “Ti da fastidio che io mi preoccupi per te?”
“No, no... Io...”
“Tu non mi volevi tra i piedi.”
Nico sgrana gli occhi, e l'aria sembra uscire fuori dai suoi polmoni. E' davvero così? Non glielo ha voluto dire perchè sennò tutte le sue preoccupazioni sarebbero state troppo soffocanti. Non lo ha voluto in mezzo?
“Jason, io...”
“Mi hai fatto male, Nico” dice, abbassando lo sguardo. “E la cosa da schifo è che avrei voglia di dirti quanto male mi fa, ma ho fottutamente paura di ferirti. Anche se tu hai ferito me.”
“Jason...” sussurra il più piccolo, indietreggiando. “Io non volevo ferirti” e il suo tono è basso, terrorizzato. “E' l'ultima cosa che avrei voluto.”
“Lo so!” quasi urla il più grande, prendendosi la testa tra le mani. “E te lo giuro, Nico! Per quanto io mi stia sforzando di avercela con te, non ce la faccio!”
“C-cosa...?”
“Non è … non è colpa tua!” dice frustrato, stringendosi i capelli tra le mani.
Nico lo fissa sorpreso. Non ha mai visto Jason in queste condizioni. E sapere che è per colpa sua, gli fa male. Si avvicina, e poggia una mano sulla sua spalla.
“Jason...” sussurra di nuovo, mordendosi il labbro. “Cosa intendi?”
“Dovrei essere felice per te. Hai finalmente trovato qualcuno che ti renda davvero felice ma...”
Nico lo osserva, e il suo cuore si stringe.
“Ma?”
“Ma non lo sono.”
Jason spalanca gli occhi alla sua stessa affermazione, e si guarda le mani. “Non riesco ad essere felice per te, Nico...”
Il più piccolo lo guarda, ed il terrore lo assale per un momento. “Perchè?”
“Perchè...” prende un grande respiro, e la mano di Nico sulla sua spalla ora ha un effetto del tutto diverso. Lo destabilizza. “Perchè penso tu non sia solo un amico per me. Forse non lo sei mai stato.”
E Nico non ha nemmeno il tempo di spalancare gli occhi ed assimilare quelle parole, che qualcuno bussa alla porta.
Percy è qui, è il suo unico pensiero.

*

Jason” lo chiama Nico, scuotendolo piano per la spalla. Il biondo apre gli occhi e sbadiglia piano.
Mmmh?” mugola, cercando di capire dove si trova. Sposta il suo sguardo per la stanza, ma l'unica cosa che vede è il buio.
Ti sei addormentato” constata il moro, scoccandogli un'occhiata inacidita.
Cosa? Ma che ore sono?”
Nico guarda l'orario che il computer segna. “Le quattro e mezzo del mattino” dice, per poi sbadigliare.
Le quattro e mezza!? E sei stato a ricercare fino ad adesso?” esclama, spalancando gli occhi.
Forse” risponde il più piccolo, strofinandosi un occhio. “Ma ora ho sonno.”
E ci credo! Nico non fare più questi orari.”
Nico alza gli occhi al cielo, per poi chiudere il pc. “Taci. Tu ti sei addormentato alle dieci, e mi hai lasciato da solo quando avevi promesso di aiutarmi.”
Jason ridacchia, per poi afferrare il più piccolo dalla spalla e farlo distendere. “Ho il sonno facile” ammette, avvolgendo il corpo magro dell'altro tra le sue
braccia.

Io invece non riesco a dormire.”
Il biondo apre gli occhi, e osserva il volto del più piccolo nell'oscurità. Non riesci?”
Ho degli incubi orrendi, quando provo a dormire...”
Jason arriccia le labbra, per poi stringerlo di più tra le sue braccia. “Passeranno, te lo giuro...”
Lo so che passeranno” dice, poggiando la fronte sul petto del più grande. “Ma questo non li rende meno terrificanti.”
Non devi preoccuparti” soffia, affondando il viso tra i suoi capelli scuri. “Perchè io sono sempre qui, vicino a te. E ti tirerò fuori da quegli incubi. Fosse l'ultima cosa che faccio.”

*

ANGOLO MIIIO:D
MACCIAO! Okay, anche oggi mi scrive tutto in corsivo e non so perchè... MA OGGI NON HO PRATICAMENTE NULLA DA DIRE!
Avevo promesso che avrei aggiornato ogni Venerdì, e contro ogni aspettativa ce l'ho fatta! Ho scritto questo capitolo in DUE ORE OMMIODDIO NON SO COME HO FATTO!
Ed ora eccolo qui! Si, si, non è uscito assolutamente come lo avrei voluto... ma purtroppo ho fatto tutto di fretta!
Ed anche ora sono di fretta hahaha! Quiindi, vi ringrazio ancora per le recensioni, chi segue e anche solo chi legge in silenzio!:)
Risponderò alle recensioni del capitolo precedente appena posso! Anche perchè sono stupende! 
Io ve lo giuro, mi ammazzo dal ridere ogni volta che le leggo HAHAHAHAHAHA! (siete tipo dei geni! Penso di amarvi :'D)
E poi mi emoziono taanto! Aww!
Grazie ancora <3
Un bacione, LauraPalmerBastille.

  
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