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Autore: gabri90rules    18/11/2008    0 recensioni
Una ragazza che incontra un ragazzo misterioso, proprietario di una gigantesca quanto misteriosa villa. Lui l'ammalia ma le nasconde un pericoloso segreto, quel segreto che il migliore amico di lei suppone. Una volta svelato questo segreto non si può tornare indietro.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Annalisa corre per tornare a vedere cosa succede e in quel momento vide qualcosa. Un ragazzo dai capelli neri, uno sguardo di ghiaccio e la bocca sporca di sangue. Annalisa fissò quegli occhi e ne rimase impietrita, con il sangue raggelato nell’apparato cardiovascolare. Il ragazzo lascia il corpo che sosteneva con una mano sulla schiena, questo cade con un tonfo sordo. Quel misterioso personaggi si incammina verso la ragazza e mentre lui cammina Annalisa sviene. Annalisa si risveglia nel suo letto, sudata e vestita del suo pigiama. Nella testa riecheggia una visione che molto probabilmente si tratta di un incubo, eppure le è difficile levarsela. Esce dalla sua camera e va verso la cucina per fare colazione. Ad attenderla sua madre che prepara la colazione. - Ciao Anna, vestiti che sei sudata, prendi un malanno altrimenti! – le dice la madre. - Ok mamma… - dice lei, pensando che ci sia qualcosa che non va. - Come mai sei così sudata? Hai fatto un brutto sogno? – chiede la madre, sporgendo la testa dal vano della porta. - N - non so mamma… Non mi ricordo… Senti ma ieri sera a che ora sono tornata? – domanda Annalisa. - All’una eri nel tuo letto… Grazie che sei tornata presto… - risponde la mamma. Annalisa va a cambiarsi in camera sua e per un attimo i suoi occhi vanno sullo specchio dell’anta dell’armadio. Per un decimo di secondo l’immagine riflessa dallo specchio non è la sua ma quella di un ragazzo alto, coi capelli neri e gli occhi chiarissimi, vestito con una camicia nera e dei pantaloni di lino scuri e al collo un ciondolo a forma di rosa in rubino. - Ieri sera che cosa ho fatto? – dice Annalisa. La ragazza, una volta vestita va nuovamente in cucina e prende una brioche alla crema. Per un attimo gli torna in mente Andrea. Lui sapeva cosa è successo quella notte. Quel vuoto di memoria che la preoccupava sarebbe stato risolto. Dopo il pranzo Annalisa si sdraia sul divano del salotto e col cellulare in mano prova a chiamare Andrea. Suona per un po’ di tempo poi la voce di Andrea risponde all’altro capo. - Pronto? – risponde Andrea con voce roca. - Ciao Andre, come stai? -. - Bene, ho solo un po’ di mal di testa e un po’ di febbre, ma a parte questo mi pare tutto ok… che c’è Anna? -. - Andre senti ma… Ieri sera cosa abbiamo fatto? Mi sono svegliata stamattina con un incubo e non mi ricordo niente di ieri sera… -. - Io ho la febbre da due giorni Anna, ieri sera non sono per niente uscito e lo sai. Ma sei sicura di non essere tu a sentirti poco bene? – commenta Andrea. - Non so… Comunque niente… quanto hai di febbre? tornerai domani o martedì a scuola? – cambia discorso lei. - Di febbre per ora ho 37 e 7, penso che torno martedì… grazie della chiamata ora vado a leggere un po’… Devo finire quel libro sulle sette sataniche… ciao -. - Ciao Andre scusa il disturbo ci vediamo martedì – e chiude la chiamata. Annalisa rimane perplessa, ricorda distintamente ieri sera di essere scesa di casa ed essere andata a casa di lui il giorno prima. Nel pomeriggio lei esce di casa, sola, per farsi un giro a piedi e prendendo l’autobus numero 7 va in direzione della Ville Mireille che, come sempre, è vuota. Si guarda in giro e per un attimo gli torna in testa il misterioso sguardo gelido e un riflesso indistinto. Inciampa e cade. - Ma che maldestra che sono! – e si rialza andando verso il cancello. Sfiora il freddo metallo e si accorge che la cancellata è stata forzata e constatato questo entra. Si guarda in giro. Il giardino non è molto grande ed è trascurato. Belle statue in marmo bianco sono coperte di Edera, alcune fontane hanno ancora dell’acqua ma su essa galleggiano le foglie degli aceri e il lastricato è invaso da erbacce tra una pietra e l’altra. - Questo giardino una volta doveva essere incantevole – giudica Annalisa continuando a camminare di fronte alla porta, chiusa. Gira il pomello d’ottone ma la porta non si apre. - Voglio entrare però uffa… - e gira attorno alla casa, finché non trova un'altra via. Una finestra aperta era poco più in alto della sua testa e per arrivarci doveva salire su una base che in pratica si trattava di un enorme piatto da antipasto tenuto da un fauno sopra la sua testa. Con fatica raggiunge la finestra e si immette nel salone. Molto mobili sono rivoltati, il pavimento col marmo lucente e i mobili disposti secondo una ben precisa disposizione ed alcuni tavolini, benché disposti accuratamente, risultano rotti o crepati in più parti. Su un tavolino un bicchiere di cristallo con del liquido e un libro aperto. Annalisa si avvicina a quel tavolino, colpita da quei due oggetti. Chiude il libro: si tratta dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e sulle prime strofe della “Fuga di Angelica”. Legge sottolineate a matita alcune parti dove l’autore parla delle gesta di Orlando che per l’amore di lei lascia molti trofei in molte parte del mondo conosciuto di quell’epoca. Annusa poi il bicchiere: è vodka. - Che strano… chissà quanto tempo è qui questa vodka… - e allontanando la testa dal bicchiere va verso un’altra porta dove si ritrova in una stanza. Sul muro di fronte alla porta una gigantografia alta a occhio e croce 2 metri e 80 circa, poco più piccola dell’altezza del soffitto della casa, 3 metri per le case vecchie. Questo enorme quadro raffigura una bellissima venere vestita di una toga bianca che con uno sguardo dolce quanto quello di una Santa Vergine sorride a chi guarda. Lo sfondo ricorda molto quello dei quadri di Ambrogio Lorenzetti, in particolare ricorda molto il quadro “Gli effetti del Buon Governo in città e campagna”. L’unico cosa da dire su quel quadro che del Lorenzetti si riscontra solo l’ambiente, perché il corpo della fanciulla è trattato più nel particolare il corpo di lei, più reale del resto del contesto. Nei due muri laterali sono collocati due enormi mobili con la funzione di librerie, pieni di libri d’ogni tipo, dalla Mandragola di Macchiavelli a Spleen di Baudelaire a opere italiane di autori quali Svevo, Pirandello, Verga e altri. A un certo punto una luce abbaglia l’intera stanza e dopo si affievolisce, danzando come se la luce provenisse da un fuoco. Sul muro vi è proiettata l’ombra di Annalisa, ma per pochi istanti un’altra ombra più grande la copre. Annalisa si gira di scatto ma vede che nascosto dietro uno dei mobili c’è un vano dove un braciere scoppietta ritmicamente, ma la domanda che sorge spontanea ad Annalisa è: << chi l’ha acceso se prima non vi era alcuna luce?>>. Stufa e un po’ spaventata dalle stranezze di questa casa ella torna sui suoi passi fino al corridoio d’ingresso, dimenticando di essere entrata dalla finestra, ma accade un’altra stranezza. La porta che prima era chiusa ora è addirittura spalancata. Cosa c’era di anomalo in questo posto?
  
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