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Autore: leila91    10/01/2015    17 recensioni
" [...]Bella e fredda, come una mattina di pallida primavera, e non ancora maturata in donna [...]"
Ciao a tutti!
Questo lavoro ripercorre tutta la vita di Dama Eowyn, uno dei personaggi a mio parere più belli che Tolkien abbia mai creato.
Partendo dalla sua infanzia, passando per l'adolescenza trascorsa al palazzo di suo zio Theoden, fino alle vicende narrate nel Signore degli Anelli: l'incontro con Aragorn, lo scontro con il Re Stregone e la sospirata felicità trovata con Faramir.
Per gli avvenimenti pre!LOTR mi baserò quasi esclusivamente sulla mia fantasia, rispettando ovviamente ciò che il Professore narra nelle Appendici.
In alcuni punti si è reso necessario un mix tra movieverse e bookverse... Spero non infastidisca nessuno :)
Vi ho già scocciati anche troppo: spero di riuscire a trasmettere, a chiunque deciderà di seguirmi, il profondo amore che nutro per questo personaggio, e di renderle pienamente giustizia.
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Theoden, Theodred
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I Guadi dell'Isen
 
 
Nda: il momento è giunto D: solo una parola di avviso: angst!!!

 
Poche cose su questa terra possiedono la terrificante forza devastatrice dell’odio: esso annebbia la mente, distorce la ragione, imprigiona l’anima in un tormento di tenebra e fiamme: un tormento autodistruttivo certo, ma che inevitabilmente finisce per travolgere tutto ciò che sta intorno.
Odio, cieco furore: ecco l’unico, pericoloso sentimento, che governava la vita (se di vita si può parlare) degli Orchi di Isengard.
Ma ancor più pericoloso di quelle laide creature, era colui che le controllava, che tirava i fili.
Saruman, lo Stregone Bianco, Signore della torre di Orthanc.
Un tempo alleato di Rohan, mirava ora alla sua distruzione.
Non c’era tempo per chiedersi il perché: molto era già stato fatto dal nemico, per raggiungere il suo ultimo scopo, e la mossa più malevola e infida, se ne rendeva conto ora Thèodred, era stata quella di ridurre all’impotenza suo padre.
Grima, che altro non era a sua volta che uno schiavo dello Stregone Bianco, aveva agito con astuzia e sconfinata pazienza, stringendo a poco a poco il Sovrano di Meduseld fra le sue spire, come il peggiore dei serpenti.
Per la prima volta, dopo molti anni trascorsi dalla sua infanzia, Thèodred aveva paura.
Non per sé stesso, o meglio anche, ma principalmente per il suo regno e la sua famiglia.
 
Cosa succederà a Rohan, a mio padre, ai miei cugini, se mi dovesse accadere qualcosa?”
E gli scenari possibili che gli si aprivano di fronte lo lasciavano angosciato e sgomento.
Più di ogni altra cosa temeva per Éowyn: il loro rapporto era stato profondo e speciale, fin dal primo giorno.
Thèodred era diventato ben più di un semplice cugino per lei: era come un secondo fratello, e lei, per lui, la sorella che non aveva mai avuto.
Con l’aggravarsi delle condizioni di Thèoden poi, Thèodred aveva anche assunto una sorta di ruolo paterno: la sua era una figura unica e insostituibile nella vita della giovane.
L’affetto che Éowyn provava per lui non era certo superiore a quello per il suo vero fratello, ma si sa: ai familiari più stretti si tende spesso a disobbedire.
Thèodred invece aveva un ascendente particolare: non essendoci cresciuta insieme fin dalla nascita, la giovane gli dava molto più retta.
 
Thèodred cercò di riscuotersi, e si rimproverò mentalmente: “Questi pensieri funesti non ti porteranno da nessuna parte. Sei sempre tornato, sei in gamba, e circondato dai uomini migliori che potresti mai desiderare al tuo fianco! Perciò smettila, e concentrati sulla situazione presente”
 
Ma per quanto si sforzasse, non riusciva a scacciare l’oscuro presagio che si era instillato nella sua mente fin dal momento della partenza, rodendogli l’anima e il cuore senza alcuna pietà.
Forse era anche per quello che aveva ordinato ad Éomer di restare a casa.
 
 
“Cosa ti fa credere anche solo per un momento che ti lascerò andare da solo? Io ci sarò! Starò la fuori, al tuo fianco, come ho sempre fatto e sempre farò. Quello è il mio posto, Thèodred, e tu non puoi chiederm-”
“E infatti non te lo sto chiedendo, cugino. Te lo sto ordinando” ribattè l’altro, sottolineando con enfasi l’ultima parola, “Come tuo capitano, e come tuo principe”.
Éomer era rimasto spiazzato per qualche secondo: quella era la prima volta, da quando conosceva il cugino, che Thèodred faceva valere apertamente la sua alta carica e la sua autorità. Era sempre stato molto umile, persino con i soldati più semplici: mangiava con loro, parlava, scherzava, era costantemente in prima fila, come uno di loro. Il suo solo carisma gli procurava più lealtà e devozione dei tanti prestigiosi titoli di cui poteva legittimamente fregiarsi.
“Perché?” si udì infine chiedere Éomer, “Io non ho paura…” mormorò, pur sapendo che non era quello il problema.
Thèodred parve raddolcirsi comunque: “Non so spiegarmelo nemmeno io, amico mio. Cattivi presentimenti mi tormentano da ieri, e ho bisogno di saperti a palazzo, vicino a mio padre e a tua sorella, se mi dovess-”
“Non dirlo, non voglio sentire simili discorsi!” lo interruppe Éomer con stizza.
“Il fatto che tu non voglia non cambia la realtà delle cose” proseguì Thèodred, con un sorriso carico di amarezza, “Perciò promettim- Éomer guardami!- Promettimi che ti prenderai cura di loro. Che farai tutto il possibile per proteggere ciò che rimane di Rohan, e della nostra famiglia”.
“E tu promettimi che mi manderai a chiamare, se ti servisse il mio aiuto” chiese Éomer in cambio, prima di stringere a sé il cugino in un lungo e silenzioso abbraccio.
 
Congedarsi da Éowyn non era stato altrettanto ‘semplice’.
 
“Ricordami di che assurda missione si tratta questa volta”.
Thèodred sospirò, abituato al pungente sarcasmo che ogni tanto sua cugina amava sfoderare.
“Conosci bene quanto me le intenzioni di Saruman. I nostri esploratori parlano di battaglioni di Orchi, intenzionati a invadere il Regno da un giorno all’altro. I Guadi dell’Isen sono un punto nevralgico per la difesa di Rohan, ed è da lì che il nemico-”
“Penetrerebbe con più facilità” concluse per lui la ragazza, con un sospiro.
“Precisamente” proseguì Thèodred, “Quindi capisci perch-”
“No!” urlò Éowyn, stupendosi lei stessa di quell’improvvisa aggressività, “O meglio sì! Capisco il perché, ma non lo accetto! Non può pensarci qualcun altro? Hai già fatto tanto per Rohan! Ti prego, non lasciarmi ancora una volta…”
“Se davvero mi vuoi bene non dovresti nemmeno chiedermela una cosa del genere” rispose Thèodred, imponendosi di usare un tono severo, nonostante le parole di lei gli spezzassero il cuore “Perderei il rispetto di me stesso e di tutti i miei sudditi”.
“Ma io non voglio perdere te…” mormorò Éowyn, spietatamente sincera, lasciandosi andare contro il suo petto.
Le muscolose braccia di lui salirono immediatamente a circondarle la schiena: “Tu non mi perderai mai. Te lo prometto”.
 
 
Quelle ultime parole continuavano a tormentarlo, come pure le immagini di quelle tristi separazioni.
E pensare che non aveva nemmeno detto addio a suo padre… Addio… perché addio? No, arrivederci piuttosto! Perché sarebbe tornato, DOVEVA tornare, aveva fatto una promessa. E i Re mantengono sempre la parola data, no?
 
Quello mattina era sembrato andare tutto per il meglio: dopo aver lasciato tre compagnie di cavalieri, assieme a palafrenieri e cavalli di riserva, sulla linea orientale, egli stesso aveva superato i Guadi con otto compagnie, in aggiunta ad una di arcieri.
Si erano battuti contro un’avanguardia nemica, venti miglia più a nord, infliggendole gravi perdite.
Poi però era andata sempre peggio: nuove forze Isengardiane giunte da Ovest li avevano costretti a un’improvvisa ritirata, ed erano riusciti a raggiungere i Guadi per miracolo, mentre il giorno stava morendo.
Thèodred aveva appena mandato Grimbold, uno dei suoi migliori capitani, a difendere la riva Occidentale, quando accadde il vero disastro: i reparti di Saruman che procedevano sulla parte Orientale fecero irruzione con improvvisa facilità. Tra di loro vi erano alcuni cavalleggeri Dunlandiani e una grande muta dei tremendi Mannari, assai temuti dai cavalli.
Si scatenò il panico.
 
Non così… Non poteva essere davvero quella la fine.
 
Ma una parte di lui lo sapeva: lo sapeva dal momento in cui aveva lasciato casa sua.
Sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta, in cui avrebbe visto le mura dorate di Meduseldgli occhi fieri e sinceri di Éomer, il viso stanco e quasi irriconoscibile di suo padre… E il volto più bello e luminoso di tutti: il volto di Éowyn.
Perdonatemi… Perdonatemi tutti.
“A me, Eorlingas!” urlò con quanto fiato aveva in corpo.
 
E Grimbold lo sentì. Presi con sé i pochi uomini che aveva vicini si precipitò all’isolotto dove il suo Signore si stava battendo come una furia.
Lo vide urlare, menare colpi precisi e letali, a qualunque nemico gli capitasse a tiro. Ma quelli erano in troppi.
Thèodred gli cadde tra le braccia, proprio nell’istante in cui era riuscito finalmente a raggiungerlo, abbattuto da un grande Mannaro.
Grimbold non riusciva a credere ai suoi occhi: occhi dai quali sgorgarono all’istante copiose lacrime.
L’uomo rimase lì, paralizzato, a dispetto di tutto ciò che stava succedendo attorno a lui.
 
“Grimbold…”
Il capitano abbassò lo sguardo: Thèodred era di un pallore mortale, la sua voce indicibilmente debole e stanca, e un rivolo di sangue gli scorreva lungo le labbra.
“Sì, mio Signore” rispose, imponendosi di essere forte.
“Non potrò mantenere le mie promesse…” Thèodred venne interrotto da un violento colpo di tosse: un nuovo fiotto di sangue zampillò dalla sua bocca.
“Manda messaggeri ad Edoras… abbiamo bisogno di rinforzi… e poi lasciami a difendere i Guadi, fino all’arrivo di Éomer…”
“Mio Principe…” singhiozzò Grimbold, senza riuscire a trattenersi, ma Thèodred non lo stava più ascoltando.
Molte immagini vorticavano caoticamente davanti ai suoi occhi: la prima volta in cui aveva montato un cavallo, l’abbraccio stritolante di suo padre nel giorno in cui aveva terminato il suo addestramento, l’incontro con i suoi meravigliosi cugini.
No, non cugini: i suoi fratelli.
E da ultimo vide qualcosa di totalmente inaspettato e sorprendente, qualcosa che credeva di avere ormai dimenticato per sempre: un sorriso dolce, armonioso e innocente.
Il sorriso di sua madre.
Il dolore parve tornare improvvisamente alla carica, colpendolo con un’intensità tale da levare il respiro.
Ma durò solo una frazione di secondo, prima che il buio ricoprisse infine ogni cosa.
 
                                               
* * *
 

Quando due giorni dopo giunsero a Medulseld dei messaggeri, Éowyn seppe che recavano brutte notizie, ancora prima che questi iniziassero a parlare.
Per tutta la notte si era sentita inquieta, e non era riuscita a prendere sonno che alle prime luci dell’alba.
Accanto a lei, Éomer fremeva d’apprensione e di rabbia.
Gli inviati provenivano dal Mark Occidentale, ed erano al servizio del comandante Erkenbrand, di stanza nel Trombattorione.
 
 
“Vostro figlio è caduto combattendo da valoroso, come il prode Eorl del quale è discendente. Ma prima di morire ha pregato che facciate in modo che tutto ciò non sia stato invano…”
 
Caduto… Morire… che cosa andavano dicendo quegli uomini? No, si sbagliavano non era così…
 
Se fino a qualche secondo prima, il cervello di Éowyn si era già come preparato all’idea, ora sembrava stranamente rifiutare quell’assurda notizia, come se il fatto di apprenderla sul serio l’avesse resa improvvisamente inverosimile.
 
Caduto… Morire… quelle parole non avevano alcun senso. Non associate al suo Thèodred. No lui stava bene, aveva promesso di tornare…
Éowyn sentì le lacrime inumidirle il viso, e si chiese infastidita il perché: Thèodred era vivo, andava tutto bene. Éomer l’abbracciò forte.Che sciocco, anche lui credeva davvero…
 
“Il mio capitano Erkenbrand ci ha inviati per riferirvi queste ultime parole di vostro figlio” proseguì il messaggero, rivolto a Thèoden, “E per chiedere che vengano inviate ad Ovest, al più presto, tutte le forze disponibili”.
 
“Dovrò partire” mormorò Éomer ricacciando indietro le lacrime.
Éowyn lo guardò confusa.
 
“Riceverete una risposta al più presto, messaggero” interloquì Grima, come era solito fare sempre, “Ora rifocillatevi vi prego, dev’essere stato un lungo e faticoso viaggio”.
 
“Mio signore” proruppe Éomer all’indirizzo di Thèoden, una volta che nella sala furono rimasti solo loro quattro, “Permettimi di partire subito, così com’era volontà di tuo figlio. In questo modo poi, forse riuscirò a riportartelo…”
“Quanta fretta, Éomer figlio di Éomund” sibilò Grima, “Non ti accorgi di quanto questa tragica notizia abbia turbato tuo zio? Sempre assetato di sangue, battaglie e di morte! La sua salute non ha alcuna importanza per te?”
Fece una piccola pausa effetto prima di continuare, questa volta rivolgendosi al Re: “Non ve lo avevo detto Sire? Vostro nipote è solo bramoso di aumentare la propria autorità. È sempre stato pronto ad agire senza consultare voi e il vostro erede”
 
Per una fortunata coincidenza Éowyn intervenne appena prima che Éomer potesse anche solo avvicinarsi a Grima, probabilmente con l’intenzione di strangolarlo con le proprie mani.
“È morto…” sussurrò la giovane, “È morto davvero…”
Vacillò, mentre si dirigeva verso l’uscita del salone: aveva gli occhi sbarrati, ma inespressivi.
“Éowyn!” esclamò suo fratello, accorrendo per sorreggerla.
“Sto bene!” esclamò lei, ritraendosi, “Thèodred è morto… 
È morto, e nessuno ha intenzione di fare nulla!” urlò, “Nessuno, nemmeno suo padre! Nessuno onorerà ciò per cui è caduto, il suo sacrificio sarà reso vano, perché nessuno ha il coraggio di opporsi a quel disgustoso serpente, e al suo malvagio padrone! Oh Éomer, ti prego! Ti prego, almeno tu, fa' qualcosa!”
La giovane si aggrappò convulsamente alla veste del fratello, tirandolo verso di sé.
“Sorella, ti scongiuro, calmati!” esclamò lui, seriamente turbato. Con delicatezza le prese le mani fra le sue, e se le portò alla bocca.
“Tu hai ragione: se Thèoden farà ciò che vuole Grima, nessun aiuto verrà inviato. Prima che Thèodred partisse gli ho fatto una promessa: restare a palazzo per prendermi cura di te e di nostro zio, se gli fosse accaduto qualcosa. So che è stato lui ora, a richiedere il mio intervento, ma se mi oppongo al volere del mio Re, potrei finire in guai seri, e in questo momento non posso proprio permettermelo, lo capisci?”
Capire, capire, capire!
Sembrava che non le fosse richiesto altro nella vita! Oh sì, Éowyn figlia di Éomund aveva un talento speciale nel ‘capire’. Ma che poi si dimostrasse d’accordo… beh, era tutto un altro discorso.
Éowyn non pianse, non in quel momento: si allontanò con passo incerto lungo il corridoio senza più dire nulla, quasi più simile a uno spettro che a un essere umano.
 
Quello stesso pomeriggio, Éomer lasciò comunque il Palazzo per inseguire una pattuglia di Orchi, calatasi a Rohan dagli Emyn Muil.
Quando rientrò, dopo appena due giorni, venne arrestato in nome del Re.
 

 

 
 

 
 

 
Benni’s Hole:
Ok, spero vivamente di ritrovarmi con ancora qualche lettore dopo questo tremendo capitolo D:
È stato un vero parto… venuto alla luce dopo un esame universitario fallito (rabbia rabbissima e delusione) temo sia stato un po’ influenzato dal mio umore  ^^”
Vi chiedo scusa se mi sono distaccata dalla visione che generalmente è quella più conosciuta (film) ma durante questo lavoro sto cercando di seguire il libro il più possibile (a meno di alcune piccole libertà che ci sono anche qui, ma stavolta non vi dirò quali muahahahh) sebbene in realtà più avanti potrei deviare verso il movieverse… vedremo.
Spero ad ogni modo (oltre al fatto che vi sia ‘piaciuto’ lo stesso) di essere riuscita a coinvolgervi emotivamente, rendendo credibile e reale la scena, così come il dolore della nostra Eowyn… a voi la parola su ciò.
Che altro… Ho scelto di impostare la prima parte del capitolo in maniera Thèodred-centrica, perché mi aiutava nella narrazione.
I fatti a cui mi sono ispirata sono narrati nei ‘Racconti Incompiuti’ a cui vi rimando per ulteriori informazioni e dettagli (sennò chiedetemi pure direttamente, farò il possibile =))
Con questo capitolo, ‘Sole di Primavera’ diventa la storia più lunga che io abbia mai scritto (Che forza eh? L’unica altra long era di appena 12 capit-sta zitta!!) e quindi vorrei davvero ringraziarvi tutti, uno ad uno, per aver reso possibile questo mio schizzo di pazzia ♥
Di alcuni conosco solo il nick, di altri anche il nome, di altri ancora proprio nulla, eccovi qui:
Lettori: pazienti, fedeli e preziosissimi.
Tutti coloro che in maniera continua, o solo occasionalmente, mi esprimono/ hanno espresso il loro straordinario supporto tramite le recensioni (in ordine di apparizione): Marta, Evelyn, Giulia, Stella, Mary, Son_Hikaru, Giulia, Andrea, Electra Pascal, Hika86, Giulia, Elena, Valerie, Bea, Scream, Nari92.
A chi mi segue (oltre alle recensiste): Aelgifu, Fede95, Halfblood_Slytherin, Jordan Jordan, New Red Eyes, Virgo00, Vshj
A chi mi preferisce (stesso discorso): Missing23, Just Izzy
E ricorda: Valerie ♥… sei fantastica e spero mi perdonerai… fosse per me non sarebbe mai morto, lo sai…
 
Sono commossa e non so che altro dirvi… Siete meravigliosi e vi voglio bene ♥
Alla prossima!
 

Benni

Ps: a meno che l'ispirazione non mi faccia brutti scherzi, nel prossimo capitolo.... Aragorn!!
   
 
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