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Autore: papavero radioattivo    10/01/2015    12 recensioni
DAL CAP. 1 «Teme…» lo chiamò picchiettando sul vetro con la punta dell’indice, «credo che Ramen abbia la febbre», ma l’altro non si scompose più di tanto, nemmeno si girò a guardarlo.
«Non credo che i pesci rossi abbiano la febbre» la voce di Sasuke era disinteressata e distante, così Naruto si alzò con il piccolo acquario e si diresse verso la porta chiusa della stanza accanto alla loro. «Shika, tu che sei intelligente e sai sempre tutto…» incominciò mentre il ragazzo, seduto davanti al computer, era intento a cliccare tasti in modo isterico con una concentrazione che di certo non aveva quando frequentava le lezioni. «Secondo te che cos’ha Ramen?» gli chiese, mostrandogli la boccia nella quale galleggiava il pesce, riverso a pancia in su
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!!! ATTENZIONE, la seguente storia contiene linguaggio volgare, scene forti e riferimenti sessuali dall'inizio alla fine. !!!
AU universitaria con gioie, dolori e perlopiù cavolate quotidiane. Per non creare troppo disordine, ambientata in una città dei giorni nostri del Giappone che prendere il nome di Konoha. Prevalentemente romantica ♥.
|| COPPIE CANON + NEJITEN; nuovi personaggi; non tiene in considerazione la morte di Neji e Itachi ||
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Gai, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C A P I T O L O

quattro

 

 

 

 

 

Sasuke si sedette ad uno dei tavoli gialli del bar dell’università, controllando l’orologio del cellulare che segnava le dodici e venti. Aveva ancora dieci minuti di tempo per cambiare idea e presentarsi alle lezione di Statistica, ma non si mosse e rimase lì, estraendo un libro e gli occhiali dalla tracolla per passare quei dieci minuti vuoti in cui Sakura sarebbe dovuta arrivare.

L’espressione che le si era stampata sul viso in libreria lo tormentava ancora adesso, e lo aveva fatto per tutta la mattina. Gli ricordava terribilmente la faccia che aveva fatto quando l’aveva salutata prima di partire per Londra, ma questa volta sembrava ancora più ferita.

Sospirò facendo scorrere gli occhi sul libro, cercando di non pensare a niente che non fosse Microbiologia, almeno fino a quando lei non fosse arrivata.

Era in ritardo, però.

L’aspettò continuando a leggere, sicuro che si sarebbe presentata. Dopo un buon quarto d’ora si sentì chiamare e, sollevando la testa, se la trovò lì davanti, con il cappotto sul braccio e la borsa ancora aperta.

«Sono in ritardo, scusami» mormorò sistemandosi, sciogliendo i capelli dalla piccola coda che li teneva in ordine, «ma ho finito Diagnostica leggermente più tardi del solito».

«Non fa niente…», la rassicurò togliendosi gli occhiali e chiudendo il libro, poggiandolo sul tavolo.

Sakura sorrise prendendo posto davanti a lui, si sentiva una stupida, si vedeva che erano entrambi in imbarazzo, e la cosa non aiutava.

«Cosa stavi leggendo?» provò a chiedergli, cercando di riempire quel momento di silenzio.

Non ricordava che portasse gli occhiali quando frequentavano la stessa classe, ma doveva ammettere che gli stavano bene.

«Un saggio sulla microbiologia» il suo tono era distaccato, ma cosa pretendeva? Nella loro amicizia si era infiltrato un divario di quattro anni.

Sorrise, smorzando la tensione che la costringeva a giocherellare con il ciondolo a forma di fiore che aveva al collo. «Virus, prioni, funghi e alghe» rispose, elencando quello che sapeva sull’argomento.

«E lieviti e protozoi» aggiunse lui, le labbra inarcate in un leggero sorriso che gli colorava il viso.

La Sakura interiore esultò, Sarebbe ancora più bello se sorridesse sempre, si disse.

Cercò di mandare avanti il discorso, ma stranamente Sasuke parlò prima di lei, «quindi frequenti Medicina?» le chiese, e lei annuì con un sorriso.

«Medicina, e tu Biologia, immagino» rispose, «è strano, ma ho sempre pensato che avresti fatto qualcosa come Matematica…» ammise stringendosi un po’ nelle spalle.

«In realtà faccio un sacco di Fisica e Statistica, quindi...».

«Quindi non ci sono andata lontana», si sentiva una completa cretina, impacciata e imbarazzata.

Oh, shannaro, Sakura!, si disse, e in quel momento il cellulare di Sasuke squillò.

Lo vide guardare il nome che lampeggiava sul display, e poi spostare gli occhi su di lei, «scusami, ma devo rispondere» le disse, portando l’apparecchio all’orecchio.

Sakura chinò lo sguardo lasciandolo fare, cercando di non prestare attenzione alla sua conversazione, vedendolo annuire tre o quattro volte.

«Vieni qui a novembre?» lo sentì chiedere, «va bene, anche io» aggiunse, e poi spostò il telefono lontano dall’orecchio mentre una voce femminile, distorta dalla linea, urlava dall’altro capo del telefono. Sasuke arricciò il naso, facendo una smorfia, «ciao, sì. Ciao Asami».

Asami…

Lo guardò chiudere la chiamata e rimettere il telefono in tasca. Sakura avrebbe voluto chiedergli chi fosse, ma era chiaro che fosse una certa Asami, e che di conseguenza non doveva interessarle, anche se le importava eccome, in realtà.

Si sforzò di sorridere e poi chinò il capo sul tavolo, «penso che mi prenderò un » fu l’unica cosa che riuscì a dire, «ti va?» chiese, e Sasuke annuì.

Eppure lei avrebbe solo voluto capire chi diavolo fosse questa Asami.

 

― ♦ ―

 

Ino si strinse la borsa al fianco mentre faceva lo slalom tra le persone ferme, senza un motivo apparente, nel corridoio. Aula Q603, secondo piano. Aula Q603, secondo piano. Si ripeteva come fosse un mantra le coordinate che Tenten le aveva scritto su whatsapp. Aveva qualcosa di estremamente importante da chiederle e, a quanto sembrava, la ragazza pareva aver capito che l’urgenza c’era davvero. Anche se, trattandosi di Ino, poteva essere una cavolata.

Un po’ le dispiaceva, constatò Ino, aveva abbandonato la dolce compagnia di Sai, seduti sul muretto che dava nel chiostro di quelli di Design a parlare del più, del meno, e della rimpatriata che lei voleva fare. Sai le dava corda e le sorrideva con dolcezza, era bello e le faceva le carezze alle mani e alla schiena e aveva tutto quello che Ino poteva desiderare da un uomo.

Ci stava provando? Come non aveva mai fatto in vita sua. Per ora, si limitava ad occhiate fugaci e carezze casuali alle sue dita, si scontrava con lui a lavoro e fingeva di essere così sbadata da finirgli spesso addosso. Le riusciva piuttosto bene, in realtà, fare finta di essere disattenta costantemente. Non vedeva l’ora di raccogliere ciò che stava seminando.

Salì le scale in senso opposto al flusso di studenti, pregando che nessuno le tirasse i capelli o le stropicciasse la gonna e, quando finalmente giunse all’inizio del corridoio, ritornò a respirare. L’aula che aveva davanti a sé era la Q600, quindi Tenten non doveva essere tanto lontano.

E infatti eccola lì, appoggiata alla finestra con Neji davanti a lei, che le aggiustava il colletto della camicia e le posava una mano sul fianco e si chinava verso il suo orecchio a… «TENTEN!» gridò, agitando un braccio e correndo verso i due, impendendo a Neji di sussurrarle qualsiasi cosa stesse per dirle. «Finalmente ti ho trovata» continuò, unendo le mani dietro la schiena e dondolandosi sui talloni.

«Credevo di averti detto che ci saremo viste per le due, Ino…» le borbottò l’altra, mentre Neji, arreso all’evidenza che il cosmo doveva avercela con lui, si spostava dalla ragazza.

«Davvero?» c’era un’innocenza finta nella sua voce, il diavolo travestito da angelo, «credo di aver spento il 3G prima che mi arrivasse il messaggio» disse in tono di scuse. «Comunque!―» riprese a parlare con il suo tono allegro e squillante, ma fu bloccata dalla mano di Tenten.

«Prima che tu dica qualcosa di veramente stupido, Neji sa già che sai»  la informò, cercando la mano dell’altro.

«Che so che cosa?».

«Che stiamo assieme».

«E spero per te che tu non l’abbia detto a nessun altro, Yamanaka» disse Neji, prima di appoggiarsi alla finestra di fianco alla fidanzata e tirare fuori il cellulare dalla tasca.

«Oh, no, no. Non sono quel genere di persona» mentì, «lo sappiamo solo io, Sakura e tua cugina» disse, ponendo l’accento sull’ultima parola, annuendo vigorosamente, «pensavo di dirlo anche a Sai ma poi ho scoperto di aver di meglio da parlare con lui, non so se mi spiego» concluse, facendo l’occhiolino.

«Non voglio che ti spieghi» le rispose inacidito Neji, ma prima che la bionda potesse ribattere, Tenten si era già messa tra i due.

«Ino» la chiamò Tenten, «cos’era così importante da mandarmi tre messaggi vocali?».

«Io e Sai abbiamo deciso di organizzare una rimpatriata della nostra classe del liceo!» lo aveva urlato, perché ora mezzo dipartimento di Giurisprudenza e scienze economiche li stava guardando.  Neji stava morendo di vergogna e, se la finestra non avesse avuto le sbarre, ci si sarebbe buttato. «E quindi dovete venire anche voi» continuò, ignorando lo smorfie dello Hyuga, «anche come coppia, se volete. Come amici, futuri sposi… decidete voi. Ma siete stati in classe con noi, quindi non si discute».

«Io non vengo» proferì Neji.

«Oh no, tu vieni, Neji!» insistette Ino, allungandosi verso di lui e sbattendo le ciglia come fosse una principessa Disney, «ne va della tua reputazione, sai? Gira voce che sei gay, dato che non ti vedono mai in giro con loro a rimorchiare le ragazze». In realtà non era affatto vero: le ragazze che Ino aveva incontrato di giurisprudenza alla mensa lo trovavano piuttosto affascinante. Il bel tenebroso sexy – e sfortunatamente già impegnato con qualcuna.

Tanto Sai è mille volte più figo. Si disse. E mille volte più sexy.

«Smettila di mentire, Ino. Neji fa quel che gli pare» lo difese Tenten.

«Quindi venite?» chiese nuovamente, «tanto so che lo farete. Tenten non mi abbandonerebbe mai, vero Ten-chan?» e le si buttò  al collo, sfregando la guancia contro la sua, cantilenando quello stupido soprannome. Ino e la sua brutta abitudine di appiccare un “-chan” a qualsiasi nomignolo per ottenere quello che voleva.

Neji sospirò, stanco. «Ci penseremo solo se te ne vai e ci lasci in pace» proferì.

«EVVIVA!» i suoi occhi erano a forma di cuore, ci mancava poco che iniziasse a saltellare, «sarà questo sabato, comunque, dato che nessuno di noi ha lezione» annuì soddisfatta del proprio lavoro, fece per andarsene ma, come se avesse ricordato una cosa importante, si riavvicinò alla coppia. «Tenten, un’ultima cosa» le disse, «domani pomeriggio ci vediamo con Hinata e Sakura per andare a fare shopping. Ho già controllato i tuoi impegni sul calendario in cucina e puoi, quindi niente scuse stupide dato che il tuo fidanzato ormai lo conosciamo e lui sicuramente acconsentirà, vero?» e fece l’occhiolino a Neji, «farò diventare la tua Tenten una bomba sexy, Hyuga» e corse via prima che uno dei due la uccidesse. 

 

― ♦ ―

 

Già dalle scale, Sai sapeva che ci sarebbe stato qualcosa in casa che lo avrebbe disturbato. Sembrava che Naruto stesse guardando un documentario sugli animali domestici. Aprì la porta, immaginando già le urla di Shikamaru perché un certo SouariTem continuava a batterlo in quel suo stupido gioco, Choji che mangiava le patatine buttato sul divano, incurante delle briciole, e Naruto sul tappeto che guardava il documentario sui cani.

«PENNY! DANNAZIONE VIENI QUI!» Kiba chiamò il cane bianco che aveva travolto Sai all’entrata, mentre teneva in braccio un chihuahua  nero che, a prima vista, sembrava strabico. Penny si alzò su due zampe, appoggiandosi a Sai e abbaiando forsennatamente. «Penny, buona piccola. Buona… vieni giù, non abbracciare Sai. A Sai non piacciono gli abbracci» la chiamò ancora un paio di volte, e finalmente il grosso cane liberò il ragazzo, permettendogli di entrare in casa.

«Kiba… non hai sbagliato porta?» chiese, togliendosi la giacca, cercando di contare quanti cani ci fossero nella loro sala mentre Naruto lo salutava e nel contempo pettinava un barboncino bianco.

«Non ho sbagliato porta! Mi credi così stupido, eh, signor Perfezione?» gli sbraitò contro mentre il suo cane, Akamaru, iniziava a giocare con Penny. Si assomigliavano, forse erano della stessa razza. «Sono di qua perché Lee ha rotto il formicaio di Shino, così Shino ha fatto a pezzi Lee e ora sta cercando di recuperare le formiche. E dato che io devo prendermi cura di tutti questi cani…» e fece una carezzina al chihuahua «e poi Naruto ha detto che non c’erano problemi. Saske si è chiuso in camera con il suo gattaccio e viviamo tutti felici e in armonia, non vedi?».

Dalla camera di Shikamaru arrivò un’imprecazione e una sedia sbattere contro il pavimento ripetutamente. Si era incollato alla sedia e stava saltando?

«Comunque Ino Yamanaka voleva organizzare una rimpatriata» informò sedendosi sul divano, catturando l’attenzione di tutti. Pure i cani si erano improvvisamente zittiti. «Sabato al BarbeQ, forse, oppure in un ristorante wok… ha detto che ci dobbiamo essere tutti».

«MA CHE BELL’IDEA!» gridarono, quasi all’unisono Naruto e Kiba, «sì, saranno diventate di sicuro delle super fighe» continuò Kiba, annuendo.

«Le ho viste, io, l’altra sera!» commentò Naruto, alzandosi in ginocchio, «sono super super super super fighe. E comunque al BarbeQ no, io ci lavoro lì». Nessuno aveva ascoltato la sua richiesta di evitare quel ristorante, ma poco importava.

Kiba rise, trascinando in una risata anche il biondo. «Noi ci siamo» disse, «e anche Choji viene. Lee e Shino li convinco io».

«Neji viene già, Ino lo ha incontrato in università» informò Sai.

«Shikamaru?» chiese Naruto.

«Ce lo trasciniamo dietro» commentò Choji, «così magari si stacca da LOL e la smette di minacciare di morte SouariTem».

«E Sasuke?» fu Kiba a fare la domanda. Calò un attimo di silenzio imbarazzante tra i ragazzi, e nessuno osava rispondere.

«Glielo chiedo io» disse Naruto, convinto, «l’ho fatto uscire con Sakura-chan, no?» e rise. Ma era l’unico a trovare la situazione divertente.

 

― ♦ ―

 

«Io te l’avevo detto, Sakura!» affermò Ino lanciandole un paio di pantaloni fra le braccia, incominciando poi a rovistare fra delle magliette. «Sarà la sua fidanzata! Non mi risulta che abbia una sorella» aggiunse sollevando un maglione e lanciandolo a Tenten che accompagnava Hinata, già carica di cose da provare in camerino, «ammesso che suo fratello non abbia fatto un cambio di sesso, allora non dovresti farti così tante paranoie», si fermò guardando le scarpe in esposizione, «un’amica che lo viene a trovare da Londra? Impossibile» sentenziò retorica, bocciando l’idea della conoscente e le scarpe su cui aveva messo gli occhi.

Sakura sospirò osservando i capi d’abbigliamento che stringeva fra le braccia. Erano tutti decisamente fuori dal suo stile, ma a questo Ino non pensava mai, bastava vedere che diavolo di vestiti voleva far provare alla povera Hinata.

«Non mi sto facendo nessuna paranoia, dico solo che non…» il resto della frase le morì in gola.

«Non cosa? Non ti ha nemmeno chiesto scusa?» ribatté retorica Ino, «non mi dire!» aggiunse ironica, consegnando a Tenten un paio di pantaloncini decisamente troppo corti.

«E con cosa dovrei metterli, scusa?» le chiese la ragazza, sventolandoli a mezz’aria.

«Con delle calze, Tenten! Calze, precisamente collant» rispose Ino stizzita, «ho detto a Neji che saresti stata una bomba sexy, non ti lascerò venire in jeans!».

Aveva l’aria di una paladina della giustizia aliena, catapultata sulla terra per salvare il mondo dal pessimo gusto in fatto di moda.

«Comunque…» aggiunse girandosi verso le amiche, «voi iniziate a provare quello che vi ho dato, trovo una maglia a fronte spaziosa e arrivo!» affermò, spingendo verso i camerini del negozio Tenten ed Hinata.

Sakura attese che furono abbastanza lontane, e poi continuò a seguire Ino, «pensavo di far notare a Naruto che Hinata è innamorata di lui» ammise, ed Ino sospirò.

«Tu devi smetterla di pensare agli altri e pensare un po’ di più a te stessa, cara mia» l’apostrofò spiegandole una maglietta davanti al petto, arricciando poi il naso e rimettendola al posto.

«Io penso già a me stessa, e quando penso a me stessa arriva una chiamata di Asami» le rispose, osservando alcuni vestiti decisamente più alla sua portata dei pantaloni in pelle che Ino le aveva passato. «Starebbero bene assieme» aggiunse, spostando di nuovo l’argomento lontano dalla chiamata della fantomatica Asami, «Naruto ed Hinata, intendo».

«Cielo! Meno male, pensavo i pantaloni di pelle e quell’osceno vestito rosa» le rispose, neanche avesse visto un fantasma.

«Lei è molto dolce e―».

Ino la interruppe, «e tu vuoi che Naruto sia felice, lo sappiamo» brontolò Ino, e poi sorrise sollevando una maglia, «eccola qua!» affermò, controllando la taglia e poi passandogliela, «dovrebbe andarti alla perfezione, tanto sei piatta».

«Non sono piatta!» affermò l’altra, stringendosi i capi d’abbigliamento al petto.

«No, hai due mandarini, scusami, e adesso vai a provarli e smettila di pensare a come puoi far fidanzare il mondo e incomincia a pensare a come puoi fidanzarti tu!» la rimproverò, spedendola nel camerino affianco a quello di Hinata.

Passarono un’ora intera provando vestiti sotto gli occhi attenti di Ino che, seduta su una poltrona, non faceva altro che commentare con smorfie e aggettivi quali “ridicolo” e “orrendo”, e frasi come “sembri una bomboniera” o “troppo scolaretta”. Solo quando lei fu soddisfatta dagli abbinamenti poterono finalmente pagare e lasciare il negozio.

«Saremo quattro super fighe, ragazze!» commentò sventolando una delle quattro borse che teneva in mano, prendendo poi sottobraccio Hinata e Sakura, cercando di convincere Tenten ad unirsi al gruppo.

 

 

 

 

 

 

 

N O T E D ‘ A U T R I C I ; siamo in missione per conto del Signore.

 

 

Buon pomeriggio

Siamo super puntuali con colla, e crediamo che lo saremo ancora per molto (fino a fine febbraio sicuro!) e la cosa ci piace molto, incrementa la nostra voglia di scrivere e non vediamo l’ora di aggiornare per far leggere a voi il capitolo~

Allora, cosa dire? Questo capitolo è un po’ più corto dei primi tre (che si aggiravano attorno alle 3.000 parole, questo è di circa 2.500) e quindi ci scusiamo nel caso questa differenza si senta molto – vi avvisiamo già che ci saranno dei capitoli più corti di altri (anche di 2.300 parole) ma preferiamo tenerli così per la suddivisione degli eventi, non vogliatecene!

Quindi sì / il prossimo capitolo sarà la rimpatriata, avete capito bene ┌(з)┘ ci sembra di ricordare che qualcuno la aspettasse con particolare ansia, quindi, chiunque tu sia, sappi che il 17 gennaio tutti i tuoi desideri saranno soddisfatti (eh, magari!!).

In queste note, inoltre, vogliamo dirvi due piccole curiosità riguardo colla, che ci teniamo che voi sappiate.

- Tutti i personaggi che avevano le abilità oculari nell’universo di Naruto, in colla portano gli occhiali e/o le lenti a contatto. Quindi sì, voi non lo sapete, ma Sasuke, Hinata e Neji indossano le lenti a contatto e, quando non le hanno su per svariati motivi (come Saskino in questo quarto capitolo) brandiscono fieramente i loro occhiali.

- L’altra cosa che volevamo dirvi (svelarvi? ZANZAN!) sono le facoltà che i nostri baldi giovani frequentano. Abbiamo deciso di dirvele nelle note per il semplice motivo che nel testo potrebbero non essere esplicitati tutti, o citare i loro corsi senza riuscire a parlare invece delle facoltà. Sono state scelte secondo un nostro criterio, quindi potrebbero benissimo non coincidere con la vostra visione delle cose. L’IC dei personaggi è una cosa a cui abbiamo tenuto molto e le facoltà sono state scelte anche in base a questo. Se avete qualche perplessità o siete curiose sul perché abbiamo scelto una facoltà piuttosto che un’altra ad un personaggio, non esitate a chiedere! ^^

Naruto e Rock Lee Scienze motorie, sport e salute

SasukeBiologia

SaiRestauro manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile

ShikamaruInformatica

ChojiScienze e cultura della gastronomia e della ristorazione

KibaScienze veterinarie

Shino Scienze e tecnologie agrarie

NejiGiurisprudenza

Sakura Medicina e chirurgia

InoDesign della moda

TentenEconomia e politiche pubbliche, ambiente e cultura

HinataFisioterapia.

Come avete notato, abbiamo anche cambiato l’impaginazione e il font della storia e vorremo chiedere a chi recensirà se preferisce l’Arial (il carattere attuale) o il Times New Roman (quello precedente) e se è abbastanza grande da essere letto piacevolmente ^^

Inoltre, vorremo avvisare che non manderemo più gli aggiornamenti privati, i seguiti/preferiti/ricordati alle storie sono diventati troppi per poter essere informati uno ad uno ma, chi volesse comunque un messaggio, può farcelo sapere che provvederemo a mandarglielo In tutti i casi la data dell’aggiornamento successivo sarà esplicitata nelle note a fine capitolo.

Ultima cosa ma non ultima, vorremo ricordare a chi segue la storia che abbiamo aperto il gruppo di Colla su facebook, di cui trovate il piccolo banner qui sotto.

 

Per oggi è tutto!

Buona settimana e grazie per aver letto!

 

papavero radioattivo





   
 
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