C
A P I T O L O
quattro
Sasuke si sedette ad uno dei tavoli
gialli del bar dell’università, controllando l’orologio del cellulare che
segnava le dodici e venti. Aveva ancora
dieci minuti di tempo per cambiare idea e presentarsi alle lezione di
Statistica, ma non si mosse e rimase lì, estraendo un libro e gli occhiali
dalla tracolla per passare quei dieci minuti vuoti in cui Sakura sarebbe dovuta
arrivare.
L’espressione che le si era stampata
sul viso in libreria lo tormentava ancora adesso, e lo aveva fatto per tutta la
mattina. Gli ricordava terribilmente la faccia che aveva fatto quando l’aveva
salutata prima di partire per Londra, ma questa volta sembrava ancora più ferita.
Sospirò facendo scorrere gli occhi sul
libro, cercando di non pensare a niente che non fosse Microbiologia, almeno
fino a quando lei non fosse arrivata.
Era in ritardo, però.
L’aspettò continuando a leggere,
sicuro che si sarebbe presentata. Dopo un buon quarto d’ora si sentì chiamare
e, sollevando la testa, se la trovò lì davanti, con il cappotto sul braccio e
la borsa ancora aperta.
«Sono in ritardo, scusami» mormorò
sistemandosi, sciogliendo i capelli dalla piccola coda che li teneva in ordine,
«ma ho finito Diagnostica leggermente più tardi del solito».
«Non fa niente…»,
la rassicurò togliendosi gli occhiali e chiudendo il libro, poggiandolo sul
tavolo.
Sakura sorrise prendendo posto davanti
a lui, si sentiva una stupida, si vedeva che erano entrambi in imbarazzo, e la
cosa non aiutava.
«Cosa stavi leggendo?» provò a
chiedergli, cercando di riempire quel momento di silenzio.
Non ricordava che portasse gli
occhiali quando frequentavano la stessa classe, ma doveva ammettere che gli
stavano bene.
«Un saggio sulla microbiologia» il suo
tono era distaccato, ma cosa pretendeva? Nella loro amicizia si era infiltrato
un divario di quattro anni.
Sorrise, smorzando la tensione che la
costringeva a giocherellare con il ciondolo a forma di fiore che aveva al collo.
«Virus, prioni, funghi e alghe» rispose, elencando quello che sapeva
sull’argomento.
«E lieviti e protozoi» aggiunse lui,
le labbra inarcate in un leggero sorriso che gli colorava il viso.
La Sakura interiore esultò, Sarebbe ancora più bello se sorridesse
sempre, si disse.
Cercò di mandare avanti il discorso,
ma stranamente Sasuke parlò prima di lei, «quindi frequenti Medicina?» le
chiese, e lei annuì con un sorriso.
«Medicina, e tu Biologia, immagino»
rispose, «è strano, ma ho sempre pensato che avresti fatto qualcosa come Matematica…» ammise stringendosi un po’ nelle spalle.
«In realtà faccio un sacco di Fisica e
Statistica, quindi...».
«Quindi non ci sono andata lontana»,
si sentiva una completa cretina, impacciata e imbarazzata.
Oh,
shannaro, Sakura!, si disse, e in quel momento il cellulare di Sasuke
squillò.
Lo vide guardare il nome che
lampeggiava sul display, e poi spostare gli occhi su di lei, «scusami, ma devo
rispondere» le disse, portando l’apparecchio all’orecchio.
Sakura chinò lo sguardo lasciandolo
fare, cercando di non prestare attenzione alla sua conversazione, vedendolo
annuire tre o quattro volte.
«Vieni qui a novembre?» lo sentì
chiedere, «va bene, anche io» aggiunse, e poi spostò il telefono lontano
dall’orecchio mentre una voce femminile, distorta dalla linea, urlava
dall’altro capo del telefono. Sasuke arricciò il naso, facendo una smorfia,
«ciao, sì. Ciao Asami».
Asami…
Lo guardò chiudere la chiamata e
rimettere il telefono in tasca. Sakura avrebbe voluto chiedergli chi fosse, ma
era chiaro che fosse una certa Asami, e che di
conseguenza non doveva interessarle, anche se le importava eccome, in realtà.
Si sforzò di sorridere e poi chinò il
capo sul tavolo, «penso che mi prenderò un té» fu
l’unica cosa che riuscì a dire, «ti va?» chiese, e Sasuke annuì.
Eppure lei avrebbe solo voluto capire
chi diavolo fosse questa Asami.
― ♦ ―
Ino si strinse la borsa al fianco
mentre faceva lo slalom tra le persone ferme, senza un motivo apparente, nel
corridoio. Aula Q603, secondo piano. Aula
Q603, secondo piano. Si ripeteva come fosse un mantra le coordinate che
Tenten le aveva scritto su whatsapp. Aveva qualcosa
di estremamente importante da
chiederle e, a quanto sembrava, la ragazza pareva aver capito che l’urgenza
c’era davvero. Anche se, trattandosi di Ino, poteva essere una cavolata.
Un po’ le dispiaceva, constatò Ino,
aveva abbandonato la dolce compagnia di Sai, seduti sul muretto che dava nel
chiostro di quelli di Design a
parlare del più, del meno, e della rimpatriata che lei voleva fare. Sai le dava
corda e le sorrideva con dolcezza, era bello e le faceva le carezze alle mani e
alla schiena e aveva tutto quello che Ino poteva desiderare da un uomo.
Ci stava provando? Come non aveva mai
fatto in vita sua. Per ora, si limitava ad occhiate fugaci e carezze casuali
alle sue dita, si scontrava con lui a lavoro e fingeva di essere così sbadata
da finirgli spesso addosso. Le riusciva piuttosto bene, in realtà, fare finta
di essere disattenta costantemente. Non vedeva l’ora di raccogliere ciò che
stava seminando.
Salì le scale in senso opposto al
flusso di studenti, pregando che nessuno le tirasse i capelli o le
stropicciasse la gonna e, quando finalmente giunse all’inizio del corridoio,
ritornò a respirare. L’aula che aveva davanti a sé era la Q600, quindi Tenten
non doveva essere tanto lontano.
E infatti eccola lì, appoggiata alla
finestra con Neji davanti a lei, che le aggiustava il colletto della camicia e
le posava una mano sul fianco e si chinava verso il suo orecchio a… «TENTEN!» gridò, agitando un braccio e correndo verso i
due, impendendo a Neji di sussurrarle qualsiasi cosa stesse per dirle.
«Finalmente ti ho trovata» continuò, unendo le mani dietro la schiena e
dondolandosi sui talloni.
«Credevo di averti detto che ci saremo
viste per le due, Ino…» le borbottò l’altra, mentre
Neji, arreso all’evidenza che il cosmo doveva avercela con lui, si spostava
dalla ragazza.
«Davvero?» c’era un’innocenza finta
nella sua voce, il diavolo travestito da angelo, «credo di aver spento il 3G
prima che mi arrivasse il messaggio» disse in tono di scuse. «Comunque!―»
riprese a parlare con il suo tono allegro e squillante, ma fu bloccata dalla
mano di Tenten.
«Prima che tu dica qualcosa di
veramente stupido, Neji sa già che sai»
la informò, cercando la mano dell’altro.
«Che so che cosa?».
«Che stiamo assieme».
«E spero per te che tu non l’abbia
detto a nessun altro, Yamanaka» disse Neji, prima di appoggiarsi alla finestra
di fianco alla fidanzata e tirare fuori il cellulare dalla tasca.
«Oh, no, no. Non sono quel genere di
persona» mentì, «lo sappiamo solo io, Sakura e tua cugina» disse, ponendo l’accento sull’ultima parola, annuendo
vigorosamente, «pensavo di dirlo anche a Sai ma poi ho scoperto di aver di
meglio da parlare con lui, non so se mi spiego» concluse, facendo l’occhiolino.
«Non voglio che ti spieghi» le rispose
inacidito Neji, ma prima che la bionda potesse ribattere, Tenten si era già
messa tra i due.
«Ino» la chiamò Tenten, «cos’era così
importante da mandarmi tre messaggi vocali?».
«Io e Sai abbiamo deciso di
organizzare una rimpatriata della nostra classe del liceo!» lo aveva urlato,
perché ora mezzo dipartimento di Giurisprudenza
e scienze economiche li stava guardando.
Neji stava morendo di vergogna e, se la finestra non avesse avuto le
sbarre, ci si sarebbe buttato. «E quindi dovete venire anche voi» continuò,
ignorando lo smorfie dello Hyuga, «anche come coppia,
se volete. Come amici, futuri sposi… decidete voi. Ma
siete stati in classe con noi, quindi non si discute».
«Io non vengo» proferì Neji.
«Oh no, tu vieni, Neji!» insistette
Ino, allungandosi verso di lui e sbattendo le ciglia come fosse una principessa
Disney, «ne va della tua reputazione, sai? Gira voce che sei gay, dato che non ti vedono mai in giro
con loro a rimorchiare le ragazze». In realtà non era affatto vero: le ragazze
che Ino aveva incontrato di giurisprudenza alla mensa lo trovavano piuttosto
affascinante. Il bel tenebroso sexy –
e sfortunatamente già impegnato con qualcuna.
Tanto
Sai è mille volte più figo. Si disse. E mille volte più sexy.
«Smettila di mentire, Ino. Neji fa
quel che gli pare» lo difese Tenten.
«Quindi venite?» chiese nuovamente,
«tanto so che lo farete. Tenten non mi abbandonerebbe mai, vero Ten-chan?» e le
si buttò al collo, sfregando la guancia
contro la sua, cantilenando quello stupido soprannome. Ino e la sua brutta
abitudine di appiccare un “-chan” a qualsiasi
nomignolo per ottenere quello che voleva.
Neji sospirò, stanco. «Ci penseremo
solo se te ne vai e ci lasci in pace» proferì.
«EVVIVA!» i suoi occhi erano a forma
di cuore, ci mancava poco che iniziasse a saltellare, «sarà questo sabato,
comunque, dato che nessuno di noi ha lezione» annuì soddisfatta del proprio
lavoro, fece per andarsene ma, come se avesse ricordato una cosa importante, si
riavvicinò alla coppia. «Tenten, un’ultima cosa» le disse, «domani pomeriggio
ci vediamo con Hinata e Sakura per andare a fare shopping. Ho già controllato i
tuoi impegni sul calendario in cucina e puoi,
quindi niente scuse stupide dato che il tuo fidanzato ormai lo conosciamo e lui
sicuramente acconsentirà, vero?» e fece l’occhiolino a Neji, «farò diventare la
tua Tenten una bomba sexy, Hyuga» e corse via prima
che uno dei due la uccidesse.
― ♦ ―
Già dalle scale, Sai sapeva che ci
sarebbe stato qualcosa in casa che lo avrebbe disturbato. Sembrava che Naruto
stesse guardando un documentario sugli animali domestici. Aprì la porta,
immaginando già le urla di Shikamaru perché un certo SouariTem continuava a batterlo
in quel suo stupido gioco, Choji che mangiava le patatine buttato sul divano,
incurante delle briciole, e Naruto sul tappeto che guardava il documentario sui
cani.
«PENNY! DANNAZIONE VIENI QUI!» Kiba
chiamò il cane bianco che aveva travolto Sai all’entrata, mentre teneva in
braccio un chihuahua nero che, a prima
vista, sembrava strabico. Penny si alzò su due zampe, appoggiandosi a Sai e
abbaiando forsennatamente. «Penny, buona piccola. Buona…
vieni giù, non abbracciare Sai. A Sai non piacciono gli abbracci» la chiamò
ancora un paio di volte, e finalmente il grosso cane liberò il ragazzo,
permettendogli di entrare in casa.
«Kiba… non
hai sbagliato porta?» chiese, togliendosi la giacca, cercando di contare quanti
cani ci fossero nella loro sala mentre Naruto lo salutava e nel contempo
pettinava un barboncino bianco.
«Non ho sbagliato porta! Mi credi così
stupido, eh, signor Perfezione?» gli
sbraitò contro mentre il suo cane, Akamaru, iniziava
a giocare con Penny. Si assomigliavano, forse erano della stessa razza. «Sono
di qua perché Lee ha rotto il formicaio di Shino,
così Shino ha fatto a pezzi Lee e ora sta cercando di
recuperare le formiche. E dato che io devo prendermi cura di tutti questi cani…» e fece una carezzina al
chihuahua «e poi Naruto ha detto che non c’erano problemi. Sas’ke si è chiuso in camera con il suo gattaccio e viviamo
tutti felici e in armonia, non vedi?».
Dalla camera di Shikamaru arrivò
un’imprecazione e una sedia sbattere contro il pavimento ripetutamente. Si era
incollato alla sedia e stava saltando?
«Comunque Ino Yamanaka voleva
organizzare una rimpatriata» informò sedendosi sul divano, catturando
l’attenzione di tutti. Pure i cani si erano improvvisamente zittiti. «Sabato al
BarbeQ, forse, oppure in un ristorante wok… ha detto che ci dobbiamo essere tutti».
«MA CHE BELL’IDEA!» gridarono, quasi
all’unisono Naruto e Kiba, «sì, saranno diventate di sicuro delle super fighe»
continuò Kiba, annuendo.
«Le ho viste, io, l’altra sera!»
commentò Naruto, alzandosi in ginocchio, «sono super super
super super fighe. E comunque
al BarbeQ no, io ci lavoro lì». Nessuno aveva
ascoltato la sua richiesta di evitare quel ristorante, ma poco importava.
Kiba rise, trascinando in una risata
anche il biondo. «Noi ci siamo» disse, «e anche Choji viene. Lee e Shino li
convinco io».
«Neji viene già, Ino lo ha incontrato
in università» informò Sai.
«Shikamaru?» chiese Naruto.
«Ce lo trasciniamo dietro» commentò
Choji, «così magari si stacca da LOL
e la smette di minacciare di morte SouariTem».
«E Sasuke?» fu Kiba a fare la domanda.
Calò un attimo di silenzio imbarazzante tra i ragazzi, e nessuno osava
rispondere.
«Glielo chiedo io» disse Naruto,
convinto, «l’ho fatto uscire con Sakura-chan, no?» e
rise. Ma era l’unico a trovare la situazione divertente.
― ♦
―
«Io te l’avevo detto, Sakura!» affermò
Ino lanciandole un paio di pantaloni fra le braccia, incominciando poi a
rovistare fra delle magliette. «Sarà la sua fidanzata! Non mi risulta che abbia
una sorella» aggiunse sollevando un maglione e lanciandolo a Tenten che
accompagnava Hinata, già carica di cose da provare in camerino, «ammesso che
suo fratello non abbia fatto un cambio di sesso, allora non dovresti farti così
tante paranoie», si fermò guardando le scarpe in esposizione, «un’amica che lo
viene a trovare da Londra? Impossibile» sentenziò retorica, bocciando l’idea
della conoscente e le scarpe su cui aveva messo gli occhi.
Sakura sospirò osservando i capi
d’abbigliamento che stringeva fra le braccia. Erano tutti decisamente fuori dal
suo stile, ma a questo Ino non pensava mai, bastava vedere che diavolo di
vestiti voleva far provare alla povera Hinata.
«Non mi sto facendo nessuna paranoia,
dico solo che non…» il resto della frase le morì in
gola.
«Non cosa? Non ti ha nemmeno chiesto
scusa?» ribatté retorica Ino, «non mi dire!» aggiunse ironica, consegnando a
Tenten un paio di pantaloncini decisamente troppo corti.
«E con cosa dovrei metterli, scusa?»
le chiese la ragazza, sventolandoli a mezz’aria.
«Con delle calze, Tenten! Calze,
precisamente collant» rispose Ino stizzita, «ho detto a Neji che saresti stata
una bomba sexy, non ti lascerò venire in jeans!».
Aveva l’aria di una paladina della
giustizia aliena, catapultata sulla terra per salvare il mondo dal pessimo
gusto in fatto di moda.
«Comunque…»
aggiunse girandosi verso le amiche, «voi iniziate a provare quello che vi ho
dato, trovo una maglia a fronte spaziosa
e arrivo!» affermò, spingendo verso i camerini del negozio Tenten ed Hinata.
Sakura attese che furono abbastanza
lontane, e poi continuò a seguire Ino, «pensavo di far notare a Naruto che
Hinata è innamorata di lui» ammise, ed Ino sospirò.
«Tu devi smetterla di pensare agli
altri e pensare un po’ di più a te stessa, cara mia» l’apostrofò spiegandole
una maglietta davanti al petto, arricciando poi il naso e rimettendola al
posto.
«Io penso già a me stessa, e quando
penso a me stessa arriva una chiamata di Asami» le
rispose, osservando alcuni vestiti decisamente più alla sua portata dei
pantaloni in pelle che Ino le aveva passato. «Starebbero bene assieme»
aggiunse, spostando di nuovo l’argomento lontano dalla chiamata della
fantomatica Asami, «Naruto ed Hinata, intendo».
«Cielo! Meno male, pensavo i pantaloni
di pelle e quell’osceno vestito rosa» le rispose, neanche avesse visto un
fantasma.
«Lei è molto dolce e―».
Ino la interruppe, «e tu vuoi che
Naruto sia felice, lo sappiamo» brontolò Ino, e poi sorrise sollevando una
maglia, «eccola qua!» affermò, controllando la taglia e poi passandogliela,
«dovrebbe andarti alla perfezione, tanto sei piatta».
«Non sono piatta!» affermò l’altra,
stringendosi i capi d’abbigliamento al petto.
«No, hai due mandarini, scusami, e
adesso vai a provarli e smettila di pensare a come puoi far fidanzare il mondo
e incomincia a pensare a come puoi fidanzarti tu!» la rimproverò, spedendola
nel camerino affianco a quello di Hinata.
Passarono un’ora intera provando
vestiti sotto gli occhi attenti di Ino che, seduta su una poltrona, non faceva
altro che commentare con smorfie e aggettivi quali “ridicolo” e “orrendo”, e
frasi come “sembri una bomboniera” o “troppo scolaretta”. Solo quando lei fu
soddisfatta dagli abbinamenti poterono finalmente pagare e lasciare il negozio.
«Saremo quattro super fighe, ragazze!»
commentò sventolando una delle quattro borse che teneva in mano, prendendo poi
sottobraccio Hinata e Sakura, cercando di convincere Tenten ad unirsi al
gruppo.
N O T E ♦ D ‘ A U T R I C I ; siamo in missione per
conto del Signore.
Buon pomeriggio ♥
Siamo super puntuali con colla, e crediamo
che lo saremo ancora per molto (fino a fine febbraio sicuro!) e la cosa ci
piace molto, incrementa la nostra voglia di scrivere e non vediamo l’ora di
aggiornare per far leggere a voi il capitolo~
Allora, cosa dire? Questo capitolo è
un po’ più corto dei primi tre (che si aggiravano attorno alle 3.000 parole,
questo è di circa 2.500) e quindi ci scusiamo nel caso questa differenza si
senta molto – vi avvisiamo già che ci saranno dei capitoli più corti di altri
(anche di 2.300 parole) ma preferiamo tenerli così per la suddivisione degli
eventi, non vogliatecene!
Quindi sì / il prossimo capitolo
sarà la rimpatriata, avete capito
bene ┌(゚з゚)┘ ci sembra di ricordare che
qualcuno la aspettasse con particolare ansia, quindi, chiunque tu sia, sappi
che il 17 gennaio tutti i tuoi
desideri saranno soddisfatti (eh, magari!!).
In queste note, inoltre, vogliamo
dirvi due piccole curiosità riguardo colla, che ci teniamo che voi
sappiate.
- Tutti i personaggi che avevano le
abilità oculari nell’universo di Naruto, in colla portano gli occhiali e/o le lenti a contatto. Quindi sì, voi non lo
sapete, ma Sasuke, Hinata e Neji indossano le lenti a contatto e, quando non le hanno su per
svariati motivi (come Sas’kino
in questo quarto capitolo) brandiscono fieramente i loro occhiali.
- L’altra cosa che volevamo dirvi
(svelarvi? ZANZAN!) sono le facoltà
che i nostri baldi giovani frequentano. Abbiamo deciso di dirvele nelle note
per il semplice motivo che nel testo potrebbero non essere esplicitati tutti, o
citare i loro corsi senza riuscire a parlare invece delle facoltà. Sono state
scelte secondo un nostro criterio, quindi potrebbero benissimo non coincidere
con la vostra visione delle cose. L’IC dei personaggi è una cosa a cui abbiamo
tenuto molto e le facoltà sono state scelte anche in base a questo. Se avete
qualche perplessità o siete curiose sul perché abbiamo scelto una facoltà
piuttosto che un’altra ad un personaggio, non esitate a chiedere! ^▽^
Naruto e Rock Lee – Scienze motorie,
sport e salute
Sasuke – Biologia
Sai – Restauro
manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile
Shikamaru – Informatica
Choji – Scienze
e cultura della gastronomia e della ristorazione
Kiba – Scienze
veterinarie
Shino – Scienze
e tecnologie agrarie
Neji – Giurisprudenza
Sakura
– Medicina e chirurgia
Ino – Design
della moda
Tenten – Economia
e politiche pubbliche, ambiente e cultura
Hinata – Fisioterapia.
Come avete notato, abbiamo anche cambiato
l’impaginazione e il font della storia e vorremo chiedere a chi recensirà se
preferisce l’Arial (il carattere attuale) o il Times New Roman (quello precedente) e se è abbastanza
grande da essere letto piacevolmente ^^
Inoltre, vorremo avvisare che non
manderemo più gli aggiornamenti privati, i seguiti/preferiti/ricordati alle
storie sono diventati troppi per poter essere informati uno ad uno ma, chi
volesse comunque un messaggio, può farcelo sapere che provvederemo a
mandarglielo ♥ In
tutti i casi la data dell’aggiornamento successivo sarà esplicitata nelle note
a fine capitolo.
Ultima cosa ma non ultima, vorremo
ricordare a chi segue la storia che abbiamo aperto il gruppo di Colla su facebook, di cui
trovate il piccolo banner qui sotto.
Per oggi è tutto!
Buona settimana e grazie per aver
letto! ♥
papavero
radioattivo