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Autore: Danpo    10/01/2015    2 recensioni
Una comitiva di ragazzi che frequentano il liceo, decidono di andare in vacanza tutti assieme.
Ciò che accadrà dopo è ciò che accade nella vita reale, ogni giorno.
Dal testo:
"Per un breve istante desiderai che il bambino morisse così che mia madre potesse sentirsi meglio- David guardò negli occhi Rob - Ora sono figlio unico, e senza madre."
Genere: Drammatico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cose miglioi ci lasciano in estate.'
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8.

Like a cold breath on the neck.

 

 

Camminando, David sentì il freddo autunnale congelargli le ossa. Ormai era costretto a prendere atto che l'estate era finita. Mentre percorreva la strada verso il bar, pensava alle parole da usare con Robert. Non sapeva che reazione potesse avere e ciò lo spaventava moltissimo. Nel peggiore dei casi avrebbe potuto arrabbiarsi, alzarsi dal tavolo e lasciare il conto da pagare. Ma poi pensandoci si disse che era impossibile che Robert si arrabbiasse. Svoltò l'angolo e si ritrovò davanti il bar nel quale i due si incontravano spesso anche prima del viaggio. Si chiamava "The neck" ed era lì da molti anni. La facciata era blu con ghirigori bianchi attorno alla porta di ingresso e l'insegna al neon rosso, la sera, illuminava le case di fronte. Alcuni tavoli erano ancora fuori anche se pochi temerari sfidavano il freddo sedendo a quelle sedie. Così, senza pensarci due volte e senza aspettare Robert, entrò dentro il locale. L'interno non era meno blu ed appariscente dell'esterno: tavoli con tovaglie rosse, pareti bianche che riuscivano a riflettere la poca luce del soffitto. Al bancone il proprietario aveva già messo qualche decorazione natalizia. Attraversò tutto il locale e cercò il tavolo più nascosto, in modo da non farsi sentire. Era un vecchio tavolo che alla fine si rivelò anche rotto, all'angolo vicino alle porte del bagno che, stranamente, non emanavano alcuna puzza od odore. Si sedette e prese in mano il cellulare per avvisare Robert del suo arrivo, ma poco prima che aprisse la cartella dei messaggi ricevuti, la porta si aprì ed entrò Robert con una sciarpa al collo ed un giubotto che doveva essere davvero pesante. David alzò la mano per farsi notare, mentre lo stomaco cominciava già a fargli notare l'agitazione. Robert lo vide e si incamminò verso il tavolo e l'unica cosa che potè fare quando fu troppo vicino fu pensare "Oddio...qualcuno mi aiuti". Quando fu seduto si spogliò del giubotto e restò con la sciarpa al collo «C'è troppo freddo! Sembra di stare al polo nord!» Robert si accomodò meglio sulla sedia e poi guardò sorridente David «Ordiniamo da bere?» Robert fece di sì con la testa e l'amico chiamò la cameriera al tavolo accanto. Ordinarono due birre e quando la cameriera si girò, David diede un calcio a Robert che le aveva guardato la scollatura tutto il tempo «Cosa devi dirmi, dunque?» David si irrigidì «Bene Rob...io» la cameriera tornò con la birra «Toh guarda, è arrivato da bere» tentando di cambiare discorso, David sembrò dimenticare cosa stava dicendo. In realtà lo ricordava bene e il dolore allo stomaco non glielo faceva dimenticare e peggiorava la situazione ogni secondo di più «Ebbene...?»

«Bene. Ricordi Roxanne? Rox, la rossa? In estate al lido luna...» Robert sorrise appena sorseggiando la birra

«Ovvio che sì, Dav» guardò l'amico negli occhi

«Bene. Ehm...sei il primo a cui lo dico per cui ti chiedo di non farne parola con nessuno» David abbassò lo sguardo e rimase un attimo in silenzio «Sei un brutto idiota, Dav!» Robert disse quelle parole con tale tranquillità che non sembrò un insulto. Finì di bere la birra e posò il boccale tra il suo volto e quello di David «Come?» restò interdetto per un breve minuto «Non ti sei chiesto come lei abbia avuto il tuo indirizzo?» David sgranò gli occhi «Io...io non capisco. Tu sai tutto?» Robert si sporse in avanti e cercò le mani di David «Sì.» infine rispose con tanta paura «Lei mi ha chiamato, aveva il mio numero dopo la prima sera al lido luna. Mi ha chiesto dove fossi finito e che doveva dirti una cosa molto importante. Credo di aver insistito a lungo, forse per una buona mezz'ora ed alla fine me lo ha detto. Mi ha detto che è incinta.» David si allontanò dal tavolo «E tu le hai dato il mio indirizzo?» Robert rispose con un cenno della testa «Ti odio. Non rivolgermi più la parola!» David si alzò e guardò Robert dall'alto verso il basso «Per me sei morto.» attraversò il locale verso l'uscita. Un po' era andata come aveva immaginato, ma non era lui a dover pagare il conto.

 
   
 
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