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Autore: xGottaBeLou    10/01/2015    0 recensioni
Le persone pensavano che lei fosse un mostro...e lei stava iniziando a crederlo veramente.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno Liv aveva la quarta ora libera, che decise di trascorrere in biblioteca lontano da tutti. Quella era la biblioteca più grande che lei avesse mai visto, e ne aveva viste tante. Ogni volta che voleva restare sola, la biblioteca sembrava sempre dimostrarsi il posto perfetto. E così si dimostrò pure quella volta, finchè non venne interrotta.
 
-Olive Megan Allen- aveva detto Aaron poggiandosi con una mano sul tavolo dove lei era intenta a leggere un libro.
 
-Tuo padre è stato il più giovane scrittore di fantasy a pubblicare un libro a 16 anni che abbia avuto così tanto successo.- aggiunse bisbigliando.
 
-Hai fatto i compiti a casa vedo- disse cambiando pagina indifferente.
 
-Il mio voto?- le chiese sorridendo maliziosamente.
 
-4 - rispose.
 
-4?- chiese sorridendo con un sopracciglio alzato.
 
-Sì, devi trovarti hobby meno inquietanti.- disse lei.
 
-Se mi avessi detto il tuo nome non sarei stato costretto ad accedere al database del registro informatico della scuola con tutte le informazioni sui studenti.- spiegò il ragazzo.
 
-....Okay 5 per l'impegno- disse alzando lo sguardo -ma sei comunque inquietante-
-E tu sei...difficile, mi piaci- le disse prima di andare via.
E a lei piaceva lui, era un bel ragazzo ed anche molto simpatico ma lei non poteva permettersi di infatuarsi di un ragazzo.
 
La quinta ora suonò e Liv si diresse nell'aula di letteratura inglese.
La classe era già piena di studenti, alcuni erano già seduti ai propri posti, altri erano alzati a parlare con altri studenti.
La professoressa entrò subito dopo Liv, la prese per un braccio e la portò con gentilezza vicino alla cattedra.
-Ragazzi seduti per favore- richiamò lei ad alta voce mentre i ragazzi prendevano posto.
-Lei è Olive Allen, la nuova arrivata- disse entusiasta. Liv si guardava intorno a disagio e tra suoi compagni intravide May, la cheerleader che il giorno prima lei e Aaron avevano messo a tacere, ed il ragazzo dagli occhi grigi, che continuava a fissarla come il giorno prima solo che quel giorno, quando i loro sguardi si incrociarono, occhi grigi serrò la mascella.
-Forse avrete sentito parlare di Charles Allen, il padre di Liv.- nessuno rispose o anche solo fece cenno con la testa, i suoi studenti la guardavano con indifferenza come se non vedessero l'ora che tutto quello finisse. E così anche Liv.
-...No? Beh il padre di Liv è stato il primo sedicenne a pubblicare un best seller.- disse con enfasi. Doveva essere una fan, pensò Liv.
-Vuoi presentarti alla classe Olive?- chiese la professoressa dandosi un contegno.
-Credo lei abbia già detto tutto- rispose Liv.
-Bene, prendi pure posto-
Liv si fermò ad osservare i banchi cercandone uno vuoto, e ne trovò uno. Davanti occhi grigi.
  Prese posto.
Per tutta l'ora si sentì osservata, odiava essere osservata la faceva sentire a disagio. Sopportò fino a cinque minuti prima che finisse l'ora si girò verso di lui, mantenendo la calma.
- Potresti smetterla?- chiese lei irritata.
-Di fare cosa, esattamente?- chiese lui. Liv si sorprese a sentire la sua voce, fino ad allora lui si era solo limitato a fissarla, non aveva mai aperto bocca. La campana suonò.
-Di fissarmi.- rispose Liv alzandosi dal proprio posto, il ragazzo dagli occhi grigi fece lo stesso per poi uscire dalla classe dopo di lei.
-Credevo che il mio sguardo intimorisse la gente- disse lui ricordando le parole che Olive aveva detto il giorno prima.
-In questo caso dai su i nervi- rispose lei arrivando al suo armadietto.
-Beh, vorrà dire che eviterò- rispose lui poggiandosi.
- Grazie- disse lei infastidita.
Aprì l'armadietto ed il foglietto con la mappa delle classi cadde a terra. Il ragazzo lo raccolse mentre Liv prendeva i libri delle ore dopo e richiudeva l'armadietto.
-Ti è caduto questo- disse il ragazzo porgendole il foglietto -cerca di non perderlo o sarò costretto a farti da guida- rispose lui sorridendo.
-non sia mai- rispose lei prendendo il foglietto dalle sue mani. Le loro dita si toccarono e quando Liv si ritrasse il ragazzo sembrò deluso e sorpreso.
-Tutto bene?- chiese Liv notando la sua reazione.
-Hey Liv- salutò Aaron interrompendoli. –Spero di non aver interrotto niente- aggiunse guardando di mal occhio il ragazzo dagli occhi grigi che tornò ad avere quel solito sguardo infastidito.
-Certo che no- rispose sfidandolo con i suoi occhi gelidi. –Ci si vede, “Liv”- disse andando via. Aaron non staccò gli occhi da lui finchè non girò l’angolo.
-Ti ha dato fastidio?- le chiese subito dopo agitato. Le aveva dato fastidio il fatto che la osservasse, ma forse non era quello che Aaron intendeva.
-No, stavamo solo parlando.- disse Liv scocciata. Aaron li aveva interrotti ancor prima che il ragazzo dagli occhi grigi potesse risponderle.
-John Williams non è per niente un tipo da semplici chiacchierate, credimi.-
Liv non aveva idea di cosa intendesse dire, era chiaro che non si stavano simpatici lo aveva capito subito. Si rese conto solo allora che aveva parlato con lui senza sapere il suo nome.
-Che vuoi dire- le chiese Liv.
-Che non è una brava persona, è pericoloso, Liv.- la mise in guardia lui.
-E, sentiamo, cosa ti fa credere che invece io non lo sia?- chiese cercando di mantenere la calma, cosa che le era difficile fare.
-Tu non sei pericolosa- disse ridendo. Liv preferì andare via, piuttosto che farsi prendere in giro in quel modo da Aaron. Lui non la conosceva affatto. Si sarebbe sorpreso a scoprire le cose che lei aveva fatto nella sua vita. Cose di cui lei di certo non andava fiera.
-Liv…- la chiamò correndole dietro. –Non c’è bisogno di fare così non volevo offenderti, scusa.- aggiunse lui tenendo il passo.
-Perché continui a chiamarmi Liv- disse lei fermandosi alzando la voce di qualche tono.
-Credo sia carino come nomignolo, non credi?- disse lui.
-Solo la mia famiglia mi chiama così- gli fece notare.
-Potresti espandere la cerchia di persone che ti chiamano così e aggiungere la sezione “amici”- disse cercando di farla ridere. Cosa non molto facile da fare.
-Non voglio “amici” non ne ho mai avuto bisogno e di certo non ne ho bisogno adesso.- disse puntandogli un dito contro.
-Okay, Liv.-rispose alzando le mani in segno di resa sorridendole.
-Sei un idiota…- disse andando via, questa volta senza essere seguita.
Dopo la sesta ora tornò a casa, uscendo da scuola non intravide ne Aaron e ne John e ne fu sollevata. Non le andava di discutere ancora, con nessuno.
La casa era vuota al suo rientro. Andò in cucina e trovò un biglietto della madre sul frigorifero. “Sono a fare la spesa, torno presto. Baci, mamma.”
Si rinchiuse in stanza finchè non sentì la porta chiudersi al piano di sotto. Si diresse verso le scale e sentendo i genitori bisbigliare, restò in ascolto.
-Non accetterà mai- stava dicendo la madre.
-Il … è già ad un buon punto, cosa … fare.- rispose il padre. Liv non riusciva a cogliere tutte le parole del padre così in fine scese le scale attirando l’attenzione dei due.
-Liv, ciao, come è andata oggi tesoro?- chiese la madre.
-Bene, grazie. Voi? Tutto bene?-
-…a dire la verità volevo parlarti di una cosa.- disse ansioso il signor Allen.
  
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