Il suo Jacob.
Impossibile
immaginare che non fosse suo.
La prima
volta che l’aveva osservato aveva pensato che fosse buffo.
Non aveva
capito perché l’espressione infuriata di lui era cambiata nel battito di un
ciglio, non aveva capito perché lentamente si era avvicinato a lei.
Eppure
fidarsi di quel gigante era stato facile, meno
complicato di imparare a parlare e anche molto più piacevole.
Aveva riso
quando per la prima volta l’aveva chiamata Nessie, aveva avvicinato la sua
manina nella guancia di lui.
Ma amarlo
era stato, a detta sua, ancora più semplice.
Qualcosa
d'incontrollabile eppure prevedibile.
Impossibile
non amarlo.