Ecco qui pronto un altro capitolo.....grazie a tutte per i commmenti ^__^
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4. Bella giornata
Avevo
trascorso tutto il pomeriggio giù a LaPush, insieme a Quil,
Embry, Claire e Jacob, cercando di trovare un modo per fargliela pagare
ad Aisha, e le migliori opzioni erano o farla morire in un incontro
casuale con “tre lupi feroci”, oppure ucciderla io
stessa prosciugandola bevendo il suo sangue. Ma purtroppo Sam non
avrebbe mai permesso la prima, e a me faceva soltanto ribrezzo pensare
di bere il suo sangue. Così mi feci riaccompagnare a casa da
Jacob, scoraggiata.
Non
andai direttamente nella casetta, prima dovevo passare a casa Cullen. E
infatti, quando bussai alla porta, nonna Esme fu molto sorpresa di
vedermi là, ma con un tocco gli schiarii le idee, dicendo di
spiegare la situazione a tutti, mentre io andavo dalla zia per farmi
sistemare i capelli.
Appena
mi vide, per poco Alice non si prese un colpo: non adorava le sorprese.
-Santo
cielo Nessie,- disse con la voce ancora spaventata –che
diavolo ci fai qui? E che cosa è successo hai tuoi
bellissimi ricci?
Anche
con lei bastò un tocco per spiegarle la situazione, e mentre
cercava di dare forma, colore e odore ai miei capelli, io le raccontai
tutte le strategie che avevamo messo a punto, e che erano miseramente
andate in fumo senza neanche mai applicarle sul serio. Ma lei non disse
niente, e neanche mi diede un consiglio: era troppo impegnata a
sistemarmi i capelli. Così finii per rimanere in silenzio,
finché non ebbe finito.
-Ecco
fatto! I tuoi capelli sono come nuovi!- disse contemplando la sua
opera.
Ed
effettivamente i capelli erano come nuovi. Non puzzavano
più, ma profumavano di camomilla.
Quando
scesi trovai anche i miei genitori. Vi risparmio le battutine di
Emmett, dicendo solo che è dovuto intervenire Jasper per
calmare l’atmosfera.
Così,
ancora più incavolata, andai a mangiare in cucina da sola.
Zia Rosalie mi aveva preparato della pasta al pesto, oppure il
roast-beef. Lasciai perdere quello, e mi dedicai interamente alla
pasta: avevo deciso di diventare vegetariana perché ogni
volta che andavo a caccia e uccidevo gli animali per berne il sangue,
mi facevano pena, e quindi mi rifiutavo sempre di mangiarli. Lo so che
è un controsenso, ma per me è così!
Stavo
seduta sul tavolo mangiando con un’esasperante lentezza,
quando sentii qualcuno avvicinarsi alla porta: lo zio Jasper. Prima che
potesse bussare, gli dissi che poteva entrare: almeno avrebbe calmato
un po’ il mio umore.
Si
sedette di fronte a me, e iniziò a sistemare una scacchiera
con degli scacchi. Quando ebbe finito, me la voltò dalla
parte dei bianchi. –Ti va una partita?
Scansai
il piatto ancora pieno e mossi il primo pedone.
La
partita andò avanti per un bel po’: nonostante
avessi mangiato più pezzi, non riuscivo mai a fare scacco.
Non parlavamo, giocavamo in silenzio, e sembrava anche che la mia
arrabbiatura fosse passata, ma sapevo benissimo che era merito dello
zio, affinché mi concentrassi meglio nel gioco.
Dopo
che ebbi mangiato la sua torre con il mio alfiere però,
iniziò a parlare.
-Allora,-
iniziò guardando quale mossa da fare fosse la migliore
–Esme ci ha raccontato della tua bellissima performance.
Sbuffai.
–Se vai su Youtube e digiti “Nessie vero mostro di
Loch Ness” trovi il video completo. Lo abbiamo controllato
oggi con Embry.
Fece
un mezzo sorriso e mosse di tre caselle la sua regina. Volevo tanto che
il discorso finisse lì, ma sapevo benissimo che avrebbe
continuato.
-E
adesso cosa intendi fare?
-In
che senso?
-Nel
senso che adesso devi fare due cose.
Mossi
il pedone. –Cioè?
-Vendicarti
di Aisha e riappropriarti della tua dignità- e
mangiò il mio alfiere con la sua regina.
Accidenti!
A questo non avevo pensato! –Se mi vendico di
Aisha, automaticamente la mia reputazione sarà salva. Giusto?
-Finché
quel video continuerà a girovagare per Internet, per tutti
sarai sempre “il vero mostro di Loch Ness”.
Sbuffai
di nuovo ancora più esasperata. Senza neanche pensarci,
mossi di nuovo il pedone, che fini mangiato dall’altro suo
pedone.
-Cosa
mi consigli di fare?- chiesi.
-Per
quanto riguarda la partita che stai perdendo? Arrenditi!
-ZIO!!!
Rise.
–La cosa migliore da fare è esseri indifferenti.
Non
capivo. –Cioè?
-Far
finta di niente. Lasciar correre. Vedendo la tua reazione nessuno ti
prenderà più in giro, e il video
finirà per essere dimenticato. Anche Aisha ti
lascerà perdere.
Ma
così l’avrà vinta lei! Posai
lo sguardo affranta sulla scacchiera.
-Quando
poi si saranno calmate le acque,- continuò lui intuendo i
miei pensieri –potrai avere la tua vendetta.
La
cosa mi piacque di più. –Ok zio.
Seguirò il tuo consiglio.
-Ne
sono contento- e detto questo mosse la sua regina, mangiando la mia
torre –Scacco matto!
Ogni
giorno a scuola imparavo qualcosa di nuovo: il primo giorno avevo
imparato che la scuola non era tanto male; il secondo a non fidarsi mai
dei miei nemici; il terzo a non seguire MAI i consigli di zio Jasper.
E
infatti, il terzo giorno, su consiglio dello zio, feci
l’indifferente, ma la cosa non diede i risultati sperati: i
ragazzi che mi vedevano si mettevano a ridere, altri facevano
battutine, e altri ancora mi chiamavano “Mostro di Loch
Ness”. Ero troppo orgogliosa per lasciar correre,
così un paio di volte risposi e ringhiai, ma questo
provocò altre battute.
Alex
e Sarah, da parte loro, cercavano di far smettere queste cose, ma
finirono col lasciar perdere.
Ma
la cosa più odiosa di tutte furono le risate di Aisha e
delle sue amiche oche. Per provocarmi di più, si erano fatte
stampare delle magliette con la mia foto sotto il liquido verde, e
sotto la scritta “Salviamo Nessie!!!”. Come avrei
voluto farle a brandelli.
L’affronto
più grande fu quando all’inizio della pausa
pranzo, andai al mio armadietto per posare i libri, e trovai
appiccicate sopra le miei foto di ieri. In quel momento fui presa da un
attacco d’ira talmente potente, che presi quelle foto e le
ridussi a tanti piccoli coriandoli. Sarah e Alex mi guardarono male.
-Ok,-
iniziò Alex –a quanto pare devi calmarti un
po’.
-Secondo
te come faccio a calmarmi se la gente che mi vede mi chiama
“Mostro di Loch Ness”??- ero furiosa, livida, che
spaventai a morte la povera Alex.
-Non
pensarci,- disse Sarah –lascia correre.
Ti
sei messa d’accordo con mio zio per caso?
–Non ci riesco. Sono una creatura essenzialmente orgogliosa.
-Si
che ce la fai- continuò lei –Basta che ogni volta
che ti senti derisa da qualcuno, ti metti a contare fino a mille e
vedrai che tutto passa.
Sembrava
una dottoressa che consola un bambino che deve fare una puntura.
-Ha
ragione- disse Alex che si era ripresa dalla mia sfuriata
–tra qualche giorno nessuno si ricorderà
più della tua gaffe.
-Qualche
giorno, è un’infinità! E poi, anche se
la scuola si dimenticherà di tutto questo, Aisha me lo
rinfaccerà per sempre.
Entrambe
abbassarono lo sguardo, scoraggiate: sapevano bene che avevo colto il
punto.
Questa
giornata non potrebbe andare peggio di così! Ma
mi sbagliavo.
Appena
aperta la porta della mensa, tutti mi accolsero con un applauso e delle
risate. E notai anche che tutti indossavano le magliette con la mia
faccia: Aisha ne aveva fatte delle altre e adesso due sue ochette le
stavano vedendo a un lato della mensa.
Serrai
i denti, tenni lo sguardo basso e iniziai a camminare verso il mio
tavolo. 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7…
Mi
sedetti con Alex e Sarah di fronte a me. Mangiammo in silenzio.
-Sarah?-
incalzai io.
Lei
alzò la testa dal suo panino.
-Dopo che ho contato fino a mille, posso ucciderli?
Durante
tutta la lezione di scienze non feci altro che prestare ascolto al
professor Right, ignorando le battutine di sottofondo di Aisha, Terry e
Ashley. Mi lanciarono anche un bigliettino con un mio disegno versione
mostro. Di tutta risposta, mi voltai verso di loro, le guardai con un
leggero sorriso, accartocciai il foglio e me lo mangiai, ingoiando di
fronte a loro. Rimasero basite.
A
fine lezione, Aisha venne da me insieme a tutta la scorta
-Allora
Nessie,- iniziò lei –non ti è bastata
la lezione di ieri?
Non
risposi. La guardavo dritta negli occhi.
Continuò.
–Spero che tu abbia capito chi comanda in questa scuola. Nel
tuo interesse personale, ti dico di non metterti mai più
contro di me. Ti è chiaro il concetto?
Non
risposi. Mi limitai a guardarla, e a uscire dall’aula con
l’ultima briciola di dignità che mi rimaneva.
Detestavo questa situazione, il fatto di non poter far nulla, il fatto
di star zitta e abbozzare. Non era nella mia natura. Dovevo fare
qualcosa. Ma cosa?
Passai
le ultime lezione standomene seduta al banco, cercando di ignorare le
risatine, le battute e le magliette. Quando suonò la
campanella di fine giornata, sospirai di gioia. Andai al mio
armadietto, dove incontrai Claire.
-Ciao
Nessie. Com’è andata oggi?
Le
lanciai un’occhiata. –Mi prendi in giro?
-Beh,
ecco… pensavo che forse l’episodio potesse essere
dimenticato.
In
quel momento passarono tre studenti del mio stesso anno, indossando
tutti la maglietta con la mia foto, ridendo e indicandomi.
Rivolsi
verso Claire un’altra occhiata. –Secondo te
l’hanno dimenticato?
-Scusami
Nessie. Vedrai che avrai la tua rivincita.
-Lo
spero.
Salutai
Claire e raggiunsi Sarah e Alex che mi aspettavano davanti
l’uscita. Notavo che tutti si affrettavano ad uscire, ma
senza neanche indicarmi. E che tutti parlottavano tra di loro,
riferendosi a qualcosa che doveva trovarsi di fuori.
-Si
può sapere che sta succedendo? Aisha ha trovato un altro
modo per umiliarmi a morte?
-No-
rispose Sarah –Vieni a vedere chi c’è
fuori- sembrava eccitata.
Appena
uscita, vidi che tutti indicavano un ragazzo appoggiato ad una moto, il
quale era perso nei suoi pensieri.
-Lo
vedi- proseguì Alex –quello laggiù
è Jacob Black!
La
guardai divertita, cercando di evitare di riderle in faccia. Finsi
ingenuità. –E allora?
-Non
mi dire che non lo conosci! Jacob Black fa parte della cricca di Sam
Uley!- continuò lei esasperata.
Continuai
a fingere ingenuità. Ma dentro di me stavo scoppiando dalle
risate.
A
quel punto prese la parola Sarah. –Mi sembra strano che non
li conosci, tutti a LaPush li conoscono. Appena
c’è un problema, chiamano loro e tutti si fidano
di loro. È una cerchia molto ristretta però, ecco
perché fanne parte è un grande onore. Tutti i
ragazzi vorrebbero essere come loro, mentre tutte le ragazze vorrebbero
essere le loro fidanzate.
Controllati
Nessie, controllati. Non metterti a ridere, anche se la cosa
è troppo divertente! Respira e continua a
fingere….
-E
anche la nostra Aisha vorrebbe farne parte!- disse Alex, indicandola
–Guarda come osserva Jacob! Sicuramente ci vorrà
provare.
Non
riuscii a trattenere un sorriso. Possibile che sia
così semplice?
Mi
rivolsi a entrambe: -Venite con me?- dissi dirigendomi verso Aisha.
Mi
guardarono curiose. –Cosa hai intenzione di fare?
-Recuperare
la mia dignità!
Camminai
verso Aisha e le sue ochette, sentendo dietro gli sguardi interrogatori
di Sarah e Alex. Più raggiungevo il gruppo, più
sentivo le strategie che Aisha aveva messo a punto per far colpo su
Jacob, e più mi divertivo.
-…
e dopo gli faccio un po’ di complimenti riguardo la moto-
stava dicendo Aisha, mentre si sistemava i capelli.
-Ma
tu non sai niente di moto!- disse una.
-Fingerà,
come sempre- rispose un’altra.
-Io
direi che dovresti lasciar perdere!- dissi, quando fui abbastanza
vicina.
Tutte
si voltarono verso me, sbalordite dalle mie parole. Aisha mi si
avvicinò inchiodandomi con lo sguardo.
-E
perché secondo te dovrei lasciar perdere?- mi chiese.
-Te
lo dimostro subito- e mi voltai verso di lui –Jake!!!- urlai
agitando un braccio.
Come
si girò lui, tutti si girarono. Perfetto!
Appena mi vide mi fece un sorriso e un cenno.
Sorridente
come non mai, mi voltai verso Aisha: -Scusami- e me andai, correndo
verso di lui.
Poi
gli lanciai le braccia al collo e lo baciai appassionatamente. Lui,
naturalmente, ricambiò. Quando poi si staccò da
me, mi sorrise. –Oggi siamo di buon umore? Bella giornata?
-Soprattutto
l’ultima parte.
Salimmo sulla moto, e mentre Jake metteva in moto, mi voltai: tutti mi guardavano a bocca aperta. Sarah e Alex erano sbalordite; le ochette sembravano che avevano visto un marziano; e Aisha… la faccia sorpresa e infuriata di Aisha mi rimarrà impressa nella memoria per sempre. Le rivolsi un sorriso smagliante e la salutai facendo “ciao” con la manina. Che bella giornata!