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Autore: Jordan Hemingway    11/01/2015    2 recensioni
Narra la leggenda che all’inizio dei tempi Otto Clan si divisero le terre del Sud, prosperando sotto la guida del Primo Clan, che godeva della protezione dei draghi. Oggi i Clan sono divisi, e il popolo del Primo aspetta un segno dal loro Grande Protettore per tornare alla passata grandezza…
Due Figlie di Drago nate dallo stesso ventre, due metà dello stesso seme. Materiale da leggenda, ma si trattava di capire se da quella leggenda si potessero anche forgiare due armi letali, o se il fatto di essere state divise nel grembo della madre avrebbe influito sulla loro forza.
Prima classificata al contest "Sangue di Drago" indetto da ManuFury su EFP Forum
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Figlia di Drago



8
“Riunirete i Clan sotto la vostra bandiera”
Le Parole del Grande Protettore, Anonimo
 
Le Ibu si aprirono a ventaglio per lasciare passare la Rani, che salì la gradinata e si portò alla sinistra di Vivianne.
“Guerrieri del Primo Clan.” La donna si rivolse alle schiere allineate sotto di loro. “Finalmente, dopo anni di addestramento, oggi sferrerete il primo attacco agli eserciti nemici. Che il Grande Protettore sia con voi.”
I soldati risposero portando entrambe le mani al petto e inchinandosi in silenzio.
“Il vostro valore ci è noto, e sappiamo che non fallirete nel riportare il nostro Clan agli antichi splendori.” Continuò Ibu Andia. “La benedizione del Grande Protettore sarà con voi, nella forma fisica di sua Figlia, la Condottiera Vivianne.” La vecchia Ibu fece un cenno a Vivianne, che si alzò e si portò al centro del patio.
“Miei soldati e mio popolo: offrire la vostra vita per la gloria del Clan è un dono immenso, e vi ringrazio a nome di tutti.” Tuan Hector, alle sue spalle, annuì. “Io sarò con voi fino alla fine, portando con me la benedizione del Grande Protettore che ci guiderà alla vittoria.” Scese i gradini del tempio e avanzò fino alle prime file di ufficiali. “I generali Maj e Logal, assieme a Tuan Hector, guideranno l’avanzata delle truppe assieme a me. Il Grande Protettore veglia su di noi.” Concluse, inchinandosi lievemente verso l’esercito.
Le truppe esultarono, disperdendosi in fretta per potersi congedare dalle famiglie e dagli amici.
Ibu Andia era compiaciuta. “Molto bene, Figlia di Drago.” Si congratulò con la giovane, che già stava discutendo i dettagli della partenza con il Tuan e con i generali. “Un bel discorso. Certo, un accenno al ruolo dell’Ordine delle Ibu avrebbe forse incoraggiato maggiormente i nostri devoti soldati... ”
“I nostri devoti soldati.” Tuan Hector inarcò le sopracciglia. “Al momento hanno ben altre preoccupazioni che le donazioni all’Ordine. E questo sia detto nel più grande rispetto del Grande Protettore, veneranda madre.”
“Certo, certo.” Ibu Andia decise di soprassedere alla lieve blasfemia. “Ma ora è tempo per la Figlia di Drago di dedicarsi alle preghiere per la battaglia, per cui, se volete seguirmi, mia cara… “
“Con permesso, Ibu Andia.” Questa volta fu il generale Maj a interrompere la vecchia sacerdotessa. “Abbiamo ancora alcune questioni da discutere con la Figlia di Drago Vivianne riguardo agli accampamenti.”
“Questo non ha importanza.” La donna fissò il giovane con disprezzo. “E’ la devozione al Grande Protettore che tiene in piedi il nostro mondo, generale. Sicuramente potrete parlare di cose di poco conto come queste in altri momenti.”
Tuan Hector si fece rosso in volto. Tuttavia, il generale si inchinò. “Nessuno mette in dubbio questo, veneranda madre: alla preghiera è bene però unire anche l’atto pratico, come le offerte che la mia famiglia porta al tempio ogni mese. Fra cinque minuti Nyonya Vivianne sarà libera di venire con voi, si tratta solo degli ultimi dettagli.”
“Molto bene.” E Ibu Andia, ricordando le ingenti donazioni della famiglia Maj, rientrò nel tempio senza ulteriori commenti.
“Ti è andata bene che le tangenti che fa versare alla tua famiglia siano piuttosto cospicue.” Borbottò Tuan  Hector, con una manata alla schiena di Maj. “Altrimenti sarebbe toccato a tutti un anatema.”
“Nel qual caso avrei chiesto alla Condottiera un’assoluzione.”
“Ve l’avrei concessa solo per vedere l’espressione di Ibu Andia, generale.” Sorrise Vivianne. Il Tuan sogghignò per un momento, poi riprese il solito cipiglio. “Bene, non sprechiamo i minuti graziosamente concessi dalla veneranda madre.” Sbuffò, aprendo una carta geografica davanti a sé. Da sotto il foglio, il generale Maj e Vivianne si scambiarono uno sguardo complice prima di riprendere la conversazione.
 
Dopo le prime vittorie, anche i più esitanti tra i soldati sarebbero stati disposti a buttarsi nel fuoco su ordine di Vivianne. L’esercito del Primo Clan aveva sconfitto le avanguardie dell’Ottavo e del Settimo Clan quasi senza subire perdite, lasciando dietro di sé rovine e cenere. Il Grande Protettore non aveva abbandonato i propri figli prediletti, e quella ne era la prova.
A Vivianne tuttavia le vittorie sembravano più il frutto della mente degli strateghi e della tenacia delle truppe che il risultato della divina influenza del suo divino padre.
“Accerchieremo il nemico senza farci notare passando da qui.” Tuan Hector indicò un punto sulla sua cartina. “Poi attaccheremo solo sul fianco destro: è dove il comandante del Sesto Clan usa tenere le lame più pesanti, e noi li attaccheremo e li faremo avanzare fino a quest’altro punto.”
“Dove saranno in difficoltà per la conformità del terreno.” Annuì Logal. “E mentre loro arrancheranno nella palude, i nostri potranno farsi strada fino al cuore dell’esercito nemico. Che cosa riferiscono gli scout, Maj?”
“Il Sesto Clan non conosce bene questi territori, a differenza nostra. Non hanno equipaggiamenti adeguati e non sembra che intendano combattere in modo diverso dal solito.”
“Ottimo. Potremmo pensare di mandare delle squadre di guastatori stanotte, per mettere in ulteriore difficoltà i nostri avversari.” Rifletteva Vivianne.
E così via, battaglia dopo battaglia: finora non era nemmeno stato necessario l’intervento della magia, per cui Vivianne combatteva in prima fila come gli altri strateghi, spalla a spalla con il generale Maj.
Del resto, senza che nessuno lo sapesse, da qualche tempo ormai i due erano abituati a stare uniti non solo in battaglia, ma anche nel sonno.
“Saremmo dovuti andare in guerra molto tempo fa.” Mormorava Maj, abbracciando Vivianne durante le notti in cui condividevano la tenda (non c’erano mai abbastanza tende per tutti, a detta del Tuan), ricordando i tempi in cui la paura delle Ibu, che potevano virtualmente irrompere nelle stanze di Vivianne a qualsiasi ora, costringeva i due a escogitare sempre nuovi stratagemmi per incontrarsi.
Quella vita era quanto di più simile alla libertà Vivianne avesse mai provato fino ad allora: giorni passati a combattere per la gloria del suo Clan e notti trascorse ad amare il suo generale; l’Ordine delle Ibu era un ricordo lontano.
 
Gli insegnamenti di Ibu Andia e del Primo Clan tuttavia avevano attecchito nell’animo della Figlia di Drago.
“Quanti ne abbiamo questa volta?” Chiese Vivianne dopo l’ennesima vittoria.
“Dieci, mia Nyonya.” Logal spinse avanti un gruppo di prigionieri coperti di sangue e di fango. Alcuni di loro spiccavano per le ali colorate che nascevano dalle loro schiene, altri presentavano creste cornee lungo la spina dorsale.
“Mostri.” Vivianne non guardò gli Ibridi. Se non li guardi è più facile. “Profanate il mondo con la vostra esistenza. E’ per voi che gli altri Clan hanno perso il favore del Grande Protettore.”
Tuan Hector sputò sui prigionieri, mentre Maj porgeva a Vivianne la sua spada.
“Tu sei come noi.” Il più giovane degli Ibridi alzò la testa: le sue iridi erano rosse come il sangue sulla sua fronte. “Tu sei come noi: perché…?” Non poté continuare: con un colpo Vivianne gli tranciò la gola.
“Io non sono come voi. Io sono la Figlia di Drago.”


 


  
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