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Autore: Horse_    11/01/2015    12 recensioni
Sono passati quasi sette anni dall'ultima stagione di The Vampire Diaries, precisamente la settima. Ogni attore ha intrapreso la propria via da percorrere, cercando di vivere al meglio la propria vita, così come hanno fatto Ian e Nina.
Ian si è sposato con Nikki Reed, storica attrice di Twilight, mentre di Nina si sono perse le tracce. Nina, in realtà, ha proprio voluto sparire dal mondo che l'aveva aiutata a diventare famosa e ben amata da tutti perchè si porta dietro un segreto troppo importante da proteggere. Due bambini con gli occhi azzurri come il mare da tenere al sicuro da chi non li vuole e non si è mai interessato a loro.
Le cose tra Ian e Nikki, intanto, vanno sempre peggio e sono più i giorni in cui litigano che quelli in cui sono felici.
La ripresa dell'ottava stagione porterà tanti guai e a galla cose non dette, ma forse aiuterà due persone che si amano ancora alla follia a ritrovarsi dopo tanto -troppo- tempo.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice Accola, Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fourth Chapter.




Sono costretta ad aprire gli occhi a causa di due corpicini sopra il mio. Uno si siede sulla mia pancia e l’altro mi scuote leggermente.
Sorrido inconsapevolmente trovandomi di fronte la faccia di Stefan che mi scruta ansioso.
 
«Mamma, era ora!» esclama lui.
 
Da dietro Stefan sbuca anche Joseph che mi posa un bacio sulla guancia.
 
«Buongiorno…» mormora quest’ultimo.
«Buongiorno piccoli.» rispondo alzando leggermente il busto per dare un bacio ai miei figli.
« Mamma, sai che giorno è oggi?» mi domanda Stefan parecchio ansioso.
 
Che giorno è oggi da essere ricordato come importante?
Aggrotto leggermente le sopracciglia sotto lo sguardo parecchio eccitato di Stefan e Joseph.
 
«Mamma!» mi rimprovera bonariamente Joseph. «Oggi iniziano le riprese!»
 
Oggi iniziano le riprese?
Che diavolo di giorno è oggi? Poso lo sguardo sul cellulare.
2 agosto.
Sospiro e mi tiro a sedere. Oggi non iniziano le riprese, c’è la riunione.
 
«Ho solo una riunione oggi, niente riprese.» sorrido ad entrambi scompigliando loro i capelli.
«Davvero?» domanda Stefan.
«Ma io credevo che iniziassero oggi…» mormora affranto Joseph.
«Volevamo venire con te!» ribatte Stefan incrociando le braccia al petto.
 
Faccio cenno ad entrambi di sedersi sulle mie gambe e i miei figli accolgono più che volentieri il mio invito.
Do un bacio ad entrambi sul naso e sorrido.
 
«Non posso portarvi con me.» spiego loro.
«Perché?» domandano in coro tristemente.
 
Guardo le loro facce dispiaciute e perdo qualche battito. Ogni volta che li vedo tristi cerco sempre un modo per fare qualcosa, ma questa volta non posso. Loro non possono venire sul set con me per ovvie ragioni che cercherò di spiegare loro in seguito.
Ora come ora semplicemente non verranno, ne va della loro vita e… Anche della mia.
 
«Vi prometto che vi porterò prima della fine dell’anno, ma non ora.» dico accarezzando ad entrambi la testa. «Oggi vi annoierete solo perché parleremo della nuova stagione e di quello che faremo.»
«Ma è così interessante!» mi contrasta Joseph.
 
Alzo gli occhi al cielo e scuoto leggermente la testa.
Una cosa di sicuro l’hanno presa da me ed è la testardaggine. Io sono testarda, lo ammetto, ma loro due mi superano alla grande e continueranno sempre a farlo.
 
«Ma se sapete la trama che gusto c’è poi a guardare le puntate?»  domando retorica sperando di farli abboccare.
«Hai ragione mamma…» annuisce Stefan, ma dopo sorride in modo contorto e capisco che sta partendo di nuovo all’attacco. Mi punta un dito contro gongolante. «Però l’hai promesso. Hai detto che ci porterai sul set e l’hai promesso!»
«Si mamma, l’hai promesso!» interviene Joseph a dar man forte al fratello.
 
In che razza di guaio mi sono cacciata?
Perché non penso prima di aprire la mia dannata bocca?
Ormai quel che è fatto è fatto però.
 
«Hai fatto una promessa mamma, e come dici tu le promesse vanno sempre mantenute.» dice solenne Stefan.
«Si mamma, croce sul cuore.» termina Joseph.
«E va bene, croce sul cuore.» mi porto una mano all’altezza del cuore. «Ora andiamo a fare colazione fino a che aspettiamo la nonna.» 
 
Sento dei passi avvicinarsi alla camera e aggrotto le sopracciglia. Come possono esserci persone qui?
Sto quasi per morire d’infarto quando dalla porta fa capolino la testa di mia madre.
Mia madre è già qui? Com’è possibile?
Ma, soprattutto, chi l’ha fatta entrare?
 
«Ciao tesoro! –mi saluta mia madre– Avevo il volo presto questa mattina per cui ho deciso di venire direttamente qui… Ho fatto male?» 
«No, mamma, assolutamente no, hai fatto benissimo.» mi alzo dal letto e corro ad abbracciarla. Anche se l’ho vista qualche giorno fa mi è mancata lo stesso. Mi volto verso i miei figli che mi scrutano con aria colpevole. «Quante volte vi ho detto di non aprire a nessuno quando non ci sono anche io con voi?» 
 
Non che non mi fidi di mia madre, ovvio, ma poteva essere chiunque, ed essendo un albergo è anche peggio. Chiunque sarebbe potuto entrare e avrebbe potuto fargli del male.
Non me lo perdonerei mai questo.
 
«Ma mamma, è la nonna!» obbietta Stefan.
«Hai ragione amore, ma poteva essere anche uno sconosciuto.» rispondo. «Non fatelo mai più, è un ordine. Forza ora, correte di là che vi preparo la colazione.» 
 
I miei figli corrono di là felici e mia madre mi riabbraccia. Mi lascio coccolare per qualche secondo e appoggio la testa sul suo petto, come quando ero bambina.
Se non avessi mia madre non so cosa farei. Non riuscirei mai a vivere senza di lei. Con mia madre ho sempre avuto un rapporto unico e stabile, pieno di amore, ma si è rafforzato molto di più negli ultimi sette anni.
Da quando è successo tutto. Non mi ha mai abbandonata e mi ha seguito passo dopo passo aiutandomi in tutto, facendomi crescere, e mi ha portata a diventare la donna che sono ora e non più la semplice ragazzina che ero anni fa.
 
«Mi sei mancata piccola mia, anche se solo per pochi giorni.» mi dice posandomi un dolce bacio tra i capelli.
 
Inspiro il suo profumo che sa di buono, che sa di casa e di amore.
Anche se sono grande per queste smancerie non mi stancherò mai di mia madre.
 
«Anche tu mamma!» le rispondo. Alzo la testa e la fisso negli occhi. «Per quanto ti fermerai?» 
«Per tutto il tempo di cui hai bisogno.» mi risponde posandomi un bacio sulla fronte. «So bene che qui non hai nessuno che ti possa dare una mano, per questo ci sono io. Tra qualche giorno arriverà anche Alex e poi la tua amica, per cui credo che tu possa stare serena per molto tempo.» 
«Grazie mamma.» le rispondo sinceramente.
«Per te farei questo e altro.» mi risponde sorridendomi.
 










 
                                                                             * * *
 










Mi infilo i pantaloni rischiando di inciamparci sopra e di ritrovarmi con la faccia sul pavimento. Mi volto più volte verso la sedia alla ricerca della mia camicia, ma questa sembra scomparsa.
Mi tiro una pacca sulla fronte cercando di capire… Ricordare dove ho messo la camicia.
Dannazione! Ieri sera l’avevo messa lì sopra.
 
«Tesoro, porto i piccoli al parco visto che qui si annoierebbero e basta.» sento la voce di mia madre che proviene dall’entrata della camera. «Hai perso qualche cosa?» 
«Io…» mi passo una mano tra i capelli. «Sto cercando una maledetta camicia.» 
 
Sbuffo infastidita. Già oggi non sono dell’umore adatto ed in più inizio a perdere le cose.
Che bella giornata che mi si prospetta davanti.
 
«E’ azzurro-chiaro?» mi domanda.
 
Mi mordo il labbro inferiore pensandoci un attimo.
Annuisco. Si, è azzurro-chiaro.
Mia madre si avvicina a me e mi posa le mani sulle spalle scuotendomi un attimo.
 
«Guardami.» mi ordina.
 
Perché dovrei guardarla?
Ubbidisco e la fisso intensamente.
 
«Devi darti una calmata o non arriverai a fine giornata…» mi dice. Mi prende per la mano e mi riaccompagna in stanza indicando con la testa il letto. La camicia. «Vedi, è lì. L’hai spostata prima cercando il cellulare. Ce l’avevi davanti agli occhi, Nina.» 
«Stavo pensando ad altro, scusa…» mormoro abbassando la testa.
«Amore –mi accarezza una guancia e mi beo del suo tocco– respira un attimo e concentrati. Così agitata non andrai da nessuna parte. E’ solo una semplice riunione.» 
«Sai che non è così, mamma…» mormoro afflitta. «E’ più di una semplice riunione…» 
«Non devi pensare a lui, Nina, non puoi farti condizionare ancora così!» esclama.
 
Come se fosse facile. Come posso guardarlo ancora negli occhi? Come posso stare ancora nella stessa stanza con lui?
Come posso solo presentarmi lì, dopo così tanto tempo, e fare finta che tutto quello che mi ha detto, che ci siamo fatti a vicenda, sia svanito nel nulla?
Come posso fingere che vada tutto bene?
Sarò anche una brava attrice, ma con lui non sono mai stata brava a fingere.
Mi accorgo di piangere quando mia madre mi accarezza una guancia per scacciare via le lacrime che la stanno bagnando.
 
Mi getto tra le sue braccia e singhiozzo piano, sperando che i miei figli non mi sentano.
Sono diventata madre tanto presto, quando ancora io avevo bisogno della mia. Mi sono sempre dimostrata forte alla luce del giorno, ma in realtà non lo sono.
Ho paura.
 
«Non devi aver paura, Nina. –mia madre mi scompiglia leggermente i capelli– Avete sbagliato entrambi, avete commesso errori che forse non si possono più sanare, ma siete andati avanti, ed è giusto così. Finisci di prepararti e comportati come sempre, il resto non conta.» 
 
Mi sorride e va in cucina dai gemelli. Faccio per prendere la camicia e per togliermi la maglia del pigiama, quando compaiono sulla soglia Stefan e Joseph.
 
«Mamma, noi andiamo con la nonna.» dice Joseph.
«Buona fortuna.» riprende Stefan.
«Grazie piccoli, divertitevi.» dico andando da loro e posando ad entrambi un bacio sulla testa.
«Ti vogliamo bene mamma!» dicono all’unisono stringendomi forte.
«Anche io amori, non sapete quanto…» mormoro. «Andate ora, devo finire di prepararmi, ci vediamo questa sera.» 
 
Scompiglio ad entrambi i capelli e sorrido. Questi si staccano da me, mi salutano per l’ultima volta e corrono da mia madre allegri.
Sospiro riprendendo a vestirmi da dove ero rimasta. Mi tolgo la maglia, mi infilo la camicia ed inizio a chiuderla, un bottone alla volta. Sono al penultimo bottone quando il mio telefono inizia a squillare.
Chi può essere a quest’ora?
Rispondo senza neanche controllare chi è.
 
-Pronto?- dico.
-Pronto? E’ da un quarto d’ora che ti aspettiamo, Nina! Dove sei?- urla una voce e so, per certo, che appartiene a Candice.
 
Mi porto una mano tra i capelli e scuoto la testa.
Ci eravamo date appuntamento nella hall dell’albergo per andare sul set insieme e me ne sono completamente dimenticata.
Getto un’occhiata veloce all’orologio e noto di essere in ritardo, e non solo con le mie amiche. La riunione era per le 10.05 e sono già le 10.20!
 
-Andate.- finisco anche con l’ultimo bottone. –Vi raggiungo dopo.-
-Ma… Possibile che tu sia sempre la solita? Cosa diciamo a Julie?- mi domanda Candice isterica.
-Ditele che sono in ritardo, come sempre. Finisco di prepararmi. A dopo.- rispondo e chiudo la telefonata senza aspettare una risposta.
 
Cosa mi manca?
Denti.
Trucco.
Profumo.
Capelli.
Si, in mezz’ora dovrei farcela. Ce la posso fare.
 










 
                                                                                 * * *
 










Quarantacinque minuti dopo sono in taxi preparata alla bene in meglio. Ho solo un filo di trucco, non mi è mai piaciuto il trucco troppo pesante, una camicia azzurro-chiaro con le maniche rialzate quasi fino ai gomiti e dei pantaloncini corti, visto il torrido caldo ancora estivo.
Ho degli occhiali da sole in testa e i capelli sono lasciati al loro stato naturale, boccolosi.
Sono in un ritardo mostruoso e me ne accorgo non appena scendo dal taxi e mi avvio verso lo studio. Ci sono tantissime macchine, tutte quelle degli attori. Riconosco quella di Kat, quella di Paul e di tanti altri.
Come minimo Julie mi fucilerà seduta stante, ma sa perfettamente che per vestire due bambini ci si impiega tempo e, soprattutto, la sottoscritta ci impiega tantissimo tempo a prepararsi.
Metto una mano sulla maniglia della porta dell’entrata e mi blocco. Sono agitata. Rivedrò molte persone che ho visto solo sporadiche volte negli ultimi sette anni o con le quali ci ho solo parlato al telefono. Rivedrò chi ho tagliato fuori dalla mia vita e una di queste persone è Paul.
Paul a cui non ho potuto dire niente perché sicuramente avrebbe detto tutto a lui e poi l’avrebbe ucciso. Paul che non sa niente di questa storia.
Sospiro, abbasso la maniglia, ed entro nello studio. Sento dei rumori provenire dalla sala principale –quella in cui spesso e volentieri facevamo le riunioni– e decido di avviarmi lì, ma la mia strada viene interrotta da Julie con le mani sui fianchi e lo sguardo arrabbiato, troppo arrabbiato.
 
«Alla buon ora Nina!» urla isterica.
 
E’ entrata in modalità isterica, ovvero sarà così per tutto il resto della stagione.
La classica modalità dittatoriale di ogni produttrice esecutiva.
 
«Julie, sono solo leggermente in ritardo…» mormoro imbarazzata inclinando leggermente la testa.
«Leggermente? Sei in ritardo di un’ora e cinque minuti già al primo giorno!» sbuffa scocciata scuotendo la testa.
«Sono qui ora, ed è questo l’importante! >> le sorriso prendendola a braccetto. «Mi sono persa qualcosa di importante?». 
«Possibile che non riesca mai a impormi severamente su di te, ritardataria cronica?» mi domanda.
«Perché mi vuoi bene?» le domando ridendo.
«Esatto, e questo gioca sempre a tuo favore.» mi dice. «Comunque no, non abbiamo ancora iniziato. Oltre ad essere tu in ritardo, c’è anche Ian.» 
 
Socchiudo leggermente gli occhi e mi lascio andare ad un sospiro di sollievo.
Lui non c’è, almeno per ora.
 
«Dovrebbe essere qui a momenti.» continua poi Julie capendo il mio stato d’animo. «Basta pensarci, forza, andiamo.» 
 
La mia produttrice mi trascina letteralmente verso la sala principale, mentre io ogni tanto mi fermo a guardare lo studio, che non è cambiato per niente.
Chissà se il mio camerino è ancora lì, vicino al suo. Se è così provvederò a cambiarlo, magari chiedendo a Paul di fare scambio.
Una cosa non ho mai capito… Paul ha il camerino più grande di tutti.
Mi accorgo di essere dentro la sala principale quando Candice mi fulmina con lo sguardo –per il mio spaventoso ritardo– e grazie alla stretta di una ragazza dai capelli scuri. La riconosco subito e la stringo più forte.
Phoebe, la moglie di Paul e una delle mie più care amiche.
Non la vedo proprio dal matrimonio di Paul, anzi, dalla nascita di Rachel, della piccola Wesley.
 
«Nina, non ci vediamo da una vita!» esclama dopo aver sciolto l’abbraccio.
 
La guardo e non noto nessun risentimento. Non ci vediamo proprio da cinque anni, anche se ci siamo sentite qualche volta per telefono.
 
«Non sei cambiata per niente.» rido.
«Tu invece diventi sempre più bella. Gli anni passano e rimani tale, mentre io invecchio.» ride scuotendo la testa.
«Non dire stupidaggini!» la prendo in giro.
 
Il nostro scambio di battute è interrotto da Zach che scansa Phoebe e mi stritola in un abbraccio che non mi lascia via di scampo. Dopo di lui i due Michael –Trevino e Malarkey–, Matt, Steven, perfino Joseph, Daniel, Claire e tutti gli altri
Ci sono tutti, anche quelli di The Originals.
Da quanto tempo che non eravamo riuniti qui, tutti insieme. Iniziamo a parlare, ridere, scherzare e ricordare i vecchi tempi. Di una cosa però mi accorgo subito e faccio finta di niente: Paul.
Paul non si è alzato neanche per salutarmi, anzi, mi ha guardato gelido e poi ha guardato altrove. Cerco di mostrarmi solare e felice, ma in realtà il suo comportamento mi ha ferito.
Quando, finalmente, riesco a liberarmi di tutte le chiacchere mi avvicino a lui.
 
«Hey, ciao.» gli sorrido debolmente e noto che non mi guarda.
 
Mi accorgo che sta rivolgendo le attenzioni verso sua figlia, la piccola Rachel. Non appena la piccolina mi vede si nasconde dietro suo padre quasi intimorita, anche se mi guarda curiosa.
Paul non spicca parola, come posso dargli torto?
 
«Hai deciso di non rivolgermi la parola?» dico tentando di buttarla sul ridere, anche se non c’è niente di ilare questo.
 
Vedermi sparire per cinque anni, senza mai farmi vedere, è stato un duro colpo per lui, ma ho avuto le mie buone ragioni.
Sto per obbligarlo a parlare, quando sento la porta aprirsi ed iniziare dei chiacchericci.
Sento varie parole ‘ciao’, ‘finalmente è arrivato anche lui!’, ‘sei sempre il solito!’ e finalmente mi decido a guardare chi è arrivato.
E’ lui l’uomo sulla porta, e c’è anche lei, Nikki Reed.
 

 
 

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*ritorna di soppiatto*
Come va? :')
Ok, sono mostruosamente in ritardo, ma durante le vacanze di Natale ho avuto alcuni problemini con il computer e putroppo non ho potuto aggiornare, nonostante avessi il capitolo praticamente pronto.
Chiedo venia, sul serio. Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto avendo postato tre capitoli in poco tempo e, soprattutto, per le vostre splendide parole. Non le merito assolutamente. Ogni volta che leggo una vostra recensione mi commuovo sempre, siete tutte troppo buone con me, con questa ritardataria :')
Mi impegnerò a rispondere a tutte voi, ma le vostre recensioni le ho lette tutte, ecco perche ci tengo a ringraziare tutte voi, le splendide ragazze che recensiscono ogni volta.
-bessielizzie.
-NikkiSomerhalder.
-eli_s.
-raffab_06.
-hjg.
-FedeFedina.
-lillim92.
-marikastelly.
-chipperina.
-lucreziasoranno.
-Savannah_is_here.



Mi dispiace di non aver risposto, ancora, alle vostre recensioni, ma ci tengo a farvi sapere che le ho lette tutte, davvero :)
Con molta calma mi metterò a rispondere, lo giuro questa volta!
Veniamo al capitolo, ordunque.
Mamma Dobrev è finalmente arrivata per stare con sua figlia e i suoi nipoti. Ovviamente i bambini devono pur stare con qualcuno, visto che Nina non può portarli sul set. Prossimamente vedremo anche una delle più care amiche di Nina, Riawna, in suo aiuto.
Finalmente Nina arriva sul set e ovviamente partono saluti e cose varie. L'unico che se ne rimane in disparte è Paul, e non tenta neanche di parlarne.
Ecco, nei prossimi capitoli vedremo il perchè del suo comportamento e vi annuncio che prossimamente ci saranno anche dei flashback, che io adoro *_*
Come ultima parte, ma secondo me la più importante, c'è l'arrivo di Ian in bella compagnia. Nel prossimo capitolo vedremo il proseguimento :')
Bene, credo di aver finito.
[Vi auguro un Buon Anno Nuovo, anche se con undici giorni di ritardo ahahahahaha]

Piccolo angolino:
Avete visto chi ha vinto il premio come la miglior coppia/best duo l'altro giorno?
Ebbene si, i nostri Ian e Nina per la coppia Delena. E sapete la cosa buffa?
Nessuno dei due si è presentato a ritirare il premio.
Ora, io non voglio accusare nessuno, però non è stato un bel comportamento, non me lo aspettavo. E' da un anno che aspettavo quell'evento ed ero convintissima che partecipassero, e ci speravo. Speravo di ricevere un bel regalo di compleanno vedendoli salire sopra il palco, insieme, per ritirare un premio frutto dell'amore dei fans per loro, ma il nulla.
Sono rimasta estrefatta da tutto ciò, e delusa, in parte. D'altronde io non posso sapere il perchè non si sono presentati, ed è per questo che non voglio accusarli come ho letto in tantissime pagine di Facebook. La mia è soltanto delusione, non tanto rabbia. Avranno avuto i loro motivi. Una cosa la posso dire? Iannuccio mio bello, però... Invece di andare a farti selfie a gogò con i cinesi, sopra il palco ci potevi andare. Eri lì, a due metri, cosa ti costava fare tre gradini in più?
Ecco, ho finito il mio monologo :')
E voi, cosa ne pensate?



 
 

 
  
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