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Autore: Stellyna_P    20/11/2008    2 recensioni
Layla è una normale ragazza di diciassette anni. Ha un fratello gemello disastroso, un padre che le ha appena comunicato che va a letto con la segretaria, un ragazzo che la tradisce con la ex e per finire in bellezza è stressata a causa di uno stupido ballo studentesco.
E’ per tutto questo che una notte di fine maggio esprime un desiderio che cambierà il corso del suo destino: Avere una vita perfetta.
Ed è così che la mattina dopo si sveglia completamente diversa. E’ un vero schianto, la sua famiglia è unita e il suo ragazzo sembra amarla incondizionatamente.
Inoltre ha un angelo custode che sembra volerla aiutare sempre.
Un angelo di nome Angelica che solo lei può vedere e che in poco tempo diverrà la sua migliore amica.
Ma se per lei la vita ha preso tutta una svolta diversa le cose rimangono uguali per Christian; Un ragazzo che ormai aspetta solo di precipitare nell’oblio totale.
E fra pianti, smarrimenti, sorrisi e parole dette a metà Layla scoprirà cos’è il vero amore: Quello che ti fa battere il cuore e che ti fa fare cose estremamente stupide come voler donare la propria vita per qualcun altro.
Il vero amore.
--
Infine c'è quell'amore malsano fra Clizia e James, un amore fatto di strani sguardi e da tanta, tanta paura.
Lei che nasconde un segreto di cui si vergogna e lui che cerca di vedere il meglio in ogni persona.
Una storia raccontata fra le pagine di un diario da un angelo
Perché l'amore a volte è un'arma micidiale. Non sai mai se ne uscirai vittorioso.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VI CAPITOLO

VI CAPITOLO

 

 

Ho sempre odiato il silenzio.

Sempre.

Tendevo a distruggerlo ogni volta che esso arrivava.

Ma quella volta era diverso.

Qualcosa si era rotto dentro me, e lentamente

Il mio odio si trasformava in piacere.

E non potevo domandarmi il perché.

Non potevo.

La risposta era troppo ardua per me.

Perché rispondere a quella domanda portava a una sola conclusione:

Quella di crearsi nuovi quesiti, ai quali non avrei trovato una risposta.

 

 

Christian mi guardava.

Io guardavo Christian.

Angelica guardava me e Christian.

Cosa diavolo ci faceva lui a casa mia? E soprattutto che ci faceva nella mia stanza?

-Aaah, cosa diavolo ci fai tu qui?-

Lui sorrise, appoggiando la mano nel pomello della porta, indossava la divisa della scuola.

La camicia bianca che risaltava il suo fisico e un paio di pantaloni blu.

Lui mi fissò a lungo e poi alzò il sopraciglio ghignando.

-Stai molto meglio così che con il tuo pigiama con i maialini.-

Arrossii violentemente, mentre con le mani cercavo di nascondere il mio corpo.

-Maniaco. Esci subito di qui, immediatamente.-

Lui rise e prima che io riuscissi a prenderlo di mira con un cuscino, uscì dalla stanza.

-E te lo ripeto non sono maiali! Sono conigli rosa.- urlai, da dietro la porta lui rise.

Odioso, che stupida che ero. E io che una volta avevo pensato che fosse simpatico.

-E tu la smetti di ridere?-  dissi, rivolgendomi ad Angelica.

-Oddio, dovresti vederti, sei… sei… oddio.- continuò a ridere e io la mandai, ironicamente, al diavolo.

Mi vestì velocemente, e sempre arrabbiata, scesi le scale di fretta e infuria.

Nel corridoio mi aspettavano Jesse e il troglodita.

-Fai progressi. Almeno adesso sei vestita.-  disse Christian quando aprii la porta di casa.

Jesse gli diede una  gomitata nelle costole ma rideva come uno scimpanzé.

-Chi diavolo ti ha dato il permesso di entrare nella mia stanza?-

-Lui.- disse semplicemente, indicando con il dito Jesse.

La mia attenzione si rivolse tutta al mio adorato fratello, lo guardai con uno sguardo omicida.

-Ehy, Ehy, non mi guardare così. Lui mi ha chiesto dov’era il bagno e io l’ho mandato nella tua stanza.- finii di parlare ridendo.

-Jesse, inizia a correre perché hai i minuti contati.- urlai.

Mio fratello mi prese alla lettera e inizio a correre.

-Muoviti cretino, che quella è capace di ammazzarmi sul serio.-

Christian mi guardò e invece di andare con Jesse, che ormai non si vedeva nemmeno, rimase con me.

Che bello, i miei buoni propositi erano andati in fumo, non volevo pensare a lui ma come facevo a non pensarci se lui continuava a guardarmi con quello sguardo?

Per un po’ non parlammo, poi lui interruppe il silenzio.

-Hai per caso una sigaretta? Io le ho finite.-

-Io non fumo- sbottai indignata.

-Ah dimenticavo, tu non fai mai niente di sbagliato.- borbottò, mentre con il piede giocava con un sassolino.

-Fumare fa male alla salute, fa ingiallire i denti, ti fa venire il cancro e…-

-Okay, Okay. Ho capito, fai finta che non ti abbia chiesto niente.-

La discussione si fermò lì, non mi dispiaceva quel silenzio. Non era uno di quelli opprimenti che ti obbligava a parlare per forza, era abbastanza piacevole.

-Quanto pensi che si accorgerà che tu non lo stai più seguendo?- domandò quando arrivammo a scuola.

Entrammo insieme nell’affollato cortile della scuola.

-Ti prego non farmi domande del genere, non so come risponderti.-

Lui sorrise.

-Ora vado.- disse.

E lentamente avvicinò il suo volto vicino al mio, il mio cuore mancò di un battito, eravamo così vicini.

Chiusi gli occhi aspettandomi inconsciamente qualcosa.

-E comunque continuo ad odiare quei maialini sul tuo pigiama.- di scatto aprii gli occhi, lui rise e si allontanò da me.

Ero fuori di me, quel essere odioso si era preso gioco di me, e io.. e io… che pensavo mi stesse…

-Sei solo uno stronzo! E te lo vuoi mettere in testa che sono conigli? Sono conigli. C.O.N.I.G.LI?comprendi?-  urlai con tutta la mia forza.

-Ehm… Layla stai bene? hai bisogno di qualcosa?-

Adesso avevo voglia di sotterrarmi, James arrivato da non so dove, mi guardava nel modo in cui si guardano i pazzi.

-No, Jamie. Va tutto bene, sul serio.-

-Sicura? Perché parlavi di… ehm… conigli?- domandò, accarezzandomi il viso.

-Il mio pigiama… cosa c’è disegnato nel mio pigiama?-

Se è possibile era ancora più confuso.

-Maiali?-

-Ah, no, anche tu no! Sparisci. Vai via.- dissi, rossa in viso.

-Layla, tutto ok?-

-Si, si, amore. Vai, tranquillo.-

Oddio. Angelica rideva come una pazza.

-Ma perché ti sei fissata con questo pigiama, a chi importa se ci sono maiali o conigli?-

-A me importa, okay! A me, solo a me.-

-Oh bene, adesso parla anche da sola.- Maria mi passò accanto, e sussurrò questo commento.

Sospirai, faceva male il suo odio per me.

Tanto male.

-Su, andiamo in classe.-  mi propose materna Angelica. Io esausta mi diressi in classe e

il suono della campanella si espanse per il cortile.

La professoressa entrò quasi subito nell’aula, portando con sé i compiti in classe, per la prima volta in vita mia presi una “A”, sapevo che non era merito mio ma del desiderio che avevo espresso ma non mi lamentai.

Mi girai, volevo sapere che voto aveva preso il mio James.

Il posto era vuoto. Strano.

Poi guardai il posto che si solito occupava Clizia ed era anche esso vuoto.

Mi sentii più male di prima.

 

 

 

Dal diario di un angelo.

Sei in ritardo come sempre, ma non puoi farci nulla.

Cerchi di correre, finalmente vedi il cortile della scuola. E’ quasi vuoto, la maggior parte dei ragazzi è a lezione.

Poi senti la sua voce e ti fermi davanti alla porta della scuola.

-Clizia, sei in ritardo!-

è James.

-Perché non sei in classe?- domandi.

-Ti stavo aspettando.- risponde semplicemente, alzando le spalle.

Tu sorridi, lo ami anche per questo.

Perché è sempre dolce con te.

-Perché sei in ritardo?-

-Non ho sentito la sveglia.- menti, la verità è che ogni giorno che passa sei più lenta e non riesci nemmeno a reggerti.

-Clizia cosa hai?- ti domanda, vorresti ridere, magari dicendogli che è un paranoico. Che tu non hai niente, e che, come sempre, si preoccupa troppo.

Invece lo guardi, ti mordi il labbro inferiore, e sorridi.

-Sono stanca, studio molto in questi giorni.-

Lui ti guarda scettico.

-Se studi così tanto perché prendi voti bassi?- domanda, tu sgrani gli occhi.

-E tu che ne sai?- borbotti piano.

-Ho trovato un tuo compito ieri a casa tua.-

-Chi ti ha dato il permesso di frugare nelle mie cose?- urli, stavolta sei arrabbiata.

-L’ho fatto per te, sono preoccupato. E’ da un paio di mesi che ormai sei assente, sei sempre stanca. Non vuoi uscire, stai sempre a casa.-

-Tu non hai nessun diritto di dirmi questo. Chi sei tu? Eh?-

-Io ti voglio bene, stupida. Sono tuo amico-

Non ti basta, la sua amicizia non ti basta.

-Non sei mio padre, non sei il mio ragazzo, non sei un mio parente. Sei solo un amico. Quindi stai al tuo posto.- sussurri a bassa voce, poi ti volti dalla parte del cancello.

E corri via dalla scuola, oggi non entrerai.

Mamma capirà.

 

Scusateeee… sono in un ritardo pazzesco! Ma ho avuto problemi con la scuola, non mi da nemmeno un attimo di pace.

Non so se si è capito( e se non si è capito posso ritirarmi xD) ma Clizia è anoressica, diciamo che all’inizio non doveva essere così, ma il personaggio si è letteralmente creato da solo. Per questo ho voluto dargli più spazio, molto probabilmente sotto il punto di vista di Layla, Clizia sarebbe risultata finta.

 

Ringrazio a chi ha commentato e a chi ha messo me e la storia nei preferiti *.*

Grazie!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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