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Autore: rocchi68    12/01/2015    1 recensioni
In questa storia l'ispettore Shikamaru Nara dovrà risolvere un caso complicato riguardante un killer che ha ucciso molte persone, tra le quali anche due amici del protagonista.
Sono alla prima fanfiction per questo vi chiedo di non andarci pesanti con le critiche.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Senza Sasori che mi sgancia la grana per la sua protezione ho ancora pochi polli da spennare e tutti questi numeri sono scesi anche per colpa di Shikamaru, me la pagherà cara.” Orochimaru era fuori di se dalla rabbia e decise per non fare sciocchezze di andare a dormire.
“Il mio piano andrà nei migliori dei modi, me lo sento inizia a pregare Shikamaru.”
 
 
“Bene Temari hai risolto il caso egregiamente e anche abbastanza velocemente e dato che sono il tuo superiore ti premierò con una bella cenetta, sempre se a te sta bene. Ovviamente se hai altri impegni puoi declinare l’offerta.”
“Non rifiuto mai una cena offertami da un collega e quindi accetto con piacere”
 
Dopo dieci minuti di viaggio lo portai nel mio ristorante preferito, dove ero solito con Choji a rimpinzarmi di cibo. Questo pensiero mi fece ricordare come una pugnalata alla schiena quanto dolore avevo provato in quel frangente, ma grazie al figlioletto di Asuma e a Kurenai stavo iniziando ad accettare l’errore commesso e alla vicinanza con Temari stavo cambiando.
 
Questa ragazza sembra avere un effetto benefico su di me e quindi decisi di farle un ulteriore regalo. Chiamai la nonna alla centrale e le chiesi:
“Signorina Tsunade sono Shikamaru vorrei che ci concedesse due giorni di ferie per il caso Sasori.”
Stranamente rispose con un perentorio sì, forse era ubriaca e non capiva una mazza e quando diedi la bella notizia a Temari anche lei pensava già a come passare i due giorni di ferie.
 
Giunti al ristorante, ci fecero accomodare su uno dei tavoli liberi e in una zona molto appartata e qui iniziammo a consumare la cena, scambiandoci di tanto in tanto qualche parola e qualche sguardo.
Dopo un’ora mentre stavamo aspettando il dolce mi accorsi che la ragazza voleva pormi una qualche domanda.
 
“Temari se c’è qualcosa che vuoi sapere dovresti dirmelo” ripresi prima di sorseggiare il sorbetto al limone.
“In centrale ho sentito parlare di un certo Choji e anche tu esalti sempre il suo comportamento e il suo atteggiamento. Non vorrei sembrare indiscreta, ma vorresti parlarmi di lui?”
“Choji e io eravamo compagni in accademia, ma ci conoscevamo già dall’asilo. In poche parole era la persona che conoscevo meglio di tutte. Sapevo quando era triste, quando avrebbe voluto scappare da tutti, sapevo che non gli piaceva l’attività fisica e sapevo che a scacchi era una frana. Il maestro Asuma aveva sempre visto in noi delle ottime potenzialità e spesso ci spronava affermando che se ci fossimo impegnati al massimo saremmo potuti diventare Capitano e Vice capitano. Io ho sempre sperato che si avverasse tutto ciò, ma poco meno di due settimane fa un colpo di pistola ha disintegrato quel sogno. Come un sasso quando viene scagliato contro una vetrata il mio sogno era andato in frantumi e non sono ancora riuscito a ricomporre i cocci, ma spero di riuscirci quanto prima. Una cosa è sicura quella persona che ha ucciso il mio amico la pagherà cara, quando c’è l’avrò davanti gli scaricherò contro l’intero caricatore anche se lui fosse disarmato. Per quanto mi ha fatto passare in questi ultimi anni lo ucciderei un milione di volte utilizzando le pratiche più disumane conosciute.”
 
“E poi una volta ucciso, cosa faresti Shikamaru? Avresti ucciso solo per il gusto di farlo, ti abbasseresti al suo livello. Sai quale la migliore vendetta? La migliore vendetta è il perdono.
Alcuni anni fa mio fratello Kankuro è stato investito da un pirata della strada, che l’ha lasciato esanime a terra. Mi chiamarono in ospedale e dopo poco la visita in stanza, spirò lasciandomi da sola con Gaara. Dopo pochi giorni il ragazzo che era stato arrestato per omicidio si scusò per l’errore fatto e affermò che era pronto a pagare per il male fatto. Secondo il tuo ragionamento avrei dovuto aspettarlo fuori dal carcere per poi ucciderlo? Violenza chiama altra violenza, ma se riesci ad estinguere questo tarlo fastidioso la vita ti sembrerà migliore.”
 
Il suo ragionamento non faceva una grinza e stranamente per la prima volta avevo pensato all’ipotesi di arrestare quel farabutto senza torcergli neanche un capello. Questa ragazza mi avrebbe cambiato in meglio e già ora iniziavo a vedere una luce in fondo al tunnel, ma su una cosa ero ancora convinto. Ammettendo per un istante che mi trovassi faccia a faccia con Orochimaru, lui cercherebbe di uccidermi e se ci fosse Temari al mio fianco rischierei di perderla. Ho perso troppe persone importanti nella mia vita, lei deve vivere e per questo la terrò lontano a tutti i costi da quella serpe velenosa.
All’improvviso risvegliandomi dallo stato di trance nel quale ero caduto mi chiese:
“Shikamaru ti prego non fare cose delle quali potresti pentirti. Qualsiasi cosa ti abbia fatto perdonalo. La vendetta non risolve nulla e promettimi che non ti vendicherai di lui”
“Ci penserò”
“Promettimelo se non vuoi che chieda alla nonna Tsunade di assegnarmi ad un’altra unità”
Ormai ero con le spalle al muro, era veramente brava a parlare di perdono e poi mi minacciava di cambiare partner.
“Va bene lo giuro, non farò nulla a quell’essere.”
 
Era ormai tardi, mi affrettai a pagare il conto e la riaccompagnai a casa non prima di aver preso un caffè da lei gentilmente offerto. A dire il vero mi rivolse una frase del genere:
“Se non ti fermi a prendere un caffè, non ti rivolgerò mai più la parola.” 
 
Prima di salire in auto la salutai e le dissi di divertirsi e di riposarsi in questi due giorni di ferie perché probabilmente ritrovare un’altra occasione nella quale la nonna sarebbe stata ubriaca sarebbe stato impossibile e pensare di scroccare ferie quando era sobria equivaleva a morte certa.
Saltai in macchina e durante il viaggio verso il mio alloggio, presi a pensare cosa avrei potuto fare l’indomani. Era da tre settimane che non facevo visita a Hiruzen e a Kurenai e questa idea mi piacque particolarmente.
Terminata la visita alla famiglia Sarutobi, sarei andato al cimitero a salutare i miei genitori, il mio maestro e Choji. Era da troppo tempo che non portavo un fiore ai miei cari e ripensando quanto era passato dalla mia ultima visita, mi resi conto che neanche un animale si sarebbe dimenticato dei propri amici.
 
“Ciao zio Shika mi insegni a giocare a scacchi?”
“Ti sei comportato bene con la mamma?”
“Sì” rispose con la faccia angelica
Quella piccola peste di Hiruzen voleva che gli insegnassi a giocare a scacchi, ma dopo due partite si era già appisolato e lo portai nella sua stanza.
 
Nel frattempo Kurenai mi stava preparando il caffè e iniziammo a parlare dei cari vecchi tempi e di quanto lei fosse “crudele” con le nuove reclute. Rimasta incinta di Asuma lasciò l’incarico con il sollievo dei vari agenti per fare la mamma a tempo pieno.
“Allora Shikamaru ho sentito che Choji è stato ucciso da Orochimaru, è vero?”
“Purtroppo è tutto vero, ma ormai sono vicino alla soluzione del caso, mi mancano pochi tasselli per completare il puzzle e le morti di tutte le persone uccise verranno vendicate.”
“Mi piacerebbe vederlo dietro alle sbarre e spero che tu riesca ben presto ad acciuffarlo.”
“Non ti preoccupare.”
“Ho sentito piuttosto che hai una nuova collega, una certa Temari, come pensi di comportarti con lei con il caso Orochimaru?”
“Vedi Kurenai è una questione tra me e quel serpente velenoso e…” non ebbi tempo di finire la frase.
“Farai come ha fatto Asuma, quando ti ha lasciato in caserma, mentre lui correva a prenderlo?”
“Non voglio perderla, è troppo importante, troppo giovane e poi potrebbe diventare un ottimo agente. Per questo motivo con una scusa la lascerò a terra e proseguirò ad arrestare Orochimaru.”
“Shikamaru la storia non ti ha insegnato nulla? Non puoi farcela da solo”
“Kurenai ho imparato la storia, ma la paura è cattiva consigliera e poi se sono solo nessuno al di fuori del sottoscritto e di Orochimaru pagherà e mal che vada si piangerà su una sola tomba anziché su due. Ti prego Kurenai non dire nulla agli altri, sarebbero capaci di fare una follia per aiutarmi. Per questo motivo se spiffererai qualcosa mi vedrò costretto a non farti più visita.”
“Anche se non condivido i tuoi metodi, manterrò la bocca chiusa. Dopotutto Hiruzen è felice di vederti e di giocare con te, non posso fargli questo torto. Il tuo segreto con me è al sicuro.”
“Grazie Kurenai.
 
Dopo aver passato un'altra mezzora con Kurenai a chiacchierare di Tsunade e dell’altra gentaglia con la quale ero costretta a lavorare, decisi di fare visita ai miei amici scomparsi.
Lasciai un fiore alla tomba dei miei genitori, chiedendogli di vegliare su di me.
 
Mi fermai molto di più sulla tomba del maestro Asuma dove gli chiesi di pregare per la sua famiglia, di proteggermi e di non far ingozzare di cibo Choji lassù in Paradiso che poi si sarebbe sentito male. Dato che era un accanito fumatore, ero solito fare un gesto quasi per ricordarmi che lui vegliava sempre su di me. Accesi, come sempre, l’accendino porgendolo in alto verso il cielo. Con questo gesto mi piaceva pensare che si sarebbe accesso una sigaretta e dato che l’avevo reso contento lui mi avrebbe guidato e sostenuto.
 
Mancava ancora una persona da salutare. Il vecchio Choji mi guardava sorridendo ed io avevo quasi le lacrime agli occhi, mentre stavo pensando ai fatti del passato che non sarebbero tornati mai più. Ricordo ancora tutti gli scherzi che avevamo fatto al povero Asuma e di quanto ci eravamo divertiti all'ultimo viaggio insieme in Germania. Di tanto in tanto avrei voluto essere al suo posto, vagando tra gli angeli del Paradiso urlando a tutto e a tutti:
“Che seccatura”
Questo pensiero mi risollevò e non so per quanto tempo abbracciai quella lapide, so solo che mi risvegliai verso le cinque del pomeriggio e mi avviai verso l’uscita, quando in lontananza al calar del sole vidi una figura a me ben nota.


Ringrazio tutti colori che hanno recensito questa e le storie precedenti e vedo che questi commenti positivi sono un segno che non sono poi così scarso a scrivere (pensavo di essere una frana).
   
 
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