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Autore: Cris Snape    12/01/2015    2 recensioni
Lord Voldemort è stato sconfitto. Severus Piton si prepara ad iniziare una vita tranquilla dopo aver lavorato tanti anni come spia, ma qualcuno glielo impedirà: un bambino di quattro anni che irrompe tempestivamente nella sua vita, frutto di un'avventura estiva.
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TRADUZIONE
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Adrien Bellefort


Adrien contenne difficilmente le lacrime quando il signor Burns se ne andò dall'abitazione; ascoltò il motore della sua macchina, mentre si allontanava dalla casa, e rimase molto quieto in quella strana stanza, abbracciato al suo orsetto di peluche e pensando all'uomo che aveva appena conosciuto: gli faceva paura.
Adrien non sapeva perché; non gli aveva fatto niente di male, tantomeno gli aveva parlato, ma quando lo aveva guardato direttamente, aveva sentito una paura atroce, una paura simile a quella che provaa quando c'era la tormenta e che non poteva controllare; ricordò che sua madre gli diceva sempre che non succedeva nulla quando c'erano i tuoni, che era qualcosa di normale, addirittura bello, ma Adrien non era mai riuscito ad evitare quel timore e sapeva che in quell'occasione neanche poteva. Quell'uomo era molto sinistro, vestito con quegli abiti scuri e con un modo di parlare così freddo... Il bambino era sicuro di non avergli fatto una buona impressione e, nella sua mente infantile, era entrata la possibilità che potesse fargli qualcosa di terribile, ora che il signor Burns non c'era; ad Adrien mancò molto la sua mamma, molto di più di quanto gli era mancata in tutto il tempo passato da quando se ne era andata per sempre. Desiderò che lei apparisse in qualche posto per abbracciarlo e portarlo via da quella casa così oscura, lontano da quell'uomo così strano...
Tempestivamente, Adrien notò che c'era qualcuno alle sue spalle; Severus era tornato nel salone e da un minuto osservava il piccolo. Stava tremando e aveva gli occhi così umidi che era un miracolo che non si fosse ancora messo a piangere... Cosa avrebbe fatto con lui? Severus non aveva mai avuto a che fare con mocciosi di quell'età, non sapeva come farlo, ma era sicuro di non potersi comportare come faceva con i suoi alunni di Hogwarts; era nervoso e si sentiva insicuro... Cosa dicevano le persone ai bambini di quattro anni? Di cosa si supponeva che potesse parlare con quel nano? Che diavolo poteva fare con quel marmocchio, perché smettesse di tremare di paura? Non sapeva neanche usare un tono di voce amabile, non ne aveva mai avuto bisogno, ma in quel momento doveva parlare soavemente, cercando di non spaventare il bambino ancora di più. Perché diavolo aveva accettato di tenerselo? Mariah non aveva il diritto di fargli questo; aveva taciuto l'esistenza di quel... figlio per quattro anni... Con che diritto introduceva quell'Adrien nella sua vita, così, senza avvisare?
Severus osservò per un momento la busta che il signor Burns gli aveva dato; era completamente bianca, niente di scritto che potesse fornirgli qualche informazione e, anche se sentiva provava molta curiosità di leggere la lettera di Mariah, decise che non era il momento. Prima doveva avvicinarsi al bambino; doveva pensare ad un modo per guadagnarsi un po' di fiducia se davvero avrebbe convissuto con lui per, almeno, due settimane, e doveva farlo velocemente...
Guardò Adrien senza che lui se ne accorgesse, ma alla fine il bambino girò la testa e Severus si rese conto che non somigliava solo a lui... aveva lo stesso naso rincagnato di Mariah – fortunatamente per lui, si disse Severus con un sorriso – la sua stessa bocca e, bene, anche quel volto tormentato gli ricordò quello di sua madre il giorno che si salutarono per sempre, cercando di trattenere le lacrime... Era indubbio che fosse il figlio di Mariah, come era indubbio che fosse figlio suo... Severus si schiarì la gola e fece un passo avanti, disposto ad avvicinarsi al bambino, cercando di trovare qualcosa da dire senza molto esito; vide Adrien fare un passo indietro, completamente intimidito, e per una volta Severus si dispiacque di fare quell'effetto alla gente. A Hogwarts gli serviva per tenere in riga gli studenti, ma quel giorno riconosceva che quella specie di 'talento' era un'autentica fregatura...
Ma in quel momento, quando Severus pensava che le cose non potessero andare peggio, una fiammata verde emerse dal camino, facendo passare un uomo che si pulì la cenere dalla tunica con allegria, senza accorgersi della presenza di Adrien in casa.
"Severus, sono qui per vedere come stai..."
Albus Silente uscì dal camino e guardò direttamente Piton, che lo osservava quasi inorridito; un po' confuso, setacciò la stanza con lo sguardo, fino ad incontrare il volto terrorizzato di Adrien. Il povero bimbo si era appena preso il più grande spavento della sua vita e si era rannicchiato contro la parete, si era messo a piangere in silenzio, singhiozzando in un modo che avrebbe scosso chiunque, e stringeva il suo orsacchiotto più forte che mai. Silente rimase quindi a bocca aperta e, indicando Adrien, si rivolse a Severus con voce soave.
"Chi è?"
Severus strinse i denti, si passò una mano tra i capelli e si lasciò cadere su una sedia con aspetto sconfitto, senza avere la minima idea di come affrontare quella situazione. Sentiva piangere Adrien e si sentiva male; non sapeva perché, ma si sentiva male... molto male, in realtà.
"Adrien Bellefort" rispose, facendo un gesto con la mano e comprendosi gli occhi. "È un bambino" aggiunse, in maniera abbastanza stupida.
"Questo lo vedo" Silente si avvicinò ad Adrien, facendo gesti con le braccia per tranquillizzarlo. "Che ci fa qui?"
"Suppongo che sia logico che stia qui" Severus sorrise ironicamente e guardò Albus con espressione quasi supplicante. "Risulta essere... mio figlio."
Albus Silente impallidì completamente; tossicchiò e guardò Severus come se fosse diventato pazzo... Sì, deveva essere così! Severus diceva queste cose perché soffriva ancora gli effetti secondari delle torture di Voldemort, sì... non era possibile che avesse un figlio... Lo conosceva e, anche se lo apprezzava, mai lo avrebbe immaginato come padre... Che tipo di padre poteva essere Severus Piton? Uno terribile, con quel carattere che aveva... Sì, doveva essere una follia, un brutto scherzo che la mente stava giocando al professore di Pozioni, sì... e senza dubbio, il bambino era lì, piangendo terrorizzato e aveva bisogno di qualcuno che gli desse un po' di protezione.
"Come sarebbe... tuo figlio?"
"Come vedi..." Severus rise e guardò Adrien di sottecchi. "Bella sorpresina, eh?"
"Ma... come?" Silente guardò Severus e il bambino, il bambino e Severus, e si rese conto di quanto si somigliassero. "Quando?"
"Qualche volta dovevo pur avere una vita privata, no?" Severus si strinse nelle spalle.
"Ma... perché non lo hai detto prima? Dov'è sua madre?"
Severus stava per rispondere, ma il forte singhiozzo di Adrien quando sentì menzionare la sua mamma, lo fece restare improvvisamente in silenzio... La sua mamma... Ora Adrien era davvero spaventato; anche quell'uomo strano che era uscito dal camino gli faceva paura, anche se gli ispirava più fiducia dell'altro, quello che era suo padre, secondo il signor Burns. Stravano parlando di lui come se non fosse lì e Adrien pensava che gli avrebbero fatto qualcosa; quando quell'uomo dai capelli bianchi chiese di sua madre, non riuscì a reprimere quel gemito. Gli mancava tanto che non riuscì a contenersi, nonostante la paura.
"Sono appena stato messo al corrente" disse Severus dopo un secondo, cercando di ovviare le lacrime del bambino, anche se ogni volta avrebbe preferito offrirgli un po' di conforto. "Uno di quei babbani... un assistente sociale lo ha portato e devo restare con lui, non c'è altra soluzione... Sua madre..." guardò con un certo timore Adrien; a quel punto aveva le guance umide per le lacrime e gli occhi leggermente arrossati "morì e ha voluto che io... Oh, Albus!" sospirò e si coprì il viso con le mani. "Come diavolo farò adesso?"
"Non lo so..." Albus guardò un attimo Adrien e dopo aggrottò la fronte per rivolgersi a Severus. "Ma non mi sembra una buona idea che lasci che il ragazzo passi la giornata a piangere in quel modo..."
"E cosa suggerisci?" Severus si alzò rapidamente e Adrien si strinse e cominciò a accucciarsi fin quasi a raggomitolarsi. "Non sono bravo con i bambini..."
"Potresti..." Albus stava per dire che avrebbe potuto dare un abbraccio al bambino, ma rimase in silenzio perché, probabilmente Adrien si sarebbe spaventato ancora di più, se Severus si fosse avvicinato a lui con l'intenzione di toccarlo, anche se per poco. Dunque, capì che magari avrebbe potuto "addolcire" l'ambiente e si avvicinò al bambino, sedendosi su una sedia vicina. "Ciao Adrien" gli disse soavemente, e il piccolo lo guardò, schiacciandosi contro la parete e cercando di non piangere. "Sono Albus Silente". Adrien non disse niente, ma singhiozzò amaramente; Silente frugò tra le pieghe della tunica e gli mostrò una busta piena di caramelle al limone. "Ne vuoi una?"
Adrien si sentì tentato di dire di sì, ma allora si ricordò delle parole della sua mamma: "Non accettare mai niente dagli sconosciuti", e negò con la testa. Quell'uomo lo aiutava a tranquillizzarsi, aveva qualcosa che lo faceva sentire a proprio agio.
"No?" Albus si portò lui stesso una caramella alla bocca. "Sono molto buone."
"La mia mamma non vuole" spiegò Adrien debolmente, parlando per la prima volta da quando aveva messo piede in quella casa.
Severus sentì una specie di corrente elettrica quando sentì per la prima volta la voce di suo figlio. Era una vocina debole, forse per il nervosismo che sentiva il bimbo, un po' acuta e, ovviamente, infantile, un suono che svegliò un istinto strano nell'uomo, anche se non sapeva come sfruttarlo e non sapeva dargli un nome...
"Capisco" Albus sorrise comprensivo e decise di non pressare il bambino; ad ogni modo, era una buona abitudine quella di non fidarsi delle persone che aveva appena incontrato per la prima volta nella sua vita. "Quanti anni hai, Adrien?"
"Questi, signore" disse il bimbo e gli mostro la sua mano, mentre cercava di collocare le dita per formare il numero quattro; Albus rise di fronte a quel gesto e Severus non poté evitare di fare lo stesso, sbuffando allungo, ogni volta un po' più commosso.
"Oh, sei molto grande!" Albus constatò con sollievo che il bambino, poco a poco, iniziava a fidarsi di lui. "Sai chi è quel signore laggiù?" e indicò Severus con un dito.
"Sì signore" Adrien annuì con la testa e guardò Piton con timore. "Il signor Burns mi ha detto che è il mio papà."
"Esatto" Albus sorrise e, con un gesto, riuscì a far alzare il bambino da terra. "Si chiama Severus Piton e", si avvicinò ad Adrien per parlargli a voce bassa, "anche se lo vedi così serio, è molto buono, sai? Non devi avere paura di lui."
Adrien rimase in silenzio un momento, guardando alternatamente quell'uomo, quell'Albus Silente, e l'altro, quello che era suo padre... Quello più anziano non gli faceva più tanta paura come prima, ma quello in nero... D'altronde, era successa una cosa molto strana, una cosa che non aveva mai visto...
"Lei è uscito dal camino, signore" disse debolmente, senza staccare la sua schiena dalla parete.
"Sì..." Silente si avvicinò a lui un po' di più e, questa volta sì, prese Adrien per una spalla; si aspettava un rifiuto, ma il bambino non si mosse, anche se era difficile capire se era perché aveva paura o perché non l'aveva. "Sai cos'era quella?" Adrien negò con la testa. "Magia..."
Silente aggiunse quest'ultima parola con un tocco di mistero e, per la prima volta, Adrien sembrò interessato a quello che stava sentendo; si rizzò completamente, strinse meno il suo orsacchiotto contro il petto e si asciugò le ultime lacrime che stavano scivolando sulle sue guance, guardando quell'anziano con curiosità, con molta curiosità, a dire il vero.
"E lei può tirar fuori coniglietti dai cappelli?" domandò con una certa timidezza, ricordando un mago che aveva visto una volta al circo, quando lui e sua madre si divertivano insieme, prima che lei si ammalasse.
"Questo e molto altro" Albus indicò di nuovo Severus. "E sai, anche lui può farlo."
"Davvero?" Adrien guardò di nuovo suo padre e questa volta sembrava un po' meno spaventato.
"Certo che sì" Albus si alzò. "Andiamo, Severus! Fai qualche bel trucco."
"Cosa...?"
Severus si interruppe di fronte alla durezza che emanavano gli occhi del preside di Hogwarts; guardò Adrien un momento, che lo osservava in attesa, e pensò a cosa poteva fare di spettacolare e non terrorizzante per quel moccioso... In definitiva, non era bravo con queste cose; a lui piacevano le Arti Oscure, non era nato per intrattenere bambini di quattro anni con trucchetti di poco valore, però comprendeva che in quella situazione era necessario fare qualcosa che facesse una buona impressione ad Adrien... se voleva guadagnarsi la sua fiducia, ovviamente. Sputò una maledizione tra sé, guardandosi intorno per vedere se c'era qualcosa e, dunque, decise che era un buon momento per rispolverare le sue vecchie conoscenze di Trasfigurazione; tirò fuori la sua bacchetta, in maniera spettacolare, dalle pieghe della sua tunica, si rimboccò le maniche, si schiarì la voce e, dopo aver dato un'occhiata per assicurarsi che Adrien lo osservasse con gli occhi aperti come piatti, puntò in direzione di una vecchia sedia di legno che aveva alla sua destra... Non ci pensò molto, disse l'incantesimo a voce alta, osservò il fascio di luce bianca che usciva dalla sua bacchetta e, un secondo dopo, la sedia smise di esselo, per trasformarsi in un cavallino di legno che Adrien osservò completamente estasiato; evidentemente, quello gli era piaciuto.
"Cosa te ne pare?" disse Albus con allegria, guardando Severus chiaramente compiaciuto; non era stata una cattiva idea far apparire un giocattolo, quello gli avrebbe fatto guadagnare punti con Adrien.
"È bellissimo" sussurrò il bambino, facendo un passetto avanti timidamente, senza azzardarsi ad avviciarsi al cavallino, anche se era chiaro che gli sarebbe piaciuto.
"Perché non giochi un po'? Io e il tuo papà andiamo un attimo in corridoio a chiacchierare."
Adrien annuì con la testa, ma non si mosse finché i due uomini non furono usciti dalla stanza; dunque, si guardò intorno per assicurarsi di essere solo, collocò il suo orsacchiotto con attenzione su una sedia e si arrampicò sul cavallino, dondolandosi avanti e indietro. Aveva sempre desiderato di averne uno... e anche una bicicletta; magari uno di quegli strani uomini ne avrebbero fatta apparire una, se lo avesse chiesto, anche se, ovvio, lui non pensava di farlo, non per il momento...
Da parte sua, Silente si era incaricato di chiudere attentamente la porta del salone; Severus iniziò a camminare per il corridoio senza dire una parola, molto più nervoso di quello che era stato in tanto tempo. Poco a poco si stava rendendo conto che si trovava in una situazione da cui era difficile scappare e si sentiva perso, insicuro e, perché non riconoscerlo, spaventato. Non aveva la minima idea di quello che doveva fare, addirittura Albus si trovava meglio con Adrien di lui, con tutto che lo aveva visto per la prima volta pochi minuti prima, anche se, ovvio, la sua situazione non era molto differente, nonostante fosse il padre del bambino; ogni secondo che passava si sentiva un po' più spossato e la possibilità di rinunciare alla tutela del marmocchio prendeva sempre più forza... Perché diavolo aveva accettato di rimanere col moccioso? Lui non era nato per essere padre, lui era sempre stato una persona indipendente, mai aveva avuto bisogno di avere qualcuno vicino per sentirsi bene, mai si era preso cura di qualcuno in vita sua, a parte se stesso, non sapeva come poteva occuparsi di Adrien... Probabilmente non poteva farlo... aveva commesso un errore nel 'tenerselo', lo sapeva, ma allo stesso tempo, e questo era ciò che lo rendeva così nervoso, sentiva che aveva fatto bene, sentiva che quel bambino poteva solo portargli cose buone e non capiva perché pensava a tutte queste stupidaggini se non era neanche mezz'ora che conosceva la sua nuova condizione di padre di una creatura... Maledetta confusione! E oltretutto si era sentito bene quando aveva trasformato la sedia in un cavallino di legno! Che stupidaggine era quella? Lo aveva fatto senza pensarci e, senz'altro, gli era uscito con tanta naturalezza che faceva quasi paura. Era possibile che, nel fondo del suo essere, in qualche alngolo che sempre aveva nascosto sotto una grossa coltre di indifferenza e freddezza, ci fosse posto per un po' di tenerezza paterna? Severus ne dubitava molto, lui non era uno di quelli e, senz'altro, era lì, 'convertito' in padre da un momento all'altro. Ad ogni modo, sicuramente il bambino non era contento di stare con lui, sicuramente, quando il signor Burns sarebbe tornato quindici giorni dopo, Adrien sarebbe corso tra le sue braccia perché no portasse via da quella casa; probabilmente sarebbe la cosa migliore per lui, crescere in qualche altro posto, con qualsiasi altra parsona che sarebbe stata in grado di dare a un bambino ciò di cui aveva bisogno: affetto. Perché lui non aveva mai dato affetto e non sapeva come si faceva...
"Severus" sentì la voce di Silente alle sue spalle, ma non ebbe il coraggio di girarsi; non era dell'umore di dare spiegazioni; l'unica cosa che voleva era di mettere la testa sotto terra per pensare a ciò che stava succedendo con più calma. "Puoi spiegarmi com'è possibile che tu abbia un figlio?"
"Te l'ho già detto prima" sbuffò Severus inquieto; aveva ancora la lettera di Mariah Bellefort in mano, ma non si era presentata la possibilità di aprirla. "L'ho appena scoperto; un uomo lo ha portato una mezz'ora fa e mi ha lasciato questo" mostrò la lettera al preside di Hogwarts. "Sto ancora cercando di assimilare la notizia, quindi non mi sottoporre a un interrogatorio, per favore..."
"Quindi... non sapevi nulla? La madre non ti ha mai parlato di lui? Non ha mai provato a mettersi in contatto con te...?"
"Secondo il signor Burns, l'assistente sociale che ha portato il marmocchio, Mariah voleva vedermi prima di morire, ma suppongo che tutto questo sia stato quando il Signore Oscuro non era ancora stato sconfitto, perciò non mi trovarono..."
"Chi è Mariah?" Albus mise una mano sulla spalla di Severus, in modo che stesse calmo. "Non mi hai mai parlato di lei."
"Mariah è la madre del marmocchio" Severus si mise le mani sui fianchi. "Passammo insieme un'estate, cinque anni fa e, ecco, sai che ho sempre avuto un debole per le babbane..." Albus alzò un sopracciglio sospettoso. "Fu durante quella vacanza che mi consigliasti, ricordi? Prima del ritorno del Signore Oscuro, in modo da tranquillizzarmi per tutti i fatti di Black e..."
"Sì, mi ricordo."
"Mariah lavorava nell'hotel che mi ospitava e abbiamo avuto un'avventura; abbiamo dato tutto per concluso quando tornai a casa e da allora non seppi niente di lei... Era una donna meravigliosa, ma non era possibile una relazione stabile con lei, date le circostanze.
"Capisco" Albus scosse la testa, "e non devi giustificarti con me; tutti abbiamo avuto avventure passeggere negli anni."
"Quello che non mi spiego è il suo silenzio... Voglio dire, non dev'essere stato facile per lei avere un bambino da sola... Avrebbe potuto cercarmi per chiedermi aiuto e, bene, non le sarebbe risultato difficile incontrarmi..."
"Tu stesso hai appena detto che era una relazione passeggera, Severus" disse Albus saggiamente. "Probabilmente lei suppose che Adrien era un suo poblema e non volle intromettersi nella tua vita..."
"Ma credo che avessi il diritto di sapere..." Severus si interruppe; quelle parole suonava strane persino a se stesso... Stava forse reclamando il suo diritto di padre che gli era stato negato per quattro anni?
"Beh, lo sai adesso" Albus sorrise, soddisfatto di quello che aveva appena sentito "e suppongo che dovrai leggere la lettera di Mariah per capire i suoi motivi... Io nel frattempo mi prenderò cura di Adrien... Ti sei accorto di quanto ti assomigli?"
"Perlomeno non ha ereditato il mio naso... " sospirò ironico Severus, sedendosi sulle scale. "Grazie per aver preso in mano la situazione, Albus; temo che io non sarei riuscito a trovare il modo di calmare il bambino."
"Già..." Albus alzò le sopracciglia. "Come hai detto prima, non sei bravo con i bambini, ma dovrai imparare."
Albus tornò nel salone e Severus rimase tranquillo qualche secondo, osservando la busta che conteneva l'ultimo messaggio di Mariah per lui; anche se la loro relazione era stata breve, Severus aveva imparato ad amare quella donna ed era molto ansioso di sapere cosa aveva voluto dirgli prima di morire. Magari questo lo avrebbe aiutato ad affrontare con un altro umore quella strana situazione da cui era stato travolto...
 

   
 
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