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Autore: Ladyally    20/11/2008    8 recensioni
Remus Lupin aveva una ragazza.Ebbene sì, dopo anni passati a preferire l’amicizia alla compagnia femminile, si era lasciato trasportare dalla corrente e intrappolare da una ragazza: era semplice, dolce ed intelligente, insomma, un perfetto partito, come qualcuno sosteneva, ma.. sì, c’era un ma: un ma dai capelli neri e gli occhi grigi.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cagione d'affanno fu il cuor che, preda d'amor, negò la ragione
Piuma di pulviscolo impregnata
Ottavo Capitolo


Sonnecchia il sol ne la cuna
Dell’orbe d’esso orba e bruna
E la mancanza ne sente
Desolata la gente,
la qual non può che tremare
desiando l’albeggiare.

Giunge gioiosa Aurora,
ei caccia dalla dimora
e uno spicchio fuor ne fugge,
che l’uman lume rifugge,
e con rosei rossori
pingue il globo di colori.

Il mondano sire avanza
E rimane rimembranza
Sol di quel notturno velo
Che celava tutto il cielo,
poi chiara la chioma appare
col fin di li astri adombrare

e amoreggia un suo raggio
con una nube di passaggio,
ché di viola la tinteggia;
infin su l’umana greggia
fieramente tiranneggia
e intiera la corteggia.


S’inganna colui che crede che il tacere ciò che il cuor ci confonde sia panacea per l’animo animato da animate ansietà; vi son infatti sguardi che gridano chiarezza e dell’agire sovverton la giustezza, poi tocchi che chiosano ciò che labbra non posson partorire, poiché, tapine, potrebbero coi propri nati esalare la vita che lor stesse tentano di celare con lenenti iscopi.
Quanto infatti Remus avea errato!
L’error suo, se lettor me lo permetti, l’aveva travolto e seco trascinato qual la corrente del rivo fa con le fragili foglie: egli, dunque, s’era illuso che arduo sarebbe stato far ritorno nel loro nido e non aveva prestato, però, pensiero al soggiornarvi; il suo amabil malandrino continuava, infatti, a render manifesta la sua mirabil presenza: mai come in quelle ore successive al dipartire di James, Sirius aveva richiesto il suo aiuto in ogni gener di materia: dalla doccia l’acqua fuor si gettava con debole getto, incomprensibili gli parevano parole babbane pronunciate dalla scatola nel loro soggiorno e, cosa ancor più inconsueta, sembrava essersi dimenticato con che frequenza le piante dovessero essere annaffiate.
(Da quando in qua, poi, Sirius aveva un pollice verdeggiante?)
Remus, che non voleva ammettere che fossero solo tentativi di approccio, dubitò per qualche istante dell’integrità neuronale dell’amato amico; pazientemente a quello prestò soccorso e in ogni occasione si trovò a sussultare e spasimare per cotanto contatto: era forse necessario l’ingresso di Sirius nella doccia mentre già egli era dentro per controllare il misfatto? Era forse doveroso dimostrare gratitudine per la spiegazione di un termine impartita con interminabili carezze sul braccio? Ma, ancor più, era forse dannatamente indispensabile asciugargli con estrema cura le mani bagnate da un innaffiatoio insolitamente bucato? Più che altro era fuorviante per la sua cogitazione.
“Non voglio andare.” Fu l’incipit serale di un Sirius dal torso spoglio.
“Per quale più assurdo motivo non vorresti venire questa sera?” Remus, il cui vaso era ormai sul punto di traboccare, tentò di tenersi saldo al suo lato razionale.
“Sono coooosì stanco. E la schiena mi sta uccidendo..è come se avessi dormito tutta notte per terra!” languì l’amico vertendo, visibilmente, sugli insulsi sensi di colpa dell’altro.
“Perché hai dormito per terra.” Gli fece notare andando in cerca di riparo nelle spesse mura della sua camera.
“Sì, tutto grazie alla tua fase sadica.” Replicò Sirius prendono a sbottonandosi i pantaloni.
“Forse lo ero perché se ho rotto con Vanessa è solo per colpa tua? E potresti andarti a cambiar in camera tua?” Lampante era il motivo per cui Remus non voleva con l’altro parlare: era certo che avrebbe dato vita a nervose frasi che l’avrebbero reso sin troppo vulnerabile, proprio come era accaduto in quel caso.
Sirius, con le dita premute sui bottoni riverberanti, si guardò attorno spaesato e infin disse: “Oh, credevo fosse la mia.. e da quando in qua io sono la causa della vostra rottura?” e liberò quei brillii dalle asole soffocanti e si sfilò, poi, i pantaloni senza darsi cura delle manifeste proteste dell’altro.
“Ho forse detto una cosa simile? Devo essermi espresso male.” Remus, lasciando che i suoi lumi lambissero ogni luogo non luminoso della stanza, tentò in debol modo di discolparsi.
“Sì l’hai fatto.” Rispose l’altro secco, evidentemente non propenso a farsi abbindolare.
“Beh, non lo sei stato. Il motivo è un altro e ora come ora non voglio parlarne, visto che non ne abbiamo il tempo e dobbiamo andare, e, soprattutto, mi preme dirti una cosa: esci dalla mia camera e mettiti qualcosa addosso.” Proferendo tali parole, fece l’errore di posare le mani sulle sue spalle e spingerlo fuori, poi, rimasto solo, tentò d’indossare l’abito da lui prediletto per la serata, ma, appena la maglia si fu sfilato, Sirius ripiombò nella stanza.
“Perché, sai, se ne fossi stato la causa.. vorrebbe dire che noi..” quello tentò di dire, ma l’articolazione parve essergli ardua, poiché i suoi occhi, che erano alla ricerca di quelli color del miele dell’altro, più volte si spersero tra i marmorei pendii dell’addome dell’amico desiato.
“Tu non.. io. Sì, io. Ma lei. Se lei non avesse, noi due ora.. ma no. Oh Merlino! Fuori fuori fuori!” lo intimò animatamente e confusamente, poi s’infilò la prima camicia che trovò, ma il viso balbettante di Sirius di nuovo comparve e  Remus, allarmato d’aver troppo parlato, con un *POF* scomparve.
“Oh Remus, ben arrivato. James è appena andato a prendere il vino e Peter è di là con la sua nuova ragazza.. ma non ho intenzione di dirti chi è: voglio che sia una sorpresa.. comunque, dov’è Sirius?” la vivace voce di Lily lo accolse e la sua mano, sulla spalla posata, lo indirizzò verso la sala. 
“Lui.. si stava cambiando.” Rispose il ragazzo lasciandosi incalzare, ancora troppo scosso per tentare un’opposizione; Lily allora, alla qual cosa impreparata, pose fine all’avanzare e, fattolo roteare, lo scrutò attentamente.
“Dalla faccia che hai, oserai pensare che l’ha fatto davanti ai tuoi occhi..” insinuò lasciando che il vittorioso sorriso le illuminasse il viso, ma ben presto esso si oscurò per via di un arrivo, per quel momento, inatteso.
“Remus J. Lupin, bastardo che non sei altro, non sai che è rudemente rude troncare un discorso a metà?” disse il *POF* accanto a loro, quello dai neri crini e dal corpo fasciato solo da boxer attillati.
“E quando meno te lo aspetti, la spogliarellista arriva.. James, caro, vieni. Sono certa che ti pentiresti di non aver visto questo!” urlò la raggiante rossa al marito.
“Prongs! Le hai detto che ho fatto uno strip?” domandò Sirius alzando allarmato le braccia al cielo e, di riflesso a questo suo gesto che ancor più ostentava la sua carne, Remus si coprì i lumi arrossati con tremula mano.
“È mia moglie, non posso più avere segreti con lei.” Rispose James, giunto al cospetto degli invitati, in un tono sí sussultante e dolce da provocare sin la nausea, e le diede, infine, un benigno bacio sulla morbida guancia.
“Posso azzardarmi a chiederti come mai sei arrivato in mutande?” Remus, che aveva ardentemente bramato e sperato di non udir tal domanda provenire dalle labbra maritate di Lily, s’appellò al fato affinché donasse all’amico un poco di buon senso.
“Perché lui” iniziò Sirius a spiegare indicandolo con fare accusatorio  “non vuole dirmi perché ha rotto con Vanessa.” Gli altri due volti, che avevano fissato fino a quel momento l’oratore, celeri si volsero verso il reo.
“Oh ecco, anche se questa spiegazione non ha molto a che fare con la causa della sua nudità, ha  tuttavia indirizzato la conversazione nella giusta direzione.. mio marito, infatti, non è stato molto chiaro: ha semplicemente detto che sei stato colto in flagrante con una prostituta.” sentenziò ella, donando a  James uno sguardo compassionevole  e scuotendo, poi, il capo.
“Ehi!” strepitò Sirius, incrociando, grazie all’insolita benevolenza di Merlino, le braccia al petto.
“Perché mi fai ehi?” gli chiese la rossa, la cui mente era ormai più nebulosa dell’estiva volta celeste.
“Perché non sono una prostituta.” Rispose Sirius indispettito.
“Ma non ho detto che tu..” Lily disse all’esibizionista nel suo salotto e Remus, lieto di essere stato dai due obliato, tirò un sospiro di sollievo, poi, però, l’amica verso lui si volse ancora e il soffio primariamente esalato sembrò quasi strisciar di nuovo entro. “Oh! Vanessa ti ha trovato a letto con Sirius?” egli ascoltò attentamente la domanda con occhi socchiusi e le rispose , molto garbatamente, che no, non era stato beccato a letto con Sirius e che no, nel caso in cui qualcuno se lo fosse chiesto, non era mai andato a letto con Sirius, poi, con disumana forza e pazienza, ignorò il “non ancora” dell’amico.
“Beh, quando sarà il momento, ci spiegherai il perché. Per ora, che ne dici, Sirius, di andarti a vestire? Non vorrei che sconvolgessi la ragazza di Peter, anche se temo che il vederti così conciato potrebbe generare in lei  dei sentimenti che.. ma no, meglio non rischiare.” Remus la ringraziò silentemente, sperando di poter trovare, per quell’inevitabile momento, una scusa sostanziosa e credibile.
“Allora, James, dove hai messo quella bottiglia di vino?” domandò, poi, dirigendosi verso la sala da pranzo e lasciandosi cadere su una poltrona, poiché il divano era calorosamente occupato da una coppietta intenta a palpeggiare l’altrui carne senza pudore alcuno.
“Forse ti ricorderai di Marlene.. era una delle mie damigelle.” La presentò Lily allungandogli un rubeo bicchiere e tentando, col pronunciare il nome della donzella, di far fermare i due; quando quelli scollarono i loro corpi, Remus la riconobbe e l’ilarità lo travolse: era la damigella ninfomane.
“Oh, Marlene, è un vero piacere rivederti! Non credevo avessi socializzato con Peter al matrimonio.” Esclamò godendosi quel momento di imbarazzo che, una volta tanto, non lo vedeva come protagonista.
“No infatti, qualche settimana dopo ci siamo incontrati per caso ed è stato tutto così  romantico: ci siamo incrociati per strada e ci siamo ritrovati a farlo in un vicolo.” Remus, che ascoltava rapito l’avvincente storia, fu raggiunto dalla risata di James, il quale si era rifugiato in cucina.
“Sì certo.. comprendo.. quindi, da quant’è che vo frequentate?” tentò di falsare il riso dietro ad un fasulla tosse e Lily, accortasene, lo ammonì con il semplice sguardo, ma quello alzò le spalle e si finse finto tonto.
“Quant’è tesoruccio? Una settimana? Sì, una settimana di sesso selvaggio e focoso, vero amore libidinoso?” Remus, sempre più incapace di resistere agli attacchi di Risata, fu però salvato dal letale apparire del suo desiato uomo in abiti da sera.
Oh, sciocco il pensare che senz’invito s’insinua e reca seco inattesi sodali.
“Spero di non essermi perso nulla. Oh, Marlene! La damigella ninf – ninfalmente bella di Lily!” esordì il  di nuovo giunto, venendo trafitto da sei sguardi imploranti buone maniere.
“Peter caro, perché il tuo amico sta parlando con me?” domandò ella, privando Sirius della sua attenzione, al suo ragazzo, il quale gli occhi fece attorno dardeggiare in cerca di soccorso, poiché sembrava non aver colto il senso della parole della sua anima gemella.
“Lui.. l – lui ti ha salutata..” le spiegò tra un balbettio e l’altro, mentre l’oggetto di tale discussione prendeva posto sul bracciolo della poltrona di Remus, pur essendovene un’altra disponibile.
“Ma tesoro, lui mi ha rifiutata e umiliata davanti a tutti voi al matrimonio!” si lamentò quella, simulando sofferenza e dolore.
“Perché tesoro, alle pere preferisco le banane.”
A tali parole di Sirius le reazione furono assai varie: Remus quasi soffocò, Lily si portò una mano alla bocca, James rise ancora più forte, Peter le strinse la mano e Marlene chiese quale fosse il significato di quella stramba frase. Prima che Sirius potesse rispondere a quel suo quesito, Lily prese in mano la situazione.
“Vedi, Marlene, ci sono persone che non.. non a tutti piace quella cosa che noiabbiamo.. c’è a chi piace l’altra e..” tentò quella, in imbarazzo, di rendere comprensibili le, seppur cristalline, parole dell’amico.
“Oh Merlino, è semplice: mi piace il c – ” iniziò lui, ma Remus si alzò all’improvviso e quasi lo fece cadere.
“Esiste una parola che è di facile uso ed è chiara: Sirius è omosessuale, o almeno così ho interpretato certi sui atteggiamenti, perciò ha rifiutato la tua generosa offerta di indossare le tue mutandine.” spiegò Remus stando in piedi davanti a tutti con voce non molto rilassata, e, resosi conto dell’assurdità della situazione ed odiando essere al centro dell’attenzione, si rimise a sedere, sprofondando nella morbida imbottitura.
“Allora.. com’è stata la luna di miele?” domandò Sirius poco dopo, diradando il brumoso silenzio che si era attorno loro condensato.

***

Remus riteneva di avere assistito a cose alquanto sconvolgenti e di essersi trovato in sufficienti situazioni sconvenienti per via della sua natura mannaresca: aveva infatti vagato con i suoi amici nella foresta proibita, trovandosi innanzi creature terribili e stupende, si erano poi spesso cacciati in avventure che avevano dell’incredibile, ma quella cena.. beh, avrebbe preferito trovarsi faccia a faccia con un gigantesco e bavoso Troll piuttosto che essere seduto di fianco a Sirius e di fronte alle due colombelle pomicianti.
Il suo adorabile amico aveva bevuto il necessario per smarrire i pochi freni inibitori posseduti, ma, purtroppo, non quel tanto da perdere i sensi e smettere di dire cose illecite.
“Se fossimo soli..” gli sussurrò il non troppo brillo all’orecchio “ti strapperei di dosso i vestiti e bacerei ogni centimetro del tuo corpo.”
Porca fata madrina.
Avrebbe dovuto sentirsi in colpa per essersi comportato in quel modo indegno con Vanessa, provare disgusto per quelle parole o riderci sopra come se fosse stata solo una battuta, tuttavia ben altra fu la sua reazione:  quella voce gli s’insinuò sotto la pelle e prese a corrergli, più celare di un alato messaggero, attraverso ogni cellula del corpo, fino a fermarsi bruscamente nei pressi dell’inguine.
Serrò i lumi e tentò di ricomporsi, poi si volse nella direzione da cui quel parlare sensuale era provenuta e sorrise al ragazzo, ringraziandolo cortesemente per averlo messo al corrente dei suoi intenti.
Sirius, su cui l’educazione di Remus aveva avuto un notevole influsso, non voleva di certo apparire scortese, a sua volto lo ringraziò per il suo ringraziamento, lusingandogli infine, come garanzia delle sue buone intenzioni, la mano.
“Se mediti di fargli una sega sotto al tavolo, per favore, avvisami prima, così mi leverò gli occhiali e farò finta di niente!” intervenne con malagrazia James, ingoiando il boccone appeso alla forchetta.
“Non è ormai aperta la stagione di caccia?” domandò Sirius all’amico, lanciando un’abile e latente frecciatina.
“Oh oh! Divertente! Sai Pads che ho cucinato io quelle patate?” gli rispose l’altro con un sorriso.
“Forse dovresti preoccuparti più di loro..” suggerì Remus, indicando la coppia che aveva stabilito di impiegare la bocca in diverso modo.
“Oh lasciateli perdere! Sono giovani e innamorati! Tutti noi dovremmo seguire il loro esempio” disse con voce saggia il ragazzo dai languidi occhi grigi.
“Scommetto vorresti farlo..” continuò James, indicando con il capo il lupetto imbronciato e provocando, così, il riso della moglie.
“Potrei, se solo lo volessi!” dichiarò Sirius guardandolo con lumi guerreschi che scintillarono simili a lance.
“Dai, fallo allora!” Lo sfidò l’amico con voce incalzante.
“Sapete, vero, che sono qui e non sono uno stupido premio per le vostre gesta belligeranti?” domandò Remus, incenerendoli con sguardi rassomiglianti a dardi.
“Vado in bagno.” Informò gentilmente Marlene, allontanandosi dal campo di battaglia.
“Sì Moony, ti vediamo e abbiamo tutti capito che per te non ci sarebbero problemi ad essere preso dal qui presente Achille.” Disse James senza garbo, venendo colpito senz’avviso da un pezzo di pane.
“Ho bevuto troppo. Ho bisogno di andare in bagno.” Annunciò a sua volta Peter, strisciando via obliato da tutti tranne che da Lily.
“Sì, Prongs ha ragione: lo sanno tutti che non vedi l’ora di concederti a me.” Disse Sirius sporgendosi pericolosamente verso il suo interlocutore e venendo, però, allontanato a forza di spinte.
“È deciso: se non lo farai, ti incollerò alla sedia e ti costringerò a passare il resto della serata a fissare quei due farlo con i vestiti addosso.” Decretò il guerriero con gli occhiali, allungando la mano per suggellare il patto; Sirius la strinse e si volse poi con fare minaccioso verso Remus.
“James, mio adorato marito, credo che quei due, ora, lo stiano facendo nel nostro bagno senza vestiti.” Gli fece notare Lily, ed egli, che di nulla si era accorto, poiché troppo assorto a dar vita a guerriglie nella sua dimora, invocò invano Merlino e i suoi conoscenti, poi, bofonchiando che l’uomo di casa si perde sempre ogni divertimento, si diresse con pesanti passi verso il bagno.
“Allora, dove eravamo rimasti?” domandò Lily, usando i dorsi delle mani come appoggio per il capo.
“Oh Lily, anche tu no!” si lamentò Remus, facendo strider poi la sedia sul legnoso pavimento.
“Scusami, ma ho tifato per lui sin dall’inizio.” Sirius, grato dell’appoggio, gongolò beffardamente e gioioso a lui bramato con enfasi sorrise.
“Devo essermi perso qualcosa, perché non sapevo fosse una gara o una stupida competizione, e io non..”
Remus ratto s’arrestò, poiché negli algidi e ghiacciati specchi d’umor, che l’immago suo rispecchiavano, si specchiò e rapido il respiro in qualche punto della gola gli si ghiacciò e una mano, sulla guancia, gli si posò; la stanza tutto d’un tratto s’oscurò e ognuno dei sui sensi subito spirò: non più le orecchie udirono le urla del maritato e i soffici sospiri della rossa accanto a loro, le palpebre pesanti s’inchinarono e protessero i suoi aurei lumi dalla magia che gli altrui possedevano, mentre le mani, ardendo e tremando, si mossero e raminghe giunsero sul collo dell’amato, da cui leteo saliva un profumo che l’olfatto ad egli uccise, sì che di un senso solo egli s’avvalse per subitanei secondi, del gusto or vi sto novellando, il qual, però, l’abbandonò quando le labbra dell’altro, dal savor di desiderio, con le sue collisero e si ruppero e si spaccarono, tuttavia la lingua lenì lieve quello squarcio che incerto avea il sapore; e qual colui che dai sensi è privato e arranca desolato nella presente oscurità, in simil modo Remus si comportò e su egli precipitò uno di sensi novello, che mai prima aveva sperimentato o, addirittura, l’esistenza cogitato, così d’esso fece uso, ma ciò che colse lo fece barcollare, tremare, nell’oblio piombare, poiché era qualcosa dal roborio interminabile, tanto luminoso da i lumi accecare, ‘sì pungente da la carne penetrar, di una dolcezza capace di rendere l’animo amaro e dal savor ’sì vitale da il cuore fiaccare: amore.
Da quell’estasi di sentire egli però fuggì, spezzando il magico incanto, poiché nulla di più era in grado di sopportare; si alzò e uscì dalla stanza senza proferire parola, poi, giunto innanzi alla porta del bagno ben serrata, vi batté contro con tal furore da indurre i due nascostivi ad abbandonare l’amorevol nido.

***


Atroce quell’amor, ch’a nullo amato amar perdona, che Remus prese del di lui piacer sí forte, che, come vedete, ancor non l’abbandona.
Serrato in quelle mura dalle cerulee parvenze, capaci di sedar l’animo tempestato, egli tentò d’ispirare ed esalare l’aere fresca fatta entrare dalla finestra da lui spalancata.
“Cosa gli hai fatto?” sentì James sibilare con tono di rimprovero oltre la porta.
“Ho solo fatto quello che andava fatto!” si difese Sirius, e Remus lo immaginò incrociare le mani al petto.
“Ma è chiuso lì dentro a causa di quello che hai fatto!” puntualizzò l’altro, tentando di fargli capire che Remus non era solito avere certi atteggiamenti.
“Beh, da come l’ha baciato Sirius, direi che è comprensibile.” La voce di Lily si aggregò a quella degli altri.
“Oh Merlino, l’hai fatto e non l’ho visto!” si lamentò quello con gli occhiali, con sempre meno riguardo nei confronti dell’amico barricato in bagno.
“Puoi scommetterci i tuoi bulbi semi ciechi che l’ho fatto!” ridacchiò Sirius vittorioso e Remus sperò di non sentirli battersi le mani.
“Sì, bravi, complimenti ad entrambi per tutto quello che avete fatto, ma non credete che dovremmo farlo uscire? Chissà cosa starà combinando lì dentro..” domandò Lily ai due con severo tono.
“Forse si sta solo masturbando.” Sentì Remus, infine, dire da Marlene e quasi scivolò dal bordo della vasca; stabilito che nascondersi non avrebbe reso migliore la situazione ma che, così procedendo, essa sarebbe solo peggiorata e assurde supposizioni sarebbe state fatte su lui e il suo agire all’interno, racimolò un poco di controllo ed uscì non curante, zittendo i presenti: egli, infatti, sarebbe apparso indifferente e superiore.
“Vuoi che ti aiuti a servire il secondo?” domandò con fare disinvolto alla ragazza dai capelli rossi.
“Oh.. certo..”  rispose ella, stupita e confusa dalla sua stramba assenza di reazioni.

***

Osservò Lily esitare, aprire e chiudere la bocca per ben tre volte tra il taglio di una fetta di arrosto e l’altra, poi volgersi verso il suo viso, contemplarlo, e concentrarsi nuovamente sulla carne, così che, al quarto boccheggiamento, decise che ne aveva a sufficienza.
“Se vuoi chiedere qualcosa, fallo, basta che smetti di guardarmi come se fossi.. qualcosa da guardare.” Le disse condendo animatamente l’insalata.
“Beh, a dire il vero non volevo impicciarmi troppo, però, se insisti, cercherò di chiarirmi qualche dubbio.. quindi, come stai?” chiese lei alla fine, cogliendolo alla sprovvista.
“Non era questa la domanda che mi aspettavo.” Rispose egli, sbirciandola velocemente di sottecchi.
“Beh, no, in effetti avrei voluto chiederti altro, ma non volevo sembrarti un’insensibile bastarda.” Ribatté facendogli la linguaccia.
“Oh grazie per essere così premurosa! Per questa tua dolcezza ti sei meritata di sapere, in via del tutto confidenziale, la scottante verità: ho lasciato Vanessa, e tralascio di raccontarti come, dato che ancora me ne vergogno, perché ho scoperto di essere fottutamente gay! E neanche lo sapevo! E sono preso da quel folle che finirà per farmi perdere l’ultimo briciolo di senno che mi è ancora rimasto. E se io e lui dovessimo rimanere soli, non so fino a che punto riuscirei a controllarmi. E noti quello che dice e fa? Come si comporta? Lo vedi? Sto diventando pazzo! Insano! E sto parlando senza neanche respirare. Ho il fiatone per Merlino tessitore d’inganni!  È tutto più chiaro ora? Spero che per te lo sia perché io non so. Nulla, non so nulla. Bene. Va tutto bene.”
Lei lo scrutò con occhi socchiusi, cercando di comprendere se era serio o se si stava nascondendo dietro ad una corazza di sarcasmo, ma dalla torbidezza dei suoi lumi dorati capì che non v’era nulla di più vero delle sue parole;  si scostò una ciocca di rossi capelli dal viso e con un lunare spicchio sulle languide labbra gli rispose: “Beh, se hai capito di essere gay e l’hai ammesso, è già un gran passo in avanti..” Remus accolse benevolmente il suo sorriso, tuttavia continuò ad essere scosso per le parole che gli erano uscite dalla bocca.
“Io credo di esserlo. Insomma, prima di tutta questa follia io non avevo mai pensato a un ragazzo in questi termini. Ma a dire il vero neanche adesso lo faccio. Lily, il problema è lui.” disse passandosi una mano davanti al viso e massaggiandosi gli occhi stanchi.
“Forse potrebbe non essere un problema, alla fine dei conti, ma una cosa positiva.” Tentò ella di farlo ragionare.
“Come potrebbe mai esserlo?” domandò in cerca di un dannato appiglio.
“Perché lui è Sirius!” spiegò esasperata dal suo opporsi alla semplice comprensione.
“Esatto! È Sirius! E i Sirius combinano solo guai! Potrebbe fare qualcosa di sciocco e mandare tutto a.. non so se posso farlo, Lily.” La voce fioca gli si spezzò e la testa scosse con vigore, desiderando si spaccasse e fuoriuscissero tutte quelle insensate cogitazioni.
“Remus, tu lo sai che ti voglio bene, ma da amica devo dirti qualcosa che non ti piacerà: sei uno stupido. Sì, lo sei perché non osservi bene e pensi troppo- e troppo è dire poco - e male. Ti stai perdendo in sciocchezze. Se solo ti lasciassi andare e aprissi gli occhi una volta per tutte, allora capiresti!” sbottò Lily dopo aver accuratamente posato sul tavolo della cucina il piatto colmo di cibo.
“Spiegami cosa non riesco a capire..” la implorò esausto.
“Oh dannazione. Ascoltami attentamente: Sirius non è perfetto, spesso fa sciocchezze, è vero, ma c’è qualcosa nel modo in cui ti guarda, ti sfiora, ti parla che fa capire che.. non so come fai a non coglierlo. Però non sta a me dirti certe cose, quindi il mio consiglio è semplice: smettila di fuggire, vai da lui, parlaci una volta per tutte e confrontatevi.”
Remus, non del tutto convinto e un poco imbronciato, afferrò la ciotola dell’insalata e, sul punto di uscire, si accorse di una sospetta ombra innanzi a lui che si dileguò rapidamente sul pavimento.
Ah porca pluffa.

***

“Oh per la pace mentale di Merlino! Vedo le vostre lingue!” gridò James, ormai privo di fiato per i troppi richiami, facendo cadere le posate sul piatto e togliendosi, stremato, gli occhiali.
“Non dovresti castrare queste manifestazioni di puro amore.” Lo ammonì la moglie girando, però, la seggiola verso la sua direzione, di modo che la visuale dei due al suo fianco fosse più limitata.
Peter e Marlene, perennemente intenti a conoscersi meglio, non sembrarono accorgersi di nulla.
“Forse, Prongs, dovevi lasciare che usassero il bagno, magari si sarebbero sfogati una volta per tutte.” Disse Sirius seriamente, tuttavia ricevendo una gomitata nelle costole dall’oggetto del suo affetto.
“Non farmi quella cosa alle costole! Solo perché ho il coraggio di dire quello che penso! Oh merlino, se andranno avanti così ancora per molto, quando torneremo a casa, avrò bisogno di guardare ore e ore di porno gay!” esclamò poi ostentando le parole e, al contempo, pronunciandole in casto modo.
La razional mente di Remus si rifiutò di credere che ogni cosa di quella serata fosse veritiera; poteva forse essere possibile? No, non poteva. Il garbato istinto lo spinse quasi a ringraziarlo per aver reso sin concrete quelle astratte immagini germinate dal lato ombroso del suo pensare, poiché pressoché gli pareva d’aver a sé davanti Sirius accomodato sul divano, intento ad osservare un.. e la mano pronta a.. porco porco unicorno:  non avrebbe mai dovuto perdere due giorni per insegnargli ad usare il video registratore.
“Sirius, non dovresti dire certe cose davanti a Remus.” lo rimproverò la padrona di casa, accortasi del rossore che il volto gli aveva tinteggiato e del suo fissare con occhi persi il piatto pieno.
“Oh scusami pulcino, stai bene?” egli gli domandò, accarezzandogli il braccio con un affetto che lo fece sulla  sedia traballare.
“No, non toccarmi!” sbottò quello schiaffeggiandogli la mano.
“Qualcuno è un po’ nervosetto..” notò James guardando nella direzione in cui doveva trovarsi la macchietta a forma di Remus.
“Forse dovresti baciarlo di nuovo, magari ritorna ad essere tranquillo.” Suggerì Marlene una volta recisasi da Peter per riprendere fiato.
Remus, incapace di poter tenersi ben stretta la vita qualora l’altro avesse compiuto la medesima mossa di poco tempo innanzi, spalancò gli occhi e li posò su Sirius.
“Oh no, puoi stare tranquillo e sereno perché non lo farò di nuovo. Ti ho baciato per ben tre volte e non lo farò una quarta. Se vogliamo che il nostro rapporto funzioni, dobbiamo essere equilibrati.” Proferì l’affabile giovin uomo, con un fare così pacato da indispettire il suo interlocutore, il quale, a rigor di logica, doveva invece sentirsi sollevato e rilassato.
“Tre? Me ne sono perso uno. Quand’è che vi siete baciati?” chiese James enumerando le volte con l’appoggio delle dita e corrugando la fronte.
Io l’ho baciato sotto casa di Vanessa.” Rispose Sirius molto orgogliosamente e, subito, James con lui si congratulò: “Oh che fetente bastardo che sei.”
Remus scosse la testa, sempre più dagli amici tradito, e finì col calciare sotto al tavolo Sirius, poiché al suo miglior amico replicò che avrebbe preferito essere apostrofato con “amabile malandrino”.
“Prongs ha ragione: sei un bastardo; e, se non la smetterai,  giuro che ti soffocherò nel sonno.” Lo minacciò il lupetto, dando vita ad un fiero sorriso degno della più feroce fiera.
“Finché lo farai con mille baci non avrò di che lamentarmi. E amo quando mostri le zanne in quel modo.” Sospirò Sirius, ammiccando e lanciandogli un bacio.
“Avevi detto niente più baci..” gli fece notare Lily divertita.
“Hai ragione, ma non riesco a trattenermi quando l’ho davanti. Ma toglimi un dubbio, dolcezza: ti hanno mai detto che il marrone fa risaltare quei tuoi fantastici occhi intarsiati d’oro?” Remus, sentendosi divampare come arso dal primo fuoco donato ai mortali, combatté contro l’istinto di occultarli con l’ausilio delle forti mani.
“Vedi Lily, perché mai dovremmo comprare una delle vostre scatole meccaniche con le immagini in movimento quando possiamo avere tutto ciò gratis?”
“In realtà sì, me l’hanno detto in molti.” Rispose Remus all’uomo al suo fianco, facendolo immediatamente stizzire.
“E ti hanno mai detto che è rischioso indossare dei pantaloni così attillati da lambirti il sedere in una perfetta ed esaustiva maniera?” continuo senza perdersi d’animo.
“Per favore ragazzi, c’è chi cerca di darsi da fare qui.” Si lamentò Peter, emerso d’improvviso dalla baciabile bocca della sua ragazza.
“Come se non ce ne fossimo accorti.” Ribatté James asciutto.
“Sì, mi hanno detto anche quello. Purtroppo le tue frasi sono banali e scontate.. dovresti impegnarti un po’ di più o almeno cambiarle un minimo.” Gli disse Remus, annaspando quando l’altro si morse il labbro e lo succhiò ardentemente.
“Beh, allora sai cosa ti dico? Ti dico che.. le tue labbra sono come la pioggia estiva e, se potessi, mi disseterei con ogni loro più flebile goccia.. e le tue mani, oh Merlino,” disse Sirius prendendone una tra le sue e asfiorandola con lusinghieri tocchi “non sai cosa darei per sentirle scorrere sul mio viso.. credo che potresti uccidermi se lo facessi. Ma sai qual è la cosa più sconcertante che potrei mai dirti? È che passerei volentieri il resto della mia vita a guardarti sfogliare e leggere uno dei tuoi stupidi libri e sarei l’uomo più felice dell’universo. Te l’ha mai detto nessuno?”
Assillante I lor rapidi respiri Silenzio soffocò.
“Cosa succede? Perché nessuno dice più nulla?” chiese James alla moglie in un sussurro, combattendo contro il disio masochistico di infilarsi gli occhiali.
“Remus lo sta fissando a bocca aperta senza dire niente. Sembra turbato.” Gli spiegò soffusamente la sua dolce metà, non volendo ancor più importunarli.
“Perché non lo bacia? Cosa sta aspettando?” egli domandò ansioso di sapere.
“Non lo so, non posso chiederglielo, cosa dici?” gli fece notare sarcasticamente Lily, volgendosi verso il suo viso, solo per un istante, riposando poi gli occhi sull’originario luogo.
“No, nessuno me l’ha mai detto.” Infine rispose Remus con roca voce, sussultando per il sensuale e disarmante sorriso che quello gli rivolse.
“Sempre lieto di essere il primo.” Egli gli disse e come il mondano  soffio che il pel d’acqua tutto fa tremolare, così egli la mano appena gli sfiorò e Remus tutto tremò.
Per qualche tempo la stanza rimase fasciata da una coltre taciturna, o così al ragazzo dagli aurei lumi parve, poiché il sangue nel suo corpo ruggiva e roboava ribollente più del Flegetonte rovente, tuttavia da un cogitare inconsistente egli rinvenne e a una decisione pervenne: era necessario di astuzia avvalersi.
“Allora, Paddy, ho un pensiero che continua ad assillarmi e credo che sia giusto, dopo tutto quello che hai fatto per me, affrontare un certo argomento.. insomma, mi chiedevo sono il tuo solo e unico o se ci sono stati altri ragazzi.” Disse bandendo dal suo corpo l’imbarazzo e ricacciandolo in quello altrui, che, preso del tutto alla sprovvista, inizialmente balbettò e, infine, chiese: “Intendi quello che intendo io?” e quel che ricevette fu un cenno d’assenso.
“Oh beh.. ce ne sono stati un paio, ma erano solo.. niente.” Spiegò Sirius con un’esitazione che mai, prima d’allora, aveva posseduto.
Remus, che tanto fermo s’era finto, un poco tentennò, poiché una discorde risposta, nel cor profondo,  s’era atteso ed inatteso fu, nella bocca desolata, un gusto tutto amaro.
“Quindi è già da un po’ che va avanti questa cosa.. avresti potuto dirmelo, non credi?” ribatté seguitando a mangiare, esternamente impassibile.
“Lo so, ma non è così facile. E proprio tu dovresti saperlo, visto che nulla di simile è mai uscito nemmeno dalla tua bocca.” Replicò quello al suo fianco, tentando di difendersi a suo modo.
“Perché evidentemente non avevo nulla da dirti.” Remus gli fece notare, ma Lily finse un attacco di tosse che il contrario fece pensare.
“Girati dall’altra parte, non voglio essere deturpato dal tuo naso crescente.” Disse ironicamente Sirius e Remus, la cui mente era come non mai fiacca, fece l’errore di perseverare nel parlare.
“Beh, tra i due io ho la fama di essere il più silenzioso e introverso, anche se non è del tutto vero perché se qualcuno riuscisse a trovare la giusta chiave mi aprirei, perciò, dicevo, non potevi certo aspettarti che venissi a dirti che.. insomma.. poi sei tu quello che straparla e dice anche quello che non dovrebbe dire, quindi, per favore, evita di fare quella faccia da finto offeso, perché di certo non ci casco. Poi io non sono.. hai capito. Quindi no, non avevo nulla da dirti. ” Ribatté Remus con un tono per niente deciso, gettando addosso ai presenti più parole di quanto non avesse fatto per l’intera serata.
“Ma Remus” iniziò a dire James, grattandosi il mento, “se hai corrisposto ai baci di quell’essere, deve pur voler dire qualcosa..”
Perché era amico di James?
“Ho sempre saputo che quel tuo cervello sarebbe venuto utile un giorno.” Disse Sirius guardandolo con occhi pieni di gratitudine, poi si rivolse al ragazzo inquisito.
“Già, Moony, tu che hai sempre una risposta razionale a tutto, spiegaci come può mai essere possibile una cosa simile..”
Remus si volse verso il viso vivacemente variopinto di riso di Lily, ritenendo poi vano quell’aiuto ad ella richiesto.
“Non volevo ferire i tuoi sentimenti.” S’inventò poveramente, venendo travolto da scettiche occhiate.
“Va bene, va bene. Dato che ci tieni tanto a saperlo, ora ti dirò il tuo maledetto perché, basta che la smettiate tutti quanti di fare così!” e le parole zampillarono repentine come fuor dalle fauci d’un ribollente vulcano.
“L’ho fatto perché..” catturò tra i denti il labbro tremante e guardò Sirius in un modo tale da farlo sentir solo in quella stanza sovraffollata, “perché non so perché. So solo che quando ti comporti da sbruffone in questo modo mi mandi in bestia, ma il problema è che, quando mi fai arrabbiare, poi non riesco a trattenermi; ma mi capita solo con te: quando mai perdo la pazienza? Mai! Con nessuno! Invece tu.. vedi, non lo so perché ho corrisposto ai tuoi stupidi baci. Non puoi piacermi, perché noi siamo.. troppo uguali e al contempo troppo diversi. Siamo noi e non so se questo è un bene. No, forse non è un bene perché uccidi la mia razionalità. La fai a pezzi e io ne ho bisogno. Ho bisogno della razionalità, perché senza di lei non saprei come.. non posso continuare a comportarmi così da stupido, ma non riesco a smettere, dannazione. Dico frasi senza senso e neanche le finisco ed è colpa tua, solo colpa tua e dei tuoi maledetti impulsi irrefrenabili.
Tu e le tue labbra. E le tue mani. E i tuoi occhi. Perché sono così grigi e caldi? Il grigio non dovrebbe essere un colore che trasmette calore: le pietre sono grigie, le nuvole che portano pioggia e.. vedi, non ha senso, e tu pretendi da me di sapere, quando io, per primo, non so più nulla. E mi osservi, mi sorridi, mi tocchi e non va bene. Non va per niente bene. Ti prego..”
Ancor una volta Silenzio giunse e tutto rese tacito.
“Si stanno baciando?” la voce di James si spanse nell’aria statica come una macchia d’inchiostro.
“Perché, amore, non ti rimetti gli occhiali e guardi tu stesso?” rispose Lily senza staccare gli occhi dai due.
“Forse l’unica spiegazione possibile è che sei innamorato di me.” Suggerì Sirius sorridendogli e sfiorandoli la mano che sulle labbra si posava irrequieta.
Remus, basito e colpito da quella semplice soluzione che sovente aveva dai suoi pensieri esiliato, lo fissò stralunato ed ignorò quel tremolare che fin al cor s’era intrufolato.
“Non puoi essere serio, come puoi pensare che io..? Sei l’essere più eghico che io abbia mai incontrato!” rispose  rendendo torvo quel suo sguardo che s’era illanguidito per un istante.
“Guarda, inventi anche parole che non esistono! Potresti farlo se non mi amassi?” gli fece notare Sirius, come se fosse stato un altro filamento di quella tela intricata.
“Forse sono solo in una fase fantasiosa e di fervore artistico, perché per forza devo.. santi numi, perché devo per forza amarti?” era impossibile, era un possibilità più remota di quei sfavillanti pianeti che solo nelle notti di estrema chiarezza possono giungere all’umano occhio.
“Beh, se allora non mi ami, smetterò di dormire con te, di prepararti la colazione e di cercare in tutti i negozi di questa stupida isola copie introvabili di libri antichi che tu ami alla follia, perché, caro Moony, questo è quello che fanno le persone che provano sentimenti e se tu non li provi, allora non ha senso che io continui a farlo, perché sarebbe come cercare di afferrare la luna ed inizio ad essere stanco di sentirla scivolare via ogni volta che riesco a sfiorarla, quindi, se volete scusarmi, me ne torno a casa e vado a dormire. Grazie della cena Lily, sei un amore come sempre.” Disse dissolvendosi.
E fu così che, qual una piuma di pulviscolo impregnata, il cogitare della mente di Remus ancora una volta soffocò le parole sussurategli dal cuore.

 

Note:

Scritta per la community fanfic100_ita con prompt "alba"per la poesia iniziale, per la prima parte "cena", per il bacio "sesto senso" e per il resto "Perchè?".

La frase "Atroce quell'amor.." l'ho presa da Dante e adattata al contesto.

Dedico questa parte alla mia dolce metà (slashprincess)!! Anche se lontana km su km, ostacolata da un computer rotto, da pedanti persone, tu ci sei sempre stata e questo ha un'importanza che neanche posso spiegarlo a parole *__* E grazie per aver eccitato i miei neuroni da magnifica musa quale sei AHAHAHAH e per avermi dato imparziali giudizi ahahah psero ti piacerà amore amio *__* di nuovo melensa, non c'è che fare XD la tua gola ne sarà felice XD basta, sono paonazza XD

Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare e temo riuscirò ad insierie il prossimo capitolo solo poco prima di Natale..

Ringraziamenti

Lady Patfood: Grazie del commento! Non posso dare anticipazioni eheh ; )
Laura_Black: oh Dèi Isocrate che brutta roba XD sì Remus è tornato ma è sempre il solito testone!! A presto e grazie!!!
puccalove90: eheh hai ragione, ma gli effetti della sbronza era troppo forti XD Sotto sotto so che voleva farlo, ma si è comportato da cavaliere eheh quella metafora del razzo non so come mi sia venuta, di certo so che io non ero brilla XD sono davvero contenta che ti sia piaciuto il bacio *__*
ragazzasilenziosa: ah grazie *__* come sono ripetitiva XD come dicevo su, non so neanche come mi sia venuta in mente quella del lupo mangia frutta XD la psiche a volte è davvero strana.. a presto!!!
slashprincess88:  ah santi numi XD tu XD sono di nuovo rossa XD e adesso devo rileggere questo ottavo capitolo per la terza volta e sono tutta un wub XD ( ti ho scritto questo durante una pausa revisioen XD) chissà che verrà fuori XD ahahah sapevo di non dover rileggere il tuo commento XD Bene XD sono peggio di Remus, che scandalo, mi sudano anche le mani XD ahahahah mia amata serpe XD SPUCCI

 

   
 
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