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Autore: Roof_s    13/01/2015    5 recensioni
"Io... Io sono solo curioso."
Summer si tirò di nuovo su in piedi e mi guardò dritto negli occhi. "Curioso di che cosa?" domandò.
"Del perché mi hai aiutato" risposi, sincero.
Summer si guardò attorno e poi rise. "Non c'è un perché, l'ho fatto e basta."
"Tu non...?" provai a chiederle.
Lei alzò le sopracciglia, confusa. "Io non... che cosa?"
Gesticolai a caso, poi mi fermai. Ma che diavolo stavo combinando?
"Tu non hai alcun interesse per...?"
Lasciai cadere la domanda a metà, sperando di coglierla in flagrante con un improvviso rossore del viso o con fulminee smentite. Ma la mia interlocutrice rimase impassibile, aspettando che continuassi.
Sbuffai, messo alle strette. "Tu non hai alcun interesse per me?" domandai.
La sua reazione mi fece sentire immediatamente un imbecille: Summer scoppiò in una vivace risata e io non potei fare a meno di arrossire.

IN SOSPESO
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La stranezza di Summer



Parcheggiai nel largo viale sul quale si affacciavano una ventina di case tutte uguali le une alle altre. Spensi in fretta il motore e mi tirai più su verso lo specchietto retrovisore. Passai una mano fra i capelli, che si facevano sempre più lunghi e incolti: il mio stile era cambiato drasticamente negli ultimi tempi. Se quando stavo ancora insieme a Emily mi ero considerato un ragazzo normale e per niente appariscente, ora non potevo di certo negare il mio fascino. Gli esercizi fisici e le ore di jogging stavano dando i loro risultati e io non avrei potuto sentirmi meglio con me stesso. Finalmente mi piacevo di nuovo ed ero pieno di energie.
Tornai con le mani sul volante non appena vidi la porta della casa davanti a me spalancarsi. Dissimulai l'espressione sorpresa comparsa sul mio volto e cercai di fingermi distratto, ma con la coda dell'occhio mi fu inevitabile seguire i passi di Summer Wayne, appena uscita nel suo piccolo giardino frontale. La vidi richiudere la porta e dare due giri di chiave. Poi m'intravide e alzò un braccio per salutarmi. Riaccesi il motore della mia automobile e mi affiancai al cancello di casa sua. Mi raggiunse in pochi secondi e saltò in macchina.
"Buon giorno!" esclamò, allegra.
"Summer, non ci vedevamo da mezz'ora, non è il caso di..."
Lei allacciò la cintura di sicurezza e tornò a guardare nella mia direzione. "Non è il caso di salutarti? Scusa se sono educata" scherzò.
Attivai l'indicatore di direzione e attesi che la macchina dietro di me mi avesse sorpassato per immettermi sulla strada.
"Okay, allora... Ciao, carissima! Come stai? Da quanto tempo non ci vedevamo! Hai fatto qualcosa ai capelli?" cinguettai, simulando un tono femminile.
Summer scoppiò in una delle sue solite vivaci risate. "Sei un cretino!"
La guardai di sfuggita e poi superai una rotonda svoltando a sinistra. Quel giorno Summer si era vestita interamente di nero: sembrava una rockstar che si recava al concerto della propria band.
"Come mai oggi hai optato per questo stile dark?" la presi in giro, afferrando un lembo della sua maglietta.
Lei scacciò la mia mano. "Non è dark! Oggi non avevo voglia di uscire di casa e normalmente, quando non ho voglia di uscire di casa, non ho nemmeno troppa voglia di curare il mio aspetto. Hai visto il cielo?!"
Alzai il viso all'insù: effettivamente le nuvole si stavano facendo sempre più scure e quasi non si riusciva a scorgere l'azzurro del giorno precedente. Il tempo stava peggiorando nuovamente, sarebbe stato più difficile andare a correre al mattino.
"Scommetto che sei uscita solo per rivedermi" scherzai ancora; quel mattino mi sentivo particolarmente in vena di battute.
Summer incrociò le braccia al petto. "Mamma e papà non ti hanno insegnato che cos'è l'umiltà, Zayn?"
"Devo averla dimenticata a casa."
Summer si sporse e mi diede un leggero colpetto sulla fronte. Una folata di un profumo fresco e fruttato mi investì con dolcezza e io mi voltai di colpo.
"Che buon profumo! È nuovo?" domandai d'istinto.
"Come mai oggi sei così affabile, Zayn?" rise la mia amica, che credeva stessi ancora proseguendo con le mie battutine.
"Non sto affatto scherzando, hai un buonissimo profumo" mi complimentai.
Vidi Summer muoversi sul sedile ma non la guardai per paura di disconcentrarmi dalla guida.
"Non è nuovo, ma grazie del complimento. Sei talmente gentile che quasi quasi ti faccio una proposta" disse poi.
Annuii. "E proposta sia! Di che si tratta?" chiesi.
"Sei libero domani sera?" domandò lei con tono vispo.
Non mi ero aspettato che fosse lei a chiedermi di uscire. Le lanciai un'occhiata fugace e sfoderai il mio sorriso più malizioso. Summer capì al volo che cosa mi passava per la testa e alzò gli occhi al cielo. Io, però, fui sicuro di vederla sorridere impercettibilmente.
"Summer Wayne mi sta invitando a uscire! Non ci posso credere!" esclamai per provare a metterla in imbarazzo. "Questo è un giorno da segnare sul calendario, gente!"
"Zayn, guida e non fare lo scemo" disse lei, cercando di sovrastare la mia voce.
"E tu non cambiare argomento. Mi vuoi invitare a cena fuori, per caso?" scherzai.
Lei tirò fuori un sorrisetto sornione e scosse lentamente il capo. "No, tentativo fallito."
"Allora pensavi a un film a casa tua, vero?"
Summer rise, divertita. "Troppo soft. Pensavo fossi meno innocente!"
La guardai di nuovo e vidi che stava sorridendo. Poi, però, allungò un braccio per indicarmi la strada davanti a noi.
"Guida! Se ti giri un'altra volta, non ti dico più niente."
"Dai, di che si tratta?" insistetti, curioso.
"Siccome hai detto tu stesso di voler rivoluzionare la tua vita, ti porterò a una conferenza letteraria" sciorinò senza problemi.
"Davvero? Mi consideri all'altezza?" chiesi, sinceramente sorpreso.
Summer annuì. "Sì, perché non dovrei? E poi ti farà bene un po' di letteratura. La conferenza verterà sul tema delle malattie nell'opera di Marcel Proust."
Strabuzzai gli occhi. "Marcel Proust? Io credevo si trattasse di qualche autore più... più..."
"Più che cosa?"
"Più... semplice."
Summer sbuffò come se avessi appena bestemmiato. "Proust non è difficile, richiede solo un'attenzione maggiore rispetto ad autori come... Cecelia Ahern, ecco tutto!"
"Be', se la metti su questo piano, forse preferisco Proust..."
La mia amica scoppiò in una lieve risatina. "Allora ti ho convinto?" domandò.
"Non ho scelta" scherzai.
"Non è affatto vero!" protestò lei. "Io provvedo alla tua istruzione, sciocco!"
Questa volta fui io a ridere del suo tono di voce. "Va bene, considerami convinto."
Svoltai in una stretta stradina che dopo un'ulteriore curva a destra portava al viale alberato dove si trovava il nostro bar di fiducia, lo stesso dove ogni mattina ci ritrovavamo a conversare davanti a caffè caldi e brioches. Il silenzio calò tra me e Summer: io ero troppo concentrato sulla strada e le altre automobili nei paraggi, lei era probabilmente assorta nei suoi pensieri sulla mostra a cui mi avrebbe trascinato.
"E questa sera?" domandai a un certo punto, spezzando il silenzio.
Summer si riscosse con un: "Eh?"
Svoltai a destra e ripeti: "Questa sera che cosa farai?"
Lei parve presa alla sprovvista dalla domanda, come se di colpo le avessi chiesto di enunciare qualche difficile teorema matematico. La guardai di sfuggita e poi tornai ad osservare il traffico mattutino di Bradford.
"Se non hai impegni, potremmo vederci dopo..." provai a proporre.
Ma lei fu più veloce e m'interruppe: "Mi dispiace, questa sera sarò impegnata."
"Ah."
Rallentai e mi affiancai a un'automobile già parcheggiata, poi inserii la retromarcia aspettando che le auto dietro di me sfilassero e mi lasciassero la via libera.
"E che cosa farai?" chiesi ancora, insospettito dalla rapidità con cui Summer mi aveva rifiutato.
Parcheggiai lentamente la mia macchina e, una volta terminata la manovra, spensi il motore. Guardai la mia amica dritto negli occhi, ancora in attesa di una sua spiegazione. Summer, però, non mi stava guardando: teneva il viso rivolto verso il finestrino alla sua destra e sembrava desiderosa di evitare il discorso.
"Summer?" la richiamai, preoccupato.
Lei si voltò leggermente, ma senza tornare a guardarmi: aveva forse paura di qualcosa? Che cosa le stava succedendo?
"Io ho... un impegno urgente" ripeté la mia amica, evasiva.
Annuii mestamente. Non riuscivo a capire il motivo di quell'improvviso cambio di tono. Summer era sempre allegra e spontanea, mi pareva incredibile che si fosse rabbuiata in così pochi secondi. Il pensiero che fosse colpa di qualcosa che avevo detto mi fulminò. Aprii bocca per provare a scusarmi, ma fu tutto invano: Summer si voltò e mi sorrise gentilmente, come a voler cancellare l'accaduto.
"Andiamo?" suggerì, indicando con la mano la vetrina del bar oltre il marciapiede.
Mossi il capo in un cenno affermativo e attesi che lei fosse scesa prima di raggiungerla e chiudere la macchina. Varcammo la soglia del bar nel più completo silenzio. Sentivo addosso la formicolante tentazione di parlarle, di farle più domande, d'insistere per sapere la verità. Ma Summer mi precedette all'entrata e raggiunse un tavolino al fondo del locale senza pronunciare una sola parola. Prese posto e si tolse la giacca, poggiandola poi sull'unica sedia rimasta libera. Io mi mossi lentamente, osservandola di nascosto mentre sfogliava il menu alla ricerca di una distrazione che non le concedesse il tempo di guardarmi negli occhi. Infine mi sedetti proprio davanti a lei e la guardai fisso, senza più nascondermi. Quando, però, Summer tirò di nuovo su i suoi begli occhi neri, io non trovai il coraggio di riaffrontare il discorso. Mi sentivo improvvisamente a disagio, sensazione mai provata prima in compagnia di quella che stava velocemente diventando la mia migliore amica.
"Tieni" disse Summer, porgendomi il menu.
Lo afferrai ma senza nemmeno aprirlo; lo posai sul tavolino in mezzo a noi due e aspettai che un cameriere venisse a prendere le ordinazioni. Nel frattempo Summer prese a spiare i tavoli vicini al nostro, come se tutto d'un tratto i volti degli sconosciuti attorno a noi avessero assunto una nuova e speciale attrattiva.
"Comunque, non ti ho ancora ringraziata per l'incontro a sorpresa con Bethany" me ne spuntai improvvisamente, incapace di sopportare quell'imbarazzante silenzio tra noi due.
Summer sembrò illuminarsi in volto: si riscosse e tornò a concentrarsi su di me. La vidi anche sorridere con aria scaltra, perché aveva chiaramente colto la nota di ironia nella mia voce.
"Io sto solo cercando di aiutarti e Bethany è una brava ragazza" si difese.
Annuii, poco convinto. "Quella che tu definisci una brava ragazza ti detesta, lo sai?"
Summer sospirò con aria grave, ma qualcosa nella sua espressione mi disse che non era davvero dispiaciuta della cosa. Forse la mia amica non era minimamente toccata dall'antipatia che Bethany nutriva nei suoi confronti. Tutto ciò che le interessava era aiutare me e le opinioni altrui non sembravano farle né caldo né freddo.
"Bethany è gelosa, posso capirla" la giustificò Summer.
"Tu ti comporteresti allo stesso modo, se fossi al suo posto?" la stuzzicai.
Summer però scosse il capo. "La capisco, ma non condivido le sue idee."
Una cameriera raggiunse il nostro tavolino e ci chiese se volessimo ordinare. Fui costretto a interrompere il discorso, ma cercai di tenere a mente tutto ciò che volevo ancora chiedere alla mia amica. Quando la cameriera se ne fu andata, tornai a parlare: "Perché pensi che dovrei uscire con Bethany? Io non ho voglia di frequentare una ragazza seria!"
Summer si sfregò le mani e ci alitò sopra contro il freddo che ancora sembrava attanagliarla. Poi alzò gli occhi verso il soffitto, forse per prendere tempo. Per un istante sospettai che stesse di nuovo evitando di parlarmi, anche se non avrei saputo indicare i motivi che la spingessero a tacere. Ma infine la mia amica si riprese con un sospiro stanco e sorrise apertamente.
"Non ti ho mica organizzato un matrimonio a sorpresa, Zayn!" scherzò con fare allegro. "Bethany mi ha scritto e io le ho dato un paio di suggerimenti."
Strabuzzai gli occhi. "Bethany ti ha scritto?!"
La mia amica fece cenno di sì con la testa. Sembrava parecchio divertita della mia reazione stupita.
"Quindi non sei stata tu a organizzare l'incontro di ieri mattina?" riflettei a voce alta.
"Non volontariamente, ecco. Io ho solo aiutato Bethany."
"E perché l'hai fatto? Che cosa ti ha promesso?"
Summer alzò le spalle e mise su un'espressione neutrale. "Non mi ha promesso nulla. Tu pensi sempre che la gente aiuti qualcun altro mossa da secondi fini, ma io non sono davvero interessata a ricompense."
A quella sua risposta sorrisi, compiaciuto. Summer parve sorpresa di ciò e distolse lo sguardo, quasi come se improvvisamente fosse colta dall'imbarazzo.
"Che c'è?" domandò, ridacchiando.
"Dimenticavo che tu sei la persona più gentile e altruista di tutta Bradford" la presi in giro.
Però, nonostante fossi ironico, ritenevo davvero Summer una ragazza estremamente generosa. Quando le chiedevo per quali motivi compiesse certi gesti, lei rimaneva sempre di stucco: nel momento in cui sceglieva di aiutare qualcuno, non pensava affatto al proprio profitto.
"So anche essere cattiva, se voglio" mi corresse lei, come se i miei complimenti fossero in verità offese.
La cameriera ritornò con i nostri due caffè espressi e posò lo scontrino del conto sul tavolino, sotto il portatovaglioli. Io non permisi a Summer di controllarlo: lo sfilai e pagai per entrambi.
"Zayn, toccava a me questa volta!" protestò la mia amica, non appena la cameriera se ne fu andata per portarmi il resto.
Le feci l'occhiolino. "E poi tu saresti cattiva? Non lasci nemmeno che ti offra un caffè..."
Summer sorrise e bevve un sorso dalla sua tazzina. Ero riuscito a zittirla, ma di certo la cosa non le dispiaceva granché.

***

Non facemmo in tempo ad oltrepassare gli imponenti cancelli della Tong High School che una pioggia battente e fastidiosa si riversò impietosamente sopra Bradford. Summer aveva proprio avuto ragione quando aveva parlato del brutto tempo e dell'influenza negativa che aveva sul suo umore. Scendemmo dalla mia automobile senza un ombrello e fummo costretti a ripararci con le cartelle. La pioggia fredda mi strappò subito al torpore del riscaldamento acceso nell'abitacolo della mia Peugeot.
Non perdemmo tempo nel parcheggio e quasi corremmo verso l'entrata del liceo. Quando fummo sotto lo stretto porticato che anticipava le porte d'ingresso, Summer si scrollò di dosso la pioggia con sguardo allibito.
"Io avevo detto che questo tempo prometteva poco di buono" mi fece notare.
"Ho già detto che odio la pioggia al mattino?" risposi.
Summer sorrise e strinse i capelli per provare a strizzare via l'acqua piovana: purtroppo ripararsi con gli zaini non era stato un buon metodo di evitare quella doccia mattutina. Io nel frattempo m'infilai tra le labbra una sigaretta e l'accesi, proteggendola con una mano contro il vento freddo che tirava quel giorno.
La porta della scuola sbatté con un colpo secco proprio in quel momento e sia io sia la mia amica ci voltammo, spaventati dal rumore. Feci in tempo solo a scorgere la chioma bionda e il fisico asciutto della mia ex fidanzata che si allonatanava velocemente dal porticato, scendendo la breve scalinata davanti ai nostri occhi. Summer la fissò senza battere ciglio, curiosa di sapere per quale motivo Emily Wood si fosse gettata incurante sotto la pioggia. Qualche secondo più tardi sopraggiunse anche Harry Styles, trafelato come se arrivasse da una lunga maratona. Non fece subito caso a me e a Summer: dapprima spiò in direzione del parcheggio e, una volta individuata Emily, ci abbandonò.
"Emily!" lo sentii esclamare.
La mia ex fidanzata fece scattare l'apertura della propria auto e vi salì senza nemmeno voltarsi.
"Emily, ascoltami!" urlò ancora Harry, che la raggiunse e batté i palmi contro il finestrino della macchina.
Mi voltai verso Summer, mentre la sigaretta tra le mie dita si consumava lentamente senza che la fumassi. In un primo momento la mia amica non si mosse e restò impalata a osservare la scena che ci si presentava davanti; dopo un po', però, si riscosse e prese a sogghignare tra sé e sé. Mi guardò tutta soddisfatta e ricercò nel mio sguardo segni che confermassero il suo compiacimento.
"Che cosa ti avevo detto?" fece. "Harry Styles è troppo complicato per quella poveretta."
"Sai, Summer" dissi, aspirando poi dalla sigaretta e rilasciando una nuvoletta di fumo, "non riesco davvero a essere dispiaciuto per Emily. Dicono che ciò che fai nella vita ti ritorna indietro prima o poi..."
Lei annuì lentamente. "Sei stato fortunato, perché non hai nemmeno avuto bisogno di vendicarti."
"In realtà ci ho provato" le feci presente.
Summer aprì bocca ma non riuscì a rispondermi perché in quel momento le voci di Harry ed Emily riempirono lo spazio attorno a noi, impossessandosi di nuovo della nostra attenzione.
"Io ti lascio. Giuro che lo faccio!" strillò Emily, fradicia dalla testa ai piedi.
Harry la stava conducendo verso l'entrata trattenendola per un polso. Mi parve immensamente stanco: teneva gli occhi bassi e non faceva nulla per rispondere a tono alla sua fidanzata, che al contrario sembrava parecchio concitata.
"Emily, calmati adesso" le impartì Harry.
Salirono le scale, ma non appena videro me e Summer fermi proprio davanti all'ingresso si bloccarono. Emily aveva pianto: lo potei constatare dal trucco nero sbavato sotto gli occhi. Harry, invece, non sembrava aver fatto molto caso alla mia presenza: guardava in direzione di Summer come se avesse appena assistito alla comparsa di un fantasma.
"Ciao" salutammo io e la mia amica all'unisono; ci guardammo con fare divertito ma non aggiungemmo altro.
"Ciao, Zayn" mi salutò Emily, la voce rotta da un'emozione che non riuscii a definire.
La guardai e lei ricambiò la mia attenzione. Tutto ciò che vidi in quel momento, però, fu la pena che lei mi ispirava: piangeva, litigava e cercava di commuovermi con quei suoi sguardi addolorati.
"Ciao, Summer" salutò Harry. "Non sapevo che... voi due foste amici."
Summer mi guardò di nuovo e io mi voltai verso Harry: avrei tanto voluto che parlasse con me anziché evitare il mio sguardo. Io e lui avevamo un conto in sospeso e la voglia di distruggerlo di botte non mi era ancora passata del tutto.
"Zayn è un ragazzo incredibile!" esclamò Summer con tono ammirato; la vidi rivolgersi anche verso Emily, la quale distolse il proprio sguardo, infastidita. "Mi dispiace davvero molto che voi due non vi piacciate."
Harry gesticolò con la mano libera e tornò a concentrarsi sulla propria fidanzata: "Andiamo?"
Emily, comunque, non smise di guardarmi: nei suoi occhi lessi una disperata supplica. Forse la mia ex cercava perdono, forse cercava un modo di riparare ai danni combinati.
"Ciao, Zayn. Ci vediamo" mormorò, passando oltre ed entrando nell'edificio alle mie spalle.
Summer seguì con lo sguardo la coppia, che scomparve ben presto nell'androne della Tong High School. Quando fummo di nuovo soli, lei mi guardò e spalancò la bocca: mi aspettavo un'opinione, un commento, magari anche un'offesa gratuita, ma tutto ciò che lei fu capace di fare fu ridere. La tensione accumulata negli ultimi tre minuti si sciolse come neve al sole e anch'io risi assieme a lei.
"Li hai visti? Sono sicura che Emily tornerà da te prima o poi" sentenziò Summer.
Spensi la sigaretta ormai consumata a metà e la gettai via. Allungai un braccio attorno alle spalle della mia amica e mi feci strada verso le porte della scuola.
"Mi aiuterai a trovare un modo efficace di rifiutarla?" chiesi.
"Proverò di nuovo a mentire sul tuo conto."
"Mentire sul mio conto?" ripetei.
Summer annuì, entusiasta. "Fingermi una tua fan sembra infastidire parecchio la tua ex."
Risi e scacciai la ragazza dal mio fianco. Entrammo a scuola accolti dall'aria calda che si respirava all'interno. Mi ripromisi di non mettere più piede fuori casa una volta terminate le lezioni: probabilmente Summer mi aveva trasmesso il suo odio per il cielo nuvoloso e le secchiate d'acqua che ci riservava.
"Stavo pensando che il tuo nome è proprio azzeccato" le feci notare poco dopo, mentre ci avviavamo lungo il corridoio preso di mira da tanti altri studenti che, in assenza del bel tempo, si erano dovuti rifugiare al caldo. "Sei una delle persone più solari ed espansive che abbia mai conosciuto. Adesso capisco perché detesti così tanto la pioggia."
Summer ridacchiò, sicuramente d'accordo con ciò che avevo appena detto. "Io penso che tu..."
Ma Summer non ebbe il tempo di terminare la sua frase. Io mi sentii travolgere dal peso di qualcuno arrivato in quel momento e balzatomi addosso senza pietà. Per poco non crollai a terra, e solo in un secondo momento realizzai che a darmi il benvenuto in quella strana maniera era stato proprio Louis Tomlinson. Mi raddrizzai e voltandomi trovai i suoi begli occhi chiari incollati al mio viso.
"Ma sei pazzo?!" esclamai, sorpreso di non essere rotolato a terra come un deficiente.
Il mio amico rise a voce alta, Summer si scostò leggermente da lui come se temesse che potesse toccarle la mia stessa sorte. Niall arrivò subito dopo, salutandomi con un semplice cenno del capo e un sorrisetto allegro.
"Lou', sei un idiota. Provaci un'altra volta e ti spezzo le gambe" lo redarguii, ingigantendo le cose.
Louis sbuffò, annoiato da quelle minacce. Poi si degnò finalmente di guardare alla sua destra, dove una Summer ancora stupita lo fissava con tanto d'occhi.
"Ti ho fatto per caso sfigurare davanti alla tua accompagnatrice?" scherzò, rivolgendosi a me ma fissando lei.
Chiusi per un attimo gli occhi: ecco che era arrivato il tanto temuto momento dell'incontro ufficiale. Louis aveva finalmente l'opportunità di parlare alla mia amica faccia a faccia, magari anche deridendola senza alcun riguardo. Non volevo difenderla troppo tenacemente, altrimenti Louis avrebbe pensato male di me, ma allo stesso tempo non ero sicuro di quanto Summer avrebbe resistito sotto gli attacchi di un ragazzo sfrontato come il mio amico.
"Lou'..." mormorai, stizzito.
Summer, però, non si perse d'animo e sorrise apertamente a Louis.
"Finalmente ti vedo all'opera!" esclamò. "Zayn parla spesso di te e di Niall."
Louis, sebbene in un primo momento si fosse ritrovato spiazzato dal brio della mia amica, si riprese ben presto rispondendole: "Lo immaginavo, ormai siete molto intimi."
Ma perché Louis non imparava a tacere una buona volta? Il tono provocatorio con cui aveva pronunciato la parola 'intimi' rimbombò nella mia testa come un'eco infinita. E se Summer si fosse insospettita delle frecciatine di Louis?
"Percepisco una certa ostilità nella tua voce" constatò Summer in tutta calma. "Ho per caso interrotto sul nascere una relazione omosessuale?"
Sia io sia Niall scoppiammo inevitabilmente a ridere. Louis fu l'unico che non assecondò la battuta di Summer: rimase serio e la squadrò con sincero stupore. Ero certo che non si fosse aspettato una replica così decisa.
"Allora sei davvero simpatica!" rispose Louis, tornando ad adottare il suo solito tono strafottente. "E io che pensavo che Zayn avesse pessimi gusti..."
Summer sorrise. "Mi piacerebbe davvero poter dire lo stesso di te..." fece subito dopo, fingendosi dispiaciuta.
Io e Niall tornammo a ridere senza freni, di fronte a un Louis sempre più irritato. Lui e Summer non si erano mai rivolti la parola prima di quel giorno e sicuramente non si era aspettato una ragazza dalla lingua tanto affilata. In un certo senso, i miei due amici sembravano somigliarsi più del previsto.
Louis, dal canto suo, non si lasciò sconfortare dall'abilità di Summer nello smontare i suoi scherzetti ironici; sorrise con calma e porse la propria mano alla ragazza che gli stava davanti. Summer non esitò e la strinse, rispondendo con un sorriso ancor più cordiale.
"Sembri un osso duro. Forse un po' illusa, perché non sarai mai ai miei livelli, ma sei migliore di quanto pensassi all'inizio" si complimentò lui con assoluta sincerità.
La mia amica alzò le sopracciglia, divertita e sorpresa al tempo stesso. Louis non aveva di certo problemi nell'esprimere le proprie idee.
"Quindi per piacere a uno come te bisogna darci dentro con insulti e cattiverie?" fece lei in tutta risposta.
Niall ridacchiò e si avvicinò a loro due. Toccò anche a lui presentarsi ufficialmente, e Summer parve subito prenderlo in simpatia. Sicuramente con lui non si sarebbe permessa di parlare come con Louis, il quale mi guardò e commentò: "Non mi stupirei di scoprire che morde anche."
Summer non si scompose, mi lanciò un'occhiata veloce e sorrise di sottecchi. Non riuscivo a capire cosa pensasse realmente di Louis: lo detestava oppure sotto sotto le piaceva il suo modo di provocarla?
"Credo che la conversazione a proposito della mia innata cattiveria dovrà essere rimandata" annunciò lei, guardandoci a uno a uno. "Io vado in classe."
"Perché fuggi proprio quando iniziamo a divertirci?" ironizzò Louis.
Summer gli rivolse la propria espressione più dolce. "Scusa, ma non vorrei rischiare di esaurire la scorta di cattiverie al nostro primo incontro. Ci rifaremo al prossimo."
Questa volta anche Louis sorrise. Summer salutò i miei due amici e poi si avvicinò a me: aveva una strana espressione dipinta in volto. In quel momento mi diede l'impressione di essere una bambina che, con gli occhioni spalancati e un sorrisetto furbesco, cercava di nascondere la marachella appena combinata.
"Ciao, Zayn. Ci sentiamo" si congedò.
Le sorrisi e percepii chiaramente una strana sensazione all'altezza del petto. Ero fiero della sua maniera di difendersi contro gli ingiusti attacchi di Louis, ma nei recessi della mia mente sentivo che quello non bastava a spiegare lo strano sentimento che mi si era incollato addosso con presa ferrea.
"Lou', sei proprio uno stronzo" commentai non appena Summer fu abbastanza lontana dal punto in cui ci trovavamo.
Il mio amico aveva ancora gli occhi puntati nella direzione in cui lei era sparita. Senza muoversi di un millimetro, rispose: "Dopo averla conosciuta di persona, riconfermo ciò che già ti ho detto: devi starle alla larga."
Niall s'intromise, esprimendo gli stessi dubbi che torturavano la mia mente: "Eppure sembrava piacerti!"
Louis guardò prima verso di lui, poi spostò i propri enigmatici occhi su di me e disse: "È proprio questo il punto: ho capito che Summer è quel tipo di ragazza che può conquistare qualsiasi ragazzo. Anche uno di noi tre."

***

La mia vita si era fatta così movimentata ed eccitante che tutto a un tratto le lunghe mattinate trascorse tra i banchi di scuola mi apparivano come una mera perdita di tempo. Non riuscivo quasi più a prestare attenzione ai professori, studiare aveva perso d'importanza e tutto ciò a cui pensavo erano il canto e la novità del gruppo che avevo con i miei nuovi migliori amici. Fisicamente mi trovavo tra le mura sicure della Tong High School, ma mentalmente vagavo per spazi e universi completamente differenti. Ormai la musica si era conquistata il mio cuore, non facevo altro che parlare dei miei progetti con chiunque mi capitasse a tiro: Louis e Niall, i quali mi appoggiavano al cento per cento, i miei genitori, le mie sorelle, Summer, Mark, Tom e Travis. Nessuno sfuggiva a quell'argomento, prima o poi. Durante le noiose lezioni di Chimica o di Geografia diventava inevitabile sognare ad occhi aperti: l'aula dalle pareti chiare scompariva, il banco si trasformava in un palcoscenico e i miei compagni negli spettatori che un giorno avrebbero cantato i ritornelli delle mie canzoni.
Non riuscivo a impedirmi di pensare in grande. Da quando Louis e Niall mi avevano spronato ad entrare nel loro gruppo, io vedevo un futuro luminoso davanti a noi tre. Vedevo successo, vedevo dischi, vedevo tour. Forse stavo esagerando un tantino con l'ottimismo, ma la mia voglia di mettermi in gioco era così forte da non riuscire a trattenermi. Non avevo rivelato a nessuno quelle mie aspirazioni così grandiose: un po' mi sentivo in imbarazzo a pretendere così tanto da me stesso. Non mi ero ancora esibito davanti a un vero e proprio pubblico e, di tanto in tanto, il timore di non essere poi così talentuoso come credevo mi assaliva come una bestia feroce, togliendomi il coraggio che tanto mi piaceva ostentare.
Fui strappato a quei pensieri dall'intensa vibrazione del mio telefonino nella tasca dei pantaloni. Lo poggiai sulla mia gamba e con l'indice sbloccai lo schermo: Bethany mi aveva inaspettatamente scritto un messaggio, il primo da quando ci eravamo scambiati i numeri di telefono.
"Ciao, Zayn. Oggi pomeriggio sarai alle prove del gruppo teatrale?"
Ignorai il numero spropositato di emoticon che la ragazza aveva inserito al fondo del messaggio e composi una breve risposta.
"Ciao, Bethany. Sì, perché?"
Posai di nuovo il telefonino in tasca e appoggiai il mento al palmo della mano, mentre con l'altra rigiravo il piccolo portachiavi a forma di Z che avevo attaccato all'astuccio.
Non avevo molta voglia di uscire con Bethany il sabato successivo. Ormai avevo acconsentito ad accompagnarla alla festa dei suoi amici, ma l'idea di essere vincolato a lei non mi andava a genio. Pensai che sarebbe stato opportuno estendere l'invito anche a Niall e a Louis: non volevo rischiare di ritrovarmi incollato alla gonna di Bethany per tutta la serata.
Sentii vibrare di nuovo il telefono e smisi di pensare alla festa che mi aspettava.
"Anch'io sarò a scuola fino al pomeriggio. Ti va di aspettarmi all'entrata? Devo parlarti."
Sospirai, mi passai una mano tra i capelli. Intercettai l'occhiata ammirata di Kate, che ancora non si era rassegnata alla mia drastica perdita d'interesse nei suoi confronti. La vidi sorridere maliziosamente, ma non disse una parola. Poi scorsi anche altre due mie compagne di classe, Daisy e Rebecca, sbirciare nella mia direzione con aria profondamente interessata. Lanciai un sorriso casuale a nessuna delle tre in particolare e tornai al mio cellulare. Scrissi brevemente: "Certo, ci vediamo verso le cinque all'entrata. Buona giornata!"
Sbuffai e cercai riparo nei miei soliti gloriosi sogni di fama e successo. Speravo soltanto che Bethany non mi trattenesse troppo a lungo: quel pomeriggio io, Louis e Niall avremmo finalmente provato insieme e non volevo che lei diventasse un ostacolo.

***

"... E vogliamo parlare di canzoni come Don't Look Back in Anger o Supersonic?"
"Carine, ma non possiamo farci conoscere come una cover band degli Oasis. Saremo etichettati a vita, capite?"
"Tu e le tue etichette! Suonare tre canzoni di un gruppo non significa diventarne cover band ufficiale."
"Io penso che non ci sia nulla di male in Supersonic, ma Don't Look Back in Anger non mi è mai piaciuta molto."
"Vedi, Niall? Zayn è d'accordo con me!"
"Se non altro, lui non ha escluso a priori gli Oasis..."
Sorrisi e annuii di fronte all'espressione esasperata di Louis. Lui e Niall stavano discutendo da quasi mezz'ora a proposito della nostra prima scaletta musicale: quali gruppi suonare, quali accantonare fin da subito, quali prendere in considerazione in futuro. E se Niall era un grande sostenitore di gruppi musicali come gli Oasis, Louis al contrario vi si opponeva con tenacia: secondo il suo parere noi ci saremmo dovuti ispirare maggiormente a gruppi o cantanti con carisma e fascino, personaggi in grado di darci visibilità.
"Io propongo gli Arctic Monkeys" fece in quel momento Louis.
Li guardai entrambi e sorrisi. "Sì, perché no? Hanno composto certe canzoni davvero spettacolari."
Niall ci rimuginò sopra più a lungo, ma alla fine si arrese ed annuì. "Be', cantando I Bet You Look Good on the Dancefloor di certo acquisteremo visibilità."
"Senza contare lo spropositato numero di donzelle che cadranno ai nostri piedi" osservò Louis.
Risi e aprii la porta d'ingresso della Tong High School, lasciando passare per prim i miei due amici, che in spalla reggevano le loro cartelle e le custodie con dentro le chitarre.
"Io non stavo esattamente pensando a questo, ma non mi dispiacerebbe essere conteso tra più ragazze alla fine di ogni concerto" scherzò Niall.
Scendemmo gli scalini e ci avvicinammo all'auto del nostro amico, parcheggiata proprio di fronte all'ingresso. Niall l'aprì e posò la propria roba all'interno, poi tornò a guardare nella nostra direzione sfregandosi le mani con fare eccitato.
"Non vedo l'ora di cominciare a suonare!" esclamò.
Louis sorrise e tirò più su la cartella. "Io vado, così non perdiamo tempo."
Solo a quelle sue parole io mi ricordai di Bethany e dell'appuntamento che ci eravamo dati. Mi battei una mano in fronte ed esclamai: "Ragazzi, ho dimenticato di fare una cosa. Voi andate pure, io vi raggiungerò dopo!"
Niall e Louis si guardarono con aria perplessa: a nesusno di loro due avevo spiegato di Bethany e dei suoi tentativi di seduzione. Le ragazze con cui i miei amici avevano trascorso la nottata del sabato precedente non si erano spinte oltre il semplice sesso come si era permessa invece la mia nuova spasimante.
Mi voltai e corsi via dalla macchina di Niall, salii di corsa i gradini e arrivai alla porta d'ingresso del liceo. Ma non feci in tempo ad allungare la mano verso la maniglia, che questa si spalancò e per poco non mi colpì sul naso.
Davanti a me comparve proprio Summer, colta in un momento d'ilarità assieme ad altri due suoi compagni di teatro. Appena si accorse di me e della tragedia sfiorata, scoppiò ancor più a ridere e mi salutò con un allegro: "Scusami, Zayn!"
Non mi ero aspettato di rivederla dopo le sue prove. Scossi la mano e ricambiai il suo sorriso. "Ciao, Summer."
Mi accorsi di aver interrotto la conversazione che stava intrattenendo con i suoi due amici, ma non riuscii a sentirmi in colpa. Lei, dal canto suo, non parlò, forse in attesa che io proseguissi.
"Hai un attimo di tempo? Vorrei chiederti una cosa" esordii subito dopo, preso in contropiede dal silenzio che si era posato su noi quattro.
Lanciai un'occhiata sfuggente ai due sconosciuti e li vidi concentrarsi sulla ragazza che stava in mezzo a loro. Era una mia impressione o sembravano stizziti per via dell'interruzione?
"D'accordo" acconsentì la mia amica, che non parve affatto dispiaciuta. Guardò i suoi amici e li salutò con poche frasi di scusa, rimandando al giorno seguente i loro discorsi a proposito dello spettacolo di Chad. Quando fummo di nuovo soli, mi mise addosso uno dei suoi sguardi interrogativi.
"Che c'è, Zayn?" domandò, circospetta.
Sorrisi con fare sprezzante. "Niente, volevo solo mandarli via."
Summer si trattenne dal commentare, ma la vidi farsi più perplessa. Io scoppiai a ridere e non le ci volle molto prima di imitare il mio esempio.
"Sei davvero un doppiogiochista! E io ti ho pure creduto!" rise.
"Ehi, Summer, mi accompagneresti dentro?" cambiai velocemente discorso, indicando l'atrio della scuola alle sue spalle.
Summer corrugò la fronte. Allora, con un sospiro annoiato le spiegai: "Devo vedere Bethany. Mi ha detto di volermi parlare."
Summer aprì bocca, contraddetta, però non disse nulla. La richiuse e guardò verso il parcheggio con aria indecisa.
"Io non... credo sia una buona idea" rispose infine. "Bethany mi detesta."
Sbuffai come se quello fosse un dettaglio senza importanza. In verità la mia amica aveva ragione: Bethany nutriva una sincera antipatia per lei e naturalmente ogni volta che mi incontrava la trovava sempre al mio fianco. Ma tutto ciò a me non interessava affatto, perché, oltre ad adorare la compagnia di Summer, grazie a lei avrei avuto anche la scusa perfetta per congedarmi velocemente da Bethany.
"Dai, perché ti interessa cosa pensa di te? Farò in fretta e poi ce ne andremo" insistetti.
Summer scostò uno dei lembi della sua calda sciarpa grigia e controllò l'ora sul proprio orologio da polso.
"Dovrei anche ritornare a casa..."
"Summer, ormai ho imparato a distinguere le tue bugie."
"... ho ancora parecchio da studiare" proseguì lei, sorridendo sfacciatamente.
Mi avvicinai a lei e le tappai la bocca senza preavviso. Summer mi lasciò fare ma la sentii soffocare una risatina sciocca. La condussi all'interno del liceo e solo quando fummo nei paraggi della segreteria levai la mia mano dalla sua bocca.
"Promettimi che faremo in fretta. Non mi va di stare qua in mezzo a te e a Betha..."
"Ciao!"
Io e Summer voltammo il capo contemporaneamente: la voce di Bethany si era sentita in modo chiaro nel corridoio quasi del tutto vuoto.
La bella ragazza bionda che ci aveva appena raggiunti lasciò prima vagare il proprio sguardo sulla mia accompagnatrice: subito scorsi un velo di rabbia oscurarle il volto. Non mi sentii colpevole di ciò, anche se lo ero a tutti gli effetti. Summer, al contrario, sorrise e la salutò senza tentennamenti.
"Pensavo saremmo stati soli..." attaccò subito Bethany, tornando a rivolgersi a me.
Alzai le spalle. "Io e Summer torneremo a casa insieme, quindi le ho chiesto di aspettarmi un attimo."
Bethany sembrò ancor più scioccata alla notizia che io e Summer fossimo così amici da tornare a casa insieme dopo scuola. Con la coda dell'occhio vidi Summer voltarsi in fretta verso di me, forse colpita da quella bugia che l'avrebbe irrimediabilmente messa in cattiva luce.
"Ah, capisco" replicò Bethany, una nota di malcelato fastidio nella voce. "Cercherò di non trattenervi troppo a lungo, in questo caso: vorrei sapere se questa sera ti andrebbe di vederci..."
Mi sarei dovuto aspettare un'altra delle sue insistenti proposte. Perché non ci avevo pensato prima e non avevo rifiutato quell'incontro?
"Io..."
"Ma certo, Bethany!" esclamò Summer, poggiando una mano sulla mia spalla. "Zayn mi stava proprio spiegando poco fa che questa sera sarebbe voluto andare in un certo locale in centro città. Come hai detto che si chiama, Zayn?" fece poi rivolta a me.
La fulminai con la mia peggiore occhiata di rimprovero e lei fece finta di nulla. Per quale maledetto motivo si era messa in mezzo per costringermi a uscire con Bethany? Guardai di nuovo quest'ultima, in attesa di sapere il nome del locale.
"Si chiama..."
Summer mi lanciò un'occhiata eloquente, come a spronarmi a parlare per evitare figuracce.
"Si chiama Club 8" conclusi, sperando che Bethany conoscesse e soprattutto detestasse il posto.
Ma le mie speranze furono spazzate via dal cenno di consenso che questa mi rivolse. "Oh sì, ne ho già sentito parlare!"
"Ottimo!" si mise in mezzo Summer, e questa volta nemmeno io mi risparmiai dallo squadrarla con fare stizzito.
"Passerò a casa tua verso le nove, va bene?" chiesi a Bethany, ormai rassegnato.
Lei annuì con evidente entusiasmo. E probabilmente la cosa sarebbe finita lì, con Summer che, per chissà quali motivi, era riuscita a incastrarmi un'altra volta e io che mi ero lasciato abbindolare da Bethany, se non fosse stato per la piccola ripicca che mi venne in mente in quel momento.
"Ah, Summer!" feci, tornando a guardare la mia amica.
Questa sembrò per la prima volta sorpresa di essere tirata in causa.
"Non mi avevi detto di voler chiedere quella cosa a Bethany?" la stuzzicai, cercando di metterla in difficoltà come lei aveva fatto con me.
Summer parve capire al volo le mie intenzioni e richiuse la bocca aperta per lo stupore. Bethany la fissò, sempre più infastidita dall'evidente complicità che la legava a me.
"Io non vo..." tentò Summer.
Io fui più veloce e l'interruppi: "Summer voleva chiederti di poter partecipare alla festa di sabato, ma è troppo timida."
Vidi la mia amica imbronciarsi: era più offesa per il mio passo falso o perché l'avevo definita timida?
Bethany, dal canto suo, sembrava aver appena ingerito una medicina amara. Non si era aspettata quella proposta e, certa com'era che fosse opera di Summer e non un mio scherzo ai suoi danni, non poté fare a meno di mostrarsi scocciata.
"D'accordo" si arrese infine, pur contraria. "Vedrò che cosa posso fare."
Annuii soddisfatto e controllai la reazione della mia amica: mi stava puntando come se fosse sul punto di uccidermi.
"Sei contenta, Summer?" la provocai.
Lei strinse gli occhi in un'espressione infastidita ma sorrise. "Molto. Grazie, Zayn."
Entrambi ci voltammo verso Bethany, che non vedeva chiaramente l'ora di potersene andare: la presenza di Summer era davvero poco gradita, sembrava infastidirla come uno sciame di vespe pronte a pungerla.
"Ci vediamo stasera, allora" concluse.
Annuii e lei inaspettatamente mi si avvicinò; mi diede un leggero bacio a fior di labbra e sorrise. "Ciao."
La salutai con un cenno della mano. Lei non calcolò Summer, si diresse all'uscita e scomparì.
E fu allora che mi sentii colpire all'altezza della nuca.
"Ahi! Che diavolo...?"
"Ti sta bene!"
Fermai Summer prima che potesse colpirmi di nuovo, bloccandola per i polsi. Lei mi mise addosso uno sguardo imbronciato e io non potei fare a meno di scoppiare in una grossa risata.
"Siamo pari, Summer!" le feci notare. "Tu hai incastrato me, io ho incastrato te."
Lei riuscì a liberarsi dalla mia presa e sospirò sonoramente. "Io non voglio partecipare a quella festa!" sbottò.
Feci spallucce. "E io non voglio uscire con Bethany stasera, ma dovrò."
Summer non mutò la propria espressione contraddetta e ciò mi fece pensare che fosse irrimediabilmente arrabbiata con me. Ma poi la mia amica distolse lo sguardo per un attimo e quando tornò a guardare nella mia direzione, la vidi sforzarsi per riuscire a trattenere un sorrisetto sghembo.
"Stiamo bruciando le tappe, Zayn: io comincio già a odiarti" disse, ironica.
Le stampai un bacio sulla fronte, che lei provò inutilmente a schivare.
"Anch'io ti voglio bene, Summer" la canzonai.

***

"I need to be myself, I can't be no one else, I'm feeling supersonic, give me gin and tonic, you can have it all but how much do you want it?" cantai per primo, accompagnato dalle chitarre dei miei due amici.
E improvvisamente una nota stonò nella melodia generale e il suono di una delle due chitarre venne a mancare. Mi voltai alla mia destra e vidi anche Niall smettere di suonare. Entrambi ci rivolgemmo verso Louis, che si era allontanato dal centro della stanza per raggiungere la finestra del seminterrato di casa Horan.
"Lou', ma che ti prende?!" esclamò un attonito Niall.
Louis si sfilò la tracolla della chitarra e poggiò lo strumento a terra. Poi guardò Niall dritto negli occhi e gli domandò: "Tu che cosa ne pensi?"
Il biondo aggrottò la fronte. "Non siamo male. Perché? Non sei d'accordo?"
Louis sbuffò, irritato da qualcosa che non riuscivamo a capire. Io temetti che quella rappresentasse la fine dei miei grandi sogni: Louis si era accorto che valevo poco o niente e non sapeva come comunicarmelo. Ecco la verità.
"Non siamo male, ma non siamo nemmeno grandiosi come mi sarei aspettato" confessò Louis. Mi guardò con aria seria. "Tu sei bravo, Zayn. Dico sul serio, sono sbalordito dalle tue capacità. Ma sento che questa non è la strada giusta per noi."
Niall lasciò ricadere le braccia con fare deluso. "Che cosa? Stai dicendo che il gruppo..."
Louis alzò le braccia per zittirci. "Non sto dicendo quello che pensate voi. Non voglio tirarmi indietro."
Io e Niall ci scambiammo un'occhiata perplessa. Avevo come l'impressione che Niall stesse perdendo sempre più la pazienza.
"Dobbiamo rivoluzionare il nostro stile" sentenziò infine Louis. "Abbiamo tre voci diverse, forse adatte ad altrettanti generi diversi. Dobbiamo trovare la nostra via, cantando canzoni che suonino davvero nostre."
"Per riuscirci dovremmo comporle" lo prese in giro Niall.
Io e lui ridacchiammo, ma Louis rimase serio.
"Dai, Lou', fatti una risata!" sdrammatizzai. "Queste sono le nostre prime prove insieme, non importa se non siamo perfetti."
"Lui non ammette nessuna classificazione che non rasenti la perfezione, farai meglio ad abituartici" mi spiegò Niall.
"Ragazzi, dovrò pensare a una soluzione" annunciò Louis, ignorandoci. "Che ne dite se per oggi le prove terminano qui?"
"Ma..." obiettò Niall, interrompendosi subito dopo; prese un profondo respiro e infine si arrese. "D'accordo."
Era inutile provare ad opporsi a Louis: era un trascinatore di folle e riusciva sempre a ottenere l'approvazione degli altri. Anche quando ciò significava interrompere le prove del nostro gruppo dopo poco più di un'ora.
"Va bene" acconsentii anch'io. "Spero solo che il progetto non salti per colpa di questi dubbi."
Louis sorrise e scosse il capo. "Non lascerò che succeda. Siamo un gruppo e faremo vedere a tutti che siamo nati per questo!"
Io e Niall sorridemmo a quelle parole: questo era lo spirito giusto per affrontare la situazione.





Privjet ragazze! :)
State bene? Siete riuscite ad arrivare alla fine del capitolo? Bene, io spero di avervi incuriosite abbastanza, a questo punto. A partire dal titolo del capitolo.
Allora, questa cosiddetta "stranezza di Summer" era solo un assaggio, perché nei prossimi capitoli la cosa tornerà e... insomma, Zayn è un ficcanaso, tutto qui.
Sulla band, be' be' be'... non volevo/potevo lasciare che le cose fossero così semplici: Louis non è convinto del genere musicale che si sono ripromessi di suonare e non gli interessa sembrare arrogante, lui le cose o le fa bene o non le fa. Quindi, nei prossimi capitoli capirete... Diciamo che lo sto innalzando a leader della situazione, ma che ci volete fare, mi piace in questo ruolo! ;)
Ma veniamo alla mia parte preferita: Summer e Louis. Dal momento che non voglio che questa storia sia la solita raccolta delle "best parolacce e bestemmie evah", non li ho messi uno di fronte all'altra per insultarsi a manetta. Anzi, alla fine non sarà la solita storia di odio e inimicizie.
Ora lascio la parola a voi: che ne pensate? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, oggi mi sono soffermata più a lungo del solito nel commentarlo... pardon!
Ringrazio endlessly le lettrici che mi stanno seguendo chapter by chapter, e anche quelle che mi fanno pressioni psicologiche perché pubblichi un minuto dopo aver postato un nuovo capitolo (infatti questo lo dedico a una sconsolata amica che ieri non ha vinto un meet&greet... here is your consolation prize! ;))
E niente, vi saluto calorosamente. Ci vediamo al prossimo capitolo!



Martina

Ps. Quasi dimenticavo! Il banner è una gentilissima concessione di una vecchia lettrice che con queste cose ci sa davvero fare! ;)
   
 
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