Beyond Good And Evil
Chapter 3.
"Too
Far From Here"
Inoichi
rientrò fischiettando in casa. Lasciò l'ombrello nell'ingresso, in modo che
sgocciolasse ben bene sul pavimento - per la gioia della moglie che avrebbe
dovuto ripulire il tutto - ma non ci pensò: quel giorno era stranamente
allegro, senza una ragione particolare. Nemmeno la pioggia che scrosciava da
giorni l'aveva demoralizzato.
Entrò in cucina, attirato dal delizioso odorino che
giungeva dai fornelli: riconosceva a un chilometro di distanza la mano
raffinata di sua figlia in cucina da quella più mediocre della moglie.
-"Allora Ino-chan, cosa
prepari al tuo papino?"- domandò amorevolmente Inoichi, avvicinandosi alla figlia.
L'uomo ebbe un sussulto, con tanto di un leggero balzo
all'indietro, quando i suoi occhi incontrarono il rosso vivo del sangue che
imbrattava gli abiti di Ino.
-"Tesoro! Cos'è successo?!"- trasalì Inoichi, afferrandola per il polso e obbligando la figlia a
voltarsi verso di lui.
Negli occhi di Ino, però, non vi era parvenza di vitalità.
Erano spenti, vuoti, vitrei, lontani da dove si trovava il suo corpo.
Allarmato, l'uomo scosse con forza la ragazza, facendola
ridestare da quello stato di incoscienza con un sussulto.
-"Ino!"- la richiamò, ansioso.
-"...papà..."- sussurrò la biondina, smarrita.
-"Cosa... cosa hai fatto?"- domandò Inoichi, guardandole la mano solcata da un profondo taglio.
La Yamanaka si voltò, guardando il coltello insanguinato
finito a terra, senza ricordare come.
-"Mi sono tagliata e mi sono un po' impressionata per
il sangue. Tutto qui. Vado su a medicarmi!"- cercò di giustificarsi in
fretta Ino, risultando non solo nervosa, ma anche vagamente spaventata.
Fuggì in camera sua ignorante i richiami ansiosi del
padre, che però desistette con un sospiro rassegnato: del resto, ultimamente la
figlia si comportava sempre più inspiegabilmente.
Ino frugò nella sua borsa da medic-ninja,
afferrando delle garze, con cui si bendò alla bell'e meglio la mano ferita. Si
lasciò scivolare contro la parete della stanza, prendendo a respirare più
intensamente.
Lasciò vagare il suo sguardo per la camera, apparentemente
tranquilla e disinteressata. Non le importava più il pulsare bruciante sul
palmo della mano. Forse, non le importava più nemmeno di quel luogo. Sentiva di
essere distante, sentiva che il freddo che provava in quei giorni - soprattutto
dopo la partenza di Shikamaru e Choji - si era intensificato, si era
appropriato del suo corpo, della sua mente, del suo cuore.
Non percepiva neanche più la sua presenza: non
capiva se era la forza dell'abitudine per quegli sguardi glaciali, o forse il
misterioso pedinatore l'aveva fatta finita. Non le importava neanche più di
quello. Almeno, la pazzia paranoica che l'attenagliava
si era placata. O forse non se ne rendeva conto... ma ne era completamente
vittima.
Ino alzò lentamente una mano, accarezzando il ciondolo a
forma di goccia capovolta che le pendeva dal collo. Lasciò scivolare il
polpastrello sulla parte superiore tondeggiante, scheggiata ai lati e nella
parte inferiore. Accarezzò le incisioni di quelle lettere di un alfabeto
straniero illeggibili, logorate dal tempo.
La ferita alla mano prese a bruciarle più forte non appena
l'avvicinò al ciondolo d'argento. Ino si fissò la mano fasciata come
affascinata da quella reazione improvvisa e prese a slegare la benda
velocemente. Poggiò il ciondolo sul taglio sanguinante, ed improvvisamente fu
come se tutto intorno a lei fosse diventato luce.
Lo rivide chiaramente, come se fosse stato con i proprio
occhi... e forse, erano i suoi occhi.
Il gazebo bianco avvolto dalle rose rosse, i petali che le
cadevano addosso dal soffitto, come una lieve e delicata pioggia scarlatta. Il
petto che bruciava, pulsava, mentre qualcosa di umido e caldo le sgorgava dal
ventre, imbrattando il suo bel abito bianco.
Le piaceva quell'abito. L'aveva visto dalla sarta e se
n'era subito innamorata. Era perfetto per quel ballo, se solo... e poi... il
pugnale... il suo pugnale...
Ino trasalì, scossa da quella visione incontrollabile che
le era apparsa davanti agli occhi, come se la stesse vivendo (o rivivendo)
in quel momento.
Il sangue aveva ripreso a sgorgarle copioso dalla mano e
in un attimo, tutto fu chiaro.
Ricordava, adesso: poco prima stava cucinando
tranquillamente, la testa altrove, lontano da lì, probabilmente ancora una
volta a Suna. Sì, inevitabilmente era tornata a
pensare a Shikamaru e... e poi, improvvisamente, il grosso coltello utilizzato
per tagliare la carne, aveva rapito la sua attenzione. Lo scintillare della
lama larga e affilata l'affascinava così tanto da renderla magnetica. Tutto era
svanito improvvisamente nel vuoto: come preda di un raptus violento, senza
logica né ragione, istinto allo stato puro, quella lama così invitante era
affondata nel palmo della sua mano, desiderosa di macchiarsi del suo sangue e
di sentirla soffrire. Proprio come allora...
A quel punto, i pensieri si fusero, diventando un confuso
groviglio di immagini senza senso nella testa di Ino. La cucina, il gazebo, il
coltello, i petali di rosa, il ciondolo, il vestito bianco, il sangue... tutto
prese a vorticare vertiginosamente in quella stanza, come se fossero entità
concrete, fondendo realtà e finzione, senza permettere a Ino di capire dove si
trovasse realmente.
Solo un gemito sommesso, e tutto svanì nelle tenebre,
ancora una volta.
Ino rimase distesa al suolo, priva di sensi, mentre il
sangue della ferita alla mano diveniva improvvisamente rappreso.
L'antico ciondolo rimase a terra, vicino alle garze
insanguinate. Vi rimase solo per pochi secondi, perché presto, con un lieve
cigolio, la finestra si aprì, permettendo all'aria umida di pioggia di riempire
la stanza della Yamanaka. Dei passi leggeri ma sonnolenti attraversarono la
camera, avvicinandosi prima al corpo privo di sensi di Ino, poi alle garze e
alla catenina.
Il ragazzo avvolto dallo spesso mantello nero si chinò
appena dall'alto del suo metro e settanta, e raccolse con un gesto rapido il
ciondolo, che lui stesso aveva fatto pervenire alla ragazza.
Sostò per alcuni secondi sulla medaglietta a forma di
goccia, dopodiché la appoggiò con grazia sul comodino di fianco a letto. Tornò
sui suoi passi, inginocchiandosi al lato del corpo di Ino, carezzandole
dolcemente la guancia pallida, provocandole ancora una volta dei caldi brividi.
Con una facilità quasi innaturale, il ragazzo la sollevò
da terra, come se fosse un'azione abitudinaria per lui. Non appena la ebbe fra
le braccia, sussultò, come scosso da un'intensa emozione.
Scosse la testa, lasciando che il cappuccio ricadesse
sulla schiena, mentre alcuni capelli corvini sfuggivano dalla pettinatura
ordinata per accarezzargli il volto.
Non perse altro tempo e adagiò Ino sul letto, coprendola
gentilmente con le coperte viola. Un'ultima carezza, dalla guancia, lungo gli
zigomi, fin alle labbra.
-"Amore mio..."- sussurrò, fissando con
desiderio le labbra rosse e morbide della ragazza, trattenendosi a fatica dal
baciarle.
Il misterioso ragazzo sospirò, indossando nuovamente il
cappuccio, e saltò agilmente sul davanzale della finestra, per poi svanire
nuovamente come un'ombra nella notte.
La vide uscire dal negozio col volto pallido e lo sguardo
basso e triste. Il passo era lento e svogliato, mentre un'aura di malinconia
l'avvolgeva, pesante.
La mano bendata cadeva molle lungo il fianco, mentre la
catenella era sempre lì, saldamente legata intorno al suo collo.
Ancora una volta, un brivido freddo e mozzafiato percorse
la schiena della Yamanaka, invitandola a respirare più a fondo: rieccolo che la
spiava. Per un po' era svanito, ma adesso era tornato in azione.
Ino dovette aumentare il passo, crucciata e infastidita,
mentre un ansioso groppo in gola per poco non la soffocava. Il respiro mancava,
gli occhi bruciavano, e il nervosismo le irritava la pelle quasi come carta
vetrata.
Dopo pochi passi, prese a correre velocemente verso il
palazzo dell'Hokage, fermandosi solo dopo averne
varcato la porta. Ino si appoggiò contro la parete, accasciandosi al suolo,
affondando il volto fra le ginocchia. Ansimante, prese a piangere, silenziosa.
-"...ancora..."- singhiozzò disperata la
biondina, realizzando di aver avuto nuovamente un attacco di panico.
Il ragazzo sospirò, una volta che Ino sparì dalla sua
visuale. Avrebbe voluto seguirla, visto che era da qualche giorno che non aveva
più occasione di vederla, ma dovette fermarsi: oggi era turno di casa Yamanaka.
Ci aveva impiegato più del previsto ad intrufolarsi in
casa Nara, visto che Shikaku pareva avvertire la sua
presenza. Fortunatamente, anche lui era partito per una missione, lasciandogli
il via libera per la camera di Shikamaru.
Il ragazzo - che oggi aveva abbandonato il suo mantello
nero - lasciò il tetto della casa di fronte, saltando con agilità
impressionante sulla finestra della camera di Ino, che aprì facilmente.
Entrato si guardò attorno, con interesse. Vedere quel
luogo alla luce del giorno gli fece uno strano effetto. Il viola dominava ogni
angolo della camera, dalla tende alle lenzuola, dal tappetto
al portapenne.
Lui ricordava che il suo colore preferito, in realtà, era
il bianco... si morse il labbro inferiore, con espressione amareggiata,
scuotendo la testa come per cancellare certi pensieri.
Si diresse verso la scrivania, luogo tappezzato di foto,
libri e quant'altro ci potesse essere. Con attenzione, il ragazzo sollevò uno a
uno i libri e i quaderni della Yamanaka, fino a raggiungere un piccolo
libricino rosa nascosto in fondo alla pila: il diario di Ino.
Sorrise, soddisfatto: ormai aveva la situazione in pugno.
Aveva pianto a lungo in quell'angolino nascosto del
palazzo: la tensione che l'attanagliava era troppa, così come la paura di
fidarsi degli altri.
Sapeva di poter contare su Sakura, però in quel momento la
sua situazione le pareva talmente assurda, che era chiaramente convinta che
nessuno avrebbe potuto crederle per davvero.
Così si sfogò con se stessa per una buona mezzoretta,
dopodiché cercò di ridarsi un minimo di ritegno alla Ino Yamanaka. Anche se la vera
Ino, in quel momento, le pareva quasi una sconosciuta.
La ragazza salì le scale, dirigendosi verso l'ufficio
dell'Hokage per domandare istruzioni sui compiti
quotidiani, e pregò che non si trattasse di passare altre ore nell'obitorio con
Shizune: già si sentiva abbastanza morta dentro, non
aveva bisogno di altri cadaveri nella sua vita.
Dei rimproveri pesanti e risentiti provenivano
dall'ufficio e Ino si piazzò davanti alla porta senza capire con chi ce
l'avesse Tsunade. Non la sentiva così furiosa da
tempo, e - visto che Naruto era in missione - c'era solo una persona così abile
da stuzzicare la sua pazienza al limite...
Senza pensarci due volte, Ino aprì la porta senza nemmeno
bussare, sostando allibita sulla figura alta e familiare che stava in piedi
davanti alla cattedra dell'Hokage, con espressione
seccata e le mani ben ficcate in tasca.
-"Shikamaru..."- sussurrò Ino, incredula.
-"Ehilà, Ino..."- la salutò Shikamaru, tradendo
un'espressione stranamente sollevata sul volto.
-"Come mai sei già tornato?"- domandò la
Yamanaka, sorpresa.
-"Ehm... dovevi parlarti... urgentemente."-
ammise il Nara, senza troppi giri di parole.
-"Scusatemi, Romeo e Giulietta, potreste rimandare le
vostre timide effusioni a più tardi? Ino, sto facendo una lavata di capo a
Romeo, se non ti dispiace..."- intervenne Tsunade,
alquanto irritata.
All'udire quegli appellativi, i due ragazzi arrossirono
all'istante, imbarazzati dall'insinuazione dell'Hokage.
-"Mi scusi, Tsunade-sama..."-
commentò Ino, uscendo e chiudendosi la porta alle spalle, ancora imbarazzata.
-"Shikamaru... si può sapere cosa ti succede?"-
domandò la donna, tornando alla sua ramanzina.
-"Ho avuto un brutto presentimento, Tsunade-sama. Solo questo."-
-"E un presentimento è sufficiente per farti
interrompere la missione?!"-
-"Sì, questa volta... sì."- ammise Shikamaru,
perentorio e pensieroso.
-"Ehi, Ino!"- la salutò con un gran sorriso
Choji, seduto sulle scale del cortile in attesa del compagno.
-"Ciao Cho... ma com'è che
siete tornati così presto?"- domandò la Yamanaka, accomodandosi di fianco
all'Akimichi.
-"Ma che ne so... improvvisamente di notte Shikamaru
mi piomba in camera sbraitando di vestirmi e di fare i bagagli che tornavamo a Konoha. Mi ha solo accennato ad un sogno che ti riguardava
e ad un brutto presentimento... e nulla di più. Però sembrava piuttosto
turbato."- spiegò l'amico, perplesso.
-"Capisco..."- sussurrò Ino, stringendosi le
ginocchia al petto, con un profondo sospiro.
-"Ehi."- li richiamò poco dopo Shikamaru,
apparendo improvvisamente alle loro spalle.
-"Allora, te le ha suonate Tsunade-sama?"-
domandò Choji, divertito.
-"Manco fossi stato un violino, Choji."- sospirò
il Nara, con un lieve ghigno che subito svanì, non appena il suo sguardo si
posò su Ino. -"Ino... ti devo parlare un minuto. Ti va?"-
All'udire quella domanda, la Yamanaka percepì il cuore
balzarle in gola e le gote colorarsi improvvisamente, andandole in fiamme.
-"Ho capito, levo le tende."- sorrise Choji,
andandosene quasi con piacere.
-"Perché sei tornato indietro? Choji mi ha
detto..."- iniziò Ino, scrutando dubbiosa il ragazzo sedersi al suo lato.
-"Lascia stare quello che ho detto a Cho. Si può sapere cosa diavolo sta accadendo? Tsunade-sama mi ha detto che ancora non ti sono passati
quegli assurdi attacchi di panico."- iniziò Shikamaru, con voce rapida e
pesantemente seccata.
Ino rimase ferita dal tono scocciato di quelle parole,
quasi l'essere tornato a Konoha fosse un peso
insostenibile per lui.
Lo fissò allibita mentre lo vedeva portarsi una sigaretta
in bocca, sintomo di grande irritazione.
-"Sì, ma... non li faccio venire... apposta..."-
-"Ci mancherebbe altro! Sei ancora convinta che ci
sia qualcuno che ti pedini?"- domandò poi lui, con un sospiro, premendosi
le dita contro le tempie.
-"C'è qualcuno che mi pedina, Shika. Non lo
vedo, ma c'è."- protestò la biondina, offesa dal dubbio.
-"E ne sei così spaventata che porti al collo la sua
catenina?"- sbottò improvvisamente il Nara, scattando in piedi e
fulminandola con sguardo seccato.
D'istinto, Ino si portò la mano fasciata sulla collana,
stringendola quasi con la paura di perderla. Come faceva il suo compagno a
sapere che quel ciondolo gliel'aveva regalato lui?
-"Cos'hai fatto alla mano?"- domandò Shikamaru,
prendendole la mano fra le sue, perplesso.
-"Mi sono tagliata in cucina."- ammise la
Yamanaka, tradendo un certo nervosismo nella voce.
-"E... perché c'è del sangue sul ciondolo?!"-
insistette il Nara, questa volta con tono più allarmato.
Shikamaru allungò la mano verso il petto di Ino, cercando
di afferrare il ciondolo, ma di scatto la ragazza si alzò in piedi,
allontanandosi da lui come spaventata... terrorizzata.
Il petto si alzava e abbassava velocemente, preda della
respirazione faticosa della Yamanaka, diventata improvvisamente pallida come un
lenzuolo. Fissava Shikamaru con occhi sbarrati, terrorizzata dall'ipotesi che
potesse avvicinarsi al ciondolo o... a lei.
Nuovamente, delle immagini lucenti, confuse, veloci, la
accecarono, portandola a chiudere gli occhi per via del bruciore.
Ancora il gazebo, quel gazebo bianco,
attorniato di rose rosse, dilaniate dalla pioggia battente. La pioggia... quel
particolare non c'era nelle visioni precedenti. E non c'era nemmeno il sangue
sul suo bel vestito bianco. Anzi, non c'era proprio il suo vestito bianco,
sostituito da un abitino rosa inzuppato, qualche petalo scarlatto umido
attaccato alla stoffa.
Davanti a lei, c'era lui...
lui che la guardava severo e dispiaciuto, la bocca piegata in una smorfia
seccata.
-"Non ti amo."-
-"NO!"- urlò improvvisamente Ino, portandosi le
mani sul volto, prendendo a respirare a fatica.
-"Ino!"- trasalì Shikamaru, avvicinandosi a lei,
preoccupato da quella reazione improvvisa.
-"No! Lasciami stare, LASCIAMI STARE!!!"-
sbraitò la Yamanaka, divincolandosi abilmente dalle braccia del ragazzo e
fuggendo in direzione dell'uscita.
-"...Ino..."- sussurrò il Nara, paralizzato.
Avrebbe voluto seguirla, ma lo shock nel sentirsi
respingere a quel modo l'aveva bloccato lì senza possibilità di muoversi, né di
pensare.
La situazione gli stava sfuggendo di mano troppo
velocemente, probabilmente anche a causa della sua superficialità: nessuno
aveva capito di quanto Ino stesse veramente male.
Il ragazzo lasciò scivolare le pagine del suo blocchetto
degli appunti fra le dita, studiandone con attenzione le parole scritte nel suo
alfabeto, incomprensibile per la maggior parte degli abitanti di Konoha.
Il suo occhio dal taglio felino sostò interessato su una
frase appuntata in grassetto sul fondo, e prese a ripeterla sottovoce, quasi la
stesse memorizzando.
-"...Shikamaru ha sempre un tono indolente e
seccato... ripete in continuazione mendokuse...
mendokuse... mendokuse...
dovrò ricordarmelo!"- sorrise fra sé e sé il ragazzo, soddisfatto delle
sue ricerche.
Forse, aveva preso la situazione con troppa leggerezza.
Saltando dalla finestra della camera di Ino, era rimasto fermo in mezzo alla
strada, dedito a leggere i suoi interessantissimi appunti raccolti nell'ultima
ora.
Venne richiamato alla realtà solo quando percepì un
sussultare spaventato davanti a sé.
Il ragazzo sollevò il volto, inarcando le sopracciglia
sorpreso quando si ritrovò di fronte proprio Ino.
Quella non se la sarebbe davvero aspettata. Come poteva
essere già rientrata, se era uscita da nemmeno un'ora?
Ma il problema, comunque, rimaneva.
I due si guardarono sorpresi, le labbra serrate, senza
saper che dire, entrambi messi estremamente a disagio... ma per motivi ben
diversi.
Fortunatamente, la prima a parlare fu Ino, levandogli di
dosso l'impiccio di dover iniziare un discorso per lo meno sensato.
-"Cosa ci fai già qui... Shikamaru?!"-
Ecco. Bella domanda. Cosa ci fai già
qui, Shikamaru?
*Tutti guardano Luly con sguardi di minaccia e fucili carichi in mano*
Ehm… sì… ok, premettendo
che amo questa storia perché è
incredibilmente divertente far soffrire Ino (e voi), mi dispiace aggiornarla
così di rado, perché credo che abbia un grande potenziale ç__ç
Non so come farmi
perdonare per il ritardo disastroso, e se vorrete recensire comunque, ne sarei
onorata. ù_ù
Uh uh
uh… e spero che il mistero si faccia sempre più
chiaro (non è vero, spero di confondervi le idee ogni capitolo sempre di più!).
Al prossimo
aggiornamento, che mi impegnerò a fare il più presto possibile!
Un bacione,
Luly
Grazie a tutti coloro che
recensirono (e recensiranno) ç__ç :
InoYamanaka89
Giulia
Andrearomanista
Sissi
4 ever
Diana88
Solarial
Kikkyxx14