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Autore: KissOfPayne    13/01/2015    0 recensioni
"Essere o non essere?"
È questa la frase che tormenta Cher dalla sua ultima lezione di letteratura inglese. Ama frequentare il college, trova tutto interessante , ma quel professore sembra averla incuriosita parecchio...
Genere: Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Niall Horan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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-Cher?- chiese l'anziana signora per la seconda volta dopo aver aperto il portone.
-Emily, mi vuoi far entrare o preferisci morire di freddo?
-Hai ragione, entra.-disse ancora sbalordita.
La condusse nel piccolo salotto e dopo qualche secondo prosseguì.
-Scusa Chery, è solo che non mi sarei mai aspettata di trovarti ancora alla mia porta.
-Perché no?
-Perché sei cresciuta, e quando le persone crescono dimenticano ciò che sono.
-Non hai tutti i torti, però sai che non potrei mai dimenticarti.
-Non posso dare per scontato niente. Adesso pensi in questo modo, magari tra qualche anno ti renderai conto che le mie parole hanno un senso.
-Emy, cos'è successo?-la guardò preoccupata.
-Niente, cosa dovrebbe succedere figlia?
-Ti conosco, lo sai. Cosa mi nascondi?
-Chery, mia piccola Chery, vorrei raccontartelo, però ...
Si bloccò fissando un vecchio quadro. Sospirò, e incerta raccolse tutte le forze per finire la frase seguente senza versare lacrime.
-Chery, non è vero che non ho mai avuto nessun figlio.
-Cosa? Allora perché mi hai mentito?
-Perché nessuno lo sa.
-Mi vuoi raccontare?- le chiese quasi supplicandola.
-Cher...
-Ti prego.Non mi hai mai raccontato niente di così personale.
-E va bene. Avevo sedici anni quando m'innamorai. Una sera io e le mie amiche sentimmo che il circo era in città, così decidemmo di andarci. Sentivo le ragazze ridere e fare commentini non appena incrociavano lo sguardo di qualche potenziale vittima, io al contrario, rimanevo in silenzio poco divertita. Durante lo spettacolo notai che l'illusionista non mi toglieva gli occhi di dosso, cosa che notarono anche le mie amiche quando il ragazzo mi chiese di raggiungerlo.
Mi disse che sarebbe riusciuto a leggermi nel pensiero e con uno stupido giochetto ci riuscì. Alla vista della mia faccia scioccata, scoppiò a ridere. Non posso dire che mi diede fastidio, però non me lo sarei aspettata, quindi, titubante ritornai al mio posto.
Le mie amiche mi chiesero più volte se stessi bene ed io mi limitai ad annuire.
Sarei dovuta tornare a casa da sola, così lasciai passare le altre persone prima di uscire.  La stretta di qualcuno sul mio braccio mi impedii di muovermi. Questo qualcuno fu lo stesso che mi fece rimanere a bocca aperta con un'espressione idiota sul volto la stessa sera. Mi chiese di fare una passeggiata ed io accettai. Da lì iniziò tutto, iniziò la nostra storia...  Rimasi incinta dopo qualche mese e me ne vergognai profondamente. Quando i miei genitori mi buttarono fuori di casa, Jonas mi accolse nella sua piccola carovana e acconsentì a portarmi in giro per il mondo con lui. Aveva promesso che mi avrebbe sposata, purtroppo non aveva abbastanza soldi e avremmo dovuto provvedere ai bisogni del bambino che sarebbe nato da lì a poco. Una sera, dopo lo spettacolo a Liverpool ci fu una sparatoria e lui morì quella sera per colpa di una pallottola al cuore. Fu così che rimasi in mezzo alla strada, senza soldi e senza un padre per il mio bambino. Dovetti rifuggiarmi in un convento e le suore mi aiutarono, ma sapevo che non sarebbe mai stata la mia casa. Mi cercai un lavoro e quello che trovai fu uno come domestica presso una famiglia benestante.
Dopo aver sentito più discussioni sul fatto che non potevano avere bambini, decisi di parlare con loro del mio. Volevo farlo crescere a loro, dato che per colpa mia non avrebbe mai avuto un futuro, sempre a patto di potergli stare accanto. Loro accettarono, ma dopo qualche anno mi licenziarono per paura che avrei detto a mio figlio che quelli non erano i suoi veri genitori.
Fu così che mio figlio crebbe senza di me. Non mi perdonerò mai la mia scelta, non sono mai stata felice senza loro due. Per questo motivo non mi sono risposata, sarei impazzita.
-Oh Em, non sai quanto mi dispiace. Perché non me l'hai raccontato prima?
-Non volevo che tu lo dicessi ai tuoi, mi avrebbero puntato subito il dito contro e ti avrebbero tenuta lontana da me.
-Perché avrebbero dovuto?
-Vuoi che ti ripeto ancora una volta tutta la storia? Al giorno d'oggi sembrano cose normali, a quei tempi era una vergogna. Io sono stata la vergogna della mia famiglia.
-Non è vero! Tu l'amavi e l'amore non è mai una vergogna.
-Sarebbe stato tutto diverso se non fosse uscito quella sera, se non si fosse esibito per una maledetta sera. Non sarebbe morto e forse sarebbe ancora, qui con me.
-Ma lui lo è. Lui è ancora con te e ci sarà fino a quando lo porterai nel tuo cuore. Anch'io ci sono e non ti lascerò mai sola.
-Grazie piccolina.
-Em, sono grande.
-Molto!
-Ritornando al discorso di prima, sai chi è tuo figlio?
-No.
-Ora la verità.-disse la ragazza alzando un sopracciglio.
-Si.
-Perché non glielo dici?
-Non mi sembra il caso, è cresciuto con accanto una famiglia amorevole, mi sembrerebbe stupido andare da lui e rovinargli l'esistenza.
-Al massimo gliela potresti migliorare.
-Non dire idiozie Cher.
-Em, ho ragione io. Provaci.
-Va bene, ci proverò.
-Chi è?

Emiliy le diede le spalle, non volendo più farsi guardare. Si vergognava, ma Cher non riuscì a capire il perché. La ragazza le aveva raccontato sempre tutto, come una figlia avrebbe fatto con la madre, lei invece, le aveva tenuto nascosta la parte più importante della sua vita.
-Cher, lascia perdere.
-Ti prego, dimmelo. Io mi sono sempre confidata con te, per una volta fallo anche tu. Non mi tenere nascosta la parte più importante di te.
-Non voglio tenertela nascosta.
-Allora cosa vuoi?
-Sarò egoista, ma non voglio perderti.
-Ma io sono qui, non me ne andrò. Un nome non mi cambierà la vita.
-Promettilo.
-Mano sul cuore!
-Tuo padre Cher, è lui mio figlio.-finì ancora girata per non mostrare le lacrime.
-Co-cosa?

Gli occhi di Cher si spalancarono come se avesse davanti un fantasma. Non riusciva a credere alla sue orecchie. Quella donna si era presa cura di lei, ma non avrebbe mai immaginato che fosse sua nonna. Lei le voleva bene e Cher lo sapeva, ma avrebbe voluto averlo scoperto prima, nonostante avesse già dei nonni. Avrebbe voluto aver saputo che quella signora le voleva bene perché era sangue del suo sangue e non perché voleva riempire il vuoto lasciato da una famiglia mai avuta.

  
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