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Autore: queerzay    14/01/2015    4 recensioni
Niall ha vent'anni, e nella vita non gli manca niente.
Zayn ne ha quasi ventuno, e ha perso tutto.
Niall è bianco, come il latte, come la sua visione del mondo.
Zayn è nero, come il caffè da cui dipende, che lo tiene sveglio tutte le notti.
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I primi capitoli sono in revisione.
Ziall (Zayn+Niall), Larry, Narry (Niall+Harry) e Lilo, accenni Ziam.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 15

 

 

Comptine d'un autre été, l'après-midi.

 

 

Niall si districa dall'abbraccio di Finn e si mette a sedere sul letto, guardandosi intorno e domandandosi cosa l'abbia svegliato. Getta un'occhiata fuori dalla finestra e si accorge che la sera prima si è dimenticato di chiudere le imposte, motivo per cui ora sta entrando la luce. La neve si è ormai sciolta del tutto e ne rimangono solo rari rimasugli sull'albero che copre la visuale della camera sua e di Harry. Harry. Capisce in quel momento che a svegliarlo sono stati dei colpi secchi alla porta e si ricorda che il suo amico ha passato la notte da Louis. Dev'essere lui a bussare alla porta. Fa cadere lo sguardo su Finn, prima di scostargli i capelli dal viso e alzarsi in piedi. Raggiunge il salotto, raccattando una maglia abbandonata sul divano e un paio di boxer e infilandoseli alla meglio. Quando apre la porta, però, si accorge che il ragazzo che ha di fronte non è Harry, no decisamente.

Si sforza di non spalancare la bocca per lo stupore e “Zayn” mormora cercando di celare il tremito della propria voce. Il moro lo guarda per un istante in silenzio, torturandosi le mani, e quando parla per Niall è come ricevere uno schiaffo in faccia, perché, oh!, la sua voce. Qualcosa si rompe dentro di sé quando dalle labbra del moro fuoriesce un indeciso “Ciao, Niall”.

Lo fissa restando immobile e senza aver idea di che cosa fare. Zayn è lì in piedi di fronte a lui, un maglione verde che si intravede sotto la giacca a vento e gli occhi titubanti, bordati dalle solite occhiaie. Si è fatto la barba e sembra essere molto più piccolo di quello che è, e Niall sente l'impellente bisogno di stringerselo al petto e di affondare il viso contro il suo collo per perdersi tra le sue braccia.

Zayn interrompe quel sacro silenzio con una certa urgenza. “Ho bisogno di parlarti, Niall.”

E, prima ancora che il biondino possa scansarsi, il ragazzo entra in casa e si ferma in mezzo alla stanza. Niall chiude la porta e poi rimane immobile, la mano ancora posata sulla maniglia di quest'ultima.

È più che certo che la voce l'abbia abbandonato.

Ha sempre pensato che la lontananza distruggesse l'amore, ma nonostante lui e Zayn non si siano visti per più di due mesi, lui sente lo stesso fuoco di gennaio ardergli nel petto, con una forza incredibile. Muore dalla voglia di avvicinarsi a lui e di toccarlo, di potersi rifugiare tra le sue braccia e di baciarlo, invece tutto quello che fa è fissarlo in silenzio, mordendosi l'interno della guancia e sforzandosi di non scoppiare in lacrime come un bambino. Segue con lo sguardo il moro mentre cammina senza meta nel piccolo salotto, finché finalmente non si decide a proferire parola: “Mi sei mancato.”
Niall sbuffa e rotea gli occhi al cielo. “Ma ti prego.”
L'occhiata che gli rivolge Zayn, però, è così carica di sofferenza e dolore che non riesce ad aggiungere nient'altro. Il moro è sul punto di aggiungere qualcos'altro, ma si interrompe quasi immediatamente nel vedere Finn appoggiato allo stipite della porta. Anche Niall lo guarda e per un momento vorrebbe morire.

Il ragazzo dagli occhi verdi li guarda per un attimo, grattandosi una guancia e scacciando via il sonno con un'occhiata perplessa rivolta ad entrambi.

“Chi è, Nì?” domanda Finn con voce strascicata, le mani lungo i fianchi e gli occhi che osservano attentamente Zayn. Anche Zayn osserva attentamente Finn e Niall teme che si renda perfettamente conto della loro incredibile somiglianza. Così, con voce tesa “Finn, Zayn. Zayn, Finn” li presenta.

L'occhiata di Zayn, unita ad un'alzata di sopracciglia e un sorrisetto che vorrebbe sembrare ironico ma risulta addolorato, fanno sprofondare Niall.

“Piacere” mormora Finn, allungando una mano verso Zayn. Il moro gli rivolge un'occhiata di sufficienza, ignorando la sua mano tesa, poi si volta verso Niall.

“Ci hai messo poco a sostituirmi, eh?” chiede, rivolto al nulla, gli occhi incastrati nel pavimento del salotto. Il biondo può chiaramente notare il velo di lacrime che gli rendono gli occhi lucidi e la mascella serrarsi per trattenerle.

Quando Niall non dà segno di risposta, è Finn che si affretta a specificare: “Oh, no. Noi non stiamo insieme.”

Zayn gli getta un'occhiata carica di falsa incredulità e di percepibile derisione, prima di guardare Niall in attesa di risposte.

“Non sono stato io a sparire senza avvisare” si difende infine, rendendosi poi conto che in verità, non appena tornato dall'Irlanda, lo aveva fatto. Zayn, infatti, ride, probabilmente ricordandosi gli orribili giorni in cui ha sommerso Niall di bigliettini e disegni, soffrendo e chiudendosi in se stesso più di quanto avesse mai fatto. “Non sarei dovuto venire” mormora, più a se stesso che ai due ragazzi. “Finn, non posso dire che sia stato un piacere” dice conciso, Niall teme che da un momento all'altro Zayn possa avvicinarsi al suo amico e spaccargli la faccia. “Niall, sono felice di vedere che sei felice.”

E, dette quelle poche parole, oltrepassa Niall e spalanca la porta, fiondandosi fuori da quel maledetto appartamento.

Passano almeno cinque minuti prima che Niall si riscuota e che le lacrime inizino a solcare il suo viso.

 




Non è abituato a piangere. Anzi, non è abituato, in generale, a provare tutte quelle emozioni. Dopo due interi mesi di dolore, ecco che a stravolgerlo sono tornate la voglia di stare con Zayn e il bruciante sentimento in grado di animargli l'animo, come nulla ha mai fatto. Finn lo abbraccia delicatamente e gli accarezza la schiena, confortandolo come meglio può.

“Il ragazzo che ti ha spezzato il cuore?” gli domanda, e dal modo in cui lo fa pare quasi che il dolore di Niall sia anche il suo. Niall gli è grato per quello, perché, al momento, Finn sembra l'unico a volergli bene. Harry è troppo preso da Louis e da Nick, e Zayn... Zayn è Zayn.

E Niall ha terribilmente bisogno di aggrapparsi a qualcuno, Niall ha bisogno che qualcuno gli voglia bene.

Così annuisce piano e si rannicchia contro di lui, intrecciando le gambe con le sue. Finn è una presenza rassicurante ed è tutto ciò di cui ha bisogno al momento. Lo conforta, lo aiuta e gli vuole bene senza chiedere nulla in cambio, se non di poter scrivere su di lui, e Niall non potrebbe provare nei suoi confronti più gratitudine. È felice di essere il protagonista del libro a cui sta lavorando, felice di sapere che è l'ispirazione di qualcuno, felice di poter avere quel qualcuno tutto per sé. Talvolta si sente per Finn come Dorian Gray per Basil, i sentimenti di Finn sono qualcosa di molto simile all'adorazione nei suoi confronti, infatti egli non desidera nulla in cambio da Niall.

“Vuoi parlarne?” interrompe le sue riflessioni il ragazzo, accarezzandogli i capelli e coprendogli il corpo con le lenzuola. Niall biascica un mero “È una storia troppo complicata” prima di stringersi ancora di più contro il suo corpo caldo e serrare gli occhi, nascondendo il viso contro il suo petto.

“Adoro le storie complicate” replica il ragazzo, sfiorandogli una guancia con i polpastrelli e chinandosi per baciarlo. Niall apre le labbra sotto la pressione delle sue e si lascia baciare, senza metterci troppo entusiasmo, motivo per cui Finn si separa da lui poco dopo, non prima di avergli depositato un leggero bacio sulla fronte increspata dalla preoccupazione.

Poi Niall gli racconta tutto.

O, almeno, tutto quello che sa.

 

Louis

 

“Non mi piace Nick” commenta acido Louis, mentre Harry giocherella con i suoi capelli.

“Come?” chiede il riccio, spostando le dita sul suo viso e cancellando con una leggera carezza la ruga di preoccupazione che si è formata tra le sopracciglia di Louis.

“Non mi piace Nick.”

“Perché?” domanda allora Harry, sfiorandogli il viso e accarezzandogli le labbra con il pollice.

Louis si imbroncia per un momento, l'espressione contrariata ad incupire il viso e le sopracciglia aggrottate. “Ti sta sempre addosso.”

Harry ridacchia, prima di spostare le dita sul suo collo, marchiato da lui nella notte precedente. “Non è vero” controbatte divertito, per poi aggiungere. “È soltanto uno dei miei più cari amici, Lou.”

“Beh, non mi piace come ti guarda” replica piccato il ragazzo dagli occhi celesti, tirandosi a sedere e scansando malamente la mano delicata di Harry.

Il riccio gli rivolge un'occhiata carica di derisione. “Sei geloso?”

L'espressione che compare sul viso di Louis a quella domanda è decisamente comica per quanto è indignata. “Non sono... geloso. Non mi piace come ti guarda, punto. Non deve guardarti.”

Harry rotea gli occhi al cielo e si tira a sedere a sua volta, carezzandogli una guancia con dolcezza e guardandolo come non ha mai guardato nessuno, nemmeno Niall.

“Lou, siamo solo amici. Non significo niente per lui” lo rassicura con voce dolce e Louis si sente quasi morire nel sentirlo così docile. Vorrebbe ucciderlo soltanto per non dover soffrire nel vederlo così carino e adorabile, dannazione.

“Tu nemmeno te ne accorgi di come ti guardano le persone, Harry” commenta con voce abbattuta e infervorata al tempo stesso. “Le ragazze si voltano quando passi. I ragazzi ti mangiano con gli occhi. Se solo ti vedessi” mormora addolorato, perché Harry non capisce. Non capisce che è bellissimo ed è una persona splendida e adorabile e che è troppo per chiunque, persino per lui. Si sente sempre così misero, rispetto ad Harry, così insignificante. Proprio lui, Louis, il bellissimo e simpaticissimo Louis, si sente completamente annullato dalla presenza di Harry, perché lui è... beh, è Harry. Non può essere descritto. È così Harry che non c'è un aggettivo adatto per descriverlo e questa cosa gli fa venire voglia di strapparsi tutti i capelli, uno ad uno.

Poi, all'improvviso, le labbra di Harry premono contro le sue e si baciano per un lungo istante mentre Louis si sente morire perché è talmente fortunato ad avere quel ragazzo per sé. Si stacca da lui soltanto per mormorare un “Davvero, Harry. Nick non deve guardarti. E tu non devi guardare lui. Promettimelo.”

“Sei possessivo” osserva con divertimento Harry, lasciandogli una bacio a stampo e leccandogli le labbra con la lingua.

“Protettivo” lo corregge l'altro, stizzito.

“Possessivo” replica il ricciolino, spingendolo all'indietro sul letto e sovrastandolo con il proprio corpo.

“Protettivo” ripete Louis, come in una litania continua, prima di sollevare il capo per baciarlo.

Harry sorride e nasconde il viso contro il suo collo, respirandoci contro e scompigliando i capelli del proprio ragazzo con le dita lunghe. Louis per tutta risposta affonda le mani nei suoi fianchi e le fa scivolare finché non si stringono sulle natiche del ragazzo con possessione.

“Possessivo” gli sussurra ancora una volta Harry, iniziando a baciargli il petto e percorrendo con la lingua i tatuaggi che lo macchiano. Louis stringe di più la presa e “Spero non ti dispiaccia, allora” mormora, ribaltando le posizioni e salendo a cavalcioni sopra ad Harry. Si china a baciarlo e lo morde con prepotenza, mentre un silenzioso “Sei mio” gli scivola tra le labbra. Harry fa finta di non sentirlo, ma sorride e se lo stringe di più addosso, approfondendo il bacio.

 

Zayn

 

Zayn si sforza di non scoppiare in lacrime e raccoglie le ginocchia al petto per tenersi insieme. Fissa il muro bianco di fronte a sé ed è certo di non essere mai stato così male in vita sua. Si può morire di mal d'amore? Se sì, lui sta rischiando la vita. Niall gli fa rischiare la vita. Deglutisce e serra le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che sembrano voler uscire a tutti i costi. Si sente un tale stupido. Lui è stato due mesi da solo, come unica amica la sofferenza e il bruciante ricordo di Niall e del suo freddo sentimento; si è completamente isolato dal mondo: ha smesso di uscire, smesso di parlare, smesso di mangiare, smesso di dormire. Più morto che vivo. Le incomprensioni con Niall non hanno fatto altro che accentuare la sua profonda crisi di depressione e lui spesso si è ritrovato a pensare di voler morire e di darci un taglio con quella sua stupida vita. Se dio vuole togliergli qualcos'altro, tanto vale che si muova. Dopotutto, che senso ha la vita quando non hai nessuno che ti ama, nessuno che ti cerca, nessuno che ti vuole. Persino per Liam, ora così preso da Sophia, è passato in secondo piano. Zayn ha sempre saputo che non sarebbe mai stato la prima scelta di nessuno, ed ha imparato a convivere con quella consapevolezza. Ha sperato di poter essere la prima scelta di Niall, si è sbagliato, ed ora è obbligato a metterci una pietra sopra. Lui, che fino a qualche ora prima sarebbe stato disposto a tornare da Niall e spiegargli tutto, lui che si sarebbe aperto con qualcuno, una volta per tutte. Invece no, è stato brutalmente sostituito da una ragazzo che gli somiglia fin troppo, se non fosse per la pelle pallida e i brillanti occhi verdi. Serra le dita le une con le altre e chiude gli occhi, tentando di scacciare quei pensieri. Inutile dire che non ci riesce. I sentimenti che prova per Niall sono così forti e sconvolgenti che sarebbero in grado di romperlo in tanti piccoli pezzi. Pensa al biondino e lo vorrebbe più vicino, lo vorrebbe lì con lui, tenerlo stretto tra le braccia e rabbrividire quando il suo respiro si infrange contro il proprio collo. Vorrebbe morire per tutta la malinconia che prova nel ricordare la gioia e lo sgomento che l'hanno invaso nel vederlo quella mattina, i capelli ancora sconvolti dal sonno, la maglietta stropicciata, le labbra storpiate da uno sbadiglio e le dita a grattarsi la guancia. Anche solo a pensarci, le lacrime risalgono ai suoi occhi e lui sente un grande bisogno di affetto. Si sente solo e spaesato. A volte, poche ore dopo essersi appisolato in un sonno breve e tormentato, si sveglia sudato e inizia a fissare il soffitto con occhi vuoti, perché sente un grande macigno di vuoto allargarsi e prendere possesso del proprio cuore. Non sa perché si senta così, sempre pronto a spezzarsi o a rompersi da un momento all'altro. Sa solo che, da quando ha incontrato Niall, la situazione è migliorata, anche se solo per pochi mesi. Poi, da quando Niall ha smesso di esserci, da quando si sono allontanati l'uno dall'altro – come due placche terrestri separate dall'Oceano che si ingrandisce di millimetro in millimetro man mano che passa il tempo – il mondo gli è crollato addosso e lui è ricaduto in quel baratro nero in cui si trovava prima di incontrarlo. Nemmeno pensare a sua sorella gli fa così male quanto lo distrugge il pensiero di non poter aver Niall vicino. Si strugge per un ragazzo che non ha fatto niente per tenerselo stretto e che non appena è stato respinto l'ha subito sostituito, e, nonostante sappia quanto sia sbagliato, continua a farlo. Perché sa che Niall pensa di non essere abbastanza, sa che continuerà sempre a respingerlo perché pensa che Zayn sia sprecato per uno come lui, eppure questo non gli ha impedito di frequentare Finn. Anche Finn è sprecato per lui, ma questo non gli ha impedito di invitarlo a casa sua e di condividere il letto con lui. Serra la mascella e continua a fissare il vuoto di fronte a sé, lo stesso vuoto che può sentirsi dentro, lo stesso vuoto che ad un certo punto aveva lasciato spazio ad una sensazione scalpitante ed al desiderio di vedere e di sentire Niall in tutti i modi possibili. Rimane così, gli occhi persi nell'autocommiserazione e il rimorso a torreggiare sopra di sé come una nuvola nera. Certe persone nascono per soffrire, e Zayn è certo di essere nato per fare quello, perché davvero non riesce a percepire nulla di più e nulla di meno di un'acuta fitta di dolore all'altezza del petto ed è convinto che potrebbe spezzargli il respiro per quanto è violenta.

 

Niall

 

Ormai è la fine di aprile, la primavera è inoltrata e la neve è quasi svanita del tutto, quando Niall vede Zayn passare davanti alla vetrina del bar. Lo segue con lo sguardo finché non scompare dalla sua visuale, poi si accorge con dolore che il moro non ha nemmeno gettato un'occhiata all'interno del locale e capisce che probabilmente si è lasciato tutto alle spalle. Con un gesto di impotenza mista a rabbia e tristezza, getta lo strofinaccio che sta usando sul bancone e si dirige nel retro del locale. Ha bisogno di stare da solo, ha bisogno di un momento. Ha bisogno di capirci qualcosa della sua stupida ed insignificante vita. Mai avrebbe pensato che una persona lo avrebbe ridotto in quello stato soltanto con uno sguardo. Si morde l'interno della guancia ed estrae una sigaretta dalla tasca posteriore dei jeans, poi se la accende e si appoggia contro la parete del vicolo stretto su cui si trova l'entrata secondaria del locale. Sono le undici di mattina, la strada perpendicolare è affollata e Niall non ha mai desiderato tanto di scomparire come in quel momento. Potrebbe prendere fuoco dalla voglia che ha nelle vene di bruciare in quel preciso istante, per mettere fine a quella terribile agonia. È assolutamente ingiusto che il suo dolore non sia stato spartito nei suoi lunghi vent'anni di vita, ma soltanto in quei pochi mesi in cui si è separato da Zayn. La nostalgia sale dentro di lui come la temperatura corporea durante una brutta febbre, mentre le dita tremano per i troppi ricordi e una nuova melodia si fa strada nella sua testa. Da quando ha smesso di vedere Zayn, tutto quello che riesce a fare è riflettere la propria tristezza all'interno delle proprie canzoni, che ultimamente risultano trascinate e, secondo Harry, estremamente commoventi. Se solo il riccio sapesse tutte le lacrime – decisamente non di commozione – che Niall ha versato mentre le ha scritte e composte, cercherebbe un aggettivo più adatto.

Scacciando quei pensieri, finisce la sigaretta e rientra nel bar, deciso a non pensarci.

Ogni tanto Finn lo passa a trovare durante il suo turno e Niall spera che quello sia uno di quei giorni, e spera che passi a prenderlo in macchina e che lo porti da qualche parte per cercare di cancellare la tristezza intrisa nei suoi occhi celesti. Finn sembra deciso ad aiutarlo e Niall di certo non lo vuole allontanare, anzi, con il tempo il ragazzo è diventato la sua ancora di salvezza e si ritrova spesso a pensare a come farebbe se lui non ci fosse. Sarebbe praticamente impossibile tirare avanti.

Serve un paio di clienti, tra cui una ragazza che non smette di sorridergli un momento, poi ritorna a rifugiarsi dietro il bancone a pensare. I giorni scorrono inesorabili e a Niall sembrano sprecati e insensati, senza Zayn. Il pensiero di amarlo ma di non poterlo avere lo strugge di più che l'idea di non essere ricambiato dal moro. Avere una cosa a metà, così terribilmente a brandelli, senza un senso o una ragione precisa, fa più male che non averla proprio.

 

* * *

 

“Dove andiamo?” domanda, quando nell'uscire dal locale si ritrova davanti la macchina nera di Finn.

“Sali” replica soltanto l'altro, invitandolo ad entrare nell'abitacolo. Niall esegue e si accomoda sul lato del passeggero, ascoltando distrattamente la canzone alla radio che crede si intitoli Candy, poi si volta verso il moro. Fa cadere lo sguardo sulla camicia nera sbottonata fino allo stomaco e sulle gambe fasciate dai soliti skinny jeans, poi si sofferma sul suo viso, rilassato e con l'accenno di un sorriso sulle labbra rosa. Una volta ha chiesto a Finn perché si vestisse soltanto di nero e lui gli ha risposto di farsi gli affaracci suoi, ma non può fare a meno di chiederglielo di nuovo.

Finn ovviamente non gli risponde, spostando la conversazione sull'ultima partita di campionato e sorridendo quando Niall inizia a parlarne tutto infervorato. Quel ragazzo ha la strana capacità di distrarlo anche nelle giornate più tristi e Niall se ne rende conto solo in quel momento.

Infatti “Tu sei sprecato per me, Finn” dice, d'un tratto serio. Il ragazzo sorride e “Lo so” conviene, scosso da una leggera risatina.

“Oh” sussurra sorpreso Niall. Forse è un po' ferito dalle sue parole perché, seppur implicitamente, Finn ha ammesso di essere migliore di lui. Poi si rende conto che è vero e decide di non fargliene una colpa.

“Allora perché ti sprechi così per me?” domanda, senza capire.

Finn scrolla le spalle. “Tu hai bisogno di me.”

“E tu?” gli chiede impertinente il biondo. “Tu di cosa hai bisogno, Finn?”

Il ragazzo dagli occhi verdi non risponde.

 

* * *

 

“Nessuno ha mai contato i miei nei” mormora d'un tratto Niall.

Finn volta il capo verso di lui e lo guarda, illuminato soltanto dalle stelle e dalla luce della luna.

Sono sdraiati su un telo di cotone, la risacca del mare a fare eco alle loro parole e la sabbia malleabile sotto i loro corpi. Il ragazzo moro sorride e “No?” chiede con la voce incredibilmente docile.

“No” asserisce il biondo. “Fallo tu.”

“Adesso?”

“Adesso” annuisce impercettibilmente Niall, mettendosi a sedere ed iniziando a spogliarsi.

“Nì, prendi freddo così, copriti” gli consiglia il moro, senza muoversi di un centimetro, nonostante senta l'impulso di avventarsi sulle labbra dell'altro.

“Non mi interessa.”

“Non si vede niente, Niall, non c'è luce” gli fa notare allora, ma soltanto per essere zittito da un nuovo “Non mi interessa.”

Così si tira a sedere e lo segue con lo sguardo, osservando la sua pelle diafana e chiarissima e mordendosi l'interno della guancia. Niall si sfila rapidamente i jeans e rimane di fronte a lui in boxer, poi si lascia cadere a sedere e pochi istanti dopo lo sta baciando. Baciare Finn è come immergersi in una vasca da bagno: sa perfettamente i confini della propria azione, sa che non andrà oltre, sa che, ovunque si sposterà, toccherà sempre. Baciare Zayn, invece, era come immergersi in un mare in tempesta.

Quando Niall si separa da lui, lo fa per sdraiarsi sul telo e invitare il ragazzo a fare lo stesso. Sorride quando Finn gli circonda il bacino con le cosce e inizia a contare i nei che gli macchiano la pelle nivea come se fosse una cosa di vitale importanza. Si lascia toccare da Finn, serrando gli occhi quando le sue mani iniziano a scendere e si fermano sul suo stomaco. Il ragazzo dagli occhi verdi inizia e giocherellare con l'elastico dei suoi boxer, poi lo spoglia e si spoglia, e lo riempie di attenzioni finché Niall non lo prega di farlo suo.

E Finn, come ogni volta, esaudisce il suo desiderio.

 

Harry

 

Nessuno pensa che sia divertente quando Nick invita Harry ad accompagnarlo in un pub, nessuno, ovviamente, eccetto i due ragazzi citati.

Harry è talmente estasiato che non fa nemmeno caso alle mani di Nick, che sono scese dai suoi fianchi sul suo sedere e non fa nemmeno caso alle sue labbra, che gli stanno marchiando il collo. Riesce a pensare soltanto alla pasticca che si è calato poco prima e al cuore che gli rimbomba al ritmo della musica che fuoriesce dalle casse. È completamente sballato, i capelli gli si appiccicano contro la fronte e la sua camicia bianca e nera, sbottonata fino a lasciare intravedere la grande farfalla che gli orna lo stomaco, è zuppa di sudore. Quasi non se ne accorge quando le labbra di Nick si spostano dal proprio collo alla propria bocca e vi fanno pressione. Senza nemmeno pensarci, risponde a quel bacio sporco e pieno di saliva, afferrando le spalle di Nick con entrambe la mani e avvicinandosi ulteriormente a lui. È solo quando lo sente ridere contro le sue labbra che si rende conto dell'enorme sbaglio che ha commesso.

 

Quando si sveglia il mattino dopo, la sensazione è quella di essere stato infilato nella lavatrice insieme al bucato sporco; si sente rivoltato come una calzino e pronto a vomitare da un momento all'altro. La testa gli duole così tanto che crede che da un momento all'altro possa spaccarsi a metà.

Trascorre una sofferente mattinata, finché Niall non rientra dal lavoro e, rendendosi conto della sua condizione, gli prepara un tè e cerca qualcosa di secco da fargli mangiare. Harry non gli ha mai voluto così bene come quando lo aiuta a mettersi a letto e gli rimbocca le coperte, porgendogli un'aspirina.

A quel punto Harry crede che potrebbe baciargli i piedi. Ringrazia di avere un amico come Niall, che, nonostante sia sempre apatico con chi non conosce, diventa affettuoso con le persone che gli stanno a cuore.

La sera stessa, a cena, Niall dopo un po' apre conversazione con un “C'è qualcosa che dovresti dirmi, Haz?”.

Siccome Harry lo guarda spaesato, Niall afferra il cellulare ed entra su facebook.

 

 

Zayn

 

Non sa cosa fare. Non sa dove andare. Non sa se ne vale la pena.

All'improvviso, così come un tempo gli erano piombate addosso dolorose certezze, un intero carico di dubbi sembra riversarsi sul suo esile corpo, preparandosi ad annientarlo.

Dalla totale apatia che l'ha consumato per ormai tre lunghi mesi, non è stato facile uscirne.

Zayn è più che sicuro di non aver passato un solo giorno senza pensare a Niall.

È stato più forte di lui, più si sforzava di non pensarci, più ci pensava.

Come se non bastasse, crede di star ascoltando In the air tonight di Phil Collins in loop da almeno un quarto d'ora buono. Potrebbe recitarla a memoria, vista la ripetitività del testo e la sua memoria inattaccabile.

Il campanello suona per la terza volta, così con uno sbuffo si decide ad alzarsi e va ad aprire la porta. Davanti a lui c'è Niall. Ha le guance arrossate, il respiro affannato e l'aspetto di chi non riesce a stare fermo per l'impazienza. Sposta il peso da un piede all'altro, nervosamente, mentre si morde le labbra e stringe le braccia intorno al proprio busto. Zayn lo fissa in silenzio per un lungo istante.

Ha cambiato pettinatura: il ciuffo è ancora biondo, ma ricade da una parte ed è molto più lungo rispetto ai capelli, rasati sopra le orecchie e lasciati al proprio colore originario. Sembra più grande.

“Ciao” mormora piano, lasciando cadere lo sguardo sul giubbino grigio che indossa. Le mani del ragazzo sono nascoste nelle tasche della giacca e Zayn nota che sono strette a pugno.

“Posso entrare?” chiede Niall, e sembra titubante nel farlo. Il moro si scosta e lo lascia passare, le dita che tremano e gli occhi che non sanno cosa guardare. Tutto ciò è ridicolo; il fatto che l'uomo abbia a sua disposizione così tante cose senza però sapere come usarle. Non sa cosa farci, con le mani, né sa cosa guardare con gli occhi, cosa sentire con le orecchie. È un tale spreco.

Zayn però sa cosa vorrebbe farci, con le proprie mani, e sa dove vorrebbe guardare – chi – con i propri occhi, ma non osa farlo per il timore che gli attanaglia l'animo e lo tiene stretto in una morsa asfissiante.

Quando trova la forza di alzare gli occhi, Niall lo sta fissando e si sta tormentando nervosamente il labbro inferiore, spostando il peso da un piede all'altro.

“Quindi...?” rompe il ghiaccio Zayn, sollevando appena il sopracciglio sinistro. Niall sospira.

“Non so. Avevo... voglia di vederti?”

Zayn ripete attonito quella breve sequenza di parole, come se gli fosse necessario per comprenderne appieno il significato: “Avevi voglia di vedermi?”

Serrando gli occhi per un istante, Niall si passa una mano sul viso e sbuffa piano. Quando la lascia ricadere, Zayn nota che i suoi occhi celesti sono bordati da due leggere occhiaie violacee e che la sua espressione sembra stanca e priva di vita. Si domanda se anche lui appaia a Niall nello stesso modo. Probabilmente sì, perché anche lui non dorme da giorni e la vita sembra ormai averlo completamente abbandonato. Si accascia contro il muro e aspetta che Niall apra di nuovo bocca, sperando di potersi beare ancora per una volta del suono della sua voce. È ridicolo come sia così subordinato a Niall, senza nemmeno desiderarlo. Senza poterlo controllare. È come se il suo corpo non rispondesse più ai suoi comandi e pensasse in un solo verso, ossia il tortuoso percorso che alla fine riconduce sempre allo stesso punto: Niall.

Si sente particolarmente infastidito di non potersi più ritenere padrone di sé stesso a causa di un altro essere umano. C'è qualcosa di tremendamente giusto ed irrimediabilmente sbagliato nel legarsi così profondamente a qualcuno, senza avere più il controllo delle proprie decisioni e mettendo quel qualcuno addirittura prima di se stessi. È come essere i fedeli di un Dio, dargli tutto senza però ricevere nulla in cambio. Quei fedeli che continuano a pregare nel loro Dio e a donare lui tutto ciò che hanno, nonostante non ne ricavino nulla e il loro Dio continui a ripagarli con continue sfighe. Zayn però in Dio non ci crede. Ha smesso di crederci quando la sua vita è diventata una sottospecie di inferno terrestre e non ha intenzione di sostituire al suo vecchio Dio un comune mortale come Niall.

Lo stesso Niall che in quell'istante interrompe le sue riflessioni con un trascinato: “Non mi è permesso?”

Zayn ci mette un po' per ricollegare quella domanda al discorso che stavano facendo. “Pensavo che quel tipo fosse sufficiente a tenerti occupato” sbotta irritato, prima ancora di riuscire a controllarsi.

“Sei geloso?”

Il moro lo guarda allibito. Non riesce a credere che, dopo tutto ciò che è successo, Niall abbia davvero il coraggio di presentarsi a casa sua e pungolarlo domandandogli se sia geloso o meno.

“Se devi dirmi qualcosa, è meglio che tu lo faccia prima che io perda la pazienza. Oggi non sono per niente in vena, Niall.”

Niall lo studia per così tanto tempo che gli sembra di poter scomparire da un momento all'altro. Poi si avvicina a lui con un passo, e Zayn arretra, infastidito. Può percepire il filo di tensione che li tiene legati. Scarica il proprio peso contro il muro e guarda negli occhi il ragazzo, senza dire una parola. Sembra così provato che tutto ciò che vorrebbe fare è baciarlo e assicurargli che andrà tutto bene. Si trattiene e Niall avanza di un altro passo, accorciando l'ipotetico filo e spezzandolo quando “Io volevo solo...” inizia a biascicare, incerto. Poi scuote la testa, la abbassa per un momento e si fissa i piedi, e quando la rialza intercetta lo sguardo del moro in poco meno di un istante.

Il respiro di Zayn si fa pesante e accelera; è costretto ad abbassare lo sguardo per non arrossire. Nonostante tutto il tempo che è passato, è ancora capace di arrossire sotto il gelido sguardo dell'altro.

Quando Niall si sporge in avanti per baciarlo velocemente sulle labbra, allora può considerare definitivamente rotto il filo che li univa. Zayn rimane immobile per svariati secondi, concentrandosi con costernata sorpresa sui movimenti lenti dell'altro, studiandone ogni singolo dettaglio e costringendosi ad imprimerseli sulla pelle. Gli mancava così tanto, sentire le dita gelide di Niall sui propri polsi, che, adesso che lo sta toccando, gli sembra quasi inverosimile. Surreale. Il ragazzo fa risalire le dita lungo le maniche della sua felpa e le appoggia delicatamente sulle sue guance, poi si stacca dalle sue labbra e spinge leggermente la propria fronte contro la sua. Ha gli occhi serrati; Zayn, invece, li spalanca e osserva, per quanto gli sia possibile, la sua espressione concentrata. Le ciglia bionde del ragazzo quasi si impigliano con le sue e Zayn è certo che, se solo fosse un poco più distante, riuscirebbe a contare le lentiggini che gli ornano la pelle nivea.

Niall lo bacia di nuovo e respira contro le sue labbra, direttamente nella sua bocca, poi apre gli occhi e fa scivolare la mano sinistra sulla nuca di Zayn, tirandogli leggermente i capelli e obbligandolo a guardarlo negli occhi. Resta in silenzio e il moro non ha il coraggio di aprire bocca. Si perde nell'azzurro dei suoi occhi e deve sforzarsi di non sorridergli, giusto per non mostrarsi troppo debole e così dannatamente dipendente da lui. Giusto per fargli pensare che ultimamente non è – assolutamente, figuriamoci – il suo primo ed ultimo pensiero. Giusto per illudersi di non essere completamente innamorato di lui. Che fatica la vita.

Specialmente quando Niall sembra così propenso a baciarlo di nuovo e a bloccarlo contro il muro. Lo lascia fare, in ogni caso. Sia perché non ha più la forza per nascondersi, sia perché sente l'impellente bisogno di averlo di nuovo accanto, non solo a livello fisico, ma anche emotivo.

 

Niall

 

Niall guarda negli occhi Zayn, gli tira leggermente i capelli. Gli accarezza la guancia con il pollice, lasciando correre l'indice lungo la sua mascella. I suoi occhi scuri lo fissano, incerti e curiosi al tempo stesso, allora Niall si sporge in avanti e lo bacia di nuovo. Come prima, si limita a sfiorargli le labbra con le proprie e a premercele contro con delicatezza. Fa scivolare la mano lungo il suo collo ed è più che certo di sentire i battiti accelerati di Zayn. Sorride. Gli sembra di essere in un sogno, incredibilmente consapevole di ogni mossa che compie, ogni movimento è lento e calcolato, studiato. Come se facesse parte di uno schema elaborato tempo prima, che deve essere rispolverato dall'ideatore perché egli ha qualche lacuna al riguardo. Come se non si ricordasse più come toccarlo, nonostante l'abbia fatto un milione di volte. Nonostante sia sempre stata la cosa più semplice, essere fisicamente attratto da lui.

Niall gli bacia il viso: la fronte, l'arcata delle sopracciglia, le tempie, la punta del naso, gli zigomi alti, il mento, le guance, completamente sbarbate. La pelle del moro è liscia e tiepida al tatto e Niall quasi sobbalza quando se ne accorge, rendendosi conto dello spaventoso contrasto tra la temperatura delle proprie dita e quella della pelle del ragazzo. Sorride, lo bacia con più decisione e poi si lascia prendere dalla foga. Si accorge di avere fretta, brama di poter avere di nuovo il sapore delle labbra di Zayn contro le proprie, desidera toccarlo al più presto. Fa correre le proprie dita dal suo collo al suo torace, fino a raggiungere i fianchi stretti del ragazzo, celati da una scialba felpa nera. Mette pressione nella propria presa e gli afferra le cosce, prendendolo in braccio e azzardandosi a staccarsi per un momento dalle sue labbra. Con passi incerti, si avvicina a letto, cercando di riprendere un normale ritmo di respirazione e nascondendo il viso contro il collo del ragazzo. Il suo odore gli invade le narici e Niall non riesce a scordarsi di esso nemmeno quando lascia cadere il moro sul letto e si issa sopra di lui, allontanandosi un momento dal suo corpo. Fa per guardarlo negli occhi, ma Zayn gli afferra il colletto della giacca e lo attira a sé, sfilandogli poi l'indumento con un movimento così brusco che Niall rischia di farsi male ad un braccio. Tuttavia ride, ricacciando indietro il lamento di dolore e annullando le distanze tra i loro corpi. Il suo petto combacia con quello di Zayn e ci vogliono appena pochi secondi prima che la propria respirazione si sincronizzi con la sua. I respiri accelerati del moro gli premono contro il petto e Niall vorrebbe tanto poterli assorbire per cibarsene. O collezionarli. Che idea malata. Ride della propria follia, e quando Zayn gli domanda il motivo, gli tappa la bocca con un leggero bacio a stampo, prima di venire completamente travolto dall'improvvisa presa di posizione del moro. Che, non si sa quando, ha deciso di afferrargli i polsi e spingerlo sotto il proprio corpo, serrando le ginocchia intorno al suo bacino e guardandolo con un'espressione esasperatamente incerta. Spaventata, quasi. Le sue pupille sono spalancate e il suo sguardo è attento anche al più minimo movimento, la sua postura è rigida. Niall si chiede perché il ragazzo appaia così teso. È immobile, a cavalcioni su di lui, e lo fissa penetrante, la labbra leggermente dischiuse e le mani posate sulla sua felpa. Poi, con un movimento un po' goffo, inizia a sfilargliela. Niall lo lascia fare, per vedere dove vuole arrivare. Teme che, non appena accennerà a sfilargli la felpa nera che indossa, Zayn si allontanerà; quindi rimane fermo, mentre percepisce sul proprio corpo le mani dell'altro. Ormai è così abituato ad avere addosso le mani di Finn, che quelle di Zayn gli risultano estranee: la pelle dei polpastrelli è indurita dall'uso frequente di tempere e pennelli, le sue unghie sono più squadrate di quelle di Finn, le dita più sottili e lunghe, i palmi più ampi.

E sono frenetiche. Niall sussulta quando le mani del ragazzo raggiungono il bottone dei suoi jeans e iniziano a giocherellarci. Nella stanza c'è un silenzio assurdo, l'unica cosa percepibile è il respiro accelerato di entrambi, così rumoroso da sovrastare qualsiasi altra cosa. Gli occhi di Zayn sono enormi, spalancati, e luccicano. Niall si chiede se sia sull'orlo delle lacrime, e sta per pronunciare quella domanda ad alta voce, quando il moro rompe quel breve idillio di sguardi chinandosi su di lui. Lo bacia con foga e frustrazione, come se fosse stanco di porsi tutti i freni precedenti e come se non volesse fare altro che abbandonarsi tra le sue braccia; così Niall lo stringe contro il proprio corpo e risponde al suo bacio urgente. Quasi singhiozza quando Zayn si allontana delicatamente da lui e scende impacciato a baciargli il collo, per poi passare allo sterno, allo stomaco. Chiude gli occhi quando i denti del ragazzo si conficcano con dolcezza nella pelle cedevole del suo stomaco e le sue mani circondano i suoi fianchi, sfilandogli con impazienza i jeans. Riapre gli occhi e fissa il soffitto della stanza. Adesso capisce perché Zayn soffre di insonnia: il suo letto, un materasso da una piazza e mezzo gettato nell'angolo più remoto della stanza, è davvero scomodo. Forse per il fatto che è semplicemente adagiato a terra, forse perché è vecchio. Attraverso la parete Niall percepisce le ovattate note di Sul bel Danubio blu e gli verrebbe quasi da ridere per l'assurdità della situazione, se solo fosse concentrato nel tentare di non venire immediatamente. La scena vista da un occhio esterno deve risultare totalmente assurda: il ragazzo di cui è innamorato da più di sei mesi gli sta facendo un pompino sul materasso più scomodo che sia mai esistito, mentre i vicini di casa fanno mostra di un vastissimo repertorio di musica classica alle dieci e mezza di sera. Quando raggiunge l'orgasmo, una mano tra i capelli di Zayn e l'altra serrata intorno al lenzuolo, i vicini hanno cambiato aria e sono passati al Valzer dell'Imperatore e Niall ha finalmente capito che stanno riascoltando il concerto di Capodanno di Vienna. Il perché lo stiano facendo in aprile non gli è esattamente chiaro, ma smette di preoccuparsene quando Zayn si tira a sedere e incrocia lo sguardo, passandosi il dorso della mano sulla bocca e pulendosela con la manica della felpa. Lo segue con lo sguardo e abbassa le palpebre quando lo vede lasciarsi cadere al suo fianco, sfiorandogli il corpo in più punti. Volta il capo e lo guarda di nuovo, spalancando gli occhi e sorridendo svogliatamente, ma quando nota che gli occhi di Zayn sono fissi sul soffitto, li sposta lì anche lui. Adesso che Zayn non è più tra le sue gambe, si sente incredibilmente scoperto e vulnerabile, ed ha freddo. Così, un po' goffamente, cela il proprio corpo pallido e proporzionato sotto il lenzuolo bianco, per poi voltarsi su di un fianco.

Zayn è esageratamente bello. Il suo profilo è qualcosa di statuario e la sua espressione qualcosa di decisamente meno statuaria. Niall è così incantato che non riesce nemmeno a descriverlo a parole: i suoi lineamenti sono duri, ma gli occhi enormi e i capelli, adesso più lunghi e vagamente ondulati, gli conferiscono un aspetto vulnerabile e, a tratti, innocente. Allunga una mano per accarezzargli una guancia e sorride quando Zayn chiude gli occhi e si lascia andare al suo tocco. Fa correre l'indice lungo la linea della sua mascella per un momento che gli sembra infinito, poi si decide ad issarsi a sedere e, con un movimento piuttosto brusco, gli cinge il bacino con le gambe. I pantaloni del ragazzo sembrano come propri sulla pelle nuda di Niall, che stringe un lembo della felpa del moro tra le dita e lo sprona ad alzarsi. Poi aspetta. Non sa se sfilargli o meno l'indumento, non tanto perché ha il terrore di cosa possa trovarci sotto, ma perché ha paura di ferirlo. Non vuole obbligarlo a mettersi in mostra, non se è quello che Zayn non vuole fare. Si domanda da quando in qua gli importi così tanto di qualcuno che non sia sé stesso. In ogni caso, molte persone sarebbero felici di sapere che parte del suo egoismo svanisce, quando si tratta di Zayn. Deglutisce, poi sposta le mani sui fianchi del ragazzo e lo guarda per un lungo istante, come per chiedergli il permesso. Non se nemmeno lui di cosa, poi, ma attende lo stesso. Quando Zayn scrolla leggermente le spalle, si azzarda a sfilargli la felpa, prima che il moro se ne penta. La prima cosa che nota, nel vederlo per la prima volta senza una maglia, è l'immensa quantità di tatuaggi. Il braccio destro ne è completamente ricoperto e, nonostante siano un ammasso di disegni senza senso, insieme danno luogo a qualcosa di incredibilmente equilibrato. Sul braccio sinistro ci sono meno tatuaggi: una tigre su una spalla, dei disegni astratti sul polso, il simbolo dello yin e dello yang. Un cerotto lungo e stretto copre la sua carnagione caffelatte dall'interno della piega del gomito fino al polso. Niall, notandolo, si morde l'interno della guancia e decide di non porsi troppe domande. Almeno per il momento. Non capisce cosa ci sia che non vada in Zayn: il suo corpo, se si esclude la fasciatura linda e lineare, è praticamente perfetto. Passa i polpastrelli lungo le sue clavicole e li fa scendere lungo lo sterno del ragazzo, aprendo il palmo della mano e posandolo sopra al suo cuore. Ne può sentire i battiti irregolari, cosa che lo fa sorridere. Il suo sorriso, tuttavia, si amplia quando Zayn posa una mano sulla sua e fa intrecciare le loro dita. Poi, mettendo una leggera pressione nei suoi movimenti, spinge la mano di Niall a circondargli la schiena. La pelle è più scivolosa vicino alla colonna vertebrale, a tratti sembra quasi non esserci. Non ha neppure tempo di fare domande che Zayn si gira di scatto e gli dà le spalle, mettendosi completamente in mostra, nudo sotto i suoi occhi. Dal modo in cui tremano le sue dita, Niall sospetta che non si sia mai mostrato a nessuno in quel modo. Solleva la mano sinistra per accarezzargli la nuca e il collo, gli occhi fissi sulla sua schiena. Parte di essa appare ai suoi occhi come bruciata. Non è un gran bello spettacolo, Niall deve ricacciare indietro un groppo di saliva prima di fare la domanda più stupida del mondo. “Ti fa male?”

Zayn ride nervosamente in risposta, mentre Niall si cura di far scendere la propria mano su quella cicatrice che occupa quasi tutta la parte sinistra della schiena del ragazzo. Anche il suo gomito e la parte superiore del suo braccio sono ridotti nello stesso stato.

“Scusa, era una domanda stupida.”

“Fa niente.”

Lo intravede chiudere gli occhi sotto il suo tocco delicato e si obbliga a non serrare gli occhi. Non sa se gli faccia più orrore il fatto che Zayn si sia nascosto da lui per così tanto tempo per una cosa del genere o la consapevolezza di vedere il suo corpo violato in modo così meschino. E allo stesso tempo si sente in colpa perché non riesce a restare indifferente a quella vista, non riesce a non inorridire. Non riesce a non esserne, almeno in parte, disgustato. Lì, dove la pelle dovrebbe essere liscia e distesa, sembra un foglio accartocciato.

“Di' quello che devi dire” la voce di Zayn, nel pronunciare quelle parole, sembra stanca e sconfortata, abbattuta da un peso così grande che Niall deve mettercela tutta per non scoppiare in lacrime. Non sa esattamente perché la cosa lo inorridisca tanto, ma se lui fosse al posto di Zayn non l'avrebbe presa con così tanta calma. Si domanda come dev'essere sapere che metà della tua schiena è come bruciata. Sempre meglio la schiena che il viso, certamente, ma dev'essere una cosa difficile da accettare. È come se una parte del corpo del moro non ci fosse più, completamente mangiata da... acido. Niall realizza solo in quel momento che non è una semplice bruciatura da fuoco. Si tratta di acido. Inorridisce anche soltanto a pensare a quella parola. Posa tutto il palmo della mano sulla sua scapola sinistra e si concentra sul calore che la sua mano irradia alla pelle del moro. “Ha fatto male?”

Lo vede annuire. Non gli chiede altro. Sia perché preferisce non sapere, sia perché non vuole sforzarlo a parlare. Ma forse tra le due opzioni più la prima. Perché Niall è un codardo e perché non è abbastanza forte da sapere cosa gli è successo senza scoppiare a piangere davanti a lui. Perché già non riesce a sopportare il dolore intriso nella voce di Zayn, figurarsi se riuscirebbe a sostenere una conversazione in cui il ragazzo gli spiega come si è procurato quell'orribile cicatrice e quanto abbia sofferto sia durante che dopo l'accaduto.

“Dài, Nì, di' quello che devi dire.”

Niall resta in silenzio, accarezza piano la parte lesa di pelle e scopre che al tatto non è poi così male; forse è solo questione di abitudine. Fa scorrere i polpastrelli sulla sua colonna vertebrale, sfiorandola appena, poi disegna dei ghirigori astratti su tutta l'estensione della cicatrice.

“Sei un mostro, Zayn. E anche se mi hai fatto il miglior pompino della mia vita, adesso che ho visto come sei veramente, ho qualche ripensamento su di te” biascica laconico Zayn, sottovoce. Niall ridacchia della sua estrema serietà, poi si sporge in avanti e gli bacia il tatuaggio rappresentante un uccello su un ramo che gli decora la base del collo. Con incertezza, si china appena e gli bacia una spalla, poi la scapola, il torace. La pelle ha una consistenza diversa sotto le sue labbra, ma non per questo gli sembra meno degna di attenzione. Per quanto a primo impatto una vista del genere possa inorridire, per quanto riguarda il senso del tatto non è troppo diverso. La carnagione è traslucida e arrossata, ma Niall cerca di non farci vaso. Così come cerca di ignorare i suoi tremolii. Gli circonda le spalle con entrambe le braccia e lo attira contro di sé, facendo combaciare la sua schiena con il proprio petto. Al fine di baciargli delicatamente una guancia, inclina la testa e sorride nell'inspirare e assorbire l'odore del suo dopobarba.

“Zayn,” mormora contro il suo orecchio, “Smettila di tremare.”

“Scusa” biascica il ragazzo, un sospiro sconfortato smarrito. In ogni caso non smette di essere scosso da lievi tremiti per i successivi dieci minuti, tanto che è costretto a girarsi appena per poter nascondere il viso contro l'incavo del collo di Niall. I vicini hanno fatto ripartire il disco e Sul bel Danubio blu aleggia ancora nell'aria, attraverso la sottile parete della stanza.

“Fa schifo, vero?” mormora Zayn, il fiato che si abbatte contro la pelle cedevole del collo del biondo.

“Sì, abbastanza. Ma non sei tu a fare schifo. È la cicatrice in sé che fa schifo” si premura di fargli notare. Non se la sente di mentirgli e di dirgli che vedere la sua schiena deturpata in quel modo non lo tocchi minimamente.

“Grazie” biascica con voce atona il ragazzo, “per essere stato sincero.”

Niall sorride e inclina il capo per potergli lasciare un leggero bacio tra i capelli. Gli afferra il mento con la mano e lo obbliga a guardarlo negli occhi, ma finisce col perdervisi dentro: sono così grandi e spaesati e insicuri e timorosi e spaventati e abbandonati che gli viene quasi da piangere. Lo bacia delicatamente sulle labbra per non dover più guardare le sue pupille dilatate d'incertezza e di paura, lo bacia perché vuole il suo sapore sulle proprie labbra per l'ennesima volta e lo bacia perché non sa cos'altro fare. Non è mai stato granché con le parole, così si sforza di farsi capire a gesti e tenta di infilare in quel bacio tutto l'amore che prova per quel ragazzo. Cosa che ovviamente non gli riesce, perché Zayn si stacca quasi immediatamente da lui.

“Che c'è?” chiede, senza capire.

“Non voglio farti pena. Non voglio che tu mi baci perché ti faccio pena e non vuoi lasciarmi solo.”

“Credimi, non sono assolutamente quel tipo di persona” lo rassicura Niall, screditandosi senza nemmeno accorgersene.

“Lo so” ribatte Zayn, alzando una mano per accarezzargli la guancia e far scorrere un pollice sul profilo delle sue labbra. Niall aspetta che abbia spostato le dita, prima di riprendere a parlare: “allora perché me lo dici?”

“Non lo so. Di solito tutti stanno con me più per pena che-”

Non riesce a finire la frase che Niall lo sta baciando di nuovo, stringendolo in una morsa angusta e autoritaria. Zayn sorride leggermente e appoggia la nuca sulla sua spalla destra, mentre Niall punta il mento sulla sua clavicola sinistra. “Non sono una di quelle persone che sta in compagnia di determinate persone perché non ha il coraggio di abbandonarle. E tu dovresti smetterla di far girare la tua vita intorno a questo. È stupido pensare che una cosa del genere impedisca alle persone di amarti.”

Siccome Zayn non gli risponde, quell'ultima parola aleggia nell'aria per svariati minuti, in compagnia della melodia di Sangue Viennese. Niall non lo obbliga a parlare e non si obbliga a parlare. Rimane semplicemente immobile, nudo, con il corpo di Zayn schiacciato contro il proprio e il suo respiro a infrangersi contro il proprio collo. La sua posizione non è troppo comoda: ha le gambe piegate – affinché Zayn si senta protetto, circondato da un corpo altrui – le braccia strette intorno alle sue spalle ed ha un gran freddo, ma non si lamenta. Anzi, a dirla tutta, rimarrebbe così per tutta la vita. Questo è quello a cui sta pensando, quando Zayn si volta all'improvviso e lo spinge all'indietro sul materasso, issandosi su di lui e spartendo il proprio peso tra i gomiti e le proprie gambe. Lo sta guardando negli occhi e Niall fissa sbigottito questa sua improvvisa presa di posizione, anche se non se la sente di obiettare. Zayn lo bacia a lungo e lo tocca fino a portarlo all'esasperazione, fino a fargli pregare di fare l'amore con lui perché vuole che sia suo, nonostante tutto. Ed è esattamente quando Niall sussurra quelle esatte parole nel suo orecchio - “Fai l'amore con me, Zayn” - che teme di aver rovinato tutto e di aver fatto una cazzata. Invece la paura scompare dagli occhi del moro, sostituita da qualcosa di più profondo e indecifrabile, che fa percepire a Niall svariati crampi allo stomaco. Poi, quando Zayn lo bacia, un po' è come se lo stessero prendendo a pugni e un po' è come se stesse percorrendo la strada per il paradiso.

 


Si sveglia di soprassalto. È notte fonda, ma la luna piena illumina quasi a giorno la stanza. Niall si rigira tra le coperte, il panico a trasudare dai suoi pori sotto forma di sudore, e cerca Zayn con lo sguardo. Lo trova solo dopo svariati secondi, le spalle appoggiate al muro e il viso leggermente sollevato nella sua direzione. In silenzio, si districa dall'intreccio delle coperte e si avvicina a lui, accoccolandosi contro il suo petto e stringendosi addosso le lenzuola. Sa di essere sudato, e sa anche di star tremando lievemente, ma cerca di non pensarci troppo. Chiude gli occhi e cerca di regolare il respiro, lasciandosi investire dal persistente odore di Zayn, che pare calmarlo in pochi istanti. Passa almeno mezz'ora prima che Zayn si decida a chiedere: “Tutto okay?”

Niall annuisce solo e gli bacia lo sterno, serrando ancora di più le braccia intorno al suo busto. Nasconde il viso contro il suo petto e gli chiede di parlargli di qualcosa. Lo ascolta per svariati minuti, prima di decidersi e porre la domanda fatale: “Cosa hai fatto al braccio?”

Glielo sfiora nel chiederglielo, passando il pollice sulla stoffa ruvida della garza e sentendo Zayn tremare sotto il proprio tocco.

“È successo circa un anno fa” tossisce, si schiarisce la voce. “Non ne potevo più e ho pensato di darci un taglio. Nel vero senso della parola.”

C'è un velo di macabra ironia nel suo tono e nel modo in cui scuote il braccio sinistro, come se appartenesse ad un burattino e non al suo stesso corpo. Niall si mordicchia l'interno della guancia, pensieroso. Si domanda perché si sia dovuto innamorare di un ragazzo così difficile, fragile e indifeso. Deve c'entrarci qualcosa il karma, per forza. Se fosse stato una persona migliore, sicuramente avrebbe avuto una relazione meno complicata.

“Non lo fare più, okay?” domanda piano, chiudendo gli occhi e disegnando cerchi astratti sulla pelle del suo fianco.

“Cosa?”

“Non provare più ad ammazzarti, adesso che stiamo insieme.”

Poi, con una risatina, aggiunge: “Ho notato che sei piuttosto propenso al suicidio e preferirei passare un po' di tempo con te, prima di trovarti morto nella vasca da bagno o cose simili.”

Zayn non ride, ma gli accarezza la guancia e Niall può sentire il peso del suo sguardo, nonostante abbia gli occhi chiusi.

“Stiamo insieme?” domanda sorpreso Zayn.

“A quanto pare” conviene Niall. Poi si pente di quello che ha detto e “Perché, a te non va bene?” si affretta a domandare.

Zayn lo corregge immediatamente: “Non ho detto questo. È che pensavo che tu- tipo, venissi qui e poi te ne saresti andato come... come hai fatto ogni volta.”

“Non me ne vado” afferma solo Niall in risposta.

Ne è così sicuro che non ha nemmeno bisogno di baciarlo per confermarglielo. Sa che è così e basta, perché non riesce a stare troppo tempo lontano da lui e perché, in fondo, ha bisogno del moro, forse più di quanto Zayn ne abbia di lui.

“Quindi stiamo insieme?”

“Sì.”

“E siamo una coppia?”

“Sì.”
“Quindi posso venire a prenderti al lavoro, baciarti quando mi pare, cose così?”

“Ovviamente.”

“E possiamo fare sesso ogni volta che vogliamo?”

“Qualcosa mi dice che non hai mai avuto una relazione, Zen.”

“No, in effetti. Ma ci sto lavorando. Ho letto un sacco di cose al riguardo, no? Intendo, libri. Libri in cui delle persone hanno una relazione. È una cosa normale, no? Tipo tu parli e io ascolto, poi io parlo e tu ascolti, poi magari una sera io ti preparo la cena a sorpresa e tu fingi di non saperlo, anche se in realtà lo sai perché io non so fare le sorprese. Cose così no? Semplici, quoti-”

“Zayn?” lo interrompe divertito Niall, la voce impastata di stanchezza e gli occhi assonnati.

“Che c'è?”

“Niente, sei carino quando ti agiti.”

Lo scappellotto che gli tira Zayn se l'è totalmente meritato, deve ammetterlo, ma se è il prezzo che deve pagare per vederlo così spensierato e sereno, anche solo per pochi istanti, è più che disposto a farlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Zanzan!

Non so con quale coraggio io mi ripresenti qui dopo... quanti mesi? Probabilmente non aggiorno da settembre. La scuola e la vita mi hanno preso molto e la mia scarsa autostima ha fatto il resto. Ho letto e riletto questo capitolo fino alla sfinimento e alla fine ho deciso che basta. Quindi ieri sera ho scritto le ultime pagine e via. Ovviamente, non vi piacerà. Ma hey, non piace nemmeno a me, perciò non fatevene un problema. Anzi, siate arrabbiate. Sia perché sono una persona orribile, sia perché il capitolo è orribile. Anygay, in questo capitolo è fondamentale la parte finale perché si scoprono alcune cose su Zayn e blablabla. Questo capitolo è esageratamente fluff (solo la parte finale, forse), ma ero in vena. La parte finale è anche molto lenta, infatti non succede un cazzo, ah ah. Non sono soddisfatta del lavoro, ma se non posto ora poi me ne pentirò e addio.

P.S.: sto lavorando a due minilong (una ziall e una larry) e la larry credo la posterò domani? I really don't know. Se la leggete fatemi sapere cosa ne pensate.
Ah, non recensite questo merdoso capitolo 15 perché davvero non se lo merita. Me l'ha detto personalmente.Spero abbiate passato delle vacanza di Natale belle bellissime meravigliose e che vada tutto bene.
Su twitter sono @biacholic ma non vi conviene seguirmi, visto che disagio. Scrivetemi se volete contattarmi in luoghi diversi da efp.

Bacini,

Giuls xx :)

  
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