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Autore: Elygrifondoro    14/01/2015    2 recensioni
Cosa succedere se uno Shadowhunter e i suoi amici frequantano la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts? Cosa succede se due persone destinate a stare insieme come Alexander Lightwood e Magnus Bane si trovassero nella stessa scuola, rispettivamente nei panni di studente e professore? lLamore e l'attrazione vinceranno sui dubbi che una relazione proibita inevitabolmente crea?
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~CALL IT MAGIC

Finalmente era arrivato il giorno della seconda partita del torneo interno di Quidditch, la prima se l’erano giocata i Grifondoro e i Tassorosso, con la sorprendente vittoria di quest’ultimi, quindi noi eravamo contro i Serpeverde… avevamo fatto un’amichevole contro i Tassi ad inizio anno ed era finita in parità, per questo ero piuttosto sicuro dell’esito dell’evento di quel giorno.
La squadra verde-argento era composta per la maggior parte da studenti dal quarto anno in su, tra cui Margot, capitano e cercatrice. Mi alzai dal letto in un baleno e mi vestii con un paio di pantaloni neri un po’sformati e una maglietta vecchia di chissà quanti anni. Il borsone era già pronto ai piedi del letto e la Firebolt era appoggiata al muro lì accanto. Feci un sorriso impercettibile nascosto dalla poca luce che filtrava dalla finestra, mi alzai e raccolsi tutto il materiale. La sera prima mi ero messo d’accordo con la squadra per trovarci tutti all’uscita della Sala Comune alle 8:00, così da poter fare colazione con calma ed essere negli spogliatoi per le 9:00.
La partita era fissata per le 9:30.
Aprì la porta un po’ infagottato per quanta attrezzatura avevo: erano le otto meno cinque. Ad un certo punto la pesante porta del dormitorio non esercitò più la sua pressione su di me, così mi chiesi chi l’avesse tenuta ferma anche se già conoscevo la risposta. Juliàn indossava un paio di pantaloni aderenti che portava come se fossero il capo d’abbigliamento più comodo del mondo e la maglia della squadra. Praticamente le nostre conversazioni dopo quella sera si erano ridotte ad una raffica di “si”, “ciao”, “tutto a posto”, “hai fatto i compiti di Pozioni?” quest’ultimo era il periodo più lungo e complesso che ci concedevamo e io di certo non intendevo intraprendere conversazioni di spessore più alto.
-grazie. –
Dissi con voce ferma e gelida come il ghiaccio che iniziava a ricoprire il Lago Nero.
-di nulla e… buona fortuna per la partita, so che andrai benissimo. –
-andremo bene entrambi. Sennò non saremmo nella squadra. È un tuo obbligo dare il meglio nelle partite in quanto membro ufficiale. –
Lui aprì di nuovo la bocca per ribattere ma non gli diedi il tempo ed uscii dalla stanza quasi con affanno per fermarmi solo vicino a Cashmere e ad Aaron. Juliàn arrivò subito dopo di me. Amira, che aveva occhi per intendere e non sprecava affatto le parole, aveva percepito la tensione e me lo fece capire guardandomi con aria interrogativa. Io scossi piano la testa e sorrisi. Non volevo creare scompiglio prima della partita. Per quello ci sarebbe stato tutto il tempo dopo. Arrivammo allegri in Sala Grande dimostrando all’intera scuola quanto fosse unito il nostro gruppo. Ma si sa, ogni famiglia ha i suoi segreti e le verità scomode vengono sempre nascoste. Sapevo anche che l’accusato stava facendo di tutto per redimersi, senza grandi risultati. L’accusa non demordeva e non avrebbe ceduto tanto facilmente. Ci sedemmo ed io mi abbuffai come non mai mentre revisionavo gli schemi con il resto del gruppo. La calligrafia rotondeggiante di Cashmere spiccava in ogni foglio del fascicolo ben ricco di appunti e dettagli aggiunti in giorni differenti con inchiostro nero, blu, rosso e verde.
-bene Amira, tu occuperai la fascia destra come tuo solito mentre io la sinistra. Alec sbaraglierà la difesa dal centro. Mi raccomando, massima concentrazione. Eric ed Aaron, andateci pesante. Soprattutto su Margot e i cacciatori. Con il capitano delle Serpi abbiamo un piccolo conto in sospeso. Non preoccupatevi del fatto che sia una ragazza, quella è in grado di uccidervi senza il minimo pentimento. Spaccatele più denti possibile con quei bolidi ragazzi! –
Loro annuirono entusiasti dell’idea ed io fui grato ancora una volta alla mia squadra. Avremmo vinto ad ogni costo, per l’onore Corvonero.
-bene, mancano solo Juliàn e Julie. A voi non ho molto da dire, ricordatevi gli allenamenti e i fondamentali. Non abbiate paura, non esitate. Date il massimo. Tu Juliàn non far passare nemmeno mezza pluffa da quegli anelli mentre tu, Julie, sii furba. Margot cercherà di non lasciarti il minimo spiraglio. Esegui una delle tue finte Wronski e vedrai che andrà alla grande! –
Alzammo tutti lo sguardo dagli appunti e ci sorridemmo: insieme ce l’avremmo fatta!
Ad un quarto alle nove eravamo già negli spogliatoi, così ci cambiammo e a nove e un quarto eravamo vestiti perfettamente con le divise pulite e profumate che di lì a poco si sarebbero tinte di marrone e aloni di sudore.
Uscimmo all’ora indicata e appena i pochi raggi del sole che quella mattina tinteggiavano il cielo ci illuminarono, uno sciame di voci, grida e urli d’incitamento ci invase. Quello era in assoluto il momento migliore della partita: tutta la scuola era riunita per te, curiosa dell’esito del match ma anche attenta a studiare ogni tuo movimento per poter poi sfruttare una contromossa nella partita successiva. I Corvonero acclamavano esultanti mentre le Serpi tentavano di sovrastarli, Grifondoro e Tassorosso erano un misto di colori. C’era chi votava per noi, chi invece per le Serpi. La maggior parte dei Grifoni indossava bandane blu-argento, segno che nonostante tutto non avrebbero mai tifato per i nostri avversari. I Tassorosso, imparziali come al solito, si erano spartiti fra le due casate sfidanti. Cashmere era la prima, seguita da Julia, Aaron, Amira, Eric, Juliàn e per ultimo io. Ci posizionammo in ordine al centro del campo, i Serpeverde dal lato opposto. Per prime si strinsero la mano le due capitane, e poi via via tutti gli altri. I verde-argento avevano tutti un ghigno stampato sul volto che doveva farli sembrare inquietanti e sicuri di sé, ma in realtà li faceva risultare ridicoli. Prima della partita Isabelle, Jace, Clary, Simon ed Annabelle erano passati ad augurarmi buona fortuna. Jace aveva solo commentato il bel sedere del mio capitano e Clary l’aveva zittito, e atterrato, con una fattura degna di un auror. Annabelle mi aveva abbracciato forte dicendomi che contava su di me ed Isabelle mi aveva solo chiesto di buttare giù dalla scopa Lisa, cacciatrice Serpeverde conosciuta per la sua frivolezza e la sua lunga lista di ragazzi di ogni età e casata, perché le aveva rubato il suo rossetto preferito.
-beh, diciamo che le starebbe bene visto che è una gran… -
Per fortuna le tappai la bocca in tempo.
Simon mi si avvicinò e anche lui mi fece gli auguri timidamente, promettendo che avrebbe tifato per me.
-di a Julia che Margot è solita giocare sporco, l’anno scorso me la sono trovata contro e non ha rispettato nessuna regola. Consigliale anche di non rispondere alle sue provocazioni e di concentrarsi solo sul gioco. Alla fine vince sempre chi se lo merita, non chi non rispetta le regole. –
-non sono proprio sicuro che vada sempre così ma… grazie. –
Il professor Krum fischiò l’attenzione e mi riportò alla realtà.
-giocatori, tutti sulle scope! –
Aveva detto.
-al mio prossimo fischio avrà inizio la partita! –
Mi issai sulla Firebolt che fremette come se fosse viva. Il professore liberò il boccino, i bolidi e la pluffa e poi si mise il fischietto fra le labbra. Di lì a pochi secondi avrei sentito il vento fischiare nelle orecchie, la sensazione di totale libertà che provavo solo nel volo.
Triiiiiiiiii il verso acuto e familiare mi stordì per un tempo brevissimo. Mi fiondai sulla pluffa deciso ad afferrarla e così fu. Puntai verso la porta avversaria protetta dall’enorme stazza del portiere Serpeverde, forse si chiamava Brutus o qualcosa di simile, con gli occhi fissi sul centro dell’anello di destra. Dietro di me solo il fruscio rassicurante del vento e dell’aria spezzata dai miei inseguitori, davanti solo Brutus e poi il niente. Mi slanciai pronto finalmente a liberarmi da quel peso ma una voce sopraggiunse al mio timpano prima del glorioso momento.
-Alec! A me! –
I lunghi capelli di Amira si interposero fra me ed il traguardo. Come suo solito era stata silenziosa. Le tirai la pluffa sfoderando un lancio veloce e preciso e aspettai con il sangue nelle orecchie il verdetto.
La pluffa superò l’anello accompagnata dalle acclamazioni di chi tifava per noi e dai buuu dei sostenitori Serpeverde. Come era iniziato, tutto finì nelle esultazioni di Amira accanto a me, orgogliosa di essere stata lei a segnare i primi dieci punti della partita.
-DIECI A ZERO! DIECI A ZERO PER I CORVONERO! –
Urlava il presentatore Weasley nell’altoparlante, subito ammonito da un’indignata professoressa Scamander.
-SIGNOR WEASLEY! LA PREGO DI MOSTRARE UN MINIMO DI DECORO, ALMENO IN LUOGO PUBBLICO! –
Le parole della professoressa fecero ridere tutta la platea mentre la partita continuava. Le Serpi pareggiarono quasi subito e acquistarono un lieve vantaggio.
-QUARANTA A DIECI PER LE BISC… -
Attraverso il microfono si sentì il gemito del ragazzo Weasley.
-PROFESSORESSA SCAMANDER! IL MIO PIEDE! –
-STIA ZITTO SIGNORINO O SARÒ COSTRETTA A LANCIARLE UNA FATTURA! –
-OKAY, OKAY, SI CALMI LA PREGO! PFFF COSA FACCIO ALLE DONNE…-
Alzai un attimo lo sguardo alla ricerca dei capelli multicolore di Magnus ma non lo vidi da nessuna parte. Non era negli spalti riservati ai professori e nemmeno fra i Corvi… dove cavolo poteva essere?
-HEY, HEY GUARDATE QUEL BOLIDE! –
Non ebbi il tempo di metabolizzare l’informazione che qualcosa di pesante mi colpì la spalla, facendomi momentaneamente perdere l’equilibrio. “Luridi schifosi battitori…” pensai fra me e me mordendomi il labbro per non lamentarmi del dolore alla spalla. Il gioco non si era fermato e Cashmere e Amira continuavano a difendere impetuose la porta insieme a Juliàn. Tutti e tre erano evidentemente in difficoltà. Mi fiondai nuovamente in mezzo alla mischia con la spalla che urlava per il colpo appena ricevuto e presi il possesso della palla.
-I CORVI NON SEMBRANO DEMORDERE NONOSTANTE IL COLPO SÙBITO DAL CACCIATORE LIGHTWOOD E PROPRIO GUIDATI DA QUEST’ULTIMO STANNO RAGGIUNGENDO VELOCEMENTE LA PORTA! FORZA CORVONERO! TENIAMO TUTTI PER VOI! –
-SIGNOR WEASLEY! LEI DOVREBBE ESSERE IMPARZIALE IN QUANTO PRESENTATORE! –
-MA PROFESSORESSA! HO DIRITTO DI DARE LA MIA OPINIONE! –
-CONTINUA A COMMENTARE L’ANDAMENTO DELLA PARTITA INVECE DI TIFARE PER UNA SQUADRA PIUTTOSTO CHE… -
-CORVONERO SEGNA! CORVONERO SEGNA! VENTI A QUARANTA PER I SERPEVERDE! MA I CORVI NON MOLLANO LA PRESA! INTANTO ANDIAMO A VEDERE COME SE LA CAVANO LE DUE CERCATRICI DI OGGI…
 -
La testa mi pulsava leggermente, ma sapevo che era completamente normale considerate le condizioni. Cashmere era affaticata, Amira pensierosa. Probabilmente aveva qualcosa in mente. Eric ed Aaron scaricavano come al solito la loro iperattività in colpi ben assestati contro Margot che aveva l’espressione tipica di chi ti avrebbe lanciato all’istante un Avada Kedavra. La vidi scagliarsi contro Julie proprio mentre quest’ultima effettuava una Finta Wronski degna di un professionista facendo sfracellare rovinosamente l’avversaria a terra. La pluffa era ancora nelle nostre mani, precisamente fra le braccia di Cashmere, che assestò un altro punto a nostro favore. I Serpeverde segnarono una volta, noi altre tre. Era il momento per Julie di intervenire. La vidi lanciarsi verso l’alto all’inseguimento di qualcosa di sferico e aureo. Subito dietro di lei, ad oscurare il debole bagliore del sole invernale, Margot non accennava a demordere. Ma con un ultimo, repentino sforzo Julie si protese in avanti ed afferrò… il niente. Il boccino aveva virato di lato ed era nuovamente scomparso dalla visuale. Amira segnò un altro punto e la stessa cosa fece uno dei cacciatori Serpeverde, poi colpito da un bolide di Aaron: mai mettersi contro quelle piccole pesti. Noi Corvonero sapevamo essere piuttosto vendicativi, se ci veniva fatto un torto. E si sa, una mente intelligente è in grado di elaborare piani ancor più malefici del più ingenuo dei Grifondoro o del più burlone dei Tassorosso.
-SIAMO SETTANTA A SESSANTA PER I BLU-ARGENTO CHE SEMBRANO RISPONDERE BENE ALLA ROZZA… –
La professoressa Scamander estrasse la bacchetta dal mantello.
-EHM… VOLEVO DIRE… BEN STUDIATA TATTICA? –
Lei annuì soddisfatta.
-DEI SERPEVERDE E… -
-E SERPEVERDE SEGNA DI NUOVO! SIAMO DI NUOVO IN PARITÀ AMATI SPETTATORI! –
Era proprio così. Cody, il più grosso fra i cacciatori verde-argento, aveva sbaragliato la difesa e segnato un colpo degno di essere ricordato nello stomaco di Juliàn, che di conseguenza era arretrato al di là dell’anello centrale. “Cazzo…” per quanto il portiere risultasse frastornato ed un scarica di urla e lamenti piuttosto offensivi verso i nostri avversari giungeva alle mie orecchie, la situazione non degenerò ed io segnai altri due punti con Eric che mi copriva le spalle.
Julie aveva effettuato un’altra Finta Wronski, ma questa volta non venne seguita da Margot, che commise un grave errore dato che non si trattava di una finta, ma dell’azione decisiva alla nostra vittoria. Julie raggiunse il boccino quando questi era ad appena due metri da terra. Lo afferrò saldamente e eseguì una meravigliosa virata per poi poggiarsi sul bel prato verde del campo da Quidditch sollevando entusiasta il suo trofeo: avevamo vinto.
Il professor Krum fischiò la fine dello scontro mentre un esultante presentatore Weasley urlava il risultato alla bacchetta, ancora sotto effetto dell’incantesimo sonorus:
-DUECENTOQUARANTA A NOVANTA SIGNORE E SIGNORI! DUECENTOQUARANTA PUNTI PER I CORVONERO CHE SI AGGIUDICANO A PIENO TITOLO LA PARTITA! COMPLIMENTI! –
Atterrammo al suolo trionfanti e ci stringemmo in un forte abbraccio attorno a Julie che come un automa continuava a tenere saldamente il boccino, come prova della nostra vittoria. I Serpeverde atterrarono sconfitti e con l’amarezza negli occhi. Con il termine della partita v’era anche il consueto saluto. Tutti sorridenti ci mettemmo in fila. Io dietro Cashmere orgoglioso del nostro risultato. Per prima sfiorai la mano di Margot, che mi si avvicinò:
-avevi previsto giusto, frocetto, ma non credere di essere superiore a noi. Non abbiamo bisogno di un’insulsa partita di Quidditch per dimostrare la nostra superiorità. –
Fu in quel momento che la mia pazienza finì, proprio mentre il naso di Margot veniva colpito da un pugno di Cashmere. Io la guardai interdetto per qualche secondo prima che scoppiasse una rissa in pieno campo.

 

 

 




-Dannati corridoi! Certo che i fondatori dovevano essere dotati di una spiccata fantasia dato che li hanno fatti tutti uguali! Dove cavolo sta l’infermeria?!-
Era da un quarto d’ora che percorrevo quelle dannate mura tutte identiche in cerca dell’infermeria: un elfo domestico aveva varcato la soglia della mia camera tutto trafelato, avvisandomi che l’intera squadra di Quidditch dei Corvonero era ricoverata insieme alla squadra avversaria Serpeverde in infermeria. Causa lesioni riportate in seguito ad un duello babbano.
-quegli idioti! Ma soprattutto quell’idiota di Alec! È pure Caposcuola e si mette a spaccare nasi e a creare tumulti! –
Dopo un buon venti minuti trovai la tanto ricercata porta dell’infermeria e vi entrai. Non l’avevo mai vista così piena se non il giorno dopo la battaglia. La bella Cashmere, che sfoggiava una divisa malmessa e sporca tanto quanto il braccio fasciato, discuteva animatamente con Madama White sulla sua ottima salute.
-SIGNORINA BROWN, SI RIMETTA SUBITO A LETTO O SARÒ COSTRETTA A LANCIARLE UNA FATTURA! –
-MA MADAMA WHITE! STO BENISSIMO! L’UNICA COSA CHE MI FAREBBE STARE MEGLIO IN QUESTO MOMENTO SAREBBE SPACCARE ANCOR DI PIÙ LA FACCIA A QUELLA INFIDA SERPE, MA A QUANTO PARE NON MI È PERMESSO AVVICINARMI A LEI! –
-SIGNORINA, NON GLIELO RIPETERÒ UN’ALTRA VOLTA, SI DIA UNA CALM... –
L’anziana donna si girò verso di me e subito sul volto le comparve un sorriso gioviale.
-oh! Professore Bane! Vedo che ci ha raggiunti! Prego, abbiamo isolato le due squadre in modo da evitare ulteriori disguidi. La sua collega, la professoressa Scamander, si trova nella stanza qui accanto, adibita ad infermeria apposta per la spiacevole occasione. –
-grazie mille Madama White, ma sono qui per parlare con il caposcuola Lightwood. Quello che è successo poco fa è inammissibile. E lui come figura di riferimento dovrà subirne le conseguenze o quantomeno capire di aver sbagliato. –
-MA NON È STATA COLPA SUA! QUELLA MEGERA DI MARGOT HA INNESCATO TUTTO! E POI SONO STATA IO A SPACCARLE IL NASO! –
La bionda Corvonero gonfiò il petto fiera evidentemente di quello che aveva fatto e mi fissava sorridente, probabilmente aveva collegato un po’di cose.
-mi dispiace professore, ma ho somministrato a tutti una pozione soporifera e la signorina Brown è l’ultima che dovrà prenderla. –
In poche ed agili mosse la donna riuscì a far sdraiare l’irrequieta ragazzina e a somministrarle la potente pozione tranquillante. Dopo pochi minuti dormiva già profondamente.
-uffff-
Madama White si passò l’avambraccio sulla fronte per togliere le goccioline di sudore che le si erano formate per lo sforzo.
-a quest’età credono di essere invincibili, ed io sono dell’opinione che lo siano. Lasciamoglielo credere prima che la realtà del mondo li investa con il suo pesante fardello di doveri e responsabilità. –
Sorrisi a quell’anziana donna che probabilmente era fra le persone più sagge del castello.
-sono pienamente d’accordo con lei signora White. –
-se vuole posso richiamarla quando il signor Lightwood si sarà ripreso… -
Scossi lievemente la mano come a scacciare un brutto pensiero.
-se è possibile vorrei vederlo comunque per alcuni minuti.
-oh, ma certo! Mi segua! –
Mi fece attraversare l’intera stanza e vidi con piacere che tutti i ragazzi erano profondamente addormentati e all’apparenza sembravano innocui come solo il sonno riesce a renderli.
Dietro all’ultimo separé si trovava Alexander, disteso fra le lenzuola candide che contrastavano con i suoi capelli corvini.
Appena mi sedetti sulla sedia accanto al letto l’infermiera riprese parola.
-io esco qualche minuto in corridoio a prendere una boccata d’aria e a controllare le condizioni degli altri sette. Se ha bisogno di qualsiasi cosa, non esiti a chiamarmi. –
Annuii lievemente col capo e appena sentii il portone sbattere mi avventai sulla mano del mio compagno.
-Alec, come stai? –
Ero consapevole del fatto che non poteva sentirmi, ma non me ne preoccupavo troppo. Gli solleticai il dorso della mano, proprio dove era marchiato con la runa della vista, producendo dei movimenti circolari che servivano più a calmare me che il corpo inerme di lui. Aveva la pelle candida e…
D’improvviso sentii una fitta fortissima alla tempia e il mondo si oscurò per alcuni secondi. Mi piegai su me stesso tenendomi il capo. Poi, nella mia mente, sentii risuonare una voce. Era come stare immersi nell’acqua e tentare di raggiungere la superficie per prendere una boccata d’aria pur sapendo di essere troppo in profondità ed essere destinati a morire affogati.
Ah, il bel giovane Lightwood! Quanto coraggio e lealtà esternano i suoi occhi blu! In quelle iridi v’è l’oceano e se ci si sofferma ad ammirarle meglio, vien quasi voglia di buttarcisi.
Sentii un’altra fitta ancora più bruciante e dolorosa smuovermi il petto.
Uccidilo Magnus Bane, puoi farlo! È un Nephilim come tanti! La sua famiglia ha ammazzato a sangue freddo migliaia dei tuoi simili e ancora a migliaia ne ucciderà! Rivendica la tua stirpe stregone!
Nuotavo, nuotavo sempre più veloce, ma l’aria iniziava a mancare sempre più. Mi girai verso il tavolino posto accanto al letto su cui v’erano alcuni oggetti di primo soccorso, fra cui un piccolo bisturi. L’afferrai per il manico: la lama luccicava alla luce del sole di mezzogiorno che filtrava dalla finestra.
Uccidi! Uccidi! Rivendica le tue origini!
Sollevai l’arma sopra al collo di Alec, la giugulare pulsava ad un ritmo regolare e tranquillo. La voce estranea che mi rimbombava nella testa rivendicava sangue.
Annaspavo come se stessi affogando per davvero, la sensazione era insopportabile.
Con una forza che non credevo di avere, sollevai l’arma ancor di più e la lanciai violentemente contro al muro opposto. In un istante la sensazione svanì insieme ai brutti sintomi che l’avevano accompagnata. Spostai lo sguardo sulle mie mani: tremavano incessantemente ed erano più pallide del solito, troppo pallide per il normale. Cosa mi stava succedendo? Stavo per fare del male alla persona che di più cara avevo al mondo, e non capivo più se ero io a volerlo o qualcun altro.
Senza pensarci due volte, mi alzai di scatto dalla sedia e corsi fuori dall’infermeria. Non mi fermai nemmeno quando urtai Madama White che stava rientrando per il gran trambusto che si era creato ed iniziai a scappare in cerca di un luogo sicuro in cui rintanarmi.

 




ANGOLO DELL’AUTORE:
Non so se mi crederete se vi dico che mi sono letteralmente bloccata: piuttosto regolarmente accendevo il computer e mi ritrovavo davanti uno schermo completamente bianco e la mia mente non sembrava voler reagire a quell’interminabile vuoto. Sta di fatto che solo pochi giorni fa mi sono risvegliata dal mio torpore e sono tornata operativa, così come la scuola e i miei odiosi professori. L’unica cosa positiva è stata la sufficienza in matematica di oggi, che mi ha sollevato un po’il morale e la voglia di tornare a studiare. Detto questo, non vedo l’ora di leggere le vostre recensioni e gli eventuali consigli per rendere ‘Call it magic’ se non bella almeno accettabile!
Torno a studiare diritto, buona lettura!!!

Elisa

  
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